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Tra
convinzioni e falsi miti (prima
parte)
By: Federica Avolio|Published on: Set 10, 2019|
Categories: logopedia vocale| 0 commenti
INSEGNAMI A RESPIRARE BENE
Molto spesso mi capita di osservare nei miei clienti con
problemi di voce la presenza di una convinzione comune
ovvero “parlo male perché respiro male”.
La richiesta che ne consegue è dunque: “insegnami a
respirare bene e parlerò bene”.
Oppure ancora: “Insegnami a respirare con il diaframma,
così finalmente parlerò bene e la mia voce migliorerà”.
In realtà tantissime persone respirano “male”.
seguimi nella lettura di questo articolo, cercherò di farmi
comprendere meglio…
Intanto ti invito a riflettere sul fatto che moltissime persone
non utilizzano bene il diaframma eppure non hanno
problemi di voce.
Devono dunque esserci altri fattori predisponenti che
intervengono a provocare, oltre all’ alterazione della
modalità di respirazione anche un’alterazione della voce.
Insomma la relazione PROBLEMA DI RESPIRAZIONE =
PROBLEMA DI VOCE non è una relazione così semplice e
diretta come sembra.
Dunque sgomberiamo la mente anche dall’ equazione
opposta, ovvero RISOLVO IL PROBLEMA DI RESPIRAZIONE =
RISOLVO IL PROBLEMA DI VOCE.
Sono problematiche collegate sì, ma non in maniera così
semplice.
Tuttavia respirare bene è assolutamente importante per la
nostra qualità di vita. Questo sì, è vero per chiunque, non
solo per chi ha problemi di voce.
Respirazione diaframmatica… è sempre quella giusta?
La respirazione “diaframmatica” sembra quasi indicare una
modalità “giusta” di respirare, da utilizzare in qualunque
circostanza e a prescindere dal contesto in cui ci troviamo.
Non esiste una sola, unica e giusta modalità di respirare.
Esistono diverse modalità da utilizzare in circostanze diverse
e a seconda delle esigenze di ciascuno.
F.Le Huche, punto di riferimento per la foniatria e la
logopedia vocale in Europa, individua quattro MODALITA’ DI
RESPIRAZIONE VITALE PRINCIPALI a seconda dei gruppi
muscolari che vengono coinvolti in modo prevalente. Mi
limito ad elencarli per poi approfondirli successivamente
(quindi resta collegato se l’argomento ti interessa che poi lo
approfondirò in un prossimo articolo!)
-respirazione toracica superiore
Concludo riportando questa riflessione del dott. Raggi,
fisioterapista, osteopata ideatore del metodo Raggi:
“Parlando del diaframma come mantice responsabile della
quantità di aria per far “vibrare” le corde vocali, vorrei
ricordare una delle cose più elementari, ma che può indurre
facilmente in banali errori.
Si pensa che l’allenamento principale e più idoneo (…) sia
quello di riempire molto il torace e di far scendere
(abbassare) il diaframma quanto più possibile; ma questo è
vero solo in parte, ed una scorretta interpretazione può
addirittura produrre risultati opposti.” (estratto da “La voce
del cantante” a cura di F. Fussi, volume quinto. Il diaframma
tra postura e canto, contributo di D. Raggi)
Cosa possiamo fare noi logopedisti, insegnanti di canto, che
lavoriamo sulla respirazione diaframmatica e sulla voce, per
tenere in considerazione tali aspetti nel nostro lavoro?
Intanto ti spiego quello che sto cercando di fare e che sono
riuscita ad ottenere grazie al mio lavoro di ricerca e
sperimentazione da cui è nato il Metodo Avolio,
Allineamento Voce, respiro, postura ed emozioni con gli
esercizi di Pilates Vocale.
Descrizione di un caso clinico da RGE e disfonia da
reflusso: il mio!
L’indagine ecografica condotta dal dott. Minella riportava un
eccessivo allargamento del mio sfintere esofageo inferiore.
La misurazione indicava circa 3 mm oltre i valori normali.
