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ATTACCAMENTI TRAUMATICI: UNO STUDIO EMPIRICO SU ALCUNI ASPETTI DEL FUNZIONAMENTO

MENTALE IN UN CAMPIONE CON UNA STORIA DI MALTRATTAMENTI E ABUSI

C. Lasorsa°, E. Porcellini°, C. Comella°, F. Mittino°, C. Albasi°*.


°Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Torino
°Gruppo di studio Psicologia Clinica dell’Adolescenza, Torino
*SIPRe (Società Italiana di Psicoanalisi della Relazione)

Introduzione

Il presente lavoro si inserisce nelle nostre attività cliniche e di ricerca sui bambini e sugli
adolescenti (cfr. Albasi, 2004a, 2004b, 2005a, 2005b); in particolare, si colloca nel filone di
ricerche sul trauma, la dissociazione e il coinvolgimento del corpo dal punto di vista della
psicoanalisi relazionale e della teoria dell’attaccamento (Albasi, 2006). La ricerca si prefigge di
studiare le relazioni tra i Modelli Operativi Interni (MOI), i processi dissociativi e le manifestazioni
somatiche, in uno studio effettuato su un campione di ragazzi vittime di abuso sessuale e/o grave
maltrattamento. Tali soggetti presentano infatti un maggiore ricorso a processi dissociativi che,
soprattutto nella pre-adolescenza e nell’adolescenza, possono trovare, attraverso la dimensione
corporea delle somatizzazioni e degli agiti auto lesivi, un’importante forma di espressione di
un’esperienza che non può essere mentalizzata.

Metodo

Il campione oggetto della nostra indagine è composto di 35 soggetti che hanno subito abuso
sessuale o trascuratezza o grave maltrattamento fisico/psicologico, di cui 17 maschi (48,6%) e 18
femmine (51,4%), di età compresa fra gli 8 e gli 11 anni, con un’età media di 10,1 anni.
Questo campione è stato confrontato con un campione di controllo composto da 70 soggetti: 34
maschi (48,6%) e 36 femmine (51,4%) di età compresa fra gli 8 e 11 anni, con un’età media di 9,08
anni.
Per quanto riguarda gli strumenti, sono stati utilizzati:
- scheda socioanagrafica;
- SAT (Separation Anxiety Test) (Attili, 2001), che permette di individuare lo stile d’attaccamento
dei soggetti. Questo strumento è di tipo semi-proiettivo ed è basato su sei vignette che
rappresentano scene di separazione tra un bambino/a e i suoi genitori. Si prevede che queste scene
attivino le rappresentazioni legate all’attaccamento (MOI), evocando aspettative ed emozioni
coerenti con il pattern del soggetto. L’attaccamento è valutato secondo due diverse prospettive, in
base alle risposte che il soggetto dà riguardo alle emozioni e reazioni del bambino raffigurato nelle
tavole definito Bambino Ipotetico oppure in base alle risposte che il soggetto dà sulle proprie
emozioni e reazioni (Bambino Reale).
-CDC (Children Dissociative Checklist) (Putnam, 1993), che consente di identificare bambini e
adolescenti con disturbi dissociativi; lo strumento include una specifica attenzione all’indagine dei
sintomi dissociativi che coinvolgono la dimensione corporea, quali somatizzazioni e condotte
autolesive. E’ una misura basata sul resoconto d’osservatori, che nel nostro caso corrispondono a
educatori e insegnanti.
-PVM (Metodo dei prototipi e delle variazioni) (Seganti, 1995), un sistema di codifica degli aspetti
espressivi del linguaggio verbale che permette di valutare le qualità affettive e le rappresentazioni
procedurali legate al corpo dei Modelli Operativi Interni. Quest’analisi ha riguardato due situazioni
emotivamente opposte, il racconto dell’Episodio Peggiore della vita e il racconto dell’Episodio
Migliore della vita dei bambini intervistati.

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Abbiamo formulato tre ipotesi di lavoro: 1) nel campione clinico la percentuale di soggetti con
attaccamento disorganizzato e confuso è maggiore rispetto al campione di controllo; 2) i soggetti
del campione clinico presentano maggiori evidenze di processi dissociativi in atto, rispetto al
campione di controllo; 3) i soggetti con uno stile di attaccamento disorganizzato e confuso al SAT
riportano un punteggio maggiore alla scala CDC.

Risultati

Per valutare la prima ipotesi abbiamo confrontato gli stili di attaccamento emergenti al SAT dai due
campioni.

TAB. 1. Distribuzione degli stili di attaccamento nel SAT - Bambino Ipotetico:

STILI ATTACCAM. Campione Controllo Campione Clinico


Att. Evitante 21,4% (N=7) 20% (N=15)
Att. Sicuro 48,6% (N=11) 31,4% (N=34)
Att. Ambivalente 18,6% (N=8) 22,9% (N=13)
Att. Disorganizzato 5,7% (N=4) 11,4% (N=4)
Att. Confuso 5,7% (N=5) 14,3% (N=4)

FIG. 1. SAT GRUPPO CLINICO

FIG.2. SAT GRUPPO DI CONTROLLO

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La distribuzione dell’attaccamento nei due campioni differisce in maniera statisticamente
significativa (p<.05)

Per valutare la seconda ipotesi abbiamo confrontato i risultati dei due campioni al CDC.

