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La storia dell’Armenia inizia nel VII secolo a.C., quando una popolazione denominata Hay si stabilisce in
Anatolia, nei pressi del Lago Van, ai piedi del Monte Ararat.
Durante il I secolo a.C. l’Armenia, sotto il Regno di Tigran II, diventa la regione più potente dell’Asia Minore,
estendendosi dal Mar Nero al Mar Caspio e al Mar Mediterraneo, ma nel 36 a.C. fu sconfitta dai Romani.
Il 301 d.C. segna un’altra tappa importante nella storia dell’Armenia, che fu il primo stato al mondo ad
adottare il Cristianesimo. Successivamente viene fondata la Chiesa Apostolica Armena, che si separò dalle
altre chiese cristiane dopo il Concilio di Calcedonia del 451. Nel 405 fu inventato l’alfabeto armeno che
permise la traduzione delle Sacre Scritture, cosa che le diede la possibilità di divenire del tutto indipendente
per quanto riguardava la traduzione dei testi sacri.
Tracciare un quadro storico dell’Armenia, sia pure in estrema sintesi è operazione quanto mai complessa,
data la travagliata alternanza di periodi di pace e conflitti, durante i quali si sono alternati dinastie e governi
diversi e gli armeni si sono trovati ad interagire con le “grandi potenze” del tempo, come romani, persiani,
turchi, arabi1.
Nonostante questo il territorio armeno ha conservato gran parte del suo patrimonio architettonico,
costituito da moltissimi monasteri e rispettive chiese. In questa occasione parleremo del monastero di
Geghard.
1
https://www.goasia.it/storia-dellarmenia/
Il sito era già luogo di culto in epoca pre-cristiana,
quando antichi popoli veneravano gli dei vicino alle
fonti d’acqua che sgorgavano dal sottosuolo
ritenute sacre e con poteri taumaturgici. Di queste
fonti una è stata conservata all’interno dell’edificio
chiamato Avazan che significa serbatoio, proprio
perché ne venne costruito uno sulla parete da cui
scaturiva la fonte e che ancora oggi raccoglie le
acqua miracolose in quello che adesso è il gavit2
principale.
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Un gavit (armeno գավիթ ) o zhamatun (armeno: ժամատուն ) è spesso contigui ad ovest di una chiesa medievale o di
un monastero. E 'servito come nartece, un elemento architettonico tipico dei primi cristiani bizantini, è simile a un
chiostro e si trova sul lato ovest della navata centrale. Il gavit, è la variante tipicamente armena delle nartece, apparsa
nei secoli X e XI, la forma classica è quadrata con quattro colonne centrali ma ci sono anche delle eccezioni. Spesso il
gavit è più grande della Chiesa stessa e venivano costruiti sempre dopo la Chiesa e mai insieme. Questa zona della
chiesa aveva molti usi e significati diversi. Ad es. la Chiesa Armena non ammette tombe all’interno della Chiesa ma
troviamo pavimenti fatti quasi esclusivamente di pietre tombali di personaggi importanti(benefattori, principi, monaci
illustri ecc.). Altro uso significativo del gavit era permettere a chi non poteva ancora partecipare alle celebrazioni,
catecumeni non ancora iniziati per mezzo del battesimo o penitenti, di ascoltare comunque la funzione. Ancora oggi i
sacerdoti armeni durante la messa prima dell’eucarestia dichiarano che chi non fosse battezzato, confessato, chi non se
la sente di partecipare all’eucarestia, può sostare nel gavit. Oggi ha assunto la funzione di luogo di raccoglimento prima
dell’entrata nel luogo sacro vero e proprio. Non è quindi solo l’entrata della Chiesa, ma un passaggio spirituale, quando
entri nel gavit sei già in un ambiente diverso rispetto al mondo che rimane fuori. Mentre attraversi il gavit per andare
verso la Chiesa piano piano liberi la mente dai pensieri quotidiani, ti ritrovi in quell’ambiente spirituale, e quando entri
in Chiesa hai già il pensiero pronto alla preghiera. (Queste informazioni ci sono state date da un ragazzo armeno)
Tra le strutture troviamo: 2. La chiesa
principale chiamata Katoghike (1215) 3. Gavit
(costruito prima del 1225) 4. Prima chiesa nella
roccia (XIII secolo) 5/6. Fonte 7. Zhamatoun -
tomba della famiglia Prohian (1238) 8. Chiesa
nella roccia eretta dalla famiglia Proshian
(1283) 9. Tunnel 10. Zhamatoun superiore/ Il
gavit di Papak e Ruzukan (1288) 11. Cappelle
nella roccia 12. Muro fortificato (XII- XIII
secolo) 13. Edifici di servizio (XVII secolo) 14.
