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DALL’ARCHEOLOGIA GLOBALE rio è necessario, nella fase istruttoria che precor­

DEL TERRITORIO ALLA CARTA re la raccolta dei dati, non dare importanza a cer­
ARCHEOLOGICA NUMERICA te informazioni piuttosto che ad altre, in quanto
tutte quelle che si è in grado di riconoscere pos­
sono avere un loro peso. È quindi necessario alle­
narsi a conoscere i problemi di ogni epoca storica
e di ogni genere di attività umana, perché solo
Il concetto di archeologia globale si basa su dei così si è in grado di osservare una varietà abba­
dati di fatto che riguardano da un lato la realtà stanza estesa dei segni lasciati. Questa logica nel­
archeologica e dall’altro i modi per conoscerla. la raccolta dei dati ha una ricaduta non indiffe­
In base al primo di tali fatti, il territorio, come rente dal punto di vista applicativo: il patrimonio
diceva Carlo Cattaneo, è il grande accumulatore culturale visto nella logica della valorizzazione e,
di ciò che resta delle attività svolte dall’uomo fin soprattutto, della tutela a livello di pianificazione
dai tempi immemorabili. In questo senso il terri­ territoriale va visto proprio nella sua globalità, a
torio è anche il vero museo dell’evoluzione cultu­ prescindere dalle singole importanze che poi si
rale. Nessuno ignora l’importanza delle opere possano attribuire a livello di approfondimento e
d’arte, dei monumenti od oggetti legati a vicende di progettazione. Questa necessità è stata sentita
o personaggi storici, o unici del loro genere, ma in Liguria nel 1986, quando la Regione ha incari­
spesso si dimentica, specialmente nel nostro Pae­ cato l’ISCUM, che aveva elaborato e pubblicato
se, che qualsiasi manufatto, e qualsiasi trasforma­ il concetto di “archeologia globale”, di indicare
zione dell’ambiente, è una testimonianza non solo le emergenze storico-archeologiche per il Piano
formale, ma anche tecnologica, e funzionale del Territoriale di Coordinamento Paesistico. Anche
procedere di molti saper fare che si sono sempre se si trattava di un patrimonio parziale, in quan­
intrecciati nella vita quotidiana di ogni tempo. I to i singoli beni dovevano comunque avere un’in-
saper fare sono quelli senza i quali neppure i grandi cidenza sul paesaggio inteso come un aspetto del
maestri avrebbero concepito e realizzato le opere territorio e non il territorio stesso, si è tentato
uniche ed eccezionali che esprimono le visioni di cogliere una visione del patrimonio che non
umane del mondo. Il secondo dato di fatto parte tenesse conto delle barriere disciplinari. Non ha
dall’impossibilità per la mente razionale di vede­ senso, in primo luogo, considerare storicamente
re simultaneamente tutti gli aspetti della realtà, e differente un edificio antico se esso è ancora fun­
della necessità, quindi, di condurre analisi cono­ zionante, anche se può aver cambiato la funzio­
scitive per singoli problemi. Ogni problema ri­ ne originale, o se esso sia diventato un rudere
chiede conoscenze ben precise e delimitate da conservato nel sottosuolo. Un archeologo clas­
constatare nella realtà territoriale, e ciò facilita sico, per esempio, quando classifica gli edifici
anche la raccolta e la conservazione dei dati. A o gli insediamenti, non si pone il problema se
questo modo però si hanno non poche limitazio­ edifici ed insediamenti analoghi per funzione,
ni alla conoscenza del patrimonio culturale. È dif­ e in parte anche per forma e posizione, esista­
ficile prima di tutto, che emergano problemi fi­ no in epoche successive, o precedenti, e come
nora sconosciuti, perché neanche la somma di essi vengano classificati nei vari contesti, e quali
tutte le ricerche condotte è in grado di espletare siano i loro rapporti topografici e morfologici
il quadro storico di un territorio. Ma proprio per con il territorio stesso. Questo può essere nor­
quanto detto prima sull’evoluzione culturale, è male e giusto quando si studi la topografia an­
difficile, se non impossibile, che ogni periodo sto­ tica, ma non lo è quando si cerchi di evidenzia­
rico non abbia ereditato e sviluppato, o regredi­ re, valutare e capire l’intero patrimonio culturale
to, dai precedenti modi di utilizzare le caratteri­ di un territorio: fino a qualche decennio fa, gran­
