Sei sulla pagina 1di 6

Tisana aromatica di erbe - composizione:

Artiglio del diavolo - radice


Spirea ulmaria - sommità
Salice bianco - corteccia
Ortica - foglie
Frassino - foglie
Achillea millefoglie - sommità
Menta piperita - sommità
Sambuco - fiori
Tiglio - fiori e brattee

Azioni delle singole erbe:

Artiglio del diavolo

Azione anti-infiammatoria e antidolorifica: le ricerche cliniche e sperimentali


evidenziano che questa pianta possiede una notevole azione anti-infiammatoria, alla quale
si associano anche attività antidolorifiche e antispasmodiche.
Sono stati fatti alcuni studi sull'uomo, che dimostrano come l'estratto secco titolato in
arpagoside di questa pianta possa ridurre i dolori nel paziente artrosico, con un tasso di
efficacia che varia dal 42 all'85% a seconda del tipo di artrosi e della gravità dei sintomi. Il
periodo di tempo necessario per il manifestarsi dell'effetto è di circa 7-8 giorni, e raggiunge
il massimo dopo circa 30 giorni, mantenendosi poi immodificato continuando la cura. Il
dosaggio medio somministrato in questi studi oscillava da 600 a 1200 mg. di estratto
secco titolato al giorno, per periodi compresi fra i 60 e i 90 giorni. I fallimenti della suddetta
terapia oscillano tra il 10 e il 15% dei pazienti trattati. Ovviamente tutti questi studi
confermano che l'efficacia di questa pianta è tanto maggiore quanto più precoce è la
terapia.
Una analisi accurata degli studi fatti nell’uomo (Settembre 2004) ha valutato l’efficacia e la
tollerabilità dell’Arpagofito nel paziente artroreumatico. Sono stati considerati solo gli studi
clinici fatti con metodica assolutamente rigorosa, selezionandone 12. Di questi 6
riguardavano pazienti con osteoartrite, 4 pazienti con lombalgia recidivante e 3 pazienti
con dolori osteoarticolari migranti. La letteratura indica che la minima dose giornaliera
efficace di arpagoside è di 30 mg, con effetti ottimali intorno ai 60 mg al giorno di questa
sostanza per pazienti con dolori cronici, mentre la dose minima efficace nel dolore acuto è
di 100 mg al giorno di arpagoside. La letteratura indica anche che 60 mg al giorno di
arpagoside sono sostanzialmente analoghi come efficacia ai comuni farmaci anti-
infiammatori usati nella lombalgia cronica recidivante. La tollerabilità di queste dosi di
estratto è stata discreta, con un’incidenza di effetti avversi di tipo gastrointestinale di circa
l’8% dei soggetti trattati
EFFETTI COLLATERALI: ha un sapore molto amaro, per cui la somministrazione delle
forme liquide non è molto ben accetta dal paziente.
Può provocare talvolta mal di stomaco con nausea, particolarmente in soggetti con gastrite
acuta e/o ulcera peptica. Pertanto si consiglia di assumere questo estratto a stomaco
pieno. In alcuni rari casi può provocare dolori addominali con diarrea.
CONTROINDICAZIONI: Non è consigliabile nel bambino al di sotto dei 12 anni, in
gravidanza e durante l'allattamento.
INTERAZIONI CON FARMACI: non note.
DATI TOSSICOLOGICI: Questa pianta è praticamente atossica, essendo la dose letale
nel topo pari a circa 100 volte quella normalmente utilizzata. La somministrazione di 600
mg per kg di peso corporeo al giorno per un periodo di 30 giorni nel ratto non ha causato
evidenti effetti collaterali.

Spirea ulmaria

La spirea ulmaria, oltre ad alleviare il dolore, facilita la scomparsa dei versamenti articolari.
Tale attività è esplicata anche per uso esterno mediante l’applicazione di compresse in
corrispondenza delle zone colpite da dolore reumatico. Viene anche molto utilizzata nel
trattamento dell’obesità e come coadiuvante nel trattamento della cellulite.
Altro tipo di applicazione della Spiraea ulmaria riguarda la sua attività sul cuoio capelluto
come ingrediente in shampoo e maschere rinforzanti.
La Spirea è  in grado di alterare favorevolmente o cambiare delle condizioni malsane del
corpo, aiutando a ripristinare la normale funzione del corpo

