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I Geositi della Provincia di Sondrio

I Geositi
della Provincia
di Sondrio

a cura di
Livello di interesse

locale

regionale

nazionale

europeo

mondiale

Accessibilità
facile

medio

difficile
Valore estetico
basso
medio
elevato
Rischio compromissione

naturale

antropico
I Geositi
della Provincia
di Sondrio
I Geositi
della Provincia di Sondrio

Indice
Premessa 4 I Geositi della Provincia di Sondrio 24 24 - Sentiero glaciologico del Ventina 82
1 - Pian dei Cavalli e Alpe Gusone 26 25 - Campo Franscia e Val Brutta 86
Il territorio della Provincia di Sondrio 6 2 - Caürga del Torrente Rabbiosa 30 26 - Valle dello Scerscen 88
Inquadramento geografico 6 3 - Paleofrana di Cimaganda 32 27 - Vedretta di Scerscen Inferiore 90
Geomorfologia 6 4 - Caürga di Chiavenna 34 28 - Sentiero glaciologico del Fellaria 92
Geologia 9 5 - Marmitte dei Giganti 36 29 - Forno fusore nella Val Venina 96
6 - Cascate dell’Acquafraggia 38 30 - Conglomerato di Sazzo 98
I geositi della Provincia di Sondrio 19
7 - Frana di Piuro 40 31 - Il “punt de sass” di Villa di Tirano 100
Dalle “singolarità geologiche” ai “geositi”: il percorso 19
della normativa lombarda, italiana e comunitaria 8 - Lotteno 42 32 - Torbiera di Pian Gembro 102
La gestione delle aree protette nel territorio di Sondrio 19 9 - Solco della Val Piana 44 33 - Madonna di Tirano 104
10 - Cave di Riva 46 34 - Rupe Magna e Dosso Giroldo 106
Il censimento geositi in ambito “Conservazione del 19
Patrimonio Geologico Italiano” 11 - San Giorgio 48 35 - Cava Maffei 110
I geositi nel Piano Paesaggistico Regionale della Lombardia 20 12 - Cava di Fornaci di Nuova Olonio 50 36 - Frana della Val Pola 112
I geositi nell’ambito del PTCP di Sondrio 20 13 - Pian di Spagna 52 37 - Paluaccio di Oga 116
14 - Lago di Trona 56 38 - Val Viola Bormina 118
Esperienze di geoconservazione realizzate o avviate 21
da altri enti sul territorio di Sondrio 15 - Conoide del Tartano 60 39 - Passo del Foscagno 122
Bibliografia 21 16 - Val di Mello e Sasso di Remenno 62 40 - Passo d’Eira 124
17 - Piramidi di Postalesio 66 41 - Cresta di Reit 126
La carta geologica della Provincia di Sondrio 22 18 - Dossi di Triangia 68 42 - Piano delle Platigliole 128
19 - Sasso Bianco 70 43 - Vedretta della Miniera 130
20 - Torbiera dell’Alpe Palù 72 44 - Ghiacciaio dei Forni 132
21 - Ruinon del Curlo 74
22 - Parco geologico di Chiareggio 76 Glossario 134
23 - Val Sissone 78 Crediti 139

2 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 3


Premessa

La Lombardia è stata la prima regione italiana a dotarsi, ben 26 ri”, è stata comunque oggetto di iniziative di valorizzazione, tica come pochi altri in Lombardia, sul quale si è concentra-
anni fa, di un elenco di aree naturali da tutelare per i valori flo- numerose e significative nonostante la loro frammentarietà: in ta per un ventennio, a partire dalla grande alluvione del 1987,
ristici, faunistici e geologici che le caratterizzano. Quell’espe- proposito si possono ricordare, tra le molte, le esperienze del l’attività di indagine e di intervento di Regione Lombardia. Al
rienza pionieristica si è poi tradotta in una ricca e prolungata parco geologico di Chiareggio (SO), di quello paleontologico di là degli aspetti di rigore scientifico e di corretta applicazio-
attività di tutela e valorizzazione delle aree protette lombarde, di Cene (BG) e dei parchi minerari dei Piani Resinelli (LC), di ne della normativa, che necessariamente sottendono un’attivi-
anche in applicazione della Legge Regionale 86 del 1983. Nel Schilpario e della Val Trompia (BS). I geositi della Provincia tà di censimento come quella qui proposta, è utile sottolinea-
frattempo, la componente geologica del territorio (c.d. abiotica) di Pavia sono stati censiti e descritti in una recente pubblica- re come la geologia possa rivelarsi una chiave di lettura forte
riceveva una sempre maggiore attenzione da parte della comuni- zione curata dall’Amministrazione Provinciale, mentre i geosi- per la comprensione di un territorio e quindi per la sua valo-
tà scientifica e delle amministrazioni locali, con la crescente af- ti dell’Insubria saranno oggetto di valorizzazione nel quadro rizzazione, culturale e turistica.
fermazione del significato e del valore della “geodiversità”, per- di un progetto europeo Interreg guidato dalla Comunità Mon- Tra i 42 geositi proposti, ritengo emblematici da questo pun-
cepita come una qualità che supporta e integra la biodiversità tana Valsassina. Inoltre, proprio questo primo scorcio di 2008 to di vista i casi delle cave di pietra ollare, che da secoli con-
all’interno degli ecosistemi. In concreto, la tutela della compo- ha registrato una tappa fondamentale nel percorso di valoriz- traddistinguono in positivo un settore significativo dell’eco-
nente geologica del territorio si realizza attraverso l’individua- zazione della geodiversità, con l’approvazione da parte della nomia della provincia, o il caso della Val di Mello, dove la
zione puntuale di una trama di elementi (“geositi”) che emer- Giunta Regionale dell’aggiornamento del Piano Paesaggistico singolarità geologica locale - legata all’onnipresenza del gra-
gono per rarità, rappresentatività o esemplarità didattica e che Regionale – sezione specifica della proposta di Piano Territo- nito - ha favorito, a partire dagli anni ’70, l’assidua frequen-
testimoniano, con una fisicità accompagnata da forti elemen- riale Regionale – che aggiorna e integra il Piano Territoriale tazione da parte di una comunità, quella dei “sassisti”, che si
ti di conoscenza scientifica, le tappe nell’evoluzione geologica, Paesistico Regionale del 2001. La proposta approvata introdu- è spinta a ridefinire la toponomastica stessa della valle, in un
climatica e biologica di un territorio; ciò è particolarmente evi- ce i geositi, censendone ben 264 sull’intero territorio regiona- atto di gioiosa riappropriazione dei luoghi che di rado è con-
dente nel territorio lombardo, che è ricco di testimonianze degli le e assoggettandoli a una normativa specifica. cessa all’uomo moderno.
ultimi 300 milioni d’anni di storia del nostro pianeta. Questa pubblicazione, realizzata in collaborazione con IREALP,
Tale ricchezza di testimonianze geologiche, spesso poco per- rappresenta invece un compendio dei geositi della Provincia di L’Assessore all’Urbanistica e Territorio
cepita al di fuori della ristretta cerchia degli “addetti ai lavo- Sondrio, territorio meritevole di attenzione per questa tema- Regione Lombardia

4 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 5


Il territorio
della Provincia di Sondrio

Inquadramento geografico te vallata, la Valtellina, nella sua porzione inferiore e centrale, quello orobico, che presenta anche una costante esposizione (5 Ma) ha "allagato" le valli principali, trasformandole in fior-
La Provincia di Sondrio si situa nel Nord della Lombardia, in- è ad esempio orientata Est-Ovest, così come altre valli mino- a Nord. La Valchiavenna, a causa della sua orientazione quasi di, che andavano man mano colmandosi per apporto di detri-
teramente in area alpina, e copre una superficie di 3212 km2. ri: questa orientazione è chiaramente legata a fattori tettoni- perpendicolare alla Valtellina, presenta un clima più mite ma ti generati dalla progressiva erosione della catena montuosa.
II territorio della provincia si sviluppa lungo il corso superio- ci, che hanno ampiamente agito in questa regione negli ulti- più piovoso di quello valtellinese. Durante le glaciazioni quaternarie (da 870.000 fino a 10.000
re dell'Adda e dei suoi principali affluenti, che si addentrano mi 25 milioni di anni. Anche l'orientazione della Valchiavenna Le condizioni climatiche e le grandi differenze di quota tra anni fa) la regione alpina fu ricoperta da una spessa coltre di
profondamente nelle valli alpine incise nei massicci montuosi risente della strutturazione recente del substrato che ha gui- fondovalle e cime più elevate hanno chiaramente influito sullo ghiacci e ampie lingue glaciali hanno modellato i versanti del-
delle Alpi Retiche e delle Prealpi Orobiche; solo l'estrema por- dato l'azione erosiva degli agenti esogeni. La parte medio-alta sviluppo della vegetazione; il paesaggio valtellinese e valchia- le valli; il ghiacciaio dell'Adda è ridisceso più volte fino all’alta
zione occidentale della provincia (versante destro della Val- della Valtellina si sviluppa invece dapprima in direzione NE-SO vennasco è dominato fino a quote attorno ai 600-700 m s.l.m. pianura (Brianza), erodendo e levigando le valli e trascinando
chiavenna) si situa nelle Alpi Lepontine. Lungo il crinale alpi- e quindi Nord-Sud, con varie diramazioni laterali; qui è stata da boschi di latifoglie; tra queste il castagno, spesso preva- con sè una gran quantità di detriti. Inoltre la decompressione
no, da Ovest verso Est, compaiono i massicci del Tambò (3275 preponderante l'azione erosiva dei ghiacciai, che si sono mos- lente, si spinge fino a circa 1000 m s.l.m.. A quote più elevate sviluppatasi sui versanti in seguito al ritiro dei ghiacci dell'ul-
m), del Suretta (3027) - Emet (3210) - Stella (3163), del Di- si su un substrato dalla struttura molto complessa. I più re- incominciano a comparire le conifere che diventano predomi- tima glaciazione (Würm), ha provocato fenomeni di rilascio
sgrazia (3678), del Bernina - Palù (con la massima quota del- centi eventi geologici hanno colmato di materiale detritico gli nanti a partire dai 1400 m s.l.m. e si spingono, con esem- nei pendii, con franamenti e innesco di deformazioni gravita-
la regione, 4050 m), dello Scalino (3323) - Canciano (3103), ampi fondovalle, sia della bassa Valtellina che della bassa Val- plari isolati, fino ai 2300 m s.l.m.. Sui fondovalle e sui ver-
0.1
della Cima Redasco (3139) - Cima Piazzi (3439) e dell'Ortles chiavenna, che un tempo si situavano ben al di sotto del li- santi meno acclivi, l'antropizzazione ha influito notevolmente
(3905) - Cevedale (3764). La parte sud-occidentale della pro- vello del mare e che oggi si ritrovano a quote comprese tra i sulla vegetazione, con ampi disboscamenti per ottenere pra-
Età
ti e colture, nonché con terrazzamenti per la coltivazione del-

P o s t g l a c i a l e
vincia è invece limitata dalle Prealpi Orobiche, le cui principa- 200 ed i 300 m s.l.m. Moderna
li vette montuose (Massiccio Coca-Redorta-Scais) superano di L'attuale modellamento del territorio è legato alle condizio- la vite o di piante da frutta. Anche il netto incremento di po-
polazione a partire dal secolo scorso ha influito sull'equilibrio Piccola Età
poco i 3000 m. II territorio è quindi in gran parte montuoso, ni climatiche. II clima della Provincia di Sondrio non è molto Glaciale

STORIA
1492 d.C.
e ben 2255 km2 , cioè il 67% circa della superficie della pro- uniforme, a causa degli elevati dislivelli presenti; buona par- dell'ambiente: in passato i centri abitati erano situati preva-

OLOCENE
vincia, è situato a quote superiori ai 1500 m s.l.m. te della Valtellina mostra un clima di tipo continentale, con lentemente sui terrazzi naturali dei versanti, più salubri del
Medioevo 1
Lo sviluppo delle principali valli della Provincia di Sondrio è piovosità media nella parte alta della valle, che diviene man fondovalle e al sicuro da alluvioni; le bonifiche e soprattutto
in buona parte legato alla struttura ed alla complessa evolu- mano più accentuata scendendo nella bassa valle, verso il La- lo sviluppo delle attività industriali hanno portato alla rapi- 476 d.C.

zione tettonica del substrato roccioso, inciso poi da ghiac- rio. Differenze climatiche si notano anche tra i vari versan- da colonizzazione del fondovalle e soprattutto dei conoidi al- Età Romana
ciai, torrenti e fiumi durante il Quaternario. La più importan- ti: ad esempio il versante retico è più mite e meno piovoso di luvionali, su cui oggi sorgono gran parte dei maggiori centri Età del ferro
Età del bronzo
abitati della provincia. Età del rame
Attualmente il turismo è la maggior attività economica del- Optimum
Neolitico
la provincia, anche se non ha del tutto cancellato l'antica vo- climatico
cazione agricola né ha frenato il recente sviluppo industriale; Mesolitico 10.3
10
l'attività turistica ha portato ad un maggior sfruttamento, tal- Tardiglaciale (Dryas I-III)

PLEISTOCENE SUP.
16.5
volta anche molto intenso, del territorio, ma si è tuttavia ben
inserita nel tessuto umano e ambientale della provincia.
Ultimo Massimo
Glaciale
Geomorfologia (Würm Auctorum)

PREISTORIA
II territorio tipicamente alpino della provincia di Sondrio pre- 75
senta una morfologia giovanile, legata essenzialmente all'azio- Tirreniano o 100
ne di modellamento esercitata dalle acque e dai ghiacciai, che 125 Eemiano
Paleolitico

PLEISTOCENE
hanno agito con tempi e modalità diverse. Tuttavia le princi-

MEDIO
pali incisioni vallive (valle dell'Adda, valle della Mera) sono Glaciazioni del
Pleistocene Inferiore
probabilmente di età relativamente antica, oltre i 6 milioni e Medio
(Günz, Mindel, Riss
d’anni (Ma), e fortemente incise dalle acque superficiali du- Auctorum)
rante il Messiniano; a quel tempo, a causa del drastico abbas- 780
samento del livello marino nell’intero bacino del Mediterraneo,

PLEIST
1000

INF.
dovuto alla temporanea chiusura dello stretto di Gibilterra, i
fiumi incisero profondamente le valli alpine, i cui fondovalle 1810
vennero a trovarsi ben al di sotto del precedente livello del

GEOLOGICO
PASSATO
mare (ricordiamo che, prima della crisi di salinità messiniana, PLIOCENE
il Mediterraneo ricopriva per intero l'attuale pianura Padana). 5200
Sulla destra il pizzo Questi antichi processi sono testimoniati dai laghi pedemon- Crisi di salinità
Bernina, la cima più alta tani, come il Lario, il cui fondale raggiunge i 211 m sotto il li- MIOCENE messiniana
della Provincia di Sondrio. vello del mare. La successiva ingressione marina del Pliocene 10000

6 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 7


che e soglie glaciali, valli sospese, superfici di esarazione e V”, dovuto all'incisione dei torrenti; al loro sbocco sul fon- Geologia
valli dalla caratteristica forma ad U, testimoniano l'importan- dovalle si sono formati ampi conoidi alluvionali, come quelli La struttura geologica della provincia di Sondrio è strettamen-
te azione erosiva dei ghiacciai. I resti del passaggio dei ghiac- che si notano sui fondovalle della Valtellina e della Valle del- te legata agli eventi che hanno portato alla formazione della
ciai durante le loro fasi di espansione, come il loro ultimo pro- la Mera, che sono testimoni di questa evoluzione morfologi- catena alpina. Le Alpi hanno una lunga storia, iniziata circa
gressivo ritiro, sono riconoscibili nei depositi e nei cordoni ca, talora molto rapida. La diversa resistenza all'erosione del 280 milioni di anni fa, quando il grande continente della Pan-
morenici, di varia età, nei depositi dei diversi terrazzi di ero- substrato e le differenti modalità di trascinamento a valle del gea (che raggruppava l'Europa, l'Africa e le Americhe) iniziò la
sione glaciale, posti a vari livelli sui versanti, e nei massi er- materiale eroso, fanno sì che spesso a piccole e profonde valli
ratici, talora giganteschi, che compaiono in numerose loca- corrispondano estesi conoidi (ad esempio a Ponte in Valtelli-
lità. Estesi sono anche i depositi fluvio-glaciali, generati dal na), mentre a valli più ampie e "ramificate" corrispondono co-
trascinamento da parte delle acque delle grandi quantità di noidi spesso solo accennati (Val Grosina, etc.).
detrito generate dall'azione glaciale. Nelle porzioni inferiori I fondovalle sono occupati da imponenti quantità di materiale
delle valli, salvo alcune soglie glaciali, non di rado profonda- alluvionale, con ampi terrazzi e piane alluvionali ben svilup-
mente incise, la morfologia glaciale è in gran parte maschera- pate; fino ad alcuni decenni fa, l'Adda e la Mera disegnavano
ta dalla successiva azione erosiva delle acque superficiali. At- ampi meandri entro questi depositi e presentavano ancora in-
tualmente restano in tutta la provincia circa 170 ghiacciai, tatte le loro aree di esondazione, poi in gran parte cancellate
situati soprattutto sui versanti rivolti a Nord, comunque in dai lavori di regimazione fluviale.
fase di forte ritiro. Al di sotto o presso questi ghiacciai, non Lo sfruttamento delle acque per la produzione di energia elet-
di rado compaiono depositi detritici di forma allungata, at- trica, con la costruzione di numerosi bacini artificiali, ha spes-
traversati da varie ondulazioni parallele al pendio: sono i co- so causato importanti variazioni nella portata di numerosi tor-
siddetti rock glaciers. Si tratta di detriti parzialmente o total- renti e fiumi; assieme alla regimazione dei fiumi, gli interventi
mente cementati da ghiaccio, che subiscono lenti movimenti dell'uomo sulle acque hanno portato talora a brusche variazio-
tive profonde, evidenziate da contropendenze e trincee, non di scivolamento a valle che a loro volta generano la partico- ni nella profondità degli acquiferi e a problemi di stabilità dei Tipico esempio di valle
rare soprattutto nella media e alta Valtellina, in Val Bregaglia lare struttura ondulata. Anche la attività delle valanghe crea terreni sovrastanti. “a U”, la Val di Mello.
e Val S. Giacomo. forme evidenti, come accumuli a forma di cono, alla base dei Un conoide
II sistema idrografico della provincia di Sondrio è condiziona- canaloni, in cui si sovrappongono spesso anche l'azione della intensamente
urbanizzato, quello
to dalla presenza di due grandi bacini, quello dell'Adda (Val- gravità o delle acque.
della valle del Bitto su
tellina) e quello della Mera (Valchiavenna), entrambi con- Attualmente l'erosione torrentizia è preponderante in quasi cui sorge Morbegno.
fluenti nell'alto Lario; fanno eccezione i piccoli bacini dello tutta la provincia; essa ha interessato e spesso reinciso le
Spöl (nel Livignasco), tributario dell'Inn, e quello della Val di precedenti morfologie glaciali. Nelle soglie glaciali i torrenti
Lei (Madesimo), tributario del Reno. L'Adda ha un bacino di si sono aperti la strada incidendo spesso profonde forre, non
2646 km2, la Mera di 762 km2. di rado guidate dai sistemi di frattura del substrato roccioso.
L'escavazione fluviale delle valli principali ha seguito in par- Nelle parti basse delle valli invece la distribuzione dei corsi
te lineamenti strutturali ben precisi; da Tirano all'alto Lario, d'acqua è per lo più legata alla struttura tettonica del substra-
la Valtellina segue, nella sua porzione inferiore, l'importante to; in alcuni casi si notano brusche deviazioni dell'asta torren-
Linea Insubrica, orientata Est-Ovest, mentre la Valchiavenna tizia e si notano anche paleoalvei oramai inutilizzati dalle ac-
mostra un allineamento circa NO-SE, guidato da strutture re- que; questi fenomeni sono legati all'attività tettonica recente
centi con la medesima direzione. Le valli laterali, tra cui si se- (movimenti neotettonici) e, talora, allo sviluppo di grandi fra-
gnalano la Val Masino, la Valmalenco e la Val Grosina, e l'al- ne. Meno comuni sono i casi di cattura fluviale, in genere le-
ta Valtellina, in cui l'attività dei ghiacciai quaternari ha avuto gati anch'essi a movimenti neotettonici, come lungo il fiume
maggior intensità, hanno una morfologia maggiormente com- Serio o l'alto corso della Mera (o Maira).
plessa, non più guidata, se non marginalmente, dalle struttu- L'azione delle acque, localmente piuttosto intensa, provoca
re del substrato roccioso, ma fortemente condizionata dall'ero- erosioni sia di sponda che di fondo, che possono intaccare
sione glaciale e in seguito fluviale; fanno eccezione alcune in misura considerevole i versanti, innescando franamenti o
vallate minori orientate in direzione Est-Ovest oppure in dire- mobilizzazioni di zone interessate da deformazioni gravitati-
zione NO-SE, cui si legano i maggiori sistemi di fratture della ve profonde o di paleofrane; non rari sono anche i fenomeni
regione. Più lineare è la situazione del versante orobico, in cui di erosione accelerata, che intaccano i depositi di versante o
le valli, e quindi l'idrografia, presentano di norma un’orienta- glaciali, oppure le zone dove il substrato roccioso è fortemen-
zione perpendicolare al fondovalle valtellinese. te cataclasato. Per molte valli minori, che scendono fino alle
II modellamento glaciale è ben evidente in tutto il territorio quota del fondovalle, la morfologia è quindi oramai mutata da
provinciale; circhi e terrazzi glaciali, rocce montonate, con- una forma “a U”, tipica dell'erosione glaciale, ad un profilo “a

8 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 9


sua lenta frantumazione. Tra Europa e Africa iniziò un assotti- Nel territorio della provincia di Sondrio sono rappresentati tre compaiono anche gneiss granulitici a saffirina, rocce formate- diti che si rinvengono in piccole masse ai margini del pluto-
gliamento della crosta continentale che fu la causa dell'ingres- domini alpini (fig. 1); le falde Pennidiche occupano la por- si all'interno della crosta terrestre a profondità di diverse de- ne; seguono quindi quarzodioriti e tonaliti (il cosiddetto "Se-
sione marina all'inizio del periodo Triassico (circa 250 milioni zione più occidentale (dalla Valmalenco alla Valchiavenna), cine di km e a temperature di circa 800°C. rizzo"), con tipica orientazione degli anfiboli, e quindi il vero
di anni fa). La trazione continua della crosta causò in segui- mentre quelle Austroalpine ricoprono l'intera Valtellina, a nord Dalla bassa Val Codera fino a Nuova Olonio si entra nella co- e proprio "granito" della Val Màsino, il "Ghiandone", una gra-
to una rottura della stessa, con eruzione di lave che formaro- della Linea Insubrica che attraversa la bassa valle da Nuova siddetta "zona verticalizzata meridionale", dove le rocce mig- nodiorite caratterizzata spesso da grossi cristalli bianchi di K-
no una nuova crosta oceanica. Questa rottura portò alla indi- Olonio a Stazzona; il versante orobico fa invece parte del Su- matiche (appartenenti alla Zona Bellinzona-Dascio) sono state feldspato, che definisce la parte centrale e nord-orientale del
viduazione di due nuovi continenti, o più precisamente di due dalpino. raddrizzate e fortemente compresse tra 25 e 18 milioni di anni plutone. Le fasi intrusive tardive sono rappresentate da filo-
distinte placche litosferiche: la paleoeuropa, a Nord, e la pa- Le falde Pennidiche affiorano estesamente in Valchiavenna e fa. In esse è intrusa la porzione centro occidentale del Plutone ni e sacche di micrograniti, apliti e pegmatiti che intersecano
leoafrica, a sud, separate dall'Oceano della Tetide Alpina che mostrano una strutturazione piuttosto complessa, soprattutto di Val Màsino-Bregaglia, composta in gran parte da quarzodio- con varie orientazioni le precedenti rocce intrusive, intruden-
raggiunse, nella sua massima espansione, oltre 1000 km di nella bassa valle della Mera. A Nord, la Val S. Giacomo è occu- riti e tonaliti e da subordinate granodioriti. Soprattutto nel- dosi anche in quelle incassanti.
ampiezza. A partire da circa 120 milioni di anni fa i movimen- pata dalla falda Tambò e dalla soprastante falda Suretta; sono la zona di Novate Mezzola si hanno grossi filoni di un granito L'intrusione delle rocce plutoniche di Val Màsino-Bregaglia ha
ti divergenti delle due placche si invertirono, sicché paleoeu- entrambe costituite da grossi piastroni di gneiss, spessi cir- chiaro a due miche (Granito di S. Fedelino), che si intrudono causato un innalzamento termico nei litotipi incassanti dando
ropa e paleoafrica cominciarono a convergere; la crosta ocea- ca 4-5 km, che immergono debolmente verso ENE. Le litologie con direzioni molto varie entro le rocce migmatiche, ingloban- origine ad un’aureola di contatto marcata da profonde trasfor-
nica della Tetide Alpina subì così un processo di subduzione al principali sono costituite da paragneiss e da micascisti, spes- done spesso frammenti o noduli. L'origine di questi graniti fi- mazioni delle rocce originarie. Questa aureola di contatto è
di sotto della placca paleoafricana, sul cui margine cominciò a so a granato, talora con staurolite e cianite, in cui si inter- loniani è legata a fenomeni più estesi di fusione parziale ri- ben sviluppata solo nella porzione nord-orientale del plutone,
svilupparsi una catena montuosa (detta catena eoalpina) ge- calano livelli di anfiboliti e di ortogneiss. Nella Falda Suretta spetto a quelli che caratterizzano la zona migmatitica. lungo la Valle di Preda Rossa, la Val Sissone e la Val Muretto.
nerata dall'accatastarsi di scaglie di crosta oceanica e conti- è compreso anche un corpo di vulcaniti acide (da metarioliti II Plutone di Val Màsino-Bregaglia, originatosi da un mag- Si sono così formati marmi a silicati di calcio e/o magnesio,
nentale. I moti di convergenza delle placche proseguirono fino fino a gneiss fengitici) di età permiana (Porfiroidi di Roffna); ma calcoalcalino, generato da fusione di mantello litosferico, calcefiri, gneiss a silicati di alluminio (sillimanite, mullite, an-
alla completa subduzione della crosta oceanica e quindi alla anche nella Falda Tambò è presente una grande massa di porfi- si è intruso nelle unità Austroalpine e nelle falde pennidiche dalusite) e hornfels ultrabasici ad antofillite, enstatite, tremo-
collisione tra la catena eo-alpina ed il margine continentale roidi permiani, noti impropriamente come "Quarziti dello Splu- tra 30 e 32 milioni di anni fa. Le rocce granitoidi del Pluto- lite e talco; inoltre la circolazione di fluidi magmatici "caldi"
paleoeuropeo (circa 40-50 milioni di anni fa). ga". Un plutone granitico varisico (Metagranito del Truzzo) è ne di Val Màsino-Bregaglia sono rappresentate da diversi lito- ha creato in alcuni litotipi vene metasomatiche.
La collisione provocò imponenti fenomeni traslativi entro le inoltre incluso negli gneiss della Falda Tambò; esso si sviluppa tipi, generatisi in fasi successive durante la differenziazione Le rocce intrusive hanno nettamente separato le unità affio-
masse rocciose; si formarono così le principali strutture delle in senso Ovest-Est per circa 27 km, dal bacino del Truzzo fino magmatica: dapprima sono cristallizzati gabbri ed orneblen- ranti ai due margini, occidentale ed orientale, del plutone;
unità che costituiscono l'attuale catena alpina: le falde di ri- a Vicosoprano, in Val Bregaglia.
coprimento. La sovrapposizione delle falde di ricoprimento è La separazione tra le falde Tambò e Suretta è marcata da
l'elemento principale della struttura della catena alpina; nella una fascia di rocce quarzitiche e carbonatiche ("Zona permo- Val Màsino, l’isola
Alpi Centrali le falde appartengono a due domini strutturali: il mesozoica dello Spluga"), originatesi da sedimenti datati a di granito al centro
270-180 milioni di anni; essa si sviluppa dal Passo dello Splu- delle Alpi. Nella
Pennidico e l'Austroalpino. Le falde pennidiche rappresentano
foto Il Pizzo Badile
la porzione più deformata della catena eo-alpina e corrispon- ga e attraverso la Val Scalcoggia ed il Passo d'Avero, raggiun- e il Pizzo Cengalo.
dono a settori completamente oceanizzati della Tetide Alpina, ge Stampa. Lembi di queste rocce affiorano anche sul versante
in una posizione intermedia tra paleoeuropa e paleoafrica. Le idrografico destro della Val S. Giacomo, in particolare al Pian
falde austroalpine rappresentano invece la parte più esterna dei Cavalli, in Val Febbraro e presso il Pizzo Quadro. Sopra i se-
dell’antico margine continentale paleoafricano. L'impilamento dimenti carbonatici del Pian dei Cavalli, sul Monte Tignoso, si
di queste falde ha causato un ispessimento della crosta che riconosce inoltre un elemento strutturalmente isolato (o klip-
ha provocato nelle rocce, sottoposte a forte carico litostati- pe) di gneiss appartenenti alla soprastante Falda Suretta.
co, profonde trasformazioni (metamorfismo); questo processo Da Chiavenna fino a Nuova Olonio la struttura geologica è mol-
di trasformazione di una roccia comporta modifiche sia a li- to più complicata. Presso Chiavenna affiorano rocce basiche
vello strutturale che mineralogico. Tipiche delle rocce meta- ed ultrabasiche ("Complesso ofiolitico di Chiavenna") che si
morfiche sono il netto allineamento dei minerali causato dalle estendono in direzione Ovest-Est fino alla Val Bondasca; sono
pressioni orientate generate dal carico litostatico e dai movi- interpretate come un lembo di mantello sotto crosta oceanica
menti traslativi delle falde. assottigliata, ora intercalata alla base della Falda Tambò. Sul
Dopo il metamorfismo, avvenuto tra 45 e 30 milioni di anni versante destro della Valle della Mera, sopra Gordona, lungo la
fa, e l'intrusione di plutoni granitici (30-35 milioni di anni), Valle della Forcola passa il limite tra la Falda Tambò e la sotto-
la parte assiale della catena ha subito un rapido sollevamen- stante Falda Adula, che affiora fino al Lago di Novate Mezzola;
to (valutato in 10-20 km) ed è retroscorsa sulle unità presenti sul versante opposto, da Cappella di Pizzo fino quasi a Verceia,
più a sud (dominio Sudalpino) lungo la Linea Insubrica. Movi- si estende invece il Complesso del M. Gruf, probabilmente cor-
menti traslativi lungo zone di frattura a carattere fragile sono relabile alla Falda Adula. Entrambe queste unità sono compo-
le attività tettoniche più recenti segnalate nelle Alpi Centrali; ste in prevalenza da gneiss migmatici entro cui si intercalano
alcune di queste linee di frattura sono attive ancor oggi, come numerosi lembi di anfiboliti ed ultrabasiti, in lenti o tasche,
ad esempio la Linea dell'Engadina. e livelli di rocce carbonatiche (marmi e calcefiri); localmente

10 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 11


A sinistra: contatto
granito-serpentino dalla
Sella di Pioda lungo la
valle di Predarossa.

