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FILOSOFIA

1- SIGNIFICATO.
Parola filosofia, dal greco, filo-sofia (l’amore per la sapienza)
L’amore implica uno slancio. Io faccio di tutto per andare verso l’oggetto
amato, ossia il sapere.
Filosofia nacque nell’antica Grecia tra VIII e VI secolo a.C.
Nasce dopo la poesia, il sapere religioso
Disciplina antichissima.
Filosofia: spinto da una ragione che è dinamica, critica e curiosa e ci permette
di dare delle risposte alle grandi questioni poste dall’uomo.
2- CARATTERISTICHE.
-la problematicità -> sapersi porre dei problemi, quindi le domande sono al
centro. Filosofia: implica il fatto di essere attivi.
L’uomo si pone delle domande anche per il periodo in cui vive
-ricerca -> nasce dalla meraviglia di fronte al mondo
Socrate sosteneva che: “Una vita senza ricerca non vale la pena nemmeno di
essere vissuta”.
-criticità -> è la capacità di giudicare, comprendere e valutare la realtà. Ci
permette di approfondire gli argomenti. Non si dà mai nulla per scontato.
-dialogo -> confronto razionale tra individui, ma anche tra autori diversi, per
avvicinarsi ad una verità.
-argomentare -> sostenere una certa tesi attraverso delle affermazioni che
siano fondate.
-pratica -> ci dà indicazioni su come vivere, come stare al mondo.
Atarassia= imperturbabilità (una superiorità, un’emozione sempre sullo stesso
livello); derivano da atteggiamenti messi in atto dai filosofi.
3- FILOSOFIA/MITO.
Mito: un racconto, narrazione in cui si danno delle risposte fantasiose alle
questioni e ai problemi che anche la stessa filosofia pone. Spiegazione di
tutto, ma in natura fantasiosa.
4- PERCHE’…?
Si fa filosofia anche se non è utile, perché in essa c’è una splendida inutilità.
Non c’è un risvolto pratico, concreto, operativo della filosofia, ma la sua utilità
è indiretta perché ci aiuta a ragionare meglio.
Per sviluppare il pensiero e il ragionamento.
Per conoscere meglio noi stessi e perché potrebbe anche aiutarci a vivere
meglio.
La filosofia è quella cosa con la quale o senza la quale il mondo rimane tale e
quale.
Le condizioni della nascita della filosofia
Quando nasce la filosofia e dove? Nasce tra il VII e VI secolo a.C. nacque nelle
colonie orientali greche dell’Asia minore.
Colofone, Efeso, Mileto, Abdera -> colonia dell’antica Grecia
Fattore politico: in queste città si aveva una maggiore libertà politica.
Pitagora -> dice che le persone andavano alle olimpiadi solo per osservare,
contemplazione disinteressata nei confronti della filosofia.
Come nasce la filosofia?
Stupore, meraviglia che gli uomini manifestano di fronte alle cose nuove.
In particolare Aristotele individua l’inizio della riflessione filosofica con parole fare
filosofia riuscire ad entrare dentro a quei problemi.
Le origini della filosofia
Gli studiosi concordano che la prima riflessione filosofica si ebbe tra VII e VI secolo
a.C. in Grecia nelle colonie ioniche dell’Asia minore.
Condizioni storiche, sociali ed economiche.
 Indipendenza economica: sviluppo di nuova classe di cittadini (ceto mercantile
e artigiano).
 Indipendenza sociale: si affermano nuovi gruppi di cittadini che rivendicano
eguali diritti politici e pretendono pari dignità (protodemocrazia e isonomia)
 Importanza della parola e della discussione in pubblico (assemblee)
Scuole filosofiche sono intese come comunità, gruppi di persone che facevano anche
vita insieme. Camminavano e discutevano di argomenti fondamentali.
Persone protagoniste: maestri e una sorta di alunni.
N.B -> queste scuole possono essere aperte o chiuse
-maggior parte sono aperte e potevano farne parte tutti. Il modo di fare scuola era
legato al dialogo.
-scuole chiuse dove accesso era limitato e il maestro si considerava quasi come un
vate, che disperdeva le sue conoscenze. Non si poteva mai intervenire. Per poter
assistere alle lezioni bisognava fare un lungo cammino.
Scuole filosofiche:
1- GLI IONICI, con Talete (+ imp.) assieme ad Anassimandro e Anassimene. Città
di Mileto (Asia minore).
