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29 aprile 2021 - 07:49 > Versione online

da lì passarono i primi abitanti


d'America. Anche Gaia Galassi (Uniurb)
fra gli studiosi della scoperta
dell'Arcipelago Transitorio scomparso
10mila anni fa
Stretto di Bering: da lì passarono i primi abitanti d’America. Anche Gaia Galassi (Uniurb)
fra gli studiosi della scoperta dell’Arcipelago Transitorio scomparso 10mila anni fa
di
29 aprile 2021

Gaia Galassi
URBINO – Quando e come i primi uomini abbiano raggiunto il continente Americano è
una questione che da anni è al centro di un fervente dibattito scientifico. Quello che una
volta sembrava essere un fatto noto, ora è stato definito “uno dei più grandi misteri del
nostro tempo” (Fen Montaigne). La comprensione di quando, dove e come sia avvenuta
questa migrazione può essere affrontata solo dall’insieme di più discipline, quali
l’archeologia, l’antropologia, l’oceanografia, la geofisica e la geografia umana.
Ora il lavoro The Bering Transitory Archipelago: Stepping-stones for the first
Americans di Jerome E. Dobson (Università del Kansas, USA) Giorgio Spada
(Università di Bologna) e Gaia Galassi (Università di Urbino) nato dalla
collaborazione tra discipline diverse, propone una soluzione geografica basata su una
ricostruzione della paleotopografia dello stretto di Bering.

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29 aprile 2021 - 07:49 > Versione online

“Per la ricostruzione della evoluzione delle linee di costa, è stato utilizzato un modello
geofisico che simula la risposta della Terra allo scioglimento dei ghiacci dall’ultima
glaciazione” spiega il professor Spada del Dipartimento di Fisica e Astronomia di
Bologna. “Il modello ha permesso di verificare la presenza di un arcipelago (Arcipelago
Transitorio) nel Mare di Bering con una estensione di circa 1400 km, esistito da 30.000 a
8.000 a.C., poi progressivamente inondato a causa della deglaciazione. Le implicazioni
della presenza dell’Arcipelago Transitorio sono profonde, e aprono la strada all’analisi di
nuovi percorsi di migrazione che avrebbero permesso di evitare il passaggio
emerso dello stretto di Bering”.
Giorgio Spada
Nel lavoro dei tre studiosi sono state
esaminate le ipotesi di migrazione
dall’Asia alle Americhe attualmente in
discussione, tra cui la “Clovis first”,
la “Kelp Highway” e lo “stallo beringiano”,
ed è stata avanzata una nuova ipotesi, la
“Stepping Stones”, per cui le isole
dell’Arcipelago Transitorio sarebbero state
utilizzate come mezzo di progressivo
spostamento verso ovest.
Per la dottoressa Galassi del Dipartimento
di Scienze Pure e Applicate di Urbino “la
presenza di numerose isole emerse per
un tempo sufficientemente lungo di anni
avrebbe rappresentato un’area di sosta
ideale per i viaggiatori dell’ultimo massimo
glaciale. Le sue coste avrebbero
abbondato di iodio, acido
docosaesaenoico (DHA) e altri nutrienti
essenziali per la salute umana e lo
sviluppo del cervello. La ipotesi “Stepping
Stones” soddisfa tutti i quattro requisiti
necessari ad un’ipotesi di migrazione: una
popolazione originaria in Asia, un
percorso con abbondante sostentamento, insediamenti in Nord America subito dopo ma
non prima e un sufficiente isolamento per permettere una differenziazione genetica delle
prime popolazioni”.
Articolo pubblicato in: Cultura e spettacoli, Slide, Urbino, Urbino-Cultura e spettacoli

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