Salice bianco

Azione antireumatica: questa pianta è tradizionalmente utilizzata per le sue proprietà


anti-infiammatorie, antifebbrili e antidolorifiche, legate al suo contenuto in salicilati. Viene
infatti usata nel trattamento sintomatico delle manifestazioni dolorose articolari e
muscolari, negli stati febbrili, nelle malattie da raffreddamento in genere e come
antidolorifico in caso di cefalea, dolori dentari e dolori mestruali.
Le sue azioni antidolorifica e antifebbrile sono dovute al blocco della sintesi di sostanze
che favoriscono l’infiammazione per interferenza con gli enzimi destinati a produrle.
E’ stato fatto uno studio clinico per valutare l’effetto dell’estratto secco titolato di salice in
pazienti con osteoartrite. Un gruppo di 78 soggetti con questa malattia assumeva per
bocca un estratto secco di salice titolato in salicina al 50% capace di fornire 240 mg al
giorno di salicina o un placebo per un periodo di 2 settimane. La valutazione era fatta
tramite dei test specifici e una scheda di valutazione compilata sia dal paziente sia dal
medico sperimentatore. Al termine del trattamento il punteggio dei test era migliorato del
14% nel gruppo salice ed era peggiorato del 2% nel gruppo placebo. Anche il risultato
delle schede di autovalutazione era nettamente migliore nei pazienti del gruppo salice.
E' stato fatto uno studio clinico su 120 pazienti con lombalgia (mal di schiena), che
ricevevano per bocca un estratto secco titolato di salice capace di fornire 120 o 240 mg di
salicina al giorno o un placebo per 4 settimane. La valutazione era fatta ricorrendo alla
scala sintomatologica con punteggio da 1 a 10. Al termine del trattamento nel gruppo
salice trattato con 240 mg di salicina il 39% dei pazienti mostrava assenza di sintomi,
mentre questa percentuale scendeva al 15% nel gruppo che riceveva 120 mg di salicina e
al 6% nel gruppo placebo. Un buon numero di pazienti del gruppo placebo necessitava
sporadicamente di tramadolo, un antidolorifico di sintesi, per calmare il dolore, mentre i
soggetti del gruppo salice ricorrevano al farmaco molto più raramente. Un solo paziente
del gruppo trattato con 240 mg di salicina ha avuto una reazione allergica cutanea, e non
sono stati registrati altri effetti collaterali.
CONTROINDICAZIONI: Va dato con cautela in pazienti allergici ai salicilati. Per prudenza
non è consigliabile in gravidanza e durante l’allattamento.
INTERAZIONI FARMACOLOGICHE: non note.
DATI TOSSICOLOGICI: la dose letale per bocca nel ratto è superiore a 2 g per kg di peso.
Ortica

Azione sulla prostata: questa pianta contiene svariati lignani, che hanno dimostrato la
capacità di legarsi alle cellule della prostata, riducendo in esse l’azione del testosterone e
quindi la loro proliferazione. Inoltre l'estratto secco di Ortica favorisce il rilasciamento del
muscolo detrusore della vescica, che è quello che rilasciandosi permette all’urina di uscire
dalla vescica, migliorando in tal modo la fuoriuscita dell’urina. Studi su tessuto prostatico di
ratto in degenerazione adenomatosa hanno dimostrato che l'estratto di questa pianta è in
grado di ridurre di circa il 50% la crescita di questo tipo di tessuto.

Sono stati fatti alcuni studi clinici per valutare l'effetto dell’estratto secco di ortica e del
sitosterolo in esso contenuto sull'ipertrofia prostatica benigna. Sono stati arruolati pazienti
con diagnosi sicura di ipertrofia prostatica, che sono stati trattati per bocca per un periodo
di 6 mesi con l’estratto secco di ortica o con il sitosterolo o con un placebo. Come
parametri di valutazione si utilizzavano dei test specifici per misurare i sintomi di questi
pazienti, il flusso urinario massimo e il volume residuo postminzionale, ossia la quantità di
urina rimasta nella vescica alla fine della minzione. Al termine della sperimentazione vi è
stato un miglioramento statisticamente significativo in tutti i parametri esaminati nei
pazienti del gruppo ortica/sitosterolo rispetto a quelli del gruppo placebo. Non sono stati
osservati evidenti effetti collaterali.

Azione immunostimolante: si è notato che la lectina di questa pianta è un attivatore


specifico dei linfociti T, in particolare di quelli del timo e della milza, con effetto simile a
quello di altre sostanze dotate di azione immunostimolante. Infatti il legame recettore-
lectina di ortica provoca l'attivazione e la proliferazione dei linfociti T, che hanno un ruolo
molto importante nelle difese immunitarie del nostro organismo.

Azione anti-infiammatoria: questa pianta viene anche tradizionalmente utilizzata come


anti-infiammatorio, in particolare nelle malattie artroreumatiche. Un recente studio in
laboratorio ha dimostrato che l'estratto di questa pianta inibisce la produzione cellulare di
citochine e di leucotrieni, sostanze che favoriscono l’infiammazione nei tessuti. Un estratto
secco di ortica ha dimostrato, nel ratto, di ridurre il gonfiore, il rossore e il dolore causato
nella zampa dell'animale dall’iniezione di sostanze infiammatorie come i carragenani.

