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SERIE TERZA
2017
RICERCHE
NOTE
EDITI ED INEDITI
LETTURE E CONGETTURE
S. BROOMHALL (ed.), Gender and Emotions in Medieval and Early Modern Europe: De-
stroying Order, Structuring Disorder (F. Roversi Monaco), p. 379; S. E. J. GERSTEL
(ed.), Viewing Greece: Cultural and Political Agency in the Medieval and Early Modern
Mediterranean (F. Soffientino), p. 383; L. MOULIN, La vita quotidiana secondo san Bene-
detto (M. Papasidero), p. 387; V. DEBIAIS - E. INGRAND VARENNE (éds.), Corpus des in-
scriptions de la France médiévale (VIIIe-XIIIe siècle). Indre, Indre-et-Loire, Loir-et-Cher (ré-
gion Centre) (F. de Rubeis), p. 394; M. C. LA ROCCA and P. MAJOCCHI (eds.), Urban
Identities in Northern Italy (800-1100 ca.) (P. Tomei), p. 400; P. PETRONE, Fior da Fiore
dai Carmina Burana morali e di protesta, d’amore e spirituali, di donne e d’osteria. 40 canti
dei Clerici vagantes medievali tradotti nella lingua del nostro tempo con testo latino a fronte
(L. Vangone), p. 403; E. MORINI, È vicina l’unità tra cattolici e ortodossi? Le scomuniche
del 1064 e la riconciliazione del 1965 (G. M. Cantarella), p. 405; A. PALEOLOGO ORIUN-
DI, Il Monferrato nell’Oriente Mediterraneo (secoli XII-XV). Conquiste, amori e morti di
Aleramici e Paleologi in Terrasanta e a Costantinopoli (M. Cristini), p. 406; C. BONAN-
NO, Trascendenza ed esistenzialità nei Mosaici di Monreale (C. Rizzardi), p. 409; A.
CZORTEK, Studiare, predicare, leggere. Scuole ecclesiastiche e cultura religiosa in Alta Valle
del Tevere nei secoli XIII-XV (P. Licciardello), p. 412; M. SANTOS NOYA, C. STEEL
und S. DONATI (hrsgs.), Alberti Magni ordinis fratrum praedicatorum episcopi. Opera Om-
nia Tomus I, Pars IB: De praedicamentis (N. Caminada), p. 416; T. GUARD, Chivalry,
Kingship and Crusade. The English Experience in the Fourteenth Century (M. Cristini),
p. 420; C. GIBELLINI (cur.), MARIO POMILIO, Petrarca e l’idea di poesia. Una monografia
inedita (P. Falzone), p. 423.
1. Cfr. S. McK. CROSBY, Abbot Suger, the Abbey of Saint-Denis, and the New Go-
thic Style, in The Royal Abbey of Saint-Denis in the Time of Abbot Suger (1122–1151),
edited by S. McK. CROSBY - J. HAYWARD - Ch. T. LITTLE - W. D. WIXOM, New
York, 1981, pp. 13-23; W. CLARK, Suger’s Church at Saint-Denis: The State of Resear-
ch, in Abbot Suger and Saint-Denis: A Symposium, edited by P. L. GERSON, New
York, 1986, pp. 105-130.
2. SUGERIUS S. DIONYSII Scriptum consecrationis ecclesiae Sancti Dionysii, in SUGER,
OEuvres, I, Écrit sur la consécration de Saint-Denis, L’oeuvre administrative, Histoire de Lo-
uis VII, édité et traduit par F. GASPARRI, Paris, 1996, pp. 8-10.
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3. SUGERIUS, Gesta Sugerii abbatis, § 5, in SUGER, OEuvres, ed. cit. (nota 2), pp.
120 = De administratione, II, 6, in ABT SUGER VON SAINT-Denis, Ausgewählte Schriften:
Ordinatio, De consecratione, De administratione, herausgegeben von A. SPEER - G.
