In quanto somma ultragenetica e comportamentale del mondo che
c'ha preceduto, tendiamo a muoverci, comportarci come quelle oche che seguivano il cammino dell’etologo e zoologo austriaco Konrad Lorenz.
In un certo senso si può affermare che a livello comportamentale
deriviamo dall'ambiente originario una sorta di imprinting che tenderà a sedimentarsi nel tempo modificandosi grazie all’interazione di fattori esterni (cultura, frequentazioni, mode, esperienze etc.); da quest’osmosi si getteranno le basi di un modus vivendi collettivo (e talvolta) universalmente valido: le profonde radici degli archetipi collegano, secondo differenti modalità esperenziali, come un flusso invisibile uomini e culture nelle differenti parti del globo.
Se l'antropologia afferma il suo primato nell’individuazione tra
differenti razze e culture, sarà proprio la presenza di alcuni archetipi intesi come valore individuale primordiale, che costituirà una costante comportamentale universalmente valida.
L'archetipo è quell'immagine sotterranea,il nesso causa/effetto che
all’improvviso frena la volontà dell’individuo; è ciò che langue nel profondo Io inapparente, l'ombra nascosta dal profilo della coscienza diurna.
In modo del tutto inapparente l’archetipo esiste e vigila, determina
lo stato e le azioni di una coscienza mobile e reattiva. L'archetipo si annusa, si percepisce, è insito nella coscienza di ogni individuo e da qui dirige il flusso delle azioni e dei comportamenti.
L'archetipo è regola indotta, per alcuni diviene figlio del consenso,
dei buoni princìpi a cui è vietato contravvenire. Per altri è un limite di cui si può comodamente fare a meno. Obbedire ad un archetipo è comunque scomodo soprattutto quando saremmo tentati di fare di testa nostra, seguire altri cammini sicuramente più avvincenti ed avventurosi.
Gli archetipi si intersecano tra loro. Le singole azioni,
comportamenti sono il riflesso speculare di un lungo apprendimento iniziato con la nascita.
Dalla culla alla tomba ci muoviamo attraverso le direzioni dettate
da archetipi primigeni, insiti nella coscienza, archetipi che in un certo senso circoscrivono e dirigono le direzioni in divenire delle nostre azioni.
Questo avviene tutti i giorni e a tutte le ore, regolarmente ed
inconsapevolmente nel divenire quotidiano. In questo senso l’archetipo, sia che lo si segua o lo si uccida, si può dire costituisca una sorta di bussola interiore capace di indirizzare nel bene o nel male azioni e comportamenti quotidiani.
L'archetipo urla per uscir fuori esprimendosi attraverso le grandi
metafore d'un consenso collettivo: le masse si muovono lasciando risplendere le lucenti armature dei loro credi politici, religiosi, obbediscono ad ordini impartiti da messaggi/temi sociali, culturali che poggiano su ideologie archetipali che mirano ad innestare un’immediata risposta comportamentale.