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Organizzazione Aziendale

Cap. 1 – Alle basi del


comportamento: personalità e
differenze individuali

14:56 Corso di Organizzazione Aziendale (Prof.Faraci) 1


anno accademico 2009-2010
Gli argomenti della parte prima
del libro

  Personalità e differenze individuali


  Atteggiamenti, percezioni e giudizi

  Motivazione

  Emozioni, stress e

benessere organizzativo

Prospettiva:
micro (individuo)
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Anno accademico 2009-2010
Che cosa è la personalità?

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Anno accademico 2009-2010
La definizione di Wikipedia
e..non solo!
  Con il termine Personalità si intende l'insieme delle
caratteristiche psichiche e delle modalità comportamentali che
definiscono il nucleo delle differenze individuali, nella
molteplicità dei contesti in cui la condotta umana si sviluppa.

  Ogni nucleo teorico, in psicologia, concettualizza la


personalità entro modelli diversi, adoperando metodi, obiettivi
e modalità d'analisi anche molto dissonanti fra loro.

  La personalità è la più o meno stabile e durevole


organizzazione del carattere, del temperamento, dell’intelletto
e del fisico di una persona: organizzazione che determina il
suo adattamento totale all'ambiente (Hans Eysenck, in The
structure of human personality, 1953)

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Anno accademico 2009-2010
Lo sviluppo della personalità: (da:
Orsola Coppola, Psicologia dello sviluppo e dell’educazione,
1999)

Da 0 a 17-22 anni

Prima Fase Prima


Svezzamento Indipendenza Conflitti Pubertà Adolescenza Identità Vita adulta Anzianità
infanzia del no socializz.

piacere di
opporsi ai realizzazione
superamento del progetto di
dipendenza genitori scuola: giudizio vita
esterno e opposizione
rafforzamento al mondo degli cambiamenti
0-3 anni: Immagine di sè adulti: nelle attitudini,
cure materne contraddizioni stile di vita
e insoddisfazioni ed evoluzione
con i genitori
psico-fisica
di stesso sesso
interesse nei valori conformisti
visione del mondo confronti dei genitali al gruppo di appartenenza
e acquisizione di ma trasgressivi nei confronti
capacità di fa da sè dei valori sociali
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Anno accademico 2009-2010 e poi accettazione figure
simbolo società
Gli argomenti del I capitolo del
libro: una sintesi
  Determinanti e conseguenze del comportamento
individuale: un modello base
  La personalità: la prospettiva genetica; la
prospettiva cognitiva; la prospettiva evoluzionista
  Tratti e fattori di personalità: i Big Five; affettività
positiva e negativa
  La personalità in ambito organizzativo: la
prospettiva situazionale; adattamento alla vita
lavorativa e organizzativa; locus of control;
machiavellismo; autovalutazione e concetto di sé; le
dimensioni di Myers-Briggs
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Anno accademico 2009-2010
Ulteriori elementi per
comprendere meglio il
concetto di personalità

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anno accademico 2009-2010
Personalità: il significato
etimologico
  Personalità deriva da persona. Per sona significa che la “voce
passa attraverso”: originariamente era dunque la maschera
del teatro classico.
  Personalità è concettualmente diverso da temperamento e
carattere. E’ un concetto “nuovo” con molteplici significati
[Allport (1937) ne conta ben cinquanta].
  Personalità: insieme di caratteristiche cognitive e affettive che
rendono ogni uomo un unico, lo distinguono da ogni altra
persona, e fanno sì che esso sia quel che realmente è.
  Temperamento: Implica una connotazione di tipo somatico: un
legame tra caratteristiche psicologiche e fisiche (tratti emotivi
della personalità)
  Carattere: ha connotazioni morali e conative (qualità, tratti,
attitudini psicologiche)

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Anno accademico 2009-2010
I tipi di temperamento secondo
Ippocrate: il collegamento con il
sistema corporeo

Collerico Melanconico Flemmatico Sanguigno

corpo (bile gialla) (bile nera) (flegma) (sangue)

(fuoco) (terra) (acqua) (aria)


universo14:56 Corso di Organizzazione Aziendale (prof. Faraci) 9
Anno accademico 2009-2010
Pavlov e la teoria dei riflessi
condizionati: il collegamento con il
sistema nervoso

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Anno accademico 2009-2010
Le intelligenze “multiple” di
Gardner

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Anno accademico 2009-2010
Freud: la scoperta dell’inconscio e lo
studio psicodinamico della personalità
Freud analizzò la psiche e la divise in varie parti:
· La prima parte (ES) , inconscia, è portatrice di
istinti primari e irrazionali: piacere; no dolore.
· La seconda parte (EGO) esprime l’agire
cosciente e responsabile, regolato dal principio
di realtà e plasmato dal comunicare col mondo
esterno: le pulsioni socialmente accettabili.
· La terza parte (SUPER-IO), che è in gran parte
inconscia, rappresenta una sorta di censore nei
confronti dei desideri dell’inconscio ed è il
principale responsabile del senso di colpa. Si
sviluppa all’età di 5, 6 anni grazie a
un’interiorizzazione da parte del bambino dei
PULSIONE: spinta endogena divieti dati dai genitori, dalla società, dalla
verso l’esterno e caratterizzata religione: segue le leggi della moralità ed etica.
da un’origine, una meta, un oggetto

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Anno accademico 2009-2010
Lo studio della personalità - Le diverse
teorie: un tentativo di sintesi