A destra: la Valmalenco
dalla Val Sissone allo
sbocco sopra Sondrio.

verso Est dominano in effetti la unità austroalpine, mentre il ganese). Simile alla Zona Lanzada-Scermendone è la Zona Pre- giaceva la crosta continentale austroalpina, rappresentata dai e la Val Poschiavo (con assetto verticalizzato), è composta da
Pennidico è ristretto ad alcuni affioramenti della medio-alta da Rossa - Sissone, affiorante lungo il margine sud-orientale litotipi della Falda Margna. Quest'ultima, in realtà costituita paragneiss ed ortogneiss che includono plutoni di età varisica
Valmalenco. L'assetto strutturale della Valmalenco è caratte- del Plutone di Val Màsino-Bregaglia. da due singole falde ripiegate, è composta da rocce correlabi- sia a composizione granitico-granodioritica che gabbro-diori-
rizzato da un’ampia antiforme che la attraversa longitudinal- Al margine del plutone affiora inoltre, nell'alta Valmalenco, un li a crosta inferiore, quali metagabbri (Metagabbro di Fedoz), tica. Nella bassa Valmalenco, tra Cagnoletti e Torre di Santa
mente nella sua parte mediana, dove affiorano le falde più pro- altra unità pennidica, la Serie di Monte del Forno, costituita originati da fusione parziale del sottostante mantello, e para- Maria, entro la Falda Bernina affiora una massa ovoidale di or-
fonde. A Sud di questa antiforme le rocce hanno una giacitura da una tipica sequenza ofiolitica con serpentiniti, metagab- gneiss con relitti di granuliti e livelli di calcefiri di alto grado togneiss granodioritici (Gneiss del Monte Canale) testimoni di
subverticale, mentre a Nord le principali falde sono suboriz- bri, anfiboliti (metabasalti) e copertura sedimentaria metape- metamorfico (Monte Senevedo); la parte sommitale della fal- un'antica intrusione di età Sardo-Caledoniana (circa 450 mi-
zontali, con deboli immersioni verso Est. Lungo la Val Torreg- litica (micascisti, quarzoscisti, talora con noduli a mangane- da è costituita da scaglie di crosta superiore, formate da pa- lioni di anni); in questa zona sono presenti anche alcuni lem-
gio e la Val Lanterna affiora il nucleo dell'antiforme occupato se e scarsi calcefiri). ragneiss ed ortogneiss occhiadini e da metasedimenti (marmi, bi della copertura permo-mesozoica della Falda Bernina (Mon-
dalla Zona Lanzada-Scermendone, un'unità pennidica correla- Al di sopra della Zona Lanzada-Scermendone si trovano le Ser- calcescisti e metaradiolariti), che affiorano principalmente tra te Arcoglio, Cagnoletti, imbocco della Val di Togno). Presso
ta alla Falda Suretta, che rappresenta una zona di mélange pentiniti della Valmalenco che coprono un’area di circa 150 il Pizzo Tremogge e la Val di Scerscen, tra la Bocchetta del- Sondrio le unità austroalpine verticalizzate sono inoltre intru-
tettonico, ossia una zona in cui – come suggerisce il nome – km2, quasi la metà dell'intera Valmalenco. Questa unità, che le Forbici e le Cime di Musella, ai Sassi Bianchi, sotto la vetta se dal piccolo plutone alpino di Triangia, formato da tonaliti
sono mescolate rocce di diversa provenienza. Si trovano lem- forma un grosso lastrone di rocce ultrabasiche dello spessore del Pizzo Scalino, scendendo poi verso Caspoggio, e che sepa- con un nucleo granitico.
bi di crosta continentale (ortogneiss, paragneiss ed anfiboli- massimo di circa 2 km, è costituita in gran parte da serpen- rano la Falda Margna della soprastanti falde austroalpine Sel- La porzione più meridionale di questi gneiss austroalpini, a
ti), di sedimenti marini di età mesozoica quali marmi calcitici tiniti, con subordinati serpentinoscisti ed oficarbonati, che la e Bernina. contatto con la Linea Insubrica, è data dai cosiddetti "Scisti
e dolomitici, calcescisti e brecce sinsedimentarie, e di litosfe- sono interpretati come un frammento di mantello litosferico La Falda Sella è formata da rocce metapelitiche (per lo più di del Tonale", paragneiss biotitici a granato e sillimanite con
ra oceanica; questi ultimi sono rappresentanti da frammenti oceanico. Inclusi nelle serpentiniti si trovano inoltre filoni di tipo fillonitico) e da ortogneiss occhiadini in cui si sono in- frequenti intercalazioni di anfiboliti e di metapegmatiti, con
di mantello (serpentiniti ed oficarbonati), di crosta oceanica talco, lenti di rodingiti, livelli di cloritoscisti (la "pietra olla- truse masse gabbro-dioritiche di età varisica. La Falda Berni- subordinate lenti di ortogneiss e di calcefiri. Gli "Scisti del To-
(metagabbri e prasiniti) e di copertura sedimentaria (micasci- re") e rocce di origine idrotermale a prevalente dolomite. Le na, affiorante sulla cresta Piz Roseg - Pizzo Bernina - Piz Palù nale" che affiorano lungo l'estremità meridionale della zona
sti, quarzoscisti e quarziti, talora con mineralizzazioni a man- Serpentiniti della Valmalenco rappresentano la "base" su cui - Piz Varuna (con assetto tabulare) e tra la bassa Val Màsino assiale alpina definiscono un lembo di crosta inferiore austro-

12 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 13


alpina che ha subito processi di fusione parziale probabilmen- Tirano, il Gabbro di Sondalo e la Diorite del Monte Serottini. biente marino poco profondo. Al di sopra compaiono i sedi- tico-calcarei della Formazione di Kóssen del Retico (nota an-
te durante l'Orogenesi Varisica. L'intrusione di questi plutoni basici ha provocato un eviden- menti del Gruppo di Raibl (Ladinico-Carnico) formati da dolo- che come "Formazione di Fraele" o "Calcare del Leverone"). II
Nella media Valtellina le unità austroalpine rappresentano uno te metamorfismo di contatto nelle rocce incassanti, con svi- mie, dolomie marnose, arenarie, dolomie vacuolari, livelli di Giurassico Inferiore e Medio sono rappresentati da alternanze
spaccato di un’intera sezione di crosta continentale. Geome- luppo di hornfels a granato, biotite e sillimanite (dintorni di brecce e di gessi che testimoniano un ambiente di deposizio- di calcari e marne con livelli di brecce (Formazione di Allgäu,
tricamente sotto gli "Gneiss del Monte Tonale", che rappresen- Sondalo e presso la frana di Val Pola); attorno al plutone del ne di mare basso. Essi sono ricoperte dall'imponente sviluppo Brecce di Alv), che testimoniano l'approfondimento dei bacini
tano una porzione di crosta inferiore, si situa un blocco cro- Monte Masuccio si hanno invece gneiss a grossi cristalli di an- della Dolomia Principale, attribuita al Norico, composta da do- lungo faglie distensive. II Giurassico Medio-Superiore è carat-
stale intermedio rappresentato dalla Falda Grosina che affiora dalusite. Questo magmatismo basico viene oggi interpretato lomie bianche o grigie, massicce, con spessori fino a 1600 m terizzato da sedimenti pelagici di mare profondo (le radiolari-
nella porzione più alta del versante destro della Valtellina, tra come conseguenza della distensione crostale avvenuta all'ini- (Dolomia del Cristallo). Lateralmente la Dolomia Principale, ti della Formazione di Blais) o da lacune di sedimentazione; al
Grosio e Bormio, nonchè in Val Grosina e sul pendio destro del- zio dell'orogenesi alpina nel Permo-Trias. che rappresenta un antico reef carbonatico, passa a calcari, a di sopra compaiono i calcari silicei, con calpionelle, radiolari e
la Val Viola; forma inoltre due klippe: uno a Nord di Fumero, in Le rocce del basamento cristallino della Falda Campo sono se- calcari dolomitici stratificati e raramente a dolomie gessose. foraminiferi del Cretaceo inferiore (Formazione di Russenna; o
Val di Rezzalo, e l'altro attorno al Monte Vallecetta. Litologica- parate dalle soprastanti falde di copertura permo-mesozoica La parte alta della Dolomia Principale è data da alternanze di "Calcari ad Aptici" e "Calcari a Calpionella") e da marne e cal-
mente la Falda Grosina è costituita da ortogneiss occhiadini, da una linea tettonica, la Linea dello Zebrù, che dalla bas- dolomie e calcari, che fanno da passaggio ai sedimenti peli- careniti anch'esse ricche in radiolari e foraminiferi.
associati a gneiss biotitici minuti, talora a granato e stauroli- sa Val Federia, attraverso il Monte Trela, arriva fino all’alta Val
te, e a lembi di migmatiti (Migmatiti di Vernuga). Zebrù. Le rocce sedimentarie hanno costituito una complessa
La sequenza crostale superiore è data dal sistema di falde di serie di scaglie tettoniche la cui esatta delimitazione è ancor
Campo, formato da grandi scaglie composte da paragneiss e oggi oggetto di dispute tra gli studiosi. Secondo studi recen-
micascisti biotitici a granato, con lenti di ortogneiss, di anfi- ti sono individuabili almeno tre falde (Ortles, Quattervals e S-
boliti e di quarziti; nella parte superiore affiorano filloniti (le Charl) accatastate l'una sull'altra, e separate da importanti li-
cosiddette "Filladi" di Bormio e di Grosotto) che sono a con- velli di scorrimento. La successione stratigrafica delle falde
tatto con i sedimenti permo-mesozoici. Entro questo basa- austroalpine è piuttosto complessa; inizia con vulcaniti (lave
mento si trovano anche masse granitico-granodioritiche va- riodacitiche, tufi, ignimbriti, etc.) del Permiano inferiore (For-
risiche, come ad esempio sul versante sinistro dell'alta Val mazione di Ruina) cui si sovrappongono conglomerati e arena-
Federia, presso il Pizzo del Leverone ed il Monte Cotschen e rie, con ciottoli delle precedenti vulcaniti, attribuibili al Per-
nell'alta Val Viola Bormina, presso il lago di Val Viola, il Passo miano superiore e al Trias inferiore (Formazione di Chazforà, o
di Val Viola ed il Pizzo Bianco. "Verrucano"). L'ingressione marina triassica è marcata da una
Nella crosta austroalpina si sono intrusi (probabilmente successione di arenarie, siltiti, arenarie carbonatiche e dolo-
280-220 milioni di anni fa) plutoni basici a composizione pre- mie (Formazione del Fuorn, Formazione di Val Pila) dell'Anisi-
valentemente gabbrica, con subordinate dioriti e granodioriti, co. Seguono quindi dolomie grigie con livelli di calcari alga-
A sinistra: la Val Zebrù.
e con rari differenziati granitici e pegmatitici. Tra questi cor- li della Formazione di Vallatscha e dolomie gialle sottilmente
pi intrusivi si ricordano il Gabbro di Monte Masuccio, a Nord di stratificate (Formazione di Parai-Alba) del Ladinico, di am- A destra: il Monte del
Forno.

Sotto: il Gruppo del


Bernina.

14 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 15


A Nord di Bormio, tra il Passo dello Stelvio, il Piz Umbrail ed il mostra spessori molto variabili, fino ad un massimo di 2000
Monte Braulio, le falde di copertura sono sovrascorse da sca- m; è composta da sedimenti di ambiente continentale (argille,
glie di basamento cristallino, attribuiti alla Falda Chavalatsch, siltiti e arenarie, con rari livelli conglomeratici), con rari resti
con ortogneiss e subordinati micascisti a due miche. vegetali e impronte di tetrapodi, alternati a lave riolitico-rio-
II terzo dominio alpino che si ritrova in provincia di Sondrio è dacitiche, ignimbriti, tufi, tufiti e brecce vulcaniche. Seguono
il Sudalpino (o Alpi Meridionali) che costituisce l'intera cate- quindi le formazioni conglomeratiche permiane, quali il Con-
na orobica e che è separato dalla parte assiale della catena al- glomerato del Ponteranica, a ciottoli di vulcaniti misti a fram-
pina (Pennidico ed Austroalpino) dalla Linea Insubrica. Questa menti di scisti del basamento, ed il Verrucano Lombardo, a
linea rappresenta la superficie di sovrascorrimento delle unità ciottoli di vulcaniti e di quarzo, entrambi con livelli di arena-
pennidiche ed austroalpine sul dominio sudalpino, movimento rie grigio-verdi o rossastre. L'ingressione marina, datata all’In-
sviluppatosi tra 25 e 18 milioni di anni fa, che ha provocato il duano (base del Triassico), è documentata dalle alternanze di
sollevamento della porzione "alpina" di circa 15-20 km rispet- marne e argilliti con subordinate arenarie del Servino.
to al Sudalpino. La Linea Insubrica è marcata da livelli di mi- Lembi di rocce sedimentarie affiorano in scaglie lungo la Linea
loniti orientate Est-Ovest, che interessano tutte le rocce affio- Insubrica, ad esempio presso Nuova Olonio e Dubino, all'im-
ranti presso tale linea per oltre un chilometro in ampiezza. bocco della Val Màsino, a Tresivio e a Stazzona. Questi lembi
Il Sudalpino delle Orobie è rappresentato soprattutto dal ba- sono composti da arenarie e conglomerati del Carbonifero Su-
samento cristallino composto da gneiss e micascisti a meta- periore - Permiano, da scisti sericitici con intercalazioni car- Sopra: il Gruppo del Bernina dalla
morfismo pre-alpino (probabilmente varisico), che decresce da bonatiche correlabili al Servino e da dolomie gialle o bianche, vetta del Redorta, in primo piano
Ovest verso Est; le rocce a grado maggiore si ritrovano nel- con livelli marnosi, del Trias Medio-Superiore. la Cima di Scais.
la zona del Monte Legnone, dove gli gneiss a "occhi" di oli- A sinistra: Val Viola
goclasio (Gneiss di Morbegno) contengono granato, stauroli-
A destra: La vetta del Pizzo Trona
te e rara cianite. Sono inoltre intercalate alcune grosse lenti costituito da Verrucano Lombardo
di ortogneiss occhiadini (Mantello, Val d'Arigna, Val del Li- e sullo sfondo il Monte Disgrazia
vrio, etc.) e metatonaliti pre-varisiche (ad esempio presso Sir- e il Gruppo del Bernina.
ta). Verso Est affiorano micascisti muscovitico-cloritici, talora
a granato (Scisti di Edolo); masse di filladi, a contatto tet-
tonico con gli Gneiss di Morbegno, si incontrano inoltre tra
il Passo San Marco ed il Pizzo di Tartano. In questa porzio-
ne di basamento sono inoltre riconoscibili alcuni piccoli plu-
toni tardo-varisici quali il Granito di Dazio ed il Granito del
Monte Fioraro. Il basamento sudalpino è interessato da un si-
stema di linee tettoniche, trasversali rispetto alla Linea Insu-
brica, tra cui la più importante è senz'altro quella del Porcile,
che si sviluppa da Sazzo fino all'alta Val Tartano. Questo line-
amento, lungo cui si rinvengono lembi di copertura sedimen-
taria, consente l'affioramento ad oriente di frammenti di basa-
mento di grado metamorfico più elevato (Gneiss di Morbegno),
soprattutto lungo il crinale orobico, dall'alta Val Tartano fino
alle pendici del Pizzo di Redorta; nuovamente a contatto tet-
tonico con gli Gneiss di Morbegno vi è un lembo di rocce fil-
ladiche (Filladi di Ambria) affioranti tra il Lago di Venina ed
il Pizzo di Rodes.
La copertura sedimentaria sudalpina che compare lungo il cri-
nale orobico è rappresentata esclusivamente dalla sua por-
zione più antica (Carbonifero Superiore - Trias Inferiore). La
successione sedimentaria inizia con il "Conglomerato basa-
le" (Carbonifero Superiore - Permiano Inferiore) costituito da
ciottoli di scisti del basamento e da frammenti di quarzo, con
intercalazioni arenaceo-siltose. Sopra i conglomerati si svilup-
pa la potente Formazione di Collio (Permiano Inferiore), che

16 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 17


CARTA TETTONICA DELLA PROVINCIA DI SONDRIO ED AREE ADIACENTI

I geositi della Provincia di Sondrio glio d’Europa Rec(2004)3 sulla conservazione del patrimonio
Area chiave per l’interpretazione geologica della catena alpi- geologico e delle aree di particolare interesse geologico, adot-
na, il territorio della Provincia di Sondrio (176.856 residenti tata dal Comitato dei Ministri il 5 maggio 2004.
stando alle rilevazioni ufficiali) è attraversato interamente dal Sempre nel 2004, il D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 (“Codice
Lineamento Periadriatico e ospita alcuni dei fenomeni frano- dei beni culturali e del paesaggio”, spesso informalmente defi-
si più estesi e pericolosi dell’intero arco alpino. La scelta di nito “Codice Urbani”) recupera la dizione di cui all’art. 1, com-
avviare il censimento sistematico dei geositi lombardi comin- mi 1 e 2, L. 1497/39, riconoscendo nei beni soggetti a vincolo
ciando dal territorio di Sondrio deriva dall’opportunità di at- “manifestazioni identitarie percepibili” da assoggettare a nor-
tingere al ricco repertorio di conoscenze raccolto dagli uffici me di “tutela e valorizzazione” (art. 131, comma 2).
tecnici regionali negli ultimi vent’anni, grazie alle attività di La scelta regionale, esplicitata con la proposta di Piano Pa-
censimento dei dissesti, a partire dal 1987, e di rilevamento esaggistico Regionale approvata dalla Giunta Regionale il
di quattro fogli CARG (“Bormio”, “Sondrio”, “Malonno” e “Pon- 16 gennaio 2008, è comunque quella di non fare riferimento
te di Legno”) a partire dal 1996. I geositi descritti sono rap- esclusivamente alle situazioni puntuali eccezionali, da iscrive-
presentativi di un ampio spettro di discipline nell’ambito delle re tra i Beni Paesaggistici o ambientali tutelati per legge, ma
scienze della terra, dalla geomorfologia alla mineralogia, dal- di attivare un’azione di tutela e valorizzazione dell’intero si-
la geologia strutturale alla paleontologia. stema dei geositi di rilevanza regionale e provinciale tramite
la pianificazione paesaggistica della Regione Lombardia e del-
le province lombarde, come meglio specificato nel successivo
Dalle “singolarità geologiche” paragrafo relativo a i geositi nel Piano Paesaggistico.
ai “geositi”: il percorso della
normativa lombarda, italiana e La gestione delle aree protette nel
comunitaria territorio di Sondrio
La normativa italiana sulla tutela dei beni geologici risale al A titolo di esempio del percorso normativo che in Lombar-
1939, quando la Legge 29 giugno 1939, n. 1497, introdusse la dia ha portato al riconoscimento dei geotopi (ex L.R. 33/77)
definizione di “singolarità geologica”, affiancandola a quella come aree regionali protette (L.R. 86/83) si possono citare
Coperture quaternarie PENNIDICO di “bellezza naturale” (art. 1, comma 1). Il successivo Regola- alcune esperienze ricadenti nel territorio della Provincia di
INTRUSIVI TERZIARI Flysch terziario (Cretaceo superiore-Eocene) mento per l’applicazione della Legge (Regio Decreto 3 giugno Sondrio, dove la gestione delle riserve naturali “Marmitte dei
Al = Flysch dell’Arblatsch-Lenzerheide; Pr = Flysch del
Plutoni e masse granitoidi (Oligocene) Prättigau;
1940, n. 1357) assoggettò le singolarità geologiche ad un di- Giganti”, “Piramidi di Postalesio” e dei monumenti naturali
Am = Plutone dell’Adamello; MB = Plutone di Val Masino- spositivo distinto da quello proprio delle bellezze paesaggi- “Cascate dell’Acqua Fraggia”, “Caürga del Torrente Rabbiosa”,
Bregaglia; SF = Granito di S. Fedelino; Tr = Plutone di Unità ofiolitiche (Giurassico-Cretaceo)
Ch = Complesso mafico-ultramafico di Chiavenna; stiche in quanto si riconobbe che “che la singolarità geologi- è affidata agli enti locali (comuni e comunità montane). Gli
Triangia; VZ = Intrusivi della Val Zebrù
Fo = Ofioliti di M. del Forno; Fu = Ofioliti di Furtschellas; ca è determinata segnatamente dal suo interesse scientifico” enti gestori accedono ad un piano di riparto regionale annua-
Li = Unità di Lizun; Pl = Falda Platta
AUSTROALPINO (art. 9, comma 2). le, sia per le spese di gestione amministrativa che per gli in-
Unità dei calcescisti (Giurassico-Cretaceo) La Lombardia è stata la prima regione italiana ad elabora- terventi finalizzati alla riqualificazione ambientale e alla fru-
Coperture Permo-Mesozoiche (Permiano-Cretaceo) Bü = Calcescisti (Bündnerschiefer) nordpennidici;
Cr = Falda Carungas; DA = Dolomiti di Arosa; DU = Falda Ca = Calcescisti dell’Avers re una selezione di siti di interesse geologico e naturalisti- izione turistica.
Ducan; El = Falda Ela; Gv = Mesozoico di Grevasavals; co da assoggettare a norme di tutela specifica (Regione Lom- Per le riserve naturali, che rientrano nella disciplina naziona-
Lw = Mesozoico di Landwasser; Me = Mesozoico di Mezzaun; Unità di mélange (Paleozoico-Eocene)
MM = Mesozoico della Margna; Mu = Mesozoico del Murtiröl; Ar = Zona di Arosa; LS = Zona di Lanzada-Scermendone; bardia, 1982). I “geotopi” individuati in quel primo elenco, le delle aree protette ai sensi della L. 431/85, l’ente gestore
Mt = Zona di Martegnas
Or = Falda dell’Ortles; Pa = Mesozoico del Piz Alv; Qu = Falda che è andato ampliandosi negli ultimi 15 anni grazie all’atti- adotta un piano, con valenze sia urbanistiche che gestiona-
di Quattervals; Sa = Mesozoico del Sassalbo; Sc = Falda di Coperture Permo-Mesozoiche vità della Direzione Generale regionale Qualità dell’Ambiente,
S-charl; Za = Zona dell’Albula; Zs = Zona di Samedan
li, approvato dalla Giunta Regionale. Per i monumenti natura-
(Permiano-Cretaceo inferiore)
Sh = Falde dello Schams; Sp = Zona dello Spluga; sono stati fatti oggetto di una normativa che si collega diret- li lo strumento operativo è rappresentato dal programma plu-
Falde austroalpine inferiori (Paleozoico?)
a
Be = Falda Bernina; Er = Falda Err; Ju = Falda Julier: TS = Trias del Suretta tamente a quella istitutiva delle riserve e monumenti natura- riennale di gestione.
Ma = Falda Margna; Se = Falda Sella Falde di Basamentp (Paleozoico?) li (L.R. 86/83). Riguardo alla fruizione, in queste aree regionali protette è pri-
a) Sm = Serpentini della Valmalenco Ad = Falda Adula; BD = Zona Bellinzona-Dascio; A partire dalla fine degli anni ’90 è andata affermandosi vilegiata quella didattica e culturale. Sono previsti servizi di
Falde austroalpine medio-superiori (Paleozoico?) Gf = Complesso del M. Gruf; Sm = Falda Simano;
Su = Falda Suretta; Ta = Falda Tambò nell’uso la dizione di “geosito”: oggetto geologico ritenuto accompagnamento dei visitatori gestiti da associazioni con-
Ca = Falda Campo; La = Falda Languard; Sv = Falda Sesvenna
meritevole di tutela (Wimbledon) o, in una definizione più venzionate con l’ente gestore o assicurati mediante il servizio
Falde austroalpine superiori (Paleozoico?) SUDALPINO
Br = Falda del Braulio; Gr = Falda Grosina; Ot = Falda comprensiva, elemento geologico riconoscibile come bene volontario di vigilanza ecologica coordinato dalle comunità
dell’Oetztal; Si = Falda Silvretta; To = Gneiss del Monte Tonale Copertura vulcano-sedimentaria sudalpina qualora ad esso sia possibile associare un valore scientifico, ai montane. Ulteriori opportunità di valorizzazione dei siti della
(Carbonifero superiore-Cretaceo) fini della comprensione dei processi geologici in atto e/o nei Provincia di Sondrio sono state attivate con finanziamenti sui
Basamento cristallino sudalpino termini dell’esemplarità didattica (Panizza & Piacente, 2003). Fondi Strutturali Obiettivo 2 e attraverso il programma di coo-
(Paleozoico?) I geositi trovano una posizione ben definita nella normativa perazione con la Confederazione Elvetica nell’ambito Interreg
comunitaria, in particolare nella Raccomandazione del Consi- IIIB Spazio Alpino (parchi@provincia.so.it).

18 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 19


Il censimento geositi in ambito siti precedentemente vincolati in quanto riserve o monu- condo i motivi di interesse scientifico prevalente (mutuati dal- co: un allestimento a cielo aperto di tipi petrologici rappre-
menti naturali; la Scheda Inventario APAT) e, a seconda di quali siano questi sentativi dell’intera Valtellina, la cui comprensione è facilitata
“Conservazione del Patrimonio località-tipo o stratotipi di unità litostratigrafiche validate motivi, li assoggetta a tre tipologie di tutela alternative. At- da una serie di supporti didattici distribuiti lungo un percorso
Geologico Italiano” nell’ambito del Catalogo delle Formazioni Geologiche Italiane; tribuisce inoltre alle province e ai parchi, tramite i Piani Ter- guidato (attilio.montrasio@unimi.it).
Nato nel 2000 sotto il coordinamento dell’APAT, il Progetto siti di rilevanza geologica mondiale (siti UNESCO definiti per ritoriali di rispettiva competenza, l’onere di perimetrare i siti Università di Milano. Il Dipartimento di Scienze della Terra
“Conservazione del Patrimonio Geologico Italiano” (CPGI) pro- caratteristiche naturali, GSSP); individuati puntualmente nel Piano Paesaggistico Regionale e da tempo opera, anche in collaborazione con il Comitato Gla-
muove studi in materia di monumenti geologici, geodiversi- geoparchi e sentieri geologici esistenti; la facoltà di individuare ulteriori geositi di rilevanza locale. ciologico Italiano, nello studio e nella promozione di siti di
tà e siti di interesse geologico in senso lato, recuperando ed schede inventario compilate da soggetti individuati come re- Nei collegati repertori e nella cartografia di Piano, che come interesse glaciologico (es. Ghiacciaio dei Forni in Valfurva –
omogeneizzando i censimenti realizzati da regioni ed enti lo- ferenti da Regione Lombardia; si è detto sono immediatamente vigenti, in Lombardia si indi- SO: Casartelli et al., 1995) e geomorfologico (es. Val Viola Bor-
cali; l’obiettivo finale è un nuovo censimento su scala na- situazioni ampiamente consolidate nella conoscenza diffusa viduando 264 geositi, 34 dei quali di livello locale; in Provin- mina a Valdidentro – SO; Diolaiuti et al., 2003; claudio.smi-
zionale. Lo strumento principe del censimento è la Scheda del territorio e nella letteratura, note alla Direzione Generale o cia di Sondrio si individuano 44 siti, uno solo dei quali è rite- raglia@unimi.it).
Inventario, standardizzata a scala nazionale, che nella sua im- segnalate per iniziativa autonoma di specialisti ed esperti; nuto di livello locale. Servizio Glaciologico Lombardo. Ha attrezzato e promosso i
postazione concettuale evidenzia alcuni aspetti rilevanti di siti individuati ex novo nel corso dei rilevamenti effettua- Sentieri Glaciologici di Fellaria a Lanzada (SO) e della Venti-
cui si è tenuto conto anche nella realizzazione della presen- ti in ambito CARG; I geositi nell’ambito del PTCP di na a Chiesa Valmalenco (SO) (http://sgl.cluster.it/NuovoSGL/
te guida: tra questi la necessità di evidenziare puntualmen- studi e pubblicazioni di settore (es. Pellegrini et al., 2005; Sondrio pag7.htm).
te per ciascun sito Pellegrini & Vercesi, 2005). I Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale sono strumen- Ente Speleologico Regionale Lombardo. Nell’arco di oltre 25
un motivo di interesse scientifico primario, a cui si associa- ti di pianificazione dalla duplice valenza: essi rappresentano, anni di attività ha prodotto una serie di catasti parziali delle
no eventuali motivi secondari; ad un tempo, piani urbanistici territoriali “con finalità di sal- cavità carsiche lombarde, spesso su base provinciale; alcune
un livello territoriale di interesse (mondiale, europeo, nazio- I geositi nel Piano Paesaggistico vaguardia dei valori paesistici e ambientali” e piani di tutela sintesi sono state pubblicate (es. Bini, 1981), mentre la pro-
nale, regionale o locale); Regionale della Lombardia “nei settori della protezione della natura, della tutela dell’am- gettazione e l’aggiornamento di un catasto regionale comples-
l’eventuale rischio di compromissione e degrado, in risposta Regione Lombardia ha recentemente provveduto all’integra- biente, delle bellezze naturali, delle acque e della difesa del sivo sono attualmente allo studio (alfredo.bini@unimi.it).
a fattori naturali o antropici. zione e all’aggiornamento del Piano Territoriale Paesistico Re- suolo” (art. 57 D.Lgs. 112/1998). Strumenti di iniziativa pro- La Fabbrica di Mercurio ONLUS. In collaborazione con la Di-
Dal 2004, nel quadro delle attività di attuazione del Progetto gionale vigente dal 2001, alla luce del nuovo quadro norma- vinciale, essi naturalmente rivestono un importante ruolo di rezione Generale Turismo della Regione Lombardia, è stata re-
CARG, la Direzione Generale Territorio e Urbanistica della Re- tivo nazionale e regionale, nell’ambito della definizione della gestione delle dinamiche territoriali e di prefigurazione di li- alizzata una serie di visite virtuali (“Lezioni di Lombardia”),
gione Lombardia ha aderito al Progetto CPGI. In tale conte- proposta di Piano Territoriale Regionale e correlato Piano Pa- nee di sviluppo del territorio, raccordandosi alla pianificazione una delle quali interessa la Valmalenco. Il formato degli au-
sto è stata avviata un’indagine a tappeto che ha comportato esaggistico (Deliberazione di Giunta Regionale n. VIII/6447 urbanistica comunale e alla programmazione socio-economica diovisivi, agile e divulgativo, non impedisce che esperti di ri-
l’invio della Scheda Inventario APAT a numerosi soggetti, di- del 16 gennaio 2008). Mentre la cartografia e i repertori del regionale, ma proprio la loro summenzionata valenza in ter- conosciuto valore offrano con competenza un inquadramen-
stribuiti in modo il più possibile omogeneo sul territorio, e ri- Piano risultano immediatamente vigenti, l’articolato normati- mini di conservazione li rende particolarmente idonei al cen- to geografico, etnografico e geologico di un’area chiave per la
partiti fra uno spettro alquanto diversificato di categorie di vo che lo correda sarà pienamente efficace dopo l’approvazio- simento dei geositi, alla loro delimitazione e all’apposizione comprensione dell’intero arco alpino (http://www.lafabbrica-
enti, che spaziano da musei a università, da comunità monta- ne in Consiglio Regionale, attesa entro il 2008. di norme a loro tutela. In Lombardia, esempi in questo senso dimercurio.org/lezionidilombardia/valmalenco_lez.htm).
ne a istituti del CNR, fino a comprendere amministrazioni lo- Un forte elemento di novità del suddetto articolato sta vengono dalle Province di Milano, Bergamo e Sondrio.
cali di vario ordine. nell’aver incorporato i geositi come nuova categoria di tute- La Provincia di Sondrio, nella bozza di PTCP attualmente in di-
Per l’individuazione dei geositi si è tenuto conto di diverse ti- la e valorizzazione del territorio. L’art. 22 della normativa di scussione, individua 21 “Aree di particolare interesse geolito-
pologie di fonti: Piano definisce i geositi, ne stabilisce una classificazione se- logico, mineralogico e paleontologico” e un numero ben più Bibliografia
elevato di “Aree di particolare interesse geomorfologico”, con Bini A. (1981) – Le Grotte (III ed.). Regione Lombardia, 220 pp., Milano.
specifiche norme di tutela. Casartelli G., Pelfini M., Smiraglia C. (1995) – Il Ghiacciaio dei Forni in Valfur-
va. Sentiero glaciologico del centenario. Ed. Polaris, Sondrio.
Diolaiuti G., Lombardi A., Mauri A., Pelfini M., Smiraglia C. (2003) – Il GIS per
Esperienze di geoconservazione la gestione e valorizzazione turistica di aree di alta montagna. MondoGIS, lug./
ago. 2003, 39-43, Roma.
realizzate o avviate da altri enti sul Gray M. (2004) – Geodiversity – Valuing and conserving abiotic nature. John
territorio di Sondrio Wiley & Sons, Chichester.
Heiddeger M. (1951) – Bauen Wohnen Denken. In Saggi e discorsi, Mursia,
In collaborazione o in modo indipendente dall’attività degli Milano.
enti locali, la sfida della geoconservazione in Lombardia è sta- Odum E.P. (1966) – Ecologia. Zanichelli, Bologna.
ta raccolta da una molteplicità di soggetti, in una grande va- Panizza M. & Piacente S. (2003) – Geomorfologia culturale. Pitagora, Bologna.
rietà di forme accomunate da uno spiccato carattere settoriale Pellegrini L., Boni P., Vercesi P.L., Carton A., Laureti L., Zucca F. (2005) – The
su base tematica. Di seguito si elencano soltanto le principa- Geomorphosites in Lombardy. Il Quaternario, n.s. in stampa, Torino.

li attività compiute o in corso. Pellegrini L. & Vercesi P.L. (2005) – I geositi della Provincia di Pavia. L. Ponzio
& F.o Editori, 228 pp., Pavia
CNR-IDPA. L’istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali-
Regione Lombardia (1982) – Biotopi e Geotopi. Natura in Lombardia, 261 pp.,
Sezione di Milano del CNR ha realizzato, in località Chiareggio Milano.
di Chiesa Valmalenco (SO), il Parco Geologico della Valmalen- Sei Shōnagon (993-1000?) – Note del guanciale, 13. Mondadori, Milano.

20 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 21


La carta geologica della Provincia di Sondrio
ghiacciai SUBSTRATO ROCCIOSO Alpi meridionali (Sudalpino)
Rocce magmatiche s.s. e intercalazioni
laghi nei basamenti cristallini Dolomia Principale
Pegmatiti (intercal. nei basam. cristallini) Calcare di Esino e “Calcare rosso”
QUATERNARIO CONTINENTALE Carniola di Bovegno
Anfiboliti
conoidi Prasiniti Servino
Depositi fluviali dei greti attuali Marmi Verrucano Lombardo
Depositi terrazzati (Alluvium medio) Peridotiti Fm. di Collio
Detriti di falda e frane Rocce plutoniche terziarie Conglomerato del Ponteranica
Morenico tardo-würmiano e Graniti e granodioriti “Conglomerato basale”
localmente olocenico “Ortogneiss” e “Gneiss chiari” Auct.
Pegmatiti e apliti
Quarzodioriti e tonaliti Paraderivati di Edolo e Ambria
Dioriti e gabbri Quarziti
Rocce filoniane mesozoiche e terziarie “Micascisti dei Laghi”
Andesiti (“Porfiriti” Auct.) Gneiss di Morbegno etc.
Rocce vulcaniche permiane
Rioliti (“Porfiriti quarzifere” Auct.)
Rocce plutoniche permo-carbonifere
Graniti e granodioriti
Dioriti e gabbri

Austroalpino
Fm. M. Motto/Calc. V. di Monte/”Broccatello”
Fm. di Fraele/Calcare di Leverone
Calcare di Quattervals
D. Umbrail D. Prà Grata D. Stelvio D. Cristallo
Fm. di V. Forcola, V. Lunga, M. Garone
Dolomia di Wetterstein
Pennidico Fm. di Val Pila
Calcescisti, quarzosc. marmi ofiolitici “Arenarie variegate”
Anfiboliti di M. del Forno e di S. Croce “Verrucano alpino”
Prasiniti ofiolitiche Calcesc. non ofiolitiferi e Mn-quarzoscisti
Marmi dolomitici e calcarei, carniole Dolomie calcari cristallini, carniole
Quarziti “Ortogneiss” Auct. e gneiss migmatici
Serpentini (Valmalenco, Chiavenna ecc.) Porfiroidi
Oficarbonati Filladi e micascisti filladici
“Ortogneiss” Auct. e gneiss migmatici Quarziti
Ridisegnata da Porfiroidi Micascisti argentei della Cima Rovaia
Montrasio A. (1990) - Carta Geologica Paragneiss a due miche Paragneiss a due miche
della Lombardia. Serv. Geol. Naz., Roma. Paragneiss a due miche e sillimanite Paragneiss a due miche e sillimanite

22 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 23


I Geositi della Provincia di Sondrio

Livigno 40
42

39 41
43
Bormio
37
1
38
2
Campodolcino 36 44

Santa Caterina
3
6 27
5 28 Sondalo
4 7 35
Chiavenna 26
22
8 23
24 25
9 21 Grosio
34
16

10 San Martino 20
11 33
19 Tirano

12 17 18 31
13 Chiuro
32
15
Colico Sondrio 30
Morbegno

29

Gerola
14 23 - Val Sissone 34 - Rupe Magna e Dosso Giroldo
1 - Pian dei Cavalli e Alpe Gusone 12 - Cava di Fornaci di Nuova Olonio
2 - Caürga del Torrente Rabbiosa 13 - Pian di Spagna 24 - Sentiero glaciologico del Ventina 35 - Cava Maffei
3 - Paleofrana di Cimaganda 14 - Lago di Trona 25 - Campo Franscia e Val Brutta 36 - Frana della Val Pola
4 - Caürga di Chiavenna 15 - Conoide del Tartano 26 - Valle dello Scerscen 37 - Paluaccio di Oga
5 - Marmitte dei Giganti 16 - Val di Mello e Sasso di Remenno 27 - Vedretta di Scerscen Inferiore 38 - Val Viola Bormina
6 - Cascate dell’Acquafraggia 17 - Piramidi di Postalesio 28 - Sentiero glaciologico del Fellaria 39 - Passo del Foscagno
7 - Frana di Piuro 18 - Dossi di Triangia 29 - Forno fusore nella Val Venina 40 - Passo d’Eira
8 - Lotteno 19 - Sasso Bianco 30 - Conglomerato di Sazzo 41 - Cresta di Reit
9 - Solco della Val Piana 20 - Torbiera dell’Alpe Palù 31 - Il “punt de sass” di Villa di Tirano 42 - Piano delle Platigliole
10 - Cave di Riva 21 - Ruinon del Curlo 32 - Torbiera di Pian Gembro 43 - Vedretta della Miniera
11 - San Giorgio 22 - Parco geologico di Chiareggio 33 - Madonna di Tirano 44 - Ghiacciaio dei Forni
1 Pian dei Cavalli Campodolcino

e
Alpe Gusone
Il sito del Pian dei Cavalli, a 2200 me-
Motivo di interesse tri in Alta Valle Spluga (Valchiavenna),
scientifico primario: coincide con un ampio altopiano car-
geomorfologico sico delimitato a Nord dalla Val Feb-
Motivi secondari: braro e a Sud dalla Valle Starleggia. Al
stratigrafico centro dell’altopiano svetta la cresta
strutturale del Monte Tignoso (2375 metri s.l.m.),
petrografico un klippe costituito da gneiss del ba-
paesistico samento della Falda Suretta, delimita-
idrogeologico to da contatti tettonici suborizzontali
paleoantropologico in gran parte mascherati da estese col-
Livello di interesse tri di detrito di falda. Il carsismo - at-
tività chimica dell’acqua, soprattutto
su rocce calcaree, ad opera di precipi-
tazioni rese leggermente acide dall’ani-
Accessibilità dride carbonica presente nell’atmosfera
- ha interessato una successione carbo-
natica attribuibile alla “Sinclinale del-
lo Spluga”, la copertura sedimentaria,
Valore estetico A sinistra: il Buco Rosso,
a metamorfismo esclusivamente alpi-
cavità carsica sviluppata
no, della Falda Tambò (Pennidico Me- al contatto tettonico
dio). Tra i litotipi carbonatici prevalgo- tra carniole (sopra) e
Rischio di compromissione paragneiss (sotto)
no marmi e marmi dolomitici bianchi o
grigi, di aspetto granuloso e ruvido si- A destra: trasposizione
mile allo zucchero in zollette (“sacca- di pieghe nel basamento
roide”), e dolomie vacuolari, dette “car- della Falda Tambò

niole”, di colore giallo-bruno. Alla base In basso: marmi saccaroidi


della successione carbonatica si segna- sione carbonatica, nettamente più so- nella successione
lano lenti discontinue di quarziti bian- lubile da parte delle acque meteoriche, mesozoica della Falda
Tambò
che, mentre dove le quarziti mancano si ospita un fitto reticolo di canali di in-
assiste ad un brusco contatto tettoni- filtrazione che collegano tra loro grot-
co tra la successione carbonatica, spes- te anche di dimensioni ragguardevoli, i
so in facies di carniola, e i sottostanti paragneiss si presentano - al confronto
paragneiss e micascisti, ricchi in mu- - pressoché impermeabili, rappresentan-
scovite, clorite e localmente grafite, at- do un livello di ritenuta che in più pun-
tribuiti alla parte carbonifero-permiana ti costringe i canali di infiltrazione, ten-
della medesima “Sinclinale dello Splu- denzialmente verticali, a venire a giorno
ga”. I paragneiss si presentano defor- correndo lungo le superfici suborizzon-
mati, a luoghi in modo spettacolare, da tali del contatto tettonico. Le principa-
pieghe isoclinali e fenomeni di traspo- li grotte ad imbocco suborizzontale, con
sizione del clivaggio. Il contatto per fa- aperture superiore al metro, non a caso
glia tra i paragneiss e le carniole cor- si collocano alla base della successio-
risponde ad un brusco cambiamento ne carbonatica, appena sopra il contat-
morfologico (ai paragneiss corrispondo- to tettonico: è il caso del Buco Rosso
no pendii regolari inerbiti; alla succes- sopra l’Alpe Gusone e della Grotta del-
sione carbonatica piccole balze, ripide la Sabbia Bianca sopra San Sisto. In su-
e scabre, intervallate a pianori dall’an- perficie l’altopiano carbonatico presenta
damento irregolare) ed una ancor più blande forme carsiche, meglio sviluppa-
Fedele F.G. & Wick L. (1996) - Glacial/Postaglacial te sul versante settentrionale del Pian
drastica variazione nella circolazione
transition South of Splügen Pass: environment and
human activity. Il Quaternario, 9, 541-550. idrica sotterranea. Se infatti la succes- dei Cavalli rispetto a quello meridiona-

26 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 27


1

A sinistra: la piana di San


Sisto, vasto anfiteatro
naturale cosparso di baite
nella cornice della cima del
Pizzo Quadro

A destra: l’imbocco di
uno dei numerosi sistemi
carsici del Pian dei Cavalli

In basso: cartellonistica
della Comunità Montana
alla piana di San Sisto

le del Pian Gusone: si tratta per lo più fanno di Pian dei Cavalli una delle loca- nici, armature di frecce. Straordinaria è
di volubili ondulazioni del terreno de- lità che meglio conservano le testimo- stata la scoperta di focolari lungo il ci-
terminate dall’alternanza di forme posi- nianze dei più antichi abitanti della Val glio di una grande scarpata: come spes-
tive (dossi) e negative (canyon, doline Chiavenna. Dal 1986 il Professor F. Fe- so accade, la presenza di grotte ha fa-
e inghiottitoi). Uno di questi ultimi, il dele, ordinario di Antropologia all’Uni- vorito l’accumulo e la conservazione di
Buco del Nido, rappresenta l’imbocco di versità di Napoli, ha infatti, condotto resti antropici. La facile percorribilità di
un sistema carsico sotterraneo assai ar- delle compagne archeologiche e gli sca- suggestivi scenari alpini e la presenza di
ticolato e sviluppato, 4 km di lunghez- vi hanno portato alla luce tracce di in- motivi di interesse ambientale piuttosto
za totale per 132 m di dislivello, la cui sediamenti umani. Sono stati individua- variegati hanno fatto sì che gran par-
mappatura è stata realizzata dal Gruppo ti 30 siti distribuiti su un’area di quasi te dell’area sia stata ben attrezzata in
Grotte Novarese. 25 km2. Sono stati rinvenuti scarti di termini di segnavia e pannelli illustrati-
Da segnalare anche i ritrovamenti arche- lavorazione di quarzo e di selce, pietre vi, questi ultimi concentrati al Pian dei
ologici di età paleolitica recente, che scheggiate in parte fissate su aste e ma- Cavalli.

