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LE PROVE MECCANICHE

LEZ. 4
LE PROVE MECCANICHE

(Le figure della lezione sono tratte dal libro di testo


“Scienza e Ingegneria dei Materiali” di W.D. Callister, Jr)

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LE PROVE MECCANICHE

PROVE MECCANICHE
- Il comportamento meccanico di un componente è influenzato da:
• tipo di materiale,
• tipo di sollecitazione,
• geometria del componente,
• condizioni fisiche e chimiche di prova.

- Per questa ragione esistono diversi tipi di prove meccaniche:


• statiche: trazione, durezza, flessione, compressione, torsione;
• impulsive: resilienza, trazione ad urto, prova Pellini;
• di fatica.

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LE PROVE MECCANICHE

PROVA DI TRAZIONE

Finalità della prova


- La prova consiste nel sottoporre un provino con dimensioni standard
ad un carico di trazione crescente fino ad arrivare a rottura (ISO 6892 -
DIN 50145 - UNI 55612).

- Con questa prova è possibile determinare diverse proprietà del


materiale:
• il modulo elastico (E);
• il carico unitario di snervamento (y);
• il carico unitario di rottura (R);
• l’allungamento percentuale (A%);
• la strizione percentuale (Z%).
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LE PROVE MECCANICHE

Geometria dei provini

- Il campione ha sezione tonda o rettangolare, con dimensioni


standardizzate.

- Le due grandezze fondamentali sono:


• sezione trasversale della provetta A0;
• lunghezza utile L0: TRATT
O
L0 = k  A 0 UTILE
L0
Sezione Sezione
rotonda rettangola
- Provino normale lungo: L0 = 10 d0 re

- Provino normale corto: L0 = 5 d0

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Macchina di prova
Mordacchie
idrauliche

Cella di carico

Estensimetro Provino

Estensimetro

Provino

Estensimetro

Movimento
della traversa

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Diagramma di prova risultante

Dati grezzi ricavati Curva - ingegneristica


dalla prova o nominale
Sforzo

Sforzo  (MPa)
nominale
Carico P (N)

P
=
Ao
L
=
Lo
Deformazione
Allungamento L (mm) nominale Deformazione 

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Tratto elastico della prova di trazione

- La maggior parte dei metalli, a carichi relativamente bassi, subisce


una deformazione elastica, descritta dalla legge di Hooke:

σ = Eε
dove:  = sforzo (MPa)
 = deformazione elastica
E = modulo elastico o di Young (MPa)

- Il modulo di Young è una proprietà piuttosto


stabile nei metalli (es. negli acciai varia tra
190-210 GPa).

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- Per alcuni materiali, tra cui i polimeri e le ghise grigie, il tratto iniziale
della curva non è lineare  si usa il modulo tangente o il modulo
secante.
- Le ghise hanno un modulo elastico molto variabile (80-150 GPa), che
dipende soprattutto dalla quantità e dalle caratteristiche della grafite.

2

Δσ
=
Δε= modulo
1
Sforzo 
tangente
Per le ghise grigie
in genere:
Δσ
=
= modulo
1= 25% R
Δε

secante
Deformazion
e

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Snervamento e carico unitario di snervamento

- Nei metalli il passaggio dal comportamento


elastico a quello plastico è in genere graduale.
Elastic Plastic
aa
- Può essere definito in 2 modi diversi: y

• carico al limite di proporzionalità pr [MPa];  pr

Sforzo 
• carico unitario di snervamento y [MPa] (alle
volte indicato anche come Rp0,2).
Deformazion
e
- Per le ghise che non hanno comportamento
elastico lineare, il carico unitario di snervamento è
normalmente definito per  = 0,001

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LE PROVE MECCANICHE

- Lo snervamento può avvenire in diversi modi a seconda del metallo:

Elastico Plastico Elastico Plastico Elastico Plastico


σy
Limite di snervamento
superiore
σy
σy
Limite di snervamento
Sforzo

inferiore

 = 0,002  = 0,002 Deformazione

Molti metalli, Al, Cu Leghe di Al Acciai al carbonio

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Resistenza a rottura
Dopo lo snervamento, lo sforzo necessario per deformare
plasticamente il provino continua ad aumentare fino a raggiungere un
valore massimo  carico unitario di rottura R [MPa].

