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EDUCAZIONE

Profilo professionale 739/94 ... art. 2


L’assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa è di
natura tecnica, relazionale, educativa. Le principali funzioni sono la
prevenzione delle malattie, l’assistenza ai malati e dei disabili di tutte le età e
l’educazione sanitaria. Autogestione della malattia, del trattamento e della
riabilitazione.
EDUCAZIONE TERAPEUTICA
Inizio precoce
• Autosomministrazione di farmaci
• Indicazioni ed addestramento all’uso di attrezzature per l’autocura
• Indicazioni dietetiche
• Programmi di riabilitazione
• Risorse a disposizione della comunità
• Programmi di follow-up
• Segni di complicanze e interventi da adottare
STILI DI APPRENDIMENTO
Identificare:
• Lo stile di apprendimento preferito
• L’età ed il livello di sviluppo
• La capacità di apprendere
• La motivazione
• La disponibilità all’apprendimento
• I bisogni di apprendimento
Con “stile di apprendimento” si intende la modalità con cui una persona
preferisce acquisire una conoscenza. Esistono 3 domini:
1. dominio cognitivo: ascolto, lettura, descrizioni
2. Dominio affettivo: credenze, valori
3. Dominio psico-motorio: apprendimento verso il..., fare...
ETA’ E LIVELLO DI SVILUPPO
• Pedagogia: educazione dei bambini
• Andragogia: educazione degli adulti
• geragogia: educazione degli anziani
• Generazione X: 1961-1981
• Generazione Y: laureati negli anni ‘90
• net generation: nati dopo il ‘91, tecnologicamente digitalizzati, hanno
bisogno di stimolazioni rapide, si aspettano risposte immediate,
prediligono le visualizzazioni e le stimolazioni.
EDUCAZIONE INFORMALE E FORMALE
• Informale: non pianificata, a letto
• Formale: richiede un progetto, organizzazione del tempo e dei contenuti
BISOGNI DI APPRENDIMENTO
• Cosa significa essere in buona salute
• Che cosa interferisce con la salute
• Per quali attività ha bisogno di aiuto
• Che cosa spera di raggiungere prima di essere dimesso
• come possiamo aiutarla in questo momento
ESERCITA IL PENSIERO CRITICO
• Come potrebbe un infermiere insegnare a lavare i denti ad un bambino,
net generation o anziano
• Quali domini dell’apprendimento (cognitivo, affettivo, psico-motorio)?
• Fornire indicatore di valutazione
• Come scrivi in cartella infermieristica?

Unità didattica I
IL PROCESSO DI NURSING
Le leggi di riforma delle professioni sanitarie
Oltre ai Decreti Ministeriali che, dal 1994 al 1998, hanno introdotto nuove
figure professionali nell’ambito del SSN e regolamentato i profili delle
professioni storiche, due altre leggi fondamentali di riforma dell’esercizio
professionale hanno rivoluzionato le professioni sanitarie:
1. Legge 26 febbraio 1999, n.42: “disposizioni in materia di professioni
sanitarie”
2. Legge 10 agosto 2000, n.251: “disciplina delle professioni sanitarie
infermieristiche, tecniche della riabilitazione, della prevenzione nonché
della professione ostetrica”
Legge n. 42 del 26 febbraio 1999
“disposizioni in materia delle professioni sanitarie”
1. Ha abolito la suddivisione proveniente dal Testo unico delle leggi
sanitarie del 1934 ed ha inquadrato le cosiddette professioni sanitarie
principali e quelle ausiliari come “professioni sanitarie”
2. Ha abrogato il regolamento approvato con il decreto del Presidente della
Repubblica 14 marzo 1974, n. 225, conosciuto come il mansionario
3. Ha individuato il campo di attività e di responsabilità delle professioni
sanitarie nei contenuti dei decreti ministeriali istitutivi dei relativi profili
professionali, negli ordinamenti didattici dei rispettivi corsi di laurea e di
formazione post-base e nei specifici codici deontologici
Legge 10 agosto 2000, n. 251
“disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche della
riabilitazione, della prevenzione nonchè della professione ostetrica”
Riconosce che: “gli operatori delle professioni sanitarie dell’area delle scienze
infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono con autonomia
professionale attività dirette alla prevenzione, alla cura e salvaguardia della
salute individuale e collettiva, espletando le funzioni individuate dalle norme
istitutive dei relativi profili professionali nonché dagli specifici codici
deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per obiettivi
dell’assistenza”.
Emana linee guida per:
a. L'attribuzione in tutte le aziende sanitarie della diretta responsabilità e
gestione delle attività di assistenza infermieristica e delle connesse
funzioni
b. La revisione dell’organizzazione del lavoro, incentivando modelli di
assistenza personalizzata

