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In ogni tempo uomini saggi di ogni razza e cultura hanno reso testimonianza che l’enigma
dell’umana esistenza può essere risolto solo da chi è educato all’Arte di riunire gli opposti,
poiché proprio della vacua mente e della sua mortale ancella, la cieca ragione, è l’errare tra Scilla
e Cariddi, rischiando ad ogni istante di perdersi in profondità ancor più oscure:
Chi leggerà fino alla fine il Libro dei contrari e chi saprà unirli nel NOME unico, doppio,
quadruplo e ottuplo, apparirà saggio ai saggi, santo ai santi e folle ai folli. Così molti hanno
discusso magnificamente su Dio, sui suoi attributi e sulla sua creazione, ma quanti hanno
intravisto il lembo della sua veste e quanti hanno baciato la traccia dei suoi passi? Ma
quanti dunque allora hanno contemplato lo splendore del suo corpo, e quanti, oh stupore,
hanno gustato le delizie del suo cuore? (Louis Cattiaux, MR XIII-38')
Trovandosi diletto nella frequentazione delle Scritture e dei testi dei Saggi, ci si imbatte
talvolta in anonimi autori. Vorremmo suscitare l’attenzione del lettore su questo particolare
aspetto della Tradizione, ponendo un semplice quesito: esiste una qualche inosservata
motivazione che giustifichi l’anonimato dei Saggi?
Cominciamo con il porre in evidenza che l’a-nonimo e colui che non ha un nome: lo ha
perduto? Oppure ne è stato privato? O forse ancora lo ha barattato contro qualcos’altro,
credendolo un buon affare?
Eccoci nuovamente immersi nel Libro dei contrari: qui son di fronte l’Anonimo ed il
Nome che dovranno essere riuniti per il miracolo di una cosa sola.
Ma con ordine procediamo.
Per alcuni l’anonimato è segno della vera umiltà::
I saggi ed i santi autentici attribuiscono a Dio solo il merito e la lode di tutto ciò che fanno
in suo NOME. “Oh perfetta umiltà della conoscenza vera!” (MR, XIX-4)
Il Signore agirà dapprima su di noi e, dopo, noi agiremo sul mondo in suo NOME, senza mai
attribuire a noi il potere che ci sarà stato donato da lui. (MR XXXI-40)
I veri figli di Dio si riconoscono in questo mondo al fatto che rapportano costantemente a
Dio la gloria di ciò che fanno in suo NOME. (MR XXXI-40')
In verità, gli scritti della Tradizione rendono omaggio, avvalorandosi con l’anonimato, al
solo e vero autore dell’Opera. Ma “Il Messaggio Ritrovato” si spinge oltre, fino ad affermazioni
degne di profonda riflessione (MR XXXV-1)
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O nostro Signore e nostro Dio, conferma nel cielo la nostra parola e la nostra visione
terrestri, come noi confermiamo quaggiù il tuo santo Nome e la tua santa presenza celesti.
Oh miracolo di Dio, molti si raduneranno e, ricoperti della loro carne di vita, loderanno il
suo santo NOME, ed il deserto degli uomini diventerà come il giardino d’Eden. (MR
XXXIII-27)
Non si tratta qui di litigare sulle parole; si tratta piuttosto di trovare il Dio che ci
libera dalla morte. (MR XVIII-49’)
In definitiva, potremmo affermare che fine della nostra Arte è servirsi della Parola per
ottenere la rivelazione del Nome (MR III-3)':
Tutti vedono l’antenato, alcuni lo riconoscono, uno solo lo ridesta e libera il mondo dal
peccato.
“Donaci il tuo NOME segreto, o Signore, se giudichi che i nostri cuori sono abbastanza puri
da non morirne”.
Il Nome che cerchiamo è un nome segreto, e la sua ricerca richiede particolari disposizioni
del cuore (prescrizioni in tutto simili a quelle valide per il legittimo destinatario del Graal),
mentre si espone a morte certa (ma assai più temibile ed atroce di quella che i volgari non osano
nemmeno più nominare) chi intende profanarne i Misteri.
