Come - Usare - Intuizione - JOY MARTINA

INDICE
Introduzione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4
Introduzione all’intelligenza
superiore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 6
Capitolo 1
PASSO 1 Metti a tacere il brusio. . . . . . . . . » 29
Capitolo 2
PASSO 2 Impara a dire “no” con grazia. . . . » 49
Capitolo 3
PASSO 3 Perdona e lascia andare con gioia. » 75
Capitolo 4
PASSO 4 Accetta i tuoi desideri. . . . . . . . . » 101
2
Capitolo 5
PASSO 5 Attingi all’Universo. . . . . . . . . . . » 121
Conclusione
Quale sarà il prossimo passo?
La mia chiamata d’emergenza. . . . . . . . . » 149
L’Autrice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 154
3
INTRODUZIONE
“La mente intuitiva è un dono sacro. La mente razionale

è un servo fedele. Abbiamo creato una società che onora il
servo e ha dimenticato il dono.”
Albert Einstein
E instein aveva ragione, almeno secondo “Forbes

Magazine”. Nota nel settore dei media a livello
internazionale per essere sempre sul pezzo, la rivista
“Forbes” tiene il mondo aggiornato sui nuovi svi-
luppi. Conosciuta soprattutto perché tratta di lavoro,
investimenti e tecnologie, si occupa anche di temi
più personali, quali la leadership e lo stile di vita.
Se Forbes scrive: “L’intuizione è la più alta forma di
intelligenza”, tutti i leader nel mondo degli affari gli
prestano attenzione.
4
COME USARE L’INTUIZIONE PER CAMBIARE LA TUA VITA
A ogni modo, anche quelli che non hanno mai

sentito parlare di “Forbes” usano l’intuizione ogni
giorno. Di fatto, le loro stesse vite sono modellate
dall’intuizione.
Uno scettico potrebbe obiettare: “Hai letto un
po’ troppi oroscopi. Come può l’intuizione umana
modellare la vita di qualcuno?”. La risposta è sem-
plice: l’intuizione è responsabile di innumerevoli
idee e innovazioni che hanno plasmato il mondo. Il
mondo di ciascuno di noi.
L’Indicatore di personalità di Myers-Briggs con-
sidera l’intuizione come una delle quattro principali
unità di misura, e in questo senso Obama, Zucker-
berg, Einstein ed Elon Musk hanno avuto un pun-
teggio alto. La verità è questa: coloro che hanno pla-
smato il nostro mondo hanno sfruttato al massimo
la propria intelligenza più elevata. Chi vuole dare
forma al futuro deve fare lo stesso. A dirla tutta, è
la nostra stessa sopravvivenza a dipendere dall’intui-
zione umana.
Ne parleremo in modo più approfondito nel Capi-
tolo 5. Per ora vediamo come puoi usare l’intuizione
per cambiare la tua vita.
5
INTRODUZIONE
ALL’INTELLIGENZA
SUPERIORE
P ronto per continuare? Sono qui per aiutarti a

ottenere il massimo rendimento dalla tua intel-
ligenza superiore sviluppando l’intuizione. All’inizio
della mia carriera ho incontrato un certo scetticismo
in merito alle mie competenze. Ho fatto l’abitudine
agli sguardi divertiti. Quando mi venivano richieste
consulenze in ambito lavorativo, i dirigenti più edu-
cati in genere ignoravano o respingevano i miei con-
sigli. I meno educati mi prendevano apertamente
in giro. Più tardi quelle stesse persone hanno agito
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in base ai miei suggerimenti, facendo grandi passi

avanti nelle loro attività.
Non è che non vedessero il valore dei miei consigli.
Lo vedevano; semplicemente non riuscivano a con-
templare l’uso dell’intuizione. Poi, quando i clienti
hanno iniziato a essere entusiasti e io ho cominciato
a guadagnare più dei miei amici impiegati in azienda,
la gente ha mostrato interesse verso il mio lavoro,
incominciando a trovarci “qualcosa” che superava le
consulenze di altri professionisti del settore.
Quel “qualcosa” andava ben oltre la mia intui-
zione, ed era la possibilità di attingere a se stessi.
È questo ciò che faccio: insegnare alle persone
come sviluppare la propria intuizione e, durante il
percorso, accedere al proprio genio innato. Per fare
questo, mi concentro sull’aiutarle a chiarire le cre-
denze che le limitano, in modo che possano tirare
fuori il massimo della felicità.
Vedi, la felicità e l’intuizione vanno di pari passo.
Per provare la vera felicità, quella che viene dal pro-
fondo, dobbiamo essere sintonizzati con la nostra
parte più autentica. I 5 Passi del libro sono pensati
proprio per questo scopo e per rafforzare l’intuizione.
7
Oggi, quando entro in una sala riunioni, anziché da

sguardi perplessi vengo accolta con grande rispetto.
Sviluppando una forte intuizione, anche tu puoi otte-
nere il rispetto dei tuoi colleghi, della tua squadra,
della tua famiglia e della tua comunità. Inoltre, affi-
nando l’intuizione, puoi guadagnare un rispetto
sempre maggiore di te stesso, aumentando la fiducia
nelle tue capacità.
Intuizione come forma di intelligenza
Tutti noi abbiamo sentito parlare dell’intuizione

femminile. Ciò di cui dovremmo parlare più spesso è
l’intuizione degli uomini in generale. Dell’intuizione
umana. Dell’intuizione come forma di intelligenza.
In passato “l’intuizione delle donne” veniva tenuta
in bassa considerazione. A noi donne viene detto di
fidarci della nostra intuizione, eppure gli uomini non
sempre ci prendono sul serio quando esprimiamo
ciò che essa ci indica. Fortunatamente le cose stanno
iniziando a cambiare. Più riusciamo a riconoscere il
valore dell’intuizione, più saremo aperti a riceverne
la saggezza. Nel Capitolo 1 vedremo insieme le
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prove scientifiche sul valore intrinseco e sulla validità

dell’intuizione.
Una volta accettato il fatto che l’intuizione è una
funzione dell’intelligenza dal grande potere, sorgono
diverse domande ovvie.
- Come facciamo a sviluppare la nostra intuizione?
- Che ruolo ha l’intuizione nella risoluzione dei
problemi?
- Come facciamo a sapere che ci possiamo fidare
della nostra intuizione?
- Cosa succede se la nostra intuizione è sbagliata?
- L’intuizione è alla portata degli uomini come lo è
delle donne?
- L’intuizione può essere insegnata a scuola?
- Che dire del pensiero razionale e della logica?
- Come possiamo sfruttare al meglio la “più alta
forma di intelligenza” per il bene comune?
Prima di rispondere, ho ancora una domanda. Una
volta preso atto che l’intuizione è la più alta forma di
intelligenza, non ti piacerebbe sapere come usarla per
diventare padrone del tuo mondo? Immagino che la
risposta sia “certamente sì”.
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Celebrità intuitive in base all’Indicatore di

personalità Myers-Briggs
Nelle pagine che seguono troverai un approccio siste-

matico per attivare e amplificare la tua intuizione. Sco-
prirai che l’intuizione ti consente di avere un netto van-
taggio nelle situazioni difficili. Sviluppando quello che
Einstein chiamava “il dono”, potrai includere te stesso
nel novero delle celebrità e dei leader riconosciuti come
intuitivi in base all’Indicatore di Myers-Briggs (MBTI).
Potresti persino ritrovarti tra i milioni di persone intu-
itive che hanno cambiato il mondo: Franklin Delano
Roosevelt, Margaret Thatcher, Stephen Hawking, Elon
Musk, Mark Zuckerberg e Steve Jobs.
In base all’MBTI, ciascuno di questi individui
è stato classificato come intuitivo. I loro risultati
mostrano che l’intuizione è molto più che una sem-
plice attitudine; è un’abilità essenziale quando si
tratta di avere successo nella politica e negli affari.
NOTA: l’MBTI è utilizzato per assumere personale dall’85 per cento delle
cinquecento maggiori società statunitensi, mentre l’89 per cento delle dieci
aziende di maggior successo censite dalla rivista “Fortune” utilizza pro-
prio l’MBTI per lo stesso scopo. Il test è progettato per scoprire le tendenze
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psicologiche individuali (per esempio, come una persona vede il mondo e

prende decisioni) e si basa sull’idea che l’essere umano abbia quattro fun-
zioni primarie: sensazione, intuizione, sentimento e pensiero. Fondato
sulla teoria dei tipi psicologici di Carl Jung, il test di Myers-Briggs è
stato sviluppato negli anni Cinquanta da una équipe composta da madre
e figlia con lo scopo di aiutare le donne a trovare lavoro alla fine della
Seconda guerra mondiale.
Steve Jobs: “L’intuizione è la più alta forma di

intelligenza”
Non credo che l’intuizione sia appannaggio delle

donne più di quanto il pensiero razionale lo sia degli
uomini. Quando si tratta di intuizione, l’unica vera
differenza è che noi donne siamo più autorizzate a
fidarci dei nostri sensi rispetto agli uomini. Ammet-
tiamo di seguire la nostra intuizione con la stessa
disinvoltura con cui gli uomini parlano di giocare a
golf o dei gol segnati dalla loro squadra del cuore.
Di fatto, ci si aspetta che le donne seguano i propri
suggerimenti interiori, lasciandosi guidare dall’istinto.
Gli uomini, d’altra parte, sono tenuti ad “attenersi ai
fatti”. Viene insegnato loro a ignorare o negare quel
sapere segreto che esula da ogni logica, dimostran-
11
dosi allo stesso tempo superiori. Certo, a un uomo è

permesso “avere un’intuizione” o “seguire il proprio
istinto”, tuttavia la maggior parte delle persone di
sesso maschile non oserebbe esternare affermazioni
come “Me lo suggerisce l’intuito” o “La mia guida mi
ha parlato” o ”L’ho chiesto all’Universo”.
A ogni modo, di fatto gli uomini agiscono sempre
basandosi sull’intuizione. Semplicemente non si ren-
dono conto che lo stanno facendo. E se lo fanno, cer-
tamente non lo annunciano al mondo. O almeno così
è stato fino a quando Steve Jobs, fondatore di Apple,
ha fatto da apripista.
Infatti Jobs ha risollevato la reputazione della
nostra “più alta forma di intelligenza” in un discorso
tenuto in occasione della cerimonia di consegna dei
diplomi all’Università di Stanford. Rivolgendosi alla
folla ha detto: “Non lasciate che il rumore delle opi-
nioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa
più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro
cuore e la vostra intuizione. In qualche modo loro
sanno cosa volete realmente diventare.”
Ciò solleva il grande interrogativo: chi vuoi real-
mente diventare?
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L’intuizione può essere vista da innumerevoli

punti di vista. Nel Capitolo 1 considereremo le varie
definizioni, analizzeremo alcuni pregiudizi sulle per-
sonalità intuitive e sveleremo alcuni miti sul nostro
“sesto senso”.
Forse ti starai chiedendo perché preoccuparsi di
definire qualcosa di così immateriale e inafferrabile.
Semplice: possiamo beneficiare più facilmente di
questo tipo di conoscenza (e capitalizzarla) se sap-
piamo di cosa si tratta. Ma prima di passare alla defi-
nizione, voglio condividere con te il mio punto di
vista: accantonerò per un momento la domanda “Che
cos’è l’intuizione” e considererò a che cosa serve.
Il mio punto di vista deriva dall’aver ascoltato
decine di migliaia di persone in tutto il mondo, in
Italia, Cina, Germania, Paesi Bassi e Stati Uniti.
Le ho aiutate a risolvere i traumi del passato, a
lasciar andare carichi emotivi e a far uscire la parte
migliore di sé. Ogni volta ho visto che noi esseri
umani abbiamo bisogno di essere connessi alla
nostra intuizione per provare autentica gioia.
Alla luce della mia esperienza, definisco l’intuizione
come una connessione vitale con il tuo Sé più auten-
13
tico. Questa connessione vitale porta al successo nella

vita, qualunque cosa significhi per te “avere successo”:
una carriera brillante, una buona salute, una relazione
appagante, l’equilibrio tra lavoro e vita privata.
La triste verità, secondo l’indice di felicità calcolato
dalla società di analisi Harris Poll, è che alla maggior
parte di noi manca proprio questa connessione vitale.
Più della metà della popolazione degli Stati Uniti

è infelice
Gli americani, negli ultimi dieci anni, sono più infe-

lici di quanto lo siano mai stati prima d’ora. Secondo
l’indice di felicità calcolato nel 2017 dalla Harris Poll,
solo il 23 per cento degli americani si definirebbe
felice. Ciò significa che il restante 77 per cento della
popolazione è infelice. Rifletti un momento: questo
dato sconcertante sta costando alle aziende statuni-
tensi qualcosa come 500 miliardi di dollari l’anno.
La causa principale dell’infelicità è l’incredibile
sovraccarico di informazioni che il nostro cervello
deve affrontare ogni giorno. Nel giro di venticinque
anni siamo passati da ricevere circa 2 milioni di bit
14
di informazioni al secondo a circa 11 milioni di bit

al secondo. È cinque volte l’input ricevuto nel 1993.
È un dato in costante aumento: gli esperti prevedono
che nei prossimi tre anni assisteremo a un ulteriore
salto quantico della tecnologia, equivalente a quello
che si è verificato negli ultimi dieci anni. Tutto ciò è
particolarmente allarmante considerato che il cer-
vello umano può concentrarsi solo su 126 bit di infor-
mazioni al secondo; non stiamo parlando di milioni
di bit, ma solo di 126. Non c’è da meravigliarsi se ci
sentiamo sopraffatti, stressati e sconnessi. Prima d’ora
nella storia dell’umanità non siamo mai stati bombar-
dati da così tante informazioni. Ci sentiremmo sopraf-
fatti anche se tutti gli input fossero positivi. Purtroppo,
invece, gran parte di questi si rivelano scioccanti: disa-
stri naturali, sparatorie, attacchi terroristici, crisi eco-
nomiche, minacce ambientali, scandali politici. E ci
stupiamo se la depressione è diventata un’epidemia?
Come possiamo invertire la tendenza? Come ini-
ziare ad avere una vita felice data la valanga di input
che riceviamo ogni giorno? Come evitare di finire
sepolti dalla tecnologia e schiacciati dalla paura di
una catastrofe?
15
Puoi imparare a sintonizzarti su te stesso e sulla

tua intuizione.
Rafforzare l’intuizione e imparare a fidarti di essa è
più semplice di quanto tu possa pensare. L’intuizione è
un’abilità che si può imparare, proprio come qualsiasi
altra cosa. Questo diventa ovvio per la maggior parte
delle persone non appena iniziano a utilizzarla e a per-
fezionarla intenzionalmente. La verità è che gli esseri
umani sono molto più intuitivi di quanto pensino,
quindi la loro curva di apprendimento diventa ricca
di momenti esaltanti nel momento in cui si rendono
conto di quanto questa loro dote naturale sia brillante.
Prendi il controllo della tua mente o lo farà qualcun
altro.
Per sopravvivere in un’era catastrofica hai bisogno

dell’intuizione, non di Google
Quando diventi più intuitivo, ne traggono bene-

ficio tutti. Incarnando il tuo Sé più vero e autentico,
sarai più felice, più sano, più pacifico e più amorevole.
Sarai anche meglio equipaggiato per affrontare qua-
lunque tipo di avversità.
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Frank Blaney, autore e direttore creativo con master

in negoziazione, risoluzione dei conflitti e media-
zione di pace, afferma: “La conoscenza più preziosa
di cui abbiamo bisogno per sopravvivere in questa era
catastrofica non si trova su Google, ma nella nostra
intuizione.”
In questi momenti pieni di incertezza, quando incar-
niamo e mettiamo in pratica il potere dell’intelligenza
intuitiva, possiamo fare molto più che sopravvivere.
L’intelligenza intuitiva sta diventando di moda così
come è successo negli ultimi vent’anni con l’intelligenza
emozionale. Nella leadership e nelle organizzazioni, nei
consigli d’amministrazione e nei piani normativi, nelle
aule e nelle camere da letto, saranno coloro che hanno
un elevato Quoziente di Intelligenza Intuitiva (QII) a
guidarci verso un futuro più coerente.
La mia intenzione è di fare il possibile per aumen-
tare il nostro QII collettivo in modo che l’umanità si
incammini verso un futuro radioso.
Il pilota che non ha saputo spiegare perché

Il pilota di Formula 1 Juan Manuel Fangio si stava
avvicinando a una curva quando frenò all’improvviso
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senza sapere perché. Quel pomeriggio vinse il Gran

Premio di Monaco. Se non fosse stato per quella fre-
nata apparentemente inspiegabile, si sarebbe schian-
tato contro una fila di macchine incidentate.
Come faceva a sapere che c’era un incidente? Le
macchine incidentate erano dopo la curva, non poteva
certo vederle. È stata la sua intuizione a dirgli di fre-
nare? Il professor Gerard Hodgkinson dell’Università
di Leeds la pensa così: “Il pilota non è riuscito a spie-
gare perché avesse ritenuto giusto fermarsi” ha detto,
“ma l’impulso era stato molto più forte del suo desi-
derio di vincere la gara.”
Hodgkinson crede che l’intuizione derivi dalla
nostra capacità di valutare istantaneamente gli sti-
moli interni ed esterni senza elaborare l’informazione
con la mente consapevole. Di fatto, a livello cosciente
Fangio non era consapevole di ciò che l’aveva spinto
a frenare quel giorno.
Hodgkinson racconta: “In seguito il pilota è stato
sottoposto a un’analisi medico-legale da parte degli
psicologi, che gli hanno mostrato un video per fargli
rivivere mentalmente l’evento. Con il senno di poi, si
è reso conto che la folla, che normalmente avrebbe
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fatto il tifo per lui, non stava guardando nella sua

direzione ma dalla parte opposta, come se tutti fos-
sero impietriti e scioccati. Quello era stato lo spunto...
aveva intuito che qualcosa non andava e si era fer-
mato in tempo.”
Sensazioni di pancia, presentimenti e lampi

d’intuizione
Hai mai agito senza pensare, riuscendo così a
scampare a un pericolo? Hai mai provato una strana
sensazione di pancia che ti ha portato ad agire con
rapidità e salvare qualcuno da un incidente? O
magari un presentimento ti ha fatto percorrere una
strada diversa dal solito e hai incontrato qualcuno
a cui stavi pensando proprio quella mattina? Ti è
mai capitato di formulare un giudizio immediato
come: “Non ci si può fidare di quella persona” per
poi capire in seguito che la tua intuizione era azzec-
cata? O forse hai deciso su due piedi di andare a una
conferenza dove hai conosciuto qualcuno che ti ha
cambiato la vita?
Esperienze intuitive come questa accadono conti-
nuamente.
19
Un team di ricercatori della facoltà di Economia

dell’Università di Leeds ha giudicato l’intuizione un
vero fenomeno psicologico, postulando che le nostre
capacità intuitive sono il risultato del modo in cui
i nostri cervelli elaborano, memorizzano e recupe-
rano informazioni.
Secondo il mio punto di vista, per raccogliere
informazioni utilizziamo fondamentalmente due
modi diversi. Uno è tramite i nostri cinque sensi.
Osserviamo ciò che ci circonda e attingiamo infor-
mazioni dalle nostre esperienze in base a ciò che
vediamo, ascoltiamo, proviamo, assaporiamo e toc-
chiamo. Se ci affidiamo esclusivamente ai cinque
sensi, ciò che incameriamo è limitato ai dati che
siamo in grado di raccogliere con i nostri occhi,
orecchie, naso, bocca e senso cinestetico. Il secondo
modo in cui prendiamo informazioni riguarda la
nostra parte intuitiva. L’intuizione ha a diposizione
una gamma di input molto più vasta. Raccoglie
informazioni che vanno al di là di ciò che possiamo
consapevolmente registrare con i sensi. Inoltre l’in-
tuizione non si limita ad attingere informazioni;
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sintetizza e trae conclusioni in modo fulmineo. In

altre parole, l’intuizione ha una visione più ampia.
Detto in sintesi, i sensi e l’intuizione sono entrambi
funzioni di raccolta delle informazioni. Questo ci
riporta al bombardamento di dati di cui si parlava
nell’introduzione. Secondo Bruce Lipton, la mente
inconscia può elaborare 20 milioni di bit di infor-
mazioni al secondo. La mente cosciente raggiunge il
limite di elaborazione a 126 bit al secondo. In altre
parole, la mente inconscia elabora 160 volte più dati
di quelli che effettivamente registriamo a livello
cosciente.
NOTA: Si tratta di ipotesi plausibili; la scienza deve ancora trovare
un accordo sulla velocità di elaborazione della mente inconscia. Quello
che possiamo dire è che secondo i ricercatori della facoltà di Medicina
dell’Università della Pennsylvania, la retina nell’occhio umano tra-
smette input visivi a circa 10 milioni di bit al secondo. Un’altra fonte
sostiene che l’inconscio elabora le informazioni sugli impulsi che viag-
giano a una velocità di 100 km/h. Al contrario, la mente cosciente
elabora informazioni su impulsi che viaggiano a soli 100-150km/h.
È difficile trovare prove concrete sulla velocità di

elaborazione della mente.
21
Eseguiamo un piccolo esperimento mentale per il

puro gusto di farlo. Nel tuo organismo ci sono circa
50 trilioni di cellule, ciascuna delle quali svolge tri-
lioni di funzioni. Ora immagina di guardare dieci-
mila schermi contemporaneamente. Difficile persino
da immaginare, vero? La potenza di elaborazione e la
velocità dell’inconscio sono quasi impossibili da con-
cepire. Eppure puoi attingere a questo superpotere
con i 5 semplici Passi che ti insegnerò nelle pagine
che seguono.
Perché la mente cosciente si deve basare

