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Poesia
Gli anni che portarono alla prima guerra mondiale videro l'emergere di una rivoluzione poetica. Il
movimento imagista, influenzato dall’insistenza da parte del poeta e filosofo T. E. Hulme sull'utilizzo di
immagini forti chiare e precise emerse come reazione a quello che era visto come la capricciosità e la facile
emotività romantica nella poesia. Il movimento si sviluppò inizialmente a Londra dove il poeta modernista
americano Ezra Pound viveva e rapidamente arrivo oltre oceano; i suoi membri iniziali includevano Hulme,
Pound H.D., Amy Lowell, Richard Aldington, John Gould Fletcher e F. S. Flint. Come spiego Flint nel
marzo 1913 da un articolo, in parte dettato da fondo, i magistrati insistevano nel trattare direttamente la cosa
che fosse in maniera soggettiva o oggettiva evitando tutte le parole che non contribuivano alla presentazione
e utilizzando una metrica più libera piuttosto che aderire rigidamente alle sequenze di un metronomo.
Inveendo attraverso dei manifesti contro la discorsività vittoriana, immagini si scrivevano liriche brevi
pungenti e descrittive ma mancavano della tecnica necessaria per produrre poemi più lunghi e complessi.
Altre nuove idee sulla poesia contribuirono a fornire questa tecnica, molti si associarono con un altro
americano a Londra T. S. Eliot. L'edizione di Sir Herbert Grierson del 1912 dei poemi di John Donne
rifletteva e allo stesso tempo incoraggiava un nuovo entusiasmo per la poesia metafisica del XVII secolo.
Questo rinnovato interesse per il genio metafisico portò con sé un desiderio da parte dei poeti pionieri ad
introdurre nei loro lavori un elevato livello di complessità intellettuale maggiore rispetto a quella che si
trovava tra i poeti vittoriani o georgiani. La sottigliezza della poesia simbolista francese inizio ad essere
apprezzata; era stata ammirata nel 1890 più per la sua suggestione da sogno che per la precisione e
complessità delle immagini. Allo stesso tempo, gli scrittori modernisti volevano avvicinare il linguaggio e i
ritmi poetici a quelli della conversazione o almeno volevano vivacizzare le formalità del linguaggio poetico
con eco colloquiali o addirittura elementi dello slang. L’ironia, che era resa possibile dall'utilizzo di diversi
livelli di discorso contemporaneamente e l'umorismo con i giochi di parole banditi dalla poesia seria per più
di 200 anni aiutarono a raggiungere quell'unione tra pensiero e passione che Eliot vide come la caratteristica
dei metafisici e desiderò riportare nella poesia. Un nuovo movimento critico e uno movimento creativo in
poesia andavano di mano in mano, con Eliot come vate di entrambi. Egli ampliò la portata dell’imagismo,
chiamando in soccorso i metafisici inglesi e i simbolisti francesi aggiungendo così nuove possibilità di
complessità e di allusività ai criteri di concretezza e precisione sostenuti dagli imagisti. Eliot introdusse
anche nel moderna poesia inglese ed ed americana il tipo di ironia ottenuta alternando improvvisamente lo
stile formale a quello colloquiale o alludendo obliquamente ad oggetti o idee che erano profondamente in
contrasto con il significato superficiale del poema. Non furono soltanto gli imagisti ed Elliot a sforzarsi per
reinventare la poesia. Per il 1912 Lawrence aveva iniziato a scrivere poemi più liberi sia nella forma che
nelle emozioni volendo liberare il verso dalle dagli obblighi di una lirica che assomigliava ad una gemma e
volendo cogliere anche il palpito ribelle del momento istantaneo. Dal 1915 Mina Loy ibridò la dizione del
linguaggio poetico inglese e desentimentalizzò la poesia d'amore angloamericana. Così tra il 1911 e il 1922
una rivoluzione fondamentale ebbe luogo nella teoria e nella pratica poetica inglese ma anche americana, una
rivoluzione che avrebbe determinato il modo in cui molti poeti guardano oggi alla loro arte. Questa
rivoluzione modernista non fu un fenomeno letterario isolato. Gli scrittori su entrambe le coste della Manica
furono influenzati dall'impressionismo francese, dal post impressionismo, dal cubista che avevano
riesaminato la natura della realtà. L'influenza del futurismo italiano fu altrettanto forte sul pittore scrittore
Lewis il cui giornale Blast che ebbe una vita breve intendeva scioccare sia nel design visuale che nella sua
violenta retorica. Mina Loy condivise il fascino dei futuristi per la modernità e la velocità mentre rifiutava la
sua misoginia il suo sciovinismo, come evidenziato dal suo manifesto femminista. Pound scrisse libri sullo
scultore francese Henri Gaudier Brzeska e sul compositore americano George Antheil, ed infatti i ritmi
frastagliati e le dissonanze della moderna musica influenzarono molti scrittori. Will fred Owen scrisse nel
1918 “io credo che sto facendo nella poesia quello che i compositori più all'avanguardia stanno facendo della
musica” ed Elliot mentre scrivere La terra desolata tre anni dopo era così impressionato da una performance
del compositore Stravinskij che si alzò in piedi alla fine ed esultò.