2- ERACLITEI, Eraclito, città di Efeso
3- PITAGORICI, con Pitagora, Crotone (Italia)
4- ELEATI O PARMENIDEI, con Parmenide, città di Elea (Campania) attuale Velia
5- DEMOCRITEI, con Democrito, città di Abdera (Turchia)
6- PLURALISTI, ad Agrigento (Sicilia) con Empedocle
7- SOCRATE E I SOFISTI
8- PLATONE, che fonda l’accademia
9- ARISTOTELE, fondatore del liceo
Raffaello: affresco, al centro dipinti Platone e Aristotele (la scuola di Atene), nei
musei Vaticani a Roma.
Esiodo
La teogonia di Esiodo è una cosmogonia in cui il poeta (VIII sec. a.C.) non poteva fare
a meno di immaginare un complesso di atti e interventi divini che dessero ragione
dell’esistenza e della forma di cui si compone la realtà.
Mito e cosmogonie
Le spiegazioni mitiche dell’origine e della formazione del mondo, presenti, anche se
in forme diverse, presso tutti i popoli e le civiltà. Il più antico documento della
cosmogonia presso i Greci è la teogonia di Esiodo, nella quale certo confluirono
antiche tradizioni. Aristotele stesso afferma che Esiodo fu probabilmente il primo a
cercare un principio nelle cose quando disse che all’inizio ci fu caos, poi venne la
terra e quindi l’amore.
In conclusione sul mito…
È simile alla filosofia perché cerca di fare spiegazione a tutto in modo che l’uomo ne
sia padrone, riuscendo a dare spiegazione…
È differente dalla filosofia: perché poggia le proprie fondamenta sulla tradizione, sul
principio dell’autorità.
Linguaggio prevalentemente utilizzato: poesia, rappresentazione fantastica/ non
suffragata da ragionamenti razionali!
Logos
Logos: dal greco légo (raccogliere)
Inizialmente logos = parola poi discorso razionale e compiuto sulle cose,
speculazione. Grazie al logos la filosofia distingue ciò che è ragionevole da ciò che
non lo è. Nel logos (rispetto a mito e poesia) le cose sono lasciate essere così come
sono. Vedere poi il termine con Eraclito.
Alcuni problemi della filosofia
- Metafisica: si occupa di ciò che è oltre la fisica; studia le strutture stabili ed
eterne, le cause prime (cfr. Aristotele)
- Gnoseologia e logica: studio dei fondamenti della conoscenza e dei
ragionamenti
- Etica e politica: studio dei comportamenti buoni del singolo e della collettività.
- Estetica: studio dell’arte e della bellezza.
Aristotele -> dice che la filosofia nasce dallo stupore, dalla meraviglia, dove non si
dà nulla di scontato.

TALETE E GLI IONICI


Gruppo di persone che insieme discutono per riuscire a rispondere ad una domanda
fondamentale: da dove nasce tutto?
Città di Mileto VII – VI secolo a.C.
2 concetti chiave:
1- Presocratici o presofisti -> i filosofi prima di Socrate
2- Filosofi della Physis -> sono battezzati come filosofi della natura, perché è in
essa che riusciamo a trovare la spiegazione di tutto.
Oltre a Talete c’è Anassimandro e Anassimene.
Scarse notizie e la leggenda si mescola alla realtà
Talete
Rappresenta una persona curiosa. Era astronomo, navigatore, studioso di
meteorologia, matematico. Una sorta di genio eclettico (che ha tanti interessi)
Si ritiene che sia riuscito a misurare l’altezza della piramide di Cheope.
Calcolò un clima favorevole e quindi riuscì ad acquistare dei frantoi a poco prezzo,
riuscì ad affittare questi frantoi e così divenne molto ricco.
Era una persona che amava pensare. Cade in un pozzo e muore. Le persone lo
prendono in giro.
Attorno si creano dei gruppi aperti dove tutti i giovani potevano accedere, bisognava
avere però del tempo libero. La cosa fondamentale era il dibattito, il dialogo.
Il sapere che nasce è libero, aperto, circolare ed orizzontale.
Come si spiega tutta la realtà?
Qual è il principio primo? Qual è l’archè di tutto?
Archè: principio fondativo di tutta la realtà
NB -> questo principio non è esterno alla realtà, ma è interno. Il principio è l’acqua.
Tutto nasce dall’acqua. Perché dall’osservazione della realtà Talete capisce che
l’acqua è fonte di vita e bagnando permette di crescere.