sull’intuizione
Cosa facciamo di tutte le informazioni da cui

veniamo travolti ogni giorno? Come decidere cosa
assimilare, da cosa schermarci, cosa archiviare per un
uso futuro, cosa buttare via?
La velocità di elaborazione della mente cosciente
è così limitata che il nostro “processore centrale”
deve basarsi sull’intuizione. Senza intuizione, non
avremmo modo di intercettare tutte le informazioni
che vengono costantemente trasportate nel nostro
22
inconscio e la cui vastità ci manderebbe in tilt. La

mente cosciente non è in grado di assorbire tutti
quegli input. Ma l’intuizione sì, e ci riesce senza
sforzo. Fortunatamente, l’intuizione è del tutto in
grado di selezionare e analizzare i contenuti dell’in-
conscio, ed è abile a farlo. Senza l’intuizione a sobbar-
carsi il lavoro pesante, saremmo così sopraffatti dalle
informazioni in arrivo da non riuscire nemmeno ad
alzarci dal letto la mattina.
Per vivere nel nostro mondo, abbiamo bisogno sia
della capacità percettiva sia della capacità intuitiva.
Alcune persone sono più inclini a fidarsi di infor-
mazioni tangibili e concrete, quelle cioè che possono
essere verificate e comprese con i cinque sensi. Se rie-
scono a raccogliere, toccare, sentire, annusare, vedere
e assaggiare, sanno che è reale. Queste persone, che
io chiamo percettive, di solito non credono nei pre-
sentimenti e non si fidano dell’intuizione; per loro il
significato è nei dati.
Le persone intuitive, invece, si fidano di informazioni
meno dipendenti dai sensi. Seguono le loro sensazioni,
ascoltano l’istinto. Tendono a riconoscere immediata-
mente un lampo d’intuizione e agiscono in base a esso.
23
In questo senso, le persone intuitive hanno una visione

d’insieme più ampia.
Data la complessità dei tempi in cui viviamo, avere
una visione d’insieme è cruciale. Se trascorriamo le
giornate impantanati nei problemi che stiamo affron-
tando, finiamo col diventare depressi. Faremmo qual-
siasi cosa per distrarci dal dolore, e questo ci porta a
sentirci disconnessi. Quando siamo in grado di vedere
il quadro d’insieme, è molto più facile rimanere calmi.
Da uno stato di pace puoi facilmente attingere alla
più alta forma di intelligenza: l’intuizione.
Nelle pagine che seguono imparerai un metodo
pratico. I 5 Passi non sono sequenziali: si supportano
e si potenziano a vicenda. Si tratta di un approccio
sistematico con GRANDI benefici che potrai notare
subito. Usa questi strumenti per espandere il cuore e
la mente a partire da ora. È un processo strutturato
che consiste nell’utilizzare le tue risorse interiori per
permetterti di attingere alla più alta forma di intelli-
genza.
Condividerò con te alcune delle migliori risorse
interiori, organizzate in punti chiave.
24
CONSIGLI PER ESSERE FELICE: azioni e com-

portamenti quotidiani per migliorare la tua vita
TRUCCHI PER RIPROGRAMMARE IL CER-

VELLO: semplici tecniche per cambiare istantanea-
mente stato mentale e stato d’animo
ESERCIZI PER STARE BENE: attività fisiche e

tipi di postura che ti portano verso stati cerebrali più
elevati.
Queste strategie di base sono “tattiche per ripren-

dere il controllo”. Danno la possibilità di entrare nel
tuo sistema operativo mentale-emozionale e ti con-
sentono di prendere il comando.
Per iniziare, voglio condividere con te un esercizio

grazie al quale, in qualsiasi momento lo desideri, puoi
passare a uno stato più rilassato.
Trucco per riprogrammare il cervello: lo switch
Questo metodo è perfetto per cambiare stato vitale;

puoi servirtene ovunque e in qualsiasi momento. Pur
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essendo davvero semplice, è molto potente. Ciò di cui

hai bisogno sono solo le tue mani.
Come sai, i pensieri hanno un forte impatto sulla
realtà che crei. Capita a tutti di avere giorni in cui
ci si sveglia stanchi o scontrosi. Magari sbattiamo
con il piede contro uno spigolo, o scopriamo che
la macchina del caffè è rotta, che l’automobile non
parte oppure (il cielo ce ne scampi!) accade tutto
quanto insieme. Se ti è mai capitata una mattinata
così, sai di cosa sto parlando. Se guardi indietro e sei
veramente onesto con te stesso, noterai che proba-
bilmente anche i pensieri che ti sono passati per la
mente durante quella cascata di eventi negativi erano
altrettanto negativi. Il modo più rapido per fermare
la spirale verso il basso è diventare consapevole dei
pensieri, riconoscere dove ti stanno portando e met-
tere in pratica questo esercizio per passare a uno stato
più positivo, portare energia nel corpo e controbilan-
ciare lo stress guarendo te stesso.
Detto questo, ecco come si esegue lo switch. Devi
fare un movimento simile a un colpo di karate. Usa
il lato di una mano e dai un colpo al palmo aperto
dell’altra. Devono essere piccoli colpi veloci, sei da
26
una parte e sei dall’altra. Sii il più rapido possibile,

alternando le mani e accompagnando i movimenti
con respiri profondi. In questo modo sincronizzi
l’emisfero sinistro del cervello con quello destro

facendoli parlare tra loro e contemporaneamente
lavori su tutti i punti di digitopressione sul lato e
sul palmo delle mani. Questa mossa, combinata con
una respirazione profonda, riduce lo stress nell’or-
ganismo.
Per potenziare gli effetti, includi il canale uditivo
parlando ad alta voce. Di’ a te stesso: “Mi amo e mi
accetto” mentre continui con lo switch. Tramite le
parole riprogrammi il cervello e reindirizzi i pen-
sieri. Ora puoi aggiungere un altro comando magico
accettando semplicemente ciò che è. Di’: “Mi amo
e mi accetto, anche se in questo momento non sto
bene. E mi amo e mi accetto, mentre scelgo di stare
bene.” Fai un ultimo respiro profondo e smetti di pic-
chiettare. Prendi una pausa e concentrati sul calore e
l’energia nel tuo corpo.
Quando accettiamo ciò che è e scegliamo di stare
bene, indirizziamo l’attenzione su ciò che vogliamo
davvero. Ripeti questo esercizio ogni volta che noti
27
una cascata di pensieri negativi, allenando il cervello

a essere più positivo, concentrandoti su ciò che vuoi
piuttosto che su ciò che non vuoi. La velocità con cui
manifesterai ciò che desideri risulterà accelerata.
Ecco la teoria alla base dello switch. La mente
cosciente può concentrarsi su un solo obiettivo per
volta; picchiettando la tieni impegnata. Potresti pen-
sare che ciò non richieda grande concentrazione, ma
in realtà ci sono oltre 126 piccoli movimenti e adatta-
menti coinvolti in questa attività. Tenendo occupata
la mente cosciente, puoi accedere all’inconscio. In
meno di un minuto riprogrammi il cervello e cambi
stato. Ciò ti rende libero di uscire e “cogliere l’attimo”.
28
CAPITOLO 1
PASSO 1:
METTI A TACERE
IL BRUSIO
N el dipartimento di Neurologia della facoltà di

Medicina dell’Università dell’Iowa, impegnato
nello studio della neurologia comportamentale e
delle neuroscienze cognitive, è stato condotto un
esperimento che dimostra la bellezza dell’intuizione
e come essa ci aiuta in modo amichevole.
Sono stati usati due mazzi di carte, entrambi truc-
cati: l’uno in modo da ottenere grandi vincite e grandi
perdite; l’altro per avere guadagni molto piccoli e
29
perdite piuttosto modeste. Al test hanno partecipato

due gruppi, uno dei quali costituito da individui con
una corteccia prefrontale danneggiata, l’altro i cui
membri avevano una funzionalità cerebrale normale.
La scienza ci dice che il lobo frontale è la parte più
recente e avanzata del cervello.
Ai partecipanti è stato mostrato come giocare ed è
stato chiesto loro di anticipare le mosse che avrebbero
fatto e le carte che avrebbero usato. Ecco ciò che è
emerso dallo studio: dopo un certo periodo di tempo,
l’inconscio prendeva il sopravvento e i partecipanti
con una normale funzionalità cerebrale iniziavano a
formulare giudizi improvvisi. In pratica imparavano
dalle esperienze che stavano facendo mentre gioca-
vano. I soggetti con cortecce prefrontali danneggiate,
invece, non hanno mai sviluppato quel senso di anti-
cipazione e hanno continuato a scegliere in modo
sfavorevole.
Durante l’esperimento, i ricercatori hanno misu-
rato le risposte di conduttanza cutanea (SC, dall’in-
glese skin conductance) dei partecipanti, ovvero ciò
che nel linguaggio comune chiamiamo “pelle d’oca”.
30
Indipendentemente dal nome, ciò che sappiamo è

questo: il corpo reagisce sempre per primo.
Tutto questo cosa ci dice sull’intuizione? Diventa
più forte quando notiamo cosa sta succedendo. Chia-
mata anche riconoscimento di schemi, l’intuizione
prende in considerazione ciò che sta accadendo, lo
cataloga e quindi lo usa per anticipare le prospettive
future.
Questo esperimento illustra anche un altro aspetto
dell’intuizione: essere sintonizzati sul corpo. Nella
Programmazione Neuro-Linguistica (PNL) par-
liamo di sviluppare l’acuità sensoriale, il che significa
avere la capacità di usare i sensi per fare osservazioni
accurate su noi stessi e su coloro che ci circondano. È
uno strumento in grado di cambiare la vita che tutti
noi avremmo bisogno di sviluppare o, per meglio dire,
recuperare. Sì, perché da bambini ce l’abbiamo tutti.
I bambini hanno un’acuità sensoriale molto chiara.
Pensaci: se qualcosa non va, urlano. Te lo fanno sapere
subito.
NOTA: Naturalmente siamo noi a dover capire cosa c’è che non va
nel bambino. Ha il pannolino sporco? Ha fame? È stanco? Il bam-
bino è sintonizzato sul proprio corpo. Sfortunatamente, per come
31
oggigiorno facciamo crescere e educhiamo i bambini, non rafforziamo

la loro naturale connessione tra il corpo e la mente, ma al contrario
la distruggiamo. Ci concentriamo, come dice Einstein, sulla mente
razionale. Indirizziamo i nostri sforzi lì, trascurando il corpo e trala-
sciando di allenare il cervello. Quindi, mentre recuperiamo la nostra
innata acutezza sensoriale, dovremmo occuparci anche di quella dei
nostri figli e fare tutto il possibile per preservarla.
Ciò che trovo interessante dell’esperimento con le

carte è che nei partecipanti normali l’acutezza sen-
soriale (consapevolezza, in questo caso, delle risposte
cutanee) era precisa. Stavano incamerando quei mes-
saggi, anche se a livello cosciente non erano consape-
voli di quali fossero quelli inviati e quali quelli rice-
vuti. Alcuni hanno impiegato un po’ più di tempo per
agire sulla base delle informazioni; altri sono stati più
veloci. Ma tutti si sono sintonizzati su ciò cui dove-
vano prestare attenzione e si sono adattati di conse-
guenza. I partecipanti con il lobo frontale del cervello
non completamente funzionante non sono stati in
grado di farlo.
Tutto questo ci porta a pensare che forse la più
alta forma di intelligenza risiede nel lobo frontale del
cervello.
32
L’intuizione è un animale sensibile
Ciò che abbiamo esplorato finora porta a una con-

clusione ovvia: possiamo trarre beneficio imparando
a fidarci della nostra intuizione. Prima di parlare del
Passo 1, voglio soffermarmi un momento e chiederti
di fare un respiro profondo.
Quello che sto per condividere con te ti può cam-
biare la vita. Potrebbe essere l’informazione più impor-
tante che la tua mente cosciente abbia mai ricevuto.
Ecco perché ti chiedo di rallentare e di fare un
respiro profondo. Voglio, vogliamo, che la tua mente
cosciente presti davvero attenzione.
Il fatto è questo: la tua intuizione è un animale
altamente sensibile.
Proprio così. La più alta forma di intelligenza che
possiedi, con le sue meravigliose capacità infinita-
mente più sofisticate di un supercomputer, è estre-
mamente sensibile.
E c’è un altro dettaglio che dovresti sapere: in
generale, l’intuizione parla sottovoce.
Certo, ci potranno essere momenti in cui ti urlerà:
“ESCI DA QUI!”. Ma per la maggior parte del tempo
33
l’intuizione è simile a un sussurro. Se non siamo abi-

tuati ad ascoltare quella voce, potremmo non riuscire
a udirla. La maggior parte di noi non è stata allenata
ad ascoltare la propria intuizione e non ha il tempo di
sintonizzarsi intenzionalmente. Per alcune persone,
la voce negativa e giudicante occupa così tanto spazio
nella testa da non lasciarne ai sussurri dell’intuizione.
A volte l’intuizione comunica dando una leggera
spinta interiore. Se non si è in contatto con il proprio
corpo, è facile perdersela. Molte persone convivono
con una tale tensione nel corpo da dover impiegare
un’incredibile quantità di forza vitale per alleviare
questo disagio. Mentre sono impegnate ad allentare
la tensione, sono distratte. Trascorrono gran parte
della giornata cercando di guarirsi con cibo, caffeina,
alcol o altre dipendenze, e intanto quella spinta inte-
riore passa del tutto inosservata.
Ciò che il tuo “sesto senso” vuole farti sapere
A volte l’intuizione arriva sotto forma di un lampo,

come una specie di visione. Tuttavia, se non siamo
attenti, possiamo perderci questi sprazzi intuitivi.
34
Vediamo ciò che siamo abituati a vedere, forse un

mondo in cui non possiamo vincere. Alcune per-
sone vivono in una realtà in cui si sentono trattate in
modo ingiusto e sprecano la maggior parte della loro
energia vitale nutrendo rancore o leccandosi le ferite.
A prescindere dal punto di vista, ciò che vediamo è
ciò che otteniamo. Siamo noi a creare la nostra realtà
in base a come osserviamo e interpretiamo il mondo.
Nel frattempo, l’intuizione cerca di mostrarci un
punto di vista differente.
Come se ciò non bastasse, molte persone sono tal-
mente assorbite da ciò che accade al di fuori da non
essere nemmeno più capaci di focalizzarsi sulla pro-
pria dimensione interiore. Raramente, se non mai, ci
immergiamo nel silenzio interiore. Il problema non è
il non essere intuitivi, ma l’aver perso l’abitudine a pre-
stare attenzione alla voce interiore. Ignoriamo ciò che
il nostro “sesto senso” vuole farci sapere. La maggior
parte delle persone non è mai stata abituata a chiudere
gli occhi di tanto in tanto, a fare alcuni respiri e a sinto-
nizzarsi con il proprio mondo interiore.
Se vogliamo accedere al vasto magazzino di infor-
mazioni dell’intuizione, se vogliamo sentire cosa sta
35
dicendo quella voce interiore, se vogliamo essere gui-

dati dalla nostra più alta forma di intelligenza, dob-
biamo familiarizzare con il nostro mondo interiore.
Questo accade creando un rapporto con la nostra
mente inconscia.
Lavoro a stretto contatto con le persone inse-
gnando loro a entrare in rapporto con il proprio
inconscio. All’inizio, molti devono rivedere la loro
concezione errata secondo cui non ci si deve fidare
della mente inconscia. La vedono come una parte
misteriosa di sé che non possono controllare. Temono
che, abbassando la guardia, potrebbero dire o fare
qualcosa di “strano”. Non sanno a cosa serve il loro
inconscio e sicuramente non si fidano.
Alla base di questa paura c’è l’assunto che la
mente inconscia non faccia parte di noi. Se fosse così,
avrebbe senso non fidarsi. Ma non è questo il caso.
La mente inconscia è una parte significativa di noi. E
la bellezza e la magia avvengono quando iniziamo a
fidarci di ciò che sa.
La fiducia che diamo al nostro inconscio ci ritorna
sotto forma di messaggi chiari. La voce dell’in
36
tuizione diventa più chiara e forte se instauriamo

questa relazione.
Un fulmine in salotto
L’ultima cosa che avevamo in mente di fare era

sostituire il tetto di casa, ma il mio intuito la pensava
diversamente...
Il nostro tetto era perfettamente a posto. Non c’era
alcun motivo di fare quel tipo d’investimento solo
per qualche sciocco sogno ricorrente. Così seguii la
procedura che uso sempre per capire se sono spinta
dalla paura. Lavorai con le emozioni e mi distaccai.
Ma la paura era ancora lì. Curioso. Poi, un giorno,
andai a prendere mia figlia Grace a scuola e quando
entrammo nel vialetto lei mi disse: “Mamma, sai che
morirai in questa casa?”.
Le risposi: “Sì, un giorno, quando sarò molto vec-
chia, immagino.”
E lei: “Sì, ma ha a che fare con un incendio.”
Le dissi: “Interessante, grazie tesoro, ci penserò.”
Feci attenzione a non lasciare che questo episodio
alimentasse la mia paura e mi rivolsi direttamente
37
all’inconscio, chiedendogli di guidarmi. Non c’era

spazio per l’ambiguità. Chiesi un messaggio chiaro.
Poi lasciai andare la paura, fidandomi del fatto che
l’intuizione mi aveva sempre protetta.
Mentre preparavo le valigie per un viaggio, rice-
vetti il messaggio chiaro che avevo richiesto. Una
voce potente mi parlò all’orecchio: “Metti nel semin-
terrato tutto ciò a cui tieni veramente.”
Saremmo stati via per un mese intero, quindi aveva
senso. Sentii la voce molto distintamente (anche se di
solito è un sussurro) e dissi: “Ok, metterò tutti i gio-
ielli e le cose a cui tengo nel seminterrato. Mi sembra
saggio.”
Quella sera, io e mio marito ci prendemmo un po’ di
tempo per entrare in connessione con la nostra guida
in modo neutrale e distaccato e io posi la domanda:
“C’è qualcosa di importante che dobbiamo sapere?”.
In un istante la mia guida rispose: “Dovete rifare il
tetto di casa vostra.”
Chiedemmo: “Ok, perché?”.
La risposta fu: “Dovete sostituirlo con un tetto
in metallo a prova di uragano.” E poi, con enfasi:
“Questo è il prossimo passo che dovete fare.”
38
Onestamente, in quel momento l’ultima cosa per

la quale avevamo intenzione di spendere soldi era un
tetto nuovo. La casa è di dimensioni considerevoli e
non c’era niente che non andasse nel tetto esistente.
Con quella cifra a sei zeri avremmo potuto fare una
vacanza di lusso con tutta la famiglia o molte altre
cose divertenti. Ci guardammo e scrollammo le
spalle. Sapevamo che non c’era nient’altro da fare se
non seguire la guida.
Dissi: “Bene, seguiremo questa strada. Se abbiamo
imparato qualcosa, è che i consigli che abbiamo rice-
vuto si sono sempre rivelati giusti.”
Roy aggiunse: “Ok, allora non dobbiamo fare altro
che fidarci.” Quella stessa settimana assunsi un’im-
presa specializzata e mentre eravamo in viaggio in
Europa costruirono un tetto in acciaio.
Due mesi dopo, Roy e io eravamo di nuovo in
viaggio, questa volta per un corso di due giorni in
Germania. Come al solito, mia madre era venuta a
stare da noi per occuparsi di Grace mentre eravamo
via. Erano appena tornate a casa di corsa. Mia madre
sapeva che c’era un temporale in arrivo, così aveva
39
rimandato le commissioni per rincasare prima che si

scatenasse la tempesta.
L’uragano fu devastante, il più forte degli ultimi
dieci anni. I nostri due cani da guardia, Maya e Boris,
erano così spaventati che tremavano, accoccolati sul
divano con mia madre e Grace mentre aspettavano
che la tempesta passasse.
A quel punto un fulmine colpì la casa.
In realtà, il fulmine non colpì solo la casa, ma ci
entrò letteralmente dentro. Un lampo di luce penetrò
nel camino e formò una palla di fuoco, che rimase lì,
inondando il soggiorno a pochi passi da mia madre,
nostra figlia e i cani.
Il costruttore in seguito ci disse che se non aves-
simo messo il tetto in acciaio sarebbe bruciato tutto,
abitanti compresi.
L’intuizione arriva “all’occorrenza”
Secondo il professor Hodgkinson “le persone di

solito sperimentano la vera intuizione quando sono
sottoposte a forti pressioni in termini di tempo o a un
sovraccarico di informazioni o a un grave pericolo, in
40
cui può essere difficile o impossibile condurre un’a-

nalisi cosciente della situazione”.
Parliamo un attimo della pressione in termini di
tempo. Hai mai notato che il tempo necessario per
eseguire un’attività si espande o si contrae a seconda
del tempo a disposizione? Questo vale soprattutto
con i lavori creativi.
Una mia amica che scrive per un giornale lo spiega
così:
Mi metto a lavorare dieci giorni prima della scadenza,