Ingresso principale (XIII secolo) 15. Ingresso
secondario 17. edificio di recente costruzione
Il grande gavit (n°3), costruito tra 1215 e 1225, è addossato a ovest al Katoghike e a nord con mura in
pietra e sorgenti (n°5/6).
Le mura esterne includono un numero di croci commemorative e iscrizioni ed il suo portale occidentale è
decorato con disegni floreali e geometrici che combinano le influenze asiatiche del periodo all'iconografia
armena.
(Entrata del
grande gavit)
Lacostruzione ha una pianta centrale con 4 colonne tozze che sostengono archi intersecanti che
dividono lo spazio in 9 quadrati che sostengono il tetto a punta.
Il soffitto interno ha uno stile a muqarnas3 molto diffuso in Armenia e in Asia minore, nel XIII secolo.
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Da Enciclopedia Treccani Muqarnas: Le stalattiti (in arabo muqarna) costituiscono il motivo decorativo più singolare e
caratteristico dell'architettura islamica, usato sino dal 1000 circa e col tempo diffusosi ovunque dal Marocco fino nelle
Indie. Nacque dalla ricerca d'una soluzione decorativa richiesta dal passaggio da uno spigolo o un angolo alla superficie
piana, moltiplicando soprattutto le nicchie angolari che servono a formare la base d'una cupola e a scaricare il peso
delle vòlte; queste nicchie sempre più numerose e più minuscole, disposte orizzontalmente in ordini sovrapposti e
sporgenti l'uno sopra l'altro dànno l'impressione di alveari o di vòlte a stalattiti. Applicati anche a portali, capitelli e
cornicioni, esse costituiscono, nel loro aspetto più maturo, un insieme di piccole forme prismatiche sovrapposte a guisa
di mensole. http://www.treccani.it/enciclopedia/stalattiti_%28Enciclopedia-Italiana%29/
mentre eravamo in vita”.
Lo stemma rappresenta la testa di un bue che tiene due leoni incatenati, sotto i quali si trova un'aquila ad ali
aperte con un agnello tra gli artigli. Il leone e l'agnello sono parte dello stemma dei Bagratuni. Questo
stemma è il risultato dell’unione di diverse dinastie e della fusione dei loro emblemi a partire dal XII secolo
infatti la dinastia degli Orbelian si unisce con la casa reale dei Bagratuni, e in seguito anche con gli Zakarian e
I Proshian.
All'angolo sud si trova un luogo per il fuoco di pietra
(letteralmente: fossa del fuoco), e come le altre
strutture di Ghegard scolpite in roccia, anche questa,
probabilmente, proviene dall'antichità.
Verso il chiostro
(gavit) superiore ci
porta la scala di
pietra che si trova
ad ovest del chiostro
del Katholike (n°9).
Questo chiostro,
come il resto delle
strutture, fu scavato
in una roccia
massiccia per Papak,
figlio del principe Prosh e per Rusukan, moglie di Papak. Secondo l'iscrizione fu
costruito nel 1288. Lungo la scala stretta che porta al chiostro sulla roccia sono
I gruppi di visitatori e di turisti spesso portano con loro cantanti liturgici. (Vedi Allegato)
Sitografia
https://www.goasia.it/la-bellezza-architettonica-del-monastero-geghard-armenia/
http://www.armenianheritage.org/it/monument/Geghard
https://it.sacredsites.com/Europa/Armenia/sacred_sites_of_armenia.html
http://www.armenica.org/cgi-bin/armenica.cgi?789304350893791=2=ba=1====baz0019