28 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 29


2 Caürga Campodolcino

del
Torrente Rabbiosa
Il Torrente Rabbiosa, affluente di sini- da Tambò. Sono costituite prevalente-
Motivo di interesse stra del Torrente Liro, si origina in cor- mente da metapeliti ma anche da para-
scientifico primario: rispondenza del Passo dello Spluga in gneiss, gneiss grigi e anfiboliti. Il sito e
geomorfologico alta Valchiavenna e confluisce nel Fiu- le litologie presenti recano con evidenza
Motivi secondari: me Mera nei pressi di Chiavenna. La val didattica le tracce delle quattro fasi de-
petrografico Rabbiosa, bagnata dall’omonimo tor- formative che hanno caratterizzato il ci-
paesistico rente e ricca nella parte alta di begli clo orogenetico alpino, iniziato verso la
esemplari di granati e tormalina, rag- fine dell’Era Mesozoica e che ha determi-
Livello di interesse
giunge la piana del Liro scavandosi una nato la formazione del corrugamento al-
gola profonda tra le rocce e i deposi- pino-himalayano. Per le caratteristiche
ti morenici. L’ultimo tratto montano del geomorfologiche, geologiche e paesag-
torrente, prima di confluire nel conoi- gistiche del sito la Regione Lombardia
de alluvionale su cui sorge l’abitato di ha istituito nel 2002 il Monumento Na-
Accessibilità
Campodolcino, scorre in una profon- turale “Caürga del Torrente Rabbiosa”.
da forra detta Caürga del Torrente Rab-
biosa, un profondo e suggestivo orrido
Valore estetico che si protende alle spalle della contra-
da di Acero. Giungendo invece da Chia-
In alto: il Lago Angeloga
venna, sulla statale 36, si incontrano le con il Pizzo Stella sullo
Rischio di compromissione località di Pietra e Tini che si addossano sfondo. Qui nasce il
sul versante boscoso; la vallata si allar- torrente Rabbiosa

ga progressivamente, seguendo le linee In basso a destra: la Caürga


dell’antica conca lacustre, per raggiun- del torrente Rabbiosa, la
Altri vincoli che insistono gere la sua massima ampiezza intorno al profonda forra scavata
dall’acqua
nell’area: ventaglio alluvionale del torrente omo-
Monumento Naturale nimo. Il bacino del Torrente Rabbiosa è In basso a sinistra: il
molto esteso e comprende l’ampia conca ponte detto “romano” a
Campodolcino. In realtà
dell’Angeloga, di origine glaciale, aper- l’opera fu costruita nel 1692
tasi tra il Pizzo Stella ed il Pizzo Groppe-
ra. Dal terrazzo strutturale sospeso tra
gli abitati di Fraciscio, Mottala e Gual-
dera. Il torrente Rabbiosa confluisce
all’altezza del paese di Campodolcino
facendo registrare un dislivello di circa
2100 m e scavando una profonda for-
ra che termina in prossimità del “Pon-
te Romano”, così chiamato localmente,
ma costruito nel 1692 e consolidato nel
1927 dopo una alluvione. Il nome “Rab-
biosa” trova qui conferma nell’ampiezza
di un greto sassoso, irregolare, sottoli-
neato da macchie folte di ontano, tra un
imponente accumulo di detriti. La forra
è caratterizzata da un canale meandri-
forme lungo il quale si sviluppano una
fitta successione di piccole cascate e di
marmitte di erosione di rilevante inte-
resse geomorfologico e paesaggistico.
Studi Monumento Naturale “Caürga del Torrente
Le formazioni rocciose affioranti nella
Rabbiosa” - Pasquarè modificato Huber. 2003 Gola della Caürga appartengono alla Fal-

30 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 31


3 Paleofrana San Giacomo Filippo

di
Cimaganda
Il geosito si può osservare agevolmente
Motivo di interesse salendo lungo la statale 36 che da Chia-
scientifico primario: venna porta al passo dello Spluga. L’an-
geomorfologico tica frana (paleofrana) di Cimaganda - in
Motivi secondari: Comune di San Giacomo Filippo - è una
strutturale tipica rock avalanche (valanga di roccia)
petrografico cioè una frana che ha interessato una
consistente porzione di ammasso roc-
Livello di interesse
cioso scivolato a valle con un movimen-
to assimilabile a quello di una valanga
nevosa. Questa grande frana, del volu-
me stimato a circa 7,5 milioni di metri
cubi, è avvenuta in due fasi differenti:
Accessibilità
una prima nel 900 a.C. caratterizzata dal
franamento principale di gran parte del-
la massa rocciosa e da uno successivo,
Valore estetico di minor volumetria, più assimilabile a
un fenomeno di crollo in massa. Interes-
sante è notare come l’accumulo di frana,
Altri vincoli che insistono data la notevole energia, abbia risalito
nell’area: in parte il versante opposto e sia sta-
Val Zerta (SIC) to in seguito eroso dal Torrente Liro che
oggi lo attraversa. Dal torrente deriva il
nome dell’abitato che si incontra appe-
na prima di Cimaganda: Lirone, un grup-
po di case antiche raccolte tra gli albe-
ri, nella protezione dei macigni.
L’attuale accumulo di frana, ben eviden-
te lungo il taglio della strada statale, è Le case della frazione
costituito da blocchi rocciosi di diversa di Cimaganda.
volumetria, più fine verso la nicchia, più Il nome, cima-
ganda, indica il
grossolano al piede, dove sono presenti
limite superiore
anche massi giganteschi, con volumi su- dell’imponente
periori ai 1000 m3, tra cui sorgono le case muraglia detritica

della frazione di Cimaganda che, come in- L’innesco della frana è stato favorito
dica il toponimo, segna il limite superiore dalla disposizione sfavorevole dei gran-
dell’imponente muraglia detritica. La nic- di sistemi di frattura che interessano il
Ortogneiss chia, impostata lungo la bastionata roc- versante idrografico sinistro della Val S.
occhiadini della ciosa sottostante la piana di Bondeno, si Giacomo. Vi si incrociano, infatti, quel-
Falda Tambò li orientati circa NNO-SSE, legati a de-
situa a quota 1750 m circa, in prossimi-
tà del contatto tettonico tra due falde al- formazioni gravitative di versante svi-
pine: la Falda Tambò e la soprastante Fal- luppatesi in conseguenza al ritiro delle
da Suretta. La frana interessa l’ammasso grandi lingue glaciali che occupavano
roccioso appartenente alla Falda Tambò: le valli alpine durante l’era glaciale, e
le litologie coinvolte sono costituite da quelli trasversali, circa E-O. Una curio-
Agostoni S., Laffi R. & Sciesa E. (1997) - Centri
Abitati Instabili della provincia di Sondrio. Pubblica- grosse bancate di ortogneiss occhiadini sità: i massi caduti sono stati tutti nu-
zione CNR GNDCI 1580, Vertemati, Vimercate. che giacciono sopra paragneiss e micasci- merati e classificati e costituiscono una
Mazzaccola D. (1994) - La frana di Cimaganda: un sti entro cui si intercalano livelli di orto- palestra di roccia, meta di numerosi ap-
meccanismo complesso e composito. Renc. Intern.
Jeunes Cherch., Lausanne, 21.04.94. 140-145.
gneiss biotitici lineati. passionati di arrampicata.

32 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 33


4 Caürga Chiavenna

di
Chiavenna
Le rupi del “Paradiso” di Chiavenna, par-
Motivo di interesse co geologico botanico che sovrasta la
scientifico primario: città, presentano un profondo e ampio
geominerario taglio verticale detto Caürga, uno scavo
Motivi secondari: artificiale legato all’estrazione della pie-
geomorfologico tra ollare, varco invalicabile tra le due
rocce sovrastanti utilizzato in passa-
Livello di interesse
to per la produzione di recipienti e sta-
tue. La vena di pietra ollare della Caür-
ga, dello spessore di circa 7 m, è stato
sfruttato per 2000 anni: indagini sto-
riche hanno testimoniato un’attività di
Accessibilità cava già in epoca romana. D’altro can-
to sembra molto probabile che la pie-
tra ollare descritta da Plinio nel 77 d.C.
Valore estetico come “lapis viridis comensis”, sia quella
estratta a Chiavenna. Durante i vari se-
coli di attività si calcola che siano sta-
Rischio di compromissione ti estratti nella cava della Caürga circa
25.000 m3 di pietra ollare. La pietra olla-
re della Caürga è stata in seguito ogget-
to dell’attenzione di molti studiosi, qua-
Altri vincoli che insistono li Gessner (1565), Scheuchzer (1723),
nell’area: Wallerius (1778), Theobald (1866), etc.,
Riserva naturale che hanno descritto nel dettaglio sia la
Marmitte dei giganti roccia, sia i metodi di estrazione e di la-
vorazione.
La pietra ollare è una roccia, verde o ver-
de-grigriastra, a grana fine o finissima, In alto a destra: le rupi
tenera ma resistente, facilmente lavora- del Paradiso di Chiavenna
bile al tornio; è costituta in gran par- presentano un profondo
e ampio taglio verticale
te da clorite o talco, con scarsi minerali detto Caürga
accessori, spesso costituiti da carbona-
ti, ed è classificabile di volta in volta o A sinistra: particolare del
David M. & De Michele V. (1993) - Una cava
romana di pietra ollare a Chiavenna. Osservazioni selciato che porta al Parco
come cloritoscisto o come talcoscisto. del Paradiso: i blocchi
preliminari. Clavenna (Boll. Centro Studi Stor. Val-
chiav.) 32, 75-106. La pietra ollare si rinviene in vene irre- venivano recuperati dalla
Gessner C. 1(565) - De rerum fossilium, lapidum golari entro rocce ultrabasiche, general- tornitura dei “lavecc”,
et gemmarum genere maxime figuris et similitudi- pentole in pietra ollare
nibus liber, Zurigo. mente lungo linee di dislocazione, o in
Liati A., Gebauer D. & Fanning C.M. (2003) - The zone in cui le ultrabasiti sono attraver-
youngest basic oceanic magmatism in the Alps
(Late Cretaceous; Chiavenna unit, Central Alps):
sate da filoni gabbrici. Si è formata du-
geochronological constraints and geodinamyc si- rante il metamorfismo alpino, circa 37
gnificance. Contrib. Min. Petr. 146/2, 144-158.
Scheuchzer J.J. (1723) - Helveticus, sive itinera
milioni di anni di fa, entro fasce di di-
per Helvetiae alpinas regiones, Annis MDCCII- slocazione che interessavano lembi di
MDCCXI, Zurigo. rocce ultrabasiche (peridotiti) apparte- na, rappresenta un lembo di litosfera
Schumtz H.U. (1976) - Der Mafitit-Ultramafitit-
Komplex zwischen Chiavenna und Val Bondasca nenti al mantello litosferico e associa- oceanica (crosta oceanica e sottostan-
(Provinz Sondrio, Italien; Kt. Graubünden, Sch- te a rocce gabbriche e basaltiche, la cui te mantello) dell’antico oceano della Te-
weiz). Beitr. Geol. Karte Schweiz, N.F. 149, 73.
Theobald G. (1866) - Die südöstlichen Gebirge età di intrusione/effusione è stimata a tide, formatosi nel Giurassico-Cretaceo,
von Graubünden und dem angrenzenden Veltlin. 93 milioni di anni (Liati et al.,2003). e in seguito frammentato e in parte in-
Buchdruckerei von J.A. Pradella.
Wallerius J.G. (1778) - Systema mineralogicum. L’insieme di queste rocce basiche e ul- globato nelle falde che costituiscono at-
2 voll., Vienna. trabasiche, affioranti presso Chiaven- tualmente la catena alpina.

34 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 35


5 Marmitte Chiavenna

dei
Giganti
Alle spalle di Chiavenna, all’imbocco del- ogni altro luogo dove scorra, o sia pas-
Motivo di interesse la Val Bregaglia, si trova un piccolo mon- sato per lungo tempo, un corso d’acqua
scientifico primario: do ombroso, fatto di fitte foreste e di vorticoso.
geomorfologico rocce rossastre che affiorano qua e là, I motivi di interesse scientifico sono in-
Motivi secondari: interrompendo il mantello verde. Que- dubbiamente di carattere prevalentemen-
petrografico ste rocce sono completamente diverse da te geomorfologico: la presenza in un’area
paesistico quelle che caratterizzano gran parte della piuttosto concentrata di tutti quegli ele-
Valchiavenna e della Val Bregaglia elveti- menti quali rocce montonate e striate,
Livello di interesse
ca dove predominano gli gneiss e i gra- canali di erosione e di gronda, pozzi o
niti. Si tratta infatti, di un affioramen- vaschette - marmitte dei giganti - confe-
to di rocce sensibilmente più dure, dette riscono al territorio una forte identità le-
comunemente pietre verdi o serpentini, gata agli eventi glaciali quaternari.
ma più precisamente oliviniti e anfibo- Le località principali dove insistono gli
Accessibilità
liti, che sono tipiche nella non lontana aspetti più scenografici sono i rilievi di
Valmalenco. Il ghiacciaio, che millenni Belmonte e di Sasso Dragone, dossi roc-
or sono ricopriva tutta la vallata, con- ciosi le cui litologie appartengono al
Valore estetico fluiva più o meno in questo punto con Complesso Ofiolitico di Chiavenna. Sul
la grande lingua che scendeva dal valico versante nord del Sasso Dragone è stato
dello Spluga. La grande massa glaciale fu allestito un sentiero glaciologico e alcu- Particolari della riserva
costretta dalla morfologia valliva a mo- ni affioramenti di “pietra ollare” - in pas- naturale delle Marmitte
Altri vincoli che insistono dei Giganti: assieme alle
dellare le rocce serpentinose in rilievo, sato sfruttati per la produzione di olle =
nell’area: molte decine di marmitte
lasciando i segni del suo pesante passag- calici, pentole - sono stati recuperati e
Riserva naturale glaciali numerose sono le
Marmitte dei giganti gio con striature e arrotondamenti ine- attrezzati ai fini didattici. rocce montonate e striate
quivocabili. Contemporaneamente, sulle La continuità dell’area con la cittadina e i massi erratici che
spiccano con il bianco del
rocce, nei punti ove si trovavano delle di Chiavenna, i resti delle antiche cin- granito sul grigio scuro
piccole concavità, le acque di fusione si te murarie e la cava o “Caürga di Chia- delle rocce mafiche e
invorticarono e i detriti che trasporta- venna” sono motivo di ulteriore interesse ultramafiche
vano agirono da macina approfondendo culturale, paesaggistico ed etnografi-
gradualmente il buco. Altri detriti più co del sito, che è stato riconosciuto dal-
grandi aumentarono l’efficacia dell’azio- la Regione Lombardia come riserva na-
ne delle acque, fino a formare delle mar- turale regionale negli anni ottanta (DCR
mitte di pietra che, in certi casi, assun- III/1803 del 15.11.1984). I siti rilevati e
sero dimensioni enormi tanto da essere proposti per l’inventario dei geositi ita-
dette “Marmitte dei Giganti”. Si tratta di liani sono compresi all’interno della ri-
un fenomeno diffuso in tutte le Alpi e in serva regionale.

36 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 37


6 Cascate Piuro

dell’
Acquafraggia
Appena fuori Chiavenna, lungo la sta-
Motivo di interesse tale del Maloja, si incrocia Piuro e, sul-
scientifico primario: la sinistra, le cascate dell’Acquafrag-
geomorfologico gia. Il bacino dell’Acquafraggia è situato
Motivi secondari: all’imbocco ovest della Val Bregaglia: il
paesistico torrente omonimo nasce dalla Cima di
Lago a 3050 metri s.l.m.. Scendendo Le cascate
Livello di interesse dell’Acquafraggia a
verso il fondovalle il torrente percorre Piuro. Le cascate, a
due valli sospese (ambedue a control- doppio salto e a doppio
lo strutturale), l’una sui duemila metri e corso. Sono state
protette da decreto
l’altra sui mille metri di altitudine, for- regionale del 1984 e
ma quindi una serie di cascate di cui le considerate monumento
Accessibilità naturale
più basse formano un doppio salto. Si
capisce così l’origine del nome Acqua-
fraggia, da “aqua fracta”, cioè torren-
Valore estetico te continuamente interrotto da cascate.
Queste, a doppio salto e a doppio cor-
so, sono decisamente suggestive e sono
Altri vincoli che insistono state protette da decreto regionale del
nell’area: 1984 e considerate Monumento Natura-
Monumento naturale
le. Sul finire del 1400 Leonardo da Vinci,
Cascate dell’Acquafraggia
ingegnere ducale di passaggio da Chia-
venna, annotò sul “Codice Atlantico”
che “su per detto fiume (Mera) si trova Essi sono raggiungibili percorrendo una
chadute di acqua di 400 braccia le qua- mulattiera formata da oltre duemila gra-
li fanno belvedere”, e diversi viaggiatori dini, che tocca dapprima gli interessanti
europei, tra il Sette e l’Ottocento, defi- nuclei delle stalle dei Ronchi e dei crot-
nirono le cascate dell’Acquafraggia come ti di Savogno (nel primo nucleo, di par-
le più belle fra le Alpi. Geologicamente ticolare rilievo il mastodontico torchio
la zona è interessata dalla Falda Tam- da vino).
bò del Pennidico medio, con gneiss bio-
titici, ma localmente anche muscoviti-
ci e assai lucenti, generalmente a grana
fine. Nel settore botanico rilevanti sono
gli ontani, l’abete bianco e la flora ru-
picale, tra cui rara Oplismenus undula-
tifolius, Erica arborea e in un suggesti-
vo castagneto alla base delle cascate,
un esteso tappeto di Allium ursinum. Va
segnalata anche una felce, la Pteris cre-
tica, che qui trova la stazione europea
più settentrionale grazie alla costante
nebulizzazione dell’acqua della doppia
cascata. Sulle sponde del torrente, circa
a quota mille, sorgono i paesi di Savo-
gno e di Dasile, permanentemente abi-
tati a partire dal secolo XV allorché l’au-
mento della popolazione, l’insalubrità e
Studio idrogeomorfologico - Piano della Mo-
numento Naturale “Cascate dell’Acquafraggia”.
l’insicurezza delle aree planiziali spinse-
Studio GEA. ro ad abitare i nuclei di mezza costa.

38 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 39


7 Frana Piuro

di Piuro Giustamente ricordata come una delle


più gravi calamità geologiche che hanno
li: 1) la difficoltà di individuare un’area
di nicchia, 2) l’assenza di un accumulo
colpito la Lombardia in epoca storica, la detritico di fondovalle conservato, come
frana di Piuro è un evento ben documen- è invece ancor oggi possibile osservare
tato nelle sue conseguenze anagrafiche – ad esempio – in Valsassina per effet-
Motivo di interesse e socio-economiche, ma molto meno to della frana di Gero-Barcone del 1762
scientifico primario: compreso dal punto di vista geologico. (Casati, 1991). Entrambi gli aspetti fan-
geomorfologico Se è assodato che l’evento provocò oltre no pensare che le devastazioni di Piuro
un migliaio di vittime (le stime varia- siano state causate da un flusso di de-
Livello di interesse
no tra 1200 e 2500) e che l’antico bor- trito ricco d’acqua (debris flow) che, una
go di Piuro - paese ricco e importante in volta esauritosi il fenomeno, avrebbe la-
virtù dell’estrazione e lavorazione della sciato sul posto accumuli fango-sabbio-
pietra ollare e del commercio della seta si più facilmente rimovibili, nei secoli a
- fu quasi interamente sepolto da un ac- venire, dall’azione degli agenti atmosfe-
Accessibilità cumulo di frana che localmente raggiun- rici o dell’uomo stesso.
se i 60 m di spessore, è assai meno chia- Sulle cause che hanno scatenato il fe-
ro che tipo di frana possa aver causato nomeno, scartata l’ipotesi di un sisma
Valore estetico una simile devastazione e da cosa sia (data la sostanziale inattività dell’area:
stata scatenata. Partiamo dai fatti. Sul v. ad es. Catalogo Parametrico dei Terre-
finire dell’estate del 1618 si registraro- moti Italiani, con possibilità di interroga-
no più di dieci giorni di pioggia pres- zione, oppure The Earthquake Engineering
Casati P. (1991) – La frana di Gero e Barcone soché ininterrotta. Il 4 settembre ci fu Online Archive – University of California
(Valsassina) del 1762. Bollettino C.A.I., 92: 59–67,
Torino. una schiarita, e la sera stessa si scate- at Berkeley), non sfugge a nessuno l’evi-
Pozzi R., Sfondrini G. (1972) – Caratteri genera- nò la catastrofe. La frana si sviluppò sul dente correlazione con le abbondanti
li della franosità in Provincia di Sondrio. Pubbl. 88 versante orografico sinistro, presumibil- piogge dei giorni immediatamente pre-
CNR-Fondazione per i problemi montani dell’arco
alpino. Tip Ramponi, Sondrio, 174 pp. mente a partire dalle pendici del Monte cedenti l’evento. L’ipotesi più autorevole
Scaramellini G., Kahl G., Falappi G.P. (1988) – La Conto, appartenente al massiccio Pizzo (Pozzi & Sfondrini, 1972, pag. 46; Archi-
frana di Piuro del 1618. Storia e immagini di una Grillo-Corna Garzone, che – oltre ad es- vio AVI, record n. 1200924) è perciò che
rovina. Associazione italo-svizzera per gli scavi di
Piuro, Sondrio. sere stato interessato in passato, a più la frana abbia coinvolto 1) una porzio-
basse quote, da una rete di gallerie per ne corticale di versante (forse interessa-
la coltivazione della pietra ollare – tut- ta dagli scavi estrattivi anzidetti) e 2)
tora presenta un andamento assai acci- la soprastante coltre detritica di origine
dentato e conserva alcune delle princi- glaciale: entrambi gli elementi saturati
pali evidenze morfologiche diagnostiche in acqua e quindi in condizioni di equi-
dell’instabilità di versante: successioni librio limite. Lo scenario potrebbe esse-
irregolari di selle e scarpate, contropen- re stato aggravato dal cedimento di una
denze morfologiche, grandi accumuli di morena che sbarrava il laghetto del Gril-
detrito sciolto, impluvi rettilinei che de- lo, alla sommità del Monte Conto (Sca-
limitano blandi displuvi linguoidi. Que- ramellini et al., 1988).
ste caratteristiche potrebbero far pen- Gli scavi nell’aria di frana hanno per-
sare che la frana avvenne in risposta a messo il rinvenimento di monete e armi
distacchi catastrofici di ingenti volumi conservate presso il Museo degli Scavi
di roccia, che poi sarebbero precipitati, di Piuro (patrocinato da un’associazio-
come un flusso granulare ad alta densi- ne italo-svizzera e facente parte del Mu-
tà (rock avalanche - valanga di roccia), seo della Valchiavenna), che si può vi-
verso il fondovalle. Tuttavia il model- sitare su richiesta, previo accordo con
lo contrasta con due aspetti essenzia- il Municipio.

ACQUA FORTE di MERIAN MATTHAEUS


Pubblicata a Francoforte per la prima
volta nel suo “Theatrum Europaeum” nel
1635 (collezione G.Lisignoli Piuro) con la
rappresentazione di Piuro prima e dopo la
frana che distrusse il borgo

40 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 41


8 Lotteno Le pegmatiti sono un tipo petrografico
Prata Camportaccio

Motivo di interesse particolarmente amato dai collezionisti


scientifico primario: di minerali per la varietà, l’abbondanza
petrografico e la regolarità nella conformazione cri-
Motivi secondari: stallina dei minerali che le costituisco-
mineralogico no. Veri e propri “campionari naturali”
di Roma accertò che era stata rinvenu-
geomorfologico di minerali rari e/o ben formati, le peg-
ta una specie nuova al mondo, poi ap-
matiti devono le loro caratteristiche alle
Livello di interesse provata dall’IMA come nuova specie nel
condizioni fisico-chimiche che accom-
1983 con il nome di chiavennite. Il mi-
pagnano la loro formazione. Esse trag-
nerale, rarissimo nelle Alpi, è un silica-
gono infatti origine dalla solidificazio-
to di calcio, manganese e berillio, con
ne di magmi residuali di temperatura
acqua e ossidrili, che si presenta in sot-
relativamente bassa, arricchiti in fluidi
Accessibilità tili cristalli tabulari esagonali, trasluci-
ed elementi incompatibili – ossia, che
di e facilmente sfaldabili fino a 2 mm di
durante la cristallizzazione del magma
diametro, riuniti in aggregati irregola-
tendono a concentrarsi nel fuso. Soprat-
Valore estetico ri. Talvolta costituisce strutture a feltro
tutto nei magmi acidi, l’abbondanza di
che rimpiazzano più o meno profonda-
fluidi (per lo più vapor d’acqua e ani-
mente cristalli di berillo alterati.
dride carbonica) durante le ultime tap-
Rischio di compromissione Non ultimo motivo di interesse, la mag-
pe della cristallizzazione conferisce ele-
gior resistenza dei litotipi pegmatitici
vata mobilità agli ioni necessari per la
rispetto alle ultramafiti incassanti de-
costruzione dei reticoli cristallini, men- Quella del Sasso Bianco
di Lotteno è una storica termina la formazione di falesie subver-
tre i tempi - relativamente lunghi - di
palestra di arrampicata, ticali, altre fino ad alcuni metri, che ben
raffreddamento facilitano la loro accre- oggi meno di moda di un si prestano all’arrampicata sportiva.
zione agli originari nuclei di cristalliz- tempo perché presenta
zazione. In questo modo, minerali mol- placche di aderenza, un
genere ormai soppiantato
to abbondanti nelle rocce crostali, ma dall’arrampicata in
in genere presenti in individui di dimen- strapiombo
sioni millimetriche (es. feldspati), pos-
In basso: un netto
sono raggiungere dimensioni anche me-
contrasto morfologico e
triche; la concentrazione nei fluidi di cromatico accompagna
ioni incompatibili quali rubidio, cesio, il contatto tra il filone e
l’incassante
berillio, boro, fluoro e terre rare favo-
risce la crescita di minerali altrimenti In alto: aspetto
piuttosto rari (es. berillo, tormalina) o macroscopico della
comuni, ma non con tale abbondanza o “Pegmatite di Lotteno”
uraninite, gahnite, bertrandite, baveni-
di tali dimensioni (es. ortoclasio, mu- te, milarite, aeschynite, uranmicrolite e In basso: chiavennite
scovite). chiavennite. Il campo filoniano interes-
Le “Pegmatiti di Lotteno” sono un im- sa prevalentemente la destra idrografi-
portante sistema di filoni ad andamen- ca della Val Schiesone, ma è ben visibile
to pressoché orizzontale, che tagliano i anche a Nord del displuvio, dove un ca-
corpi di rocce mafiche-ultramafiche del nalone di frana sbocca presso la frazio-
“Complesso ofiolitico di Chiavenna”. Si ne Tanno di Chiavenna (località-tipo per
tratta in realtà di apliti e micrograniti la chiavennite).
cui si associano, con minor frequenza, E’ proprio in quest’area, infatti, che tra
filoni a struttura pegmatitica. Le peg- il 1978 e il ‘79 furono rinvenuti alcu-
matiti presentano una comune strut- ni frammenti di una insolita pegmati-
tura cristallina dominata dal feldspato te solcata da una serie di cavità len-
potassico, di colore bianco latteo, e da ticolari, rivestite da nitidi cristalli. Su
aggregati fibroso-raggiati (“arborescen- alcuni campioni venne osservata la pre-
ti”) di mica. I minerali accessori presen- senza di esili lamelle da rosso arancio
ti nelle pegmatiti comprendono berillo vivo a giallo, con caratteri non attribu-
Tazzoli V. , Domeneghetti M.C., Mazzi F. & Can-
nillo E. (1995) - The crystal structure of chiavennite.
(anche nella varietà acquamarina), gra- ibili ad alcun minerale conosciuto. Il
European Journal of Mineralogy 7, 1339-1344. nato e rari accessori tra cui columbite, Prof. Annibale Mottana dell’Università

42 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 43


9 Solco Novate Mezzola

della Val Piana

La presente proposta di itinerario geo-


Motivo di interesse turistico riguarda la Val Codera, raggiun-
scientifico primario: gibile dalla frazione Mezzolpiano di No-
mineralogico vate Mezzola, al termine della strada
Motivi secondari: che si stacca dalla Statale 36 risalendo
strutturale la conoide (segnalata dalle indicazioni
geomorfologico su convenzionali cartelli turistici). Ubi-
paesistico cata presso il margine meridionale del
massiccio delle Alpi Centrali, pochi km
Livello di interesse
a Nord della faglia principale della ca-
tena alpina (Lineamento Periadriatico),
questo luogo espone in splendide condi-
zioni di affioramento uno dei più famo-
si massicci granitici di età alpina, il Plu- In alto a sinistra: Solco
Accessibilità
tone di Val Masino-Bregaglia, ed alcune della Val Piana
peculiarità geologiche. Queste ne inco-
In bassso a sinistra:
raggiano la visita, nonostante la diffici- Yugawaralite
Valore estetico le accessibilità conseguente alla morfo-
logia di valle glaciale sospesa, ove non In alto a destra: il ponte
lungo il sentiero che porta
esiste attualmente alcuna strada d’ac-
a Codera
cesso: già dai primi passi si fa infatti co-
noscenza con sentieri molto ripidi e a In basso a destra: le Saline
Sopra: da segnalare anche
zig-zag su pendii scoscesi spesso lastri-
i ritrovamenti archeologici
cati con lunghe gradinate di granito. La di età paleolitica recente
Val Codera, nel suo medio corso, è attra-
versata da un evidente lineamento mor- A sinistra: suggestivi
scenari alpini e la presenza
fologico-strutturale che si sviluppa per di motivi di interesse
oltre 20 km di lunghezza, tra il versan- ambientale piuttosto
te sinistro idrografico della Val Bregaglia
Sotto: variegati hanno
e la Val Masino, in corrispondenza delle fatto sì che gran parte
celebri sorgenti termali ed oltre, fin ver- dell’ambiente estreno
so lo sbocco di quest’ultima nella Val- interesse ambientale
piuttosto
tellina. Il segmento di maggior evidenza
morfologica corrisponde ad una latera- terazione idrotermale con formazione di lizzazioni ed il loro contesto geologi-
le destra, che si sviluppa come uno dei minerali argillosi e zeoliti (stilbite-Ca, co-strutturale appaiono in buon accordo
più impressionanti canyon delle Alpi Re- cabasite-Ca, laumontite e yugawaralite). con il significato, attribuito alla Linea
AA. VV. (1997) - Val Codera montagna per tut- tiche: la Val Piana. Tale sottobacino cor- La presenza dell’ultima specie citata, de- della Forcola, di faglia di denudamento
te le stagioni. Guide Natura n. 5, 112, Lyasis Ed.,
Stampa Polaris, Sondrio.
risponde ad un solco di erosione acce- cisamente rara, è al momento esclusiva tettonico. Le aperture prodotte da que-
Bedogné F., Montrasio A. & Sciesa E. (1993) - I
lerata, impostato lungo un lineamento in tutto l’arco alpino. Secondo gli stu- sto tipo di faglie possono facilmente in-
minerali della provincia di Sondrio. Val Malenco. fragile orientato circa NO-SE (denomi- di sperimentali, disponibili in letteratu- terferire con sistemi profondi di circo-
275, Tipografia Bettini, Sondrio.
nato Linea della Val Piana). Quest’ulti- ra ed effettuati sui campi di esistenza lazione idrica: lo stesso processo e tipo
Bonacossa A. & Rossi G. (1977) - Guida dei Mon-
ti d’Italia: Masino, Bregaglia, Disgrazia. Vol. I, 400
mo appartiene ad un sistema dovuto ad dei minerali di alterazione idroterma- di mineralizzazioni si osservano anche
pp., CAI-TCI, Milano. estensione e/o transtensione (apertura, le, le paragenesi mineralogiche trovate presso le fratture connesse alla Linea del
De Michele V. (1974) - Val Codera. In: Guida più o meno combinata con movimenti di in Val Piana indicano condizioni di for- Sempione (corrispettivo della Linea della
mineralogica d’Italia. Ed. De Agostini, Vol. 1,
110-113, Novara.
scorrimento orizzontale), dominato dal- mazione a profondità di poche centinaia Forcola, al margine occidentale del Duo-
Ghizzoni S. & Mazzoleni G. (2005) - Itinerari mi-
la Linea della Forcola. Tale sistema è lo- di metri e temperature variabili tra circa mo Lepontino). Questo itinerario, fatico-
neralogici in Val Codera. Geol. Insubr., 316, Tipo- calmente intersecato da fratture più re- 130 e 200 °C. Tali temperature testimo- so ma prodigo di soddisfazioni, è consi-
grafia Bettini, Sondrio.
centi, orientate circa N-S. Ad entrambi i niano l’esistenza di un campo geotermi- gliabile ad escursionisti con un minimo
Guastoni A. (1998) - Yugawaralite della Val Co-
dera. Riv. Miner. Ital. 2, 59-60, Stampa tipografica
sistemi sono associate fasce di rocce ca- co fossile, messo in luce dall’erosione. di pratica di montagna, discreto allena-
Milanese, Milano. taclastiche, interessate da un’intensa al- L’ambiente di formazione delle minera- mento fisico e abbigliamento adeguato.