La pubblicazione postuma nel 1918 della poesia di Gerard Manley Hopkins ad opera di Robert Bridges
incoraggiò la sperimentazione nel linguaggio e nel ritmo come evidenziato dall'influenza dei versi su Elliot,
Auden e il gallese Dylan Thomas. Hopkins combinò la precisione dell’immagine individuale con un
complesso ordine di immagini e una nuova struttura metrica che lui chiamò ritmo a molla nel quale gli
accenti di un verso potevano essere distribuiti più liberamente. Nel frattempo la notevole opera di Yeats, che
si allungò Durante tutto il periodo modernista, rifletteva i mutevoli sviluppi dell'epoca mantenendo però un
inconfondibile accento individuale. Cominciando con le idee degli esteti, rivolgendosi poi verso un
linguaggio ironico più duro e sobrio senza perdere la sua caratteristica magia verbale, trovando una soluzione
alle nozioni idiosincratiche di simbolismo del suo autore, sviluppando nella sua piena maturità una poesia
riccamente simbolica e metafisica con i suoi ritmi curiosamente inquietanti e con immagini alla stesso tempo
realisticamente scioccanti ed emotivamente suggestive, l'opera di Yeats incapsulò una storia della poesia
inglese tra il 1890 e il 1939.
Nel suo poema Ricordando gli anni 30 Donald Davide dichiarò: "un tono neutro oggigiorno viene preferito”.
Quel tono ha dominato la poesia del decennio. I giovani poeti dell'inizio degli anni 30 erano i primi a
crescere nell'ombra della prima generazione di poeti modernisti. L'attenzione di Hopkins per le sonorità, gli
esperimenti di Hardy nella metrica, le meditazioni ambivalenti di Yeats su temi pubblici, il trattamento
satirico da parte di Eliot di un mondo meccanizzato e urbanizzato e la rappresentazione della pietà con rima
perfetta influenzò Holden e gli altri poeti del suo gruppo. Tuttavia questi giovani poeti dovevano anche
distinguersi dalle eminenze ancora viventi nella poesia e lo fecero scrivendo poemi più gravi e ironici di
quelli di Yeats, per esempio, o che rispondevano in maniera più individuale e attiva al mondo sociale di
quelli di Eliot. La poesia di Stevie Smith, sebbene largamente indipendente dallo stile del periodo,
condivideva la sua politica progressista, il suo idioma conversazionale e il tono spesso ironico così come un
interesse nell'adattare forme orali come ballate, canzoni popolari e canzoncine per bambini.
Con l'inizio della seconda guerra mondiale, il tono neutrale del gruppo di Auden lasciò il posto ad una voce
sempre più diretta e umana, come nell'opera di Auden, ed alla veemenza di ciò che divenne nota come la
Nuova Apocalisse. I poeti di questo movimento, soprattutto Dylan Thomas, dovevano parte della loro
audacia immaginifica e della loro violenza retorica ai surrealisti francesi la cui poesia venne introdotta ai
lettori inglesi nelle traduzioni e nell'opera di David Gascoyne, uno dei poeti della nuova apocalisse. Molti dei
surrealisti, come per esempio Salvador Dalì e Andrè Breton, furono sia poeti che pittori e nella loro arte
verbale così come in quella visiva cercarono di esprimere spesso attraverso libere associazioni le operazioni
dell’inconscio.