La vera innovazione introdotta dal D.M. 739/1994 e dalla successiva legge


42/1999, consiste nel fatto che l’obiettivo dell’infermiere sarà quello di
realizzare un’assistenza basata su una programmazione e non più sulla base
della risposta alla “chiamata” del paziente o su attivazione di altre professioni.
L’obiettivo dovrà essere la realizzazione di un’assistenza individualizzata,
piuttosto che di serie, e di un’assistenza meditata e non più meramente
esecutiva.
Teoria e disciplina infermieristica
Una teoria offre una visione chiara, esplicita e comunicabile ad altri di un
determinato ambito disciplinare. Le teorie elaborate nell’ambito della
disciplina infermieristica aiutano a spiegare la sua funzione peculiare in un
gruppo di lavoro multidisciplinare e si fondano sui valori di chi le formula e su
assunti riguardanti le persone, la salute, l’ambiente e l’assistenza
infermieristica.
MARJORY GORDON
Modelli funzionali della salute
Approccio olistico e sistemico
L'uomo rappresenta un sistema aperto
Questo modello, nato nel 1986, è sostenuto dalle teorie della crescita e dello
sviluppo, dalla teoria dei sistemi di L. Von Bertalannfy, dalla teoria olistica di J.
Smuts e dalla teoria dei bisogni di A. Maslow.
“tutti gli esseri umani hanno in comune certi modelli funzionali che concorrono
alla loro salute, alla qualità della vita e alla realizzazione del potenziale
umano”.
Modelli funzionali della Gordon
1. Percezione/gestione della salute
2. Nutrizione e metabolismo
3. Eliminazione
4. Attività ed esercizio fisico
5. Riposo e sonno
6. Cognitivo e percettivo
7. Sessualità e riproduzione
8. ruolo e relazioni
9. Percezione e concetto di sé
10. Adattamento e tolleranza allo stress
11. valori e convinzioni
“il nursing è trattamento delle reazioni umane a problemi potenziali o in atto”.
-A.N.A. (standard of clinical nursing practice, 1980)
Confronto fra infermieristica e medicina
Aspetti di interesse dell’infermieristica:
• Diagnosticare, trattare e prevenire le risposte umane ai problemi di
salute
• Assistere la persona
• Approccio olistico, che considera gli effetti sull’intera persona in tutte le
sue dimensioni (biologica, psicosociale, culturale, spirituale)
• Insegnare all’assistito strategie di auto assistenza per aumentare la sua
indipendenza nelle attività quotidiane
• Promuovere attività che favoriscono il benessere
Aspetti di interesse della medicina:
• Diagnosticare e trattare la malattia
• curare la malattia
• Conoscere la fisiopatologia, gli effetti biologici e fisici
• Informare l’assistito sui trattamenti della sua malattia/lesione
Che cos’è il processo infermieristico
Il processo infermieristico è un modo particolare di pensare e di agire. E’ un
approccio sistematico e creativo usato per identificare, prevenire e trattare
problemi di salute reali o potenziali, per identificare i punti di forza
dell’assistito e per promuoverne il benessere. esso fornisce il quadro
concettuale entro il quale gli infermieri utilizzano le loro conoscenze e
competenze per offrire un’assistenza umana.
OMS, 1993
Definisce il processo di nursing come:
“un termine applicato ad un sistema di specifici interventi assistenziali per la
salute degli individui e delle famiglie e/o comunità. Comprende l’utilizzo del
metodo scientifico per il riconoscimento dei bisogni di salute del
paziente/cliente/famiglia/comunità e per selezionare tra questi quelli che
possono essere realmente affrontati con le cure infermieristiche; inoltre include
la pianificazione del soddisfacimento di tali bisogni, l’erogazione dell'assistenza
e la valutazione dei risultati”.
Evoluzione del processo di nursing
LYDIA HALL descrive l’infermieristica come un “processo” costituito da:
1. Osservazione
2. Erogazione dell’assistenza
3. Validazione
DOROTY JOHNSON utilizza il termine di “processo di nursing” con le seguenti
fasi:
1. Accertamento
2. Decisione
3. Azione infermieristica
IDA JEAN ORLANDO fasi:
1. Comportamento del paziente
2. Reazione dell’infermiere
3. Azione dell’infermiere
Le fasi del processo infermieristico
1. Accertamento: raccogliere e organizzare i dati soggettivi e oggettivi
2. Diagnosi: identificare lo stato di salute attuale, valutare le risposte della
persona allo stato di salute/malattia (problemi e punti di forza)
3. Pianificazione dei risultati: stabilire gli obiettivi attesi per l’assistito
4. Pianificazione degli interventi: stabilire gli interventi infermieristici
5. Attuazione: realizzare il piano di assistenza
6. Valutazione: valutare se il piano è stato efficace
Diagnosi: qual è lo stato di salute attuale della persona assistita? Che cosa
concorre a determinarlo?
In questa fase si procederà a:
• Analizzare i dati che ha classificato per identificare i comportamenti e la
relazione con i segni clinici osservati, al fine di trarre conclusioni su di
essi
• Redigere una relazione che descrive precisamente lo stato di salute
attuale dell’assistito e i fattori che concorrono a determinarlo
• Elencare le diagnosi previste
• Stabilire quali diagnosi possono essere gestite con interventi di
pertinenza infermieristica e quali devono essere assegnate alla
competenza di un altro professionista
Pianificazione dell’assistenza
Pianificazione degli obiettivi: qual è lo stato di salute atteso dall’assistito?
In questa fase si stabiliranno gli obiettivi di salute del paziente che si intendono
modificare o raggiungere e si deciderà anche in quale maniera e in quanto
tempo. Gli obiettivi stabiliti in questa fase costituiscono i criteri da utilizzare
nella fase di valutazione.
Pianificazione degli interventi: come contribuire al raggiungimento degli
obiettivi definiti?
In questa fase si stabiliscono gli interventi idonei a promuovere il benessere o a
prevenire, curare o ridurre i problemi di salute. Si pianificheranno interventi
specifici, finalizzati a produrre i risultati connessi a ognuna delle diagnosi
infermieristiche formulate. Il prodotto finale della fase di pianificazione è
spesso un piano di assistenza scritto.
Attuazione: agire, delegare, documentare
Si tratta della fase in cui l’infermiere applica le conoscenze e i principi della
disciplina infermieristica e di altre discipline a ogni singola situazione
assistenziale. In questa fase si effettueranno gli interventi indicati sul piano o si
delegherà ad altri la loro attuazione. L'attività finale di questa fase consisterà
nel registrare le cure infermieristiche erogate all’assistito e l’effetto che hanno
determinato.
Valutazione: ha funzionato?
In questa fase si confronteranno le condizioni di salute dell’assistito con gli
obiettivi prestabiliti. Si valuteranno quali degli interventi pianificati sono stati
efficaci o meno per il raggiungimento dei risultati attesi e, se necessario, si
modificherà di conseguenza il piano di assistenza.
La valutazione nel processo infermieristico
La valutazione è un’attività pianificata, intenzionale, nella quale l’assistito, i
familiari, l’infermiere e altri professionisti sanitari stabiliscono:
1. L'andamento dell’assistito vero il raggiungimento dei risultati
2. L'efficacia del piano di assistenza infermieristica
La valutazione finale descrive le condizioni dell’assistito al momento della
dimissione. essa include la comprensione da parte dell’assistito della necessità
di assistenza successiva (follow-up) e il livello di raggiungimento dei risultati,
specialmente riguardo alle capacità di autocura.