BINDING, Darmstadt, 2000, pp. 326, 816-820: « Pars nova posterior dum jungitur an-
teriori, / Aula micat medio clarificata suo. / Claret enim claris quod clare concopu-
latur, / Et quod perfundit lux nova, claret opus / Nobile, quod constat auctum sub
tempore nostro; / Qui Sugerus eram, me duce dum fieret ». Le trad. in italiano sono
nostre.
4. Cfr. Ph. VERDIER, La grande croix de l’abbé Suger à Saint-Denis, in Cahiers de ci-
vilisation médiévale, XIII (1970), pp. 1-31.
L’ABATE SUGERIO E I SUOI ORIZZONTI MIMETICI 25
interamente nella purezza del cielo, e quindi di poter essere trasferito per
dono di Dio da questa [dimensione] inferiore a quella superiore in modo
anagogico 5.
5. SUGERIUS, Gesta Sugerii abbatis, § 13, in SUGER, OEuvres, ed. cit. (nota 2), pp.
134-136 = De administratione, II, 13, in ABT SUGER VON SAINT-Denis, Ausgewählte
Schriften, ed. SPEER - BINDING cit. (nota 3), pp. 344, 1016-1023: « Unde, cum ex di-
lectione decoris domus Dei aliquando multicolor gemmarum speciositas ab exintrin-
secis me curis devocaret, sanctarum etiam diversitatem virtutum, de materialibus ad
immaterialia transferendo, honesta meditatio insistere persuaderet, videor videre me
quasi sub aliqua extranea orbis terrarum plaga, quae nec tota sit in terrarum fece, nec
tota in celi puritate demorari, ab hac etiam inferiori ad illam superiorem anagogico
more Deo donante posse transferri ».
6. Cfr. supra, alla n. 3.
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Il Buono [...] apre questi occhi chiusi dal gran peso delle tenebre. E, anzi-
tutto, elargisce loro una luce moderata, e poi le inonda di una luce maggio-
re, non appena esse hanno, per così dire, assaggiato la luce e aspirano a una
luce maggiore, e le illumina con grande abbondanza “perché lo hanno ama-
to intensamente” 8 e le porta sempre più in alto secondo la loro capacità
d’innalzarsi (a’eì a’nateínein au’tàv e’pì tà prósw katà tæn sføn ei’v a’náneusin
a’nalogían) 9.
plausibile l’ipotesi per cui furono proprio gli scritti dello pseu-
do-Dionigi a guidare le intuizioni architettoniche di Sugerio,
costituendo, di conseguenza, l’originario movente teorico del-
l’estetica della luce nel gotico. Tuttavia le cose che sembrano
scontate, così come le analogie più convincenti, in mancanza di
rigorose corrispondenze testuali, sono anche le più insidiose per
la ricerca storico-dottrinale, come mostra, nella fattispecie, il
lungo dibattitto storiografico sorto intorno al rapporto tra Su-
gerio, l’abbazia di Saint-Denis e lo pseudo-Dionigi Areopagita.
Il dibattitto deve il suo avvio a Erwin Panofsky, che ha
conferito valenza sistematica alle suggestioni ermeneutiche of-
ferte dagli scritti pseudo-dionisiani quali possibile fonte ispira-
trice di Sugerio 10. L’interpretazione di Panosfky valse ad affer-
mare nella vulgata storiografica l’idea che la creazione di Suge-
rio abbia volutamente costituito una traduzione architettonica
della metafisica della luce descritta dal santo patrono dell’abba-
zia negli scritti a lui attribuiti. Questa interpretazione risulta
tuttavia basata più su assonanze che su prove irrefutabili: il di-
battito storiografico non tardò infatti a sottoporre a critica il
paradigma panofskiano, dando avvio a una lunga serie di inter-
venti tesi a verificare l’effettivo ruolo giocato dal pensiero
pseudo-dionisiano – in genere assimilato tout court al neoplato-
nismo – nell’ispirazione che ha guidato l’abate francese 11. I due
antitetici argomenti che hanno animato questo dibattito si rias-
sumono da una parte nella constatazione dell’assenza dagli scritti
di Sugerio di citazioni verbatim che valgano ad identificare con
certezza il Corpus Dionysiacum come loro fonte, dall’altra nel-
l’osservazione che la convergenza tematica intorno alla luce e
10. E. PANOFSKY, Abbot Suger on the Abbey Church of St. Denis and its Art Treasu-
res, Princeton (N.J.), 1946; edited by G. PANOFSKY-SOERGEL, Princeton (N.J.) 19792;
trad. it. E. PANOFSKY, Suger abate di Saint-Denis, in E. PANOFSKY, Il significato nelle arti
visive, trad. it. di R. FEDERICI, Torino, 1962, pp. 107-145.