studio l’argomento, scarabocchio gli appunti, scrivo diverse
bozze dei paragrafi iniziali, poi dimentico tutto e mi faccio
i fatti miei, finché arriva il giorno in cui apro l’agenda e
vedo ‘consegna articolo’ evidenziato in rosso. È questo
il momento in cui mi siedo e, in circa tre o quattro ore,
butto giù un articolo che normalmente avrebbe richiesto
un’intera settimana di lavoro.
Ho sorriso quando mi ha confidato che inizia

sempre sistematicamente a scrivere gli articoli con
largo anticipo, ma è solo la sua mente cosciente che
non riesce a fidarsi, perché in fondo lei sa che all’oc-
correnza l’intuizione e le sue capacità la sosterranno.
41
In situazioni di pericolo come quella del nostro

tetto infiammabile in una zona soggetta a temporali,
l’intuizione può tirare fuori un megafono. E quando
il tempo sta per scadere e non abbiamo più possibilità
di rimandare qualcosa, l’intuizione spesso ci fornisce
l’ispirazione di cui abbiamo bisogno. Tuttavia, la vera
intuizione non è limitata alle situazioni di crisi o alla
pressione del tempo.
Come sottolinea Hodgkinson, l’intuizione può
anche venire in nostro aiuto quando siamo sovracca-
ricati dalle informazioni. E nel mondo di oggi, questo
significa praticamente sempre.
Per questo abbiamo bisogno che l’intuizione sia
pronta e operativa.
Esercizio per stare bene: trova rifugio in te
Questo esercizio è l’antidoto alla sopraffazione. È

un modo potente per costruire un rapporto con la
mente inconscia e sperimentare l’incredibile potenza
grazie alla quale elaborare tutti gli input contempo-
raneamente.
42
L’esercizio consiste nell’imparare a schermarci

creando una bolla di silenzio e protezione intorno
a noi, dandoci lo spazio per ESSERE nel momento
presente e sapere ciò che proviamo. Col tempo, sarai
in grado di creare una “tana base” dentro te stesso,
dove potrai ritornare ogni volta che vorrai. Significa
creare un rifugio personale, sviluppare la capacità di
allontanarti dai drammi ed entrare in un luogo di
pace in qualsiasi momento. A prescindere da quanto
la vita possa diventare caotica, puoi trovare rifugio
dentro di te, in un luogo di pace e connessione tutto
tuo.
Il mio rifugio sembra un giardino inglese con
influenze tropicali. Dentro ci ho messo punti sacri
di guarigione, antiche foreste mistiche, un lago
dall’acqua cristallina, animali maestosi e molti altri
dettagli, ed è in costante evoluzione. Dai carta bianca
alla tua immaginazione quando crei questo posto
speciale per te stesso.
Ti consiglio di entrare nel tuo rifugio la sera,
prima di andare a dormire. Da questo luogo tran-
quillo puoi rivedere facilmente la tua giornata e
chiedere indicazioni. Allo stesso modo puoi farlo
43
durante il giorno; usalo come un’oasi dove immer-

gerti quando hai bisogno di consigli, riposo o ispi-
razione. Io ci entro sempre mentre svolgo il mio
lavoro di guarigione e coaching.
PASSO 1: metti a tacere il brusio
L’intuizione ha bisogno di una mente tranquilla

per poter dire la propria verità: non puoi sentire il
suo saggio sussurro se sei distratto da ciò che ti cir-
conda o se sei coinvolto emotivamente. Questo eser-
cizio è utile sia per cambiare stato sia come energiz-
zante per interrompere gli schemi. È in assoluto il
mio strumento preferito. Personalmente lo uso ogni
giorno e l’ho insegnato a migliaia di persone in tutto
il mondo. Lo insegno anche ai bambini di tre anni.
Usalo per le abitudini disfunzionali. Può persino
aiutarti a cambiare schemi emotivi profondamente
radicati.
Utilizza il Passo 1 Metti a tacere il brusio per cam-
biare stato ogni volta che non ti senti bene. Il modo
più semplice per farlo è semplicemente fermarti. Fai
un respiro profondo. Ascolta. Respira. Chiudi gli
44
occhi per qualche secondo. Porta l’attenzione all’in-

terno e ascolta i tuoi pensieri. Sono in linea con il
modo in cui ti vuoi sentire? Sono di supporto ai desi-
deri del tuo cuore? Se la risposta è no, inizia subito a
correggerli in modo che corrispondano a come vuoi
sentirti. Spesso basta un minimo sforzo cosciente
per cambiare stato. Se ti senti ancora emotivamente
coinvolto o bloccato, combina un Esercizio per stare
bene con un Trucco per riprogrammare il cervello:
entra nel tuo rifugio e fai lo switch.
Trova un posto dove stare da solo e indisturbato
per qualche minuto (o più a lungo, se possibile). Se
non sei a casa tua, cerca un bagno o va’ a sederti in
macchina. In poco tempo, scoprirai che non t’inte-
ressa più ciò che pensano gli altri e ti sentirai a tuo
agio nel farlo ovunque.
Inizia notando quanto sia forte la tua sensazione
di disagio su una scala da 0 a 10.
Fai un respiro profondo. Chiudi gli occhi ed entra
nel tuo rifugio. Osserva con attenzione quanti più
dettagli per almeno dieci secondi o più a lungo, se ti
è possibile.
45
Ora esegui lo switch usando la mossa del colpo di

karate spiegata in questo capitolo. Puoi farlo a occhi
aperti o chiusi. Dai un nome allo stato emotivo che
provi. A prescindere da ciò che sta succedendo ora,
ama e accetta te stesso. Sei triste? Arrabbiato? Nega-
tivo? Sii specifico. Accettati così come sei e respira
profondamente.
Continua a eseguire lo switch e dichiara come ti
vorresti sentire a voce alta. Vorresti essere contento?
Tranquillo? Amato? Dillo a voce alta. Dichiara di
essere già in quello stato.
Impegnati. Concentra tutta la tua mente su ciò che
stai facendo. Pronuncia l’incantesimo a voce alta, con
convinzione. La tua è la voce di cui la mente incon-
scia si fida di più, e dare un suono ai tuoi pensieri è
molto più potente del semplice pensarli.
Ricordati di respirare. Concentrarsi sul respiro
cambia rapidamente lo stato emotivo e mentale e
fornisce al corpo l’ossigeno e la forza vitale di cui
abbiamo bisogno.
Infine, sorridi. Anche se fingi, il cervello riceverà
il messaggio che è arrivato il momento di tirarsi su.
46
Continua finché non ti senti di nuovo in pace

e in equilibrio, cioè quando il livello di stress sarà
azzerato. Potresti non arrivare a zero dopo un giro
di switch (specialmente se si tratta di una vecchia
abitudine) ma noterai sicuramente un cambia-
mento positivo. Grazie agli altri strumenti presenti
in questo libro, sarai in grado di andare ancora più
a fondo.
Consiglio per essere felice #1:

fai una bella camminata
Fai una bella camminata! L’ideale è di venti minuti.

Se non sei abituato a fare movimento, inizia con
dieci minuti. Spingiti fino al punto in cui il respiro
diventa affannoso. Al cuore e al cervello piacerà. A
mano a mano che diventi più forte, alterna cammi-
nata veloce per due minuti, poi due minuti di cam-
minata lenta per recuperare. Questa semplice tecnica
si è dimostrata molto efficace nel trattamento della
depressione. In uno studio sulla depressione, l’83
per cento dei pazienti che lo ha fatto per tre setti-
mane ha mostrato un miglioramento considerevole e
47
tutti hanno riferito quanto fossero felici degli effetti

secondari, tra i quali essere più magri e in forma.
Consiglio per essere felice #2: fai un pisolino
Fai un pisolino! Basta poco tempo per mettere a

tacere il brusio, ma l’ideale sarebbero venti minuti. La
tua intuizione ti dirà quando hai bisogno di saltare la
camminata e distenderti per un incantesimo. Sdraiati
e ascolta un po’ di musica. Chiudi gli occhi. Dimen-
tica il sovraccarico visivo e lascia riposare il cervello.
Scegli canzoni che supportino il raggiungimento dei
tuoi obiettivi (l’ultima cosa di cui hai bisogno sono
canzoni malinconiche che ti buttano giù!).
Crea playlist di musica confortante. Una delle
melodie con cui preferisco meditare è “Devi Prayer”
di Craig Pruess e Ananda. Puoi trovarla nel loro
album “Sacred Chants of Devi” o cercando “Devi
Prayer, Hymn to the Divine Mother” su YouTube. Ti
consiglio anche Brain Training specifici, reperibili sul
web, per sintonizzare il cervello su determinate fre-
quenze e aiutare l’inconscio ad assorbire i messaggi
positivi che hai scelto.
48
CAPITOLO 2
PASSO 2:
IMPARA A DIRE “NO”
CON GRAZIA
T i è mai capitato di fare un giro in bicicletta e

all’improvviso renderti conto di sapere come
far ripartire un progetto bloccato da giorni? Oppure
durante una passeggiata in spiaggia ti è venuta in
mente la soluzione a un problema che ti assillava
da tempo? Hai mai avuto un’illuminazione mentre
facevi la doccia?
Non sei il solo. Anzi, sei in ottima compagnia.
Secondo uno studio dello scienziato cognitivo Scott
49
Barry Kaufman, per il 72 per cento di noi le idee

creative arrivano sotto la doccia. Nello studio inter-
nazionale di Kaufman, circa tre quarti delle persone
intervistate hanno riferito di essere maggiormente
ispirate a livello creativo sotto la doccia di quanto
non lo siano sul lavoro. “L’ambiente rilassante, soli-
tario e non giudicante che si ha sotto la doccia facilita
il pensiero creativo, permettendo alla mente di vagare
liberamente” dice Kaufman.
“Va bene” si potrebbe dire. “E quindi? Non posso
restare sotto la doccia tutto il giorno. A un certo
punto devo pur andare a lavorare.”
Proprio così. Ecco perché ti piacerà ciò che stai per
imparare in questo capitolo. Ti permetterà di avere
più momenti creativi senza dover stare necessaria-
mente sotto la doccia.
Ottimizza la tua mente straordinaria

con il “rallentamento strategico”
“Le idee migliori ti vengono mentre fai la doccia per una

ragione: il tuo cervello è progettato in questo modo.”
Brigid Schulte, giornalista statunitense
50
Una volta che inizierai a utilizzare questa semplice

abilità, non dovrai più inseguire le idee. Non dovrai
più aspettare di fare una doccia o una passeggiata al
mare per avere l’ispirazione. I tuoi pensieri faranno
semplicemente “clic”. Saprai come agire in una situa-
zione difficile. Saprai come risolvere un problema di
lavoro. Vedrai i potenziali problemi prima ancora che
si manifestino. E intraprenderai un’azione decisiva. Ti
potresti anche ritrovare con più tempo a disposizione
per fare proprio quella passeggiata sulla spiaggia.
“Vogliamo essere i migliori e lavorare sodo, e su
questo sono del tutto d’accordo” dice Brigid Schulte,
scrittrice e giornalista di successo. “Non voglio dire
che dobbiamo diventare tutti dei fannulloni, ma il
rallentamento strategico è molto importante perché
consente alla mente di vagare, che è il modo per otte-
nere le migliori intuizioni.”
La nostra facoltà innata di vagare con la mente è
solo una delle molte forme intuitive di elaborazione
delle informazioni. Quando facciamo in modo che
quella facoltà innata funzioni senza intoppi, l’intui
zione si rafforza ed entriamo in una spirale ascen-
dente. In questo modo si attiva la capacità di risol-
51
vere i problemi in modo creativo. La tua intuizione

ti farà venire le idee di cui hai bisogno al momento
giusto. Le soluzioni semplicemente arriveranno.
Non sarà più necessario tirare fuori il quaderno degli
appunti per elaborare una soluzione strategica. Ciò
non significa sbarazzarsi di quel quaderno, ma che le
sessioni strategiche saranno più produttive e molto
più divertenti.
“Sì” può essere un terreno scivoloso
Per padroneggiare il Passo 1 Metti a tacere il brusio su

base regolare dovresti iniziare a dire “no” più spesso. Dopo
decenni di coaching ho imparato che l’abitudine (che
considero un salvavita) di prendersi venti minuti di tempo
per sé ogni giorno può essere una grande sfida per coloro
che sono abituati a occuparsi più delle necessità altrui che
delle proprie.
Dire “no” può farti paura e sembrare provocatorio.

Vorresti sempre dire “sì” a tutto. Gli altri fanno affida-
mento sul fatto che tu sei sempre disponibile. Potresti
anche aspirare a seguire le orme di Shonda Rhimes,
la cui serie tv “Grey’s Anatomy” è annoverata tra i
programmi più longevi della storia. Tra gli sceneg-
52
giatori di maggior successo di tutti i tempi, Rhimes

è autrice di circa settanta ore di battute a stagione. È
una delle icone più note di Hollywood e secondo la
rivista “Time” sarebbe una delle cento persone più
influenti al mondo.
Nel suo best seller L’anno del sì. Non avere paura,
vivi con gioia e diventa la tua persona Rhimes racconta
come sia passata dal dire sempre “no” a fare grandi
cose imparando a correre dei rischi e dicendo “sì!”.
La storia di Rhimes suona vera da tanti punti di
vista. Per molti di noi, tuttavia, dire “sì” può essere
un terreno scivoloso. Se sei come me, potrebbe essere
necessario sviluppare la capacità di dire “no” prima di
iniziare un anno di “sì!”.
C’è una differenza tra un “sì!” convinto e un “sì”
dettato dall’abitudine. Quest’ultimo è tipico dei
pecoroni, di quelle persone spinte dalla mentalità da
gregge a spendere un patrimonio per l’ultimo gioco
dei Pokémon o per i fidget spinner. Altro ambito in
cui possiamo notare questo tipo di mentalità è il
mondo della moda. Mandrie di pecoroni si fiondano
sui siti web per acquistare costosi articoli di design,
53
che spesso vanno esauriti in pochi secondi, sborsando

dieci volte il valore del prodotto.
Ciò accade anche nel più ampio contesto della
vita. Le persone non si chiedono se quello che stanno
facendo sia allineato con il loro scopo, la loro mis-
sione, il desiderio del loro cuore: fanno semplice-
mente quello che “dovrebbero” o comprano ciò che
qualcuno che si suppone “se ne intenda” sostiene sia
un “oggetto da avere”.
“Essere accondiscendente”
porta la tua vita fuori strada
Molti di noi sono stati condizionati a credere di

aver bisogno di compiacere gli altri prima di poter
compiacere se stessi. Ciò vale soprattutto per il genere
femminile, per quanto, in un modo o nell’altro, anche
a molti uomini sia stata instillata questa convinzione.
Il condizionamento culturale rinforza nel nostro
cervello una mentalità bizzarra: è meglio dare che
ricevere, è meglio passare inosservati che distin-
guersi... o peggio per te! E quel dito puntato su
“peggio per te!” provoca la percezione di molte
54
minacce, che a loro volta portano a un turbinio di

paure irrazionali. Temiamo di essere giudicati dagli
altri; se non diamo a qualcuno ciò di cui ha bisogno,
potremmo sentirci abbandonati, derisi, screditati,
intrappolati dal senso di colpa, essere chiamati
egoisti e via discorrendo. Se non facciamo i salti
mortali per il nostro capo, potremmo essere licen-
ziati o non ricevere una promozione. Se non appa-
riamo in un certo modo, se non diciamo le cose
giuste, se non indossiamo determinati vestiti (l’e-
lenco potrebbe continuare all’infinito), potremmo
non essere accettati o venire addirittura respinti.
Abbiamo paura di non piacere se diciamo ciò che
vogliamo veramente. Di fronte alle persone cui
siamo più legati spesso rinunciamo ai nostri reali
bisogni ed esigenze per soddisfare le loro e non
rischiare di perdere il loro amore.
Nel frattempo, il nostro stesso DNA c’impone di
mantenere relazioni con le persone per te importanti.
Dopotutto gli esseri umani sono tribali per natura.
Da soli non possiamo “farcela”. Abbiamo bisogno
della nostra “tribù”, del nostro “clan” per sopravvivere.
Consideriamo i bisogni e i desideri degli altri supe-
55
riori ai nostri. Diamo la priorità a ciò che succede

là fuori con le altre persone e ignoriamo quello che
ci succede dentro. In sostanza, diciamo al nostro io
interiore, al nostro lato intuitivo: “Non m’interessa
ciò che dici. Ho bisogno che mi amino e mi appro-
vino: questo è tutto ciò che conta.”
Sto enfatizzando per rendere chiaro il concetto. In
realtà per molti di noi l’idea “meglio dare che rice-
vere” diventa un mandato che lavora sotto la soglia
del pensiero. È un sottile gioco della mente che por-
tiamo avanti con noi stessi. Sottile, ma spesso onni-
pervasivo, perché si trasforma in un modo di essere
abituale.
Nel mio caso, l’abitudine a “essere accondiscen-
dente” ha portato la mia vita completamente fuori
strada.
Dare troppo ha un costo
Il modo in cui sono stata educata a “essere accon-

discendente” è esattamente ciò che fai tu per andare
d’accordo con le persone, per mantenere la pace. Sei
gentile, fai tutto per gli altri, così ti vorranno bene,
56
non è vero? Come tante donne, sono stata condizio-

nata a dover piacere.
Quando ci concentriamo sul piacere agli altri per
stare bene, trascuriamo i nostri bisogni e desideri.
Spesso finiamo per sentirci frustrati e sottovalutati.
Iniziamo a risentirci proprio con coloro che stiamo
cercando di compiacere. Ma siamo noi a fare pres-
sione, non le persone con le quali ce la prendiamo. Mi
ci è voluto un po’ per capirlo.
Mentre cercavo di essere gentile con tutti, facevo
quello che faccio sempre: ignoravo i miei bisogni e
il mio potere. Una sera, rincasando prima del solito,
sentii mia suocera, che a quel tempo faceva da baby-
sitter a mio figlio di 9 mesi, parlare al telefono con
mia cognata. Quello che ascoltai mi sconvolse pro-
fondamente. Mia suocera mi stava facendo a pezzi,
definendomi la persona più egoista che conosceva,
oltre che una cattiva moglie e madre. Mi stava cri-
ticando per aver proseguito gli studi, per avere inte-
ressi al di fuori del mio ruolo di mamma e casalinga.
Parlava di me come se fossi una criminale, perché
avevo delegato il compito di stirare le camicie di
mio marito a qualcun altro. Ero inorridita e ferita
57
oltre misura. La mia elaborata strategia per “essere

moglie, madre e nuora perfetta” era fallita. Tutti
questi sforzi per poi venire giudicata alle spalle! E
così duramente! La delusione maggiore era dovuta al
fatto che non avevo per niente notato quanto risen-
timento e giudizio stessero covando le due donne,
dal momento che in mia presenza erano sempre
gentili. Mi sentivo tradita. Allora perché continuare
a darmi da fare per cercare di accontentare loro o
chiunque altro?
Quello fu un punto di svolta. La loro sfacciata
inautenticità mi mostrò quanto io stessa per prima
non fossi autentica nel tentativo di compiacere gli
altri. Trascuravo la mia verità parlandone raramente
e dando continuamente agli altri ciò di cui pensavo
avessero bisogno, anche se spesso andava contro i miei
stessi desideri. Mi resi conto che il mio “cerco solo
di essere una brava persona” era tutta una finzione,
una bugia. L’unica persona che stavo ingannando e
tradendo era me stessa. Ma ciò che più mi mise in
allarme fu accorgermi che ripetevo questo schema in
ogni ambito della mia vita.
58
Dovevo smettere di fingere. Quindi mi sono

chiesta: “Cosa sto cercando di dimostrare?”. Quando
sono diventata onesta con me stessa, ho dovuto
ammettere che la motivazione principale dietro i
miei sforzi costanti per accontentare tutti era otte-
nere amore e proteggermi, perché avevo il terrore di
essere respinta, esclusa o disapprovata.
Si tratta di una di quelle situazioni in cui una
volta che apri gli occhi non puoi più tornare indietro.
Dopo aver visto l’inautenticità del dare agli altri per
ottenere la loro approvazione, quel vecchio modo è
diventato incredibilmente doloroso. Ero finita in una
situazione in cui continuavo a dare, mettendomi da
parte, ignorando i miei bisogni e le mie intuizioni. La
sera tornavo a casa sentendomi completamente svuo-
tata. Guardando indietro nel tempo realizzai: “Non
è ciò che volevo, non è vero amore. Credo mi sfugga
qualcosa.”
Poi ho iniziato a notare la differenza tra il vecchio
modo di dare e il vero dare, il dare con amore, senza
alcun attaccamento. Era chiarissimo: quando tutto
parte dall’amore e faccio qualcosa per qualcuno sem-
plicemente perché lo voglio, il beneficio per il desti-
59
natario è di gran lunga maggiore rispetto a quando la

mia motivazione sta nell’ottenere la sua approvazione.
E mi sento piena di energia e appagata anziché svuo-
tata e frustrata. Quando siamo motivati dal bisogno
di compiacere o di ottenere qualcosa in cambio, l’atto
di dare è privo dell’energia dell’amore.
Metaforicamente parlando, il vero dare è come
nutrire qualcuno con un pasto sostanzioso a base
di frutta e verdura biologiche arricchito di proteine
sane e grassi buoni, preparato con grande amore. Il
piacere che vedi sul viso dell’altra persona quando si
gode il tuo dono ti riempie di gioia. Dare per essere
accettati, al contrario, è come offrire un pasto assem-
blato senza sentimento, a base di cibi elaborati, privi
di sostanze nutritive, al solo scopo di ricevere dei
complimenti.
Il dono che non si esaurisce mai
Sappiamo tutti come ci si sente quando si dà vera-

mente, quando si dà con un cuore che canta di gioia.
Quelli che a volte vengono chiamati “atti casuali di
gentilezza” nutrono l’anima anche quando il com-
60
pito è difficile. Non comportano nessun tentativo di

dimostrare qualcosa. Provi amore semplicemente nel
fare. Non agisci per il bisogno di ricevere amore, ti
comporti così perché tu stesso sei amore.
Quando diamo troppo, l’effetto sulla relazione è
spesso peggiore dell’impatto immediato di un “no”.
Se il modello è pervasivo nella maggior parte delle
nostre relazioni, possiamo soffrire di quella che io
chiamo la “sindrome del vaso vuoto”. Detto sempli-
cemente, dai così tanto che non ti rimane più niente.
Al contrario, quando mi prendo cura di me stessa
e faccio in modo che il mio vaso sia pieno, sono un
dono inesauribile. Più dono, più ricevo.
Quando diamo a partire da uno stato di pienezza,
dare ci fa stare bene. È importante fare del riempi-
mento una priorità e stabilire una linea di base che
dia quel fondamento potente e sicuro perché il tuo io
sia più radioso e sicuro di sé. Con questo come punto
di partenza, avrai molto altro da condividere. E dare
farà stare bene tutti i soggetti coinvolti.
Ti sei mai ritrovato nella parte finale dell’equa-
zione del “dare per ottenere”? Hanno mai fatto qual-
cosa per te, facendo quello sforzo in più, non perché
61
lo volessero, ma per compiacerti o ottenere qualcosa

da te? Ti ricordi quella sensazione sgradevole?
Probabilmente a livello di pancia sapevi che non ci
stavano mettendo il cuore. Succede in continuazione.
Lo facciamo tutti. Sappiamo tutti quando qualcuno
che dà non è autentico. Lo “sappiamo” grazie alla
nostra intuizione. Sappiamo quando non è reale.
E se tutti noi diventassimo un po’ più autentici?
Questo è l’obiettivo del Passo 2. Prima di poter impa-
rare a dire “no” con grazia, dobbiamo essere onesti
con noi stessi a un livello ancora più profondo. Dob-
biamo guardare ciò che siamo stati condizionati a
fare quando qualcuno ci dice “no”.
Maestri di manipolazione
Fin da piccoli impariamo a evitare gli scontri. È

più facile compiacere gli altri piuttosto che dire la
nostra ed esprimere i nostri desideri. Sfortunata-
mente, quando non riusciamo a parlare e a chiedere
ciò che vogliamo direttamente i nostri desideri ten-
dono a contrarsi e iniziamo a manipolare per ottenere
quello che vogliamo.
62
Questo ci riporta a quando eravamo bambini. Da

