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Perché la banca dà all'individuo una somma leggermente minore del credito scritto sulla cambiale? Perché
l'operazione dello sconto può essere considerata come l'operazione inversa del calcolo dell'interesse su un
deposito. Se oggi deposito in banca 100 euro e il saggio di interesse sui depositi è del 5%, tra un anno i 100 euro
saranno diventati 105 euro. Pensiamo ora all' operazione inversa. Se ho un credito di 105 euro esigibile tra un anno,
questo è equivalente a 100 euro di oggi. Infatti, se il debitore mi pagasse adesso 100 euro, potrei depositarli in banca
e tra un anno diventerebbero 105 euro. Quindi 105 euro esigibili tra un anno sono uguali a 100 euro di oggi. Come gli
operatori economici scontano le cambiali presso le banche, così queste le scontano presso la Banca centrale.
L'operazione è identica, solo che, quando avviene tra una banca e la Banca centrale prende il nome di
operazione di risconto, e il tasso a cui l'operazione è compiuta si chiama saggio di risconto o saggio ufficiale
di sconto, a differenza di quello praticato dalle banche a e clienti, che è il saggio libero di sconto.
attraverso le operazioni di risconto la Banca centrale crea moneta, in quanto dà moneta alle banche
ricevendo cambiali.
3) La terza via attraverso cui la moneta viene immessa nel sistema economico è costituita dalla bilancia dei
pagamenti.
ESEMPIO Un italiano che esporta merci in un Paese che non fa parte dell'Unione monetaria europea verrà
normalmente pagato in dollari. Però egli ha bisogno di euro per la sua attività e quindi troverà conveniente cambiare
questi dollari in euro presso una banca ordinaria o presso la Banca d'Italia. Anche le banche troveranno conveniente
cedere almeno una parte dei dollari che hanno alla Banca d'Italia in cambio di euro.
Il passaggio di euro dalla Banca d'Italia a un altro soggetto comporta creazione di moneta. Pertanto le
esportazioni determinano creazione di moneta. Lo stesso effetto ha l'acquisto di un buono del Tesoro
italiano da parte di un cittadino straniero non residente in uno dei Paesi membri dell’UEM. Le importazioni
invece danno luogo a distruzione di moneta.
ESEMPIO Infatti un italiano che importa beni dall'estero (da un Paese che non fa parte dell'UEM) deve pagarli in
dollari e, per ottenere dollari dalla sua banca, deve dare a quest'ultima euro, che vengono così sottratti alla
circolazione.
4) Il quarto canale di creazione della moneta è costituito dalle operazioni di mercato aperto.
LE BANCHE E IL MOLTIPLICATORE DEI DEPOSITI
la funzione delle banche consiste essenzialmente nell'intermediazione finanziaria. Infatti, esse da un lato
ottengono finanziamenti dalla Banca centrale e raccolgono depositi dai privati, e dall'altro fanno prestiti
alle imprese. Questa è la loro funzione principale.
Esse poi compiono diverse altre operazioni: ad esempio scontano cambiali, investono le loro disponibilità
liquide (cioè il denaro di cui dispongono) in titoli (ad esempio buoni del Tesoro) e così via.
le banche non hanno la capacità di creare moneta, però possono moltiplicarla.
La legge impone alle banche di versare una quota dei depositi (che esse ricevono dai loro clienti) presso la
Banca centrale, mentre possono prestare la parte rimanente dei depositi.
La banca quindi non sarebbe in grado di restituire il denaro ai depositanti, se questi si presentassero tutti
contemporaneamente a chiederne la restituzione, ma, poiché ciò normalmente non accade, in tutti i Paesi
si è ritenuto di imporre alle banche, per legge, di detenere soltanto una percentuale (cioè una parte) dei
depositi; per poter accertare che le banche rispettino tale obbligo, è stato stabilito che tale percentuale
debba essere depositata presso la Banca centrale.
La percentuale dei depositi che ogni banca è obbligata a versare presso la Banca centrale costituisce il
coefficiente di riserva obbligatoria. Oggi la misura del coefficiente è decisa dalla BCE.