La clinica prevede la somministrazione di farmaci cosiddetti
“inibitori di pompa protonica”, i quali inibiscono, appunto, la
produzione di acido gastrico.
Ho provato, con il supporto e la supervisione del dottore, a
non assumere i farmaci previsti per poter osservare gli
effetti che la pratica degli esercizi elaborati nel mio metodo
potevano avere su questa situazione clinica descritta.
Insomma, ci è voluto anche un pizzico di coraggio!
Dopo tre mesi di osservazione sono stata davvero
soddisfatta dei risultati ottenuti.
Molto soddisfatta! Sono felice di poter condividere quanto
osservato.
La pratica costante e giornaliera degli esercizi, associata ad
un regime alimentare indicato per il mio caso di reflusso, ha
fatto registrare un restringimento del mio sfintere gastro
esofageo dei tre mm in eccesso.
Il dottore che ha effettuato la supervisione ha osservato che
tale risultato è quello che avrebbe normalmente cercato di
raggiungere associando le indicazioni alimentari anti-
reflusso con la somministrazione dei farmaci.
Adesso ti chiedo di fare molta ATTENZIONE!
Chiaramente questa è un’osservazione clinica limitata al mio
caso.
Assolutamente NON posso affermare che la pratica degli
esercizi di respirazione diaframmatica possono risolvere il
reflusso, non mi fraintendere!
Anche perché tale dato clinico corrisponde ad un
miglioramento significativo dei sintomi, ma non ad una loro
totale scomparsa. Almeno per il momento.
Il reflusso è una condizione clinica multifattoriale molto
complessa, le tipologie e le cause di reflusso possono essere
di diversa natura e molto differenti tra di loro.
Certamente gli studi e le osservazioni continueranno.
Quello che con certezza mi sento di poter affermare e che
posso dedurre da queste limitate (e sottolineo per amore di
esattezza e di scienza, molto limitate!) osservazioni cliniche è
questo:
è possibile pianificare un lavoro di allenamento e
allungamento del muscolo diaframma grazie alla sinergia tra
respirazione e postura che non comporti un rischio per i
pazienti che soffrono di reflusso, piuttosto un beneficio che
possa coadiuvare la cura farmacologica e alimentare clinica
normalmente prevista in questi casi.
Insieme al dottore Minella infatti, abbiamo fatto delle
interessanti osservazioni ecografiche da cui è possibile
osservare come varia la posizione del diaframma nel tratto
del giunto gastro-esofageo durante gli esercizi svolti.
Grazie a queste osservazioni abbiamo potuto costatare quali
fossero le combinazioni di esercizi più adatte a stimolare in
modo adeguato questo delicato tratto del diaframma perché
potessero esserci benefici chiaramente descrivibili.
Non è possibile riportare tutti i particolari di questa
osservazione in questo articolo.
Posso però condividere in linea generale delle semplici
indicazioni che ne ho dedotto per la nostra pratica sugli
esercizi di respirazione.
Torniamo per un momento alle inserzioni muscolari del
diaframma.
Queste saranno responsabili dei diversi movimenti che il
torace e l’addome assumono durante le fasi di inspirazione
ed espirazione.
Le Huche suddivide ed elenca tali movimenti nel seguente
modo:
Secondo consiglio.
Cura molto la fase espiratoria, che quando si parla o si canta
diventa fase fonatoria.
Stimola uno svuotamento d’aria residua che sia quanto più
completo possibile. Io la definisco “respirazione completa”,
nel senso che si stimola uno svuotamento completo.
Vedrai che non è così semplice come sembra. Se esiste uno
stress prolungato che blocca il diaframma stimolando una
retrazione delle fibre elastiche, allora sarà questa fase a
creare maggiori difficoltà. In questa fase, inoltre, si crea la
situazione fisiologica positiva per liberare lo stomaco da
un’eccessiva pressione.
Terzo e ultimo consiglio
Cerca sempre di abbinare un lavoro di respirazione con un
lavoro posturale. Che sia un buon allineamento, che siano
diverse posizioni, sia statiche che dinamiche…la parola
d’ordine è esplorare tante e diverse combinazioni tra
movimento, posture e respiro!