R

NB: il
provin
Sforzo

o non

si è
ancor
a
rotto!

Deformazione 

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Strizione e frattura
Raggiunto il carico massimo, nel provino si comincia a formare un
restringimento di sezione localizzato, definito strizione, che aumenta
fino a portarlo a frattura.

Per Periodo Periodo


iod plastico plastico

o
R
senza con
ela strizione strizione
stic
y
Fratt
o
ura
Sforz
o

Deforma
zione 

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LE PROVE MECCANICHE

Perché si localizza la deformazione plastica?


- La strizione si verifica a causa della presenza di inclusioni non
metalliche all’interno del metallo.
- La deformazione plastica si localizza su questi difetti  formazione di
microcavità (dimples) che coalescono, fino a causare la rottura.

Dimples

Taglio
Fibrosa

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LE PROVE MECCANICHE

Curva sforzo-deformazioni reali


- Dopo la strizione il materiale sembra indebolirsi  ciò è FALSO!
- Nella curva - nominale, lo sforzo è infatti calcolato utilizzando la
sezione iniziale A0 e non quella istantanea Ai.
- In alcuni casi è più corretto calcolare e disegnare la curva - reale:
F Li
σR = ε R = ln
Ai L0
Real
e
poiché Ai∙Li = A0∙L0, si ottiene:

Sforzo 
Corretta

Nominal

σ R = σ  (1+ ε )
e

Deforma
zione 

ε R = ln(1+ ε )

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LE PROVE MECCANICHE

Duttilità di un metallo

- La duttilità è la misura della deformazione plastica che un materiale


può subire senza rompersi.
- L’andamento della curva - ricavata dalla prova di trazione riflette
tale proprietà.

Fr
Duttile

Sforzo 
agi
le

Deforma
zione 

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- La duttilità di un materiale può essere misurata in termini di


allungamento e strizione percentuale a rottura:

• Allungamento percentuale A%
(specificando il valore di L0) :

L f − Lo
A% =  100
Lo
Lo Lf

• Strizione percentuale Z%:

Ao − Af Ao Af
Z% =  100
Ao

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Carico Carico
unitario di unitario di
snervamen rottura
to MPa MPa

Proprietà meccaniche tipiche di alcuni metalli e leghe


allo stato ricotto

Carico unitario di snervamento Carico unitario di rottura Duttilità


Tipo di ghisa
MPa MPa A%
GJL-150 132 200 0.3-0.8
GJL-250 197 300 0.3-0.8
GJL-350 257 400 0.3-0.8

Proprietà meccaniche tipiche di alcune ghise

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LE PROVE MECCANICHE

Effetto della temperatura sulla prova di trazione

- La temperatura ha grande influenza sui risultati della prova:


•  T   modulo elastico, carico di snervamento e di rottura;
•  T   duttilità.

 [Mpa]

Sforzo
Sforzo

 [psi]
Deform
azione

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Superfici di frattura

Anche l’aspetto macroscopico delle superfici di frattura riflette la natura


duttile o fragile del materiale in esame.

Rottura in un punto Rottura coppa-cono Rottura per distacco


(estremamente duttile) (materiale duttile) (materiale fragile)

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La rottura duttile osservata ad alti ingrandimenti mostra la presenza di


dimples con 2 diverse morfologie, a seconda del punto di analisi:

Bordo inclinato di Frattura piatta


scorrimento

Dimples emisferici
(dritti e simmetrici)

Dimples allungati
(deformati nella
direzione di scorrimento)

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La rottura fragile analizzata ad alti ingrandimenti può presentare 2


diverse morfologie:

Frattura fragile
transgranulare Frattura fragile
(per clivaggio) intergranulare

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NB: la superficie di frattura fragile di un componente reale ha spesso


caratteristiche distintive che la contraddistinguono.