ESEMPIO Consideriamo un individuo che deposita in una banca 100 euro. Supponiamo che la quota che la banca
deve versare presso la Banca centrale (cioè il coefficiente di riserva obbligatoria) sia il 10% dei depositi. Dei 100 euro
che l'individuo ha depositato preso la banca, ne vengono depositati 10 presso la Banca centrale e ne vengono
prestati 90. Coloro che ricevono i prestiti possono tenerli presso di sé, possono usarli per effettuare pagamenti,
oppure possono ridepositarli presso la stessa banca o presso un’altra. In ogni caso i 90 euro, dopo essere passati
attraverso diverse mani, possono riaffluire, in tutto o in parte, alle banche, cioè al sistema bancario. In generale
possiamo affermare che una parte dei 90 euro rimarrà nelle mani del pubblico, ciò nei portafogli degli individui, ma
una parte riaffluirà alle banche. Per semplicità ora supponiamo che i 90 euro riaffluiscano tutti sotto forma di
depositi al sistema bancario. Di nuovo le banche depositeranno il 10% di 90 euro, cioè 9 euro, presso la Banca
centrale e presteranno la parte rimanente (81 euro). Supponiamo ancora che questi 81 euro riaffluiscano
completamente al sistema bancario sotto forma di depositi e che il processo continui in questo modo. Si può vedere
quindi come da un deposito iniziale di 100 euro si crei tutta una serie di depositi successivi. La massa totale dei
depositi può essere così calcolata: 100 + 90 + 81 + …
Questo processo viene chiamato processo di moltiplicazione o moltiplicatore dei depositi bancari
Quanto più alto è il coefficiente di riserva obbligatoria, tanto minore sarà la massa di depositi generata dal
deposito iniziale
ESEMPIO Se il coefficiente dì riserva obbligatoria è del 20%, la massa totale dei depositi sarà: 100 + 80 + 64 + …
Se il coefficiente di riserva obbligatoria fosse del 100%, non vi sarebbe alcuna moltiplicazione dei depositi.
le banche, oltre alla riserva obbligatoria che devono depositare presso la Banca centrale, detengono
sempre una certa riserva libera, cioè una parte dei depositi, presso di sé, per soddisfare le quotidiane
esigenze di cassa, cioè per effettuare i pagamenti di ogni giorno. Inoltre, i privati non depositano tutto il
contante in banca, ma ne detengono una parte presso di sé per effettuare i pagamenti quotidiani.
L'INFLAZIONE
L'inflazione è un aumento generalizzato dei prezzi dei beni che determina la perdita di potere di acquisto
Quando i prezzi dei beni aumentano, il potere d'acquisto (cioè il valore) della moneta diminuisce ossia la
moneta si svaluta.
I termini "inflazione" e "svalutazione della moneta" quindi sono sinonimi.
Convenzionalmente si parla di inflazione strisciante quando l'aumento dei prezzi è basso, al di sotto del
10% annuo, di inflazione galoppante quando l'aumento dei prezzi è molto elevato, del 30 o del 40% l'anno,
e di iperinflazione quando l'aumento dei prezzi è di oltre il 500% annuo.
Le cause dell'inflazione sono diverse, a seconda delle circostanze storiche.
LA POSIZIONE DEI QUANTITATIVISTI
Alcuni economisti, in particolare i seguaci della teoria quantitativa della moneta
(i cosiddetti quantitativisti ), sostengono che l’inflazione è causata essenzialmente dall'aumento della
quantità di moneta in circolazione. Ciò è in linea con i risultati dell'equazione di Fisher, secondo cui un
aumento della quantità di moneta genera un aumento del livello generale dei prezzi.
Vi sono alcuni esempi che avvalorano tale teoria. Subito dopo la scoperta dell'America furono importate in
Europa grandi quantità di oro e di argento. Poiché allora gli individui avevano il diritto di coniazione,
potevano cioè portare questi metalli alla zecca e chiederne la trasformazione in monete, si ebbe un forte
aumento della circolazione monetaria e una notevole crescita dei prezzi.
Analogamente verso la fine della Prima guerra mondiale (1914-1918) il Governo tedesco, per pagare le
spese sostenute all'interno, stampò cartamoneta in grande quantità, determinando una forte ascesa dei
prezzi.
Se il meccanismo tecnico attraverso cui i prezzi aumentano è rappresentato dall'aumento della quantità di
moneta in circolazione, diverse possono essere però le cause che generanno l'aumento della quantità di
moneta.
ESEMPIO Supponiamo che i dipendenti statali chiedano, aumenti di stipendio e che il Governo, li conceda. Il Governo
può finanziare (può cioè procurarsi il denaro con cui pagare) tali aumenti di stipendio aumentando le imposte
oppure vendendo titoli di Stato (ad esempio buoni del Tesoro) ai privati. Potrebbe darsi però che entrambe le vie
non siano praticabili, perché il Governo non ha la forza politica di introdurre nuove imposte e i cittadini sono poco
propensi ad acquistare titoli di Stato. A questo punto il Governo, per concedere gli aumenti di stipendio ai suoi
dipendenti, crea moneta (attraverso i rapporti Banca d'Italia-Tesoro) e ciò determina l'aumento dei prezzi.
L'INFLAZIONE DA DOMANDA
Se la domanda di beni è maggiore dell'offerta e il sistema economico non è in piena Occupazione (vi sono
cioè impianti e macchinari inutilizzati e uomini disoccupati), le imprese aumenteranno la produzione, cioè
l'offerta di beni; per fare ciò, assumeranno i disoccupati e rimetteranno in funzione i macchinari inutilizzati.