Qualunque sia il rischio cui va incontro, l’anonimo Adepto non può impedirsi di ricercare il
suo naturale complemento; comincia allora, in gioventù, a delineare le suggestive particolarità del
Nome ricercato:
Il mio Nome è come un punto d’oro nel tabernacolo degli antenati. Chi lo farà brillare sulla
terra? dice il Signore. E chi lo farà risplendere nel cielo? chiede l’Unico. (MR XII-49)
Il santo Nome di Dio è una realtà viva e palpabile che può tutto. È un mistero che veramente
pochi hanno conosciuto o conosceranno. MR XVIII-65'
Il santo Nome del Signore è una magia potentissima in bocca a chi crede ed ama
veramente. (MR XVII-23')
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Nessun ignorante sarebbe capace di bestemmiare il Nome di Dio, perché nessuno lo
conosce tranne chi già vive l’eternità. (MR XIII-10)
Secondo che il NOME di Dio salga o discenda, è una benedizione o una maledizione;
poiché ha un diritto e possiede un rovescio. Così lo stesso NOME può produrre la
vita o può far apparire la morte secondo il modo in cui si presenta a noi, ed anche
secondo il modo in cui noi ci presentiamo a lui. (MR XXVII-46')
L’antenato dei giorni ci sorride attraverso la morte, ma dimora senza nome e senza volto
nell’eternità. (MR IV-18')
Il metodo (ci si perdoni l’espressione profana) che ci sforziamo di applicare a noi stessi va
in direzione esattamente opposta: qui la “visione oggettiva” che separa l’osservatore
dall’osservato (il famoso punto di vista che rende tutto relativo … comprese le osservazioni
dell’osservatore); lì al contrario, il processo concentrico, circolare, di identificazione sempre
maggiore, fino ad identificarsi con l’Unico Centro di ogni cosa.
Come fare, allora, per tentare di sovrapporre le impronte dei nostri passi su quelle dei nostri
predecessori (che le loro Parole siano sempre lodate)?
Se desideriamo entrare a far parte dell’Eternità dobbiamo renderci, come l’antenato dei
giorni, “senza nome e senza volto”.
Senza nome, è all’origine del cielo e della terra; con un nome, è la madre di tutti gli esseri.
(LAO-TZU, MR XXV)
Dio non parla che ai semplici che credono nel suo NOME e non ispira che i suoi figli che
obbediscono alla sua VOCE. (MR XXVII-21)
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Se rifiuti, sarà la tua fine. Abbattuta, ridotta in briciole, calcinata e dispersa dal vento, senza
ritorno e senza perdono. Senza nome, senza ricordo e senza preghiera per sempre. Ma se ti
rialzi dal fango, se vuoti i tuoi ascessi, se ti lavi nell’acqua della grazia, se rivesti l’abito
nuziale e se ti sottometti al tuo Signore magnifico, tu rifiorirai per prima tra le nazioni, così
come eri caduta per prima; e la tua luce rischiarerà il mondo e la tua pace incanterà tutti i
cuori. Ti si chiamerà beata, nata dallo spirito e dal cuore, e tu regnerai senza violenza sui
popoli resi saggi. (MR XXII-47')
L’esercizio dell’anonimato è il miglior modo per mettersi sul cammino che identifica
l’Uomo con la prima materia dei Saggi; l’imitazione funzionale è infatti il primo passo per
innescare l’inversione di tendenza che tramuta il processo mortale (la divisione, separazione dei
misti) in processo vitale (la moltiplicazione, l’unione di ciò che è buono con ciò che è).
O Dio dei vivi, aiuta i tuoi figli a soccorrere e a consolare i poveri e gli abbandonati che
credono nel tuo santo Nome e che sperano nella tua salvezza. (MR XXXVI-99)
Alla luce di quanto abbiamo detto, anche noi qui rivolgiamo la stessa preghiera ai suoi
figli, affinché noi “i poveri e gli abbandonati” siamo consolati.
Noi … “quelli che credono nel Santo Nome e sperano nella sua salvezza”.