0 a 7 anni, i bambini hanno uno stato intuitivo molto
spiccato. È la fase della vita in cui programmiamo
come comportarci come esseri umani. L’evoluzione
ci ha progettati per imparare ciò che ci si aspetta da
noi, in modo da riuscire ad andare d’accordo con “la
nostra specie”. Osserviamo cosa fanno i più grandi
e come si comportano i coetanei, e copiamo questo
comportamento. Nel mondo di oggi, in genere questo
implica quattro tipi di manipolazione.
È un paradosso curioso. Siamo essenzialmente
“addestrati” in giovane età a dover manipolare per
ottenere ciò che vogliamo. Strano, quindi, che una
volta raggiunta l’età adulta siamo così pronti a giudi-
care gli altri (a volte piuttosto duramente) per le loro
stesse manipolazioni. In realtà tutti noi lo facciamo.
Naturalmente alcuni ne sono più consapevoli di altri.
Certi individui hanno imparato a essere diretti piut-
tosto che ricorrere a manovre inconsce per ottenere
ciò che vogliono. La maggior parte ha tendenze
manipolative che si manifestano occasionalmente.
Noi cerchiamo di ottenere ciò che vogliamo attra-
verso quattro comportamenti fondamentali:
63
1) Essere gentili e cercare di compiacere.

2) Essere cattivi e creare una rottura (per esempio,
attaccare o fare i capricci).
3) Essere testardi e puntare i piedi (questo atteg-
giamento può comportare il rifiuto assoluto di
collaborare).
4) Fare le vittime.
Vediamo un esempio.
Una mamma e sua figlia (la chiameremo Tina)
sono al supermercato con un cestino pieno di
generi alimentari e si apprestano a pagare. Come
al solito, gli scaffali su entrambi i lati delle casse
sono pieni di ogni varietà di caramelle e dolciumi.
Supponiamo che la strategia preferita di Tina sia
la numero 1. In questo caso dirà: “Oh mamma, sei
la migliore del mondo. Ti amo tanto! Posso avere
delle caramelle?”.
Supponiamo che sua madre dica di no. Tina
potrebbe benissimo passare alla strategia succes-
siva e mettersi a fare i capricci nel negozio. Oppure
potrebbe arrabbiarsi con sua madre e dire: “Ti odio!
Sei cattiva!”. La mamma rifiuta ancora.
64
Tornano a casa e la mamma inizia a sistemare la

spesa. Tina si precipita nella sua stanza dicendo: “Non
ti parlo più!”. La mamma ignora il suo capriccio.
Un’ora dopo, la mamma bussa alla porta della
camera da letto della figlia e dice: “Lavati le mani, la
cena sarà pronta tra dieci minuti.”
Tina dice: “Non uscirò di qui finché non avrò le
mie caramelle.”
La mamma non cambia idea. “Ok. Questa è una
tua scelta. Resta nella tua stanza.”
Neanche il rifiuto ostinato ha funzionato. Tina
resta chiusa nella sua stanza per dieci minuti e poi
inizia a sentirsi impotente perché non ha ottenuto ciò
che vuole. Si avvicina alla mamma e dice: “Preferisci
mio fratello. Perché non mi ami? Lui ottiene sempre
ciò che vuole. Io non ottengo nulla.” Tina conclude
ricorrendo alla strategia 4, fare la vittima.
Se siamo onesti con noi stessi, dovremmo ammet-
tere che in certi momenti della vita abbiamo usato
tutte e quattro le strategie. È così che ci hanno condi-
zionati. Essendo però un comportamento appreso da
altri, può essere cambiato.
65
Una volta che inizi a vedere questi modelli in

te stesso, puoi scegliere. Puoi fermarti un istante e
chiederti: “Davvero devo farlo? Il mio bisogno è così
importante da manipolare qualcuno per ottenerlo? O
c’è un modo migliore per soddisfarlo?”.
La risposta è sì, c’è un modo migliore. Possiamo
adottare un approccio diverso per appagare i nostri
bisogni; ci serve solo lo strumento giusto. È qui che
entrano in gioco le domande stimolanti.
Trucco per riprogrammare il cervello:

domande stimolanti
Avrai notato che la mente tende a concentrarsi su
ciò che non va o che non funziona. Quando ingigan-
tiamo ciò che non funziona, la nostra visione diventa
così limitata da non riuscire a vedere ciò che è valido.
Ti suona familiare?
Per molto tempo nella mia vita ho continuato a
pormi la grande domanda: “Cos’ho che non va?”.
Ero convinta che le cose non andassero bene perché
facevo qualcosa di sbagliato o, peggio, perché in
me c’era qualcosa di sbagliato. Ho sempre avuto un
occhio attento ai dettagli e mi sono sempre vantata
66
di essere in grado di identificare gli errori o le situa-

zioni che potevano essere migliorate. La mia espe-
rienza di vita è che stava succedendo a me piuttosto
che per me. A un certo punto ne sono diventata con-
sapevole, ho iniziato intenzionalmente a cambiare il
mio focus e a pormi domande edificanti, soprattutto
quando le cose non andavano bene (cioè quando il
modo in cui io stessa le avevo pianificate si rivelava
inefficace).
Ecco come funziona. Poniamo il caso che abbia
perso il mio aereo. La “vecchia me” avrebbe detto:
“Che cos’ho che non va? Perché non riesco a orga-
nizzarmi? Questa è la cosa peggiore che mi poteva
accadere!”. Al giorno d’oggi, in una situazione del
genere, la “nuova me” chiede: “Qual è il lato positivo?
In che modo questa è la cosa migliore che poteva
succedermi in questo momento?”.
Quando ci poniamo questo tipo di domanda, si
accende un interruttore nel cervello e succede qual-
cosa di divertente. La nostra mente inconscia inizia a
inventare strategie. Trova le risposte. Perché è così che
funziona il cervello: fai le domande giuste e otterrai
grandi risposte.
67
Domande esemplificative per potenziare

la tua intuizione
Ecco un breve elenco di domande edificanti per

darti un’idea di cosa intendo. Alla lista puoi aggiun-
gerne facilmente altre. La prossima volta che ti trovi
in una situazione difficile, poniti domande di questo
tipo:
Cosa c’è di buono in questa situazione?
Qual è il lato positivo?
Cosa sto imparando?
Cosa mi sta dicendo la mia intuizione?
Qual è la cosa più amorevole che posso fare per me
in questo momento?
La prossima volta che ti troverai a concentrarti
su ciò che è andato storto, poniti domande più
edificanti. Prendi l’abitudine di porti almeno tre
domande edificanti al giorno. La mia preferita è:
“Come posso sperimentare ancora più grazia in
questo momento?”.
Ricorda: la mente che ha creato il problema non
è la mente che lo risolverà. Quando ci poniamo
domande edificanti, otteniamo risposte dalla nostra
68
intuizione che ci porterà in posti che non potremmo

mai raggiungere con la mente cosciente.
Fai della gioia la tua linea guida
Quando siamo contenti, condividiamo sempre la

nostra gioia con gli altri. Ma se non ti stai prendendo
cura della tua persona, non dedichi del tempo a te e
ti costringi a stressarti, cosa ti resta da condividere?
Puoi offrire il tuo tempo, ma finirai per condividere
anche lo stress e la frustrazione. Se dai troppo, a un
certo punto probabilmente inizierai a provare risen-
timento e finirai col condividere anch’esso.
L’unica persona che può correggere la tendenza a
dare troppo sei tu. L’unico che può ritagliarsi il tempo
per la cura di sé sei tu. L’unico che può reclamare il tuo
benessere mentale, emotivo e spirituale sei tu. Quando
rivendichi tutto questo, puoi trovare la primavera inte-
riore che è la tua gioia naturale. C’è stato sicuramente
un momento della tua vita in cui l’hai sperimentata.
Probabilmente l’hai provata per un certo periodo di
tempo. Sai cosa si prova ad amare se stessi, quando
senti risuonare dentro di te le parole “io valgo”. Poi
69
magari sei stato travolto dal flusso della vita. Le esi-

genze degli altri hanno iniziato a calpestare le tue. Hai
cominciato a temere di perdere la stima delle persone
se ti fossi preso cura delle tue esigenze. Senza nem-
meno rendertene conto hai smarrito il contatto con
quella gioia naturale.
Ecco perché t’incoraggio a fare tutto il necessario
per stabilire una solida base di gioia in cui percepire
pienamente il tuo valore. Puoi vivere in uno stato
coerente di pienezza che ti sostiene e che, a sua volta,
è edificante per gli altri. Se una campionessa nel
compiacere gli altri come me è riuscita a farlo, puoi
riuscirci anche tu. Trova quella linea di riferimento
e attingi a un flusso infinito di gioia che eleva ogni
parte della tua vita.
Come si fa? Sviluppando la semplice capacità di
dire “no” con grazia.
PASSO 2: impara a dire “no” con grazia
È vero ciò che dicono: “No” è una frase completa. È

anche vero che dire “No, grazie” con sincera gentilezza
è molto più facile da ascoltare, per gli altri. Inoltre,
70
quando riesci a dire “No, grazie” con un sorriso inte-

riore che sussurra “In questo momento sto ascoltando
me stesso”, ti stai rispettando. Ciò rafforza il tuo
impegno a ritagliarti più tempo per il relax e il gioco.
Tuttavia, nella pentola a pressione di lavoro,
famiglia, relazioni, obblighi civili e così via è facile
rispondere “sì” senza pensare. Ecco perché ti racco-
mando caldamente di allenare il tuo grazioso “no”.
Esercitati di fronte a uno specchio.
Di seguito sono riportate alcune linee guida pra-
tiche. Prova con queste frasi; personalizzale secondo
il tuo stile. Se ricevi molte richieste via e-mail, scrivi
il tuo “no” gentile su un post-it con una faccina sorri-
dente e mettilo sullo schermo del tuo computer.
Questa lista è solo un inizio; quando comincerai a
sentire il potere di dire “no” con gentilezza, ti troverai
ad ampliarla tu stesso.
“No, grazie.”
“Grazie, ma devo dire di no.”
“Grazie, per questa volta no.”
“Che offerta gentile. Apprezzo che tu abbia pen-
sato a me, ma devo dire di no.”
71
“Vorrei poterti aiutare, ma ho già un impegno

quindi devo dirti di no.”
“Mi dispiace, non posso. Posso esserti d’aiuto in
qualche altro modo?”.
Consiglio per essere felice #3: se non è “assolutamente sì!”

è “assolutamente no!”
Ho un mantra brillante che può esserti utile

quando devi fare una scelta. Ti invito a provarlo su
di te. Usalo come indicatore interno quando devi
decidere se è sì o se è no. Questo mantra eliminerà
molte incertezze. Ti suggerisco di fare una prova la
prossima volta che sei a fare compere solo per vedere
come funziona.
Ecco il mantra: se non è “assolutamente sì!” è
“assolutamente no!”. (Immagina come sarebbe il tuo
armadio se ti ponessi quella domanda ogni volta che
vai a fare shopping!)
Come sarebbe la tua vita se prendessi ogni deci-
sione importante in base a questa semplice regola?
Quante volte diresti subito “no” risparmiando il
tempo e l’energia che impiegheresti a prendere una
72
decisione? Quante volte avresti fatto un passo indietro

e rimangiato un “sì” che sarebbe stato un “no” se avessi
applicato questa regola? Riesci a vedere come questo
può dare al tuo “sì” un impatto maggiore?
Spesso complichiamo i processi decisionali rima-
nendo bloccati nella mente, analizzando troppo tutti
i pro e i contro. In realtà la nostra intuizione gene-
ralmente sa fin dall’inizio se è “assolutamente sì!” o
“assolutamente no!”.
Non ti sto certo suggerendo di dire ogni volta
“assolutamente sì!”. Ti sto indicando di allenarti
per diventare una persona disponibile, incisiva e di
grande impatto, che fa scelte sagge a partire dalla
forma più alta di intelligenza. Quando puoi dire “sì”
con l’energia e l’emozione di un “assolutamente sì!”,
ti metti in una posizione di forza. Dai a te stesso un
enorme impulso quando si tratta di comprendere e
applicare le leggi della manifestazione. Pensaci. Più
energia emetti con il livello di chiarezza, energia e
intenzione contenute in un “assolutamente sì!”, più
grande è l’effetto a catena nell’Universo e maggiore è
la ricompensa.
73
Per riassumere: una volta che hai sviluppato la

capacità di dire “no” con grazia, proverai benefici sor-
prendenti. In particolare otterrai un buon aumento
del margine di manovra che darà modo all’intuizione
di crescere.
74
CAPITOLO 3
PASSO 3:
PERDONA E LASCIA
ANDARE CON GIOIA
P rima di parlare del Passo 3 per rafforzare la tua

intuizione, parliamo delle emozioni.
Le emozioni umane servono per la sopravvivenza.
Contengono informazioni vitali che possiamo usare
a nostro vantaggio, quindi non dovremmo ignorarle
o travisarle. Ai fini della nostra discussione, voglio
approfondire il modo in cui spesso fraintendiamo le
informazioni vitali veicolate dalle emozioni.
75
Le emozioni che provi influenzano quasi ogni tua

decisione. Hanno un forte impatto sulle relazioni, la
carriera, la salute fisica e mentale, e anche sul suc-
cesso o il fallimento di ogni tuo sforzo. Si potrebbe
addirittura dire che le emozioni determinano la dire-
zione della tua esistenza.
Dato l’enorme ruolo che esse svolgono, è strano che
ci insegnino così poco su come gestirle a mano a mano
che cresciamo. Molti di noi hanno dovuto impararlo
da soli. Sfortunatamente, spesso siamo costretti a farci
i conti mentre ci troviamo in mezzo a una tempesta
emotiva. Non c’è da stupirsi, quindi, se tanti si sentono
confusi quando affrontano potenti emozioni.
L’effetto finale è che la maggior parte delle per-
sone, anche quelle intelligenti e di successo, tendono
a lasciarsi sfuggire le occasioni quando hanno a che
fare con sentimenti forti.
Una risorsa naturale preziosa:

energia in movimento
Emozioni. Tutti noi le abbiamo, tutti ce la spas-

siamo quando ci fanno “stare bene”, e tutti soffriamo
76
quando veniamo travolti da impulsi negativi. Ma

quali sono esattamente queste emozioni?
La parola emozione deriva dal latino e-moveo (far
uscire, strappare, sconvolgere). Spesso si dice che le
emozioni creano movimento, o che sono energia in
movimento. All’inizio può sembrare una semplifica-
zione eccessiva, ma può fornirti un nuovo punto di
vista in grado di renderti libero.
Considero le emozioni, cioè quell’“energia in
movimento” di cui fai esperienza sotto forma di sen-
timenti, una preziosa risorsa naturale. Possono essere
dirette all’esterno, nei confronti di altre persone e per
ogni sorta di attività, oppure possono essere dirette
verso l’interno, per illuminare il tuo mondo interiore.
L’energia emotiva unisce individui e gruppi; è il
collante che ci lega ad amici e parenti, alle nostre
comunità, ai nostri animali domestici, a tutte le cose
che amiamo. L’energia emotiva alimenta il nostro
scopo di vita e ci consente di affrontare e superare
sfide e ostacoli.
Ogni giorno sfruttiamo la nostra energia emotiva
in una miriade di modi:
77
- per alimentare sogni e obiettivi

- per rafforzare le relazioni
- per mantenere i nostri cari al sicuro
- per coltivare un senso di calore e cooperazione con
chi ci circonda.
Le emozioni costruiscono ponti tra le persone, ma
possono anche erigere muri che ci separano.
Le emozioni irrisolte ci tengono bloccati; la maggior
parte di noi è appesantita dalla rabbia e da rancori irri-
solti. Eliminare questo fardello è l’obiettivo del Passo 3
Perdona e lascia andare con gioia.
Scopriremo come puoi perdonare e lasciare andare
con gioia per rafforzare la tua intuizione. Vedremo
come trasformare la tua energia emotiva in una risorsa
rinnovabile e come cambiare la tua vita in meglio.
Combustibile per la crescita personale
Se le emozioni sono energia in movimento, cosa

succede quando la mente cerca di fermare il movi-
mento? E che dire di quelle situazioni in cui il movi-
mento ci guida nella direzione sbagliata?
78
Hai mai avuto la sensazione di essere finito in un

vicolo cieco, senza riuscire a venirne fuori?
Ti piacerebbe avere un GPS interno che ti segnali
quando hai bisogno di correggere la traiettoria prima
di perdere tempo ed energia? Perché talvolta l’energia
continua a girare in tondo su se stessa?
Sappiamo tutti come ci si sente a interpretare la
parte del cane che si morde la coda, conosciamo bene
lo stato di confusione che si prova quando non stiamo
andando da nessuna parte.
E che cosa fare con i sentimenti forti che ci spin-
gono indietro o che ci inducono a regredire e a fare i
capricci?
Questi sono punti critici comuni. Il Passo 3 Per-
dona e lascia andare con gioia porterà le emozioni e la
potente “energia in movimento” che esse contengono
in una relazione simbiotica con la tua intuizione. Le
emozioni sono come le condizioni meteorologiche;
vanno e vengono. Quando permettiamo loro di
andare e venire, di muoversi nel loro schema naturale,
la nostra energia scorre liberamente. Lo notiamo nei
bambini molto piccoli, nel modo in cui i loro stati
emotivi cambiano da un momento all’altro.
79
Alla maggior parte di noi è stato insegnato a sop-

primere il libero flusso delle emozioni. I messaggi ci
arrivano da tutte le direzioni: “Non fare il bambino,
comportati da adulto, i ragazzi non piangono, non
essere triste, le brave ragazze non si arrabbiano…”.
Una volta entrati nell’età adulta, continuano a soffo-
carci: “Le emozioni non vanno mostrate sul posto di
lavoro, non essere così emotivo, tieni le tue emozioni
per te stesso, ricomponiti e sii professionale...”.
Conosciamo tutti questa situazione. Ma sappiamo
qual è il prezzo da pagare?
Quando soffochiamo le emozioni per adattarci al
mondo emotivamente represso che ci circonda, sof-
fochiamo anche la nostra vitalità. Diventiamo meno
autentici con gli altri e con noi stessi. Perdiamo il
contatto con i desideri del cuore (ne parleremo nel
prossimo capitolo). Spesso il risultato è la solitudine,
l’isolamento, persino l’alienazione. Tutto questo può
portare alla depressione.
Non ti sto suggerendo di condividere ed espri-
mere ogni volta tutti i tuoi sentimenti. Non si tratta
di passare all’estremo opposto. Troppa emotività può
far sì che chi ti circonda si allontani. Quando invece
80
lasciamo che le emozioni si esprimano per ciò che

