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È vero che io coltivo in me l’idea di essere una sostanza, ma non di possedere una nozione
di sostanza infinita, dal momento che, essendo io sostanza finita, sarebbe assurdo pensare
che io contenga in me una realtà eminente relativa ad una sostanza infinita. Il fatto che io
non abbia una realtà eminente di una sostanza infinita però non toglie che io non possa
pensarla, e se quella costituisce per me un oggetto del pensiero (cioè una realtà oggettiva),
vuol dire che qualcuno me la deve aver pur trasmessa. Infatti, come potrei mai pensare di
essere finito se non vi fosse qualcosa di infinito, che mi persuade della mia imperfezione?
L’idea di Dio è la più chiara e distinta che coltivo nello spirito, perché contiene maggiore
realtà oggettiva di qualsiasi altra. E non vedo perché non debba essere che qualcos’altro da
ma a produrmi l’idea di Dio.
I miei genitori?
I miei genitori non possono essere la causa della mia idea di Dio, perché anche loro finiti,
non contenendo perciò una realtà tale da trasmettere l'idea di Dio in me. Non sono
nemmeno loro a conservarmi.
Dio esiste
Bisogna assolutamente concludere che per il solo fatto che esisto, che abbia l'idea chiara e
distinta di un ente perfettissimo, e che quella idea non possa avere tratto la sua realtà
oggettiva da me, che Dio esiste ed è una cosa pensante e che