44 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 45


10 Cave di Riva Sopra Novate Mezzola, paese posto
Novate Mezzola

Motivo di interesse all’imbocco della Valchiavenna, la cor-


scientifico primario: nice di un fitto bosco di castagni lascia
petrografico ben presto il posto a quella più seve-
Motivi secondari: ra della nuda roccia, il granito che, in
strutturale questa zona, l’uomo ha piegato al suo
mineralogico servizio: si tratta, infatti, del San Fe-
geomorfologico delino, qualità pregiata che ha determi-
nato, in passato, l’apertura di numerose
Livello di interesse
cave. Il sentiero che sale in Val Code-
ra è qui scavato proprio nel granito, e
solo così può scavalcare la forra termi-
nale della valle, che precipita, selvag-
gia, per circa 300 metri, sul fondo del
Accessibilità
Torrente Codera.
La presenza di litologie granitiche ha
conferito ai versanti montuosi un’asprez-
Valore estetico za e un’acclività insoliti anche per lo
standard valtellinese. Una tale energia
di rilievo determina una condizione di
Rischio di compromissione
rischio diffuso rispetto a fenomeni di
crollo e scivolamento in roccia, motivo
per cui è stata cura della Regione Lom- In alto a sinistra: la cava
bardia eseguire una valutazione della di Riva sopra l’abitato di
Novate Mezzola vista dalla
pericolosità del territorio anche attra- Val Codera
verso modellazioni tridimensionali dei
versanti, che permettono – ad esempio In basso a sinistra: massi
granitici attraversati da
– di applicare modelli matematici di si- sciami di filoni aplitici
mulazione di caduta massi, o di eviden-
ziare settori particolarmente critici sui A destra: studio
morfometrico sull’area
quali è prioritario effettuare interventi delle Cave di Riva tramite
di mitigazione del rischio. DTM
Le cave di Riva rappresentano un’area
In basso a destra: lembi
estrattiva oggi in fase di ridotta atti- Questo carattere mineralogico è un in- di ultramafite incassante,
vità, ma rimangono un sito privilegiato dicatore dell’eccesso di alluminio ri- inglobati nel granito
per l’osservazione del Granito di San Fe- spetto ad un granito comune (granito di
delino (Novate Granit) ed i suoi rappor- tipo A, dove “A” sta per “Andino”), fat-
ti con l’incassante. La località presen- tore che a sua volta indica una probabi-
ta un notevole interesse petrologico e le origine del fuso per anatessi crostale
mineralogico, in quanto sono stati stu- (tipica dei graniti di tipo S, dove “S” sta
diati i processi metasomatici legati alla per “sedimentario”, dei quali il San Fe-
trasformazione di rocce ultrafemiche a delino è considerato un esempio tipico).
composizione peridotitica. Tali processi L’eccezionale omogeneità del granito in
hanno originato aggregati fibrosi grigio- gran parte della sua area di affioramento
verdi di antofillite, un minerale apparte- ne ha fatto uno standard internaziona-
nente alla famiglia degli anfiboli (Calle- le, adottata in molti laboratori di scien-
gari & Monese 1961). za dei materiali in Italia e all’estero, per
In affioramento, il Granito di San Fe- misurare il cosiddetto coefficiente rela-
delino si presenta con la sua caratte- tivo di abrasione in condizioni di usura
ristica struttura olocristallina minuta e per attrito radente. Solo in prossimità
Callegari E. & Monese A. (1961) - Studio pe-
compatta: si distingue da molti altri in- dell’incassante, il granito rivela volubi-
trogenetico dei bordi di reazione metamorfico- trusivi alpini per la coesistenza di ab- li giochi di intersezione con filoni bian-
metasomatici attorno a lenti ultrafemiche incluse bondanti biotite e muscovite, da cui la
nel granito di S. Fedelino. Rend. Soc. Min. It. 17,
chissimi di aplite, o ingloba inclusi ul-
147-192. definizione di “granito a due miche”. tramafici di colore scuro.

46 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 47


11 San Giorgio Novate Mezzola
Le pendici occidentali del grande pluto- di Cola che sorge invisibile sul sommo ro Tracciolino.
Motivo di interesse ne del Masino-Bregaglia sono incise da della rupe. Tagliato a mezza costa ad una quota co-
scientifico primario: due imponenti solchi vallivi che, in di- I motivi di interesse del sito, che ripaga stante di circa 915 m s.l.m., il Traccio-
mineralogico rezione NE-SO, scendono dal cuore del ampiamente la salita a tratti faticosa, lino è stato realizzato negli anni ’30 del
Motivi secondari: gruppo raggiungendo le rive del Lago sono molteplici, a cominciare dall’aspet- XX Secolo come comunicazione di servi-
paesistico di Novate Mezzola. Le due valli hanno to architettonico ed etnografico: a un zio per gli impianti idroelettrici in Val-
paleoantropologico un decorso quasi parallelo, ma si diffe- passato remoto, testimoniato dall’orga- le dei Ratti e Val Codera. Le condizioni
renziano notevolmente soprattutto per nizzazione edilizia e, in forme più mi- di affioramento pressoché continue, as-
Livello di interesse
quanto riguarda l’ambiente naturale. A steriose e suggestive, dai massi avelli, sieme alle caratteristiche di lungo ed ar-
Sud la lunga e verdeggiante Valle dei si sovrappone bizzarramente una moder- ticolato belvedere sospeso sul Piano di
Ratti offre vasti panorami ricchi di bo- nità rappresentata dalla fermata dell’eli- Chiavenna, favoriscono l’osservazione
schi e pascoli. Poco più a Nord, invece, cottero di linea nella piazza principale! degli aspetti geologici e geomorfologici
nella interminabile Val Codera, roccia e San Giorgio è anche sito di interesse ge- più rappresentativi di questa regione.
Accessibilità
vegetazione sembrano divedersi equa- omorfologico, in quanto punto panora- Lungo le pareti rocciose tagliate dal
mente gli spazi. L’imbocco della valle mico di prim’ordine sulla bassa Valchia- Tracciolino presso San Giorgio affiora-
è costituito da una profondissima for- venna ed in particolare sulla riserva no lenti di calcefiri, nelle quali sono
Valore estetico ra scavata da torrente nel granito vivo, naturale Pian di Spagna e Lago di Mez- presenti cristalli pluricentimetrici idio-
con pareti alte alcune centinaia di me- zola; assume una notevole importanza morfi di grossularia (un granato ricco di
tri. Da qui, all’altezza della località nota dal punto di vista mineralogico e pe- calcio e alluminio) con abito rombodo-
Rischio di compromissione come “i Barach”, raggiungibile in auto trografico, anche in quanto sede stori- decaedrico e colore aranciato, immer-
da Novate Mezzola, parte una stradina ca di attività di cava del granito (illu- si nella calcite oppure nel quarzo vitreo In alto: scorcio del
suggestivo sentiero che
che costeggia il torrente e che in po- strata nelle strutture museali di Novate bianco, associati talora a diopside e conduce a San Giorgio.
chi minuti porta all’imbocco del sentie- Mezzola e frazioni); infine, rappresenta spinello in cristalli neri ottaedrici (Re-
ro per il piccolo villaggio di San Giorgio un punto di sosta ideale lungo il Sentie- possi, 1917). Sotto: il piccolo villaggio
di San Giorgio sorge
invisibile in una splendida
conca verde

A sinistra: l’avello di
San Giorgio è il segno
dell’antica colonizzazione
della parte iniziale della
Val Codera

Sopra:
Grossularia
presente nei
calcefiri di
San Giorgio

A sinstra:
spinello

Repossi E. (1917) - La bassa valle della Mera, stu-


di petrografici e geologici. Mem. Soc. Geol. It., 8,
(I-II), 1-186, Roma.

48 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 49


12 Cava di Fornaci Dubino

di
Nuova Olonio
L’abitato di Nuova Olonio sorge sul- scala del versante è notevole: la faglia
Motivo di interesse la statale 36 all’imbocco della Valchia- presenta un decorso parallelo al fondo-
scientifico primario: venna. Qui sono di notevole interesse valle, circa 500 m al di sopra della quo-
geologia strutturale le pareti di una cava solitaria e ormai ta media della piana alluvionale dell’Ad-
Motivi secondari: in disuso realizzata per l’estrazione di da, e la sua intersezione con il versante
stratigrafico pietra da calce. Si possono osservare af- è delineata da un allineamento di selle e
geominerario fiorare estesamente dolomie compatte, contropendenze, da considerare inattive
geomorfologico di aspetto granuloso o brecciate, di co- e legate esclusivamente all’erosione dif-
lore grigio chiaro; più raramente di co- ferenziale dei litotipi cataclasati lungo
Livello di interesse
lore grigio scuro, a tessitura minuta e lo specchio di faglia.
omogenea, che solo all’esame microsco-
pico rivelano la presenza di piccole ca-
vità riempite da minerali secondari. È
frequente una minuta dispersione di cri-
Accessibilità
stalli maggiori di un millimetro di piri-
te ossidata. L’ammasso roccioso si pre-
senta attraversato da numerosi sistemi
Valore estetico di frattura, alcune delle quali riempite
da vene di alabastro. La giacitura de-
gli strati, riconoscibile solo sul lato
Rischio di compromissione
Nord della cava, è sottolineata da giunti
millimetrici di pelite rossastra: gli stra-
ti, decimetrici e planari, immergono ri-
pidamente verso Nord e sono deformati A sinistra: la cava di
Fornaci sopra l’abitato di
da un minimo piegamento. La giacitura Nuova Olonio.
concorda con l’andamento generale del-
la stratificazione nell’intero lembo sedi- In basso: vista panoramica
della cava: nella
mentario di Dubino-Nuova Olonio, che morfologia del versante
mediamente immerge verso Nord con si evidenzia (a destra)
inclinazione prossima ai 70°. Per pura fismo alpino), il contatto tra il lembo il piano di discontinuità

SUDALPINO
rappresentato dalla Linea DOLOMIA PRINCIPALE (NORICO)
analogia litologica l’affioramento è at- sedimentario di Dubino-Nuova Olonio - Insubrica. SUCCESSIONE INFRA-E
tribuito alla Dolomia Principale (v. car- non metamorfosato durante l’Orogene- MEDIO-TRIASSICA INDIFFERENZIATA
ta geologica), ma in assenza di qualsia- si Alpina - e le metamorfiti dell’Austro- SUCCESSIONE PERMIANA (?)
DI DUBINO
si riscontro paleontologico conclusivo; alpino Superiore, è interpretato come
l’espressione in affioramento del Linea- UNITA’ METAMORFICHE
l’attribuzione tiene conto soprattut- AUSTROALPINE
to della vasta distribuzione areale della mento Periadriatico (“Linea Insubrica” o
LINEAMENTO PERIADRIATICO
Dolomia Principale nei domini Sudalpi- “Linea del Tonale”), la più importante (“LINEA INSUBRICA”)
no e Austroalpino. Muovendo dalla cava faglia regionale che attraversa il tratto
verso Nord per circa 50 m, in un picco- italiano dell’arco alpino. La faglia giu-
lo solco percorso dalle acque di scorri- stappone il Dominio Sudalpino, non me-
mento (impluvio) che ne biseca due più tamorfosato - se non a bassissimo grado
grandi, si osserva il limite tra le suddet- - durante l’Orogenesi Alpina, con le uni-
te dolomie e metamorfiti alpine, ricche tà pennidiche e austroalpine, che invece
di biotite, staurolite e granato, attribu- registrano un metamorfismo alpino fino
ibili agli “Scisti del Tonale”, Austroalpi- alla facies eclogitica (Falda Adula). Alla
no Superiore. Dal momento che le meta- faglia sarebbero associati rigetti pluri-
morfiti a Sud delle dolomie presentano chilometrici sia in senso verticale, con
un’evoluzione metamorfica del tutto di- risalita relativa del blocco settentrio-
versa (picco di metamorfismo varisico nale, sia in senso trascorrente destro.
in facies anfibolitica, anchimetamor- L’evidenza morfologica della faglia alla

50 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 51


13 Pian Dubino - Piantedo

di
Spagna
Piano presso la confluenza dei fiumi
Motivo di interesse Adda e Mera, costituito prevalentemen-
scientifico primario: te ed in superficie dai sedimenti allu-
geomorfologico vionali deposti da entrambi. Attualmen-
Motivi secondari: te il delta sviluppatosi principalmente
sedimentologico lungo la direttrice Est-Ovest del Fiume
naturalistico Adda separa, di fatto, il Lago di Como
paesistico dal Lago di Novate Mezzola: tuttavia, in
un passato nemmeno troppo remoto, la
Livello di interesse
situazione geografica era ben diversa,
con un Pian di Spagna molto meno svi-
luppato (per cui più arretrato verso Est)
e con i due laghi in sostanziale con-
tinuità. Inoltre, la propaggine setten-
Accessibilità
trionale del bacino lacustre si spinge-
va talmente a Nord da inglobare l’area
dell’attuale “Pozzo di Riva”, sotto l’abi-
Valore estetico tato di Novate, e lambire l’abitato di In alto a sinistra: il Pian di
Spagna visto da Dascio,
Samolaco, che deve il suo nome alla grazioso borgo che si
locuzione latina summus lacus (“cima trova sulle rive di una
Rischio di compromissione diramazione meridionale
del lago”). Attualmente il ruolo è sta-
del lago di Mezzola
to “usurpato” (peraltro a buon diritto,
vista l’evoluzione morfologica che i luo- In alto a destra: le
ghi hanno subito nel frattempo) da Co- propaggini settentrionali
del Pian di Spagna viste
Altri vincoli che insistono lico, il cui nome sembra richiamarsi al dalla Valle dei Ratti
nell’area: dialetto lombardo (co’ del lac) più che Speciale nell’ambito della Rete Natura
Riserva naturale al latino. 2000 (IT 2040022). Il paesaggio vege- In basso: il Pian di Spagna
Pian di Spagna (SIC-ZPS) Lo scenario di un Lago di Como esteso tale è dominato da canneti a cannuccia
visto dal Monte Combana

sino a Samolaco è documentato anche di palude; si segnalano inoltre boschi


dalla cartografia storica, dove il Lago di misti di latifoglie, ampie zone agrico-
Mezzola appare ancora privo di identi- le adibite a pascolo o appezzamenti a
tà separata nonostante esistesse già il mais. Il vero patrimonio della Riserva è,
forte spagnolo di Fuentes, seicentesco. però, costituito dall’avifauna, sia nidi-
Non sfugge all’osservatore attento come ficante sia, soprattutto, migratoria. Fra
l’area conservi traccia della dominazio- migratori e stanziali sono stati osservati
ne spagnola sotto forma di una teoria uccelli appartenenti a 200 specie diver-
di toponimi riconoscibilissimi: oltre agli se, delle quali 24 acquatiche.
ovvi Pian di Spagna e Fuentes, vale la Rispetto al perimetro della ZPS, che tu-
pena di ricordare come in carte pre-sei- tela il sistema lacustre e la piana alla
centesche il toponimo di Verceia si scri- base delle pareti che la cingono, è op-
vesse “Vercella”, e sia stato presumibil- portuno che il geosito includa anche i
mente storpiato a causa della pronuncia rilievi a Ovest del lago, alle pendici del
della “ll” spagnola. Monte Berlinghera, ed un limitato set-
Per i suoi caratteri di naturalità floristica tore a Sud dell’Adda. In particolare, in-
e faunistica, l’area del Pian di Spagna è cludendo il Piano di Còlico, con i rilie-
stata anche individuata come zona umi- vi del Montecchio Nord e Monteggiolo,
da di interesse internazionale ai sensi dove affiorano miloniti insubriche, il ge-
Agostoni S., Laffi R. & Sciesa E. (1997) – Centri della Convenzione di Ramsar, come Ri- osito offrirebbe numerosi aspetti d’inte-
Abitati Instabili della Provincia di Sondrio. Pubbl.
CNR-GNDCI 1580, Arti Grafiche Vertemati, Vimer-
serva Naturale regionale (d.c.r. 1913 del resse geomorfologico e petrografico, un
cate, 59 pp. + 86 schede. 19/12/1984) e come Zona a Protezione percorso culturale quale la “Via Franci-

52 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 53


13
A sinistra: dal Pian di
Spagna la visione sullo
sbocco della Val Codera e
della Valle dei Ratti. In alto
spicca (a destra nella foto)
il quadrangolare massiccio
del Sasso Manduino

A destra: l’insenatura di
Dascio

In basso a sinistra: cartina


“storica” della Valtellina,
dove si vede un Pian di
Spagna ben più piccolo
in un periodo in cui già
esisteva il forte spagnolo
di Fuentes

In basso a destra: la foce


della Mera

sca” e, all’estremità meridionale, il sito to franoso e sostituito da Nuova Olo-


storico del Forte di Fuentes, sulla som- nio: Agostoni et al., 1997), oggetto di
mità del Monteggiolo: entrambi sono, ricerche archeologiche e preziosa testi-
tra l’altro, eccellenti punti panoramici. monianza del rapporto tra l’uomo ed i
A meno di un km dal Forte, in direzio- processi di dinamica fluviale, nel setto-
ne Est presso l’attuale centro abitato di re della confluenza Mera/Adda.
S. Agata, si trovava l’insediamento pre- Anche l’insediamento dei Crotti di Vico
romano di Aneunia, in seguito Olonium (Verceia), in un contesto morfologico
(infine Olonio, centro abitato definiti- unico in Valchiavenna, meriterebbe tu-
vamente distrutto nel 1443 da un even- tela come luogo d’interesse etnografico.

54 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 55


14 Lago Gerola Alta

di
Trona
Il sito paleontologico è ubicato alla te-
stata della valle di Trona, in Valgerola,
pochi metri al di sotto della linea di cre-
sta che corre dal Pizzo di Trona - il qua-
le emerge dalle acque del Lago Rotondo,
Motivo di interesse residuo delle grandi glaciazioni quater-
scientifico primario: narie che si caratterizza per non avere
paleontologico immissari visibili e neppure si notano
ghiacciai che lo alimentano - al Passo
Motivi secondari:
Bocca di Trona, ad Est della Cima di Gia-
stratigrafico
rolo (2344 m). La strada che porta in
sedimentologico
Valgerola, la provinciale 405, percorre
Livello di interesse il versante occidentale della stessa ini-
ziando da Morbegno e passando per nu-
merosi paesi aggrappati ai ripidi fianchi
della montagna: Rasura, Pedesina, Ge-
rola Alta sono i più importanti, fino ad
Accessibilità arrivare a Pescegallo. Lasciate le auto
presso il piazzale della seggiovia di Pe-
scegallo, si imbocca un sentiero che si
Valore estetico inerpica lungo un itinerario molto sug-
gestivo tra le aspre architetture della
testata della Valgerola, in un ambiente
Rischio di compromissione decisamente solitario e selvaggio, sino
ad arrivare al sito in oggetto, costitui-
to da un unico livello di argilloscisti gri-
gio-nerastri, potente circa una trentina
Altri vincoli che insistono di centimetri e con immersione a SE, un
nell’area: antico canale da sabbioso a siltoso.
Parco delle Orobie Tale livello, a forma di lente, è esposto
Valtellinesi per qualche decina di metri quadrati e In alto: lo splendido
risulta intercalato tra due banchi metri- Lago Zancone dalle
ci di arenarie grossolane grigio-noccio- verdi acque
la chiaro. L’alternanza argilloscisti-are-
In basso: le aspre
narie si ripete per molte decine di metri forme del Pizzo di
sia a letto che a tetto del livello fossili- Trona sovrastano
l’omonimo lago

A destra: Cassinisia
orobica, olotipo

Il comodo sentiero
che conduce sulle
sponde del Lago di
Trona

56 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 57


14

Sullo sfondo la testata


della Valle di Trona,
dove è ubicato il sito
paleontologico

Il Lago Rotondo, autentica


gemma della desolata conca
che lo circonda. Il lago si
A sinistra: ricostruzione caratterizza per non avere
di Cassinisia orobica (da immissari visibili
Kerp et al., 1996)

A destra: esemplari
di Cassinisia orobica
custoditi presso il
Museo di Morbegno
(ritrovamento: G.Perego)

fero; lo spessore degli argilloscisti risul-


ta mediamente ridotto a qualche centi-
metro.
Gli schemi dei rapporti stratigrafici fra le
unità permiane nell’area indicano il ri-
entro, a più livelli dei conoidi alluviona-
li, del Conglomerato del Ponteranica nei sentare tracce di usura per trascinamen- cotti” calcarei grigio-nerastri, che altro
bacini lacustri della Formazione di Collio to o rotolamento. Contrariamente alla non sono che strutture stromatolitiche,
s.s.. Di tale rapporto è visibile un esem- conservazione bidimensionale per com- ovvero di origine fossile, di dimensio-
pio lungo la dorsale a ONO dell’affiora- pressione di tutti i macroresti vegeta- ni variabili tra 5 e 20 cm. La modalità
mento fossilifero. Entro una di queste li sinora ritrovati nella Fm. di Collio s.l., di fossilizzazione è unica ed è stata stu-
modalità di deposizione dei sedimenti, e presenti anche in alta Val Gerola, i re- diata da Freytet et al. (1996).
Freytet P., Kerp H. & Broutin J. (1996): Permian
che si realizza quando in tempi succes- sti di C. orobica sono modelli tridimen- Tali resti vegetali appartengono sicura- freshwater stromatolites associated with the coni-
sivi si depongono corpi sedimentari par- sionali, apparentemente non deformati, mente ad una conifera di età permiana, fer shoots Cassinisia orobica Kerp et al. - a very
peculiar type of fossilization. - Rev. Palaeobot. Paly-
zialmente sovrapposti in posizione sem- costituiti da siltiti grigiastre, a cemen- ma per le peculiari caratteristiche mor- nol., 91: 85-105.
pre più lontana rispetto alla sorgente to carbonatico, e/o sparite. Tali modelli, fologiche non hanno trovato collocazio- Kerp H., Penati F., Brambilla G., Clement-We-
dei sedimenti stessi, si rinvengono i re- privi di strutture organiche, corrispon- ne in alcun taxon di quelli tardopale- sterhof J.A. & Van Bergen P.F. (1996): Aspects of
Permian palaeobotany and palynology. XVI. Three-
sti fossili di Cassinisia orobica. dono quasi unicamente a porzioni termi- ozoici conosciuti. Pertanto, sono stati dimensionally preserved stromatolite-incrusted
I fossili si ritrovano caoticamente dispo- nali di assi vegetativi (anche ramificati) proposti un genere ed una specie nuovi: conifers from the Permian of the western Orobic
e sono contenuti in voluminosi “mani- Alps (northern Italy). - Rev. Palaeobot. Palynol. 91:
sti e tra loro ammassati senza però pre- Cassinisia orobica Kerp et al., 1996. 63-85.

58 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 59


15 Conoide Talamona

del
Tartano
Il Torrente Tartano nasce dalla confluen-
Motivo di interesse za dei torrenti di Val Corta e Val Lun-
scientifico primario: ga in Val Tartano: con una corsa com-
geomorfologico plessiva di 14 chilometri, distribuita
Motivi secondari: su 1835 metri di dislivello, il torrente
sedimentologico si getta nella piana di fondovalle con-
fluendo nell’Adda poco a monte dell’abi-
Livello di interesse
tato di Talamona, fiorente paese della
Bassa Valtellina lambito dalla statate 38
dello Stelvio.
La conoide che il torrente forma al suo
sbocco nella piana, in corrisponden-
Accessibilità za dell’improvvisa diminuzione di pen-
denza, è unica in Valtellina non tanto
per le sue dimensioni, non ecceziona-
Valore estetico li con i suoi 190 ha = 1.9 km2, o per
la sua simmetria, non perfetta, quanto
per il suo elevatissimo grado di attività
Rischio di compromissione recente: la granulometria ciclopica dei A sinistra: l’estesa conoide
detriti, l’ampiezza dei canali distributo- del Tartano è uno dei
ri attivi e la discontinuità della coper- migliori esempi di conoide
valliva attiva nell’intero
tura vegetale ne fanno uno dei miglio- arco alpino
ri esempi di conoide valliva attiva non
solo in Lombardia, ma nell’intero arco In alto a destra:
un’immagine della conoide
alpino. L’ultima fase di attività paros-
durante l’alluvione del
sistica della conoide ha coinciso con 1987
l’evento alluvionale del 1987, quando il
considerevole trasporto solido ha pro- In basso a destra: la
conoide visto dalla Colmen
vocato un innalzamento generalizzato di Dazio
(aggradazione) della conoide. In segui-
to all’evento sono stati realizzati inter- li che si accavallano l’uno sull’altro nel In basso a sinistra:
embricazioni da corrente
venti di sistemazione idraulica. Alcuni verso della corrente e, in rari casi, veri e nei ciottoli che riempiono i
spaccati, artificiali e naturali, consento- propri “depositi setaccio”, barre di bloc- canali attivi
no di effettuare interessanti osservazio- chi grossolani che hanno trattenuto ac-
ni sedimentologiche sull’architettura del cumuli di ghiaia più fine, impedendone
deposito. In rari casi è possibile ricono- il deflusso.
scere un’alternanza di ghiaie grossolane Dal punto di vista naturalistico-ambien-
e angolose, relativamente pulite data la tale l’area presenta particolare interes-
scarsità di matrice limoso-sabbiosa, e di se per la vegetazione forestale presente
sabbie ciottolose con rozze laminazio- sulla conoide. I successivi spostamen-
ni parallele; questi sedimenti si organiz- ti a “tergicristallo” dell’alveo attivo del
zano, più che in strati regolari, in len- torrente Tartano nel corso degli anni,
ti grossolane, compatibilmente con una hanno favorito la coesistenza di forma-
dinamica alluvionale di alta energia do- zioni forestali a diverso grado di evolu-
minata dai processi di trasporto in mas- zione, in genere sviluppate su suoli di
sa e flusso granulare. Sia in depositi re- spessore esiguo.
lativamente antichi, esposti in spaccati WWF-Italia nel 1997, per le peculiari-
trasversali, sia in depositi recentissimi tà ambientali del sito, ha proposto che
esposti a piano campagna, è possibi- esso venga tutelato come Parco Sovra-
le apprezzare l’embricazione dei ciotto- comunale.

60 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 61


16 Val di Mello Val Masino

e
Sasso di Remenno A sinistra: spaccato della
splendida Val di Mello e del
Monte Disgrazia

A destra: arrampicata sulla


via Luna Nascente con vista
Una delle più classiche e belle gite che su Cascina Piana
Motivo di interesse si possono fare in Valtellina, parten-
scientifico primario: do da San Martino in Val Masino lungo In basso un momento
geomorfologico della manifestazione
la provinciale n. 404 che si stacca dal- di Melloblocco, raduno
Motivi secondari: la statale 38 all’altezza di Ardenno, è internazionale dei “sassisti”.
petrografico quella che percorre la Val di Mello attra- La natura litologica della
zona, caratterizzata da una
sedimentologico verso uno degli angoli più spettacolari roccia molto compatta ed
paesistico di tutte le Alpi. La gita è di quelle “tut- idonea all’arrampicata in
to riposo” adatte a comitive numerose e aderenza, fanno della Val di
Livello di interesse Mello una delle destinazioni
a famiglie. La Val di Mello è interamente
più affascinanti per gli
intagliata nel plutone cenozoico del Ma- arrampicatori
sino-Bregaglia - Bergell Granit o Bergell
Granodiorite nella letteratura in lingua
tedesca - che presenta due litologie do-
Accessibilità
minanti: il serizzo, una tonalite orienta-
ta a grana minuta che tende a disporsi
ai margini del plutone, ed il ghiando-
Valore estetico ne, una granodiorite a grossi cristalli
ben definiti di feldspato potassico che
occupa prevalentemente il nucleo del
Rischio di compromissione
corpo roccioso. L’azione combinata del-
la gravità e dell’erosione glaciale, estre-
mamente attiva sino all’ultimo massimo
glaciale (LGM, ~ 15.000 anni fa) e or-
mai soltanto residuale, ha conferito alla
valle un aspetto quanto mai suggesti-
vo e di grande valore scenico. Aspri di-
rupi, intagliati nelle nude pareti di gra-
nito, si affacciano spesso verticali sugli
accumuli di frana e sulle estese coltri
di detrito di versante ad essi intervalla-
te; la larghissima spaziatura dei sistemi
di fratture che interessano gli ammas-
si rocciosi e la tenacia dei litotipi han-
no fatto sì che le frane coinvolgessero
blocchi di dimensioni ciclopiche, come
il Sasso Remenno. Situato in Val Masino,
a circa 1.5 km a valle dell’imbocco della
Val di Mello, è un unico, enorme masso
con dimensioni approssimative di 100 m
di lunghezza per 55 di larghezza per 35
di altezza: con i suoi circa 180.000 m3
di volume, rappresenta probabilmente il
più grosso masso di frana noto nell’inte-
ro arco alpino.
Camanni E. (1998) – Nuovi Mattini. Il singolare
L’esposizione di rocce unicamente grani-
sessantotto degli alpinisti. Vivalda, Torino. toidi fa sì che il detrito alluvionale sia
Dickinson W.R. (1985) – Interpreting provenan- monolitologico e che la frazione sabbio-
ce relations from detrital modes of sandstones. In:
Zuffa, G.G. (Ed.) Provenance of arenites. Dordrecht,
sa di questo si avvicini alla composizio-
Reidel, NATO ASI Series, 148, 333-361. ne dell’arkose ideale (Dickinson 1985).

62 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 63


16
Precipizio degli Asteroidi

Qt

Sabbie quarzose Sabbie attuali della Val di


cratoniche Mello (analisi quantitative:
le

Giovanni Vezzoli)
nta
ine

Provenienza da complessi
t

di subduzione oceanici
con

*
co

Provenienza da catene
loc

a falde continentali
di b

Serie delle arenarie


*
bie

di bacino d'avampaese
Sab

* Serie delle arenarie


di catena collisionale
*
Ser
vulc ie dell riodacitiche
ano e sa
-plu bbie
Arkose “ideale” ton
iche
Sabbie vulcano-
clastiche di arco

andesitiche
F L

Da segnalare anche le Cascate della Val


Nella pagina alcune
del Ferro, un suggestivo scivolo in roc- suggestive immagini
cia che il torrente, proveniente dal- della Val di Mello
la Casera del Ferro a 1658 m s.l.m., è
In alto da sinistra:
costretto a percorrere a precipizio, con aspetto macroscopico
pendenze medie del 100% - intervalla- del “Ghiandone”, qui
te, peraltro, da tratti subverticali – ed attraversato da un
filone aplitico
un salto complessivo di oltre 200 m.
Durante l’inverno la cascata ghiaccia e In alto: Cascate del
si trasforma in una difficilissima pale- Ferro
stra di arrampicata per i rocciatori più In basso: Sasso di
esperti. Non ultima, tra le attrattive del- Remenno
la valle, una suggestiva toponomastica
dei picchi rocciosi - es. “Precipizio de-
gli Asteroidi”, “Stella Marina”, “Tempio
di Eden”, “Scoglio delle Metamorfosi”,
“Sperone degli Gnomi” - spesso impo-
sta non dai topografi del Regno d’Italia
ma, a partire dagli anni ’70, dai nume-
rosi free-climbers, Ivan Guerini in testa,
che hanno frequentato e frequentano la
valle - ribattezzata a proposito “la pic-
cola Yosemite” - e le sue falesie (Caman-
ni, 1998).

64 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 65


17 Piramidi Postalesio

di
Postalesio
Da Postalesio, comune che si trova sul piramidi crea inoltre un particolare mi-
Motivo di interesse versante retico mediovaltellinese fra croclima che permette lo sviluppo di un
scientifico primario: Berbenno di Valtellina, ad Ovest, e Ca- fitto bosco con la presenza contempora-
geomorfologico stione Andevenno, ad Est, una strada nea di specie di climi freddi (tra cui la-
Motivi secondari: che si arrampica alle spalle del paese rice, abete rosso, abete bianco, pino sil-
paesistico porta a uno dei maggenghi del comu- vestre) accanto a specie che prediligono
ne, detto “il Prato”, a 743 metri, situa- climi più caldi.
Livello di interesse
to in una zona morenica molto interes-
sante. Si tratta di una riserva naturale
nella quale si può osservare un fenome-
no geomorfologico insolito e senz’al-
tro raro nelle nostre valli, le cosiddet-
Accessibilità te “piramidi d’erosione”, denominate in
questo luogo “Piramidi di Postalesio”. Il
sito delle “Piramidi di Postalesio” si tro-
Valore estetico va in un’area di impluvio del Torrente
Caldenno, un tributario sinistro del Fiu-
me Adda. Si tratta di una valle di ori-
Rischio di compromissione gine glaciale successivamente modella-
ta dall’azione erosiva del corso d’acqua
che, grazie a particolari condizioni geo- Il sito delle Piramidi di
logiche e climatiche, ha dato origine a Postalesio. Le piramidi
questa evoluzione morfologica piuttosto sono strutture eleganti
Altri vincoli che insistono
ricavate nel deposito
nell’area: rara ed interessante. Le piramidi sono glaciale dall’azione del
Riserva naturale strutture eleganti ricavate nel deposito ruscellamento diffuso
Piramidi di Postalesio glaciale dal lavoro nei secoli dei torrenti Pra’ Montesanto - dallo spiazzo pianeg- e concentrato che ha
consumato i materiali
selvaggi e delle piogge che hanno con- giante di Pra Leone due deviazioni della facilmente erodibili
Tuia T. (1984) Piano della riserva Naturale “Pi-
ramidi di Postalesio” - Relazione Geologico-Geo- sumato i materiali facilmente erodibili strada portano rispettivamente a Ca Mo- intorno, a esclusione di
morfologica. intorno, a esclusione di alte guglie di- roni e a Pra Montesanto - fino all’alveo alte guglie disuguali e
decorative
suguali e decorative, protette da altret- del Torrente Caldenno. La posizione pro-
tanti massi che hanno fatto da “cappel- tetta del sito all’interno delle valle e le
lo” ai sedimenti più fini sottostanti. Lo caratteristiche sedimentologiche del de-
spettacolo è interessante e ha un suo posito hanno permesso il formarsi e il
fascino particolare, tanto più che queste conservarsi di queste spettacolari pira-
pallide guglie si inquadrano in un pa- midi di erosione e il sito ben si presta
esaggio severo, profondamente trasfor- a descrivere la dinamica dei fenomeni
mato e inciso dai fenomeni atmosferici. erosivi. Ognuna delle sette piramidi ha
Guardando il sito più da vicino, mentre una morfologia peculiare - sono rileva-
imponenti depositi morenici quaternari bili tre piramidi in via di formazione - e
caratterizzano tutto il versante esposto molti massi erratici subarrotondati, os-
a meridione, il bacino di erosione del- servabili al piede del bacino di erosione,
le piramidi occupa una limitata area tra potrebbero appartenere a piramidi crol-
i 750 e 800 m s.l.m., impostato su uno late negli ultimi decenni, la cui colonna
dei due cordoni morenici ancora ricono- detritica è stata velocemente dilavata.
scibili, il più recente dei quali si estende Le litologie dei massi sono prevalente-
con orientamento NE-SO dalla località mente micascisti della formazione della
punta di pietra rossa, gneiss occhiadini
del Dosso Cornin, membro della stessa
formazione, e Gneiss del Monte Tonale.
L’esistenza delle vallecole scavate tra le

66 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 67


Sondrio
18 Dossi Castione Andevenno
di
Triangia
L’assolato ripiano di Triangia si svilup-
Motivo di interesse pa alla destra idrografica del Torren-
scientifico primario: te Mallero a pochi chilometri dall’abi-
geologia strutturale tato di Sondrio, ad un’altitudine media
Motivi secondari: di circa 500 metri. Nonostante i versan-
petrografico ti montuosi della Valtellina abbondino
geomorfologico sia di ripiani a mezza costa, sia di rocce
paesistico montonate, la combinazione di elementi In alto a sinistra: il Castello
strutturali e morfologici che si osserva De Piro al Grumello, meglio
Livello di interesse conosciuto come Castel
nei pressi di Triangia è del tutto pecu-
Grumello, che deve il suo
liare e forse unica. Sul ripiano, di super- nome al dosso roccioso
ficie approssimativa di 35 ettari, si con- (grumo) sul quale è stato
tano fino a 12 dossi di forma allungata, edificato. Sullo sfondo il dosso
di Triangia
alti in media una decina di metri, lun-
Accessibilità
ghi mediamente dai 100 ai 450 metri e In basso a sinistra: Paul
larghi da 20 a 60 metri, con un’ellitti- Klee, Strade principali e
secondarie, olio su tela, 1929,
cità media pari a 8. I dossi presenta-
Colonia, Museum Ludwig.
Valore estetico no anche un elevato grado di paralle- Con l’imporsi di geometrie
lismo: gli azimuth della loro direzione ricorrenti, il paesaggio di
Triangia evoca all’occhio del
presentano scostamenti modestissimi
Rischio di compromissione visitatore schematismi tipici
dalla media di 85°N. Da un punto di vi- dell’arte cubista e astratta
sta litologico i dossi sono caratterizza-
ti dalla prevalenza di rocce metamorfi- In alto a destra: l’assolato
ripiano di Triangia
che scarsamente foliate, i cui protoliti
sono interpretabili come pegmatiti di A destra: Triangia nella
età imprecisata e probabili porfidi per- cartografia tradizionale
(sopra) e CARG (sotto):
miani: questi litotipi si raggruppano in gradi metamorfici dei domini Sudalpino in quest’ultima, le
una grande amigdala tettonica (amygda- e Austroalpino, direttamente giustap- metapegmatiti hanno trovato
la = mandorla) di forma allungata, com- posti), hanno determinato una marca- rappresentazione distinta
presa tra più classiche facies metamor- ta deformazione duttile dei litotipi, che
fiche foliate, attribuite alle formazioni si sono assottigliati e stirati plastica-
degli Scisti di Edolo e degli Scisti del mente (un processo noto in petrologia
Tonale. L’amigdala tettonica, non rap- del metamorfico come trasposizione). Il
presentata nella classica carta geologi- modellamento glaciale ha fatto il resto,
ca di Venzo et al. (1970), è stata di- erodendo in modo differenziale un sub-
stinta all’interno del Foglio CARG 1: 50 strato roccioso già caratterizzato da di-
000 “Sondrio” (Boriani et al., 2008). Da scontinuità marcate, ravvicinate e pres-
un punto di vista strutturale il conte- soché perfettamente parallele alla Linea
sto è quello del Dominio Austroalpino Insubrica. Le fasce incise in modo prefe-
(margine adriatico interessato da meta- renziale coinciderebbero con litotipi più
morfismo alpino) in una posizione as- erodibili per natura mineralogica e/o
sai prossimale alla Linea Insubrica, che per grado di fratturazione. Il risultato
Boriani A., Bini A., Berra F., Cariboni M., Ferrario corre con direzione E-O lungo l’avval- è un paesaggio inusuale e suggestivo,
A., Mazzoccola D., Migliacci Bellante R., Ronchi
A., Rossi R., Rossi S., Papani L., Sciesa E. & Tognini
lamento che separa i dossi dall’abita- dove l’imporsi di geometrie ricorrenti
P. (2008) – Note Illustrative della Carta Geologica to di Triangia. Gli enormi rigetti asso- evoca all’occhio del visitatore schema-
d’Italia alla scala 1:50.000 - Foglio 056 “Sondrio”.
ciati alla Linea Insubrica, sia nel senso tismi tipici dell’arte cubista e astratta. de di età Cenozoica, legata allo stesso
APAT-Servizio Geologico, in stampa.
Venzo S., Crespi R., Schiavinato G. & Fagnani G.
della trascorrenza destra (che vari auto- Può completare l’escursione, risalendo magmatismo periadriatico rappresenta-
(1970) – Carta Geologico-petrografica delle Alpi ri stimano nell’ordine dei 30-100 km), per pochi tornanti la strada che parte da to, con volumi ben maggiori, dai Pluto-
Insubriche valtellinesi tra la Val Masino e la Val Ma- sia in senso verticale (stimato nell’or-
lenco (Sondrio). Mem. Soc. It. Sc. Nat. Mus. Civ. St.
Triangia, una visita agli affioramenti del ni del Masino-Bregaglia e dell’Adamello)
Nat 19, Milano. dine dei 5-20 km sulla base dei diversi Plutone di Triangia (una massa granitoi- e al piccolo Lago di Triangia.