sono, cioè energia in movimento, possiamo sfruttare
quella forza per il bene di tutti. Quando l’energia
emotiva viene veramente intesa e utilizzata in modo
efficace, può diventare combustibile per la crescita e
la trasformazione personale.
Espansione e contrazione emotiva
Ciò che chiamiamo emozione è in realtà l’esperienza

di un sentimento, una corrente di energia che si muove
attraverso il corpo. Tale energia ha una qualità specifica.
Ci sentiamo tesi o espansivi, eccitati o rilassati, agitati
o calmi. In parole povere, i sentimenti influiscono sulla
nostra fisiologia al punto che, letteralmente, ci espan-
diamo o ci contraiamo in risposta a essi.
Queste correnti di energia durano da pochi secondi
ad alcuni minuti. Quando le teniamo dentro, potreb-
bero permanere per alcune ore o persino per giorni.
Se ci identifichiamo con una certa emozione, pos-
sono protrarsi per settimane, anche per decenni.
L’emozione negativa rende i muscoli tesi, lo
scheletro affaticato, la postura ricurva: tendiamo a
81
contrarci davanti alle esperienze indesiderate. Al

contrario, l’emozione positiva fa rilassare la musco-
latura. La postura si apre a mano a mano che ti
espandi nella stanza e ti muovi verso o con un’e-
sperienza positiva. Pensa a un velocista che taglia il
traguardo con le mani alzate sopra la testa in segno
di trionfo. O a quella sensazione di benessere che ti
apre il petto quando superi un fastidioso problema.
O a quando le tue braccia si spalancano per l’eccita-
zione di accogliere qualcuno che ami mentre scende
dall’aereo.
Mio marito, il dottor Roy Martina, ne ha parlato
nel suo best seller Equilibrio emozionale, in cui ha
mostrato come le emozioni irrisolte creino schemi di
stress nel corpo e nel cervello. Questi schemi sono
spesso all’origine di nervosismo, malattie e abitudini
di autolesionismo che ci tolgono potere. Al contrario,
l’equilibrio emozionale favorisce la padronanza emo-
tiva e fa sì che i sentimenti diventino una risorsa natu-
rale, energia rinnovabile. Ciò, a sua volta, aumenta
l’intelligenza emozionale e supporta la nostra capa-
cità di accedere alla più alta forma di intelligenza.
82
L’aumento desiderato di QII [Quoziente di Intelli-

genza Intuitiva] diventa sempre più reale.
La scienza dell’emozione positiva
Dozzine di studi controllati condotti in maniera

casuale hanno dimostrato che è sufficiente una piccola
dose di emozioni positive per renderci più efficienti. Ad
alcuni partecipanti di un esperimento è stata mostrata
un’immagine felice (per esempio un cucciolo o un tra-
monto) e ad altri un’immagine neutra (per esempio
una sedia). Messe di fronte a un problema da risolvere,
le persone cui sono state sottoposte immagini felici
hanno elaborato più idee per risolverlo.
In un altro studio, i soggetti del test cui è stato
dato un regalo hanno mostrato migliori capacità di
risoluzione dei problemi. Inoltre, i ricercatori hanno
scoperto che i bambini ottengono risultati migliori
quando viene chiesto loro di pensare a un ricordo
felice prima di affrontare un test di matematica.
Anche i medici fanno raccomandazioni migliori su
un caso complesso dopo che hanno ricevuto un’i-
niezione di energia positiva.
83
Esaminando gli studi, è evidente che le persone

indotte a provare emozioni positive:
- sono più fiduciose
- hanno maggiori probabilità di trovare soluzioni
vantaggiose per tutti durante una trattativa
- sono in grado di avere una visione più ampia
- registrano le interconnessioni più facilmente
- si mostrano più efficienti nell’affrontare problemi
complessi
- sono in grado di guardare oltre le differenze raz-
ziali e culturali con maggiore facilità.
Così come un fiore si schiude al sole, allo stesso
modo il corpo umano si apre grazie al calore dell’e-
mozione positiva, consentendo così all’energia emo-
tiva di muoversi verso la gioia.
L’emozione positiva espande la visione periferica
Abbiamo visto che l’intuizione è più efficace della

mente cosciente nel cogliere la visione d’insieme.
Tramite l’intuizione hai la possibilità di assorbire una
grande quantità di dati che il processore della mente
84
lineare non può acquisire né trasformare in pensieri

coerenti, perché troppo lento. Scientificamente par-
lando, l’emozione positiva migliora letteralmente la
nostra capacità di avere una visione d’insieme. Lette-
ralmente, perché i cambiamenti possono essere misu-
rati a livello fisiologico.
Per esempio, è stato dimostrato che le emozioni
positive aumentano l’estensione della visione peri-
ferica. Sotto l’influenza della positività, la corteccia
visiva può raccogliere dettagli globali e locali. I cam-
biamenti nel rilevamento oculare ci permettono di
cogliere più sfumature in una serie complicata di
immagini. Quando ci sentiamo spaventati o arrab-
biati, gli occhi tendono a ingrandire ciò che è frontale
e centrale, ma quando proviamo emozioni positive, il
campo visivo si allarga e migliora anche la capacità di
riconoscimento degli schemi.
Quindi, se l’emozione positiva ci rende più intelli-
genti, più resilienti, più creativi, più capaci di vedere e
comprendere la complessità della vita, perché spesso
ci aggrappiamo alle emozioni negative? Forse perché
non conosciamo un modo migliore – non ancora.
85
Voglio che tu capisca questo: per riprendersi da

qualsiasi battuta d’arresto basta un semplice cam-
biamento di prospettiva, che spesso ci porta anche al
raggiungimento di uno stato di gioia stabile.
Tutto ciò che serve è essere disposti a lasciar andare
le ferite del passato.
Il rapporto di positività:
sboccia con il 75 per cento di positività
La dottoressa Barbara Fredrickson, professoressa

di Psicologia presso l’Università del North Carolina e
pioniera nel campo della psicologia positiva, ha dato
un contributo interessante al campo delle emozioni
e dell’energia in movimento studiandone l’effetto a
spirale. La ricerca di Fredrickson dimostra che i sen-
timenti di gioia e felicità ci portano a una spirale
ascendente che si espande mentre sale. D’altra parte,
i sentimenti di risentimento e paura ci conducono in
una spirale discendente di contrazione.
Fredrickson ha postulato un “punto di non ritorno”
di 3:1 tra emozione positiva e negativa. Quando il 75
per cento della nostra esperienza è caratterizzato da
86
ciò che lei chiama positività, l’essere umano prospera.

Potremmo persino iniziare a saltare di gioia.
La ricerca di Fredrickson rispecchia il lavoro di John
Gottman, il quale ha scoperto che i matrimoni riusciti
seguono una “proporzione magica”: “La differenza tra
coppie felici e infelici è l’equilibrio tra le interazioni
positive e quelle negative durante il conflitto. Esiste
una proporzione molto specifica che fa durare l’amore.”
Per le coppie, l’equilibrio è 5:1.
Allo stesso modo, Fredrickson suggerisce che il
delicato equilibrio per gli individui è 3:1. L’ideale è
avere tre emozioni sincere e positive a bilanciare ogni
emozione negativa. Si chiama “rapporto di positività”.
Fredrickson sottolinea che tale rapporto ci offre
una gamma abbastanza ampia per sperimentare
tutte le emozioni umane. L’obiettivo non è elimi-
nare completamente la negatività, perché l’approccio
“non preoccuparti, sii felice” tende a ritorcersi contro
di noi. Probabilmente ti sarai imbattuto in persone
affette dalla sindrome di Pollyanna, eterni ottimisti
che vengono spesso percepiti come falsi, persino ipo-
criti, potenziali prede di un’altra debolezza umana: la
negazione della realtà.
87
In campo professionale, mantenere un rapporto di

positività 3:1 favorisce:
- alta produttività
- comunicazione più fluida
- lavoro di squadra più efficace
- migliori relazioni con i clienti
- maggiore flessibilità nella risoluzione di problemi
- innovazioni creative
- maggiore resilienza
- maggiore coinvolgimento, divertimento e senso di
benessere
- maggiore capacità nell’affrontare difficoltà, delu-
sioni e perdite.
In conclusione, la negatività restringe la nostra
prospettiva mentre le emozioni positive la allargano,
traducendo questa espansione in un migliore funzio-
namento generale.
I due lupi interiori: quale vincerà?
Nel mio lavoro con migliaia di persone nel corso

degli anni, ho visto individui fare un grande cambia-
88
mento verso la positività lasciando andare il passato.

Così come per le emozioni positive, anche il potere
del perdono è stato studiato e documentato. Vale la
pena leggere un racconto della cultura Cherokee per
comprendere il fenomeno del rancore.
Un ragazzino sta camminando lungo un sentiero
mentre prende a calci la polvere, palesemente turbato.
Suo nonno lo vede e gli chiede: “Perché stai dando
calci alla polvere?”.
Il ragazzo inizia a lamentarsi di un amico che gli
ha fatto del male.
Il nonno lo interrompe dicendo: “A volte anch’io
ho provato un grande odio. Ma l’odio ti consuma. È
come inghiottire veleno e sperare che il tuo nemico
muoia. Ho avuto a che fare con l’odio molte volte.”
Il ragazzo dice: “Davvero, nonno? Ma non ti ho
mai visto fare del male a nessuno.”
“Figliolo, è perché dentro di me ci sono due lupi.
Uno dei due vive secondo il motto ‘Non nuocere’.
Vive in armonia con tutto ciò che lo circonda ed è
impossibile offenderlo. È sempre felice e per la mag-
gior parte del tempo è pieno di meraviglia. Combatte
solo quando è giusto farlo, e solo nel modo giusto.
89
L’altro lupo, invece, è pieno d’odio. Basta una scioc-

chezza per far esplodere la sua rabbia. Litiga sempre
con tutti e non fa altro che lamentarsi. Si offende
per un nonnulla. A volte la sua rabbia è tale che non
riesce a pensare con lucidità. Ma la sua rabbia non
cambia niente.” Poi il vecchio si ferma sul sentiero,
mette una mano sulla spalla del ragazzo e dice: “A
volte è difficile convivere con questi due lupi dentro
di me, perché sono in lotta tra loro per dominare la
mia anima.”
Il ragazzo guarda gli occhi di suo nonno e chiede:
“Quale lupo vince, nonno?”.
Il vecchio risponde: “Quello a cui do da mangiare.”
Tutti noi vorremmo vivere in armonia e prefe-
riamo una vita piena di meraviglia rispetto a una
condizionata dall’odio e dalla rabbia. Quindi cosa
ostacola il perdono? Perché continuiamo a tratte-
nere il passato se ciò blocca la nostra felicità?
Semplice: il lupo arrabbiato, così come la mente
cosciente, non può vedere il quadro d’insieme. Il
lupo saggio, al contrario, può farlo. Il lupo saggio può
vedere con gli occhi del perdono perché comprende
90
la prospettiva più ampia. Il Passo 3 riguarda proprio

questo spostamento di focus.
Proviamo ora a contestualizzare tutto questo e
vediamo ciò che il lupo saggio sa dei nostri bisogni
umani fondamentali. Poi ne parleremo in dettaglio
nel Passo 3 Perdona e lascia andare con gioia.
I bisogni umani di base
Tutti noi abbiamo bisogni primari. Abbiamo

bisogno di aria per respirare, acqua per bere, cibo
per mangiare. Abbiamo bisogno di un posto sicuro
dove riposare durante la notte (a differenza dei lupi
che riescono a cavarsela con un pisolino di quindici
minuti alcune volte al giorno). Senza queste cose
basilari, non riusciremmo a sopravvivere. Natural-
mente abbiamo anche bisogni più elevati. Il bisogno
di sicurezza e amore fa parte di noi in quanto esseri
umani. Abbiamo bisogno di empatia, riposo, ricrea-
zione e gioco. Abbiamo anche bisogno di un signi-
ficato o di uno scopo nella vita. Abbiamo bisogno
di un modo per esprimere la nostra creatività. E
abbiamo bisogno di libertà e autonomia.
91
Siamo tutti d’accordo sul fatto che abbiamo questi

bisogni fondamentali. Chiaramente, alcuni di noi
riescono a soddisfarli meglio di altri. Indipenden-
temente dalla nostra capacità di riuscire a ottenere
ciò di cui abbiamo bisogno, noi continuiamo a pro-
varci. È il nostro compito. Ecco perché questi bisogni
vengono definiti “esistenziali” o “ontologici”. Sono
intrinseci all’essere umano.
Ai fini della discussione, ammettiamo che ognuno
di noi stia solo cercando di soddisfare i propri
bisogni, e che avere un bisogno insoddisfatto crea
disagio. Detto questo, è ovvio che noi umani a volte
cerchiamo di soddisfare i nostri bisogni con metodi
non specializzati e persino maldestri. Restiamo bloc-
cati in vecchi schemi. Pensiamo di poter soddisfare
un bisogno solo in un certo modo. I nostri sforzi pos-
sono entrare in contrasto con le necessità di un’altra
persona. A volte i contrasti sono semplici increspa-
ture che vanno e vengono con la brezza. Altre volte
diventano enormi onde di disturbo emotivo.
Inoltre siamo inclini a raccontarci storie per spiegare
perché proviamo ciò che proviamo. Sfortunatamente,
spesso sono proprio il significato che diamo alle nostre
92
emozioni e la storia che ci raccontiamo a procurarci

sofferenza. Spesso riusciamo a provare nuovamente la
nostra gioia innata nel momento in cui accantoniamo
l’interpretazione che abbiamo attribuito a ciò che
qualcuno ha detto o fatto. Quando avverti un’inten-
zione malevola nelle parole di qualcuno, sei intrappo-
lato nell’illusione di poter essere ferito da quelle parole.
Se lasci andare tutto ciò, puoi distaccarti e osservare i
tuoi sentimenti piuttosto che essere in loro balia.
Come piccole increspature diventano onde
Quando ci abituiamo a una storia negativa (ovvero

la inneschiamo), ciò che sta realmente accadendo è
che il nostro inconscio mappa la situazione attuale
su una simile del passato. Questo succede in una fra-
zione di secondo. Bam! Il nostro inconscio torna al
passato, a quel momento in cui ci è stato detto o fatto
qualcosa di simile e al quale abbiamo attribuito un
significato. Insieme al significato arriva il disturbo
emotivo. È così che le piccole increspature diventano
enormi onde che ci portano lontano da chi un tempo
amavamo.
93
Se riesci ad accettare che stiamo solo cercando di

soddisfare i nostri bisogni, cambi la cornice attorno
alla persona le cui parole ti hanno ferito o irritato.
Se riesci a cambiare prospettiva percependo che
chi ti sta di fronte sta solo cercando di soddisfare i
propri bisogni, ti si aprirà il cuore. Un cuore aperto
è ciò di cui hai bisogno per praticare l’arte del per-
dono gioioso. Forse la persona con cui sei arrabbiato
non conosceva un modo migliore per ottenere ciò
di cui aveva bisogno. Forse il modo in cui si è com-
portata è assolutamente sbagliato. Ma forse, dico
forse, l’intenzione non era cattiva. Ed ecco la parte
bella: forse, dico forse, non devi prendere così sul
personale ciò che ha detto o fatto. Forse non eri la
sua “vittima” designata né tantomeno il suo “avver-
sario”. Forse quella persona stava solo affrontando
dei problemi e ti sei trovato dall’altra parte. E forse
eri dall’altra parte perché volevi imparare qualcosa.
Facciamo un piccolo esperimento. Pensa a una
circostanza in cui hai provato rabbia, dolore o risen-
timento. Ora guarda la situazione tenendo presente
questa prospettiva più ampia. Distaccati dal con-
tenuto emotivo e adotta un nuovo punto di vista.
94
Chiediti: “È possibile che l’altra persona stesse solo

cercando di soddisfare i propri bisogni? Potrebbe
essere che stesse facendo del suo meglio con le
risorse a sua disposizione?”.
Esercizio per stare bene: prendi le distanze dalla “storia”
Quando sta per innescarsi questo meccanismo, fai

un passo indietro da qualunque storia tu ti stia rac-
contando e ripeti a te stesso: “Interessante! Da dove
arriva?”.
Fermati. Ascolta. Respira. Chiediti: “Mi sono mai
sentito così prima? Cosa mi ricorda? Che significato
gli sto dando? Ed è tutto vero?”.
Respira di nuovo. Prova di nuovo. Se ti senti ancora
in subbuglio, fai lo switch. Riesci a lasciar andare le
emozioni e a cambiare prospettiva? In tal modo, togli
il potere alla storia negativa e abbandoni qualsiasi
cosa sia stata scatenata a partire dal tuo passato.
Puoi fare un ulteriore passo avanti picchiettando
il fegato, come spiegherò in dettaglio nel Passo 3 alla
fine del capitolo. Tutto ciò che devi sapere per ren-
dere efficace questa mossa è che il fegato è uno dei
95
principali organi preposti alla disintossicazione. Si

trova sotto la gabbia toracica sul lato destro; se pic-
chietti quella zona non puoi sbagliare. Picchiettare il
fegato aiuta a liberare la rabbia e fa muovere l’energia
stagnante.
Picchietta il tuo fegato dicendo ad alta voce: “Ho
intenzione di lasciar andare questo ora. Sto sce-
gliendo di resettare tutto. Qualunque cosa sia acca-
duta in passato, appartiene al passato. Ho imparato la
lezione e sto voltando pagina.”
Ora, da questa prospettiva più ampia, rifletti
sull’impatto che l’esperienza del passato ha avuto su
di te.
Ti ha reso più forte e più amorevole?
Ha contribuito a fare di te la persona che sei?
Sei una persona saggia per l’esperienza che hai
avuto?
(Non sempre saprai quale evento del passato è
stato il fattore scatenante, ma potresti capirlo subito
con il primo ricordo che ti viene in mente. Fidati del
tuo inconscio!)
Quando siamo in grado di trarre insegnamento
dalle esperienze dolorose, il perdono diventa davvero
96
facile. In effetti, perdonare e lasciar andare possono

essere azioni piuttosto gioiose. Rimanere aggrap-
pati alle ferite del passato perpetua il dolore. Serbare
rancore, sentendosi giustificati nel dare la colpa a
qualcuno per averci ferito, ne crea ancora di più. E la
scienza ha dimostrato che non solo crea sofferenza,
ma dà origine anche a malattie. Quando tratteniamo
rabbia e rancore, è come se i nostri organi e l’intero
nostro fisico ricevessero dei colpi.
PASSO 3: perdona e lascia andare con gioia
Questo passaggio ti aiuterà a prendere il controllo

della tua mente in modo che quelle vecchie storie
non possano più tenerti in ostaggio.
Quando lasciamo andare, coinvolgiamo il fegato.
Secondo la medicina cinese e la kinesiologia, il fegato
è legato all’emozione della rabbia.
Inizia facendo un respiro profondo. Senti cosa
provi. Con la mano destra, inizia a picchiettare l’area
intorno al fegato. Il fegato è un organo voluminoso
che si trova sotto il lato destro della gabbia toracica.
Quando inizi a picchiettare quest’area, sposti l’energia
97
del fegato. Inizi a lasciar andare il peso dei sentimenti

di rabbia, così come lo stress che essa causa all’organo
in questione.
Ora proviamo ad andare avanti.
Stai per:
1) lasciar andare l’illusione che qualcuno possa dav-
vero ferirti;
2) accettare il fatto che sei un essere incredibile in
procinto di imparare nuove lezioni;
3) riconoscere che hai scelto quell’insegnante per
apprendere questa lezione;
4) accettare il dono di questa lezione vedendo ciò
che di buono è venuto fuori da un’esperienza
dolorosa.
Mentre picchietti il fegato, di’, forte e chiaro:
“Mi amo e mi accetto.” Inspira. Mentre espiri, senti
che stai lasciando andare. Il nostro corpo ha tanti
modi per lasciar andare le cose. Attraverso il sudore.
Tramite l’urina o le feci. Oppure con l’espirazione.
Quindi picchietta il fegato e di’: “Mi amo e mi
accetto.” Osserva come ti senti. Non ce lo diciamo
molto spesso, tanto meno ad alta voce. Voglio che tu
98
lo dica ad alta voce così che TUTTE le parti di te

lo sentano.
Quindi, picchietta il fegato e di’: “Mi amo e
mi accetto, anche se ho difficoltà a perdonare
(pronuncia il nome della persona) e
a lasciar andare tutta questa rabbia. E mi amo e mi
accetto, mentre ora scelgo di perdonarmi e stare in
pace.” Fai un altro respiro profondo.
Di’ ancora: “Mi amo e mi accetto mentre ora scelgo
di perdonare e lasciar andare con gioia” (assicurati
di sottolineare le parole “ora scelgo”). Fai un ultimo
respiro profondo e completo e smetti di picchiettare.
La formulazione di questa dichiarazione finale è
davvero importante. Quando dici “ora scelgo” stai
dando un comando all’inconscio. Questo è ciò che
rende il cervello umano così ingegnoso. La ragione
per cui il procedimento funziona così bene è che
usa il limitato potere di elaborazione della mente
cosciente: picchiettando il fegato la tieni occupata.
Dal momento che devi concentrarti coscientemente
sul picchiettare e pronunciare le parole, la tua mente
cosciente è al limite massimo. Non può occuparsi di
99
altro. È simile a ciò che accade nell’ipnosi. Dando

alla mente cosciente qualcosa da fare, puoi accedere
alla mente inconscia dove risiedono le risorse di cui
hai bisogno. Entri là dentro e dici: “Sai una cosa?
Va bene se ti senti arrabbiato, va bene se credi di
aver difficoltà a perdonare. A prescindere da tutto,
ora scelgo di lasciar andare.”
Il vero perdono si manifesta nel momento in
cui decidi: “Non sono più una vittima del mio pas-
sato. Non sono più disposto a cedere il mio potere a
qualcun altro. Rivendico la mia libertà perché merito
di essere felice.”
Consiglio per essere felice #4: pensa agli errori come