TAB. 2. Dissociazione nei due campioni

GR. APPARTEN. MEDIA TOT. CDC DEV.ST. TOT CDC


CAMPIONE CONTROLLO 4,21 5,03
CAMPIONE CLINICO 12,63 5,536

Possiamo osservare che il campione clinico ottiene un punteggio medio alla scala CDC più alto
rispetto al valore soglia individuato dagli autori come indicatore di dissociazione patologica
(Putnam, 1993).
Inoltre, il campione clinico ha un punteggio maggiore alla scala CDC rispetto al campione di
controllo in misura statisticamente significativa (p<.001; Eta Quadro= 0,372).
Dall’analisi del PVM, nei racconti dei soggetti del campione Clinico riguardanti l’Episodio
Peggiore, gli Stati Negativi sono significativamente meno numerosi rispetto agli Stati Negativi
presenti nei racconti dell’Episodio Peggiore effettuati dal campione di Controllo (p<.05; Eta
Quadro= 0.41).

TAB. 3. Espressione degli Stati Negativi nell’Episodio Peggiore

GR. APPARTEN. MEDIA E.P. Stati - DEV.ST. E.P. Stati -

CAMPIONE CONTROLLO 21,1886 13,5319

CAMPIONE CLINICO 15,2229 14,09429

Riportiamo alcuni protocolli per esemplificare i nostri dati:

Campione di controllo
sesso = M; età = 9
classe III elementare
E.P. Stati Negativi = 21,1 (tutti del Soggetto)
Non mi ricordo aspetta…. da piccolo quando avevo paura del buio.
Mi sentivo un po’ triste; triste perché ero sdraiato sul letto, con le coperte tutte addosso perché mi
coprivo dalla paura ed ero tutto sudato, poi facevo così … e mi sembrava di vedere dei mostri e,
siccome io dormivo con mia sorella, mi abbracciavo a lei però lei dormiva.
I mostri che vedevo … che mi ammazzassero.
Mi sentivo un po’ più sollevato perché abbracciando mia sorella mi faceva un po’ compagnia.

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Campione di controllo
Sesso = F; età = 10
classe IV elementare
E.P. Stati Negativi = 27,3
Il mio giorno più brutto è stato quando era Natale e mi scappava da vomitare e mi sentivo
malissimo, perché sono venuti i miei cugini e dei miei amici, e hanno portato delle patatine e allora
io ho mangiato le patatine poi ho giocato con i miei cugini e poi mi sono messa nel letto e ho
vomitato tantissimo. Avevo tutta la pancia che mi faceva male. Ho bevuto acqua e limone e poi mi
usciva anche il catarro di notte, non mi era mai capitato di vomitare era solo la prima volta. Ho
avuto paura e mi sono spaventata che potevo morire, che quando vomito mi fa malissimo la gola e
allora penso che forse la gola come dire, io non respiro più e posso morire. Sono stata più tranquilla.

Campione di controllo
sesso = F; età = 8
classe II elementare
E.P. Stati Negativi = 37,7
.. tipo quando ho visto una brutta cosa al bar, alla televisione. di solito in certi bar c’è la tv e ho
visto una brutta cosa che vorrei dimenticarmi, tipo un uomo che si levava la pelle, una cosa proprio
brutta che vorrei proprio dimenticarmi. Poi mia mamma mi ha detto: “girati per favore perché se
vedi sta cosa … girati perché se no …”. Perché poi, ha detto mamma che poi si vedeva quando
finiva, ha detto che si levava pure le ossa. Mamma mia!

Campione di controllo
sesso = F; età = 10
classe IV elementare
E.P. Stati Negativi = 23,8 (tutti del Soggetto)
Quando ho litigato con una mia amica, non mi ricordo per che cosa e avevo anche pianto; poi siamo
state qualche giorno senza parlarci.

Campione clinico
sesso = F; età = 11
classe V elementare
E.P. Stati Negativi = 8,1 (tutti dell’altro)
Quando mi sono persa a Torino. Ero con mia mamma e mio papà e mi sono persa.
Poi mi hanno trovato loro. Erano preoccupati e arrabbiati; prima non mi hanno sgridata dopo mi
hanno fatto capire che avevo sbagliato.

Campione clinico
sesso = M; età = 8
classe II elementare
E.P. Stati Negativi = 12,5 (tutti dell’altro)
Quando mia mamma e mio papà facevano casino che gridavano.

Campione clinico
sesso = M; età = 8
classe II elementare
E.P. Stati Negativi = 11,1 (tutti del Soggetto)
Quando sono venuto qui a Bardonecchia pensavo di non vedere più Valentina.

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Campione clinico
sesso = F; età = 11
classe V elementare
E.P. Stati Negativi = 0
Quello di mio padre che mi ha fatto quella cosa brutta.