EFFETTI COLLATERALI: può verificarsi una reazione allergica al contatto con le parti
aeree della pianta, che può prolungarsi fino a 12-14 ore dopo il contatto stesso. E'
probabile che l'effetto urticante immediato che si verifica quando si tocca la pianta sia
dovuto all'azione dell'istamina contenuta nelle foglie.

CONTROINDICAZIONI: nessuna degna di nota. Per prudenza non somministrare in


gravidanza e durante l’allattamento.

INTERAZIONI CON FARMACI: non note.

DATI TOSSICOLOGICI: la dose letale per bocca nel ratto è superiore a 3 g per kg di peso.
Frassino

Attività principali del frassino:


Il frassino principalmente ha un'attività diuretica ed antiinfiammatoria oltre che ad una
azione lassativa.

Il suo impiego tipico è in manifestazioni articolari dolorose; casi di ritenzione idrica, e


cellulite. L'uso tradizionale come rimedio sintomatologico antiinfiammatorio conferma, del
resto, tali prerogative.

Proprietà diuretiche della pianta di frassino: la pianta è considerata utile coadiuvante nei
regimi dimagranti e nel trattamento  della litiasi renale.  Le foglie di Frassino possono
manifestare, in virtù dell'alta concentrazione in acido malico, sali di calcio e mannitolo, una
blanda azione lassativa scevra da effetti collaterali, quali le coliche.

Achillea millefoglie

Proprietà dell'achillea
I fiori e le foglie di achillea contengono olio essenziale (azulene, camazulene, ß-pinene,
cariofillene), flavonoidi, acidi organici (caffeico e salicilico), tannini idrolizzabili, steroli,
lattoni, cumarine. 

La fama dell'achillea è dovuta alla sua azione cicatrizzante e riparatrice tissutale e per
questa ragione veniva ed è ancora impiegata per curare lesioni della pelle, ferite e piaghe
d'ogni genere.  

La pianta è oggi considerata un ottimo rimedio antispasmodico, in quanto aiuta a rilassare


la muscolatura liscia, in presenza di dolori mestruali, colite o intestino irritabile
accompagnato da crampi addominali; mentre per le proprietà stomachiche, viene usata
per favorire la funzionalità digestiva ed epatica.

Inoltre la presenza della flavonoidi (in particolare la vitexina) conferisce alla pianta
un'azione riequilibrante del sistema ormonale utile per tutti quei sintomi connessi alla fase
premestruale, associati a nervosismo, irritabilità, sbalzi d’umore, debolezza e nella
stanchezza.

L'achillea possiede anche proprietà astringenti, antinfiammatorie ed emostatiche e quindi


è in grado di arrestare le emorragie, e vari problemi di sanguinamento dovuti a gengive
infiammate, mestruazioni abbondanti o emorroidi; mentre l’achilleina sarebbe in grado di
controllare gli sbalzi di pressione e ristabilire la normale circolazione sanguigna. 

Favorisce la digestione dei cibi e riduce le contrazioni della muscolatura dello stomaco e
dell'intestino. Questa azione antispastica pare dovuta all’olio essenziale, che riduce
l’ingresso del calcio nelle cellule muscolari lisce della parete intestinale riducendone così
le contrazioni. A livello della pelle ha azione antipruriginosa e anti-infiammatoria,
soprattutto per applicazione cutanea diretta.

EFFETTI COLLATERALI E CONTROINDICAZIONI: nessuna degna di nota. Non ci sono


dati sul suo uso in gravidanza, durante l’allattamento e in età pediatrica.
L'uso dell'achillea è sconsigliato per i soggetti che assumono farmaci anticoagulanti a
causa delle sue proprietà coagulanti (che potrebbero influenzare l'efficacia del farmaco).
Inoltre può determinare reazioni allergiche nei soggetti sensibili alle piante della famiglia
delle Astaraceae.

Menta piperita

Azione spasmolitica: presenta azione spasmolitica a livello della muscolatura liscia


dell'intestino, che sembra dovuta a riduzione della penetrazione del calcio all'interno delle
cellule (azione calcioantagonista). Uno studio clinico è stato effettuato in un gruppo di
pazienti affetti da sindrome del colon irritabile in fase attiva. I pazienti trattati con olio
essenziale di Menta avevano un netto miglioramento dei loro disturbi, significativamente
superiore a quello osservato nei soggetti che ricevevano il placebo.