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Castione Andevenno
19 Sasso Bianco Come per il geosito, precedentemen-
Postalesio - Torre S. Maria

Motivo di interesse te descritto, del Pian dei Cavalli – Alpe


scientifico primario: Gusone, anche in questo caso i moti-
geologia strutturale vi di interesse e di singolarità geolo-
Motivi secondari: gica dell’area derivano dalla presenza
petrografico di micro-paesaggi carsici legati all’im-
geomorfologico plicazione strutturale di lenti marmo-
paesistico ree, di estensione ettometrica, all’inter-
no di rocce metamorfiche intensamente
Livello di interesse
deformate. Le rocce in questione appar-
tengono alle unità degli Scisti del Mon-
te Canale (Falda Bernina, Austroalpino)
e ai Micascisti di Scermedone-Ciappani-
co (Zona Lanzada-Scermedone, Pennidi- A destra: il Sasso Bianco,
Accessibilità
co); le lenti marmoree intercluse sono posto a cavallo tra media
da ricondurre plausibilmente a protoliti Valtellina e Valmalenco.
La cima - resa bianca dal
calcarei di età mesozoica, metamorfosa- marmo che la forma -
Valore estetico ti durante l’Orogenesi Alpina. rappresenta un ottimo
Il Sasso Bianco, segnalato anche come osservatorio su entrambe
le valli
Monte Arcoglio nella cartografia IGM, si
raggiunge comodamente con automez- A sinistra: la presenza di
zo adeguato da Postalesio, con un ulti- marmo, interessato da
fenomeni di trasposizione
mo “strappo” a piedi di un certo impe-
(in alto), determina
gno fisico. Con l’automezzo si raggiunge morfologie carsiche quali
la conca occupata dal piccolo Lago di campi solcati e inghiottitoi
Colina, dove un’azienda zootecnica svol- (in basso)

ge la sua attività in una cornice partico- In basso: il Monte Disgrazia


larmente bucolica. La conca, di eviden- visto dal pianoro carsico del
te modellamento glaciale, ospita tuttora Sasso Bianco. In primo piano
nereggiano le Serpentiniti
un rock glacier (ghiacciaio di roccia). della Valmalenco (Costone
I versanti che chiudono la conca verso za sul Gruppo del Disgrazia, al cui pie- Cassandra)
Nord evidenziano, nella volubilità delle de affiora il fronte meridionale delle Ser-
morfologie e dei cromatismi, come nel- pentiniti della Valmalenco – tanto che i
la insistita continuità laterale degli ele- bruschi passaggi morfologici e vegeta-
menti strutturali del substrato roccioso, zionali che si osservano in panoramica
la presenza di un sistema di pieghe in- appaiono condizionati più dalla natura
terno alle metamorfiti della Falda Ber- dei litotipi che non dall’altitudine.
nina. Risalendo verso la sommità del In corrispondenza della cima del Sas-
Sasso Bianco, si incontrano via via più so Bianco, un piccolo cocuzzolo isola-
frequentemente in affioramento marmi to di marmo bianco rivela l’imbocco di
saccaroidi di colore rosato e poi bianco; una cavità carsica ipogea, che non risul-
i marmi rosati presentano una maggio- ta sia stata ancora esplorata a fondo, e
re dispersione di ferro ossidato, vuoi per che tuttavia è diventata, come altri luo-
un’originaria maggiore abbondanza di ghi singolari delle montagne valtelline-
minerali ferrosi nel protolito, vuoi – più si, oggetto di una leggenda. Si dice, in
plausibilmente – per una maggiore cir- particolare, che da qui parta un cuni-
colazione di soluzioni ossidanti in pros- colo misterioso, che si inoltra nel cuo-
simità dei contatti tettonici che delimi- re più segreto della montagna e scen-
tano la lente di marmo. Giunti in cima al de fino a Postalesio. D’altra parte, le
Sasso Bianco, ecco uno scenario di gran- brusche chiusure tettoniche della lente
de effetto: un pianoro carbonatico, inte- marmorea del Sasso Bianco, che ben dif-
ressato da micromorfologie carsiche, si ficilmente potrebbe estendersi a grande
apre verso Nord consentendo di godere profondità, rendono geologicamente in-
di uno sguardo d’insieme di rara bellez- sostenibile questa ipotesi.

70 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 71


20 Torbiera Torre di Santa Maria

dell’
Alpe Palù
Le torbiere d’alta quota rivestono uno
Motivo di interesse straordinario valore scientifico in quan-
scientifico primario: to custodiscono una registrazione mil-
naturalistico lenaria di evoluzione naturale e vicis-
Motivi secondari: situdini socio-economiche, nonché una
geomorfologico notevole importanza pratica in quan-
paesistico to la loro capacità di assorbimento dei
deflussi idrici limita il rischio di disse-
Livello di interesse
sti conseguenti ad eventi meteoclimati-
ci estremi. Nonostante ciò, pochi altri
ambienti naturali sono stati altrettanto
deturpati, vuoi per l’opportunità di ri- In alto: tipici fiori da
cavarne combustibili a basso rendimen- torbiera (Eriophorum
Accessibilità scheuchzeri) spesso
to e – più recentemente – terra da giar-
associati a muschi di
dinaggio, vuoi nell’intento di estendere sfagno.
gli appezzamenti coltivabili tramite bo-
Valore estetico nifiche (Aceti, 2007). A destra: sezione
pedologica verticale
Il sito della torbiera dell’Alpe Palù si tro- (profilo) realizzata in una
va sopra il Rifugio Bosio, all’Alpe Aira- torbiera d’alta quota.
Rischio di compromissione le, nel Comune di Torre di S. Maria. Lo te frazione, ci si stacca, seguendo le
A sinistra: la Torbiera
si può raggiungere dalla località Ciap- indicazioni, dalla strada asfaltata, per- dell’Alpe Palù.
panico, su un sentiero che raggiunge correndo una comoda sterrata (chiusa
l’Alpe Piasci e prosegue sul lato destro però al traffico per i non autorizzati),
idrografico della Val Torreggio, fino alla oppure un bel sentiero che sale nel bo-
bellissima piana che ospita il rifugio. sco; in entrambi i casi si raggiunge l’Al-
Si può anche optare di salire, seguendo pe Lago di Chiesa (un dolce pianoro an-
il sentiero che costituisce la prima tap- ticamente occupato da un lago), la si
pa dell’Alta Via della Valmalenco, dalla oltrepassa sul lato destro per poi prose-
località Musci (m 1000 circa), sulla stra- guire verso Sud-Ovest, fino al bivio per
da sterrata che da Torre sale all’Alpe di l’Alpe Mastabia, dove il sentiero piega
Arcoglio (seguire l’indicazione “ai rifu- decisamente verso Ovest, proseguendo,
gi”), a Pra’ Fedugno e di qui, in breve, in lieve pendenza, fino all’Alpe di Aira- di componenti organici. Questi presen-
all’Alpe Piasci, proseguendo per l’itine- le, dove, superato un ponte posato re- tano un contenuto di carbonio organico
rario sopra descritto. centemente dai cacciatori, si attraver- (in peso) pari al 12-18%, a seconda del
Si può anche seguire la strada (nel primo sa il Torreggio per raggiungere in breve contenuto di argilla presente nel suolo.
tratto asfaltata, poi sterrata) sopra cita- il rifugio. Il suolo costituisce l’elemento fonda-
ta, che però è chiusa al traffico per le La foto in mezzo a destra, realizzata sul mentale del sistema torbiera con ri-
persone non autorizzate. Anch’essa con- sito, mostra una sezione pedologica ver- schio d’interramento presente per fatto-
duce all’Alpe Piasci e quindi al Rifugio ticale (profilo) realizzata in una torbie- ri naturali, potenzialmente amplificato
Cometti (m 1780), dal quale si sale alla ra d’alta quota che può essere presa ad dall’intervento antropico e legato anche
Bosio in un’ora e mezza circa. Una ter- esempio del patrimonio pedologico pre- alle variazioni climatiche.
za ed interessante variante è quella che sente in ambienti simili della Regione
prevede di staccarsi da tale strada prima Lombardia e del contesto alpino in ge-
Aceti, A.A. (2007) – La variabilità climatica di raggiungere l’Alpe Piasci, salendo fino nerale. La sezione mostra un suolo co-
nell’Olocene: studio di torbiere e di ambienti di alta all’Alpe di Arcoglio e da qui raggiunge-
quota nelle Alpi italiane. Tesi di Dottorato, Univ. di
stituito in prevalenza da materiali or-
Milano, 150. re il rifugio in un’ora circa. Il rifugio è, ganici (torba), classificato come hydric
ERSAF & Regione Lombardia (2004) - Carta dei infine, raggiungibile anche da Chiesa in histosol secondo il sistema tassonomi-
suoli della Lombardia in scala 1:250.000 Valmalenco, percorrendo il sentiero per co americano (USDA, 1998). Per defini-
United States Department of Agriculture (1998)
- Soil taxonomy. http://soils.usda.gov/technical/
l’Alpe Lago (ore 3.00): si sale verso Pri- zione, un istosuolo presenta almeno 40
classification/taxonomy/ molo ma, prima di raggiungere la riden- cm di spessore, negli 80 cm sommitali,

72 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 73


21 Ruinon Chiesa in Valmalenco

del
Curlo
Con il nome “Ruinon del Curlo” viene siderando velocità medie annue di re-
Motivo di interesse comunemente chiamata un’estesa area gressione del ciglio tra 0,5 e 1 metro/
scientifico primario: di frana della Valmalenco che interessa anno, la fine del fenomeno avverrà for-
geomorfologico le località di Curada e Ponte, in Comune se tra 150 anni. L’asta mediana del tor-
Livello di interesse di Lanzada, e le frazioni di Curlo e Pe- rente non ha subito nel tempo significa-
drotti in Comune di Chiesa Valmalenco. tive evoluzioni: essa ha forma tortuosa
I termini Rovinajo, Rovinone e Ruinon, e stretta, confinata tra le ripide pareti
riportati anche dalle cartografie stori- spondali ove sono localmente affioran-
che, non lasciano dubbi sulla “vocazio- ti lembi di substrato o massi di origine
Accessibilità ne” dell’asta torrentizia per lo meno da fluvioglaciale entro copertura quaterna-
cent’anni a questa parte. La frana del ria e mantiene le funzioni di canale di
Ruinon del Curlo, posta sulle pendi- scorrimento delle periodiche colate de-
ci meridionali del Monte Motta, occupa tritiche.
Valore estetico
gran parte del piccolo bacino idrografi- Oltre la gola stretta del canale compa-
co del torrente omonimo (poco più di re a valle il conoide asimmetrico for-
0,5 km2) che si sviluppa tra le quote di mato dall’originario scaricatore glacia-
Rischio di compromissione
2142 metri della cima del Monte Motta e le, in parte inciso e in parte ricoperto
quota 1000 metri in corrispondenza del- da nuovi depositi. In mezzo a queste
la confluenza del Ruinon con il Torren- opere compare l’imponente “pennello”
te Mallero. costituito da un’arginatura con grossi
Nei settori settentrionale e occidentale massi a lato dei parcheggi della piscina
del bacino affiorano serpentiniti e ser- comunale e in mezzo ai prati che ven-
pentinoscisti, mentre nel settore orien- In alto: il maggengo ne realizzato dopo l’alluvione del 1911
tale sono presenti potenti depositi di dell’Alpe Ponte in posizione a protezione e deviazione dalle colate
copertura rappresentati principalmente di terrazzo sulla sponda del Ruinon e del Mallero dalle abitazio-
soleggiata della conca di
da depositi fluvioglaciali e morenici sui storica ha posto in evidenza un progres- Chiesa in Valmalenco
ni di Vassalini.
quali è impostato il terrazzo glaciale di sivo e costante arretramento negli ulti-
Ponte, antica soglia glaciale della val- mi 100 anni delle scarpate per effetto In basso: ortofoto realizzate
nel 1998 (sopra) e nel 2003
le del Lanterna, successivamente erosa. dell’erosione provocata dalle precipita- (sotto)
La secolare incisione torrentizia in atto zioni: il fenomeno ora si è praticamen-
ha posto in luce la potente sequenza di te arrestato sul fronte settentrionale,
depositi fluvioglaciali e glaciali - mas- dove è visibile il contatto dei depositi
si, blocchi, ciottoli inglobati in ghiaie, con la roccia affiorante ed è quiescente
sabbie e talora argille - e depositi more- sul fianco occidentale ove sono presen-
nici - massi, blocchi e ciottoli immersi ti depositi fluvioglaciali molto cementa-
in una matrice fine predominante - che ti più difficilmente erodibili. Alcuni stu-
formano il terrazzo morenico di Ponte. di geologici hanno ricostruito l’ipotetica
Del dissesto è ben visibile, dal fondoval- superficie del terreno precedente l’inne-
le, la porzione superiore frastagliata e sco del fenomeno erosivo, evidenzian-
denudata che costituisce la testata della do che le dimensioni attuali della frana
frana con uno sviluppo altimetrico tra le sono dovute ad un’asportazione di ma-
quote 1800 e 1300 metri circa e una lar- teriale pari ad oggi a circa 5.000.000
ghezza massima fino a 200 metri. Al suo di metri cubi. L’ipotesi che il fenome-
interno si riconoscono incisioni minori no si arresti una volta raggiunto il nuo-
con diverso grado di attività e di coper- vo profilo d’equilibrio dell’alveo, ovvero
tura vegetale che hanno generato con dopo un arretramento del ciglio dell’or-
il tempo un caratteristico paesaggio ca- lo di scarpata verso Est di altri 50 metri
lanchivo nel quale sono abbozzate for- circa, significa che possono ancora de-
me simili alle piramidi di terra. Il con- positarsi sul conoide circa 2 o 3 milioni
fronto tra la cartografia attuale e quella di metri cubi di materiale sciolto. Con-

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22 Parco geologico Chiesa in Valmalenco

di
Chiareggio
Nella comunità scientifica che esercita
Motivo di interesse la sua attività nel sempre più vasto e
scientifico primario: interdisciplinare campo delle geoscien-
petrografico ze, è andata crescendo, negli anni, la
Motivi secondari: consapevolezza degli straordinari motivi In alto a sinistra: il sito di
mineralogico di interesse geologico della Valmalenco. Chiareggio in Valmalenco;
Tra questi la particolare natura dei lito- sullo sfondo la Val Sissone
Livello di interesse
tipi affioranti, nei quali figurano le ve-
In alto a destra e in basso
stigia della litosfera oceanica di quel- a sinistra: massi di rocce
la Tetide Alpina, di età mesozoica, dalla intrusive e metamorfiche
esposte a cielo aperto
cui chiusura si sono originate le Alpi;
l’abbondanza e varietà di morfologie In basso a destra: struttura
Accessibilità glaciali e gravitative, testimonianza di fissa del Parco Geologico
processi di modellamento più recenti e della Valmalenco di
Chiareggio. Il parco è
in molti casi ancora attivi; la straordina- stato allestito tra il gruppo
Valore estetico ria simbiosi tra natura geologica del ter- di case della Corte e il
ritorio e industria umana, evidente nelle Torrente Nevasco, su
un’area di quasi due ettari
diffuse, tradizionali attività di estrazio- messa a disposizione
Altri vincoli che insistono ne e lavorazione delle serpentiniti e dei dal Comune di Chiesa in
nell’area: litotipi associati. L’opportunità di isti- Valmalenco
Disgrazia - Sissone (SIC-ZPS)
tuire la Valmalenco a paradigma geolo-
gico delle Alpi, non solo italiane, è sta-
ta evidenziata da esperti autorevoli e un
primo passo in questa direzione è indub-
biamente rappresentato dal Parco Geolo-
gico di Chiareggio (Canetta & Montrasio,
1996). Realizzato dal CNR-IDPA di Mila-
no in collaborazione con il Comune di
Chiesa in Valmalenco e inaugurato nel
luglio 2000, è un allestimento in mas-
sima parte a cielo aperto, strutturato le rocce intrusive terziarie (che si sono
in modo da richiamare con discrezione formate successivamente, durante l’oro-
e semplicità scenari familiari a chiun- genesi vera e propria). Il sentiero termi-
que frequenti la montagna (massi sparsi na in corrispondenza di un terrazzo su
su un pendio, piccoli fabbricati in pietra cui sono state collocate due grandi ta-
e legno): tuttavia, è proprio attraverso vole che riproducono i paesaggi visibili
questi scenari che si offre, in modo ac- alle spalle dell’abitato.
cattivante, una proposta scientifica evi- L’immaginazione del visitatore è guidata
dente nella minuziosa classificazione dei nella rievocazione di processi geologici
tipi petrografici (riportata su targhette molto lontani dall’esperienza attuale in
metalliche applicate a ciascun masso) e quanto ambientati in massima parte in
nelle scenografiche interpretazioni geo- un contesto riferito ai fondali oceanici e
logiche, proposte dai coloratissimi pan- alle profondità terrestri sottostanti: è in
nelli illustrativi custoditi nella struttura virtù di tali processi che si sono prodot-
coperta. Il cosiddetto “Percorso Lito- ti i tipi rocciosi attualmente dominan-
grafico” si snoda lungo un comodo sen- ti in Valmalenco, e che tali litotipi sono
tiero e consente di osservare circa ses- stati esumati sino a raggiungere la loro
santa esemplari di roccia che sono stati posizione attuale, al nucleo di una delle
Canetta N. & Montrasio A. (1996) - Chiareggio. Il
sentiero glaciologico della Ventina e il parco geolo-
divisi in tre gruppi: le rocce della cro- più importanti (e meglio studiate) cate-
gico della Valmalenco. Guide Natura Lyasis, 64. sta continentale, della crosta oceanica e ne montuose al mondo.

76 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 77


23 Val Sissone La Val Sissone, tributaria della Valma-
Chiesa in Valmalenco

Motivo di interesse lenco, costituisce il letto di un antico


scientifico primario: ghiacciaio che abbracciava tutto il cir-
mineralogico co di montagne comprese fra il Monte
Motivi secondari: Disgrazia a SE e la Cima di Vazzeda a
petrografica NO. Il complesso intrusivo granodioriti-
co di età cenozoica della Val Masino ha
Livello di interesse
prodotto nelle formazioni incassanti di
questa valle importanti effetti di con-
tatto testimoniati da una grande varie-
tà di minerali, spesso ben cristallizza-
ti, ricercati per anni dagli appassionati.
Accessibilità Per accedere alla zona dal capoluogo di
Chiesa in Valmalenco si percorre la pro-
vinciale 15 che risale la valle del Torren-
Valore estetico te Mallero fino alla frazione di Chiareg-
gio. Poco oltre Chiareggio, dove termina
la strada, si prosegue lungo la mulattie-
Altri vincoli che insistono ra che porta al Pian del Lupo e di qui
nell’area: ancora fino alle baite dell’Alpe Forbesi-
Disgrazia - Sissone (SIC-ZPS)
na, in abbandono e diroccate a segui-
to degli eventi alluvionali che le hanno
colpite nel 1951 e nel 1987. Ci si trova
così all’imbocco della Val Sissone, per-
corsa da un corso d’acqua di tipo intrec-
ciato il cui greto, largo localmente sino In alto: la Val Sissone vista
a 200 metri, è ingombro di massi di di- dalla Sassa d’Entova. Da
sinistra si possono ammirare
mensioni da decimetriche a metriche. I il Pizzo Rachele, il Cassandra,
massi rappresentano un ricco campiona- il Monte Disgrazia, il Passo
rio delle rocce esposte sui fianchi e alla di Mello, il Monte Sissone e
l’elegante profilo della Cima di
testata della valle, tra le quali senz’al-
Vazzeda
tro prevale la tonalite orientata, nota
come Serizzo. Sono tuttavia ampia- In basso: la parete nord del
Monte Disgrazia vista dal
mente rappresentate anche le anfiboli-
sentiero che dalla Val Sissone
ti e gli gneiss minuti che rappresentano porta al Rifugio Del Grande
la parte volumetricamente più rilevante Camerini
dell’incassante, oltre a quarziti e mar-
A destra: vista d’insieme del
mi. In alta valle le anfiboliti conserva- greto
no, nonostante il metamorfismo e la de-
formazione alpina, chiare evidenze di
un’originaria struttura a pillows, cioè a
cuscini, dei protoliti basaltici (Montra-
sio in Cita et al., 1990). Questi ultimi
Bedognè F., Montrasio A. & Sciesa E. (1993) - I
minerali della Provincia di Sondrio: Val Malenco.
devono perciò essere interpretati come
Ed. Bettini, Sondrio, 275. effusioni subacquee, presumibilmen-
Montrasio A. (1990) - Itinerario n° 10 - Valmalen- te legate all’oceanizzazione della Teti-
co. In Cita M.B., Gelati R., Gregnanin A. (Eds.), Alpi
e Prealpi lombarde. Guide Geologiche Regionali,
de Alpina avvenuta a partire dal Giuras-
BE-MA Editrice, Milano, 291. sico Medio. Nella maggior parte dell’area
Trommsdorff V., Montrasio A., Hermann J., Mün- di affioramento, tuttavia, la deformazio-
tener O., & Spillmann P. (2004) - Carta Geologica
della Valmalenco. Quaderni di Geodinamica Alpina
ne traspositiva che ha interessato le an-
e Quaternaria 8, CNR Milano. fiboliti durante i processi metamorfici
Ottenziali L., Fossati D., Padovan N., Presbitero ha completamente cancellato le strut-
M., Mannucci G., Gramaccioli C.M., Scaini G. & De
Michele V. (1992) - Natura in Lombardia: i minerali.
ture originarie.
Regione Lombardia, Milano. Le quarziti, a tessitura minuta e com-

78 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 79


23

Ponte in località
“Forbicina”
all’imbocco della
Val Sissone

Minerali e
rocce della Val
Sissone: da ore
12 in senso
orario, marmo
dolomitico;
granato;
berillo; epidoto
var. pistacite;
quarzite ad
anfibolo

patta, possono presentare minuti aggre- epidoti zoisite e allanite.


gati di rutilo, anatasio e scheelite, men- Granatiti: domina un granato roseo (va-
tre i marmi, più o meno dolomitici, si rietà hessonite) in una matrice di calci-
presentano di aspetto granuloso e par- te spatica o quarzo, associato a epidoto
ticolarmente poveri di impurezze. Sono (pistacite) in cristalli prismatici e dio-
infine più rari, ma di estremo interesse pside verde scuro.
mineralogico, i tipi rocciosi di seguito Epidotiti: è caratteristica la pistacite in
elencati, che derivano essenzialmente cristalli prismatici lunghi anche parec-
dall’aureola di contatto e dal corteggio chi centimetri, di colore verde, associa-
filoniano del corpo roccioso. ta a titanite, albite e solfuri metallici
Pegmatiti: contengono berillo da cele- (pirite, calcopirite e antimonite).
ste ad azzurro carico, quarzo ialino, gra- Calcefiri a pirosseno: oltre al diopside
nato almandino, allanite, titanite, zirco- e alla calcite, contengono minerali rari
La testata della
ne verdastro o bruniccio, tormalina nera, quali la brandisite (o clintonite: Ca (Mg, Val Sissone dal
molibdenite e rarissima columbite. Al)3(Al3Si)O10(OH)2) e l’augite, presen- Bivacco Andrea
Calcefiri a spinello: è caratteristico lo te nella varietà fassaite o interessata Oggioni

spinello in ottaedri di colore nero, verde da pseudomorfismo da parte di anfibo-


o viola associato a calcite spatica e flo- li (c.d. uralite).
gopite violacea o verde chiaro. Calcefiri modificati da soluzioni idroter-
Calcefiri a vesuviana e grossularia: com- mali: prevalgono l’idrossido di magnesio
prendono granato (grossularia), in cri- brucite e la cabasite (tettosilicato idrato,
stalli di dimensioni anche ragguardevo- alluminoso, contenente quantità variabi-
li e colore assai variabile, e vesuviana in li dei cationi Na, K, Ca, Mg, Sr), associate
granuli sparsi, in un una matrice di cal- ad apofillite, natrolite e prehnite.
cite spatica in cui sono dispersi aghetti Rocce a struttura granitica: constano es-
di tremolite; figurano come accessori gli senzialmente di epidoto, biotite e calcite.

80 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 81


24 Sentiero glaciologico Chiesa in Valmalenco

del
Ventina
Il Ghiacciaio della Ventina si pone alla
Motivo di interesse testata dell’omonima valle, nel trat-
scientifico primario: to terminale dell’alta Valmalenco: è
geomorfologico anzi proprio dalla confluenza delle Val-
Livello di interesse li Ventina, Sissone e del Muretto che na-
sce il Torrente Mallero, immediatamen-
te a monte dell’abitato di Chiareggio. Il
sito è di notevole interesse glaciologi-
co e naturalistico, per la presenza di un
Accessibilità ghiacciaio che in Lombardia può vantare
una delle più lunghe serie di osservazio-
ni e misurazioni (oltre 100 anni) e che
conserva intatte gran parte delle carat-
Valore estetico
teristiche morfologie legate all’azione
dei processi glaciali. A ciò si aggiunge
il grande valore paesaggistico, accen-
Rischio di compromissione
tuato dalla cornice montuosa che ospi-
ta il ghiacciaio, e l’accessibilità agevo-
le (circa un’ora di cammino) dall’abitato
di Chiareggio. In alto a sinistra: vista
Altri vincoli che insistono sul Disgrazia e sul
Il Servizio Glaciologico Lombardo ha ghiacciaio del Ventina
nell’area:
scelto il Ghiacciaio della Ventina per
Disgrazia - Sissone (SIC-ZPS) In alto a destra: la
l’allestimento di un itinerario didatti-
morena del ghiacciaio
co-escursionistico che garantisce un’ac- all’Alpe Zocca
cessibilità in sicurezza al pubblico più
eterogeneo. Il sentiero è intitolato a percorso e consente di osservare in con- Sotto: l’ampio
sentiero che conduce
Vittorio Sella, pioniere insuperato della dizioni ottimali forme glaciali attive o al Rifugio Gerli-Porro
fotografia alpina che visse a cavallo tra quiescenti. Tra queste vanno menziona- a un’ora di cammino
l’800 e il 900. Grazie agli studi del suo te soprattutto l’ampio profilo “a U” della da Chiareggio
contemporaneo Luigi Marson, cui è inti- valle; la grande morena laterale in sini-
tolato l’altro sentiero glaciologico isti- stra idrografica, denudata e interessata
tuito dal Servizio (Ghiacciao di Fella- da dissesti superficiali di tipo calanchi-
ria), è stato possibile ricostruire serie vo; le rocce montonate che subaffiora-
di misure tra le più complete dell’epoca no lungo il tratto assiale dell’incisione
storica: i primi rilievi per questo ghiac- valliva. Apposite targhe, affisse diretta-
ciaio risalgono infatti al 1897-1898. Il mente su alcuni grossi erratici e su pali,
sentiero parte dal Rifugio Alpe Ventina, segnano i limiti raggiunti dalla fronte
raggiungibile dalla piana di Chiareggio glaciale durante la “Piccola Età Glaciale”
risalendo la Val Ventina lungo una mu- del XVII Secolo (cartello 1), a metà del
lattiera che passa anche dal Rifugio Au- XIX Secolo (cartello 2) e alla fine di que-
gusto Porro. Il sentiero glaciologico si sto, quando si registrò una limitata fase
insinua “in punta di piedi” in alta Val- di crescita (cartello 3). Le fronti del XX
le Ventina: la segnaletica e la cartel- Secolo sono marcate dai cartelli 11-15.
lonistica sono state studiate in modo E’ verso la fine della Piccola Età Glacia-
da minimizzare l’impatto visivo, in ef- le che il ghiacciaio si estese maggior-
fetti pressoché nullo. Anche le poche mente lungo la vallata con una differen-
passerelle di attraversamento sono in- za di quasi quattrocento metri di quota
teramente in legno e si integrano feli- con la fronte attuale. Durante le Picco-
cemente nell’ambiente naturale. Il sen- la Età Glaciale nella zona dove attual-
tiero non presenta difficoltà lungo il suo mente si trova la fronte del ghiacciaio,

82 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 83


24

In alto: l’ “imbronciato”
Pizzo Rachele.

In basso a sinistra: il
piazzale del Rifugio
Gerli-Porro

In basso a destra: la
fronte della lingua del
ghiacciaio.