innesco

innesco

innesco

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Esercizio

Basandosi sulla curva di trazione ottenuta da un provino con diametro


d0 = 12.8 mm e lunghezza L0 = 250 mm, calcolare:
• il modulo elastico E,
• il carico unitario di snervamento y,
• il carico massimo che può

Sforzo 
Sforzo

[MPa]
sopportare il campione,

[psi]

• l’allungamento del provino sotto-
posto ad uno sforzo di 345 Defor
mazio
MPa. ne 

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LE PROVE MECCANICHE

Per il calcolo di E e y è necessario ingrandire la zona del tratto


elastico della prova di trazione.
Δσ 150 MPa
E = pendenza della retta = E= = 93.8 GPa
Δε 0.0016
y = 250MPa (corrisponde a una deformazione permanente di 0.002).

y = 250 MPa

Sforzo 
Deformazion
e

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- Il carico massimo sopportabile dal provino è ricavabile a partire dal


carico unitario di rottura:
   d02 
FMAX = σ R  A 0 = σ R    =
 4 
450

  12.82  345

= 450    = 57900 N
 4 

- L’allungamento L corrispondente ad
uno sforzo di 345 MPa è pari a:

Δl = ε  l0 = 0.06  250 = 15 mm
0.06

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PROVA DI DUREZZA
Finalità della prova
- La durezza di un materiale è la resistenza che esso offre alla
penetrazione di un altro corpo più duro di geometria definita al quale è
applicato lentamente un carico perpendicolare alla superficie in esame.
- Tale prova fornisce informazioni sulla resistenza del materiale alla
deformazione plastica (correlabile al carico di rottura).
- Vantaggi:
• prova semplice e rapida, di tipo “non distruttivo”;
• utile per il controllo della struttura e delle proprietà meccaniche;
• ideale per il controllo della produzione e della qualità del prodotto.

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Durezza Brinell
- Impiega un penetratore a forma di sfera in
acciaio temprato o in widia, che viene applicato
perpendicolarmente alla superficie del pezzo:

Forz Diametro
a F D
h

2 F
Durezza HB =
(
  D  D − D 2 − d2 ) Tipicamente:
D = 10 mm

come unità di misura: D (mm), d (mm), F (kg). F = 500-3000 kg

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- Affinché i risultati di prove diverse siano tra loro confrontabili è


necessario soddisfare alcune condizioni:
• d/D deve essere costante e inferiore a 0,375;
• durezza della sfera  850 kgf/mm2;
• durezza del pezzo  450 HB (per sfere in widia  650 HB);
• tempo di applicazione del carico e di permanenza pari a 10-15 s;
• distanza tra le impronte > 2,5 d.

- Problemi di misura:
• imprecisioni nella misurazione dell’impronta;
• viene trascurato il recupero elastico.

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LE PROVE MECCANICHE

- Esistono relazioni empiriche che legano la


durezza Brinell al carico unitario di rottura:

Rm = k  HB

dove k = 3,23-3,27 per acciai perlitici e


martensitici (Rm espresso in N/mm2).
- Non esistono relazioni simili per gli acciai
austenitici.

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Durezza Vickers

- Impiega come penetratore una piramide a base quadrata di


diamante, con angolo diedro di 136°:

136° : angolo tra le facce

d1 + d2
d=
2

F
Durezza HV = 1,854
d2

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LE PROVE MECCANICHE

- Vantaggi:
• il risultato della prova è indipendente dal carico applicato;
• maggiore precisione di misura rispetto alla prova Brinell;
• permette di misurare la durezza di qualsiasi materiale (scala di
durezza continua  usata per scopi di ricerca).

- Svantaggi:
• necessita di una preparazione del provino molto accurata;
• necessita di un microscopio a medio ingrandimento;
• non considera il recupero elastico.

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Durezza Rockwell
- E’ la tecnica più diffusa a livello industriale.
sfera di acciaio temprato (es. scala B),
- Usa 2 penetratori:
cono di diamante con angolo di 120° (es. scala C).