stiche e le risorse proprie del singolo territorio: è di limiti ad una rappresentazione cartografica
anche possibile individuare problemi trasversali dell’archeologia globale erano costituiti dai mezzi
che siano sempre stati presenti e che siano legati tecnici, limiti ora largamente superati. Le Carte
ad alcune di tali caratteristiche. Senza contare che Tecniche Regionali nelle scale 1:5.000 e
molti saperi trasmessi sono indipendenti dalle ca­ 1:10.000 permettono di identificare con preci­
ratteristiche del territorio, ma la loro trasmissio­ sione edifici, ruderi ed altre opere fisse: operazioni
ne ed elaborazione è avvenuta in un territorio che impossibili nelle carte alla scala 1:25.000. Le carte
in vari modi ne rimane influenzato. La globalità numeriche hanno la possibilità di sovrapporre
in archeologia non pretende di migliorare i me­ grandi quantità di informazioni che possono ve­
todi d’indagine oggettiva: si limita a suggerire che nire consultate per temi separati o combinati,
se si voglia affrontare la conoscenza di un territo­ ed essere continuamente aggiornate, mentre le

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carte a stampa non sopportano più di tre generi zione e dal confronto di rappresentanti di molti
di simboli, e gli aggiornamenti richiedono un’in- Enti coinvolti nella ricerca, tutela e progettazio­
tera ristampa. Le banche-dati computerizzate, ne del territorio (Soprintendenza ai Beni Archeo­
rispetto alle schede cartacee, permettono di se­ logici, Soprintendenza ai Beni Architettonici e
lezionare rapidamente i beni culturali per una o Ambientali, Facoltà di Lettere ed Architettura
più caratteristiche combinate, con un numero dell’Università di Genova, Istituto Internazionale
anche elevato di voci caratterizzanti. I Geographical di Studi Liguri, Istituto di Storia della Cultura
Information Systems permettono di passare rapi­ Materiale). La sua struttura è stata discussa e te­
damente dalla topografia del territorio alla ban- stata durante una fase sperimentale che ha pre­
ca-dati e viceversa. Degli ottimi strumenti per­ visto il monitoraggio di venti fogli della Carta
mettono di affrontare e sviluppare nuove cono­ Tecnica Regionale, scelti in quanto rappresenta­
scenze, prima impossibili da svelare, ma sarebbe tivi di contesti differenti dal punto di vista geo­
illusorio pensare che qualsiasi quantità di dati, grafico, demografico e culturale. Attualmente si
per il solo fatto che sono tanti e che si dispone sta procedendo, per conto della Regione Ligu­
di un sistema informatico per trattarli, possa ria, alla schedatura di una cinquantina di Co­
portare a conoscenze nuove. La prima scelta che muni facenti parte delle Province di Genova, La
Spezia e Savona, interessati dal Programma Eu­
va fatta riguarda il problema conoscitivo che si
ropeo Obiettivo 2. In questa seconda fase è pre­
vuole affrontare. Se il GIS viene usato per gli
vista anche l’informatizzazione dei risultati del­
scopi dell’archeologia globale, la scelta delle voci la ricerca, allo scopo di implementare la banca
dovrà ispirarsi alla logica dell’archeologia glo­ dati regionale, anche cartografica, fruibile in
bale; se viene invece impiegato per georeferen­ ambiente Web-GIS. Il genere di patrimonio sche­
ziare tutte le parti ed i reperti messi in luce dallo dato comprende tutti i manufatti, di tipo archeo­
scavo archeologico di un insediamento, dovrà logico, architettonico e storico-ambientale.
tener conto delle regole di restituzione delle in­ Obiettivo primario della committenza è quello
formazioni di scavo. Non esiste una scheda, nep­ di fornire agli utenti uno strumento utile alla
pure a livello teorico, che possa raccogliere tut­ corretta impostazione delle politiche territoriali
te le informazioni che un bene culturale può con­ e alla critica fruizione dell’ambiente, ma la carta
tenere, se non altro perché qualsiasi operatore è INFOPAASAL rappresenta anche un’importan-
in grado di osservare in esso ciò che in qualche te strumento informativo per la progettazione
modo ha a che fare con gli aspetti di cui si occu­ della ricerca storica sul territorio e la valutazio­
pa e che cerca di capire. L’ISCUM conduce ri­ ne dello stato di tutela del patrimonio esistente.