Concetto chiave: Monismo -> il principio da cui nasce tutto è solo uno
L’acqua è un qualcosa che vivifica tutta la realtà: Ilozoismo -> considera la realtà
come un qualcosa che vive e tutto questo grazie all’acqua.
Talete ha osservato, ha visto che “il nutrimento di tutte le cose è umido”.
“i semi di tutte le cose hanno materia umida”.
DIELS E KRANZ, hanno raccolto i frammenti che riportano il pensiero di questi
filosofi. Frammenti A: citati in maniera diretta, frammenti B: citati in maniera
indiretta.
Talete: considerato uno dei 7 saggi (o savi) perché considerato estremamente
intelligente. Considerato un monista.
Filologo: studioso della parola
Sostanza: qualcosa che sta sotto, ciò da cui nasce tutto.
L’acqua è quella cosa che rimane tale e quale sempre.
L’acqua è sostanza, è sostrato (qualcosa che sta sotto). La visione del mondo che
Talete ha pone alla base l’acqua e sopra di essa ci sarà la terra.
Talete è un po’ influenzato perché nella visione mitologica tutto nasceva da Urano e
Gea. Gea sull’oceano poneva le sue radici.
Talete cerca di dare una spiegazione ai fenomeni fisici
Il nutrimento di tutta la realtà è l’umido.
Osservazione empirica: diretta, un’osservazione reale, concreta
Talete costruisce i suoi ragionamenti per analogia, cioè dall’osservazione di tutti i
fenomeni. Della natura comprende che tutto ha origine dall’acqua.
Anassimandro
Contemporaneo di Talete. Città di Mileto, è un filosofo.
Anche lui vuole scoprire l’archè di tutte le cose in un principio infinito e indefinito
chiamato “Apeiron” (qualcosa di indefinito) ed è una quantità indefinita di materia
caotica.
Approccio naturalistico perché spiega la nascita del cielo senza ricorrere agli dei, ma
rimane dentro la natura.
L’Apeiron non è più un solo elemento ma un continuo scontro tra masse caotiche di
elementi indefiniti e illimitati.
Scontrandosi e separandosi creano i mondi. Questi elementi che si scontrano sono
opposti tra di loro. I mondi non sono altro che degli elementi che si sono scontrati; si
sono uniti in tutti i mondi possibili e immaginabili e quindi i mondi sono tali perché
sono un aggregato di elementi che si sono separati e poi uniti.
Perché tutto ciò è avvenuto? Qual è il principio che fa unire e separare tutti gli
elementi? Questo principio si chiama Dike, il principio dell’equilibrio, dell’armonia,
della giustizia. L’equilibrio pernia (è presente) in tutto l’universo.
Ci sarà un mondo che prenderà vita e un altro che starà morendo. Anassimandro
sostiene la teoria della deflagrazione.
I mondi nascono e muoiono (aggregazione e disgregazione continua). Questa teoria
fa parte dell’Apeiron. La materia di questo mondo, quando non ci sarà più andranno
a finire nuovamente nell’Apeiron. Questa è una teoria circolare e temporale. La
creazione e la distruzione di tutta la realtà è continua, è infinita. Ed è infinita sia nel
tempo che nello spazio.
Alcuni sostengono che sia proprio l’uomo a generare questa cosa: si parla di
protoevoluzionismo (non importante).
Anassimene
Probabile discepolo di Anassimandro.
L’archè è l’aria!
L’aria è un solo elemento, ma è anche vero che l’aria pernea tutta la realtà, è
indefinita ed indeterminata.
L’uomo ha bisogno dell’aria per vivere, l’aria è fonte di vita e tutta la realtà ha
bisogno dell’aria per vivere. L’aria vivendo vivifica.
Tutta la realtà è un organismo vivente, è un tutto che respira.
L’aria segue 2 processi:
1- Condensazione: si produce l’acqua e poi anche la terra)
2- Rarefazione: l’aria diventa più leggera e quindi diventa fuoco)

PITAGORA E I PITAGORICI
Gruppo estremamente chiuso: è un gruppo di pensatori che in qualche modo ha
pochi contatti con la società, è un gruppo elitario.
Elite: i prescelti, i migliori, gli eletti, coloro i quali sono degni di poter ascoltare. Per
poter diventare elite dovevano passare una dura selezione: dovevano non parlare
per mesi, perché solo stando zitti potevano accedere, ascoltare le parole del
maestro. È considerata come una vera e propria setta religiosa. Non dovevano
mangiare, dovevano essere casti.