11. Per una recente critica del paradigma panofskiano cfr. A. SPEER, Art as liturgy:
Abbot Suger of Saint-Denis and the Question of medieval Aesthetics, in Roma, magistra
mundi. Itineraria culturae medievalis, édité par J. HAMESSE, Louvain-la-Neuve, 1998
(Textes et études du Moyen Age, 10. 2), pp. 855-875. Per una sintetica ricostruzione
del dibattito storiografico rimandiamo a F. DELL’ACQUA, L’auctoritas dello pseudo-Dio-
nigi e Sugerio di Saint-Denis, in Studi medievali, 3a serie, LV (2014), pp. 189-213. Col-
go qui l’occasione per ringraziare l’Autrice per la proficua discussione intorno ai te-
mi sugeriani e pseudo-dionisiani.
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12. Sulla presenza di copie delle traduzioni del Corpus nella biblioteca di Saint-
Denis all’epoca di Sugerio cfr. D. NEBBIAI-DALLA GUARDA, La bibliothèque de l’abbaye
de Saint-Denis en France du IXe au XVIIIe siècle, Paris, 1985 (Documents, études et ré-
pertoires), pp. 222, 227; delle traduzioni eriugeniane appartenute all’abbazia sono no-
te due copie del XII secolo, i mss. Paris, Bibliothèque Nationale de France, lat.
18061, e Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica, Reg. lat. 67; cfr. inoltre É. JEAU-
NEAU, L’abbaye de Saint-Denis introductrice de Denys en Occident, in Denys l’Aréopagite
et sa postérité en Orient et en Occident. Actes du Colloque International (Paris, 21-24
septembre 1994), édité par Y. DE ANDIA, Paris, 1997 (Série Antiquité, 151), pp.
361-378.
L’ABATE SUGERIO E I SUOI ORIZZONTI MIMETICI 29
13. Cfr. CROSBY, Abbot Suger cit. (nota 1), p. 17. Le ambizioni che Sugerio nutri-
va per una promozione della sua abbazia a un ruolo primaziale in Francia è delineato
in F. GASPARRI, La pensée et oeuvre de l’abbé Suger à la lumière de ses écrits, in L’abbé Su-
ger, le manifeste gothique de Saint-Denis et la pensée victorine. Colloque organisé à la
Fondation Singer-Polignac le mardi 21 Novembre 2000, édité par D. POIREL, Tur-
nhout, 2001 (Rencontres Médiévales Européennes), pp. 91-107.
14. Riduttiva ci sembra l’interpretazione di Andreas Speer, che limita alla mera
esigenza liturgica il piano di ristrutturazione di Sugerio: cfr. SPEER, Art as liturgy cit.
(nota 11), pp. 859-862: « He [Sugerius] is actually not interested in aesthetics as such,
he is more guided, so to speak, by liturgical needs. There can be no doubt about
this ». Di fatto il motivo estetico-simbolico e i richiami anagogici negli scritti di Su-
gerio, nonché il contesto politico-culturale di contorno, fanno sorgere il dubbio che
le cose non stiano semplicemente così.