- Consiste nel misurare la differenza


di profondità dell'impronta lasciata da
2 carichi diversi (F0, F1), con F1>>F0 : F
Pene 1
trator

Durezza HR = COST − e
e Affon
dame
nto e

Cam

= 100 (HRC) pione


F
Pas
so 3
dove COST Pas Pas
0 Pas
= 130 (HRB) so 1 so 2 so 4

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- Vantaggi:
• facilità e rapidità di esecuzione;
• assenza di misure ottiche;
• possibilità di automatizzare la misura;
• capacità di differenziare acciai con durezze simili;
• il recupero elastico del materiale viene tenuto in considerazione
durante la misura.

- Lo svantaggio principale è quello di impiegare scale convenzionali


non confrontabili con quelle degli altri metodi di prova.

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LE PROVE MECCANICHE

Scale di durezza Rockwell

Scale di durezza Rockwell superficiale

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Microdurezza Vickers
Impiega carichi molto bassi (< 1 Kg) per testare la durezza del
materiale su piccole aree  misura della durezza dei singoli
costituenti strutturali di una lega.

Esempio: generica lega bifasica.


• Carico 100 g
• Materiale A: d = 0,051 mm → 70 HV
• Materiale B: d = 0,048 mm → 80 HV

B B

A A

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PROVA DI RESILIENZA
Premessa
- Un materiale che normalmente ha un comportamento duttile, può
rompersi in modo fragile se sono verificate alcune condizioni:
• reticolo cristallino (c.c.c. ed e.c.),
fattori legati al componente
• brusche variazioni di sezione o intagli,
• bassa temperatura,
fattori esterni
• alta velocità di deformazione.

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Finalità della prova

- La prova misura l’energia assorbita dal materiale durante la rottura


(resilienza) e la sua tendenza ad assumere un comportamento fragile.
- Perciò le condizioni di prova sono particolarmente severe:
• campione intagliato (a V, a U, intaglio americano, etc..);
• carico applicato sottoforma di urto;
• prove condotte anche a bassa temperatura (<< 0°C).

intagl
io

Meto Metodo
do di di
Izod Charpy

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Modalità di prova
- La prova viene eseguita con il pendolo di Charpy, capace di sviluppare
un’energia di 300 Joule.
Energia assorbita (J) = mg  (h - h')

Scala

Posizione di partenza
Indicatore
Martello

Fine corsa Provinoh


h’
Incudine

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Risultati della prova


- Al diminuire della temperatura di prova, per alcuni materiali (c.c.c ed
e.c.), si può individuare un campo di temperature entro cui la frattura
passa da duttile a fragile.

Fratt
ura FATT
assorbita
Energia

duttil
e
Transi
(J)

Frattura fragile
zione
duttile temperatura di
FATT Temperatura
- (°C)
fragile transizione

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- L’aspetto della superficie di frattura è indicativo del tipo di rottura.


- La percentuale di frattura a taglio (cioè duttile) può essere misurata e
utilizzata per individuare la temperatura di transizione (FATT).

Temperatura di
prova

Energia assorbita
(J) (curva A)

Frattura duttile
% (curva B)
Aspetto Aspett
lucente o
e fibroso FATT
granula AUMENTO e =
re opaco Temper
DUTTILITÀ 31°C
atura
(°C)

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- Non tutte le leghe metalliche mostrano la transizione duttile-fragile.


- I metalli con struttura c.f.c. (es. inox austenitici, leghe di Al e di Cu)
restano duttili anche a temperature molto basse.

Acciaio alto
carbonio

Acciaio
inossidabile

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- La temperatura di transizione, se presente, dipende principalmente


da 2 fattori:
• composizione chimica del metallo,
• microstruttura (dimensione del grano).

assorbita (J)
Energia
Esempio: influenza del tenore di
carbonio sulla duttilità di un
acciaio (lega Fe-C)
Tempera
tura (°C)

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NB: i risultati ottenuti dalle prove di resilienza NON sono esprimono


una grandezza intrinseca del materiale e NON sono quindi utilizzabili
nella progettazione.
Sono infatti fortemente dipendenti dalle modalità di prova (ad es. la
forma dell’intaglio).

Energia assorbita
(J)

Temper
atura
(°C)

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