“per noi che ci prendiamo cura dei malati il nursing è qualcosa che se non lo
facciamo progredire ogni anno, ogni mese, ogni settimana, credetemi rischia di
andare indietro... molti dicono che il lavoro di corsia non lascia loro il tempo per
queste cose: state attenti che questo non sia solo un pretesto, perché è facile
trasformare in semplice lavoro meccanico il lavoro di corsia quando noi lo
compiamo senza disturbarci di indagare il perché delle cose... senza questo
sforzo noi continueremo a darci da fare intorno agli ammalati senza mai sapere
il perché delle nostre azioni e non sapremo neppure insegnare agli altri”.
-Florence Nightingale
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Unità didattica III


FUNZIONI E RESPONSABILITA’ INFERMIERISTICHE
PROFILO PROF. D.M. 739/94 art. 1 comma 3 lett. D:
“l’infermiere garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-
terapeutiche"
CODICE DEONTOLOGICO INFERMIERE/2009
Art. 9: “l’infermiere, nell’agire professionale, si impegna ad operare con
prudenza, al fine di non nuocere”
Art. 29: “l’infermiere concorre a promuovere le migliori condizioni di sicurezza
dell’assistito e dei familiari e lo sviluppo della cultura dell’imparare dall’errore.
Partecipa alle iniziative per la gestione del rischio clinico”
Mettere in atto tutte le azioni disponibili per ridurre i rischi correlati al
processo di gestione delle terapie. Insieme agli altri professionisti diventa il
garante della sicurezza del paziente e dei suoi familiari. L’infermiere è un
professionista orientato verso la promozione della “cultura dell’errore”.
REATI:
− Somministrazione di terapie: mancata segnalazione al medico di errori
rilevati o presunti, corretta tenuta e compilazione del fut
− Gestione dei farmaci: acquisizione, somministrazione, conservazione,
conservazione di farmaci scaduti (art. 443 c.p.), somministrazione di
medicinali guasti (cessazione penale n. 4140/1995). La detenzione dei
farmaci scaduti o imperfetti non è prevista dalla legge come reato, l’art.
443 c.p. sanzione 3 condotte: la detenzione per il commercio, il
commercio e la somministrazione di farmaci guasti o imperfetti
RACCOMANDAZIONE MINISTERIALE N. 7 (marzo 2008): “per la prevenzione
della morte, coma o grave danno derivati da errori in terapia farmacologica: un
uso non corretto dei farmaci può determinare eventi avversi con conseguenze
gravi per i pazienti”
INTERO PROCESSO DI GESTIONE DEI FARMACI:
− PROCEDURA condivisa, aziendale, per la conservazione, prescrizione,
preparazione, distribuzione e somministrazione di farmaci
− ADOTTARE la scheda unica di terapia/foglio unico di terapia ed
introdurre progressivamente sistemi computerizzati di prescrizione
− PREVEDERE progressivamente, ove possibile, sistemi di distribuzione
automatizzata (almeno per alcuni farmaci) ed eventualmente la
“distribuzione in dose unitaria”
PRESCRIZIONE azioni:
1. Prestare attenzione alla completezza delle informazioni, in riferimento ai
dati del paziente e sul farmaco: principio attivo, forma farmaceutica,
concentrazione, posologia, età e peso del paziente
2. Consultare procedure, protocolli, PTO, banche dati, altri strumenti
informativi
3. Se sulla confezione è presente la frase “al bisogno”, controllare se siano
specificate la posologia, la dose massima giornaliera e l’eventuale
frequenza delle somministrazioni
4. In caso di informazioni mancanti o dubbie: ottenere chiarimenti dal
medico
TRASCRIZIONE/INTERPRETAZIONE:
1. Per ogni dubbio di interpretazione della scrittura, non procedere alla
somministrazione e consultare il medico
2. Far controllare, se possibile, il dosaggio dei farmaci, soprattutto quelli ad
alto livello di attenzione, da altri 2 infermieri
PRIMA E DURANTE LA PREPARAZIONE:
1. Seguire la procedura standard di allestimento dei farmaci chemioterapici
in adeguati ambienti centralizzati
2. Evitare le interruzioni, operare indisturbato, etichette a stampatello, non
miscelare farmaci se non si conoscono gli effetti, preparare farmaci
immediatamente prima di somministrarli e solo personalmente
rispettando i tempi preisti dai protocolli
3. Conservare i farmaci correttamente negli armadi e nella farmacia di
reparto, con particolare attenzione al posizionamento degli stessi:
ordine logico (alfabetico, classe terapeutica, forma farmaceutica,
scadenza)
4. Verificare la temperatura, la data di scadenza e la conservazione die
farmaci
5. Prestare attenzione al calcolo della dose sulla base del peso e di altri
parametri, specie nell’ambito pediatrico e chemioterapico
6. Per le somministrazioni E.V. rispettare le tecniche di asepsi, il dosaggio,
le soluzioni per la ricostituzione e la stabilità della soluzione assistita;
effettuare l’allestimento immediatamente prima della somministrazione
7. Indicare sempre sui flaconi multidose la data di apertura o di
ricostituzione del medicinale, rispettando le note di conservazione
indicate ed il periodo di validità dopo l’apertura; coprire il flacone o la
sacca se il farmaco è fotosensibile
8. Far controllare, in maniera indipendente, per la preparazione di un
farmaco ad alto rischio o ad alto livello di attenzione da altri 2 infermieri
9. Accertarsi della presenza di etichette che portino informazioni sulla
sicurezza e la pericolosità d alcuni farmaci
10. Ricorrere alla regola delle 7 G
11. Controllare le etichette delle preparazioni e riportare su di esse le
avvertenze e le informazioni per la corretta somministrazione
DURANTE LA SOMMINISTRAZIONE:
In caso di terapie endovena multiple, per ovviare al rischio di incompatibilità
tra diversi farmaci è possibile:
1. Effettuare un lavaggio di 0,2/0,3 ml con soluzione fisiologica tra un
farmaco e un altro
2. la somministrazione in bolo per via endovenosa della terapia
farmacologica deve essere effettuata tramite via periferica e non tramite
catetere venoso centrale o ombelicale (la somministrazione per via
centrale può avvenire solo dopo prescrizione medica), per ridurre al
minimo la manipolazione dei raccordi delle vie centrali e quindi il rischio
di infezioni
3. la somministrazione di terapia in pompa presuppone una descrizione
completa dei parametri da impostare
per l’infusione e un’adeguata formazione degli operatori che la utilizzano:
documentare l’avvenuta o mancata somministrazione sulla scheda unica di
terapia farmacologica e in caso di variazioni rispetto al piano terapeutico,
incluso il rifiuto della terapia da parte del paziente, occorre anche informare
verbalmente il medico responsabile.

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