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PLOTINO

Plotino può essere considerato un punto di snodo tra la vecchia filosofia greca e quella cristiana.
Plotino non è cristiano anche se sarà uno dei più grandi filosofi cristiani.
La teoria di Plotino si inquadrava in uno dei problemi più grandi del passaggio dal mondo greco al
Cristiano ovvero Dio creatore, Dio che produce la materia.

Attraverso l’esempio dello stagno abbiamo  parlato della teoria che Plotino trova per spiegare in che
modo l’uno crea la materia, questa teoria è la teoria dell’’emanazione. Essa è perfetta te raffigurata
dal sasso nello stagno, primo cerchio concentrico derivato dal sasso, gli altri derivati dal primo.
Quindi Plotino dice che dall’uno noi abbiamo una serie di emanazioni, ogni emanazione (ogni
cerchio) viene chiamata ipostasi cioè le onde dello stagno rimangano ferme come una stazione.
Mettendo assieme la teoria dell’emanazione e il fatto dell’ipostasi noi abbiamo che l’uno produce
prima di tutto un ipostasi che Plotino chiama intelligenza o intelletto. Anzi questo ci permette di
vedere un aspetto di Aristotele (unico collegamento con Aristotele ) che definisce quando parla del
primo motore immobile come Dio lo definisce in un modo particolare cioè pensiero del pensiero,
con ciò ci vuole dire che Dio non ha delle obiettivi pratici da perseguire essendo totalmente
perfetto, noi abbiamo degli scopi. A Dio rimane da pensare la perfezione, la perfezione è Dio stesso,
Dio pensa sempre se stesso. Dio lo fa in modo spontaneo non narcisistico. Questa prima ipostasi,
l’intelletto divino ci dice appunto questo: è uno specchio questa prima ipostasi in cui Dio,l’uno,
pensa a se stesso. La volontà di Dio si esaurisce tra l’uno e questa prima ipostasi. Le altre ipostasi
non  sono, ci dice Plotino, una conseguenza volontaria di Dio ma derivano dalla prima ipostasi.
Quindi noi abbiamo l’intelletto, il bene, la giustizia man mano la forza delle ipostasi va a scemare e
segue un preciso percorso quello dell’’irradiazione, della luce. Qui Plotino vede l’uno come una
fonte energetica che irradia luce che si ferma nelle ipostasi per poi creare una nuova ipostasi ma
ogni generazione di ipostasi fa perdere energia finché l’ultima ipostasi, involontaria rispetto a Dio,
si oscura cioè si passa ad un mondo d’ombra dove abbiamo la materia. La materia nasca da Dio ma
non attraverso una azione volontaria ma è una conseguenza dell’energia che si sprigiona e crea luce
e poi si trasforma in materia solida. Il mondo, l’universo per Plotino non è una creazione di Dio ma
una conseguenza. Da qui Plotino lega la sua filosofia a Platone, infatti la filosofia di Plotino vien
chiamata neoplatonismo perché una  volta che appare la materia, l’uomo è l’unico che percepisce
quella luce da cui proviene e inizia proprio come in Platone dal mondo delle cose a quello
dell’Iperuranio attraverso la reminiscenza in Platone mente in Plotino inizia il viaggio a ritroso cioè
ritorna l’uomo che vuole ricongiungersi con il principio che l’ha generato. Con Plotino rispetto a
tutti i filosofi greci del passato abbiamo un ritorno dal molteplice all’uno e Plotino ci dice che quest
avviene grazie alla politica, alla democrazia, al bello, e allo studio della conoscenza grazie alla
filosofia. Ciò l’uomo coltivando al proprio interno lo spirito riesce a scoprire quell’uno da cui
proviene. Questo viaggio a ritroso non avviene dopo la morte, non c’è nulla di religioso, ma avviene
durante l’esistenza.
Plotino è importante perché all’inizio i primi filosofi cristiani, chiamati padri della chiesa , si
distinguono in lingua greca e latina. Tutti i padri della chiesa hanno un atteggiamento opposto alla
filosofia. Alcuni vogliono accogliere la filosofia greca altri no quindi c’è una apertura o una
chiusura? In genere i padri della chiesa del mondo greco sono tutti per l’apertura mentre quello del
mondo latino sono per la maggior parte predisposti alla chiusura.  Per esempio Tertulliano era uno
di quelli che riteneva che essendo Che i primi filosofi erano cresciuti prima di Cristo  e non
conoscendolo non potevano dir.ci nulla anzi erano da considerare eretici quindi era inutile
soffermarsi sulla filosofia greca. Però dall’altro lato c’era per esempio San Giovanni Battista  che
quando deve utilizzare un termine per chiamare Dio utilizza la parola verbo cioè logos. Dietro
questo rifiuto c’è un problema per i filosofi cristiani cioè quello di usare una terminologia nuova e