“interessanti modi per imparare”
Quando ti accorgi che stai usando la tua energia

emotiva per rimediare a qualche errore, pensa a
quest’ultimo come se fosse “un modo interessante
per imparare”. Quindi reindirizza consapevolmente
la tua energia emotiva per ottenere ciò che desideri.
100
CAPITOLO 4
PASSO 4:
ACCETTA I TUOI DESIDERI
“Stanco di cercare di stipare il mio sé scintillante a forma di

stella nei buchi quadrati della società, scelgo di incarnare la
mia magnificenza e di risplendere come la supernova che
sono destinato a essere.”
Anonimo
C on il Passo 4 Accetta i tuoi desideri entriamo nella

parte davvero divertente, in cui puoi creare la
vita dei tuoi sogni.
Facciamo un rapido riassunto.
Finora, hai scoperto che:
- la rivista “Forbes” considera l’intuizione la più alta
forma di intelligenza;
101
- l’intuizione è molto più reale di quanto la sua repu-

tazione ci abbia portato a credere;
- la felicità e l’intuizione vanno di pari passo;
- l’intuizione è vista come un attributo prettamente
femminile, ma tutte le persone ce l’hanno, indi-
pendentemente dal genere di appartenenza;
- l’intuizione è un’abilità che può essere sviluppata
come qualsiasi altra;
- stabilire un rapporto con la tua mente inconscia
rafforza l’intuizione;
- è possibile accedere più facilmente all’intuizione
quando ci si trova in uno stato cerebrale rilassato;
- gestire le tue emozioni ti dà maggiore accesso alla
conoscenza interiore più profonda.
Dopo aver tenuto corsi a migliaia di partecipanti,
tra cui atleti di livello mondiale, politici, dirigenti,
coach, istruttori e celebrità, ho identificato il pas-
saggio interiore che mette le persone in condizione di
realizzare i propri sogni.
Diventa un magnete per ciò che desideri veramente

Stai per passare da una posizione debole a una
posizione potente, da “questo è ciò che voglio” a
102
“rivendico un mio diritto”. Questo passaggio inte-

riore potenzierà i tuoi sforzi e ti renderà inarrestabile.
Il cambiamento avviene in modo del tutto naturale
quando accetti pienamente il tuo desiderio.
Sembra semplice, non trovi? Ma non lo è necessa-
riamente.
A dire il vero, quando accetti pienamente il tuo
desiderio vai contro un potente tabù.
Può sembrare strano, ma molti di noi sono stati
condizionati a credere che è improbabile riuscire ad
avere ciò che vogliono. Il condizionamento non si
limita a questo e ci dice anche che non va bene volere
ciò che vogliamo. Questo programma di autosabo-
taggio è un costante brusio dietro i nostri pensieri.
Ne siamo a malapena consapevoli e non sentiamo
nemmeno le parole che lo compongono.
Ecco un esempio di alcune frasi da “brusio”:
- Non so nemmeno cosa voglio.
- Non puoi assolutamente chiedere tutto questo!
- Continuo a cambiare idea su ciò che voglio.
- Nessuno arriva ad avere tanta felicità.
- Non posso avere quello che voglio, quindi perché
preoccuparsi?
103
- Non ci riuscirò mai, non me ne va mai bene una...

- Non merito di avere tutto questo.
- Se fallisco farò la figura del fesso.
- Chi pensi di essere a puntare così in alto?
- Vergognati di essere così egoista!
- Te la tiri un po’ troppo.
- Punta in alto e resterai deluso.
- Le persone penseranno che sei arrogante, presun-
tuoso e megalomane.
Ti suona familiare, vero? È praticamente la colonna

sonora della nostra cultura.
Ecco ciò che vorrei tu sentissi (e ciò che il pro-
gramma di autosabotaggio evita di farti sapere):
quando accetti pienamente ciò che vuoi, ottieni un
enorme vantaggio. Diventi un potente magnete per
tutto ciò che desideri veramente.
Vedi, il desiderio più profondo del tuo cuore ha un
enorme potere di attrazione. Più ti ci avvicini, più la
tua intuizione ti spingerà nella direzione in cui devi
andare. Più ti fidi della tua conoscenza intuitiva, più
essa ti fornirà consigli saggi. I tuoi doni naturali ini-
zieranno a risplendere in tutto ciò che fai.
104
Perché ciò accada, hai bisogno della “chiave d’oro”

che apre le porte a tutto ciò che il tuo cuore desi-
dera... e a molto altro ancora.
Allineati con il tuo destino più grande

Qual è quindi la chiave che apre la porta ai tuoi
sogni? È forse il piano o le tattiche che usi per otte-
nere ciò che vuoi nella vita? Hai bisogno di una stra-
tegia migliore per raggiungere il successo che desi-
deri? Riguarda il tempismo? Dipende da chi conosci?
Forse hai solo bisogno di trovare il giusto socio d’af-
fari o di pianificare tutto nel dettaglio? La chiave
principale è la motivazione?
La risposta è “sì e no”. Tutto quanto appena elen-
cato può contribuire al tuo successo, ma nessuno di
questi fattori te lo garantirà. Ciò di cui hai bisogno è
un atteggiamento e una mentalità del tipo “a prescin-
dere da tutto”.
Come sottolinea Tony Robbins, il successo dipende
per l’80 per cento dalla psicologia (mentalità e atti-
tudine) e solo per il restante 20 per cento dalle com-
petenze. Dai un’occhiata da vicino a qualsiasi situa-
zione bloccata nella tua vita e osserva il modo in cui
105
stai per sbloccarla. Per la maggior parte del tempo le

persone si concentrano sul “come”. Ci fissiamo sulle
competenze che dobbiamo sviluppare o sull’ottenere
le risorse di cui abbiamo bisogno per portare a ter-
mine il lavoro. Nel frattempo, tendiamo a trascurare
l’elemento cruciale per il successo, paradossalmente
l’unica parte dell’equazione che possiamo veramente
controllare, ovvero lo stato della nostra mente. Qual-
siasi formula valida per il successo inizia e finisce con
la mentalità e l’atteggiamento.
L’atteggiamento è più importante di tutte le pianifi-
cazioni strategiche del mondo. Il tuo modo di pensare
è più importante del tempismo perfetto, delle tattiche
astute, di una partnership, di una collaborazione pro-
mettente o di una pianificazione dettagliata. Senza un
atteggiamento vincente, nemmeno il capitale d’investi-
mento ti garantisce il successo. Perché? Perché nessuno
di questi fattori esterni ti dà ciò di cui hai più bisogno
per avere successo: il coraggio e la resilienza per affron-
tare gli ostacoli. Questo può venire solo dall’interno. È
il tuo atteggiamento che ti dà la spinta necessaria per
continuare a muoverti e non rimanere bloccato quando
incontri un ostacolo o una delusione. Una mentalità
106
vincente può farti superare qualsiasi fallimento o sfida.

Un atteggiamento positivo può anche aiutarti a stare a
galla quando gli altri fanno di tutto per tirarti giù.
L’atteggiamento è più importante del posto da cui
vieni o di qualsiasi dettaglio della tua storia personale.
È più importante del tuo curriculum. È più impor-
tante della tua formazione e dei tuoi talenti. Supera
persino l’intelligenza. L’atteggiamento è ciò che per-
mette a quelle persone che non sembrano avere “fiuto
per gli affari” di avere grande successo.
Un atteggiamento “a prescindere da tutto” deter-
mina un altro grande vantaggio: ti rende immune dalla
negatività. Puoi essere indipendente da ciò che gli
altri pensano, dicono o fanno. Con un atteggiamento
positivo e costruttivo puoi rimanere neutrale quando
le opinioni degli altri sono sfavorevoli. Puoi persino
rimanere lucido quando le loro azioni sono malvagie.
Parliamo dell’atteggiamento mentale. Il tuo atteg-
giamento si esprime attraverso “ciò che ti passa per la
testa”. La tua mentalità è il tuo ethos personale; è costi-
tuita dalle convinzioni che guidano ciò che pensi, ciò
che dici e ciò che fai. È il tuo modo di pensare a indi-
care se lasci il segno o se ti accontenti della mediocrità.
107
La cosa fantastica riguardo alla mentalità e all’atteg-

giamento è che possono essere appresi. Puoi sviluppare
un atteggiamento vincente con le tue scelte quotidiane.
Consideralo come se fosse uno stile di abbigliamento.
Ogni giorno decidi quali vestiti indossare, giusto? Il tuo
look e il modo in cui ti presenti hanno un forte impatto
sull’impressione che fai sulle persone che incontri. Lo
stesso vale per il tuo atteggiamento. Per questo al mat-
tino indossa un’attitudine positiva. Io inizio sempre la
mia giornata con un semplice atto di gratitudine. Invece
di alzarti dal letto lamentandoti, prendi l’abitudine di
dire “grazie!” ogni mattina quando ti svegli. Questa
semplice pratica ha cambiato la mia vita. Provaci!
La tua storia non ti definirà più quando avrai svi-
luppato un’attitudine alle infinite possibilità. Punta
lo sguardo su un futuro bellissimo e allineati con il
tuo destino più brillante. In definitiva: una volta che
impari a mantenere la mentalità aperta alle possibi-
lità, sarà proprio quella mentalità a diventare la tua
arma segreta per il successo.
Rivendica la tua posizione
In passato, i pionieri viaggiavano verso terre sco-
nosciute, piantavano una bandiera nel terreno e dice-
108
vano: “Adesso questo è MIO.” Noi facciamo la stessa

cosa quando accettiamo i nostri desideri. Rivendi-
chiamo ciò che è nostro e diventiamo i paladini dei
desideri più profondi del nostro cuore.
Per fare ciò, molti di noi, in qualche modo bloccati
dal passato, devono liberarsi dal senso di colpa e dalla
vergogna. Continuiamo a portare questo stigma,
condizionato dal fatto che sentiamo di essere persone
cattive. La colpa e la vergogna hanno una frequenza
molto bassa.
Quando ci mettiamo in cammino per vivere la vita
che abbiamo scelto, ci evolviamo attraverso i livelli di
coscienza. È così che anche l’anima si evolve. I vari
livelli di coscienza possono effettivamente essere misu-
rati come frequenze distinte. Ogni emozione ha la
sua frequenza. Per esempio, l’amore ha una frequenza
molto più alta della rabbia. La rabbia ha una frequenza
più alta del senso di colpa e della vergogna. Quando
proviamo senso di colpa e vergogna, abbiamo una fre-
quenza molto vicina alla depressione. In questo grafico
puoi vedere che nella scala di frequenza la depressione
è appena sotto il senso di colpa e la vergogna.
109
e
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Leader
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Visionario Maestro
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dell’anima, degli antenati, edere la verit
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dei genitori credenze re natismo
tu di ne , fa a lasc iars i andare
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7
IONE
tribù della trascendenza fede, diffico
KARMA
mancanza di
VITTIMA 20 100 200 300 500 1000 500 300 200 100 1 20 STATO DI BLOCCO
Confini deboli ignoranza soffrire/essere in lotta/fare la vittima
dubbi, bassa 4 fasi di sviluppo
vergogna 2 personale
autostima PERSEVERANZA
colpa stare bene, forza, coraggio e spirituale
Rimanere bloccati
nelle credenze impotenza
3 cambiare filtri,
bassa idea di sé dolore, tristezza, AMORE E GENTILEZZA significato, reazioni,
paura apatia, credenze e programmi
desiderio insicurezza amore di sé, gratitudine
fiducia e resa
ingiustizia, male brama, desiderio 4
vulnerabilità rabbia, risentimento CONNESSIONE
connettersi/incarnare la parte migliore di sé,
cercare Trasformazione arroganza, orgoglio, gioia, pace, illuminazione
risveglio dare nuovo coraggio neutralità,
significato alla vita volontà, accettazione, stato di blocco essere contratto
amore per se stessi
AMORE apertura alla ragione stagnazione in una realtà limitata
Fede incrollabile amore, gioia, pace, beatitudine VISIONE scopo, desiderio del cuore, perdonare, lasciar andare
Illuminazione FLUSSO D’AMORE
gratitudine, dare incondizionatamente
grazia, serenità e gioia versione migliore di sé, connessione
Pace mentale ESPANSIONE: connessione alla saggezza universale, apertura mentale
GRAFICO DEGLI STATI VIBRAZIONALI DELL’ESSERE:

PASSO 4: accetta i tuoi desideri
Accettare i tuoi desideri è il modo più rapido per

uscire dalla frequenza di colpa e vergogna.
Il programma di autosabotaggio non ha più potere
su di te quando ti metti in gioco dicendo: “Io valgo.
È il mio destino soddisfare i miei desideri più pro-
fondi.” Dillo di nuovo, questa volta ad alta voce: “Io
valgo. È il mio destino soddisfare i miei desideri più
profondi.”
Quando lo fai tuo, incarni la sensazione del desi-
derio e la riconosci per ciò che è: il tuo cuore ti parla.
Il tuo desiderio è il tuo cuore che dice: “Questo mi
darà piacere e mi farà sentire felice.”
Il Passo 4 è composto da due parti, ognuna accom-
pagnata dalla seguente dichiarazione.
1) Autorizzi te stesso dando al tuo inconscio una

direzione molto chiara: questo è ciò che voglio. La
nostra tendenza abituale è di concentrarci sull’as-
senza di ciò che desideriamo. Questa dichiara-
zione serve da reset.
111
2) Il risultato naturale è che inizi a concentrarti sul

tuo desiderio. Hai dato all’inconscio un nuovo
programma da eseguire. Inizi a inviare pensieri
positivi diretti verso il tuo obiettivo, eliminando
lo sforzo di manifestare ciò che vuoi nella vita.

picchietta i punti del coraggio
Per potenziare ulteriormente la dichiarazione “Io

valgo” abbiamo sviluppato questo trucco per ripro-
grammare il cervello che incorpora i punti di coraggio.
I punti di coraggio si trovano sotto la clavicola ed
è lì che termina il meridiano del rene. Nella medicina
cinese, il meridiano del rene è associato alle ghian-
dole surrenali, che producono adrenalina e cortisolo,
ormoni legati al coraggio. Le nostre ghiandole surre-
nali si stressano rapidamente e si esauriscono quando
proviamo paura, indipendentemente dal fatto che la
minaccia percepita sia reale o immaginata.
Ciò ci porta a capire perché questa riconfigura-
zione del cervello funziona. Quando non accettiamo
i nostri desideri, tendiamo a provare paura. I nostri
112
pensieri diventano confusi: “Non so cosa voglio, non

posso desiderarlo, è troppo fuori dalla mia portata...”.
Pensieri confusi come questi sono sabbie mobili per i
nostri desideri. Giriamo in tondo e ci addentriamo in
pensieri spaventosi che stressano le ghiandole surre-
nali e i reni. Se siamo fuori controllo, viviamo in una
paura costante e ci esauriamo. Dando uno sguardo
alle statistiche sulla felicità è facile vedere dove ci
porta tutto ciò.
Picchiettare i punti di coraggio ti fa uscire dalla

paura verso una modalità più fiduciosa e coraggiosa.
Picchietta i tuoi punti di coraggio e di’: “Mi amo e

mi accetto con tutta la paura che provo; ora scelgo di
lasciar andare questa paura e attingo al mio coraggio.
Sono coraggioso.”
Ciò comporta uno spostamento della tua energia.
Stai allenando il cervello a questo pensiero più edi-
ficante piuttosto che continuare a ripetere a te stesso
cosa non puoi fare.
Questi sono i principi che mio marito Roy ha
sperimentato in prima persona come campione del
113
mondo di arti marziali e che successivamente ha

applicato alla pratica medica per oltre trentacinque
anni. Lui mi ha insegnato il metodo di base tramite
il suo straordinario programma Omega Healing e
insieme lo abbiamo sviluppato ulteriormente. Trovi
tutto su questa tecnica nel suo best seller, Equilibrio
emozionale: la via che conduce alla pace e alla guarigione
interiore e nel corso intitolato Omega Healing.
La forma tangibile della grazia
Una cosa di cui tutti possiamo essere certi è che la

vita ci lancerà delle palle a effetto. Con la tua nuova
mentalità, non avrai bisogno di nasconderti e scappare.
Sii coerente nell’applicazione di questi passaggi e il tuo
intuito crescerà forte e sicuro. Per continuare con l’e-
sempio relativo al baseball, sarai in grado di prendere
anche la palla più difficile e battere un fuori campo.
Inizierai a fidarti sempre più della tua conoscenza
intuitiva. Col tempo svilupperai quella che chiamo
fiducia incrollabile. Saprai semplicemente che sei in
grado di affrontare qualsiasi cosa la vita ti offra. Nei
momenti buoni e in quelli cattivi, sentirai di poter-
114
cela fare. Ti troverai su un terreno solido. Questa è la

grazia nella sua forma più tangibile.
Spesso temiamo che accettando pienamente
il nostro desiderio finiremo per rimanere delusi.
Questo accade perché ci stiamo basando su un pro-
gramma negativo derivante dall’abitudine. Premi il
pulsante di aggiornamento e fai chiarezza su ciò che
vuoi veramente. Ovviamente ci saranno momenti in
cui desidererai cose diverse. La vita non è mai sta-
tica. Per fortuna l’intuizione tiene gli occhi aperti sul
tuo profondo desiderio, a prescindere da quanto sono
forti i venti del cambiamento.
Una delle decisioni più difficili della mia vita
Era arrivato il momento di lasciare il mio lavoro

in Austria, tagliare i ponti con Salisburgo e trasfe-
rirmi in Olanda per stare con Roy. Il mio primo
pensiero fu subito: “E i ragazzi?”. Non mi sembrava
giusto chiedere loro di lasciare la scuola e gli amici e
venire via con me. Eppure, naturalmente, volevo che
stessero con me. Non sapevo come gestire la situa-
zione. La mia intuizione mi disse di chiedere loro
115
cosa avrebbero voluto fare. Jacob e George avevano

14 e 15 anni. Erano abbastanza grandi per decidere
da soli. Domandai loro cosa pensassero, li incoraggiai
a parlare dal cuore senza nascondere nulla. “Se aveste
a disposizione tutte le opzioni del mondo” dissi, “cosa
vi piacerebbe fare? Preferireste venire in Olanda con
me e Roy, o stare qui con vostro padre?”.
Si guardarono l’un l’altro, poi si voltarono verso
di me. La loro risposta fu inequivocabile: “Vogliamo
stare con papà.”
Per quanto quelle parole fossero dure da mandar
giù, capii. Volevano avere la possibilità di stare con il
loro padre, ricevere il suo amore e la sua attenzione.
Il passo successivo fu coinvolgerlo nella decisione.
Anche il suo fu un “sì!” immediato.
Provai una tristezza dolceamara. I ragazzi mi
sarebbero mancati. Non potevo nemmeno immagi-
nare come sarebbe stato non vivere più con loro ogni
giorno. Allo stesso tempo mi sentivo estremamente
grata di aver creato un ambiente in cui potevano
accogliere il loro desiderio ed esprimere la loro verità.
Jacob e George sono rimasti con il loro papà per
un anno e mezzo. Durante quel periodo, sono andata
116
a Salisburgo ogni due settimane per vederli e loro

venivano spesso da me in Olanda. Mi sono mancati
molto e i viaggi continui sono stati stressanti, ma
sapevo che i ragazzi erano felici e che questa era la
cosa giusta da fare.
Quando iniziammo a progettare di trasferirci in
America, la mia intuizione parlò forte e chiara. I miei
figli avrebbero dovuto venire con noi negli Stati Uniti;
avevano bisogno di tuffarsi in questa nuova avventura
con me e Roy. Non si trattava di una sfida da poco,
per due adolescenti abituati a vivere con il padre, con
cui godevano di un alto livello di libertà e indipen-
denza. Ma i loro voti a scuola ne avevano risentito. E
avevo saputo che spesso facevano le ore piccole per
partecipare alle feste. Era tempo che tornassero dalla
mamma. Chiedevo loro molto, ma parlai dal cuore e
condivisi i miei sentimenti. I ragazzi furono d’accordo.
I primi tre mesi furono difficili, soprattutto per
mio figlio più piccolo, George. Ma pian piano si è
adattato ed è stato bello vedere come la sua autostima
sbocciasse grazie a questa nuova sfida.
Oggi entrambi i miei figli considerano la deci-
sione di trasferirsi in America una delle migliori che
117
abbiano mai preso. Ora sanno cosa vuol dire iniziare

in un nuovo Paese. Questa esperienza ha dato loro la
certezza che possono andare ovunque e farsi strada.
È così allettante concentrarsi su ciò che non
abbiamo e non vogliamo. Che siano gli amici d’in-
fanzia che lasciamo, il matrimonio che finisce o il
business che non va a buon fine, quando ci fissiamo
su ciò che ci manca mettiamo a tacere l’intuizione.
Guardando alla vita in questo modo, non riusciamo a
vedere le infinite possibilità che ci attendono.
Il cambiamento che hai fatto nel Passo 4 Accetta i
tuoi desideri ti mette nella posizione ideale per acco-
gliere quel potenziale infinito e creare attivamente la
vita che desideri. Hai fatto un importantissimo cam-
biamento interiore, da “Magari potessi” a “Ora scelgo
di...” (completa la frase con qualsiasi cosa realizzerà i
tuoi sogni più grandiosi).
Esercizio per stare bene: fatti valere
Assumi un atteggiamento fisico deciso. Punta

i piedi alla larghezza delle spalle, stringi i pugni e
appoggia le mani sui fianchi. Ora di’ ad alta voce:
118
“Voglio ciò che voglio e me lo merito.” Avanti, ripe-

tilo di nuovo.
La psicologa Amy Cuddy ha reso popolare la
nozione di “postura di potere” nel suo popolare TED
Talk: “Il linguaggio del corpo può modellare chi sei.”
Adottare questo tipo di postura fisica aumenta la
sensazione di fiducia e può avere un potente impatto
positivo sull’umore. Gli studi suggeriscono che
potrebbe avere anche un influsso notevole sulle tue
possibilità di successo e sulla tua chimica corporea.
Consiglio per essere felice #5:

togliti le scarpe e cammina sull’erba
Ci sono poche cose al contempo semplici e potenti

che possiamo fare quanto camminare a piedi nudi, per-
mettendo così al corpo di connettersi alla frequenza
elettromagnetica della Terra. Il potere di guarigione
di questo campo energetico è stato lungamente dimo-
strato. Se non hai a disposizione un prato, immagina
di piantare le radici nella profondità del suolo, facen-
dole penetrare fino al centro della Terra; usa il tuo
respiro per lasciar andare tutto ciò che non ti serve
119
più e per far entrare le frequenze elettromagnetiche

di guarigione dalla Terra.
Ora fallo in concomitanza con l’esercizio sopra
descritto, stando in piedi, scalzo. Ripeti ad alta voce:
“Sono al sicuro e sono degno di accettare i miei desi-
deri. Merito di essere felice!”. Ripetilo ancora per tre
volte.
120
CAPITOLO 5
PASSO 5:
ATTINGI ALL’UNIVERSO
“La mia vita sembrava essere una serie di eventi e incidenti.