cerche di archeologia globale in Lunigiana dagli La scelta di una scheda unica per i tre diversi
anni Settanta (Comuni di Casola e Filattiera), ambiti mira a superare le barriere disciplinari che
ma non è stato interpellato dalla Provincia di spesso frammentano la conoscenza del territorio.
Massa-Carrara per la Carta Archeologica della La strumentazione informatica, se da un lato per­
Regione Toscana. Sta sperimentando, invece, per mette una gestione semplificata dei dati e una ri­
la Regione Liguria una Carta del Patrimonio cerca comparata e tematica sul territorio, dall’al-
Archeologico, Architettonico e Storico-Ambien- tro difficilmente si adatta a descrivere la comples­
tale, che si può ritenere nei vari livelli dei GIS sità del reale in tutti i suoi aspetti e le sue variazio­
riguardanti i beni culturali, quello più generale. ni.
Esso è adatto alla programmazione territoriale, Per motivi legati alla fattibilità in termini econo­
ad ogni genere di progettazione, alla tutela e alla mici e di tempi, la schedatura qui presentata si
valorizzazione dei beni culturali, ma si pensa che propone come spoglio del pubblicato e non come
sia molto più utile anche alla ricerca, a livello descrizione esaustiva dell’esistente. Si è rinun­
della conoscenza e dello studio dei contesti ter­ ciato a campagne di raccolta dati sul campo li­
ritoriali nella loro evoluzione storica, e di sco­ mitandosi a riunire e sistematizzare in modo cri­
prire o risolvere problemi che emergono solo su tico, le informazioni al momento difficilmente
basi statistiche. fruibili perché disperse. Questa schedatura è da
T.M. considerarsi preliminare e potrà essere successi­
vamente integrata da un lavoro di ricerca sia ter­
ritoriale sia puntuale. Sarà utile procedere con il
La scheda di rilevamento dei dati utilizzata per censimento globale del territorio e con l’analisi
il progetto della Carta del Patrimonio Archeolo­ più approfondita di ogni singolo manufatto. Le
gico Architettonico e Storico-Ambientale della fonti consultate sono le pubblicazioni edite o i
Liguria (INFOPAASAL) è nata dalla collabora­ documenti e le schedature consultabili presso gli

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Enti pubblici competenti, gli Istituti di ricerca o è uno strumento pensato per essere fruito a par­
gli studiosi locali. Poiché esse risultano molto tire dal territorio, su base cartografica, si è deci­
varie e stilate con scopi e livelli di approfondi­ so di operare una selezione e schedare, fra i ma­
mento diversi, non sempre forniscono tutte le nufatti architettonici, solo quelli localizzabili,
indicazioni necessarie per il completamento della almeno approssimativamente. I beni archeolo­
scheda, che si compone dei seguenti campi: gici vengono invece segnalati tutti ed in questo
– l’individuazione del bene con riferimento alla caso la loro localizzazione può arrivare ad esse­
sua descrizione-classificazione e alla localizzazio­ re inaffidabile, ma comunque significativa per
ne amministrativa e toponomastica la ricostruzione storica della frequentazione del
– l’ubicazione del bene con riferimento alla col­ territorio. I manufatti georeferenziati possono
locazione geografica, al tipo e al grado di ap­ essere di tipo puntuale, areale o lineare, ma la
prossimazione in rapporto alla sua georeferen­ scala di valutazione adoperata da architetti e ar­
ziazione, ai vincoli di legge esistenti cheologi spesso differisce: la categoria di “bene
puntuale”, unità minima di rappresentazione,
– la classificazione funzionale con riferimento
fluttua così dal reperimento di monete o tombe
anche al reperimento di eventuali indicatori
isolate per l’archeologo all’edificio intero per l’ar-
mobili o immobili
chitetto. Così nella classificazione funzionale è
– lo stato di conservazione specificato per tre stato inserito un massimo grado di indetermina­
categorie: funzionale, strutturale e dei materiali tezza (“insediamento non caratterizzato”) utile