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26. DELL’ACQUA, L’auctoritas dello pseudo-Dionigi e Sugerio di Saint-Denis cit. (nota 11).
34 ERNESTO SERGIO MAINOLDI
Calvo a prefazione della sua traduzione del Corpus Dionysiacum: IOHANNES SCOTTUS
ERIUGENA, Carmina, 20, ed. M. W. HERREN, Dublin, 1993 (Scriptores latini Hiber-
niae, 12), p. 108: « Hanc libam sacro Graecorum nectare fartam. / Aduena Iohannes
spondo meo Karolo. [...] Vos qui Romuleas nescitis temnere TEXNAC, / Attica ne
pigeat sumere gymnasia »; Ibid., 21, p. 110: « Lumine sidereo Dionysius auxit Athe-
nas / Ariopagites magnificus sophos »; Epistula « Gloriosissimo catholicorum regum Carolo
Joannes extremus sophiae studentium salutem », PL 122, 1032A-B: « Fertur namque
praefatus Dionysius fuisse discipulus atque adjutor Pauli apostoli, a quo Athenien-
sium constitutus est episcopus, cujus Lucas commemorat in Actibus apostolorum [...]
quoque asserunt, quantum vita ejus a fidelibus viris tradita testatur, temporibus Papae
Clementis, successoris videlicet Petri apostoli, Romam venisse, et ab eo praedicandi
Evangelii gratia in partes Galliarum directum fuisse, et Parisii martyrii gloria corona-
tum fuisse cum beatissimis suis consortibus, Rustico scilicet atque Eleutherio ».
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29. Va ricordato che solo pochi decenni prima, nel 1121, Pietro Abelardo, entra-
to come monaco a Saint-Denis, aveva creato scandalo tra i suoi confratelli per aver
messo in dubbio l’identificazione del santo patrono dell’abbazia con il Dionigi primo
vescovo di Atene, preferendo seguire il Venerabile Beda nell’identificare l’Areopagi-
ta con san Dionigi vescovo martire di Corinto, negando ogni credito alla costruzio-
ne agiografica di Ilduino; Abelardo, di conseguenza, venne accusato non solo di di-
sprezzare il monastero, ma anche di denigrare l’onore del regno di Francia; PETRUS
ABAELARDUS, Historia calamitatum, édité par J. MONFRIN, Paris, 1962 (Bibliothèque des
textes philosophiques), p. 90: « Ex quo illi vehementer accensi clamare ceperunt
nunc me patenter ostendisse quod semper monasterium illud nostrum infestaverim,
et quod nunc maxime toti regno derogaverim, ei videlicet honorem illum auferens
quo singulariter gloriaretur, cum eorum patronum Ariopagitam fuisse denegarem ».
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30. SUGERIUS, Gesta Sugerii abbatis, § 13, in SUGER, OEuvres, ed. cit. (nota 2), p. 136:
« Conferre consuevi cum Hierosolimitanis et gratantissime addiscere, quibus Constantino-
politanae patuerant gazae et Sanctae Sophiae ornamenta, utrum ad comparationem illorum
haec aliquid valere deberent. Qui cum hec majora faterentur, visum est nobis quod timore
Francorum ammiranda quae antea audieramus caute reposita essent, ne stultorum aliquo-
rum impetuosa rapacitate, Graecorum et Latinorum ascita familiaritas in seditionem et bel-
lorum scandala subito moveretur. Astucia enim precipue Graecorum est ».
31. Ibidem: « Ammiranda siquidem et fere incredibilia a viris veridicis quampluri-
bus, et ab episcopo Laudunensi Hugone, in celebratione missae, de Sanctae Sophiae
ornamentorum prerogativa, nennon et aliarum ecclesiarum audieramus. Quae si ita
sunt, immo quia eorum testimonio ita esse credimus, tam inestimabilia quam incom-
parabilia multorum judicio exponerentur ».