Eppure, se mi guardo indietro, vedo uno schema.”
Benoît B. Mandelbrot, professore di Matematica a Yale
“Gli incidenti accadono. Questo è ciò che dicono tutti. Ma

in un universo quantico gli incidenti non esistono. Esi-
stono solo le possibilità e le probabilità inglobate nell’esi-
stenza tramite la percezione.”
J. Michael Straczynski, scrittore e sceneggiatore
N el 1483 ad Haiti approdano i primi esploratori

giunti dall’Europa. Sono stupiti nel vedere gli
indigeni giocare con qualcosa che non hanno mai
121
visto prima: una palla che rimbalza. Questa mera-

vigliosa invenzione è resa possibile grazie alla linfa
degli alberi, una sostanza lattiginosa che gli hai-
tiani fumano insieme alle noci di palma.
Spostiamoci al 1736. Un astronomo francese
torna dal Sud America con un fluido simile al latte
che gli abitanti del Perù usano per rendere imper-
meabili le scarpe. Alla fine del secolo, un chimico
inglese si accorge che la stessa materia lattiginosa
può essere usata per cancellare segni di matita.
Ecco l’origine della sostanza che conosciamo come
“gomma”.
Facciamo ancora un salto in avanti di altri cento
anni e arriviamo alla fine degli anni Trenta. Nella sua
casa in New England, l’inventore Joseph Goodyear
sta conducendo alcuni esperimenti con la gomma.
Sua moglie è fuori con i sei figli e lo scienziato ha
preso possesso della cucina. Accidentalmente lascia
cadere una miscela di gomma mescolata con zolfo
e piombo bianco sulla stufa calda. Ma la miscela,
anziché sciogliersi, si indurisce fino a raggiungere la
consistenza del cuoio. Questo porta all’invenzione
della gomma vulcanizzata e Goodyear ottiene il suo
122
primo brevetto. Cinquant’anni dopo, il suo “errore”

diventa la materia prima per una nuova industria:
pneumatici per automobili.
Gli incidenti accadono di continuo. Che cosa sarà
di un incidente dipende interamente da coloro che ne
sono coinvolti.
Pasticcio o capolavoro?
Il professor Benoît B. Mandelbrot, insegnante di

Scienze matematiche a Yale, è colui che ha coniato la
parola frattale per descrivere fenomeni parzialmente
casuali o caotici, come la crescita dei cristalli, la tur-
bolenza dei fluidi e la formazione delle galassie. Una
delle sue teorie si basa sull’irregolarità e l’autosimi-
larità in natura, l’“elemento incontrollato” della vita.
Pensa, per esempio, alle nuvole o ai litorali. Potremmo
considerarli disordinati e caotici; tuttavia mostrano
un alto grado di ordine. Mandelbrot lo chiama “arte
della rugosità”.
La vita spesso può sembrare irregolare. E se avesse
bisogno di essere così? E se potessimo vederlo come
un gioco progettato per insegnarci lezioni incredibili
123
e offrirci esperienze eccezionali? E se dipendesse da

noi imparare a collaborare con l’Universo piuttosto
che remare contro?
Questo ci porta al Passo 5 Attingi all’Universo,
che mi sta molto a cuore. Rappresenta sia il fonda-
mento sia il punto d’arrivo degli altri quattro Passi,
perché, nel momento in cui attingi alla tua intui-
zione, apri i canali alla saggezza universale.
Se dai una rapida occhiata alla storia umana,
noterai una semplice verità: molte delle più grandi
invenzioni sono state concepite grazie all’intuizione.
Gli inventori hanno il talento di attingere alla sag-
gezza dell’Universo e considerare la realtà in modo
diverso. Le intuizioni che portano a nuove scoperte
spesso si verificano dopo un “incidente”. Che si tratti
di una catastrofe o di un semplice inconveniente non
sembra avere importanza. L’intuizione offre molte
meraviglie in risposta ai bisogni umani.
Metterò al tuo servizio questa straordinaria capa-
cità di risposta nel Passo 5. Scoprirai quanto è facile
trasformare una situazione apparentemente sfortu-
nata in una benedizione. Ho sentito innumerevoli
storie di persone che hanno utilizzato il Passo 5
124
Attingi all’Universo in circostanze stressanti per

creare risultati miracolosi.
Il cambiamento è l’unica vera costante
Come abbiamo visto nel Passo 4, i tuoi desideri, la

tua mentalità e il tuo atteggiamento sono della mas-
sima importanza quando vuoi attingervi. In questo
contesto, le parole “Aspettati un miracolo” rappre-
sentano molto più di una frase simpatica da apporre
come adesivo sul paraurti. È un atteggiamento che
crea un campo di positività e rende i miracoli molto
più probabili.
Combinando un atteggiamento positivo con un
pensiero del tipo “tutto è possibile” manderai all’Uni-
verso un invito personalizzato per realizzare miracoli.
Al contrario, se pensi che una certa circostanza sia
disperata, il campo intorno a essa si riduce. Quando
etichetti una situazione con le parole “senza spe-
ranza”, è come se in sintesi dicessi al tuo intuito: “È
inutile, non posso farci niente.” Così facendo metti a
tacere la tua creatività.
125
Gli incidenti accadono. Nel nostro mondo è inevi-

tabile. Lo stesso vale per gli inconvenienti e i disastri
naturali. È la natura dell’esistenza. Sia che si tratti
di un piccolo incidente, come rovesciare qualcosa, sia
che si tratti di un evento disastroso, come un fulmine
che cade nel tuo salotto, è assolutamente necessario
ricordare che il cambiamento avviene ogni momento.
Il cambiamento è l’unica vera costante nelle nostre
vite. Tutti noi, inoltre, abbiamo un’innata capacità di
continuare a creare cambiamenti. Questo rinvia al
Passo 4 e al diventare padroni della nostra esistenza.
Tutti gli strumenti di cui abbiamo parlato finora
incoraggiano lo sviluppo dell’adattabilità comporta-
mentale, che è la volontà di apprendere nuovi modi
per raggiungere gli obiettivi con un atteggiamento
positivo. Le persone che utilizzano questi strumenti
non si trovano quasi mai bloccate né si sentono vit-
time. Piuttosto sono sempre più impressionate dai
miracoli che le circondano.
La Legge dei miracoli di Littlewood

Nel corso della sua illustre carriera, il professor
John Littlewood dell’Università di Cambridge ha
126
ricevuto sei premi, tra cui la Royal Medal, per i suoi

contributi nel campo della matematica. Fuori dal suo
ambito di studio, è meglio conosciuto come l’uomo
che ha scardinato la convinzione secondo cui i mira-
coli siano un fenomeno soprannaturale. Basandosi
sulla legge generale dei grandi numeri, ha definito
il miracolo come l’evento la cui probabilità di verifi-
carsi è pari a uno su un milione. La Legge di Little
wood afferma che nella vita di una persona accade
circa un miracolo al mese. Non una volta nella vita o
una volta ogni anno: una volta al mese!
Come sarebbe la tua vita se ti aspettassi un
miracolo una volta al mese? Meglio ancora, come
sarebbe la tua vita se iniziassi a guardarti intorno
e ad apprezzare i piccoli miracoli che accadono
ogni singolo giorno? Un miracolo è un fiore che
si schiude al mattino, è il sorriso del tuo bambino.
Qualunque cosa apprezziamo aumenta nel tempo.
Se vedi miracoli ovunque, evochi il pensiero mira-
coloso. La mente si espande, gli orizzonti si allar-
gano e l’intuizione pullula di nuove possibilità a
ogni occasione.
127
Trattenuta all’ufficio immigrazione

senza mio marito
Roy e io stavamo tornando dall’Europa dopo aver

tenuto un corso di Omega Healing in Italia. Avevano
partecipato circa settecento persone, cinquecento
in sala e altre duecento collegate in streaming. Era-
vamo esausti ed euforici allo stesso tempo. Tuttavia
eravamo ansiosi di rientrare ad Asheville, perché
c’era stato un piccolo contrattempo con il nostro
volo. Mia madre si era trasferita a casa nostra per
badare ai ragazzi mentre eravamo via, ma il giorno
del nostro rientro doveva andar via presto. Jacob e
George, che avevano 16 e 17 anni, si sarebbero presi
cura della nostra figlia più piccola di 5 anni, Grace,
fino al nostro rientro a tarda notte. Aveva fatto inso-
litamente freddo ad Asheville e tutte le scuole erano
chiuse a causa delle forti nevicate. Ciò significava che
i nostri ragazzi sarebbero rimasti bloccati a casa, da
soli, fino al nostro arrivo.
Dopo un volo di quindici ore, atterrammo sul suolo
statunitense e ci dirigemmo verso l’ufficio immigra-
zione. Roy seguì la fila per i passeggeri con il passa-
128
porto degli Stati Uniti, mentre io andai nella fila più

lunga, dedicata alle persone con passaporto straniero.
Lì attesi il mio turno per quasi un’ora.
L’ufficiale se la prese comoda prima di alzare lo
sguardo dal computer e fissarlo su di me.
Mi chiese: “Lei si occupa di ipnosi?”.
“Sì, è una parte del mio lavoro” risposi.
L’uomo suonò un campanello e infilò il mio passa-
porto in una cartella gialla mentre venivo portata in
una stanza.
Fino a quel momento avevo solo sentito parlare di
quella stanza. Una volta dentro, un altro ufficiale mi
confiscò il telefono e mi disse di aspettare. Nessuna
spiegazione sul perché, solo: “Aspetti qui.”
Dopo un attimo di panico, mi resi conto che, con la
mente cosciente, non avrei potuto capire cosa stesse
succedendo e feci un respiro profondo. Mi sarei fatta
guidare dall’intuizione.
Per oltre due ore rimasi in attesa in quello che
sembrava essere un posto per gli interrogatori. Non
mi avevano dato acqua né indizi sul motivo per cui
ero stata trattenuta.
129
Utilizzai tutti i miei strumenti per evitare di per-

dere il controllo, mentre la mente veniva attraver-
sata da pensieri terribili: “I miei figli sono soli... E
se mi rimandano in Europa? Che cosa farò se non
mi lasciano tornare a casa?”. La mia mente ricordò
una scena della quale ero stata testimone, in cui una
donna era stata portata via in manette e rimessa su
un aereo. Pensai alla nostra tata, alla quale era appena
stato negato l’ingresso negli Stati Uniti senza un
motivo valido, anche se aveva un permesso in regola.
Puoi immaginare la confusione che sentivo dentro
di me.
Adottai quella che so essere la migliore strategia
in momenti di crisi: pregare e meditare. Mi misi in
contatto con la mia intuizione e sentii: “Stai calma.
Respira. Sii positiva. Andrà tutto bene.”
La mia mente razionale sbuffò: “È più facile dirlo
che farlo quando sai che i tuoi figli sono soli in casa e
non puoi metterti in contatto con tuo marito né con
i tuoi familiari. Come può andar bene?”.
Presi il comando dei miei pensieri usando gli stessi
strumenti che hai trovato in questo libro e iniziai a
elencare mentalmente le infinite ragioni per cui
130
essere grata. Dopo due ore di attesa, l’ufficiale tornò,

mi restituì le mie cose e disse: “Ora è libera di andare.”
“Tutto qui?” mormorai sottovoce, mentre tiravo un
profondissimo sospiro di sollievo. “Adesso devo tro-
vare Roy.”
Ci abbracciammo come due vecchi amici che si
rivedono dopo molto tempo e prenotammo l’ultimo
volo per Asheville. Sarebbe andato tutto bene. Il
rientro a casa era previsto entro la mezzanotte.
Ma non andò così. Ci eravamo appena sistemati ai
nostri posti quando il pilota annunciò che il decollo
non era possibile a causa della neve e del forte vento.
Saremmo potuti partire solo il giorno dopo: avremmo
dovuto passare la notte ad Atlanta.
Il mio cuore si spezzò. Ero stanca e frustrata;
volevo solo tornare a casa dai miei figli. Arrivati in
hotel chiamammo i ragazzi. Erano molto cresciuti,
su tutto: furono loro a confortare noi. Mi misi a letto
confidando che stesse andando tutto per il meglio
e sentendomi grata per il fatto che finalmente avrei
potuto dormire un po’.
Il giorno dopo, arrivati sani e salvi ad Asheville, ci
ricongiungemmo con i nostri figli. Nel tardo pome-
131
riggio mi resi conto di quanto queste “sfortunate” cir-

costanze fossero state in realtà positive. La sera prima
c’era stato un grosso incidente sull’autostrada per
Asheville. Se avessimo rispettato i tempi del nostro
programma originale, avremmo potuto restare coin-
volti, oppure saremmo rimasti sicuramente bloccati
nel traffico. L’Universo ci aveva forse risparmiato,
“organizzando” il ritardo all’ufficio immigrazione?
Quel ritardo “insensato” portò anche un altro sor-
prendente beneficio. Non avrei mai lasciato i miei
figli da soli di notte durante una tempesta di neve,
eppure se l’erano cavata splendidamente. Sui loro
volti vidi un nuovo tipo di felicità. Erano orgogliosi
di aver saputo gestire la situazione ed erano più uniti
dopo essersi presi cura l’uno dell’altro. La nostra sfor-
tunata circostanza aveva rafforzato il loro legame.
Ancora una volta mi fu ricordato di fidarmi della
mia intuizione.
Un incidente fortunato
Questi sono solo alcuni esempi dei notevoli risul-

tati che possiamo aspettarci quando siamo connessi
132
all’Universo. Spesso ci imbattiamo nella saggezza

universale quando siamo in un momento cruciale o
di fronte a una crisi. E se potessimo attingere inten-
zionalmente a quella vasta conoscenza senza la pres-
sione di qualche tipo di minaccia? Cosa scopriremmo
se fossimo noi a invitare gli incidenti fortunati a
mostrarci modi migliori di fare le cose?
Che si tratti di un momento difficile, come essere
trattenuti dalle autorità, o di un prodotto nuovo di
zecca, come la gomma, o ancora di una situazione
di emergenza, come un disastro naturale, quando
attingiamo all’Universo derivano grandi innovazioni
e adattamenti. Affinché ciò accada più spesso, dob-
biamo essere in grado di entrare in uno stato cere-
brale rilassato.
Ma come puoi entrare in uno stato cerebrale rilas-
sato quando ti trovi in circostanze stressanti? In un
mondo pieno di caos e confusione, come puoi fare
a trasformare l’“irregolarità” in arte? Quali miracoli
potrebbero accadere se iniziassi ad accogliere gli
inconvenienti che la vita ti offre? Come gestiresti gli
inevitabili momenti duri della vita se avessi la com-
133
pleta fiducia che da essi potrebbe scaturire un van-

taggio?
Più avanti, in questo capitolo, ti insegnerò il
Comando Christallin, una tecnica semplice che ti con-
sentirà di affrontare anche la sfida più difficile. Con
questo metodo potrai dare prova della veridicità del
QII [Quoziente di Intelligenza Intuitiva] a te stesso e
a coloro che ti circondano, perché unisce diversi pro-
grammatori cerebrali in uno solo. Viene usato dalle
migliaia di persone in tutto il mondo che hanno seguito
i nostri corsi, come centinaia di Omega HealthCoach
e Oracoli Christallin. Ricevo molte lettere in cui si rac-
conta del potere di questo Comando da cui sprigiona
la più alta forma di intelligenza.
Prima di insegnarti il Comando, voglio esplorare i
tre “cervelli” distinti del corpo umano: il cervello del
cuore, il cervello della testa e il cervello di pancia.
Quando prendiamo decisioni e provvedimenti, usiamo
tutti e tre i cervelli. Sfortunatamente, quando le per-
sone non conoscono il modo migliore per usare tutti
e tre i cervelli, spesso prendono decisioni in base alla
paura e all’avidità.
134
Discernimento: quando il tuo cuore dice “sì”
Per usare saggiamente questi tre cervelli è neces-

sario rivolgerci innanzitutto al cuore, perché il cuore
è sempre la guida. Uno dei più grandi errori che fac-
ciamo è lasciare che a guidarci sia il cervello della
testa. Come dice Tony Robbins: “Se sei nella testa,
sei morto.” Come abbiamo visto, la mente cosciente
ha grandi limiti. Affidarsi troppo alla mente spesso ci
tiene intrappolati. Possiamo sfuggire a questa trap-
pola permettendo al cuore di guidare le nostre vite.
Lo facciamo entrando nel cuore e chiedendo la dire-
zione. Il tuo cuore farà sempre scelte amorevoli. Il tuo
cuore è sempre allineato con le intenzioni più ele-
vate. Il tuo cuore sa qual è il bene supremo in situa-
zioni difficili. Il tuo cuore può vedere la strada verso
la scelta più compassionevole. Il tuo cuore conosce
la cosa più gentile da dire. “Cosa farebbe l’amore?”:
questa è la domanda che si pone sempre il tuo cuore.
Quando sappiamo in quale direzione ci stiamo diri-
gendo, e il nostro cuore ha detto di sì a quell’obiettivo,
ci possiamo avvicinare al nostro cervello e chiedere
come.
135
Come si fa a sapere quando il cuore dice “sì”? Ci

sono molti modi in cui può farlo. Ognuno di questi
ti fa stare bene. A volte sai che per il tuo cuore è un
“sì!” semplicemente perché ti senti felice. A volte il
tuo cuore è eccitato. Altre volte il tuo cuore inizierà
a cantare.
Il tuo cuore è particolarmente abile a guidarti
quando ti trovi di fronte a decisioni difficili che
potrebbero avere conseguenze negative. A volte
seguire il tuo cuore potrebbe turbare qualcuno (ma in
ogni caso corri sempre questo rischio. Non è possibile
accontentare tutti, giusto?). Tuttavia devi prendere
una decisione. Seguire la saggezza del tuo cuore in
quel momento potrebbe farti sentire momentanea-
mente infelice. Alcune decisioni dal cuore ci rendono
davvero tristi perché sappiamo che comporteranno
un cambiamento e forse dovremo lasciar andare qual-
cosa o qualcuno. Se però segui il suggerimento del
cuore in circostanze difficili, dentro di te sentirai un
addolcimento e un’apertura. È come se il tuo cuore e
la tua mente fossero uniti e dicessero in coro: “Sì, è
giusto così.”
136
Sintonizzati regolarmente sul tuo cuore e ini-

zierai a sentirlo cantare. Le sue melodie saranno
diverse per ogni situazione, ma la voce si leverà
forte e chiara.
Questa è una chiave importante per attingere
all’Universo: sviluppare la capacità di discernimento.
La voce del cuore non è una voce tonante. È una voce
delicata e dobbiamo allenarci ad ascoltarla. La pros-
sima volta che ti trovi di fronte a una scelta diffi-
cile, sintonizzati. Impara a sentire la differenza. Se
la voce proviene dalla paura o dalla mancanza, se è
tinta d’insicurezza e giudizio, stai ascoltando la voce
del piccolo io. Le voci della paura sono tutt’uno con
la vibrazione negativa. Il cuore parla sottovoce; la sua
qualità vibratoria è sempre edificante, il cuore vede il
bene superiore e il significato più grande dietro ciò
che sta accadendo, anche in presenza di rabbia o sof-
ferenza.
L’unica cosa che devi fare
Una volta che il cuore è allineato con la direzione

in cui stai andando e ti ha detto di sì, allora vai al
137
cervello della testa e chiedi il “come”. Infatti è suo

compito elaborare una strategia; lui ama capire il
“come”. Il cervello della testa sa come arrivare dove
stai andando. Può vedere i passaggi che portano all’o-
biettivo. È bravo nei calcoli lineari, sequenziali, spa-
ziali. Il cuore vede la visione d’insieme e sa qual è
l’obiettivo, mentre la testa è il progettista principale.
Una volta identificate le azioni da compiere, torna
al cuore e di’: “Ok, sono queste le azioni giuste da
fare?”.
Ovviamente potremmo finire col passare un tempo
illimitato a riflettere su come agire. In questo caso
è utile tornare di nuovo al Passo 1 Metti a tacere il
brusio. Ricorda, i 5 Passi si sostengono a vicenda.
Quando il cuore dice “sì” alle strategie che il cer-
vello ha escogitato, rivolgiti alla tua pancia. Il cer-
vello nella pancia fornisce il coraggio. Chiedi alla tua
pancia di prendere le misure necessarie per raggiun-
gere i tuoi obiettivi.
Se vogliamo goderci il successo, dobbiamo ono-
rarne i principi. Uno dei principi fondamentali del
successo è l’azione. La formula per il successo è sem-
plice. Devi avere un obiettivo chiaro. Sii molto speci-
138
fico su questo obiettivo. Adotta misure d’azione coe-

renti per raggiungerlo.
Impara a usare i tre cervelli con saggezza, come
descritto sopra, e inizierai a fare scelte più sagge. La
strada per il successo diventerà più fluida perché non
combatti più i limiti che sorgono quando usi il cer-
vello della pancia per fare ciò che il cervello della testa
può fare meglio. È così facile perdersi nella propria
testa cercando di “capirci qualcosa”. Nel frattempo,
il tuo cuore spesso conosce l’UNICA cosa che devi
fare per avvicinarti al tuo obiettivo. Concentrati su
questa UNICA priorità e andrai avanti molto più
facilmente.
Un altro trabocchetto in cui cadiamo spesso è
quello di farci distrarre quando cerchiamo di destreg-
giarci fra troppi progetti e cose da fare contempora-
neamente. Dobbiamo ricordarci quello che abbiamo
imparato all’asilo: compiere un passo alla volta. Con-
centrati sulla singola cosa che ha la massima prio-
rità e falla per prima. Allo stesso modo, spesso rima-
niamo bloccati alla ricerca di risposte quando ciò di
cui abbiamo veramente bisogno è il coraggio di agire.
139
In tutte queste situazioni, la seguente semplice

riprogrammazione del cervello può riportarti nel tuo
cuore e ottimizzare la capacità di attingere all’Uni-
verso.