Pitagora
Nato a Samo nel 570 a.C. (Samo: isola Greca). Si trasferì a Crotone, dove fonda
questo gruppo, potevano entrare i più colti, facoltosi, benestanti. È un
antidemocratico, perché non tutti potevano prendere parte alla sua scuola, e perché
secondo lui solo i migliori potevano governare.
I democratici volevano arrestarlo, lui scappa ma doveva passare in un campo di fave,
ma non lo oltrepassa perché lo ritiene impuro e quindi verrà catturato e morirà. È
taciturno, misterioso che faceva lezione con un telo davanti perché i discepoli non
dovevano essere influenzati dalla sua figura.
La scuola è diversa, che si oppone rispetto a quella degli ionici. Perché è una scuola
chiusa con qualcosa di mistico, scuola gerarchica (piramidale); la scuola si divide in:
studenti acusmatici (quelli che devono ascoltare) e matematici (potevano porre
anche domande).
Le donne, se riuscivano a superare il cammino, potevano partecipare. Per poter
frequentare questa scuola bisognava avere capacità logico-matematiche.
2 tematiche fondamentali:
- La dottrina dell’anima (trae spunto dall’Oriente)
- La dottrina del numero
Dottrina dell’anima: c’è una relazione stretta fra anima e corpo, e ciò spiega una
domanda che l’uomo si fa: cosa succede dopo la mia morte? C’è secondo Pitagora,
un’anima, c’è qualcosa, che sopravvive dopo la morte. Quest’anima è quasi come
una veste bianca che sopravvive anche dopo la morte, questa veste però è
imprigionata dal corpo (in greco somma). L’anima una volta lasciato il corpo,
migrerebbe e si incarna in un corpo migliore o peggiore rispetto a quello della vita
precedente. Chiamata dottrina orfica o metempsicosi. Bisogna avere autocontrollo
oppure afasia (il non parlare a vanvera) e dedicare la propria vita alla ricerca, alla
conoscenza, dunque alla filosofia.
Osservando la realtà si capisce che tutto ha un ordine, tutto è collegato dal senso
della misura, della proporzione. Il principio che regola tutto è qualcosa di misurabile.
Quindi l’archè per Pitagora è il numero. (es. le stagioni, il calendario, il sole e le
stelle…). Tutta la realtà è resa in maniera quantitativa. L’universo è governato da
rapporti matematici, geometrici; quindi l’universo è numerabile. Si parte da
qualcosa di concreto per arrivare a qualcosa di astratto; quindi il numero è ciò che
esprime l’essenza del mondo, è la legge che causa l’universo.
Dottrina del numero: i numeri erano definiti calculus (sassolino) era qualcosa di
concreto, reale. Tutte le cose sono esprimibili attraverso rapporti numerici. La
matematica diventa quasi una disciplina religiosa. Permette di cogliere il segreto
dell’universo (in cui tutto si esprime numericamente)
Il numero come fondamento di ogni cosa
1: il punto (l’unità, intelligenza) -> pienezza
2: retta (dicotomia, opposizione) -> un’opinione
3: triangolo (famiglia)
4: quadrato, poligono (giustizia) -> perché 2 volte 2, figura chiusa
Pitagora riconosce nel numero la base e l’origine di qualsiasi elemento dell’ambiente
circostante attribuendogli una natura divina.
Numeri pari: illimitati, infiniti, inconclusi, non misurabile, male… (corrispondono a
femminile)
Numeri dispari: limitati, chiusi e conclusi, definiti e finiti, misurabili, bene, luce
(corrispondono a maschile)
Il numero 1: è parimpari (perché se sommo con numero pari esce dispari e
viceversa), non è né pari né dispari (la lotta tra pari e dispari, bene e male), genere
equilibrio, armonia!
Il numero 10: numero perfetto, venerato come sacro. Raffigurato come triangolo
che ha il numero 4 per lato (tetraktys). Unione dei numeri 1,2,3,4. Ha i lati identici.
Il numero 0: non era concepibile perché equivale a qualcosa che non c’è. Introdotto
dal ondo arabo. Equivale al nulla, ovvero al non essere.
Giuravano fedeltà davanti alla tetraktys.

ERACLITO
VI – V secolo a.C., nato ad Efeso (colonie orientali dell’antica Grecia).
Discendente di una famiglia aristocratica, alto locata.