Il sentiero glaciologico
del Ventina visto dal
Torrione Porro.
si univa alla lingua del Ventina il ghiac- fino ad oggi il ghiacciaio è in lento riti- e seracchi, basti pensare che a giugno
ciaio del canalone della Vergine, che ora ro, nonostante piccoli avanzamenti epi- 2003 erano presenti due grossi crepacci,
si può solo intravedere con la fronte so- sodici. Conseguenza di questi continui mentre a settembre il numero era alme-
spesa nel proprio canalone quattrocen- spostamenti della fronte del ghiacciaio no raddoppiato e il ghiacciaio si è ritira-
to metri più in alto. Successivamente è il deposito di massi erratici dovuti alla to di 20 m. Gli aumenti di temperatura
l’avanzata cessò e il ghiacciaio comin- diminuzione della forza di trasporto del di questi ultimi anni e le deboli nevica-
ciò nuovamente a regredire verso la val- ghiaccio stesso. Importante nella valu- te invernali non danno un lungo futuro
le fino ad una nuova avanzata culminata tazione di un ghiacciaio è soprattutto al ghiacciaio.
al termine del 1800 che, però, non ebbe lo spessore del ghiaccio con la conse-
altrettanta forza. Negli ultimi cent’anni guente possibile formazione di crepacci

84 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 85


25 Campo Franscia Lanzada

e
Val Brutta
Il territorio della Valmalenco ricade, in merciali, di allevamento e di estrazione
Motivo di interesse massima parte, nel dominio Pennidi- mineraria: qui si trovava il cuore del si-
scientifico primario: co delle Alpi (Trommsdorf et al., 2004). stema delle miniere di amianto, aperte
petrografico Nella definizione data dagli autori que- verso la fine dell’Ottocento per iniziati-
Motivi secondari: sto dominio paleogeografico corrispon- va di imprenditori inglesi.
strutturale de all’antica crosta oceanica della Teti-
mineralogico de Alpina, un braccio di mare apertosi
tra Africa ed Europa durante il Giurassi-
Livello di interesse
co (circa 170 milioni d’anni fa) e che si
è andato chiudendo a partire dall’Eoce-
ne (circa 50 milioni d’anni fa). Le asso-
ciazioni litologiche di fondale oceanico
comprendono rocce magmatiche di tipo
Accessibilità
intrusivo (peridotiti, gabbri, diabasi) ed
effusivo (basalti), oltre alle rocce se-
dimentarie deposte sulla piana abissa-
Valore estetico le (argille residuali e noduli ferro-man-
ganesiferi; radiolariti, diaspri e calcari
selciferi; successioni marnoso-arenacee
Rischio di compromissione note come flysch). La ricorrenza di tipi-
che associazioni cogenetiche ha portato
gli autori, in particolare lo Steinmann, a A sinistra: il nucleo
di Franscia si estende
descrivere le antiche successioni di fon- intorno ai 1520 metri
dale oceanico come sequenze ofiolitiche di quota nell’omonima
(da οφιοσ, “serpente”, per il colore ver- conca, punto di
confluenza delle valli
de variegato dei litotipi più comuni), ri- dello Scerscen e di
conoscendo al loro interno una “trini- Campo Moro
tà” (Bailey & McCallien, 1950) di tipi
A destra: serpentino
litologici. Come abbiamo già visto, il li- “reticolato” (in alto)
totipo dominante in Valmalenco è rap- e fibroso (in mezzo),
presentato dalle serpentiniti, note con in grandi masse
intersecate da filoni
diversi nomi merceologici ed effettive
rosati di rodingite (in
differenze petrologiche: serpentino, tal- basso)
co, pietra ollare. Sul lato sinistro del-
la Val Brutta - raggiungibile passando
ad Est di Chiesa Valmalenco, oltrepas-
sando Lanzada, le sue contrade Ganda,
Vetto e Tornadri e seguendo le indica-
zioni per Franscia - il cuore della mon-
tagna è messo a nudo dalle cave estrat-
tive di serpentino, pietra ollare e talco.
Non vediamo più i mulini che, sul gre-
to del torrente, facevano muovere i tor-
ni utilizzati per la lavorazione dei “la-
vecc”, i tradizionali recipienti in pietra
Bailey E.B. & McCallien W.J. (1950) - The Anka-
ra mélange and the Anatolian thrust. Nature 166,
ollare. Proseguendo lungo questa stra-
938-943. da, l’ultima galleria ci introduce all’am-
Trommsdorf V., Montrasio A., Hermann J., Mün- pia ed amena conca nella quale è ada-
tener O., Spillmann P. (2004) - Carta geologica
giata Campo Franscia. L’importanza del
della Valmalenco, in scala 1:25.000. Quaderni di
geodinamica Alpina e Quaternaria 8, Milano. villaggio era legata alle attività com-

86 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 87


26 Valle Lanzada

dello
Scerscen
ai piedi dei giganti della testata della so arancio, lunghi fino a 4 mm, ricchi di
valle. faccette simmetriche, i migliori rinvenu-
Imponenti fenomeni di erosione fluviale, ti al mondo, sono annidati nelle micro-
localizzati lungo l’intero sviluppo longi- cavità delle quarziti a manganese della
La parte superiore della Valmalenco, tudinale della gola scavata nelle serpen- Val di Scerscen. Anche la rodonite è mi-
Motivo di interesse all’altezza dell’abitato di Chiesa, si di- tiniti, hanno dato luogo a morfologie nerale ricco di manganese, con formula
scientifico primario: vide in due grandi rami: alta Valmalen- caratteristiche, analoghe alle “marmitte generale (Mn, Fe, Mg, Ca) SiO3.
geomorfologico co, percorsa dal Torrente Màllero, ad dei giganti”; i litotipi interessati sono le È plausibile che le successioni di coper-
occidente, e Val Lanterna, percorsa dal ultramafiti pennidiche della Falda Mar- tura di un’antica crosta oceanica, come
Motivi secondari:
torrente omonimo, ad oriente. La Val gna, nelle quali sono ancora osservabi- quella rappresentata dalle serpentini-
mineralogico
Lanterna, a sua volta, si divide nei due li resti delle antiche miniere di amianto ti della Falda Margna, siano costituite
petrografico
geominerario rami della Valle di Scerscen, ad occi- e cromite. Oltre ai minerali di interesse da sedimenti marini: una conferma vie-
dente, e nella Valle di Campomoro, ad commerciale, nei marmi a silicati e nelle ne dalla diffusa presenza di arsenico e
Livello di interesse oriente. Le due valli, percorse dai Tor- quarziti della successione di copertura vanadio nelle mineralizzazioni a manga-
renti Scerscen e Cormor (o Lanterna), ne sono stati rinvenuti di interesse col- nese della Valle di Scerscen, a conferma
convergono nella conca di Campo Fran- lezionistico, tra i quali possiamo elen- dell’origine oceanica dei metasedimen-
scia. care la tiragalloite e la rodonite rosa. ti (quarziti manganesifere, marmi a sili-
La valle, o vallone, di Scerscen è stata La tiragalloite, silicato di manganese e cati) che formano la copertura della Fal-
Accessibilità definita “il Gran Canyon della Valmalen- arsenico tanto strano nel nome quan- da Margna.
co”: paragone azzardato se prendiamo to raro, ha formula Mn4AsSi3O12(OH) e La Valle dello Scerscen è compresa all’in-
in considerazione le dimensioni, azzec- – dal punto di vista della simmetria cri- terno del sito di importanza comunitaria
Valore estetico cato, invece, se ci riferiamo alla sugge- stallina – appartiene al sistema mono- (pSIc) ai sensi della Direttiva 92/43/CEE
stione che suscita questa grande con- clino. Nitidi cristalli, anche limpidi, di “Monte di Scerscen, ghiacciai di Scer-
ca di detriti alluvionali, che si stende abito prismatico appiattito e color ros- scen e Monte Motta”.
Altri vincoli che insistono
nell’area:
Monte Scerscen
Ghiacciaio di Scercen
Monte Motta (SIC-ZPS)

A sinistra: a partire dalla


sinistra è possibile ammirare
la Punta Marinelli e il
ghiacciaio di Caspoggio;
al centro il vallone e sulla
destra il ghiacciaio di
Scerscen

A destra: il torrente
generato dal ghiacciaio di
Scerscen, le sue bianche
acque vanno a gettarsi nel
vallone

88 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 89


27 Vedretta Lanzada

di
Scerscen Inferiore
sformazione chimica di originali nodu-
li ferromanganesiferi, analoghi a quelli
che ancor oggi si formano in prossimità
delle dorsali medio-oceaniche degli oce-
In Valmalenco esistono tre grandi gruppi ani di tutto il mondo, per effetto dell’at-
Motivo di interesse di ghiacciai: del Disgrazia, del Bernina e tività vulcanica sottomarina e dell’idro-
scientifico primario: dello Scalino, suddivisi in varie vedret- termalismo che caratterizzano le dorsali
petrografico te. Il Ghiacciaio del Disgrazia è diviso in stesse.
Vedretta del Disgrazia, Vedretta del Ven- La presenza di litotipi carbonatici, ana-
Motivi secondari:
tina, Vedretta di Sissone, Ghiacciaio del- logamente a quanto avviene per i ge-
mineralogico
la Cassandra e Ghiacciaio di Preda Ros- ositi di Pian dei Cavalli e Alpe Gusone
geomorfologico
sa. Il Ghiacciaio del Bernina è diviso in (scheda 1) e del Piano delle Platigliole
Livello di interesse (scheda 42), favorisce fenomeni di dis-
Vedretta dello Scerscen inferiore e supe-
riore, Vedretta di Caspoggio, Vedretta di soluzione localizzata del substrato roc-
Fellaria e Fellaria orientale, Altipiano di cioso secondo le modalità tipiche del
Fellaria e Vedretta di Varuna. Il Ghiac- carsismo. Ecco allora che la Val di Scer-
ciaio dello Scalino è composto solamen- scen ospita l’imbocco di ben tre grotte:
Accessibilità la prima grotta fu scoperta ma non im-
te dalla Vedretta dello Scalino.
Tra questi elementi glaciologici e geo- mediatamente segnalata, nell’ormai lon-
morfologici, di per sé tutti degni di tano 1978, dai cacciatori fratelli Selvet-
Valore estetico nota, assume particolare importanza ti detti “Marsòol”, in occasione di una
la Vedretta di Scerscen Inferiore. Que- battuta di caccia al camoscio e venne
sto perché il substrato roccioso del- chiamata appunto “Tana dei Marsòol”;
Altri vincoli che insistono la conca glaciale, denudato e modella- la seconda, posta a quota più elevata,
nell’area: fu segnalata nel luglio 1986 da un ap-
to dall’azione meccanica esercitata dal
Monte Scerscen passionato ricercatore di minerali e di
piccolo ghiacciaio, presenta rari affiora-
Ghiacciaio di Scercen erbe alpine, Giovanni Bardea detto “il
Monte Motta (SIC-ZPS) menti di marmi triassici e di quarzoscisti
giurassici con frequenti noduli manga- Veronica”(da cui il nome dato alla grot-
nesiferi, in particolare presso la fronte ta); la terza, detta “Morgana”, nel 1990
Tognini P. (1992) - Tra rocce e ghiaccio - le grot- da Paola Tognini, Mauro Inglese e al-
te dello Scerscen - Il Grottesco n. 50 - Bollettino del del ghiacciaio. Tutti questi tipi roccio-
Gruppo Grotte Milano CAI-SEM: 5 - 13. si, appartenenti al Dominio Pennidi- tri speleologi (Tognini, 1992). Per que-
co, hanno subito metamorfismo alpino ste grotte, che presentano cunicoli ca-
e traggono la loro origine da sedimen- ratterizzati da un’insolita compresenza
ti marini di composizione carbonatica di camere ellissoidali e restringimenti,
(marmi) e silicea (quarzoscisti). Anche è stata ipotizzata un’origine legata non
i noduli di manganese rappresentano il tanto ad infiltrazione di acque meteori-
prodotto della deformazione e della tra- che, quanto a circolazione ipogea di ac-
que termali.
Il Ghiacciaio dello Scerscen è compre-
so all’interno del sito di importanza co-
munitaria (pSIc) “Monte di Scerscen,
ghiacciai di Scerscen e Monte Motta “,
ai sensi della Direttiva 92/43/CEE.

A sinistra: il ghiacciaio
di Scerscen visto dalla
Punta Marinelli

Al destra: il ghiacciaio
di Scerscen preso
dal Piz Gluschaint,
in territorio elvetico.
Sullo sfondo il Pizzo
Malenco e il Pizzo
Tramoggia.

90 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 91


28 Sentiero glaciologico Lanzada

del
Fellaria
Il Ghiacciaio del Fellaria, posto nell’omo-
Motivo di interesse nimo altipiano nell’alta Valmalenco, è
scientifico primario: un sito di notevole interesse naturalisti-
geomorfologico co e paesaggistico sia per la presenza di
Livello di interesse uno dei più estesi ghiacciai della Lom-
bardia, sia per le numerose ed imponen-
ti cime che lo circondano - Pizzo Bel-
lavista (3895 metri s.l.m.), Pizzo Palù
(3905 metri s.l.m.), Pizzo Argent (3943
Accessibilità metri s.l.m.) - e che ne determinano
l’alimentazione. Il ghiacciaio è caratte-
rizzato da due apparati principali, il Fel-
laria Est e il Fellaria Ovest, che sono sta-
Valore estetico
ti storicamente trattati come ghiacciai
distinti, ma che fino agli anni trenta si
univano in un’unica lingua valliva. Il re-
Rischio di compromissione
cente censimento portato a termine dal-
la Regione Lombardia (2003) ha inoltre
evidenziato la presenza di due glacio-
nevati, denominati Fellaria Superiore e
Altri vincoli che insistono Fellaria Centrale.
nell’area:
Un’ipotesi basata su osservazioni con-
Monte Scerscen
dotte dal Servizio Glaciologico Lombar- In alto: la lingua
Ghiacciaio di Scercen del Ghiacciaio di
Monte Motta (SIC-ZPS) do sosterrebbe che i due ghiacciai Fel-
Fellaria nel 2006;
laria Est (altitudine media 3095 metri in basso a destra,
s.l.m) e Fellaria Ovest (altitudine media messe a confronto, la
3445 metri s.l.m) oltre alla vicina Vedret lingua del medesimo
ghiacciaio fotografata
Palù, facessero parte di un unico grande nel 1983. Per alcuni
apparato glaciale di tipo altipiano, con apparati glaciali come
lingue radiali ad andamento molto arti- il Fellaria e il Ventina
è stato possibile
colato sia a causa della topografia de- ricostruire una serie
terminata dal substrato sia per la con- di misure tra le più
fluenza dei vari bacini di accumulo. Il complete dell’epoca
storica
sentiero Luigi Marson è nato nel 1996,
con la collaborazione del Comune di A sinistra: lungo il
Lanzada, per avvicinare il grande pub- sentiero glaciologico
del Fellaria. Il sentiero
blico allo splendido ambiente naturale
è intitolato a “Luigi
in cui è inserito il ghiacciaio. Luigi Mar- Marson” studioso
son, studioso appassionato dell’ambien- appassionato
te alpino che visse a cavallo tra l’800 e dell’ambiente alpino,
che visse a cavallo
il 900, fu professore del Regio Istituto tra l’800 e il 900 e fu
Tecnico di Sondrio e con le sue esplo- professore del Regio
razioni scientifiche nelle Alpi centrali Istituto Tecnico di
Sondrio
pose le basi per la moderna glaciologia.
Grazie ai suoi studi, per alcuni appara-
ti glaciali come il Fellaria e il Ventina è
stato possibile ricostruire serie di misu-
re tra le più complete dell’epoca stori-
ca: i primi rilievi per questi ghiacciai ri-
salgono infatti al 1897-1898. Il sentiero

92 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 93


28

In alto a tutta pagina:


il Ghiacciaio del
Fellaria occidentale,
sullo sfondo la
parte orientale.
Sulla sinistra si può
osservare il Ghiacciaio
di Scerscen superiore
mentre al centro,
coperta dalla neve,
spunta la vetta del glaciologico si articola in due percorsi Fellaria Ovest e il bel lago, è posto un
Bernina
che hanno origine dal Rifugio Bignami “punto panoramico” con una targa illu-
In basso: da vicino e (2389 metri s.l.m): entrambi i sentie- strativa. L’itinerario prevede il ritorno al
da lontano le foto del ri non presentano difficoltà di percor- rifugio per il medesimo sentiero. Il per-
Ghiacciaio del Fellaria
rimento, permettono l’osservazione di corso “B” segue lo stesso itinerario del
occidentale
evidenti forme glaciali, come l’antica precedente fino sotto la morena: qui si
morena destra del Fellaria Ovest che vie- lascia a sinistra la traccia più evidente
ne percorsa lungo il filo di cresta (per- per tagliare in costa (quota 2470 circa)
corso “A”) o interessanti punti, eviden- i prati, passando sotto una fascia roc-
ziati da apposite targhe (percorso “B”). ciosa (catena), per raggiungere il margi-
Vediamoli in dettaglio. Il percorso “A” ne meridionale del ripiano da cui scen-
ricalca quello della variante 6A dell’Al- dono le cascate di Fellaria. Da questa
ta Via della Valmalenco: dal rifugio ci posizione il sentiero entra nella piana
si muove verso N; passato il torrentel- proglaciale dove si possono osservare
lo si prosegue per prati che risalgono meravigliose rocce montonate. Il per-
fino all’antica morena laterale destra del corso - attraversato il torrente su una
ghiacciaio (quota 2591). Da qui ci si di- passerella - si snoda nella piana, andan-
rige seguendo il filo di cresta verso il do a toccare i punti, segnalati con tar-
laghetto prospiciente il settore più oc- ghe, (punto panoramico B) utilizzati dai
cidentale del ghiacciaio. Sul filo di cre- glaciologi per effettuare le misure nel
sta in posizione dominante la fronte del corso degli ultimi 50 anni.

94 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 95


29 Forno fusore Piateda

nella
Val Venina
Sin dall’Età del Ferro, le popolazioni
Motivo di interesse dell’arco alpino si sono ingegnate per
scientifico primario: estrarre il prezioso metallo dai minera-
geominerario li che lo contengono, ricavandone ma-
Motivi secondari: nufatti più resistenti e taglienti rispet-
strigrafico to a quelli realizzati in rame o bronzo.
strutturale Uno dei processi più semplici per otte-
petrografico nere il ferro è la fusione della siderite,
carbonato di ferro dalla formula chimi-
Livello di interesse
ca FeCO3. Ad alta temperatura, il ferro
si separa dalla siderite per degassazio-
ne completa secondo la reazione endo-
termica
Accessibilità energia termica

2FeCO3 2Fe + 2CO2 + O2


Valore estetico In passato, però, risultava conveniente
pre-trattare il minerale estratto prima di
avviarlo alla fusione, mediante una pri-
Rischio di compromissione
ma cottura (o arrostimento), che da car- Sopra: da segnalare
bonato lo trasformava in ossido di ferro, anche i ritrovamenti
secondo la reazione - anch’essa endo- archeologici di età
paleolitica recente
termica - In alto: forno fusore in Val
Altri vincoli che insistono A sinistra: suggestivi Venina. È questa un’area
nell’area: energia termica scenari alpini e la molto conosciuta e
frequentata fin dai tempi
Parco delle Orobie FeCO3 FeO + CO2 presenza di motivi di
interesse ambientale più antichi per la cospicua
Valtellinesi (SIC-ZPS) presenza di giacimenti
piuttosto
di ferro
Questa operazione, che avveniva in pre-
senza di ossigeno ad una temperatu- conferimento agli impianti di fusione. sia da riferire principalmente a processi In basso: affioramento del
ra inferiore al punto di fusione, aveva Vale la pena di osservare come anche post-deposizionali (es. idrotermalismo, Servino
un triplice scopo: eliminare gli elemen- altri distretti metallurgici di tradizione tettonica), bensì a caratteri originari del
ti volatili come anidride carbonica e secolare, in Lombardia, si localizzino in sedimento (es. concentrazione di ossidi
acqua; rendere più facile la successi- corrispondenza di aree di affioramento ferrosi ad opera di agenti idraulici, quali
va riduzione, poiché l’eliminazione del- del Servino. È il caso di Premana (LC), le correnti fluviali o il moto ondoso).
le sostanze volatili rendeva il minerale ancora oggi famosa per i numerosi la- Il forno fusore (m. 2229 s.l.m.), attrez-
meno compatto e più poroso; elimina- boratori artigianali in cui si producono zato con cartellonistica esplicativa, ri-
re, con la combustione, eventuali trac- soprattutto coltelli e forbici, o dell’al- sulta essere stato in funzione già dal
ce di zolfo. ta Val Trompia (BS), dove alla tradizio- XIV Secolo, e ancora attivo nella secon-
La siderite è particolarmente abbondan- nale produzione di armi si è andata pro- da metà dell’Ottocento, quando il ma-
De Donatis S. & Falletti P. (1999) – The Early Trias-
te in un’unità litostratigrafica che, in gressivamente affiancando quella delle teriale veniva portato all’altoforno di
sic Servino Formation of the Monte Guglielmo area tutta la Lombardia, rappresenta l’espres- rubinetterie. Premadio per essere fuso. Si raggiun-
and relationships with the Servino of Trompia and Studi mineralogici condotti per lo più in ge dall’abitato di Ambria, dove si può
sione sedimentaria del Triassico Inferio-
Camonica Valleys (Brescian Prealps, Lombardy).
Mem. Sci. Geol., 51: 91-101, Padova. re: il Servino (Sciunnach, 2005). L’unico Val Trompia (De Donatis et al., 1991; De scegliere se risalire per la Val d’Ambria
De Donatis S., Riganti A. & Rodeghiero F. (1991) affioramento di una certa entità del Ser- Donatis & Falletti, 1999) hanno eviden- (passando dalla conca un tempo occu-
- Mineralizzazioni a siderite-barite nella Val Camo- ziato la chiara correlazione tra presenza pata dal Lago di Zappella) o per la Val
vino sul crinale orobico della Provincia
nica meridionale (Brescia, Lombardia). Natura Bre-
sciana, 26: 87-100, Brescia. di Sondrio è quello dell’alta Val Venina: di livelli ferriferi, di interesse economi- Venina – tracciato più impegnativo in
Sciunnach D. (2005) – Servino. In: Cita M.B. et il forno fusore assolveva la funzione di co, e stratigrafia del Servino; ciò sug- salita in quanto si devono superare le
al. (Eds.), Carta Geologica d’Italia – 1: 50.000, Ca- pre-trattare il minerale estratto in loco gerisce che la mineralizzazione (che in “Scale di Venina” prima di raggiungere
talogo delle Formazioni – unità tradizionali. Quad.
APAT. Ser. III 7/VI, 33-41. (riducendone anche il peso), prima del questi casi si chiama strata-bound) non l’omonimo lago.

96 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 97


30 Conglomerato Ponte in Valtellina

di
Sazzo
Lo sbancamento stradale nella zona di se ingentissime di metamorfiti del ba-
Sazzo, località in comune di Ponte in samento varisico orobico, rappresenta
Valtellina raggiungibile da una laterale un elemento fondamentale per vincolare
della statale 38, mette a nudo una suc- il tracciamento della Linea del Porcile,
cessione di conglomerati e arenarie in una faglia di importanza regionale. Più
Motivo di interesse strati spessi da 10 a oltre 50 cm. Preval- problematica è stata tradizionalmen-
scientifico primario: gono conglomerati di roccia con clasti te l’attribuzione formazionale del con-
sedimentologico da angolosi a subarrotondati, che danno glomerato, che nella legenda del Foglio
luogo a supporto granulare pur essen- Geologico 1: 100.00 “Tirano” era stato
Motivi secondari:
do immersi in abbondante matrice are- incasellato nella generica indicazione di
stratigrafico
nacea. I clasti sono formati da quarzo, “anageniti”, mentre in Montrasio (1990)
strutturale
petrografico con dimensioni massime di 6 cm, e da era stata preferita l’attribuzione dell’af-
frammenti litici sino ad 8 cm, di colore fioramento al “Conglomerato Basale”. Dal
Livello di interesse violaceo. Le arenarie presentano granu- momento che, nella maggior parte del-
lometria medio-grossolana e selezione le località studiate nel Sudalpino lom-
moderata. L’alternanza di conglomera- bardo, il “Conglomerato Basale” (unità
to e arenaria risponde a logiche di mi- litostratigrafica informale, tradizional-
grazione laterale d’alveo in sistemi al- mente consolidata nell’uso) rappresen-
Accessibilità luvionali di tipo braided (intrecciato). ta un deposito continentale anteceden-
L’alternanza della successione, ripida- te al culmine dell’evento magmatico
mente immergente verso Sud e a luoghi eopermiano, e perciò del tutto o quasi
Valore estetico verticalizzata, è testimoniata con chia- del tutto privo di clasti di vulcaniti (da
rezza dalle basi erosionali e canalizza- cui l’antica definizione di “conglomerati
te degli strati conglomeratici rispetto aporfirici” Auctorum), l’interpretazione
Rischio di compromissione alle sottostanti arenarie. Laddove man- dei litici violacei è determinante ai fini
chino queste evidenze, la stratificazione dell’attribuzione formazionale: qualo-
e i limiti con le metamorfiti a contatto ra essi rappresentassero porzioni intra-
sono riconoscibili con difficoltà a cau- In alto: aspetto formazionali di siltiti viola, che spesso
Altri vincoli che insistono sa della sovraimposizione di un perva- macroscopico del si presentano associate ai conglomerati
sivo clivaggio alpino. La posizione del- Conglomerato di Sazzo. aporfirici, se ne trarrebbe un’indicazione
nell’area:
Si noti l’allungamento
Valle d’Arigna e ghiacciaio la successione, che forma una limitata preferenziale dei
favorevole all’assegnazione al “Conglo-
di Pizzo di Coca (SIC) amigdala tettonica all’interno di mas- ciottoli scuri merato Basale”, mentre una loro natu-
ra vulcanica farebbe propendere, tenu-
In basso: passaggi
granulometrici da
ti in considerazione anche altri fattori
conglomerato (canale (abbondanze relative di quarzo, litici,
attivo) ad arenaria feldspati ed elementi di origine meta-
2m
(barra di meandro,
morfica quali frammenti micascistosi
argine naturale)
e miche bianche), per l’attribuzione al
Verrucano Lombardo. Infatti il Verruca-
Sequenza
no Lombardo, di età permiana superio-
Deposizione Deposizione
di canale
abbandonato di sabbia di fango re, si depose su un articolato paesaggio
in canali in canale
intrecciati attivi abbandonato continentale caratterizzato dall’erosione
di ingenti masse di vulcaniti del Permia-
Sequenza
di canale
attivo
no Inferiore, delle quali contiene clasti
in abbondanza. Un esame microscopico
preliminare del conglomerato di Sazzo,
nonostante le difficoltà legate alla pre-
senza di un clivaggio penetrativo e di
Beltrami G., Bianchi A., Bonsignore G., Callegari
una diagenesi assai spinta che interessa
E., Casati P., Crespi R., Dieni I., Gnaccolini M., Libo- i litotipi, avvalora l’ipotesi della natura
rio G., Montrasio A., Mottana A., Ragni U., Schiavi-
nato G., Zanettin B., (1971) - Note Illustrative della
vulcanica dei litici e quindi l’attribuzio-
Carta Geologica d’Italia, Foglio 19, Tirano - Nuova Ghiaie Sabbie Limi e Torba ne al Verrucano Lombardo.
Tecnica Grafica, Roma. argille
Montrasio A. (1990) - Carta Geologica della Lom-
bardia. Serv. Geol. Naz., Roma.

98 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 99


31 Il “punt de sass” Villa di Tirano

di
Villa di Tirano
Adiacente alla ferrovia che corre paralle- x 0,5 m x 0,4 m) e ben squadrate nella successivo. A seguito delle indagini ma-
Motivo di interesse la alla Strada Statale dello Stelvio, all’al- parte inferiore, e la perizia nella disposi- teriche e geostatiche affrontate in oc-
scientifico primario: tezza di Villa di Tirano, sorge un anti- zione delle stesse in corsi orizzontali re- casione del restauro del ponte è emersa
geografico co ponte di pietra chiamato “punt de golari, si rileva infatti raramente. Il rigo- la seguente tipologia muraria: “muratu-
Motivi secondari: sass”, “ponte romano” o “ponte medioe- re costruttivo fa supporre che fosse una ra in pietrame assortito, ben sbozzata
paesistico vale”. La tradizione popolare gli attribu- realizzazione alla quale veniva data par- con legante di calce in buona continui-
isce infatti un’antica origine, ma le fon- ticolare importanza e che il ponte non tà. Orditura muraria ben ordinata a bloc-
Livello di interesse
ti non permettono di datare con certezza avesse un ruolo periferico. Le parti re- chi lapidei di forma prismatica, tabulare
il manufatto. La sua funzione cessò nel stanti, in particolare i parapetti costruiti a spigoli prevalentemente vivi…..petro-
1817 a seguito di un’alluvione che ebbe con pietrame sgrossato in modo irrego- graficamente si possono distinguere be-
come conseguenza la deviazione del cor- lare, sembrano denunciare un intervento ole, gneiss e quarziti”.
so dell’Adda che comportò lavori di ar-
Accessibilità ginatura e l’apertura di un nuovo ponte
e una nuova strada. Attualmente il pon-
te è quindi collocato in mezzo a dei pra-
Valore estetico ti, in un contesto avulso da quello ori-
ginario. L’ipotesi dell’origine romana del
ponte non è suffragata da alcun docu-
mento, così come non è certa la presen- A sinistra: particolare del “punt
de sass” a Villa di Tirano. La
za in quell’epoca di una via di comunica- tradizione popolare gli attribuisce
zione a vasto raggio. Il toponimo della un’antica origine ma le fonti
frazione di Stazzona, collegata dal pon- documentarie non permettono di
datare con certezza il manufatto
te a Tirano, pare comunque riferirsi per
alcuni studiosi a una Stazio romana “po- A destra: posizione del manufatto
sto di guardia e sosta” o Stationes “luo- su base topografica Ortofoto +
vettoriale. Si noti la notevole
go dove i Romani stanno a campo”. Nel
distanza dall’alveo attuale del
suo territorio è stata tra l’altro rinvenu- Fiume Adda
ta, nel 1873, una lapide marmorea ro-
In basso: attualmente il ponte
mana. Il primo documento che dà noti-
è collocato in mezzo alla piana
zia della presenza di un ponte a Villa è tato il progetto di conservazione e re- di fondovalle dell’Adda, in
della fine del XIII sec., ma non è certo stauro. È stato così compiuto il recupe- un contesto avulso da quello
si tratti del ponte in oggetto. A seguito ro del manufatto e il completamento di originario

delle incursioni dei Grigioni in Valtellina alcune sue parti. L’impianto tipologico è
nel 1485-87 fu predisposto da Ludovico storicamente ricorrente per un ponte in
Sforza un progetto territoriale difensi- pietra: lungo circa 28 m, è costituito da
vo: anche le strutture di Tirano furono due ampie arcate simmetriche separate
interessate da interventi ed è possibi- da una pila centrale che, su entrambi i
le quindi che la costruzione del ponte fronti, presenta contrafforti e speroni a
si sia inserita come un elemento del pia- sezione pressoché triangolare. All’estre-
no militare. Un ponte inoltre è citato in mità la costruzione termina con muri che
documenti risalenti al 1495 riguardante si aprono rispetto alla larghezza del pon-
Bossich F., Carrara E. (1998) - Analisi materiche
l’unione dei Comuni di Stazzona, Villa e te. Le due arcate misurano 12 metri ca-
sul costrutto del “ponte in sasso” in Villa di Tirano Coseto. Altre menzioni in documenti del dauna. In adiacenza alla pila centrale vi
(So).
1614 e del 1659. Alcune lapidi in pie- sono dei doccioni in sasso per le acque
De Giovanni M. (1998) - Restauro e conserva-
zione dell’antico ponte di Villa di Tirano (SO) - re-
tra posizionate sopra le chiavi delle arca- piovane. Chiavi di ferro contornano le ar-
lazione tecnica. te datate 1683-84 indicano forse la rico- cate. Rispetto alle usuali caratteristiche
De Giovanni M., Scalco V. (2002) - Il “Ponte di struzione di parte del manufatto, ma non tipologiche, dal punto di vista costrutti-
sasso” dal rilievo al suo recupero, in AA.VV, Boll.
Soc. Stor. Valtellinese 55.
si può escludere che quella sia la data di vo il manufatto si presenta invece uni-
Gavazzi S. (1989) - “Ponte vecchio” di Villa di
costruzione. Nel 1998 l’amministrazione co nel territorio valtellinese. L’utilizzo di
Tirano. comunale di Villa di Tirano ne ha appal- pietre di dimensioni cospicue (es. 1,5 m

100 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 101
32 Torbiera VIlla di Tirano

di
Pian Gembro
La torbiera di Pian Gembro occupa
Motivo di interesse un’ampia sella posta allo spartiacque
scientifico primario: tra Valtellina e Valcamonica, pochi km
naturalistico a Nord del Passo dell’Aprica nel Comune
Motivi secondari: di Villa di Tirano. Il sito indicato è una
geomorfologico delle più grandi torbiere dell’arco alpi-
paleontologico no. I suoi depositi, che secondo Dal Piaz
paesistico (1929) in alcuni settori superano i 35
m di spessore, rappresentano un impor-
Livello di interesse
tante archivio naturale della storia delle
trasformazioni ambientali e climatiche
verificatesi nelle Alpi Centrali a partire
almeno dal Tardiglaciale.
Il substrato della torbiera è costitui-
Accessibilità
to da rocce metamorfiche appartenen-
ti alla Formazione degli Scisti di Edo-
lo, unità paleozoica (Gansser & Pantic,
Valore estetico 1988), talora attraversata da manife-
stazioni magmatiche quali porfiriti ter-
ziarie (Liborio e Mottana, 1969). L’ori-
Rischio di compromissione
gine della depressione nella quale si è
impostata la torbiera di Pian di Gembro
è controversa: è però molto probabile
un’origine tettonica, legata alla prossi-
Altri vincoli che insistono malità della Linea Insubrica. La torbie-
nell’area: ra ha dimensioni notevoli: l’asse mag- Nella pagina: alcuni scorci
Riserva naturale giore misura oltre 2 km, quello minore del Pian Gembro, conca
Pian Gembro (SIC) è compreso tra i 250 e i 300 metri. I
pianeggiante (superficie =
126.5 ettari) che si formò
carotaggi eseguiti da Zoller (Universi- in seguito al ritirarsi dei
tà di Basilea) negli anni ’70 del secolo ghiacciai del Quaternario. Qui
si trova una torbiera entro la
scorso e quelli più recenti (1998), con-
Andreis C., Pini R., Ravazzi C., Sala E., Wick L. quale, a causa di particolari
(1999) - La torbiera di Pian di Gembro (Alpi Cen- dotti dai tecnici dell’università di Ber- lo di disturbo del paesaggio naturale condizioni ambientali, avviene
trali): dinamica attuale e storia della vegetazione na in collaborazione con il CNR-IDPA di della torbiera. Sfagni ed ericaceae ve- la trasformazione dei resti
nell’Olocene superiore. Congresso della Società
Milano, hanno mostrato che la depres- vegetali in torba
Botanica Italiana, volume degli abstracts, 18.
nivano raccolti ed utilizzati come stra-
Dal Piaz G.B. (1929) - Relazione geomorfologica
sione del Pian di Gembro è colmata da me nelle stalle. L’attività di estrazione
sulla palude di Pian di Gembro. Relazione inedita. depositi glaciali, lacustri e di torbiera. di torba, concentratasi prevalentemen-
Gansser A. & Pantic N. (1988) - Prealpine events Due conoidi coalescenti dividono la tor- te nel settore occidentale della torbie-
along the eastern Insubric Line (Tonale Line, Nor-
thern Italy). Ecl. Geol. Helv., 81, 567-577.
biera in due settori: quello orientale ha ra, ha lasciato pozze profonde fino a 2,5
Liborio G., Mottana A. (1969) – Lineamenti ge- un piccolo emissario, che drena verso m, distribuite su una superficie di circa
ologico petrografici del complesso metamorfico la Valtellina; nel settore occidentale, di 2,5 ha. Il carotaggio a pistone, esegui-
subalpino nelle Alpi Orobie orientali. Rend. Soc. It.
Mineral. Petr. 25, 475-519.
dimensioni maggiori, ha avuto luogo la to nel 1998, ha permesso di recuperare
Pini R. (2003) - La torbiera di Pian di Gembro deposizione di notevoli spessori di tor- una carota continua e indisturbata lun-
(1350 m, Alpi Centrali) Storia della vegetazione e ba. Da un punto di vista naturalistico è ga circa 13 m. Su questa carota è stato
del clima durante gli ultimi 16.000 anni cal. FIST
Geoitalia 2003 – 4° Forum Italiano di Scienze della
di notevole interesse la contemporanea condotto uno studio dei pollini ad alta
Terra, Bellaria, 16 – 18 settembre 2003. Volume presenza di aspetti da torbiera bassa e risoluzione (1 campione/50 anni: Pini,
degli abstract, 120.
di torbiera alta, questi ultimi di soli- 2003) che documenta la storia della ve-
Zoller H., Athanasiadis N, Heitz-Weniger A (1977)
- Diagramme Palü 1, Palü 2, Pian di Gembro 1973
to limitati ai bordi della torbiera. Du- getazione e del clima delle Alpi Centra-
and Pian di Gembro 1975. In: Fitze P, Suter J (eds) rante il secolo scorso e fino alla fine li lungo gli ultimi 16.000 anni. Il sito è
ALPQUA 5-12.9.1977
della seconda guerra mondiale la pre- Riserva Naturale Regionale nonché Sito
Schweizerische Geomorfologische Gesellschaft,
Quartärkomm. SNG Zürich, 13-16. senza dell’uomo ha svolto un forte ruo- di Importanza Comunitaria.

102 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 103
33 Madonna Tirano

di
Tirano
Nel luogo in cui la Madonna apparve al barcati a Colico per essere lavorati a
beato Mario degli Homodei il 29 settem- Como. Il Santuario, a croce latina, è di-
bre 1504 venne costruita una cappel- viso al suo interno, in senso longitudi-
la che si rivelò subito del tutto inade- nale, da tre navate per una lunghezza
guata a contenere il numero di persone di poco più di 20 m ed una larghezza
Motivo di interesse che arrivavano a Tirano richiamate dal- di circa 14 m. L’altare dell’Apparizione è
scientifico primario: la notizia di quell’evento miracoloso. sulla sinistra entrando dalla porta prin-
petrografico Il 25 marzo del 1505 si pose la prima cipale. L’organo è un’opera gigantesca
pietra presso il Ponte della Folla sul Tor- appoggiata su otto colonne di marmo
Motivi secondari:
rente Poschiavino per la costruzione di rosso di Arzo nel Canton Ticino. La gran-
paesistico
una nuova chiesa. Una piccola iscrizio- de cassa in legno fu realizzata dall’arti-
Livello di interesse ne, datata 21 marzo 1506, collocata sul- sta bresciano Giuseppe Bulgarini tra il
la porta d’accesso del lato sud dell’at- 1608 ed il 1617. La parte più pregevo-
tuale Santuario, testimonia come i lavori le dell’organo, i tre pannelli del parapet-
vennero effettuati con molta celerità. to, venne eseguita, nel 1638, dal mila-
L’edificio, caratterizzato da una pianta a nese G.B. Salmoiraghi. L’altare maggiore
Accessibilità tre navate, con abside semicircolare, era venne realizzato con marmi neri di Va-
già terminato nel 1513 e venne consa- renna intarsiati con altri marmi policro-
crato nel 1528. Nei due secoli successivi mi nel 1748 da un artigiano di Clivio,
Valore estetico subì alcune modifiche e completamen- G.B. Galli, al quale si devono non solo le
ti e fu terminato nel 1703. Della torre balaustre del medesimo altare, ma an-
campanaria, che ha una tipologia tipi- che quelle dell’altare dell’Apparizione.
camente romanico lombarda, non si co- In sacrestia si trova un piccolo basso-
nosce l’anno di edificazione. Si sa che rilievo in marmo, nel quale è raffigurata
venne completata nel 1578, ad eccezio- la Vergine col Bambino, tra S. Pietro e S.
ne del cupolino, la cui costruzione è del Paolo ed una Pietà, opera pregevolissi-
1641 ad opera di Pietro Marni di Bor- ma del 1519, di Alessandro Della Scala.
mio. La cupola ed il sottostante tibu- Il pavimento in marmo bianco, nero e
rio vennero progettati ed eseguiti sotto rosso fu forse realizzato da Gregorio So-
la direzione dell’ingegner Pompeo Bian- lari e Stefano Carioli, artigiani ticinesi,
chi di Moltrasio tra il 1580 ed il 1584. nella seconda metà del Seicento ma al-
La facciata, articolata da due cornicioni cune fonti lasciano supporre sia di epo-
e da quattro lesene, è caratterizzata da ca anteriore. E infine, nel 1904, in occa-
un frontone di stile veneziano (1676) e sione dei 400 anni dall’Apparizione della
arricchita dal portale e da finestre mar- Madonna, la ditta Beltrami di Milano A sinistra: la facciata della
moree. E’ in marmo bianco locale estrat- eseguì le vetrate policrome che adorna- Basilica di Madonna di
Tirano è in marmo bianco
to da una cava esistente nei pressi della no la chiesa. Il santuario è stato com-
locale, estratto da una
frazione di Cologna, in località “Pomo” pletamente rimesso a nuovo nel 1967 cava esistente nei pressi
(“El Pum”), adoperato anche nella co- con radicali lavori di restauro. Il restau- della frazione di Cologna,
struzione di altre parti del santuario. ro del campanile, nel 1979, ha portato in località “Pomo” (El Pum)

Venne iniziata nel 1529 e richiese al- alla luce un apparato decorativo bicro- In alto a destra: cave di
cuni anni di lavoro: sull’architrave - un matico lavorato a graffito; nell’occasio- calcare nero a Varenna
blocco di serpentino - troviamo infat- ne è stato ricostruito anche il parapetto (Lecco)
Boscacci A. (1993) - Tirano e il suo santuario.
Bormetti F. & Casciaro R. (2000) - Il Santuario di ti la data 1534. Il cantiere relativo alla del terrazzino con l’impiego di marmo In basso a destra:
Tirano nella Valtellina del ‘500, Silvana ed. cupola ed il sottostante tiburio ven- bianco proveniente da Lasa in Val Ve- particolare
Garbellini G. (1995) - Il santuario della Madonna ne attivato, come detto, nel 1580, con nosta, che dimostrò di avere le stesse dell’apparizione della
di Tirano in: Storia e arte in Valtellina, V, Nel segno Vergine al beato Mario
del Rinascimento, ed. Poletti. provviste di materiale edile, soprattutto caratteristiche di quello delle cave lo- Homodei, il 29 settembre
Garbellini G. (2004) - La Madonna di Tirano. pietre e marmo estratto dalle cave loca- cali che non si erano potute riattiva- del 1504
Cinquecento anni di devozione e storia. Notiziario li, forse quella di Pomo o quella di Val- re. Durante la campagna di restauri del
della Banca Popolare di Sondrio, 96. Pagina a fianco: emissione
dichiosa o di Grania, quest’ultima in Val 1996 è stato eseguito il rifacimento
Garbellini G. (2005) - Il portale maggiore, capola- commemorativa di Poste
voro d’arte ma non solo. Bollettino della diocesi di Malgina nel territorio di Teglio, menzio- della copertura in pietra naturale. Nel Italiane per il V Centenario
Como - Santuario della Madonna di Tirano, 1. nate a proposito del completamento del 1998 è stata restaurata la controfaccia- dell’apparizione della
Regione Lombardia (2001) - Santuario della Ma- campanile. I marmi per le diverse sta- ta e l’esterno in occasione del Giubileo Madonna a Tirano, 2004
donna di Tirano - Schedatura S.I.R.Be.C. - Carta
del rischio. tue, sempre della Val Malgina, erano im- del 2000.