E’ possibile interpretare tale dato nel senso di una maggiore tendenza al funzionamento di processi
dissociativi nel gruppo di bambini vittima d’abuso e grave maltrattamento. Questa, infatti, potrebbe
essere all’origine della loro difficoltà ad accedere agli Stati Negativi. Come già ipotizzato da
Ferenczi (1932; Borgogno, 1999) e in seguito da altri autori della psicoanalisi relazionale (cfr.
Albasi, 2006; Granieri, Albasi, 2003), i processi dissociativi si sviluppano nel bambino che cresce
in contesti di attaccamento traumatico, interrompendo in modo anticipatorio l’elaborazione di stati
negativi (come quelli sottostanti a pensieri e sentimenti di rabbia, disprezzo, odio, rifiuto),
consentendo al bambini di conservare una rappresentazione positiva del legame con la figura di
attaccamento, a discapito dell’accesso alla sua esperienza soggettiva profonda.
Per controllare la terza ipotesi ci interessa osservare se i soggetti con uno stile di attaccamento
disorganizzato e confuso al SAT riportano un punteggio maggiore alla scala CDC rispetto ai
soggetti caratterizzati da stili di attaccamento differenti.
L’Analisi della Varianza (ANOVA) fra la tipologia dell’attaccamento e i punteggi alla scala CDC
non ha mostrato differenze statisticamente significative fra le medie dei punteggi alla dissociazione.
Tale risultato è emerso sia utilizzando le tipologie di attaccamento relative al Bambino Ipotetico che
le tipologie di attaccamento relative al Bambino Reale.

Conclusioni

Alla luce dei dati ottenuti, ipotizziamo un profilo sintetico dei risultati dei soggetti appartenenti al
nostro campione clinico.
Le persone che hanno subito maltrattamento e abuso presentano una percentuale di attaccamento
disorganizzato e confuso più elevata rispetto sia al campione di Controllo sia al campione
normativo di riferimento nella standardizzazione dello strumento. Nello specifico, quando i soggetti
si riferiscono alle proprie emozioni ed esperienze reali (attaccamento Bambino Reale), tale
differenza tra i due campioni raggiunge la significatività statistica; questo risultato sostiene l’ipotesi
che, di fronte all’invito di confrontarsi più direttamente con la propria realtà interiore, gli individui
abusati e maltrattati evidenziano una ridotta articolazione dei processi difensivi rispetto al caos
generato dalla propria esperienza e possono quindi mostrare la tendenza a manifestare questi stati
attraverso il corpo. Il corpo può venire dunque a rappresentare il luogo di espressione privilegiato di
un’esperienza interna dolorosa a cui non è possibile accedere. Infatti, i soggetti clinici mostrano il
ricorso alla dissociazione in maniera massiva e pervasiva, facendone una modalità difensiva
patologica per far fronte all’esperienza traumatica. Gli individui abusati e maltrattati hanno
difficoltà nell’accedere agli Stati Negativi durante il racconto dell’Episodio Peggiore al PVM:
anche questo va a confermare e sostenere l’ipotesi dell’azione dei meccanismi dissociativi che
impediscono la rappresentazione mentale di esperienze dolorose e disturbanti connesse all’aver
sperimentato un attaccamento traumatico.

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Bibliografia

Albasi C. (2004a), Confini e relazioni. La psicoterapia dell’adolescente tra psicoanalisi relazionale


e teoria dell’attaccamento. Abilitazione e riabilitazione, 13, 1, pp. 9-24.
Albasi C. (2004b), Appunti sulla psicoterapia psicoanalitica relazionale dell’adolescente
tossicodipendente, www.psychomedia.it
Albasi C. (2005a), Trauma, dissociazione e intervento psicologico in età evolutiva in situazioni di
patologia organica. Introduzione al Simposio, In Riassunti delle comunicazioni, Congresso AIP-
Cagliari 2005.
Albasi C. (2005b), Il concetto di Modelli Operativi Interni Dissociati e la sua applicazione nel
lavoro con pazienti con patologia somatica in età evolutiva. In Riassunti delle comunicazioni,
Congresso AIP-Cagliari 2005.
Albasi, C. (2006). Attaccamenti traumatici. I Modelli Operativi Interni Dissociati. Torino: UTET.
Attili, G. (2001). Ansia da Separazione e misura dell'Attaccamento normale e patologico -
Versione modificata e adattamento italiano del Separation Anxiety Test (SAT) di Klagsbrun e
Bowlby. Milano: Edizioni Unicopli.
Borgogno, F. (1999). Psicoanalisi come percorso. Torino: Bollati Boringhieri.
Ferenczi, S. (1932). La confusione delle lingue tra adulti e bambini. In S. Ferenczi, Opere, vol. 4.
Milano: Raffaello Cortina, 2002.
Granieri, A., Albasi, C. (2003). Il linguaggio delle emozioni. Torino: UTET.
Putnam, F.W. (1997). La dissociazione nei bambini e negli adolescenti. Una prospettiva evolutiva.
Roma: Astrolabio 2005.
Seganti, A. (1995). La memoria sensoriale delle relazioni. Torino: Bollati Boringhieri.

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