Descritto come un personaggio altezzoso, pieno di sé, divenne anche un po’ eremita.
Adotta uno stile di vita oracolare (difficile interpretare il suo pensiero perché i
frammenti trovati sono molto brevi, aforisma= necessita di essere interpretato)
Nice ed Eraclito: stesso stile
Si considerava un anti – democratico, cioè una persona realmente saggia che va alla
ricerca dell’aletheia, la verità quindi il suo pensiero è superiore ai dormienti che
seguono la via dei sensi, della mediocrità, non vanno alla ricerca di un sapere
ponderato.
Rifiuta di trascorrere presso la corte dello scia di Persia.
Si ammalò di idropisia (accumulo di acqua nel corpo, al punto tale che poi il corpo si
deforma) decide di farsi scavare una buca e si fa sommergere di terra tranne la
testa, perché era convinto che la terra potesse asciugare l’acqua che aveva in corpo.
Si fa mettere anche del letame perché convinto che scaldasse la terra, ma poi non
riesce più ad uscire e verrà poi dilaniata la sua testa dai cani feroci.
Tutto in natura cambia, diviene, ossia il mutamento è ciò che l’uomo può cogliere
osservando con i sensi, tutto ciò che lo circonda (es. giorno che muta in notte), si
passa da un contrario ad un altro.
Nella legge del divenire vi è un eterno scontro tra gli opposti (bene male, dolce
salato, pace guerra, piccolo grande…) ogni contrario ha senso di esistere solo con il
suo opposto. Es. la morte ha senso di esistere solo perché c’è la vita, o viceversa.
Per capire qualcosa bisogna conoscere anche il suo opposto.
Se tutto è panta rei (scorrere), vi è qualche cosa che dà origine a tutto: il polemos, lo
scontro, la guerra tra gli opposti. La base di tutto è il conflitto in cui uno degli opposti
vuole prevalere.
L’archè è il polemos
L’archè è simboleggiato dal fuoco, che è un continuo divenire, un continuo
cambiamento. Il fuoco distrugge, ma al tempo stesso è capace di generare un ordine
nuovo, quindi anche armonia ed equilibrio.
Addirittura dalla discordanza proviene l’armonia.
Procedimento dialettico: da momento negativo si genera uno positivo.
Producono un ordine che è razionale, logico. Questo scontro sulla terra solo i pochi
svegli riescono ad andare oltre al caos apparente, oltre l’opinione, oltre la doxa. Noi
facciamo fatica a cogliere queste cose.
Se tutta la realtà è un continuo scontro, Eraclito lo descrive come il panta rei, la
legge del divenire, il tutto scorre.
L’essere della realtà è come un fiume, scorre sempre ed è impossibile fare il bagno 2
volte nello stesso fiume -> in ogni momento noi siamo diversi, quello che ci capita in
un istante è diverso da quello che ci capita in un altro istante.
Il logos ci permette di capire che c’è comunque un ordine del mondo, di qualcosa di
logico, è ciò che guida e governa l’universo, generando lo scontro, ma andando
anche oltre
Logos: è la legge fondamentale presente nell’universo
Riusciamo a cogliere che questi opposti sono interdipendenti tra di loro. (il freddo è
sempre in relazione con il caldo, la vita sempre in relazione con la morte)
È anche legge razionale che governa tutto, è anche parola, è anche discorso. Senza il
logos saremmo solo degli esseri pensanti. Solo coloro che sono svegli capiscono tale
logos (è una legge necessaria).
PARMENIDE
Vissuto ad Elea tra VI e V secolo a.C.
Pensiero centrale per la storia della filosofia occidentale. Si contrappone a quello di
Eraclito. Uno scontro ideale, non reale.
Scrisse un poema intitolato “sulla natura”, perché aveva creato una scuola che si
avvicina per certi versi a quella pitagorica. In cui Parmenide dispensa il proprio
sapere, in modo poetico. Si rivolge a quei pochi che riusciranno a comprenderlo.
Aveva adottato un carattere quasi sacrale, sacerdotale. Utilizza moltissime immagini.
Racconta di essere stato rapito dalle muse che lo avrebbero portato sopra la città do
Elea e una volta passata la porta sul colle si sarebbero aperte 2 strade:
- Prima via della verità (aletheia), caratterizzata da un principio fondamentale
“l’essere è e il non essere non è” inizia una riflessione sull’essere delle cose,
ontologica (ontologia: studia l’essere in quanto tale); è quella via che può
essere percorsa solo dai pochi che utilizzano al meglio la ragione
- Seconda via dell’opinione (doxa), del cambiamento, la conoscenza che
cambia, muta, e quindi è falso. L’opinione cambia per colpa dei sensi.