104 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 105
34 Rupe Magna Grosio

e
Dosso Giroldo
Pace D. (1972) – Petroglifi di Grosio. Tellina opu-
scula 2, 93 pp., 34 tavv., Artigianelli pavoniani,
Milano.
Pace D. (1974) – Sviluppo dell’investigazione
archeologica nel sistema petroglifico di Grosio.
Tellina opuscula 3, 181 pp., 65 tavv., Artigianelli
Il sito domina il lato sudoccidentale pavoniani, Milano.
Motivo di interesse dell’abitato di Grosio, nei pressi del con- Pace D., Simonelli M.G., Valmadre L. (1985) –
Escursione nell’antichità della Valtellina: da Teglio
scientifico primario: fine con Grosotto, marcato dal Torren- a Grosio. Ed. Sistema Bibliotecario di Tirano, 137
paleoantropologico te Roasco: dopo Grosotto la strada at- pp., Tip. Poletti, Villa di Tirano.

Motivi secondari: traversa il ponte sul torrente, esce dalla


petrografico Val Grosina e ha davanti un lungo retti-
geomorfologico lineo sullo sfondo del quale si vedono la
paesistico chiesa di San Giuseppe, il campanile e
le prime case di Grosio. In questo tratto
Livello di interesse
pianeggiante del percorso vi sono alcuni
aspetti di notevole interesse da rilevare.
La posizione panoramica e molto favore-
vole è sottolineata dal “Castello Nuovo”
dei Visconti Venosta (XIV Secolo), che di Grosio la roccia è di natura filladica,
Accessibilità venata di quarzite bianca, ed è in gene-
in realtà poggia sui resti di un castel-
lo più antico (XI Secolo, il Castello di re ricoperta da una coltre di suolo sot-
S. Faustino, sempre dei Venosta) e ad- tile e discontinua; il massimo grado di
Valore estetico dirittura su rovine di epoca preromana. denudamento e di modellamento glacia-
I motivi di interesse del sito derivano le è raggiunto, per l’appunto, dalla sug-
dall’eccezionale concomitanza di morfo- gestiva “rupe magna”, ben visibile an-
Rischio di compromissione che dal fondovalle con un’estensione di
logie glaciali e dei segni tangibili del-
la presenza umana in un’epoca primor- 84 m di lunghezza per 35 m di larghez-
diale e remota. Le morfologie glaciali, za e una posizione che le hanno valso in
non rare in Valtellina ma in questo caso passato il nome di “balena”. Si tratta di
esemplari, sono rappresentate da rocce una grande roccia montonata, la cui for-
montonate: ampi dossi di roccia nuda, ma è stata modellata dal ghiacciaio che
smussati e lisciati dall’azione erosiva di scorreva lentamente ma inesorabilmen-
una massa glaciale in transito. Nel sito te su di essa trascinando enormi quanti-

A sinistra e nella pagina a


fianco: il “Castello Nuovo”
dei Visconti Venosta (XIV
Secolo), con torre maestra e
merlature ghibelline

Al centro: figure
antropomorfe su una
grande roccia a dorso di
balena presso il Dosso dei
Due Castelli. Denominata
“Rupe Magna” per le sue
grandi dimensioni, è una
roccia montonata formata
da micascisti levigati oltre
20.000 anni fa dall’azione
del ghiaccio che scorreva
su di essa, trascinando con
sé una grande quantità di
detriti

In basso a destra: il “Castello


Nuovo” durante la stagione
invernale

106 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 107
34

In alto: ancora una


bella immagine del
“Castello Nuovo”.
Fra il 1350 e il 1375
sorse, per volere
dei Visconti e con il
contributo di tutta
la valle, il “castrum
novum”. Una nuova
costruzione concepita
per rispondere a
mutate esigenze
strategiche e non
tà di detriti. Grandi massi dunque avan- oggetti furciformi); cavità emisferiche per contrapporsi
zavano sotto l’enorme peso del ghiaccio descritte come cupèlle o coppèlle otte- o rivaleggiare col
vecchio castello di
sovrastante imprimendo sulla superficie nute picchiettando la superficie rocciosa S. Faustino, come
rocciosa i numerosi solchi lineari, larghi molto probabilmente con percussore li- supposto da alcuni
fino a uno-due cm e lunghi anche alcuni tico, data la sezione generalmente semi- studiosi. In secondo
metri, ancor oggi visibili là dove la roc- piano, la collina del
circolare e priva di spigoli vivi che pre-
Dosso Giroldo
cia è ripulita dal detrito e dalla coper- sentano; combinazioni di cupelle e di
tura vegetale. La Rupe dunque presenta figure geometriche e antropomorfe. Sul- In basso: due
una superficie non particolarmente liscia la base delle tipologie di raffigurazione, particolari delle
incisioni rupestri :
e regolare, così che la picchiettatura dei gli studiosi ritengono di aver localizza- figura antropomorfa
graffiti talvolta non risulta facilmente to un luogo di culto per le popolazio- e utensili agricoli
distinguibile. Gli aspetti paleoantropo- ni preistoriche della Valtellina (Pace,
logici sono ciò che rendono questo sito 1974). Avvalora l’ipotesi, tra le incisio-
in qualche modo eccezionale. A partire ni, la presenza di gruppi antropomorfi
dal 1966 (Pace, 1972, cum bibl.) è stato corali come i sei “danzanti” od “oranti”,
rinvenuto un sistema di centinaia, forse uno dei quali reca in mano un oggetto
migliaia, di incisioni preistoriche, risa- anuliforme. Le incisioni, originariamen-
lenti ad un’epoca compresa tra il Neoli- te ricoperte da una cotica erbosa e ar-
tico e il II millennio a.C. (M.G. Simonelli bustiva piuttosto tenace, tuttora sono
in Pace et al., 1985, cum bibl.). I sog- state riportate alla luce solo in parte.
getti ricorrenti, che presentano parzia- Attualmente l’intera area è in corso di
li analogie con quelli delle ben più ce- attrezzatura come “Parco delle incisio-
lebri e celebrate incisioni rupestri della ni rupestri” a cura dell’omonimo consor-
Valle Camonica, comprendono figure an- zio al quale partecipano la Provincia di
tropomorfe, sovente in gruppo; scene di Sondrio, la Comunità Montana Valtellina
caccia e di vita sociale, che coinvolgono di Tirano e i Comuni di Grosio e di Gro-
guerrieri – armati di lance, tridenti, scu- sotto per assicurare la tutela, la valoriz-
di ed elmi – e sacerdoti; figure geome- zazione, la pubblica fruizione dei beni
triche simboliche o astratte, non sempre archeologici, etnografici ed ambientali
di facile interpretazione (spirali, collari, che caratterizzano l’intera area.

108 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 109
35 Cava Maffei Benché rappresentino, per definizione,
Sondalo

Motivo di interesse siti di elevato impatto sulla naturalità


scientifico primario: dei luoghi e spesso coincidano con aree
petrografico fortemente degradate, le cave di mate-
Motivi secondari: riali lapidei presentano grande interes-
struttirale se per il geologo in quanto offrono este-
mineralogico si affioramenti di substrato roccioso in
condizioni di ineguagliabile esposizio-
Livello di interesse
ne. La Cava Maffei di Sondalo offre un
esempio emblematico di questa ambiva-
lenza: pur rappresentando uno squarcio
offensivo nei versanti fittamente bosca-
ti che sovrastano i sanatori di Sonda- In alto a sinistra:
Accessibilità
lo, l’area si presta a interessantissime il giacimento di quarzo di
Sondalo è considerato tra i
osservazioni in un ambiente “lunare”,
più importanti attualmente
fortemente connotato dalle attività di conosciuti in Europa
Bellezza estrazione del quarzo.
Il quarzo (SiO2) è uno dei minerali più In basso a sinistra: il quarzo
è di elevata qualità, molto
comuni della crosta terrestre, soprattut- omogeneo per struttura e
Rischio di compromissione to nella sua parte continentale, ma ra- composizione ed esente da
ramente raggiunge concentrazioni e pu- contaminanti.
La coltivazione del minerale
rezza tali da risultare economicamente è in sotterraneo e il metodo
interessante. Trova largo impiego indu- adottato è il sublevel
striale nell’industria ceramica e chimi- stoping.
ca, nella produzione di abrasivi, nell’ot- In basso a destra: brecce
tica e nella meccanica di precisione. La granatifere al contatto tra
notevole concentrazione di quarzo nel cascisti sono quelle che si prestano alle quarzite e metapeliti
sito della Cava Maffei è legato alla mi- osservazioni più interessanti, in quan-
grazione ionica che ha accompagnato i to testimoniano una complessa evolu-
processi metamorfici, e che nella fat- zione tettonica che ha accompagnato
tispecie ha consentito una raffinazio- la strutturazione della lente di quarzi-
ne naturale del quarzo: data la distanza te; in particolare, la presenza di spet-
piuttosto limitata che tali “migrazio- tacolari brecce di quarzite che ingloba-
ni” normalmente raggiungono, è tut- no frammenti di micascisto angolosi, di
tavia presumibile che il protolito della dimensioni decimetriche, associate a fi-
quarzite fosse rappresentato da un se- loni di leucogranito, suggeriscono che
dimento già originariamente arricchito la quarzite sia delimitata da faglie, atti-
in quarzo a causa dei processi fisici av- ve in regime fragile, che hanno assunto
venuti nell’ambiente di deposizione (es. il ruolo di vie preferenziali per l’iniezio-
un litorale a sedimentazione sabbiosa) ne di modesti volumi di fusi altamente
rispetto ai circostanti sedimenti argillo- differenziati.
si che, sottoposti a metamorfismo, han- La Cava Maffei, della cui autorizzazione
no dato luogo alle metapeliti dominanti è titolare un gruppo industriale con sede
nell’area (micascisti a granato). in provincia di Reggio Emilia, è attual-
La quarzite si presenta compatta, di co- mente in attività, con una produzione
lore bianco e lucentezza da cerea a vi- annua di poco inferiore alle 50.000 ton-
trea, tipica degli aggregati omogenei di nellate di mercantile. Questo rende con-
minuti cristalli di quarzo (quarzo po- sigliabile, per evitare di correre rischi
licristallino): questo aspetto contra- inutili, che la visita sia concordata pre-
sta con l’aspetto incolore e limpido del ventivamente con un soggetto responsa-
quarzo ialino (quarzo monocristallino). bile, che può essere rintracciato median-
Le fasce di contatto tra quarzite e mi- te contatti con il Comune di Sondalo.

110 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 111
36 Frana Valdisotto

della
Val Pola
L’area interessata dal fenomeno frano-
Motivo di interesse so della Val Pola è ubicata nell’Alta Val-
scientifico primario: tellina, circa a 10 km a Sud dell’abitato
geomorfologico di Bormio. Prima che l’evento franoso del
Livello di interesse 28 luglio 1987 sconvolgesse il versante
orientale del Monte Zandila ed un’estesa
porzione di fondovalle del fiume Adda, la
Strada Statale 38 dello Stelvio attraversa-
va in successione gli abitati di Morigno-
Accessibilità ne, Sant’Antonio Morignone e Aquilone.
Dal punto di vista geologico l’area cir-
costante la frana è caratterizzata dalla
presenza di unità del Dominio Austro-
Valore estetico
alpino superiore: in particolare gneiss
e micascisti del Cristallino di Grosina
e, specificatamente in corrispondenza
Rischio di compromissione
del coronamento di frana, paragneiss
e micascisti del Cristallino del Tona-
le. La porzione più estesa di frana è in-
vece occupata da gabbri e gabbrodiori-
ti con intercalazioni di filoni aplitici e
pegmatitici appartenenti al “Gabbro di
Sondalo”, massa intrusiva dell’Alta Val-
tellina originariamente attribuita al ci-
clo magmatico alpino, ma attualmente
ritenuta di età varisica.
Negli aspetti strutturali a scala regiona-
le l’area è compresa tra la Linea dell’En-
gadina - a Nord - e la Linea Insubrica - a
Sud. A scala locale i lineamenti strut-
turali principali sono costituiti dalle fa-
glie con direzione Est-Ovest della Val
Pola e del Monte Zandila e dagli alline-
amenti grossomodo orientati Nord-Sud:
l’intersezione tra tali piani principali di
discontinuità tra loro perpendicolari ha
costituito uno dei principali fattori pre-
disponenti al crollo roccioso. La frana
Fossati D. & Mannucci G. (1989) - L’alluvione del
del luglio 1987 costituisce la naturale
1987 in Valtellina e l’evento franoso della Val Pola. evoluzione di un versante che era già
Documenti del Territorio 14. caratterizzato da una paleofrana e da fe-
Agostoni S., De Andrea S., Lauzi S. & Padovan N.
nomeni gravitativi attivi in un contesto
(1991) - Sintesi ed interpretazione dei dati di moni-
toraggio della Val Pola. Geologia Tecnica 3/91. di rocce intensamente fratturate. Foto aerea della frana di Val
Govi M. & Turrito O. (1992) - La frana della Val A tali fenomeni predisponenti del disse- Pola poco dopo il drammatico
Pola del 1987 in Alta Valtellina. In “Frane e Territo- sto si aggiungono le condizioni meteo- evento franoso: prima del
rio” (A. Vallario Ed.), Liguori Editore, Napoli. distaccamento di materiale
Agostoni S., Laffi R. & Sciesa E. (1997) - Centri
rologiche precedenti il collasso. Infatti del 28 luglio 1987 la Strada
Abitati Instabili della provincia di Sondrio. Pubblica- nel periodo compreso tra il 15 e il 19 lu- Statale 38 dello Stelvio
zione CNR GNDCI 1580, Vertemati, Vimercate. glio anche il territorio dell’Alta Valtellina attraversava in successione
Studio Paoletti - Progetto definitivo degli inter- gli abitati di Morignone,
venti di sistemazione idraulica nell’area interessata
ha risentito dei fenomeni meteorici che Sant’Antonio Morignone e
dalla frana della Val Pola”, Regione Lombardia. investivano la valle e la frana della Val Aquilone.

112 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 113
36
Pola del 28 luglio ne costituisce l’api- fessura discontinua per circa 600 metri
Un’indagine
ce. L’azione combinata delle forti piog- al piede della scarpata rocciosa in cor- di ARPA Lombardia
ge e dell’elevato apporto glaciale han- rispondenza del piano di scivolamento evidenzia un alto
no determinato elevata erosione delle dell’antica frana. Il 27 luglio la fessu- grado di biodiversità
nel corpo di frana
aste torrentizie, incremento del traspor- ra assumeva un tratto più continuo e la della Val Pola
to solido e creazione di nuovi depositi lunghezza di 900 metri delineando una (perimetro nero)
alluvionali di fondovalle allo sbocco con nicchia di frana che nel suo sviluppo tra
l’Adda. La Val Pola stessa ha subito nei quota m 2250 e m 1700 comprendeva
tratti in quota accentuate erosioni late- una porzione instabile di 35 ettari che gruppo 1
rali e di fondo e l’abbondante materiale nella mattina del 28 luglio 1987 ha ge- gruppo 2
trasportato ha generato allo sbocco una nerato il distacco di un ammasso pari a gruppo 3
nuova conoide che ha prodotto nella se- 34 milioni di metri cubi di roccia con ti- corpo franoso
rata del 18 luglio 1987 lo sbarramento pologia di scorrimento dapprima come
del fiume Adda e un invaso lacustre che scivolamento e successivamente come aree edificate
si è esteso a monte fino ad allagare il valanga di roccia. I meccanismi di crol-
valore elevato
paese di Sant’Antonio Morignone. lo e di deposito del materiale di frana
valore alto
La settimana successiva comparivano i sono stati condizionati dalle caratteri-
valore medio
primi fenomeni di movimento sul ver- stiche dei versanti.
valore modesto
sante del Monte Zandila, dapprima come La massa rocciosa frantumata dopo aver
valore basso
crolli dalle pareti rocciose della antica colmato il fondovalle è risalita sul ver-
paleofrana e poi come apertura di una sante opposto per 300 metri. Nella fase

di ricaduta una porzione di detrito ha


colpito l’area occupata dall’invaso lacu-
stre e ha generato un’onda fangosa che
è traslata verso Nord con enorme ener-
gia, ha colpito le case di Aquilone e si
è arrestata circa 2000 metri a Nord del
punto iniziale di impatto. Nel comples-
so l’area influenzata dalla frana della val
Pola si è estesa linearmente per circa
4,5 km e il volume di accumulo è stato
stimato in circa 40 milioni di metri cubi
con spessore massimo lungo l’asse ori-
ginario dell’Adda fino a 100 metri. Come
effetto diretto della valanga di roccia
sono stati distrutti il paese di Morigno-
ne e le frazioni di San Martino, Castel-
laccio e Foliano. Come effetto dell’onda
di acqua, fango e detriti sono stati di-
strutti i paesi di Sant’Antonio Morigno-
ne, Poz e Tirindrè e parte di Aquilone. Le
vittime sono state 29. Subito dopo l’al-
luvione sono state realizzate le princi-
pali opere strutturali sia per la regima-
zione del fiume Adda, sia per generale
A sinistra: il versante messa in sicurezza del versante collas-
orientale del Monte
sato e dei bacini più dissestati nonché
Zandila sventrato.
una fitta rete di monitoraggio strumen-
A destra: la frana tale.
della Val Pola come
si presenta oggi
dopo gli interventi
realizzati per il
controllo e la parziale
bonifica

114 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 115
37 Paluaccio Valdisotto

di
Oga
Il Paluaccio di Oga - dalla splendida con-
Motivo di interesse ca di Bormio è possibile raggiungere la
scientifico primario: riserva, in Comune di Valdisotto, in po-
naturalistico chi minuti - rappresenta un caso relati-
vamente raro di convergenza tra motivi
Motivi secondari:
geomorfologico di interesse geologico-strutturale, geo-
paesistico morfologico e naturalistico, in partico-
lare paleobotanico: quest’ultimo aspetto
Livello di interesse si può considerare prevalente in ragione
delle attività estrattive che hanno inte-
ressato in passato il deposito torboso, A sinistra: la torbiera
di alta quota del
nonché delle evidenze paleoclimatiche
Paluaccio di Oga, di
registrate dal deposito stesso (Dei Cas, notevole interesse
Accessibilità 1999; Dei Cas & Guglielmin). floristico
La torbiera del Paluaccio di Oga si collo-
In alto a destra: il
ca a quota 1705 m s.l.m. circa, sul ver- Forte di Oga, detto
Valore estetico sante orientale del Monte Massucco. anche Forte Venini,
Le rocce che costituiscono il versan- in onore del generale
valtellinese Venini,
te sono riconducibili al Dominio Au- medaglia d’oro al
Rischio di compromissione stroalpino e, alle quote di interesse, valore
sono rappresentate da rocce metamor-
fiche della Falda Campo (“Filladi di Bor-
mio” Auct.). L’intero versante è carat-
Altri vincoli che insistono terizzato da numerose contropendenze
nell’area: morfologiche, ciascuna delle quali corri-
Riserva naturale sponde all’intersezione tra la superficie cipale della torba era quello di combu- 0.00 m Stratigrafia del
Paluaccio di Oga (SIC-ZPS) topografica e un piano di scivolamen- stibile per uso domestico e industriale,
0.05
carotaggio del
to gravitativo che interessa la compa- mentre attualmente prevale l’impiego Paluaccio di Oga
1.14
gine rocciosa sino in profondità. È stata florovivaistico. 1.70
proprio la diminuzione (e locale inver- E’ da tenere in considerazione anche 2.08
2.20
1300-1435 d.C.
570-765 d.C.
sione) del gradiente morfologico, as- l’interesse floristico del Paluaccio, cono-
2.30
2.58
2.85
sociato ad una di queste superfici di sciuto in letteratura e testimoniato dal-
scivolamento, a consentire il ristagno la presenza di specie quali la Andromeda 4.10
3865-3810 a.C.
d’acqua e la formazione delle torbiere. polifolia, Vaccinum microcarpus, Empe-
4.20
4070-3930 a.C.
4155-4120 a.C. Suolo
4.80
Di recente, il Paluaccio di Oga è stato trum nigrum, Oxycoccus quadripetalus e
oggetto di approfondite indagini geolo- Drosera rotundifolia. Torba

giche (Guglielmin & Dei Cas, 2000) che Completa la visita al sito una scappata Limo
hanno consentito di accertare la pre- al suggestivo Forte Venini (meglio noto
senza di un controllo strutturale sulla come Forte di Oga), costruito tra il 1909 Argilla

contropendenza e di datare, con il me- e il 1914 a difesa della strada dello Stel-
Sabbia
todo del radiocarbonio, l’inizio della de- vio e dei limitrofi passi alpini. Il forte è
posizione della torba al 7500-7600 a.C.: stato definitivamente abbandonato nel 9.40 7610-7515 a.C. Ghiaia
un’età nella quale i ghiacciai vallivi le- 1958 e, a partire dal 1985, parzialmente 10.00 m

gati all’Ultimo Massimo Glaciale si tro- ripristinato e aperto al pubblico, tanto Legni
Dei Cas L. (2001) – La riserva naturale del Pa-
luaccio e il Forte di Oga. Comunità Montana Alta vavano ormai in fase di ritiro. da diventare un’ulteriore attrattiva della Filladi
Valtellina, 88. L’attività di estrazione della torba è sta- Riserva Naturale Regionale.
Guglielmin M. & Dei Cas L. (2000) – Lo studio ta particolarmente intensa nella prima
della torbiera del “Paluaccio di Oga” (Valdisotto,
SO). Un contributo alla comprensione della gene- metà del XX Secolo, anche per effetto
si delle deformazioni gravitative profonde e della dell’autarchia proclamata dal regime fa-
evoluzione del glacialismo in alta Valtellina. Geol.
Insubrica 5/2, 105-114.
scista: in quel periodo l’impiego prin-

116 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 117
38 Val Viola Valdidentro

Bormina
La Val Viola glacializzata è localizza-
Motivo di interesse ta alla testata della Val Viola Bormi-
scientifico primario: na (Valdidentro, Sondrio) e ne costitu-
paesistico isce il settore meglio conosciuto come
Motivi secondari: Val Dosdè e Val Cantone di Dosdè. In
geografico quest’area, estesa altimetricamente tra i
naturalistico 2000 ed i 3300 m di quota, si concentra-
no gli apparati glaciali del gruppo Piaz-
Livello di interesse
zi - ad esclusione del ghiacciaio Cima de
Piazzi - che rappresentano la principale
risorsa idrica dell’area. Le loro acque di
fusione alimentano la fitta rete di tor-
renti e ruscelli che attraversano le aree a
Accessibilità
pascolo ed a bosco sottostanti. Punto di
partenza per questa escursione è l’abi-
tato di Arnoga (metri 1850 circa), rag-
Valore estetico giungibile lungo la Strada Statale 301
che sale verso il Passo del Foscagno. Nei
In alto a sinistra: salita
pressi dell’ampio tornante incontriamo alla Cima di Val Viola.
Rischio di compromissione la deviazione per la Val Viola Bormina e Sullo sfondo il Gruppo del
la seguiamo. L’ultima deviazione per la Bernina

quale occorre prestare la dovuta atten- In alto a destra: la Cima


zione è al km 4: seguiamo la via di de- del Lago di Spalmo e la
Altri vincoli che insistono stra e siamo in breve al parcheggio in bene le dimensioni medie degli appara- Cima di Val Viola
nell’area: località Altumeira (m 2116). Ad un cer- ti siano limitate (solo il ghiacciaio del
In basso: la Val Dosdè
Val Viola Bormina to punto del cammino una seconda stra- Dosdè orientale supera il km2 di area), vista dalla mulattiera che
Ghiacciaio di Cima dei da si stacca dalla nostra e scende verso le morfologie glaciali ed in particolare sale in Val Viola
Piazzi (SIC) sinistra sino a raggiungere la già visibi- supraglaciali (i.e.: funghi di ghiaccio o
le Alpe Dosdè (m 2129) nella parte bas- tabulae di ghiaccio, bediéres o torren-
sa della vallata, laddove corre il Torrente ti epiglaciali, coni di ghiaccio, more-
Bormina. Proseguendo su questo sentie- ne mediane, depositi crioconitici) sono
ro, che coincide con il Sentiero Italia, si ben espresse ed esemplificative di for-
giunge in Val Cantone di Dosdè al Bivac- me altrimenti presenti solo su appara-
co Caldarini e più avanti al Rifugio Ca- ti di maggiori dimensioni. L’area fronta-
Diolaiuti G., D’agata C. , Pelfini M. & Smiraglia panna Dosdè. I ghiacciai della Val Viola le degli apparati è soggetta, negli ultimi
C. (2002) - Gestione tramite gis di beni geomorfo-
Bormina, tutti di tipo montano sebbene anni, ad un’evoluzione intensa ed ac-
logici, glaciologici e naturalistici per la valorizzazio-
ne mediante un turismo sostenibile di aree di alta il Dosdè orientale, il più grande, sia do- celerata. Oltre alla riduzione della lun-
montagna. Atti workshop - Gis per la tutela e va- ghezza ed alla presenza di una sempre
lorizzazione dei beni ambientali e storico culturali,
tato di una discreta lingua che consen-
Firenze 25 maggio 2001, Geostorie. te al flusso glaciale di raggiungere in- maggiore copertura detritica superficia-
Diolaiuti G., (2001) - Evoluzione recente dei si- tensità consistenti, sono attualmente in le, sono in corso profonde modificazioni
stemi morfodinamici nelle aree proglaciale della morfologiche (apertura ed ampliamento
Val Viola (Alpi Lombarde). Memorie della società
fase di intenso regresso a seguito del ri-
geografica italiana, vol. Lxvi, 245 - 261. scaldamento climatico in atto (- 20% di di finestre rocciose, aumento di forme
Guglielmin M. & Notarpietro A. (1998): “Iti- superficie dal 1992 al 1999 e – 30% di da ablazione differenziale quali coni di
nerario 17 - Val Viola Bormina. In “Alpi e Prealpi ghiaccio e morene mediane) che eviden-
Lombarde”, guide geologiche regionali, be-ma
volume nello stesso periodo, fonte dei
editrice. dati catasti glaciali Regione Lombardia, ziano la trasformazione in atto dal siste-
Rossi S., Diolaiuti G., Forasacco E., Montrasi L., sit regionale). Questa contrazione areale ma glaciale a quello paraglaciale. Diffuse
Pelfini M., Smiraglia C. (2003) - Evidenze geomor- sono anche le forme di erosione, come le
e volumetrica è testimoniata anche da-
fologiche della più recente espansione glaciale cor-
relabile con l’episodio freddo degli anni ’50-’70 del gli anfiteatri morenici recenti perfetta- rocce montonate. La bibliografia recente
XX secolo sulle alpi lombarde. Risposta dei processi mente conservati nelle aree proglaciali riporta per quest’area evidenze geomor-
geomorfologici alle variazioni ambientali”, Motta
& Biancotti eds., 377-396. di molti dei ghiacciai del gruppo. Seb- fologiche ben conservate e ben espres-

118 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 119
38

In alto a sinistra:
l’innevata Cima di Val
Viola

In alto a destra:
se che testimoniano le fasi di avanzata e veduta sulla Val Viola

regresso glaciale recenti (ultimi due se- In basso: l’invitante


coli) permettendo così di ricostruire la strada che porta in
storia glaciale e climatica alpina locale Val Viola, adatta per
passeggiate poco
che è risultata altamente correlata agli impegnative. Sullo
eventi regionali e alpini italiani in gene- sfondo svetta fiero il
re. Alcuni ghiacciai dell’area sono inol- Corno di Dosdè
tre stati oggetto di studi approfonditi e
di dettaglio per quantificarne la geome-
tria (volumi e spessori tramite prospe-
zioni geofisiche e rilievi gps differenzia-
li) e per valutarne le variazioni annue di
lunghezza e di spessore (misura delle va-
riazioni frontali e del bilancio di massa
glaciale). I record di informazioni così
acquisite presentano serie di dati estese
(oltre 50 anni le variazioni frontali e 12
anni i bilanci di massa) e rappresentati-
ve delle caratteristiche e delle variazio-
ni del glacialismo italiano. Ricerche con-
dotte nell’ultimo decennio hanno infine
evidenziato che l’area in esame non solo
è esemplificativa delle forme e dei pro-
cessi glaciali, ma che anche forme e pro-
cessi periglaciali, gravitativi e torrentizi
sono qui ben rappresentati.

120 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 121
39 Passo Livigno - Valdidentro

del
Foscagno
Il Passo del Foscagno è un valico alpino
Motivo di interesse delle Alpi Centrali che mette in comuni-
scientifico primario: cazione la Valle di Livigno con la Valdi-
geologia strutturale dentro e la Valtellina. Il Passo si trova
Motivi secondari: ad un altezza di 2291 m s.l.m. ed è rag-
geomorfologico giungibile tramite la Strada Statale 301
paesistico del Foscagno. Il passo rappresenta l’uni-
ca via che permette di raggiungere Livi-
Livello di interesse
gno senza dover passare per la Svizze-
ra (attraverso la Valle di Poschiavo e la
Forcola di Livigno).
La prima strada carrozzabile venne re-
alizzata per motivi militari dall’Ufficio
Accessibilità Fortificazioni di Brescia nel 1912-1914,
ma per via delle sue caratteristiche era
percorribile solo nei mesi estivi. Dal
Bellezza 1952, grazie all’impiego delle macchine
spazzaneve e spargisale, è stato possibi-
le mantenere il passo aperto anche nei
Rischio di compromissione mesi invernali. Prima della realizzazio-
ne della strada, il collegamento avveni-
va tramite una mulattiera lunga 25 km
che collegava Livigno a Semogo (fraz. di
Altri vincoli che insistono Valdidentro). Al passo si trova la dogana
nell’area: in quanto il territorio di Livigno è una
Passo e Monte di Foscagno zona extradoganale.
(SIC) Da un punto di vista idrogeologico,
il passo è lo spartiacque tra i bacini
dell’Inn (e quindi del Danubio) a Nord e
dell’Adda (e quindi del Po) a Sud.
In prossimità del Passo affiorano filla-
di molto deformate con interessanti fe- Il Passo del Foscagno:
nomeni di clivaggio. Il clivaggio del- sullo sfondo si
intravede l’edificio
le filladi è un tipo di foliazione che si della dogana di
manifesta nella tendenza della roccia a frontiera tra la
sfaldarsi lungo piani paralleli. Non va zona extradoganale
di Livigno e la
confusa con la stratificazione, che è una Valdidentro
struttura sedimentaria; in effetti è co-
mune osservare che il clivaggio, la cui
orientazione dipende dal campo di sfor-
zi che interessa una roccia durante la
sua storia deformativa e non dalle sue
modalità di formazione originaria, può
intersecare a qualsiasi angolo la strati-
ficazione, sempre che questa si conservi
nel corso del processo deformativo. A li-
vello microstrutturale, il clivaggio delle
filladi dipende dall’orientazione paralle-
la di microscopici cristalli di forma ap-
piattita (in genere fillosilicati).

122 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 123
40 Passo Livigno

d’
Eira
La splendida cornice naturale del Passo scioglimento delle nevi in quota posso-
d’Eira, che si colloca in corrispondenza no così infiltrarsi nell’ammasso roccio-
della sella morfologica tra il Mottolino e so e riemergere, centinaia di metri più
il Monte Crapené, rappresenta un punto in basso, riscaldate dal gradiente geo-
di osservazione privilegiato su un’asso- termico delle rocce. La sorgente (nota
Motivo di interesse ciazione di strutture tettoniche che af- come “Pisciaröla de Pila”) sgorga da una
scientifico primario: fiorano estesamente sui versanti occi- frattura aperta nella roccia affiorante e
geologia strutturale dentali della Cima Pozzin, appartenente si disperde nel sottostante detrito, non
alla dorsale del Monte Pettini. Per quan- prima di aver depositato una crosta di
Motivi secondari:
to le rocce esposte nelle catene mon- alabastro lunga diverse decine di metri
geomorfologico
tuose siano comunemente deformate, in e larga qualche metro; si tratta quindi di
paesistico
regime duttile o fragile, non è frequen- una emergenza termale di notevole in-
Livello di interesse te osservare strutture tanto spettacola- teresse naturale.
ri in condizioni di esposizione naturale Il serrato piegamento della successione
tanto favorevoli. La successione stratifi- di Cima Pozzin è il risultato degli scon-
cata della Formazione di Fraele, costitu- volgimenti tettonici che hanno accom-
ita da un’alternanza ritmica di calcari, pagnato la collisione continentale da
Accessibilità marne e argilliti, si atteggia in una se- cui si sono originate le Alpi. In suc-
rie di pieghe di estensione ettometrica, cessioni sedimentarie stratificate della
che interessano l’intero versante sovra- crosta superiore, è ormai comunemen-
Valore estetico stante i piccoli nuclei di Isola e Trepalle. te accettato che tali processi tettonici
Le pieghe presentano una geometria si- avvengano secondo modalità cinemati-
mile e appaiono marcatamente asimme- che ricorrenti, riassunte sotto il termi- Pareti del Monte Pozzin come
si vedono dal Passo d’Eira
triche, con un coricamento quasi totale ne comprensivo di tettonica pellicolare
Berra F. (1994) – Stratigrafia e paleogeografia del
verso Sud-Est. Dal punto di vista strut- (thin-skinned in letteratura anglosasso- L’abitato di Trepalle e sullo
Triassico Superiore delle Falde Ortles e Quattervals turale, le rocce piegate in questione ap- ne). Uno degli aspetti più interessanti sfondo il Passo d’Eira.
(Austroalpino Superiore) in Lombardia. Tesi di Dot- Trepalle è il centro abitato
torato, Univ. di Milano, 146.
partengono alla copertura sedimenta- della tettonica pellicolare è la tendenza più alto d’Italia e d’Europa
Pozzi R. (1965) – Schema tettonico dell’Alta Val-
ria della Falda Ortles (Berra, 1994), qui delle successioni multistrato a separarsi trovandosi a 2069 m d’altezza
tellina da Livigno al Gruppo dell’Ortles. Ecl. Geol. scollata dal suo basamento metamorfico nettamente in livelli più competenti (li-
Helv. 58/1, 21-38.
lungo la Faglia della Val Zebrù, che con totipi massicci, di caratteristiche omo-
il suo decorso rettilineo controlla l’asse genee per tutto lo spessore: es. calca-
della Val Pila. ri dolomitici di piattaforma) e livelli
E’ proprio lungo questa faglia di fondo- più deboli (litotipi sottilmente stratifi-
valle che si localizza una piccola sor- cati, con intercalazioni di rocce tenere
gente termale, in un contesto che pre- come argille o gessi: es. successioni ma-
senta notevoli analogie con quello, ben rino-marginali e/o lagunari). Sottopo-
più conosciuto, che ha dato vita al com- sta a sforzi orientati, una successione
plesso dei Bagni di Bormio (v. scheda multistrato di tal fatta tenderà a con-
41). Anche in questo caso, la faglia se- centrare quasi tutta la deformazione nei
gna il contatto tra rocce sedimentarie livelli deboli, che subiranno marcati ef-
permeabili (sovrastanti) e rocce meta- fetti tettonici permettendo, al contem-
morfiche pressoché impermeabili (sot- po, lo svincolo di piastroni competenti
tostanti); le acque di precipitazione e di pressoché indisturbati. Il serrato piega-
mento della successione stratificata di
Cima Pozzin è appunto compatibile con
la concentrazione delle deformazioni nei
litotipi più deboli della Formazione di
Fraele, e con effetti relativamente mar-
ginali degli sforzi tettonici sulla sotto-
stante Dolomia del Cristallo, in un tratto
in cui la successione sedimentaria della
Falda Ortles è forzata ad incunearsi tra
il proprio basamento e la Falda Quatter-
vals (Pozzi, 1965).