Ma, quando è raggiunto il pieno impiego degli uomini e dei macchinari, le imprese non possono aumentare
ulteriormente la produzione; quindi un eccesso di domanda sull'offerta spingerà le imprese ad aumentare i
prezzi. Questo tipo di inflazione, generato dall'eccesso di domanda globale sull'offerta globale in una
situazione di piena occupazione, è noto come inflazione da domanda.
l'aumento della domanda non è la stessa cosa dell'aumento della quantità di moneta in circolazione.
La domanda di beni può aumentare anche se non aumenta la quantità di moneta in circolazione e
l'aumento della quantità di moneta non sempre si traduce nell'aumento della domanda di beni, perché le
persone che ricevono questa nuova moneta potrebbero non spenderla nell'acquisto dei beni, ma
depositarla in banca o tesoreggiarla. Pertanto affermare che l'inflazione è generata dall'eccesso di
domanda sull'offerta oppure che è generata dall'aumento eccessivo della quantità di moneta in
circolazione non è la stessa cosa.
L'INFLAZIONE DA COSTI
Si ha inflazione da costi quando le imprese aumentano i prezzi dei loro prodotti perché hanno avuto forti
aumenti dei costi di produzione: ad esempio dei salari o dei prezzi delle materie prime.
L'inflazione che si è avuta in molti Paesi dell'Europa occidentale nel corso degli anni Sessanta e Settanta del
Novecento è stata, secondo diversi economisti, di questo tipo: inflazione salariale (cioè determinata
dall'aumento eccessivo dei salari) negli anni Sessanta e inflazione determinata dall'aumento dei prezzi delle
materie prime negli anni Settanta e Ottanta. Forti aumenti del prezzo del petrolio portarono, in Italia, a
tassi d'inflazione del 19% nel 1974 e del 21% nel 1980. L’inflazione salariale spesso si traduce anche
inflazione da domanda, perché salari eccessivamente alti determinano, oltre che aumento dei costi di
produzione per le imprese, aumento della domanda dei beni di consumo da parte dei lavoratori. Un
eccesso della domanda sull'offerta globale, se il sistema economico è in piena occupazione, genera
aumento dei prezzi.
LA STAGFLAZIONE (O STAGNINFLAZIONE)
L'inflazione da costi ha assunto, negli anni Settanta e Ottanta del Novecento, caratteristiche particolari: le
imprese spesso concedevano alti aumenti salariali per ridurre la conflittualità sindacale in fabbrica (cioè per
indurre i sindacati a non organizzare scioperi) e poi recuperavano questo aggravio di costo aumentando i
prezzi dei beni e dei servizi che producevano. Possono comportarsi in questo modo le imprese che operano
in situazione di oligopolio, perché in regime di concorrenza l'impresa non può aumentare il prezzo del
prodotto. Inoltre, quando la conflittualità nelle fabbriche e nella società è più intensa, le imprese fanno
pochi investimenti, per cui si avrà ristagno (cioè scarso aumento) della produzione e dell'occupazione (le
imprese cioè assumeranno pochi lavoratori). Si determinerà quindi disoccupazione insieme a inflazione. è
questo il fenomeno della cosiddetta stagflazione o stagninflazione (dall' inglese stagnation, ristagno +
inflation)
L'INFLAZIONE IMPORTATA
Per i Paesi che hanno intense relazioni internazionali inflazione può essere importata dall'estero.
E questo il caso dell'Italia, che importa materie prime e le trasforma in prodotti finiti, che poi riesporta.
a. Un aumento dei prezzi internazionali delle materie prime genera quindi inflazione da costi in Italia.
b. Inoltre, se un Paese ha un surplus della bilancia dei pagamenti, questo può generare inflazione.
Infatti un surplus di bilancia dei pagamenti, determinato ad esempio da un eccesso di esportazioni sulle
importazioni, oppure da un afflusso di capitali stranieri, comporta un ingresso nel Paese di valuta straniera,
che la Banca centrale convertirà in moneta nazionale. L'aumento di questa può, come sappiamo, generare
inflazione.
C. La svalutazione del tasso di cambio, infine, produce inflazione.
ESEMPIO Supponiamo di partire da una situazione in cui 1 dollaro equivale a 1 euro. Se il cambio dell'euro risulta
svalutato e per acquistare 1 dollaro occorrono 1,10 euro, occorreranno più euro per comprare beni stranieri, i cui
prezzi sono quotati (cioè fissati) non in euro, ma in dollari o altre valute estere. Pertanto, quando il cambio dell'euro
si svaluta, cioè si deprezza, le imprese italiane che importano materie prime (e le trasformano in prodotti finiti)
dovranno sborsare una maggiore quantità di euro per pagare tali importazioni; le imprese recupereranno questo
aggravio di costo aumentando i prezzi dei prodotti finiti che esse vendono.