Con l'avvento degli anni 50 tuttavia il pendolo tornò indietro. Una nuova generazione di poeti tra cui Donald
Davide, Thom Gunn e Philip Larkin reagirono a quelli che sembrarono loro come gli eccessi verbali e le
stravaganze di Thomas e di Edith Sitwell così come i miti arcani e l’allusività complicata di Yeats, Eliott e
Pound. "Il movimento", come questo gruppo venne chiamato, mirava di nuovo ad un tono neutrale, alla
purezza della dizione nella quale rendere una fedeltà umile all’esperienza mondana. Larkin, il suo più
notevole esponente, rigettò le gesta intimidatorie di un modello modernista importato in favore di una
tradizione nativa più civile ed accessibile che risalisse ad Hardy, Housman e agli scrittori di pastorali degli
anni ’10.
Non tutti in Inghilterra seguirono il modello di Larkin e del Movimento, alcuni rigettando le nozioni del
movimento riguardo la poetica limitata, razionalista e ricercata. .Tra la fine degli anni 50 e gli anni 60 Ted
Hughes cominciò a scrivere poemi nei quali quali predatori e vittime del mondo naturale suggerivano la
violenza e l'irrazionalità della storia moderna, in particolare la carneficina della prima guerra mondiale nella
quale suo padre aveva combattuto. Geoffrey Hill anche vedeva il razionalismo umano come inadeguato alle
sfide etiche e religiose della guerra del XX secolo, del genocidio e delle atrocità che lui evocava attraverso
un linguaggio vigoroso costruito sulle tradizioni del modernismo e della poesia metafisica.
Dagli anni 80, la gamma dei poeti inglesi era diventata più diversificata per quanto riguarda la classe sociale,
l'etnia, il genere e le provenienze regionali introducendo una varietà di voci nella tradizione letteraria inglese.
Nati nel nord dell'Inghilterra nel distretto del West Yorkshire, Tony Harrison e Simon Armitage portarono i
ritmi vernacolari locali a contatto con il tradizionale inglese e il verso classico. Figlia di madre irlandese,
Carol Ann Daffy fu cresciuta in Scozia in una famiglia cattolica della classe operaia di sinistra e crebbe tra le
varietà di inglese standard, irlandese e scozzese: questa esperienza giovanile la aiutò a padroneggiare le
diverse voci che caratterizzavano i suoi monologhi femministi. L'Irlanda post seconda guerra mondiale, sia a
Nord che al sud, fu tra gli spazi più produttivi per la poesia nella seconda metà del XX secolo. Nato appena
due settimane e mezzo dopo la morte di Yeats, Seamus Heaney, il suo più acclamato successore, rispose agli
orrori dello spargimento di sangue partigiano nel nord dell'Irlanda con la sottigliezza e l’acuta sensibilità
etica in poemi che traevano ispirazione sia dalle sonorità e dai generi irlandesi che dalla tradizione letteraria
inglese di Wordsworth, Hopkins e Ted Hughes.
Paul Muldoon, uno degli ex studenti di Heaney a Belfast, aveva anche scritto sui problemi dell'Irlanda del
Nord ma attraverso forme fisse sinistramente distorte e multipli schermi di ironia, combinando follia
sperimentale con riserbo formale. Nativa della Repubblica irlandese, Eavan Boland ha aperto uno spazio in
una tradizione largamente maschile di versi irlandesi, con i suoi emblemi di femminilità standard e mitici,
per le esperienze di sofferenza e sopravvivenza delle donne irlandesi.
I considerevoli cambiamenti post guerra nei contorni geografici della poesia scritta in inglese riguardò in
parte l'emergere di nuove voci e nuovi stili dal vecchio Commonwealth o domini come per esempio il
Canada e l'Australia. Consapevoli di essere ai margini dell'ex impero, Les Murray modella una poesia
impertinente, scherzosa, traboccante che mina le tradizioni britanniche e classiche trasformandole in quelle
che lui definisce come la sua maniera villica australiana.