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32. Ibidem: « Habundet unusquisque in suo sensu; michi fateor hoc potissimum
placuisse, ut quaecumque cariora, quaecumque carissima, sacrosantae Eucharistiae
amministrationi super omnia deservire debeant ».
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33. R. WEBB, The Aesthetics of Sacred Space: Narrative, Metaphor, and Motion in
Ekphraseis of Church Buildings, in Dumbarton Oaks Papers, LIII (1999), p. 73: « By
constantly juxtaposing the intelligible and the sensible these ekphraseis unlock the
inherent significance of the buildings they describe ».
34. Sulle opere letterarie dedicate ad Hagia Sophia cfr. G. DAGRON, Constantino-
ple imaginaire. Études sur le recueil des Patria, Paris, 1984 (Bibliothèque byzantine. Étu-
des, 8), pp. 191-196, 265-269; M. L. FOBELLI, Un tempio per Giustiniano. Santa Sofia di
Costantinopoli e la Descrizione di Paolo Silenziario, Roma, 2005, p. 17.
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35. Il ruolo simbolico della luce nel riflesso delle coperture degli edifici più emi-
nenti di Costantinopoli – la Grande Chiesa e il Grande Palazzo – è ampiamente sot-
tolineato in M. C. CARILE, Il Sacrum Palatium risplendente di luce: immagine e realtà del
palazzo imperiale di Costantinopoli, in Polidoro. Studi offerti ad Antonio Carile, a cura di
G. VESPIGNANI, Spoleto, 2013, pp. 305-327, in particolare p. 318.
36. J. MEYENDORFF, Continuities and Discontinuities in Byzantine Religious Thought,
in Dumbarton Oaks Papers, XLVII (1993), p. 77: « The Dionysian conception of the
liturgy, and his view of the relationship between God and creatures in general, has
been connected with the history of architecture. Of course, there is no evidence of
a direct relationship between Pseudo-Dionysius and Hagia Sophia, but it has been
said that the dome of Byzantine churches “was not chosen for practical reasons, but
as an expression of Neoplatonic Christianity; Byzantine domed churches are Dio-
nysius the Areopagite translated into stone and brick, marble and gold, mosaic and
gem” » (il passo qui citato da Meyendorff è da C. SCHNEIDER, Geistesgeschichte der an-
tikes Christentums, München, 1954, p. 100). Per un approfondimento di questo rap-
porto mi permetto di rimandare al mio saggio La bellezza sofianica: Hagia Sophia e le
sue ekphraseis, lo ps.-Dionigi Areopagita e i presupposti del pensiero eikonico bizantino, in
L’estetica nel pensiero tardo-antico, medievale e umanistico. Atti del Colloquio L’Estetica
medievale (Università degli studi di Salerno, 17-19 Dicembre 2012), a cura di R. DE
FILIPPIS - G. GAMBALE, Roma, in stampa (Institutiones).
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37. In proposito cfr. G. DUBY, Lo specchio del feudalesimo. Sacerdoti, guerrieri e lavo-
ratori, trad. it. C. SANTANIELLO, Milano, 1993, p. 261 ss.; C. H. HASKINS, The Renais-
sance of the Twelfth Century, Cambridge 1927, passim; per una rilettura delle trasfor-
mazioni verificatesi durante il XII secolo sullo sfondo dei nuovi rapporti di potere e
dell’evoluzione delle forme di governo cfr. T. N. BISSON, The Crisis of the Twelfth
Century: Power, Lordship, and the Origins of European Government, Princeton-Oxford,
2009, passim.
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42. PSEUDO-DIONYSIUS AREOPAGITA, De divinis nominibus, IV, 12, 709B, ed. cit.
(nota 7), p. 157; trad. it. cit. (nota 7), p. 423: « Nei libri sacri che introducono ai
misteri potrai trovare un uomo che dice della Sapienza divina (perì tñv qeíav sofíav):
“mi sono innamorato della sua bellezza (e’rastæv e’genómhn toû kállouv au’tñv) [Sap 8, 2]” ».