Prima via: si arriva alla scienza (episteme) che non cambia mai -> strada dell’essere
Seconda via: una conoscenza mutevole, incerta e instabile, conoscenza sensibile ->
strada del non essere
La verità è la riflessione sull’essere, è fondata sull’essere, è l’essere!
Il non essere non può in alcun modo essere. Viene colto dalla ragione (logos),
tramite esso quindi cogliamo che l’essere è, comprendiamo la realtà con la ragione;
ma non soltanto lo comprendiamo, ma noi riusciamo a pensare all’essere delle cose,
pensiamo alla realtà. Il pensiero è sempre riferito all’essere delle cose. Ma oltre a
pensarlo, esprimiamo anche con le parole qualcosa che sempre è. Secondo lui
l’essere equivale al pensiero perché si pensa sempre a qualcosa che è. Il non essere
sicuramente non è, e nemmeno qualcosa di pensabile; ma anche se fosse esistente il
non essere comunque non sarebbe pensabile e anche se fosse pensabile comunque
non si potrebbe spiegare a parole.
Ragionamenti per assurdo: ragionamenti del tutto improbabili per dimostrare
qualcosa. Ragiona per assurdo perché vuole rafforzare l’idea che il non essere non è,
per negare il non essere.
Il non essere è nulla, inspiegabile, è indicibile. Inoltre è cambiamento, mutamento, è
contingente. Che conduce all’errore, alla fallacia, all’opinione. È contingente (che
cambia sempre).
Alcune caratteristiche dell’essere:
- È sostanza, qualcosa che ha una sua dimensione, e questa sostanza viene
studiata dalla ragione (dal logos)
- È ingenerato e imperituro, cioè che non nasce e non muore, perché se l’essere
nascesse proverrebbe dal non essere, ma se il non essere non è, allora non
può nascere, e se morisse andrebbe nel non essere, ma se il non essere non è,
quindi l’essere non muore mai. Conseguenza: l’essere è eterno.
- È immobile, perché se l’essere si muovesse, partirebbe da un punto ad un
altro, ma giunto nell’altro punto non è più al punto di partenza, e non essendo
più in quel punto, il non essere non è, e quindi non può muoversi.
- È immutabile, perché se cambiasse passerebbe da uno stato ad un altro,
quindi quando è in uno stato non è più in quello di partenza, il non essere non
è, quindi l’essere è immutabile.
- È unico, omogeneo, completo, perfetto.
Unico: perché se fosse più di uno, in realtà si passerebbe da un essere ad un
altro, ma uno non è l’altro, ma non essendo non è, quindi è unico.
Uno dei simboli possibili che identificano la realtà è la sfera perché è qualcosa di
concreto, perfetto, che non si sposta, è una sola, omogenea. È immutabile.
Parmenide proporrà una terza via, della doxa sensibile plausibile.
ZENONE
Zenone: allievo di Parmenide, che difenderà con forza le teorie del maestro
soprattutto dagli eraclitei, che sostenevano che la realtà era un continuo divenire.
Elaborerà i paradossi logici.
Paradosso: contro l’opinione, quei ragionamenti contro l’opinione comune, che fa
condurre gli avversari nell’errore. Sono affermazioni logiche, ma si arriva a
conclusioni assurde.
Paradosso più importante di Zenone: si difende che l’essere è unico, immutabile e
immobile. Sostiene che il movimento è illusione, non esiste.
Paradosso del piè veloce Achille e della tartaruga: Zenone dice che se si dà alla
tartaruga un po’ di vantaggio, Achille non riuscirà a superarla. Lo spazio tra Achille e
la tartaruga è divisibile all’infinito.
La tesi che vuole sostenere Zenone è che il movimento non esiste, che l’essere è
immobile. Poi si risolverà con il calcolo infinitesimale, che è stato studiato solamente
nel corso del 18esimo secolo.
Paradosso dello stadio: se uno spazio è divisibile all’infinito, se c’è sempre una metà
di una metà della metà della metà…
Per percorrere uno spazio che è divisibile all’infinito allora devo avere un tempo
infinito -> non si arriva mai.
Dimostra che il movimento è pura illusione e che l’essere è immobile.

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