Anne Carson continua il dialogo poetico canadese con le sue origini letterarie britanniche trasportando in
maniera immaginaria, per esempio, le scrittrici vittoriane Charlotte ed Emily Bronte in un paesaggio
canadese, ma illustra anche un rinnovato interesse nella poesia e nella cultura popolare americana, portando
nel mix letterario influenze che vanno dall'antica poesia greca ad Ezra Pound e Sylvia Plat ma anche alla
televisione e ai video. Deliberata canadese e femminista, Margaret Atwood trascrive l’inevitabile duplicità,
isolamento ed alienazione che lei attribuisce alla scrittura canadese.
Dalle vecchie colonie dell'impero britannico arrivarono nel cosiddetto mondo in via di sviluppo alcune tra le
più importanti innovazioni nel linguaggio e nelle tematiche della poesia in inglese. Nati sotto il governo
britannico ed istruiti in scuole coloniali che reprimevano o denigravano linguaggi e tradizioni nativi, questi
poeti post coloniali erano cresciuti con un'acuta consapevolezza della ricchezza delle loro eredità culturali
così come una profonda conoscenza del canone letterario britannico. Essi espansero la gamma di possibilità
nella poesia in lingua inglese, ibridizzando le tradizioni delle isole britanniche con le loro immagini indigene,
i loro ritmi del parlato, i loro creoli e generi. Alcuni di questi scrittori, come per esempio il premio Nobel
Walcott, il più eminente poeta dell'India occidentale, si ispirarono considerevolmente a modelli britannici,
americani e classici europei sebbene Walcott creolizzò i ritmi, la dizione e la sensibilità della poesia in lingua
inglese. Altri altri poeti enfatizzarono ancora di più le loro eredità afrocaraibiche nel discorso e nella cultura.
Quando i pregiudizi coloniali ancora definivano l'inglese delle Indie occidentali, o creolo, come un
linguaggio arretrato, una corruzione dell'inglese, i poeti afro giamaicaniClaude McKay e Louise Bennett
difendevano il suo spirito, la sua esuberanza e proverbiale ricchezza per la poesia. Nei tardi anni 60 il poeta
delle Barbados Kamau Brathwaite rivaluto le sue testimonianze linguistiche, musicali e mitiche dell'Africa
nei Caraibi, risorse allungo represse a causa di atteggiamenti coloniali.
Nella poesia così come nella prosa, la Nigeria fu la più prolifica nazione africana anglofona nel periodo
dell'indipendenza che è definita come l'età d'oro della letteratura subsahariana. Wolem Soyinka, che sarebbe
diventato più tardi il primo africano nero a vincere il premio Nobel, ampliò la sintassi e linguaggio figurativo
inglese in poemi densi di mito e giochi di parole ispirati allo yoruba. Allo stesso tempo, poeti provenienti
dall'India stavano portando la sua gran varietà di culture indigene del linguaggio poetico inglese. I poemi di
A. K. Ramanujan fondevano i principi anglo-modernisti con le eredità indiane meridionali della poesia Tamil
e Kannada. Tutti questi poeti rispondevano con ambivalenza emotiva e versatilità linguistica all'esperienza di
vivere dopo il colonialismo, tra tradizioni non occidentali e modernità globalizzata, in un periodo di
cambiamenti decisivi nelle relazioni tra le culture occidentali e native.
Un secolo che era cominciato con una primavera di innovazione poetica si concluse con la piena fioritura di
poeti più tradizionalisti come Walcott, Hilll ed Heaney e il XXI secolo si aprì con i graditi segni di una
crescita recente nella poesia in lingua inglese includendo nuovi libri scritti da Paul Muldoon, eletto
professore di poesia all’università di Oxford dal 1999 al 2004, Carol Ann Duffy, eletta poeta laureato dal
2009 al 2019 (la prima donna e la prima scozzese ad ottenere questo titolo) e Simon Armitage, eletto
professore di poesia ad Oxford dal 2015 al 2019.
