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Alcune note sulla valutazione dei coefficienti di diffrazione

Risolvendo il problema canonico della diffrazione di un’onda piana da parte del bordo di
un semipiano o di un diedro, si perviene ad un integrale di diffrazione del tipo:

I(Ω) =
∫Γ
g(α )e Ω f (α )dα (1)

dove g(α ) e f (α ) sono funzioni analitiche della variabile complessa α lungo la curva Γ con
punti terminali all’infinito e Ω è per ipotesi reale, positivo e grande. Tale integrale viene
valutato asintoticamente (per Ω → ∞ ) mediante il metodo del cammino a massima discesa
(Steepest Descent Path, SDP). La filosofia del metodo è che entro certi limiti, il cammino di
integrazione può essere deformato in modo continuo senza modificare il valore dell’integrale
a patto che, durante la deformazione, il cammino non passi attraverso singolarità
dell’integrando. Se durante la deformazione dal vecchio al nuovo cammino si incontrano delle
singolarità della g(α ) , in accordo al teorema dei residui di Cauchy, occorre aggiungere 2πj
volte il residuo, quando si attraversa un polo, o l’integrale lungo un percorso che circonda il
taglio fatto per rendere la funzione monodroma, quando si incontra un punto di diramazione.
Nel caso in oggetto, la g(α ) presenta, come vedremo, delle singolarità polari. Il cammino Γ
viene così deformato in un nuovo cammino γ a massima discesa (SDP) passante per il punto
di sella α s . Questo cammino è caratterizzato dal fatto che l’esponenziale decresce
rapidamente allontanandosi dal punto di sella e, pertanto, solo una piccola porzione di tale
cammino di integrazione contribuisce all’integrale. Il punto di sella α s della f (α ) è un punto
di sella isolato del primo ordine, ovvero f '(α s ) = 0 e f "(α s ) ≠ 0 . Ci si riconduce così
all’integrale:

∫ g(α )e Ω f (α )dα
(2)
I(Ω) =
γ

che viene valutato asintoticamente, cioè per Ω → ∞ , mediante il metodo dello SDP.
In accordo a tale metodo, si effettua il cambiamento di variabile da α a s,
f (α ) = f (α s ) − s 2 . In tal modo, nel piano complesso s, il cammino SDP diventa l’asse reale
ed il punto di sella il punto s = 0. Pertanto, l’integrale (2) diventa:


Ω f (α s )
∫ G(s)e −Ω s ds
2
I(Ω) = e (3)
−∞

dove

G(s) = g(α ) (4)
ds

La G(s) presenta delle singolarità polari che non danno fastidio nella valutazione
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asintotica quando sono lontane dal punto di sella. In tal caso, essendo possibile per grandi
valori di Ω arrestare lo sviluppo in serie di Taylor della G(s) al solo termine del primo termine
G(0), si ottiene:

I(Ω) ≈ e Ω f (α s ) G(0)
∫ e −Ω s ds
2
(5)
−∞

Essendo


π
e −Ω s ds =
2
(6)
−∞ Ω

risulta infine

π Ω f (α s )
I(Ω) ≈ e G(0) (7)
Ω

Si osservi che una delle singolarità polari della G(s) è associata all’onda incidente, mentre
un’altra è associata a quella riflessa. Tali singolarità si avvicinano al punto di sella quando la
direzione di osservazione è prossima allo shadow boundary (SB) o al reflection boundary RB.
In particolare, il polo associato all’onda incidente coalesce al punto di sella quando la
direzione di osservazione coincide con lo SB, mentre quello associato all’ onda riflessa
coalesce al punto di sella in corrispondenza dello RB. Se si effettua una valutazione asintotica
standard senza regolarizzare la G(s), si ottengono dei coefficienti di diffrazione non uniformi,
ovvero che non sono validi all’interno delle regioni di transizione (ad esempio quelli di
Keller). Se si regolarizza la G(s), si ottengono dei coefficienti di diffrazione uniformi, validi
anche nelle regioni di transizione (ad esempio quelli di Kouyoumjian e Pathak).

Tecniche di regolarizzazione in presenza di un polo in si .

a) Approccio alla Felsen (utilizzato nella UAT)

⎡ R ⎤ R
G(s) = ⎢G(s) − i ⎥ + i
⎣ s − si ⎦ s − si

dove Ri è il residuo di G(s) in si . E’ evidente che il termine in parentesi quadra rappresenta


la parte regolare di G(s) e l’altro termine quella non regolare.

b) Approccio alla Pauli-Clemmow (utilizzato nella UTD)

1
G(s) = [G(s) ( s − si )]
s − si

E’ evidente che il termine in parentesi quadra rappresenta la parte regolare di G(s) e l’altro
termine quella non regolare.

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