quindi sono costretti a richiamarsi alla vecchia filosofia greca. C’è solo una posizione che è
totalmente distante da questa cioè quella di non commisurare la religione cristiana con la filosofia
greca, cioè invece di entrata in questo dibattito su chi seguire   abbiamo la teoria di Paolo di Tarso,
un ebreo convertito a cristianesimo, il quale dirà “credo perché è assurdo” con questa frase taglie
qualsiasi cordone con il mondo greco. Paolo dice anche che la novità del cristianesimo è proprio
quello che non ha  a che fare con la logica e con la filosofia ma è una religione che mi pone di
fronte alla domanda credi? O non credi?, esperienza opposta a quella del conoscere, esperienza
della fede. Questa posizione di Paolo è fondamentale perché noi vedremo che si cercherà un
rapporto con la filosofia però questo dialogo tra filosofia greca e cristiana avverrà tramite la fede e
la ragione cioè nella possibilità o nell’impossibilità di tenere insieme fede e ragione c’era tutta la
gamma di posizione tra la filosofia greca e cristiana. È vero che  Paolo è il primo che stoppa subito
questo discorso dicendo che la religione non ci azzecca niente con la filosofia nemmeno la
teologia , Paolo si schiera in una posizione fidistica ponendo la religione su un altro piano rispetto
alla ragione. Paolo ci dice che il Cristianesimo inaugura la stagione della fede. Non è possibile
razionalizzare ciò che può essere appreso solo grazie alla fede. Ancora oggi questa posizione di
Paolo è fondamentale. Essa è così importante che il confronta tra filosofia greca e cristiana ruta
introno al confronto tra fede e ragione.  Questo rapporto fede-ragione  può essere la definizione di
un periodo di tempo di ben 10 secoli ma non tutto ovviamente può essere letto sotto questo
rapporto. È chiaro che il termine fede è per questi 10 secolo come oggi il termine tecnica cioè tutto
ruota intorno alla fede. Il medioevo da punto di vista politico si basa su rapporti fiduciari.
L’esperienza della fede cristiana in un Dio unico era una novità assoluta nel mediterraneo e quindi è
chiaro che questa religione monopolizza i pensieri di tutti gli uomini che vengono a conoscenza di
questa rivoluzione. Al di là dell’atteggiamento dei padri della chiesa che volevano aprire o chiudere
alla filosofia greca è pur vero che i primi grandi filosofi cristiani si formano sulle grandi opere del
mondo greco. Per esempio San Agostino era un accanito lettore di Cicerone, del Timeo di Platone
quindi della filosofia greca anche se Sant’Agostino sarà uni dei più grandi rappresentanti della
filosofia cristiana il suo passato e interamente greco inoltre lui era anche in sofista. C’è proprio un
problema pratico: dove poggio le basi per questa nuova filosofia se non ho un riferimento? Il
riferimento è il mondo greco. Quindi non è sbagliato dire che grazie all’intermediazione dei romani
e all’opera di Plotino che risolve questo grande problema per mettere insieme il mondo greco e
Cristiano, Dio ha creato il mondo inconsapevolmente. Il problema di Plotino in realtà risolto da un
lato ne apriva un altro grandissimo che forse è ancora più importante del fatto che Dio creo la
materia, è il fatto del male. Noi sappiamo da Platone che la materia è la causa del male. Se noi non
avessimo la materia le cose sarebbero identiche alle idee. Infatti abbiamo il mito del demiurgo che
ci dice che il mondo non è perfetto per colpa delle ma materia. Allora se diciamo che dio ha creato
la materia dobbiamo ammettere che Dio ha creato il male o quantomeno che lo giustifica. Questo
tema è molto importante perché è la netta separazione tra il mondo ebraico e Cristiano. Se
prendiamo il vecchio testamento il Dio biblico non solo giustifica il male ma è lui stesso che
reagisce al male con il male. Il Dio ebraico è un Dio vendicativo. La cosa importante è che il
Cristianesimo ci dice che bisogna eliminare la violenza da parte degli uomini e di Dio. Cristo con il
suo sacrificio ci sta dicendo di eliminare la violenza, i sacrifici perché lui fa finire la violenza con il
suo sacrificio. Qui abbiamo la trasformazione dall’antico al nuovo testamento. I filosofi cristiani
intorno a questo concetto ovvero che Dio è un Dio di amore risolvono tutti i problemi del mondo
greco. Perché Dio ha creato il mondo? Dio crea il mondo per amore, è questo che dicono i filosofi
cristiani. Ovviamente rimarrà il problema del male.

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