  Di tipo idiografico (l’individuo negli aspetti che lo rendono unico) e di


tipo nomotetico (individuazione delle leggi generali sulla base delle
quali stabilire quanto è comune agli uomini): Allport (1962).
  Di tipo psicologico o biologico-somatico.
  Dei tipi (categorie che accomunano diversi uomini: Eysenck) e dei
tratti (disposizioni comuni a tutti gli uomini ma di cui le persone sono
dotate in misura differente: Allport)
  Situazionistiche (ruolo dell’ambiente e apprendimento sociale: il
modello stimolo-risposta; il locus of control è di tipo situazionistico) e
disposizionistiche (ruolo delle disposizioni innate possedute fin dalla
nascita: il “Big Five” è una teoria disposizionistica).
  In funzione dei metodi impiegati: metodo sperimentale (scuola
comportamentistica: uso della statistica e matematica) e metodo
clinico (colloquio e uso dei test; rapporto fra paziente e terapeuta).
Psicologia clinica: Freud.
  In funzione dell’approccio di studio: olistico (Goldstein) e atomistico-
associazionistico: deduttivo e induttivo
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Anno accademico 2009-2010
Lo studio della personalità - Le diverse
teorie: un tentativo di sintesi

Teorie costituzionalistiche e disposizionistiche.


  Ricollegano la personalità dell’uomo alla sua costituzione fisica (Ippocrate), o al sistema
nervoso (Pavlov: stimolo-risposta; Eysenck: risveglio), nonché all’esistenza di
disposizioni personali preesistenti che orientano il comportamento individuale. Critiche a
queste teorie, che non tengono conto dell’apprendimento sociale.
  L’analisi fattoriale e l’approccio lessico-grafico. Sono la premessa necessaria per
comprendere le teorie dei tratti. Uso dell’analisi multivariata (analisi fattoriale, analisi dei
clusters, analisi strutturali) in contrapposizione all’analisi bivariata: es. i test di
intelligenza. Uso dell’approccio lessico-grafico: ognuno di noi si crea una
rappresentazione mentale di quelle che sono le caratteristiche salienti dell’altro,
rappresentazione che è poi alla base della sua interazione (importanza del linguaggio)
  Teorie dei tratti. Cattell e il test 16PF: la personalità è quel che consente di predire il
comportamento di un individuo. I tratti sono disposizioni mentali che orientano il
comportamento di un individuo. Sono bipolari. Allport: l’individuo non solo è unico, ma è
in continuo divenire. Se esistono fattori ereditari come la costituzione fisica, l’intelligenza
e il temperamento (inteso come reattività emotiva), l’organismo sin dalla nascita continua
a evolversi e a modificarsi, in un processo di integrazione e di differenziazione delle sue
componenti personali concomitante con il progressivo sviluppo del sé.
  I Big Five. Sorgenza (loquace, socievole, avventuroso, aperto); Gradevolezza (bonario,
cooperativo, gentile). Coscienziosità (responsabile, scrupoloso, perseverante, ordinato);
Stabilità (calmo, tranquillo, disteso); Cultura (intellettuale, artistico, fantasioso, disteso).

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Anno accademico 2009-2010
Lo studio della personalità - Le diverse
teorie: un tentativo di sintesi

Teorie situazionistiche.
  Sono opposte alle teorie disposizionistiche.
Si tratta di teorizzazioni
comportamentistiche. Il lavoro di Rotter
(1955) sull’apprendimento sociale, con
l’importanza dell’interazione fra individuo e
ambiente. Il locus of control rientra fra le
teorie situazionistiche.

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Anno accademico 2009-2010
Lo studio della personalità: le
diverse teorie (cont.)
  La novità degli anni ’80: Kurt Lewin (interazionismo). Si
supera la contrapposizione fra situazionisti e disposizionisti: la
personalità dell’individuo è il risultato dell’interazione fra
caratteristiche personali e ambiente.
  Kurt Lewin è il padre della psicologia dei gruppi. Ogni
individuo, per Lewin, si colloca in uno spazio di vita all’esterno
del quale vi è il resto del mondo che non influenza il
comportamento, mentre lo spazio di vita è costituito da tutti i
fattori che possono influenzarlo. Tra spazio di vita e mondo
esterno vi è una barriera permeabile. E’ uno spazio non
metrico, non euclideo, ma topologico. Metodi utilizzati: analisi
della varianza; interaizone dinamica.

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Anno accademico 2009-2010
Prime conclusioni sugli studi
sulla personalità
  Il concetto di personalità ha soppiantato quello di
carattere e temperamento. La teoria della
personalità non è un capitolo esclusivo della
psicologia clinica, nonostante ci sia stato un
notevole sviluppo in campo clinico
  I primi approcci erano unilaterali (anni ’30).
  Le teorie dei tratti si sono evolute e oggi l’aspetto
che resta più valido è quello della descrizione
sociale della personalità come rappresentata nella
lingua (Big Five)
  La teoria della personalità è legata a modelli
statistico-matematici
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Anno accademico 2009-2010
Gli argomenti del I capitolo del
libro: una sintesi
  Determinanti e conseguenze del comportamento
individuale: un modello base
  La personalità (la prospettiva genetica; la
prospettiva cognitiva; la prospettiva evoluzionista)
  Tratti e fattori di personalità (i Big Five; affettività
positiva e negativa)
  La personalità in ambito organizzativo (la
prospettiva situazionale; adattamento alla vita
lavorativa e organizzativa; locus of control;
machiavellismo; autovalutazione e concetto di sé; le
dimensioni di Myers-Briggs)
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