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AnconaAttualitàMacerata
Tanti gli spunti di riflessione nell'appuntamento organizzato dal Cluster Agrifood Marche
in collaborazione con Fondazione Cluster Marche e gli atenei di Camerino, Macerata,
Urbino e la Politecnica delle Marche
Di Redazione
-
7 Maggio 2021
ANCONA – Successo per l’appuntamento “Il biologico dal campo alla tavola:
innovazione e ricerca nelle Marche” che si è tenuto il 5 maggio, presso l’Aula Magna del
Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali dell’Univpm e trasmesso in
diretta su youtube, organizzato dal Cluster Agrifood Marche in collaborazione con la
Fondazione Cluster Marche, l’ Università di Camerino, l’ Università di Macerata, l'
Università di Urbino e l’ Università Politecnica delle Marche insieme ai principali Enti
di ricerca del territorio, in primis CREA, IRBIM CNR e Meccano spa.
L’iniziativa era incentrata sul ruolo della ricerca nel comparto agroalimentare bio
regionale e sulle sfide che la ricerca e le imprese dovranno affrontare nel prossimo
futuro.
Il Cluster Agrifood Marche è un’associazione senza scopo di lucro composta dalle
quattro Università delle Marche (UNICAM, UNIMC, UNIVPM, UNIURB), Istituti di
Ricerca, imprese che sono legate al mondo agricolo, alimentare ed ittico, associazioni di
categoria e società di servizi che collaborano tra loro per soddisfare le necessità di
innovazione lungo l’intera filiera agro-alimentare del territorio marchigiano. Tale
associazione nasce nel marzo 2015 con l’obiettivo di incrementare la competitività del
settore agro-alimentare regionale attraverso la cooperazione e il trasferimento di
Mirco Carloni
Mirco Carloni, Vicepresidente della Regione Marche ha parlato nel suo intervento
iniziale della credibilità delle Marche incentrata sulla qualità e sulla sicurezza
agroalimentare e del Distretto Biologico Regionale che serve a creare un forte biglietto
da visita soprattutto per le aziende locali che hanno messo al centro dell’impresa la
salute e la biodiversità concludendo con l’auspicio che la nostra regione deve essere
attrattiva anche per giovani e tecnologia.
«Ci occupiamo di food, nutrizione, sicurezza, tecnologie e agricoltura intesa come
custode dell’ambiente, ha affermato Massimo Fileni Presidente del Cluster Agrifood
Marche. Il cluster mette in relazione imprese e ricerca – continua Fileni – per il
trasferimento della conoscenza in una regione che ha cinque eccellenze come dice il
rapporto CDP 2021: biologico, economia circolare e formazione in primis. Le Marche
hanno il 22% di SAU biologica, percentuale già molto alta rispetto a quanto chiesto dalla
sfida del Green New Deal Europeo».
«Il Cluster Agrifood lancia un bel segnale – afferma Rosaria Ercoli Presidente della
Fondazione Cluster Marche – la ricerca del nuovo coniugato con la sostenibilità va
oltre gli effetti devastanti del virus, in rispetto delle giovani generazioni a cui è riservato il
futuro. Chi poteva riprendere il percorso di confronto se non il Cluster della filiera che
economicamente parlando meno è stata toccata dagli effetti devastanti della Pandemia.
Le conoscenze messe a disposizione e coniugate con l’applicazione, l’evoluzione del
biologico ‘dal campo alla tavola’ prodotti che arrivano sulle ns tavole senza impattare
negativamente nella terra, nell’acqua e nell’aria».
«Il convegno vuole aprire nuove prospettive sul tema dell’agricoltura – afferma il Rettore
dell’Univpm Prof. Gian Luca Gregori – e il biologico rappresenta un enorme
opportunità per guardare ai mercati internazionali. Va in questa direzione il nostro nuovo
corso di laurea in ‘Sistemi agricoli innovativi’ dove si applicheranno le nuove tecnologie
all’agricoltura. La ricerca, quindi, diventa fondamentale per lo sviluppo del territorio e per
trasferire innovazione alle imprese. Per questo, oggi, sono presenti, per dare il loro
contributo, tutte le Università delle Marche».
«L’impegno di Unicam e degli altri Atenei marchigiani all’interno del Cluster Agrifood –
ha affermato il Rettore Unicam Prof. Claudio Pettinari – conferma ancora una volta
l’importanza delle attività di trasferimento tecnologico dell’innovazione prodotta
all’interno dei nostri laboratori a beneficio dello sviluppo economico del territorio,
attraverso il sostegno alle imprese che in esso vi operano, in questo caso per la
valorizzazione del settore agroalimentare, una delle eccellenze della nostra Regione».
«La politica agricola è stata la prima politica comune – afferma il Rettore
dell’Unimc Prof. Francesco Adornato – con le merci che circolavano più liberamente
delle persone e strumenti monetari precedenti l’euro. Nel tempo l’agricoltura è diventata
plurale: biologica, di montagna, sociale, urbana. L’agricoltura biologica, in particolare, ha
tante specificità, che questo convegno ha approfondito: produce beni alimentari, ma, al
tempo stesso, protegge valori primari come l’ambiente e la salute, comunica e fidelizza».
«Per il rafforzamento dell’agricoltura biologica – sottolinea il prorettore vicario
dell’Ateneo di Urbino prof. Vieri Fusi – è necessaria un’intensa attività di ricerca, a
partire da quella di base, e di diffusione delle innovazioni. Una ricerca che sia fortemente
interdisciplinare, per rispondere alla complessità di questo processo di transizione
ecologica, accompagnata da specifici programmi di formazione, come quelli attivati dal
nostro Ateneo. E, naturalmente, è indispensabile un collegamento forte e collaborativo
tra Università , enti di ricerca, associazioni e imprese, come dimostrato dal ricco
confronto che ha caratterizzato il Convegno».
Gian Marco Luna, Direttore IRBIM CNR, concentra l’attenzione sulla Blu Economy:
«l’acquacoltura è, e sarà, fondamentale per l’alimentazione umana; non è un lusso ma
una necessità che ha in sé tante sfide che andranno affrontate con un approccio ‘One
Health’, coniugando la salute dell’ambiente, degli organismi allevati e dell’uomo. Il
comparto della mitilicoltura nelle Marche ha avuto importanti incrementi produttivi, è un
settore sicuramente da tutelare».
Gabriele Campanelli CREA si è soffermato sull’importanza di «studiare l’agricoltura
biologica a livello di sistema per una valutazione anche delle esternalità ambientali.
Successivamente ha illustrato le attuali ricerche sull’agricoltura biologica come la
gestione conservativa del terreno, la diversificazione colturale mediante le consociazioni,
il miglioramento genetico partecipativo e l’agricoltura di precisione».
A concludere l’appuntamento gli interventi significativi dal mondo imprenditoriale
biologico marchigiano a confronto in una tavola rotonda moderata dal Presidente
Agrifood Massimo Fileni. Si è parlato di pasta biologica con Giovanni Girolomoni
dell’Azienda Girolomoni, di agricoltura biologica, etica e rete con Bruno Sebastianelli de
La Terra E Cielo, di olio biologico ad alto valore salutistico con Francesca Petrini de la
Fattoria Petrini, di vini biologici del matelicese con Marco Vecchioli di Borgo Paglianetto,
di ortofrutta biologica e logiche del mondo distributivo con Alessandra Damiani di Orsini