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anno una vita, le cose, «se da mobilitarci in sua difesa e nota, an- (alla Calvino, naturalmente), che co-
riusciamo a riconoscere in cora, come res, il nome di cosa in lati- mincia con abbondanza (per sugge-
ognuna di esse la natura di no, conservi la stessa radice del greco rire, con Irene Brin, di dissimularla,
res singularis investita di in- eiro, parlare, come del latino rhetor e lezione contro l’esibizionismo cafone e
telligenza, di simboli e di affetto, se rimandi dunque all’idea di ciò di cui prepotente oggi fin troppo diffuso), e
allarghiamo il nostro orizzonte men- si discute perché ci coinvolge. Cose cui finisce con Ysl, l’eleganza straordinaria
tale ed emotivo evitando di perdere la dare e che ci danno valore, ci aiutano di Yves Saint Laurent, «che ha sempre
consapevolezza dell’insondabile pro- a definire il mondo e noi stessi. «Le dimostrato che di meno è di più e che
fondità del mon- cose ci inducono, anche il barocco si può fare senza ec-
do, degli altri e di a gon istica men- cesso: in quest’epoca di disperata ca-
noi stessi». Se, in- «Gli oggetti ci inducono te, a innalzarci al cofonia, una lezione da ricordare». Tra
somma, «passiamo
dall’esibizionismo
a innalzarci al di sopra di sopra dell’in-
consistenza e del-
le pagine, le scelte di stilisti prediletti
(Azzedine Alaïa, Martin Margiela, Ar-
del logo e dalla della mediocrità la mediocrità in mani, Chanel, Givenchy che veste quel
cultura dello spre- in cui ricadremmo cui ricadremmo capolavoro di Audrey Hepburn-Sabri-
co a un rapporto se non investissi- na, e pochi altri) e l’ironia sul bling
sobrio ed essen- se non investissimo in loro mo in loro, tacita- bling dell’apparire vistoso e pacchia-
ziale con le cose». pensieri, fantasie e affetti» mente ricambiati, no, molto cafonal e kitch senza alcun-
Remo Bodei è uno pensieri, fantasie chè di chic. Belle le pagine dedicate al
dei maggiori filo- e affetti». E vivo- rapporto tra moda e arte, con omag-
sofi contemporanei. E in La vita delle no «se siamo capaci di riconoscere, in gio a Miuccia Prada. Un ragionamen-
cose suggerisce uno sguardo particola- ciò che ci sta a cuore, la sua storia in to che, appunto, si può continuare con
re sulla realtà che ci circonda, dando rapporto all’uomo e la sua provenienza Il corpo nell’arte contemporanea di Sally
luce alla trasformazione degli oggenti in rapporto alla natura». Eccellente fi- O’Reilly, ricco di immagini, testimo-
in, appunto, cose. Lo fa in un libro es- losofia contemporanea. Anche i vestiti nianze e acute considerazioni sulla ri-
senziale, illuminante, denso di riman- sono cose, da questo punto di vista. Se cerca di linguaggi per esprimere la no-
di ad Aristotele e Adorno, Baudrillard non sono straccetti dell’effimero mo- stra controversa e disagiata modernità.
e Benjamin, Bloch e Braudel, Cartesio daiolo, ma simboli, scelte d’identità, E, perché no?, con Donne nude di Altan,
e Croce, sino a Dante, Freud, Omero, d’amore, di senso. Per capire, vale dav- disegni che qui non si raccontano, ma
Rilke, Van Gogh e Warhol, con pagi- vero la pena leggere L’abito fa il monaco che è indispensabile andare a guarda-
ne straordinarie dedicate a Spinoza e ai di Alberta Marzotto. Frammenti alla re, sino al dissacrante sarcasmo di una
quadri di Rembrandt interpretati da Barthes, per parlare di «vestimento e frase come questa: «Glielo ripeto alla
Georg Simmel. Bodei parte dall’eti- comportamento, modo e maniera, este- mia bambina: donna è bello, ma don-
mologia di cosa e cioè il latino causa, tica e cultura, arte e commercio». Una na bella è più funzionale». Omaggio
ciò che riteniamo talmente importante sorta di dizionario selettivo e leggero al maestro morale.
recensioni
In libreria per capire
Remo Bodei Alberta Marzotto Sally O’Reilly Altan