IL ROMANZO
I romanzi possono essere, possono fare, possono includere tutto.la forma si dà le prescrizioni e limiti. Eppure
la sua varietà converge su tematiche persistenti come la costruzione dell'essere all'interno della società, la
riproduzione del mondo reale e la temporalità delle esperienze umane e della narrativa. La flessibilità del
romanzo e la sua porosità, la sua ogni voracità e l'essere costituito da più voci hanno permesso agli scrittori
di approfittare della attuale dislocazione mondiale e della mescolanza tra le persone e allo stesso tempo di
accettare le sfide all'immaginazione poste dalla morte dalla dalle morte di massa e dalle guerre mondiali,
dagli inesorabili e rapidi cambiamenti nelle culture e nelle società moderne nell'evoluzione della conoscenza
e delle credenze. I romanzi del XX secolo possono essere divisi approssimativamente in tre principali sotto
periodi: l'alto modernismo fino agli anni 20, che celebrava l'introspezione personale e testuale, la complessità
e la difficoltà; la reazione contro il modernismo, che ha determinato il ritorno al realismo sociale, al
moralismo e agli sforzi documentari negli anni 30 40 e 50; e il periodo dopo la caduta dell'impero coloniale
britannico nel quale le rivendicazioni romanzesche di vari realismi, urbano, proletario, Inglese provinciale,
regionale, immigrato, postcoloniale, femminista, gay, sono affermate contemporaneamente ma anche
attraverso una continua consapevolezza del linguaggio della forma e del significato che in effetti l'eredità più
duratura del modernismo.per la fine del secolo, il modernismo aveva lasciato il posto al pluralismo
impressionante di post modernismo e post colonialismo. Eppure le radici della varietà di voci e di stili della
fine del secolo sono da ritrovarsi nell'inizio del secolo stesso quando scrittori al margine dell’inglesità, il
polacco Joseph Konrad, l'irlandese James Joyce, l'americano Henry James la donna inglese Virginia Wolff e
l'operaio Lawrence erano i più determinanti inventori del romanzo modernista inglese.
Gli scrittori dell'alto modernismo scrissero mentre la prima guerra mondiale stava devastando la fiducia nelle
vecchie certezze sulla religione, la fede cristiana, l’individuo, le conoscenze, il materialismo, la storia, le
grandi vecchie narrative che avevano sostenuto il romanzo occidentale durante il XIX secolo. Essi si
avventurarono coraggiosamente in questa generale devastazione delle conoscenze con le convinzioni
romanzesche che il mondo, le cose e il sé fossero conoscibili, che il linguaggio fosse uno strumento
rivelatore affidabile, che la storia dell'autore desse significato e forma morale alla storia, che le narrative
dovessero avere inizi, sviluppi e finali moraleggianti. Cercando di essere sinceri verso il nuovo scetticismo e
le nuove situazioni modernisti cercarono anche di costruire nuove credibili alternative ai vecchi sistemi di
valori.
Le nozioni di realtà ordinaria che avevano prevalso nel XIX secolo furono messe sotto attacco. Nel suo
famoso saggio Modern Fiction Virginia Woolf attaccava esplicitamente il materialismo degli eredi realisti
eduardiani della fiducia naturalista vittoriana. Per Virginia Woolf, come per altri modernisti, ciò che era
conosciuto e quindi rappresentabile non poteva essere considerato come qualcosa di dato, di fisso, come
un’essenza trascrivibile. La realtà esisteva, invece, soltanto come era percepita. Da qui l'introduzione del
narratore impressionista, imperfetto, addirittura completamente inaffidabile, un sostituto del classico voce
narrante autorevole del XIX secolo. Anche un narratore relativamente affidabile, come per esempio Marlowe
di Conrad la principale voce narrante di Cuore di tenebra e di Lord Jim drammatizzava la lotta per conoscere,
penetrare ed interpretare la realtà con la sua ampia retorica dell'invisibile, dell’inaudibile, dell'impossibile,
dell'intelligibile e dunque indicibile. La realtà era offerta come rifranta, riflessa nella coscienza
rappresentativa del romanzo."Guardati dentro” diceva Woolf al romanziere. La realtà e la sua verità erano
quindi andate dentro di sé. Il tema di Woolf era una mente ordinaria in un giorno ordinario. La vita che
contava di più era la vita mentale. E così il romanzo modernista si rivolse decisamente verso l'interiorità, la
sua preoccupazione divenne la coscienza, un flusso di riflessioni, di impressioni momentanee, di pezzi
disgiunti di ricordi che simultaneamente rivelavano sia il passato che il modo in cui il passato era represso.
