Non è prevista come obbligatoria, ma è ormai una pratica consolidata nel settore degli affitti: alla firma del contratto, il
conduttore (ossia l’inquilino) si obbliga a versare al locatore un deposito cauzionale (anche chiamato “cauzione”, da
molti però impropriamente detto caparra).
La funzione della cauzione è innanzitutto quella di garantire il padrone di casa dalle eventuali morosità del canone. In
questo modo, se qualche mensilità non verrà versata, il danno sarà inferiore potendo il locatore trattenere la caparra a
compensazione degli arretrati non versati. Lo stesso dicasi anche per gli oneri accessori, ossia le spese correlate alla
locazione come, ad esempio, le spese condominiali.
Eccezionalmente la cauzione però può anche fungere da risarcimento per i danni arrecati all’immobile e per il
ripristino dello stesso. Come vedremo a breve, però, tale funzione può essere legittimata solo dall’accordo delle parti: in
altri termini, solo se il proprietario e l’affittuario concordano sull’ammontare delle spese necessarie alla manutenzione,
il primo può trattenere la somma. Se invece dovessero porsi dei contrasti (ad esempio sulla tipologia di interventi da
eseguire, sugli importi da spendere, sulla ditta da chiamare per le riparazioni) allora sarà necessario interessare un
giudice affinché quantifichi i danni. Se il padrone di casa non dovesse quindi avviare la causa civile funzionale a tale
scopo, dovrà restituire la cauzione.
A quanto ammonta la cauzione nell’affitto?
Per legge [2] la cauzione non può superare il limite massimo di 3 mensilità di canone. Si ritiene tuttavia che le parti
possano concordare (ad esempio in caso di locazione di immobile di particolare pregio o con rifiniture di valore) un
importo superiore purché in misura, in ogni caso, congrua e ragionevole, e sempre che lo scopo non sia quello di
riconoscere al locatore un canone maggiore di quello risultante dal contratto.
La somma versata a titolo di deposito cauzionale non può essere aumentata in corso di rapporto neppure se dovesse
essere previsto un aumento del canone per via degli aggiornamenti previsti dalla legge.