fai respiri profondi
Il modo più semplice per far funzionare questi tre

cervelli nella sequenza corretta e accedere al potere del
cuore è chiudere gli occhi e concentrarti sul respiro.
Prenditi dai tre ai cinque minuti: questo è tutto ciò
di cui hai bisogno. Imposta un timer o ascolta una
traccia di meditazione e fa’ dei respiri contando fino
a cinque. Conta fino a cinque mentre inspiri, conta
fino a cinque mentre espiri. Mentre fai questi respiri,
cinque alla volta, richiama alla mente l’immagine di
qualcuno cui vuoi bene o di qualcosa di veramente
bello, come un mazzo di fiori o un posto che ami
nella natura. Il tuo cuore si sentirà attratto da quella
bellezza e inizierà a battere in modo molto armo-
nioso. Evocherai lo stato di compassione.
140
L’Istituto HeartMath ha condotto una grande

quantità di ricerche che dimostrano il potere di questo
tipo di sincronizzazione. Ma non è necessario essere
ricercatori per dimostrare a te stesso il potere della
respirazione profonda. Sentirai immediatamente il
cambiamento del respiro mentre passa dalla respira-
zione toracica molto superficiale, che usa solo circa
un terzo dell’apparato respiratorio, a respiri profondi
nella pancia, che coinvolgono un’area più vasta dei
polmoni e il diaframma.
La respirazione in cinque parti rappresenta un
modo efficace per ridurre l’ansia e per entrare nel
sonno profondo. È anche uno dei metodi più sem-
plici per entrare in sintonia con l’intuizione e attin-
gere alla vasta saggezza dell’Universo. Puoi farlo
sempre, ovunque.
PASSO 5: attingi all’universo
Abbiamo parlato molto di attingere all’Universo.

Resta da rispondere alla domanda: “Come farlo nel
bel mezzo della corsa sfrenata della vita?”.
141
Prima di tutto, hai bisogno di un modo efficace

per accedere alla tua intuizione e allo stato dell’onda
cerebrale di guarigione. Le neuroscienze ci dicono
che le onde cerebrali di guarigione sono le onde theta.
Quindi come facciamo a generare le onde theta nel
cervello? In generale, entriamo nello stato di onde
theta durante il sonno profondo, quando siamo inco-
scienti. È possibile entrare in theta anche tramite la
meditazione. Tuttavia potrebbero occorrere anni di
pratica prima di poter entrare in theta da svegli. Gli
stati ordinari di coscienza sono infatti caratterizzati
da onde cerebrali beta. Il Comando Christallin è un
fortissimo programmatore di onde cerebrali che con-
sente a chiunque di entrare in theta in pochi secondi
e dichiarare un’intenzione. Questa è un’abilità incre-
dibilmente potente e aumenterà di gran lunga la tua
capacità di attingere all’Universo e sviluppare il tuo
QII [Quoziente di Intelligenza Intuitiva].
Il Comando Christallin
Questo ingegnoso riprogrammatore del cervello

combina diverse modalità. I suoi benefici saranno
142
evidenti sin dal primo utilizzo ed esso ti permette

di entrare nello stato ideale per definire intenzioni
e obiettivi chiari, funzionando egregiamente anche
quando non hai idea di cosa fare.
Per prima cosa usa il movimento oculare per
entrare in theta.
Inizia facendo alcuni respiri profondi e chiudi gli
occhi. Diventa consapevole del tuo appoggio. Imma-
gina di avere radici che crescono dalla pianta dei tuoi
piedi o semplicemente fai qualche respiro profondo e
connettiti con la terra sotto di te. Per un momento sii
presente al 100 per cento.
Ora alza gli occhi verso l’alto come se stessi guar-
dando attraverso il cranio. Ciò ti porta in theta.
Tieni gli occhi rivolti verso l’alto e pronuncia questo
incantesimo/comando di programmazione (prefe-
ribilmente a voce alta): “Anche se non so come...”.
Completa la frase con qualsiasi cosa non riesci a
fare. Per esempio: “Anche se non so come rilassarmi.
Anche se non so come stare in pace. Anche se non so
come parlare a cuore aperto. Anche se non so come
lasciar andare questa rabbia.”
143
Quindi fai un respiro profondo e, tenendo gli occhi

aperti, di’: “Tutto quello che so è che è così ora.”
In questa parte della frase di programmazione stai
togliendo alla mente conscia la responsabilità del non
sapere “come” fare. Questo è un passo importante,
perché la domanda principale che la mente cosciente
continua a chiedere è: “Come? Come? Come?”. E
rimane bloccata lì perché non lo sa: spesso a livello
conscio non possiamo sapere il “come”.
Questo ci riporta a ciò che dice Einstein, ovvero
che la mente che ha creato il problema non è la mente
che troverà la soluzione. È la nostra intuizione, è la
mente più grande, che trova la soluzione ai nostri
problemi.
Dicendo questo alla nostra mente cosciente, la
aiutiamo a rilassarsi. Ammettiamo di non sapere il
“come” e, allo stesso tempo, dichiariamo ciò che sap-
piamo: che è così ora. Questa è la prima parte del
Comando.
Quindi, tenendo gli occhi rivolti verso l’alto, di’:
“Cancello, cancello, cancello tutta la programmazione
dentro di me che mi impedisce di raggiungere questo
obiettivo o che mi sta sabotando.” E poi, a seguire: “E
144
ricevo, ricevo, ricevo tutte le risorse di cui ho bisogno

per raggiungere questo obiettivo ora senza sforzo,
con grazia, con gioia.”
Termina con gratitudine dicendo: “Grazie, grazie,
grazie.”
Il Comando Christallin coinvolge molti modi
divertenti di riprogrammare il cervello con un’unica
potente mossa.
Ecco la sequenza completa:
1) Porta il tuo cervello in theta.
2) Dai al tuo cervello un comando molto chiaro.
3) Elimina dal sistema qualsiasi programmazione
che non sia vantaggiosa per te.
4) Scarica e programma il cervello con tutto ciò che
ti serve per avere successo.
5) Specifica come avrai successo: con grazia, facilità
e gioia.
La parte finale è importante, perché dobbiamo
essere molto specifici con la mente inconscia. Non
stiamo dando un comando per avere successo a ogni
costo indipendentemente dal prezzo o dal duro lavoro
richiesto. Stiamo dicendo che scegliamo di avere suc-
145
cesso con grazia, facilità e gioia. Aggiungendo queste

tre componenti, diamo un comando specifico su come
scegliamo di manifestare. Non partiamo dalla forza
ma, piuttosto, da uno stato di fiducia incrollabile.
Anche l’ultima parte, quando diciamo “grazie” tre
volte, è molto importante: attira gratitudine. Quando
proviamo gratitudine, è impossibile provare rabbia
o preoccupazione. La gratitudine è la frequenza più
potente per la manifestazione. Quando veniamo da
uno stato di “Io ho, e sono grato per quello che ho”,
l’Universo sarà generoso.
Consiglio per essere felice #7: fai una pausa e balla

Il semplice atto di prendere una pausa da ciò che
stai facendo, mettere la tua musica preferita e ballare
in mezzo alla stanza può trasformare qualsiasi blocco
energetico o stato d’animo. Puoi ribaltare totalmente
qualsiasi situazione semplicemente smettendo di fare
ciò che stai facendo e passando allo stato di amore
e gioia. Mentre balli, poniti la domanda: “Qual è
l’aspetto positivo in questa situazione?”. L’amore è
la più alta vibrazione nell’Universo; ha un incredi-
bile potere di trasformazione. Possiamo scegliere di
146
uscire da uno stato negativo attingendo all’amore.

Può funzionare anche quando provi dolore fisico.
Inizia riconoscendo la situazione e cambia l’energia
dicendo: “Ovviamente in questo momento sto sof-
frendo. Come posso trovare il piacere?”. Mentre balli
coinvolgi tutto il corpo e la mente.
Stabilisci un’intenzione chiara: “Con il semplice
atto di accendere la musica, invito il mio cervello
a reagire e a tramutare questo dolore in piacere.”
Quindi inizia a muoverti e fai la domanda: “Dov’è il
piacere qui?”.
Consiglio per essere felice #8: di’ “sì!” un centinaio di

volte al giorno
Poniti l’obiettivo di dire “sì!” un centinaio di volte
al giorno.
Io e mia figlia, per esempio, abbiamo un rituale
quando andiamo a scuola al mattino. Mettiamo una
delle sue canzoni preferite e canticchiamo “sì!” durante
tutta la canzone. È assolutamente incredibile!
L’energia che scaturisce dentro di noi quando
diciamo “sì!” è così edificante che possiamo effettiva-
mente creare un vortice di manifestazione. Lo con-
sidero un progetto di positività. Questo è assoluta-
147
mente essenziale, perché il modo in cui sentiamo nel

momento presente determina come viviamo il nostro
mondo e ciò che manifesteremo nel futuro. Ogni sin-
golo pensiero che pensiamo viene percepito da ogni
singola cellula del corpo. Quei pensieri fuoriescono da
noi come onde radio. In realtà trasmettiamo l’energia
dei nostri pensieri all’Universo. Puoi vederlo in azione
quando canti la tua canzone preferita. Prova a cantare
“sì!” solo per poche strofe e guarda cosa succede.
148
CONCLUSIONE
QUALE SARÀ
IL PROSSIMO PASSO?
LA MIA CHIAMATA
D’EMERGENZA
L ’intuizione mi dice che, se hai letto fino a questo

punto, sei tra coloro cui si riferiva il premio
Pulitzer Alice Walker nel titolo del suo best seller,
We Are the Ones we’ve been waiting for: Inner Light
in a time of darkness [Siamo noi quelli che stavamo
aspettando: la luce interiore in tempi di buio].
149
Ho scritto questo libro per “quelli” che sono dav-

vero coraggiosi e pronti a fare un passo da gigante
verso un futuro migliore. I tempi difficili c’impon-
gono di andare oltre i modi convenzionali di guar-
dare alla vita. Abbiamo bisogno di strumenti più
efficaci per elaborare le informazioni e per poter
vedere con occhi nuovi, sviluppando nuove moda-
lità di stare prima con noi stessi e poi gli uni con gli
altri.
A questo punto della storia umana, non pos-
siamo permetterci di distogliere lo sguardo dalla
cruda realtà; dobbiamo guardarla in faccia. Dob-
biamo fare un bilancio di dove siamo per chiarire a
noi stessi dove stiamo andando. Anche quelli di noi
che attribuiscono un valore elevato al pensiero posi-
tivo vedono bene come stanno le cose. Le statistiche
sono allarmanti e, se le previsioni degli esperti sono
corrette, la nostra situazione continuerà a peggiorare,
a meno che non si verifichi un cambiamento impor-
tante nella coscienza. L’Organizzazione Mondiale
della Sanità prevede che entro i prossimi vent’anni
la depressione e il suicidio saranno la causa princi-
pale di morte su scala globale. Questa è una previ-
150
sione orribile, che pone un enorme peso economico

e sociale sulle nostre società.
Ho insegnato in Cina nel 2011 e lì mi sono resa
conto che la situazione continua a peggiorare. Sono
rimasta profondamente scioccata nell’apprendere
che i giovani, anche i bambini, sperimentano gravi
depressioni. Sapevi che, per evitare di essere citate in
giudizio nel caso in cui i ragazzi si tolgano la vita, le
università cinesi fanno firmare un esonero ai geni-
tori? Alcuni istituti hanno effettivamente messo delle
reti sui tetti degli edifici più alti, proprio per impedire
agli studenti di buttarsi giù.
Dobbiamo creare un cambiamento radicale. Dob-
biamo vedere questa sfida come un’opportunità e
come una responsabilità. Credo che il modo migliore
per iniziare a farlo sia sviluppare la nostra intuizione.
È l’assetto che ci porterà in una nuova direzione.
Uno dei grandi geni intuitivi del XX secolo, Buck-
minster “Bucky”* Fuller, amava la metafora del cor-
rettore d’assetto per spiegare la responsabilità perso-
nale e il potere o la scelta. Dopo la morte della figlia,
Bucky cadde in una profonda depressione. All’epoca
trentaduenne, andò da solo nell’oceano e nuotò lon-
151
tano dalla riva nel tentativo di porre fine a tutto.

Quello fu un momento cruciale nella sua vita. A par-
tire da uno stato d’animo disperato, una consapevo-
lezza onnisciente gli fornì l’intuizione che non aveva
ancora davvero dato una possibilità alla propria esi-
stenza. Nella sua mente scaturirono alcune domande:
chi sono io per sprecare una vita? La vita vale davvero
la pena di essere vissuta? Decise così di trasformare
la propria esistenza in un esperimento e di scoprire
che cosa avrebbe potuto raggiungere una singola vita
umana. I suoi risultati parlano da soli.
Quando ci sintonizziamo su ciò di cui abbiamo
bisogno per essere felici e abbiamo fiducia nella
nostra più elevata forma di intelligenza, possiamo
iniziare a collaborare con l’Universo per fare in modo
che i cambiamenti avvengano rapidamente. Nella
mia mente, la grande domanda in questo momento
storico è: cosa lasceremo dietro di noi? Cosa stiamo
lasciando ai nostri figli? Lasceremo loro un disastro
da ripulire o un capolavoro da ammirare?
Dentro di te hai il potere di plasmare il tuo mondo.
Usa i 5 Passi, i Consigli per essere felice, gli Esercizi
per stare bene per accogliere pienamente quel potere
152
e sviluppare una fiducia incrollabile. Allora capirai

che hai tutte le risorse di cui hai bisogno per trasfor-
mare il mondo e rendere la tua vita e quella di chi ti
sta intorno un capolavoro.
153
L’AUTRICE
Joy Martina è Omega life coach, ipnoterapeuta,

esperta di proiezione oleografica dell’intenzione
(Psycho-informationology, metodo sviluppato dal
professor Ignatenko), ha la qualifica di visore a
distanza (si è formata con l’ex agente della CIA
David Moorehouse), è esperta di Matrix Energetics
(il metodo di Richard Bartlett), è Oracolo Christallin.
Ha anche formato altri Oracoli e svolge sedute
private per aiutare le persone a trovare risposte sulla
loro vita e a localizzare il posto sacro personale in
cui prosperare. Svolge l’attività di Oracolo anche nel
mondo degli affari, aiutando le aziende a compiere
scelte strategiche per incrementare il loro successo in
modo ecologico.
Inoltre è alla guida di ICON (International Chri-
stallin Oracles Network), un gruppo di Oracoli che
continuano a formarsi e a svolgere ricerche sul futuro.
154
Per i corsi di Joy Martina in Italia, tenuti insieme
al marito Roy, vai su www.mylife.it/corsi
155
Titolo originale: How to use your intention to change your life
Traduzione: Lucia Nonna
© 2019 My Life
I edizione: gennaio 2019
My Life srl, Coriano di Rimini (RN)
Tutti i diritti riservati.
L’autrice di questo libro non dispensa consigli medici né prescrive l’uso di alcuna tecnica come
forma di trattamento per problemi fisici e medici senza il parere di un medico, direttamente o
indirettamente. L’intento dell’autrice è semplicemente quello di offrire informazioni di natura
generale per aiutarvi nella vostra ricerca del benessere fisico, emotivo e spirituale. Nel caso in cui
usaste le informazioni contenute in questo libro per voi stessi, che è un vostro diritto, l’autrice e
l’editore non si assumono alcuna responsabilità delle vostre azioni.

Come - Usare - Intuizione - JOY MARTINA

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INDICE

“La mente intuitiva è un dono sacro. La mente razionale

E instein aveva ragione, almeno secondo “Forbes

A ogni modo, anche quelli che non hanno mai

P ronto per continuare? Sono qui per aiutarti a

in base ai miei suggerimenti, facendo grandi passi

Oggi, quando entro in una sala riunioni, anziché da

Intuizione come forma di intelligenza

Tutti noi abbiamo sentito parlare dell’intuizione

prove scientifiche sul valore intrinseco e sulla validità

Celebrità intuitive in base all’Indicatore di

Nelle pagine che seguono troverai un approccio siste-

psicologiche individuali (per esempio, come una persona vede il mondo e

Steve Jobs: “L’intuizione è la più alta forma di

Non credo che l’intuizione sia appannaggio delle

dosi allo stesso tempo superiori. Certo, a un uomo è

L’intuizione può essere vista da innumerevoli

tico. Questa connessione vitale porta al successo nella

Più della metà della popolazione degli Stati Uniti

Gli americani, negli ultimi dieci anni, sono più infe-

di informazioni al secondo a circa 11 milioni di bit

Puoi imparare a sintonizzarti su te stesso e sulla

Per sopravvivere in un’era catastrofica hai bisogno

Quando diventi più intuitivo, ne traggono bene-

Frank Blaney, autore e direttore creativo con master

Il pilota che non ha saputo spiegare perché

senza sapere perché. Quel pomeriggio vinse il Gran

fatto il tifo per lui, non stava guardando nella sua

Sensazioni di pancia, presentimenti e lampi

Un team di ricercatori della facoltà di Economia

sintetizza e trae conclusioni in modo fulmineo. In

È difficile trovare prove concrete sulla velocità di

Eseguiamo un piccolo esperimento mentale per il

Perché la mente cosciente si deve basare

Cosa facciamo di tutte le informazioni da cui

inconscio e la cui vastità ci manderebbe in tilt. La

In questo senso, le persone intuitive hanno una visione

CONSIGLI PER ESSERE FELICE: azioni e com-

TRUCCHI PER RIPROGRAMMARE IL CER-

ESERCIZI PER STARE BENE: attività fisiche e

Queste strategie di base sono “tattiche per ripren-

Per iniziare, voglio condividere con te un esercizio

Trucco per riprogrammare il cervello: lo switch

Questo metodo è perfetto per cambiare stato vitale;

essendo davvero semplice, è molto potente. Ciò di cui

una parte e sei dall’altra. Sii il più rapido possibile,

una cascata di pensieri negativi, allenando il cervello

N el dipartimento di Neurologia della facoltà di

perdite piuttosto modeste. Al test hanno partecipato

Indipendentemente dal nome, ciò che sappiamo è

oggigiorno facciamo crescere e educhiamo i bambini, non rafforziamo

Ciò che trovo interessante dell’esperimento con le

L’intuizione è un animale sensibile

Ciò che abbiamo esplorato finora porta a una con-

l’intuizione è simile a un sussurro. Se non siamo abi-

Ciò che il tuo “sesto senso” vuole farti sapere

A volte l’intuizione arriva sotto forma di un lampo,

Vediamo ciò che siamo abituati a vedere, forse un

dicendo quella voce interiore, se vogliamo essere gui-

tuizione diventa più chiara e forte se instauriamo

L’ultima cosa che avevamo in mente di fare era

all’inconscio, chiedendogli di guidarmi. Non c’era

Onestamente, in quel momento l’ultima cosa per