La psicanalisi aiuto a permettere questa concentrazione: narrare la realtà delle persone come la vita della
mente in tutta la sua complessità e tumulto interiore.e le apparenti verità del di questa vita interiore erano
ovviamente totalmente complicate, sparse, frammentarie, irregolari, ora illuminate, ora in penombra, ora
nascoste. Per Woolf, l’Ulysse di Joyce costituiva un’ottima espressione del desiderato programma
impressionista. I personaggi di Joyce e Woolf sono colti mentre sono immersi nel cosiddetto flusso di
coscienza e un qualche tipo di flusso interiore di pensieri diventa il principale accesso modernista al
personaggio. Il lettore ode i personaggi parlare dall'interno della loro coscienza ma non sempre direttamente.
I modernisti si sentono anche liberi di entrare nelle menti dei personaggi, di parlare al posto loro utilizzando
la tecnica conosciuta come discorso indiretto libero. Una caratteristica notevole della nuova individualità
romanzesca è una condizione di tesa solitudine esistenziale. Lord Jim di Conrad, Leopold Bloom e Stephen
Dedalus di Joyce, Paul Morel e Birkin di Lawrence e Mrs Dalloway di Woolf erano personaggi solitari,
individui privati dei loro vecchi sostegni e così destinati a trovarsi la loro strada attraverso i labirinti della
vita senza troppa fiducia nella fede, nella solidità del mondo e soprattutto nel linguaggio come uno strumento
di conoscenza di se stesso e degli altri. Jacob de La stanza di Jacob di Woolf rimane cocciutamente
incomprensibile ai suoi più cari amici e alle persone amate ma soprattutto al suo romanziere. Le mura e la le
credenze della stanza di Ronda ne Le Onde sempre di Woolf pendono sconcertantemente intorno al suo letto;
lei cerca invano di ristabilire il suo senso di solidità delle cose toccando con le dita dei piedi la base del
letto ; La sua mente fuoriesce da lei, gli stessi confini di sé stessa si dissolvono. I vecchi intrecci conclusivi
dove ogni cosa si risolveva nell'ultima pagina del romanzo seguendo il modello delle storie di detective
lasciò il posto a finali irrisolti.
I modernisti costruirono miti moderni sulle rovine di vecchi miti cristiani. Nella sua recensione dell'Ulisse,
T. S. Eliot acclamò il romanzo per aver sostituito il vecchio metodo narrativo con un nuovo metodo mitico:
l'ebreo irlandese di Joyce, Bloom, è miticizzato come un moderno Ulisse, la sua odissea di un giorno fa
rivivere maniera spesso ironica episodi del risse di Omero. Questa manipolazione di un continuo parallelo tra
contemporaneità e antichità era, secondo Eliot, un passo verso il rendere il mondo moderno possibile all’arte,
sia tenendo il passo con la nuova antropologia e psicologia sia con quello che Yet stava facendo in versi. Il
nome di Stephen Dedalus nel Ritratto di un artista di Joyce, crea un parallelo tra il passato mitico greco e le
aspirazioni del contemporaneo giovane uomo irlandese. Questa tendenza modernista ad elaborare dei miti
poteva ovviamente prendere pieghe preoccupanti. La religione del sangue che Lawrence celebrava
conduceva direttamente alle simpatie fasciste del suo La Verga di Aronne e il resuscitato culto del sangue
azteco nel serpente piumato. Linguaggio e testualità, lettura e scrittura erano centrali per questi romanzi
metafizionali che spesso parlavano di scrittori e artisti e surrogati per artisti come la signora Ramsay di
Virginia Wolff, con le sue cene, e la signora Dalloway con la sua festa, produttori di quello che Woolf
chiamava l’inedito lavoro delle donne. Ma questa riflessività solo se stessi non era sempre consolante, la
vista della signora Flanders si sfoga e una macchia d'inchiostro si diffonde sulla cartolina che lei sta
scrivendo all'inizio del romanzo la stanza di Jacob. I Finnegans Wake di Joyce, forse il miglior esempio
modernista di linguaggio divenuto incontrollato, mette alla prova anche i suoi più dedicati lettori e diventa
quasi illeggibile per gli altri.