In un altro studio clinico un gruppo di 110 pazienti affetti da sindrome del colon irritabile era
diviso in due sottogruppi, uno trattato col placebo e l'altro con 3 capsule al giorno di olio
essenziale di menta per 30 giorni. Il 79% dei pazienti del gruppo trattato con la menta
mostrava un consistente miglioramento della sintomatologia al termine della
sperimentazione, mentre nel gruppo placebo solo il 43% evidenziava miglioramenti
sensibili. Un solo paziente del gruppo menta ha avuto una reazione allergica, mentre non
sono state notate alterazioni nella funzionalità epatica al termine dello studio.

Uno studio clinico ha arruolato 120 pazienti affetti da disturbi digestivi piuttosto intensi, che
ricevevano per via orale un prodotto contenente oli essenziali di menta e di carvi alla dose
di di 90 mg. oppure cisapride, un farmaco che favorisce la digestione, alla dose di 10 mg.
tre volte al giorno. Al termine del trattamento in entrambi i gruppi si sono osservati
miglioramenti della sintomatologia statisticamente significativi e pressochè sovrapponibili
tra loro.

Azione coleretica: aumenta la produzione di bile, facilita l'attività digestiva e riduce


eruttazioni e flatulenza. In particolare si è notato che l'olio essenziale di menta riduce il
tempo di svuotamento dello stomaco dopo il pasto, come dimostrato in un gruppo di
volontari sani.

EFFETTI COLLATERALI E CONTROINDICAZIONI: Nel bambino può verificarsi, anche


se molto raramente, spasmo della glottide. Va usata con cautela in pazienti affetti da
ulcera peptica e/o gastroduodenite in fase acuta. Non va usata in pazienti affetti da
favismo (deficit dell’enzima G6PD), perchè questo enzima è molto importante per
l'eliminazione del mentolo. Non va usata in caso di somministrazione contemporanea di
rimedi omeopatici, perché tende a comprometterne l'effetto. Non usare in gravidanza,
durante l’allattamento e in età pediatrica.

Sambuco

favorisce l'eliminazione da parte dei reni di acqua e scorie azotate come azoto, creatinina
e acido urico. Ha anche una discreta azione anti-infiammatoria, in perticolare durante le
malattie infettivo-infiammatorie delle prime vie aeree.

EFFETTI COLLATERALI E CONTROINDICAZIONI: nessuno degno di nota. Non ci sono


dati sul suo impiego in gravidanza, durante l’allattamento e in età pediatrica.
È una pianta priva di adeguata documentazione scientifica.
Tiglio

Azione sul sistema nervoso centrale: Ha una discreta azione sedativa a livello
cerebrale, utile soprattutto nei soggetti ansiosi, ipereccitabili e con sintomi legati alla
somatizzazione dell’ansia a livello dello stomaco e dell’intestino.

Il fitocomplesso di questa pianta è in grado di legarsi ai recettori per le benzodiazepine


presenti nel cervello, e ciò spiega la sua azione sedativa e ansiolitica.

A tale scopo studi fatti nel ratto hanno dimostrato che sostanze presenti in questa pianta,
probabilmente di natura flavonoidica, si legano ai recettori cerebrali per le benzodiazepine,
determinando un netto effetto ansiolitico negli animali, ma senza causare effetti negativi
sulla loro capacità di muoversi. La sua azione sedativa è particolarmente utile nel
bambino, data l'assenza di effetti collaterali documentati. Non provoca sonnolenza durante
le ore del giorno né assuefazione.

Azione antispasmodica viscerale: la sua attività in soggetti con somatizzazione


dell’ansia a livello dello stomaco e dell’intestino è dovuta soprattutto ad un’azione
antispastica sulla muscolatura liscia di questi organi. Tale azione è dovuta soprattutto ad
un ostacolo alla penetrazione del calcio a livello della muscolatura liscia viscerale, dovuta
principalmente all’olio essenziale. Inoltre le mucillagini di cui il tiglio è ricco si stratificano
sulla mucosa intestinale, proteggendola dal contatto con le sostanze irritanti.

• Indicazioni principali: disturbi da somatizzazione dell’ansia a livello


addominale, nervosismo e irritabilità.
• Azione prevalente: sedativa e spasmolitica viscerale.

EFFETTI COLLATERALI: in pazienti sensibili può provocare reazioni allergiche cutanee a


tipo orticaria.

CONTROINDICAZIONI: nessuna degna di nota.


INTERAZIONI CON FARMACI: non note.
DATI TOSSICOLOGICI: la dose letale per bocca nel ratto è indeterminabile, confermando
la scarsissima tossicità di questa pianta.

Potrebbero piacerti anche