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Approfondimento

L’eredità di Vitruvio nel De re aedificatoria di Alberti

A sinistra: Tra il 1443 e il 1452 il fiorentino Leon Battista Nel Primo Libro, Alberti riprende le categorie
Fig. 1 Alberti (1404-1472) compone il De re aedifica- fondamentali (cioè i criteri a cui attenersi nella
L’ordine dorico in Vitruvio
toria (Sull’edilizia) primo trattato architettonico realizzazione degli edifci) enunciate da Vitruvio
e in Alberti secondo
l’interpretazione dell’archi- moderno e riferimento per tutte le elaborazioni e in base a queste sviluppa l’intera articolazio-
tetto Michele Sanmicheli successive. L’opera, data alle stampe a Firenze ne dell’opera: la firmitas, cioè la solennità che
(1484-1559), da Li cinque nel 1485, si ispira al De architectura (Sull’archi- deriva dal riferimento alle forme classiche; l’u-
ordini dell’architettura civile tettura) dell’architetto e trattatista latino Marco tilitas, ovvero la coerenza tra forma e funzione
di Michel Sanmicheli: rilevati Vitruvio Pollione (attivo nel I sec. a.C.), l’unico dell’edificio; la venustas, cioè la bellezza intesa
dalle sue fabriche, e descritti
e publicati con quelli di
testo in materia pervenutoci dall’antichità e cono- come “unione concorde di parti”, dunque come
Vitruvio, Alberti, Palladio, sciuto dagli umanisti. armonia derivata dalla simmetria e dai rapporti
Scamozzi, Serlio, e Vignola, Già noto agli eruditi medievali, ma diffuso in poche di proporzione. Alla firmitas si riferiscono i Libri
edizione del 1735. copie rovinate e poco leggibili, nel Rinascimento II e III (materiali e tecniche di costruzione), all’u-
il De architectura si diffuse grazie al contributo tilitas i Libri IV e V (tipologie di edifici pubblici e
Al centro e a destra:
a Poggio Bracciolini, erudito e copista che nel privati e loro funzione), alla venustas i Libri dal VI
Figg. 2, 3
Frontespizi dell’edizione 1414 lo tradusse e divulgò. Nel clima di generale al IX (decorazione e costruzione di edifici sacri,
in latino stampata nel 1541 riscoperta dei valori e dei principi estetici dell’Età pubblici e privati). Nel Libro X vengono trattati
e dell’edizione in volgare classica, il testo divenne da subito un riferimento problemi di conservazione e restauro degli edifici
stampata nel 1550 a cura di per i maggiori architetti: Alberti e Brunelleschi, e questioni di idraulica.
Cosimo Bartoli, che favorì ma anche Ghiberti, che ne parafrasò interi capi- Alberti, inoltre, riprende la teoria degli ordini ar-
una maggiore circolazione
del testo, prima ristretta ad toli, o Filarete, che ne ricavò il programma di una chitettonici, verificandola attraverso il confronto
ambienti colti e aristocratici. formazione culturale enciclopedica, riconobbero con gli edifici antichi ancora esistenti ed enume-
in Vitruvio il primo assertore del carattere intel- randone con esattezza tutti gli elementi costitutivi.
lettuale dell’attività dell’architetto e il padre di un Egli afferma la priorità del progetto, consideran-
approccio progettuale e razionale che permetteva do l’architettura come una disciplina puramente
di elevare l’architettura da strumento pratico per teorica, finalizzata alla ridefinizione sia fisica sia
la risoluzione di problemi contingenti, a forma del sociale della città; per questo motivo, egli si ri-
bello e del bene. volge espressamente a una committenza colta,
Vitruvio ritorna spesso nel trattato di Alberti, che in grado di promuovere interventi improntati a un
legge con occhi scrupolosi e critici il lavoro del nuovo principio d’ordine. Significativamente il pri-
maestro. mo manoscritto, in latino e privo di illustrazioni,
Come il modello, il testo albertiano è suddiviso in viene offerto a Niccolò V, il papa che aveva avviato
dieci libri, all’interno dei quali l’autore sviluppa il rinnovamento urbanistico di Roma, mentre l’e-
una trattazione sistematica e rigorosa dei diver- dizione a stampa fu realizzata postuma nel 1485
si argomenti relativi all’arte dell’edificare, dagli e dedicata a Lorenzo il Magnifico con uno scritto
aspetti tecnici a quelli progettuali, dalla scala ar- di Angelo Poliziano, secondo il desiderio dello
chitettonica a quella urbana. stesso Alberti.

1 © Istituto Italiano Edizioni Atlas

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