– la cronologia distinta in culturale, tipologica e per il patrimonio archeologico che spesso, in
assoluta assenza di scavi sistematici o ricerche program­
– la modalità delle ricerche riportate dalla fonte mate, rientra in questa definizione. Il problema
consultata dallo schedatore cronologico si è rivelato di particolare comples­
– le fonti utilizzate sità nel momento in cui si è tentato di dar voce
– la valutazione del bene in rapporto al suo va­ alla stratificazione testimoniata da ciascun ma­
lore storico (rappresentatività, frequenza, com­ nufatto. In questi casi, mentre gli architetti pos­
prensibilità) e alla sua tutela (necessità di con­ sono applicare la categoria di “fase caratterizzan­
servazione, aree di rischio). te” operando una selezione cronologica in merito
L’elaborazione della scheda e dei suoi i criteri di al valore e alla rappresentatività storica del manu­
compilazione ha costituito un’importante espe­ fatto, gli archeologi prevedono, per lo più, la com­
rienza interdisciplinare, ma obbliga costantemen­ pilazione di diverse schede, riferite ad un mede­
te ad affrontare i problemi insiti nel tentativo di simo sito pluristratificato, univocamente geore­
rispettare e valorizzare le specifiche esigenze di ferenziato. Si è rivelato utile prevedere anche la
studio e tutela che derivano dalla diversa natura possibilità di schedare “costruzioni con elemen­
dei beni; per cui ad esempio mentre si tenta di to architettonico significativo” onde evitare di non
rilevare il patrimonio archeologico nella sua to­ censire quegli elementi di pregio inseriti in edifici
talità, si è dovuta prevedere una selezione per non meritevoli di attenzioni. D’altro canto l’in-
quello che riguarda il patrimonio architettonico dicazione degli “elementi architettonici signifi­
ottocentesco e novecentesco. Esso infatti non può cativi” viene utilizzata per attirare l’attenzione
essere schedato per intero, ma solo limitatamente dell’utente su caratteristiche particolari del bene
agli episodi di maggior pregio. schedato e come primo passo di approfondimen­
Si verificano inoltre sovrapposizioni disciplinari to così come la sezione dedicata agli “indicatori
soprattutto fra archeologi e architetti per cui ri­ funzionali” reperiti in un sito archeologico.
sulta difficile distinguere e classificare un manu­ Nella selezione e valutazione delle fonti della
fatto, come ad es. un rudere emergente dal ter­ schedatura è necessario un particolare impe­
reno, nell’una o nell’altra categoria. È impor­ gno critico per assicurarsi della loro attendi­
tante in questo caso il lavoro di équipe: solo così bilità e non contraddittorietà: nel caso in cui
è possibile evitare la schedatura doppia dello stes­ fonti giudicate credibili riportino informazio­
so bene, ambigua dal punto di vista informatico, ni contrastanti, si procederà con la compila­
e al tempo stesso utilizzare comunque informa­ zione di più schede per lo stesso manufatto. Si
zioni che spesso provengono da fonti diverse. richiede per quest’ultimo anche una valutazio­
Queste ultime non sempre forniscono indicazioni ne del valore storico rappresentato, ma la com­
precise riguardo all’ubicazione, soprattutto per pilazione di questa voce dipende dalla sogget­
quanto riguarda ritrovamenti archeologici spo­ tività dell’operatore e si ritiene del tutto indi­
radici o il costruito rurale. Poiché INFOPAASAL cativa in vista di un controllo più globale a

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fronte della raccolta totale dei dati. Importante
è comunque la segnalazione dei dati che regi­
strano lo stato attuale e le esigenze conserva­
tive del bene. A questo proposito, problema
specifico del patrimonio archeologico è quel­
lo legato al rischio di asportazione clandesti­
na, che si è teso a controllare inserendo una
chiave d’accesso ai dati a cura della Soprin­
tendenza archeologica.
F.B., S.V.
TIZIANO MANNONI, FRANCESCA BANDINI,
SIMONA VALERIANI
Università di Genova

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