124 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 125
41 Cresta Bormio - Valfurva

di
Reit
Si tratta di un elemento strutturale e
morfologico che, con la sua imponenza,
caratterizza il lato nord-orientale della
conca di Bormio. Con il nome “Cresta di
Reit”, derivato dal toponimo locale “La
Motivo di interesse Reit” (lariceto), si suole indicare l’estre-
scientifico primario: mità occidentale di un contrafforte roc-
geomorfologico cioso, con altezza massima di 3075 m in
corrispondenza della Cima di Reit, che
Motivi secondari:
prosegue verso Ovest per oltre 12 km,
stratigrafico
fino a comprendere il Monte Cristallo
strutturale
petrografico (3439 m) e le Cime di Campo (3534 m).
Dal punto di vista litostratigrafico costi-
Livello di interesse tuisce un unico, enorme affioramento di
Dolomia Principale di età norica. Nono-
stante la dolomia si presenti stratificata
in banchi metrici e plurimetrici, la va-
stità delle proporzioni dell’affioramento
Accessibilità offre, da lontano, l’impressione di una
stratificazione sottile.
La presenza di una massa rilevante di
Valore estetico rocce sedimentarie carbonatiche in un
distretto strutturale delle Alpi dove pre-
valgono le rocce metamorfiche è legata
Rischio di compromissione ad un importante lineamento struttura-
le (Faglia della Val Zebrù) che giustap-
pone, con contatto tettonico, un ampio
lembo di rocce sedimentarie (Falda Ort-
Altri vincoli che insistono les) al basamento metamorfico austro-
nell’area: alpino (Falda Campo). Precedenti inter-
La conca di Bormio sul
Parco Nazionale dello pretazioni consideravano il sedimentario
versante nord orientale è
Stelvio (ZPS) della Falda Ortles come la copertura del sovrastata dalla Cresta di
cristallino della Falda Campo e accor- Reit, le cui pendici sono
ricoperte da un vasto
Agostoni S., Laffi R. & Sciesa E. (1997) – Centri pavano le due unità strutturali sotto co sovrascorrimento, in una zona dove
bosco di pino mugo. Si noti
Abitati Instabili della Provincia di Sondrio. Pubbl. la dizione “Falda Campo-Ortles” (Ber- la circolazione idrica sotterranea è for- l’enorme estensione dei
CNR-GNDCI 1580, Arti Graf. Vertemati, Vimercate,
59 pp. + 86 schede. ra, 1994). La dislocazione della succes- temente condizionata dalla presenza di ghiaioni sopra Premadio
sione carbonatica è stata facilitata dalla reticoli di fratture che attraversano gli (in alto) e la stratificazione
Amanti M. & Cesi C. (2004) – Italian Alpine
interna alla Dolomia del
Landslides. Field Trip Guide Book P05 – 32nd IGC, presenza di livelli stratigrafici costituiti ammassi rocciosi e il contenuto salino Cristallo (in basso)
Firenze.
da evaporiti del Carnico Superiore (ges- delle acque risente della presenza di li-
Berra F. (1994) – Stratigrafia e paleogeografia del
Triassico Superiore delle Falde Ortles e Quattervals so e, in subordine, salgemma) alla base totipi solubili, ricchi in solfato.
(Austroalpino superiore) in Lombardia. Tesi di Dot- della Dolomia Principale, in una posizio- Dal punto di vista morfologico, quel-
torato, Univ. di Milano, 146.
ne stratigrafica analoga a quella assunta lo che rende la Cresta di Reit in qual-
Mortara G., Ceriani M., Laffi R., Lattini C. & Be-
retta E. (1994) – L’evento alluvionale del 22 luglio dalla Formazione di San Giovanni Bian- che modo ancora più singolare è la pre-
1992 nella conca di Bormio in Alta Valtellina. Quad. co nelle Prealpi Lombarde e dagli Strati senza di estese coltri di detrito di falda
Studi Docum. Ass. Miner. Subalpina 17, 25-33.
di Raibl nelle Alpi Carniche. (“ghiaioni”, in un linguaggio più fami-
Questo aspetto stratigrafico e struttu- liare agli escursionisti), che si manten-
rale spiega le caratteristiche peculiari gono attive su estensioni e dislivelli ec-
delle acque sulfuree dei Bagni di Bor- cezionali, fino a oltre 800 m (Agostoni
mio (Amanti & Cesi, 2004). Esse infat- et al., 1997). L’evoluzione geomorfolo-
ti sgorgano proprio all’altezza dell’anti- gica del versante raggiunge picchi di in-
tensità in corrispondenza di eventi di
precipitazione di elevata intensità, l’ul-
timo dei quali risale al 22 luglio 1992
(Mortara et al., 1994).

126 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 127
42 Piano Bormio

delle
Platigliole
Si tratta di un altopiano di circa 1 km2
Motivo di interesse compreso nel territorio del Parco Nazio-
scientifico primario: nale dello Stelvio, interessante per la
geomorfologico singolarità dei fenomeni carsici super-
Motivi secondari: ficiali e profondi commisti a fenomeni
naturalistico glaciali. È uno dei piani carsici più alti
paesistico d’Italia (2750 m s.l.m.) in cui sono pre-
senti grotte occupate da piccoli ghiac-
Livello di interesse
ciai, archi naturali di roccia, resti di
grotte crollate. Dal punto di vista pae-
saggistico il piano delle Platigliole offre
magnifici panorami su montagne e valli
circostanti. Al piano si accede dal Pas-
Accessibilità
so dello Stelvio con la Statale 38. Si la-
scia l’auto e ci si addentra nel sentiero
che porta al Passo delle Platigliole e in
Valore estetico circa 1 ora di cammino si giunge all’al-
topiano.
Da un punto di vista geomorfologico, il
Altri vincoli che insistono piano rappresenta una piccola valle so-
nell’area: spesa sopra la Val dei Vitelli, su cui do-
Parco Nazionale dello mina dall’alto di una parete di circa 150
Stelvio (SIC-ZPS) m. Sino a tempi relativamente recen-
ti, gran parte del piano era occupata da
Bajo F., Bini A., Paganoni A., Ferrari I. & Peretti G. piccoli ghiacciai locali. Il carsismo è al-
(1983) – Il carsismo di alta montagna in Lombardia. meno in parte pre-glaciale (Bini, 1981)
Riv. Mus. Sc. Nat. Bergamo 6, 27-73.
ed è testimoniato con evidenza dall’ab-
Bini A. (1981) – Le Grotte. Natura in Lombardia,
224 . bondanza di campi solcati e doline che
costellano il piano. I litotipi carsificati
possono essere riferiti alla Formazione
di Fraele (Retico) e alla Dolomia del Cri-
stallo (Norico). Le acque di ruscellamen-
to superficiale, sia esso diffuso o con-
centrato, sono interamente assorbite e Nella foto a tutta
pagina si possono
sembra plausibile una loro risorgenza in ammirare, sulla
corrispondenza della sorgente Fontano- sinistra, il Piano delle
ne, in Valle del Braulio, circa 1000 m più Platigliole, mentre
al centro scende la
in basso: mancano tuttavia dati speri- lingua del Ghiacciaio
mentali (es. analisi di traccianti) a sup- porto di questa interpretazione (Bajo et dei Vitelli. Nel secolo
al., 1983). scorso la fronte del
ghiacciaio giungeva
Localmente, l’erosione glaciale ha esu-
quasi a lambire la
mato parte dei complessi carsici pro- strada dello Stelvio
fondi: resti di forre, un ponte naturale,
crostoni stalagmitici e tratti di cuni-
coli. Sono state censite una ventina di
grotte, per la maggior parte di mode-
sto sviluppo, delle quali soltanto due
(3054-3056 Lo e 3074 Lo) presentano
una certa importanza, con uno sviluppo
superiore ai 100 metri.

128 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 129
43 Vedretta Valfurva

della Miniera

Nella parte alta della Val Zebrù esisteva


Motivo di interesse una miniera di ferro, che però ormai da
scientifico primario: molto tempo è in abbandono. Il sito, in-
petrografico dicato sulla Carta Tecnica Regionale del-
Motivi secondari: la Lombardia in scala 1: 10 000 con il
strutturale toponimo “Miniera di ferro (abbandona-
mineralogico ta)”, si posiziona a coordinate Gauss-
geominerario Boaga approssimative 1 619 225, 5 147
450, a un’altitudine di 2700 m circa. Il
Livello di interesse
giacimento si raggiunge da Valfurva, ri- A sinistra: in basso
il rifugio V Alpini, in
salendo la strada di fondovalle della Val posizione dominante
Zebrù fino alla Baita del Pastore (2159 sulla Val Zebrù, visto
m s.l.m.) e poi seguendo un piccolo sen- dalla cima del Monte
Zebrù
tiero che conduce al Passo Zebrù.
Accessibilità
Il giacimento sfruttato industrialmen- In alto a destra: una
te era costituito da magnetite, un ossi- bella panoramica
della Val Zebrù vista
do di ferro appartenente al gruppo degli
dal Monte Confinale
Valore estetico spinelli; l’attività estrattiva si è comun- con al centro la
que mantenuta modesta. La mineraliz- Vedretta della Miniera
zazione è ritenuta di origine pneumato-
Rischio di compromissione A destra: in mountain
litica ed è associata a vistosi fenomeni bike sulla sterrata
di metamorfismo di contatto: il sito verso la Val Zebrù
coincide infatti con il contatto intrusivo
In basso a destra:
tra un modesto plutone di composizio- contatto tra diorite
Altri vincoli che insistono ne dioritica e di età terziaria (al quale si (scura) e dolomia
nell’area: associa, verso Sud-Ovest, un corteggio (chiara) alla Vedretta
Parco Nazionale dello della Miniera.
di filoni andesitici) e le dolomie noriche
Stelvio (SIC-ZPS) della Falda Ortles. Il contatto è sottoli-
neato da forti contrasti cromatici tra le
dolomie chiare e le masse intrusive più
scure, facilmente “leggibili” in panora-
mica (Pozzi, 1968).
Oltre alla magnetite, è presente una ric-
ca associazione mineralogica che si arti-
cola in tre contesti litologici principali: apatite, augite var. fassaite, blenda,
1) marmi a silicati: contengono azzur- calcite, calcopirite, clintonite, cordie-
rite, calcopirite, clinocloro, clintoni- rite, diopside, epidoto, ferro-attinolite,
te, diopside, forsterite, granato (gros- leuchtenbergite, lizardite, magnetite,
sularia), lizardite, ludwigite, magnetite, montmorillonite, pirite, scapolite, spi-
malachite, molibdenite, monticellite, nello, titanite, vesuviana. In minera-
spinello var. pleonasto, pirrotina e ve- li associati alle zeoliti sono: aragonite,
suviana. calcite, diopside, gismondina, laumon-
2) calcefiri (rocce composte da silicati tite, natrolite, prehnite, pumpellyite-
di calcio e carbonati, legati agli effetti (Fe2+), scolecite e thaumasite.
Bedognè F., Montrasio A. & Sciesa, E. (2006) - metamorfici di un’intrusione) e skarns: 3) lenti di magnetite: arsenopirite, bor-
I minerali della medio-alta Valtellina, delle Orobie
valtellinesi e della val Poschiavo. Aggiornamenti
nei calcefiri si trovano fessure riempi- nite, calcopirite, clinocloro, cubanite,
sulle altre località della provincia di Sondrio. Tip. te da zeoliti, che si formano per effet- galena, goethite, grafite, ematite, lepi-
Bettini, Sondrio, 255. to della circolazione di fluidi idrotermali docrocite, ludwigite, magnetite, mala-
Pozzi R. (1968) - La geologia del Parco Naziona-
di bassa temperatura (< 200° C). I mi- chite, marcasite, pirite, pirrotina e val-
le dello Stelvio. Estr. da: Il parco Nazionale dello
Stelvio, 32. nerali presenti in questa tipologia sono: leriite.

130 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 131
44 Ghiacciaio Valfurva

dei Forni E’ uno dei pochissimi ghiacciai vallivi a


bacini composti delle alpi italiane (già
definito di tipo himalayano) ed è il più
vasto di questa tipologia sul versante
meridionale delle Alpi. E’ caratterizza-
Motivo di interesse to da tre bacini di accumulo o di ali-
scientifico primario: mentazione. La lunga cresta che li deli-
geomorfologico mita costituisce gran parte del classico
e frequentato itinerario alpinistico noto A sinistra: seraccata
Motivi secondari: sul Ghiacciaio dei Forni
come “traversata delle 13 cime”, dove che chiude a valle il
geografico
spiccano vette come il San Matteo e il bacino superiore del
naturalistico ghiacciaio. A sinistra il
Tresero. Dai tre bacini di alimentazio-
Palon de la Mare.
Livello di interesse ne si protendono altrettante lingue che,
dopo una ripida discesa con imponen- A destra: un’escursione
ti seraccate, confluiscono verso 2700 del XIX secolo
m formando un ampio pianoro. Da que- In basso: il Ghiacciaio
sto si origina una lingua unitaria che, dei Forni visto dal
Accessibilità con una lunghezza di circa 1 km, scende Monte Confinale
verso Nord, segnata dagli evidenti nastri
In basso a sinistra: la
scuri delle morene mediane, sicuramen- lingua del ghiacciaio
Valore estetico te le più imponenti di tutti i ghiacciai
italiani. La fronte attuale si arresta al di
sopra del salto roccioso ben visibile dal
Rischio di compromissione vicino Rifugio Branca. La zona frontale
rappresenta un’area estremamente dina-
mica dal punto di vista geomorfologico.
La sua evoluzione è rapida ed in fase di
Altri vincoli che insistono accelerazione. Negli ultimi anni, in par-
nell’area: ticolare a partire dal 2003, la fronte si è
Parco Nazionale dello ridotta di spessore e di lunghezza, si è
Stelvio (SIC-ZPS) ricoperta di detrito, si sono formati cre-
pacci circolari che, collassando, hanno
dato origine a laghi di contatto glacia-
le, sono emerse finestre rocciose che si
sono ampliate e hanno isolato lembi di
ghiacciaio. Anche le colate di collega-
mento con i bacini superiori si sono ri-
dotte. E’ ipotizzabile che nell’arco di po-
chi decenni la lingua sarà separata dai
bacini di accumulo e si formeranno tre
ghiacciai di circo isolati. Tutta la zona
della fronte rappresenta uno dei miglio-
ri esempi di tutte le Alpi di transizio-
Abbadessa F. (1955) - Rilievi e indagini sul Ghiac-
ciaio dei Forni. Bollettino del comitato glaciologico ne da un sistema glaciale a un sistema
italiano, serie II, 6. paraglaciale, caratterizzato da un inten-
Cassinis R. & Carabelli E. (1954) - Misure sismiche so rimaneggiamento dei detriti glacia- nente morena laterale, spesso affilata, rappresentativi delle Alpi non solo ita-
di spessore del Ghiacciaio dei Forni. Bollettino del
comitato glaciologico italiano, serie II, 11. li da parte delle acque di fusione. Nelle della piccola età glaciale con forme di liane. In questi ultimi anni la frequen-
Catasta G. & Smiraglia C. (1991) - Le valli dei For- aree circostanti la lingua si individua- erosione pseudocalanchive. Sul fondo- tazione di studiosi di tutta Europa ne
ni e di Cedec. Ricerche geomorfologiche. Quaderni no i sistemi morenici deposti dalle fasi valle sono evidenti anche lembi delle ha fatto un sito di notevole interesse
del Parco Nazionale dello Stelvio, 8.
di espansione precedenti, in particolare morene deposte durante gli anni 20 del scientifico dove osservare le evidenze
Cola G. (2003) - Variazioni della lingua del Ghiac-
ciaio dei Forni (Ortles-Cevedale, Italia) nel venten- quella del 1965-1985 con ben evidenti XX secolo. Diffuse sono anche le forme morfologiche fra le più chiare della de-
nio 1981-2002. Terra glacialis, 6. nuclei di ghiaccio, che originano feno- di erosione, come le rocce montonate. glaciazione in atto con i suoi vari pro-
Stoppani A. (1876) - Il bel paese. Conversazioni meni di dissesto tipo colate di fango e La bibliografia, sin dai tempi di Stop- cessi (glaciali, torrentizi, gravitativi,
sulle bellezze naturali. La geologia e la geografia
fisica d’Italia. Agnelli. colate detritiche, sovrastata dall’impo- pani, lo considera uno dei ghiacciai più periglaciali).

132 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 133
Glossario
PREMESSA AMIGDALA TETTONICA “truciolo” tettonico a for- crosta terrestre. La corrosione avviene per opera delle ac- CROSTA CONTINENTALE è la parte di crosta ter-
Il presente glossario non può e non vuole essere esaustivo ri- ma di mandorla, delimitato da almeno due superfici tettoniche que meteoriche che, contenendo disciolta al loro interno una restre posta al di sotto delle aree continentali e di alcune
spetto a tutta la terminologia tecnica adottata nel testo che (es. faglie) grossolanamente parallele e a tratti coincidenti. Le certa quantità di anidride carbonica atmosferica, intacca- aree coperte da acque, limitata inferiormente dalla Discon-
precede. Per numerosi termini si rimanda alla consultazione dimensioni possono variare dalla scala di osservazione micro- no la roccia calcarea, asportando in particolare il carbona- tinuità di Mohorovičic’ e costituita da rocce di tipo graniti-
dei seguenti testi, che offrono anche interessanti opportuni- scopica (< 1 mm) a quella cartografica (> 1 km). to di calcio. Con il passare del tempo l’acqua piovana, talo- co ricche in silice.
tà di approfondimento: ra localmente acidificata dall’azione biologica, discioglie la
ANTIFORME piega che interessa strati rocciosi curvati roccia, sia superficialmente che in profondità, infiltrando- CROSTA OCEANICA è il basamento della maggior par-
Mineralogia - petrografia con convessità verso l’alto. Se le rocce esposte al nucleo del- si per vie di penetrazione spesso impostate su linee di frat- te delle aree oceaniche . Si ritrova a partire dalla profondità di
A.A.V.V., 1992, “I minerali - Natura in Lombardia”, Regione la piega risultano più antiche di quelle lungo i fianchi, l’anti- tura o di faglia. circa 4.000 m sotto la superficie degli oceani.
Lombardia, Milano. forme può dirsi anticlinale.
Mottana A., Crespi R., Liborio G., 1995, “Minerali e rocce”, CATACLASATO interessato da cataclasi, che ha subi- DEFORMAZIONE TRASPOSITIVA deformazione
Mondadori, Milano. ARKOSE arenaria ricca in feldspati che deriva dalla di- to cataclasi (v.). duttile associata ad un insistito piegamento di piani presi-
sgregazione di rocce granitiche. Il principale costituente stenti nella roccia (es. stratificazione); i fianchi delle pieghe
Geologia strutturale - sedimentologia dell’arkose è il quarzo, ma i feldspati devono essere presenti CATACLASI azione di frantumazione delle rocce, general- tendono ad assumere giacitura parallela e le cerniere delle pie-
Roberts J.L., 2002, “Guida alle strutture geologiche”, Franco in quantità superiori al 25%. Le arkose sono depositi presen- mente per motivi tettonici in regime fragile. ghe stesse sono obliterate, tanto che diventa difficile ricono-
Muzzio Editore, Padova. ti usualmente in ambienti continentali, di limitata estensione, scere il piegamento.
caratterizzati da una rapida erosione e da un limitato traspor- CIRCHI forme di modellamento glaciale d’alta quota. Cor-
Geomorfologia to, che hanno impedito ai feldspati di essere eliminati dalla rispondono a blande cavità di forma semicircolare, intaglia- DEFORMAZIONI GRAVITATIVE DI VERSANTE
Strahler A.N. 1984, “Geografia fisica”, Piccin, Padova. degradazione meteorica prima del loro seppellimento. L’arkose te nei versanti a seguito dello stazionamento di una massa movimenti di massa che interessano interi versanti rocciosi
“ideale” (Dickinson, 1985) rispetta la proporzione canonica di di ghiaccio. per effetto della gravità; sono favoriti dalla presenza di su-
Geologia generale 2 feldspati per 1 quarzo, tipica dei rapporti di abbondanza di perfici di discontinuità immergenti verso valle, che in genere
Bosellini A., 1978, “Tettonica delle placche e geologia”, Bo- CIRCOLAZIONE IPOGEA dicesi genericamente della intersecano i versanti con inclinazioni medie minori di quel-
tali minerali in un comune granito.
volenta, Ferrara. circolazione idrica sotterranea, anche di tipo carsico. le del versante stesso.
ARKOSE IDEALE v. arkose CLASTI nelle rocce sedimentarie, rappresentano frammen- DETRITO DI FALDA accumulo di detriti di rocce al pie-
ti di rocce preesistenti strappati dall’erosione e trasportati nei de di pareti rocciose, la cui superficie (pendio di falda) ha una
AUREOLA DI CONTATTO si definisce metamorfismo luoghi di deposizione.
di contatto l’alterazione indotta sulle rocce incassanti da un pendenza tra i 26° e i 42°.
fuso magmatico intruso verso la superficie terrestre, caratte- CLIVAGGIO modalità di fratturazione delle rocce che si
rizzato da temperatura sensibilmente più alta in condizioni DETRITO DI VERSANTE materiale detritico, eroso da
presenta come uno sciame di discontinuità planari e parallele, un versante roccioso per effetto degli agenti atmosferici e del-
di basse pressioni di confinamento. Le rocce incassanti su- lungo le quali può avvenire un limitato scorrimento in regime
biscono in tal modo una serie di trasformazioni fisico-chimi- la gravità, e rideposto in accumuli di varia entità a distanza
fragile (clivaggio di frattura) o duttile (slaty cleavage, crenu- normalmente modesta dal punto di origine. Può essere attivo
che legate al nuovo gradiente termico instauratosi. In base lation cleavage, scistosità).
alle associazioni mineralogiche riscontrate nelle paragenesi (es. ghiaione) o colonizzato (es. coltre di depositi boscata).
è possibile determinare la temperatura raggiunta nelle varie COGENETICO avente un’origine (genesi) comune. DIAGENESI complesso di trasformazioni fisiche e chimi-
aree a contorno. L’area interessata prende il nome di aureo-
che che si verificano in un sedimento durante il seppellimen-
la di contatto. CORDONI MORENICI depositi glaciali che determina-
to e che portano alla litificazione.
no morfologie lineari, allungate o arcuate.
AZIMUTH valore angolare, misurato in senso orario, tra il DISLOCAZIONE (TETTONICA) spostamento di una
Nord magnetico e una qualsiasi direzione proiettata in piano. CORONAMENTO DI FRANA rappresenta il limite,
parte della crosta terrestre o di una massa rocciosa per effet-
A titolo di esempio, ad una direzione Est esatta corrisponde di forma normalmente arcuata, tra il versante indisturbato a
to di forze tettoniche.
un azimuth di 90°; ad una direzione Sud-Ovest, sempre esat- monte della frana e la nicchia di distacco. Può essere interes-
ta, un azimuth di 225°. sato da evoluzione regressiva, con arretramento verso monte DISPLUVIO LINGUOIDE elemento morfologico rileva-
della nicchia di frana e coinvolgimento di nuovo materiale po- to, che funge da spartiacque rispetto agli impluvi adiacenti, e
BEDIÉRES dal francese: flussi d’acqua di fusione che in- sto a quote normalmente più alte del coronamento stesso. che assume un aspetto linguoide in quanto costituito da mate-
teressano la regione frontale («regione di ablazione») di un
riali sciolti e facilmente modellabili (es. accumulo di frana).
ghiacciaio. CORTEGGIO FILONIANO sciame di filoni, spesso
subparalleli o intersecantisi a basso angolo, che accompagna EFFUSIVO legato all’emissione in superficie di un magma,
CARBONATICHE sono rocce sedimentarie formate da un plutone o un vulcano. sotto forma di lava. Contrario = intrusivo (v.).
carbonati; comprendono per la maggior parte carbonato di
calcio (calcare) e carbonato di calcio e magnesio (dolomia). (DEPOSITI) CRIOCONITICI limitate concentrazioni ELLITTICITA’ definita come il rapporto tra la differenza tra
di sedimento fine (in prevalenza limo), con spessori di qual- i semiassi maggiore e minore e il semiasse maggiore dell’el-
CARSISMO si sviluppa principalmente a seguito della che mm, che si raccolgono sulla superficie di un ghiacciaio; lisse.
dissoluzione chimica delle rocce calcaree. Il processo rien- l’ablazione differenziale produce delle vaschette di lunghezza
tra nel grande insieme delle azioni di disgregazione compiu- non superiore ai 20-30 cm, riempite con acque di fusione, sul (TORRENTI) EPIGLACIALI torrenti che scorrono sulla
te dagli agenti esogeni a spese delle rocce affioranti sulla cui fondo si vede raccolto il limo nerastro. superficie di un corpo glaciale.

134 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 135
EMBRICAZIONE orientazione preferenziale dei ciotto- IMPLUVIO solco percorso dalle acque di scorrimento su- il bordo arrotondato per favorire l’appoggio del coperchio e del raffreddamento rapido determinato dal contatto improvvi-
li all’interno di un deposito ghiaioso o sabbioso; i ciottoli perficiale o in sublaveo. evitare le infiltrazioni di acqua piovana so con l’acqua di mare, l’ammasso roccioso appare suddiviso
appiattiti tendono ad accavallarsi gli uni sugli altri nel ver- canaletti laterali per lo scorrimento delle acque piovane in elementi globosi, lunghi fino al alcuni dm, che assomiglia-
so della corrente, per cui l’immersione dei ciottoli rispetto INCASSANTE dicesi della roccia entro cui viene inietta- una posizione spesso dominante il territorio, non di rado no appunto a cuscini.
all’orizzontale risulta opposta al verso della corrente. to un magma o che circondano un serbatoio magmatico, un orientata a mezzogiorno.
plutone, un filone. La datazione di questi monumenti è incerta perché nel corso PLACCA LITOSFERICA è una porzione di litosfera ter-
ESARAZIONE è l’insieme delle opere fisiche e meccani- dei secoli questi sepolcri furono spogliati di tutte le eventuali restre, ovvero una porzione dell’involucro più superficiale del-
che di erosione da parte di un ghiacciaio sulle rocce che sono INTRUSIVO legato alla penetrazione e al successivo raf- suppellettili custodite e i pochi ritrovamenti archeologici dei la terra costituito dalla crosta e dalla parte superiore e più ri-
a contatto con esso. freddamento di un magma all’interno della crosta terrestre. dintorni non forniscono alcun elemento interpretativo. Si ipo- gida del mantello, caratterizzata da spessori variabili da circa
Contrario = effusivo (v.). tizza che fossero espressione dei culti funerari di quelle po- 70 km per le placche di litosfera oceanica fino a 200 km per
FAGLIA è una frattura (planare o curva) della roccia che polazioni “barbariche” (Goti, Franchi) che a cavallo del crollo le placche di litosfera continentale, i cui limiti sono ricono-
mostra evidenze di movimento relativo tra le due masse roc- KLIPPE dal tedesco, lett. scoglio, falesia, faraglione. In ge- dell’impero romano (Sec. V-VI d.C.) si stabilirono su quel terri- scibili in quanto caratterizzati da una intensa attività vulca-
ciose da essa divise. La superficie lungo cui si è verificata la ologia, indica un corpo roccioso di dimensioni cartografabi- torio. Si trattava certamente di tombe di personaggi di rango nica e sismica.
frattura si chiama superficie di faglia oppure piano di faglia. li, sovrascorso su un substrato di diversa posizione stratigra- (capi guerrieri, sacerdoti) ma che non ci hanno lasciato nes- È possibile, infatti, ricostruire la geometria delle principali
Le rocce in prossimità di una faglia risultano spesso intensa- fica e/o strutturale e rimasto isolato per motivi tettonici e/o sun documento scritto. placche litosferiche osservando le distribuzioni dei principali
mente frantumate e si parla in questo caso di rocce di faglia erosionali. terremoti ed eruzioni nel mondo.
quali le cataclasiti o le miloniti. METAMORFISMO processo di trasformazione minera-
LINEAMENTO PERIADRIATICO (LINEA INSU- logica delle rocce, dovuto principalmente all’azione della pres- PLUTONE corpi rocciosi di dimensioni e forma estrema-
FALESIA costa rocciosa con pareti a picco, alte e continue. BRICA) faglia regionale, attivatasi circa 25 milioni di anni sione e della temperatura. mente varie, costituiti da rocce ignee intruse nella crosta ter-
Si distinuguono falesie “morte” o inattive, separate dal mare fa, che separa le Alpi in senso stretto dalle Alpi Meridionali. restre e solidificatesi in profondità.
dalla spiaggia, e falesie “vive” o attive, battute direttamente MONOLITOLOGICO costituito da un unico tipo roc-
dal mare. L’aspetto delle falesie è il risultato una lunghissima LITOLOGIA insieme di caratteri chimici e fisici che defini- cioso. PROCESSO METASOMATICO con questo nome si
evoluzione durata migliaia di anni. scono una roccia nei suoi vari aspetti, cioè composizione chi- intendono descrivere i processi di alterazione chimica delle
mica e mineralogica, struttura e tessitura. MONUMENTO NATURALE (L.R. 86/83) elemen- rocce ad opera di flussi idrotermali (v.) o di altra natura. I pro-
GLACIONEVATI corpi di ghiaccio di ridotte dimensioni, to di rilevanza ambientale e paesaggistica, con connotazione cessi metasomatici veicolati da flussi idrotermali possono ave-
non interessati da movimento. LITOLOGIE CONGLOMERATICHE tipi rocciosi ca- prevalentemente abiotica. Si deve segnalare il carattere forte- re origine da sorgenti ignee o metamorfiche.
ratterizzati o dominati dalla presenza di ghiaie cementate. mente regionale dell’istituto del monumento naturale, che non
GNEISS classe di rocce metamorfiche caratterizzate da una trova riscontro nella normativa nazionale e comunitaria ma, PSEUDOCALANCHIVO detto dell’aspetto di ammas-
struttura laminare, dovuta alla disposizione dei minerali in LITOTIPO tipo di roccia formato da un certo numero di mi- d’altra parte, entra a pieno titolo nella categoria delle aree si rocciosi denudati e incisi da numerosi solchi disposti lun-
sottili livelli paralleli. Le diverse varietà di gneiss prendono nerali e/o altri elementi che lo caratterizzano, presenti in de- protette lombarde e negli strumenti di pianificazione a scala go la massima pendenza, che simulano l’aspetto dei calanchi
nome dalla roccia originaria da cui si sono formati (come gli terminate proporzioni. regionale, provinciale e comunale, come anche nei Piani Terri- dell’Appennino, ma che possono essere incise anche in rocce
gneiss granitici e gli gneiss dioritici), da un minerale di cui la toriali di Coordinamento di Parco. coerenti, intensamente fratturate.
roccia è eccezionalmente ricca (gneiss a biotite o a orneblen- LITOSTATICO dicesi di un carico P esercitato dalle rocce
da), o ancora dalle località di provenienza. In genere lo gneiss soprastanti. Cresce all’aumentare della profondità h e/o del- PAESAGGIO CALANCHIVO paesaggio dominato RADIOCARBONIO isotopo radioattivo del carbonio,
è il risultato di un metamorfismo da carico: i cristalli della roc- la densità delle rocce , secondo la legge di Stevino P = gh, dalla presenza di calanchi, forme di denudamento erosiona- con peso nucleare = 14 (a differenza dei due isotopi stabi-
cia, sottoposti a una forte pressione, si allineano in direzio- dove g rappresenta l’accelerazione di gravità. le dei versanti molto diffuse in Appennino. Interessano per lo li, 12C e 13C). Essendo instabile, il 14C decade con un tempo di
ne perpendicolare a quella in cui agisce la forza di pressione, più versanti a substrato argilloso. dimezzamento pari a 5730 anni circa; poiché il suo assorbi-
conferendo alla formazione rocciosa il tipico aspetto laminare MANTELLO in geologia e in geofisica, è uno degli involu- mento nei tessuti organici cessa alla morte dell’organismo as-
(tessitura scistosa). Gli gneiss derivanti dal metamorfismo di cri concentrici in cui è suddivisa la Terra. Compreso tra la cro- PALEOBOTANICO riferito allo studio della vegetazione similatore, l’inizio del decadimento coincide con la cessazio-
particolari rocce ignee e sedimentarie (prime fra tutte quelle sta e il nucleo, il mantello ha uno spessore di circa 2900 km, del passato attraverso i fossili. ne dell’attività metabolica. Il 14C consente di datare reperti di
granitiche) sono caratterizzati da una struttura a bande evi- rappresenta l’80% in volume dell’intero pianeta ed è costitui- età massima attorno ai 60 000 anni fa.
denti, in cui il quarzo e il feldspato, che hanno un colore chia- to essenzialmente da rocce ultrafemiche di alta pressione ric- PELITE (dal greco = fango, argilla) è un termine usato in
ro, si alternano livelli di minerali più scuri. che di ferro e di magnesio (tra cui la perovskite). La pressio- geologia per definire una roccia derivata da un originario se- RISERVA NATURALE (L.R. 86/83) area naturale indi-
ne al contatto mantello/nucleo esterno è pari a un milione e dimento fangoso avente granulometria minore di 1/16 di mm, viduata ai fini della tutela della biodiversità, nell’esperienza
GRANULOMETRIA misura della dimensione delle par- mezzo di atmosfere (140 GPa). composto prevalentemente di minerali del gruppo delle ar- lombarda può presentare una forte caratterizzazione geologi-
ticelle che costituiscono una roccia, in special modo sedimen- gille. ca-geomorfologica.
taria. MASSI AVELLI Sono monumenti funerari scavati a forma
di “vasca” nell’interno di massi erratici di grandi dimensioni. PIANA ABISSALE parte pianeggiante del fondale oce- ROCCE BRECCIATE rocce suddivise in elementi gros-
IDIOMORFI dotati di forma propria; dicesi di minerali che Si trovano soprattutto nell’area di Como, Canton Ticino, Brian- anico, al largo della scarpata e del rialzo continentale. Si at- solani, spesso angolosi, che conferiscono loro un elevato gra-
presentano l’aspetto cristallino loro caratteristico. za, Valtellina, Grigioni e non vi è riscontro di questi ritrova- testa su una profondità media di circa 4000 m sotto il livel- do di permeabilità.
menti in altre aree d’Italia e d’Europa. Si ha notizia di circa 34 lo del mare.
IDROTERMALE processo legato all’azione di fluidi ad massi avelli censiti. Le loro caratteristiche più comuni sono: ROCCE MONTONATE balze rocciose levigate e stria-
alta temperatura. Comunemente si osserva come dai fluidi la forma regolare, “a vasca da bagno” PILLOW dall’inglese, lett. cuscino, guanciale. In vulcano- te dall’azione del ghiaccio; possono essere associate in grup-
idrotermali, ricchi in elementi rari compatibili con la fase flui- una sorta di cuscino o gradino, su cui forse si posava la te- logia, indica una struttura naturale che interessa le lave, spe- pi e sono comunemente sagomate secondo la direzione di mo-
da, si sviluppino minerali ben formati e spesso pregiati. sta del defunto cialmente basaltiche, effuse in ambiente subacqueo. A causa vimento del ghiacciaio.

136 Geositi della Provincia di Sondrio Geositi della Provincia di Sondrio 137
Crediti
SACCAROIDE detto di alcuni calcari e dolomie ricristal- TAXON in paleontologia un taxon (pl. taxa), o unità tas- Coordinamento generale: Referenze Fotografiche©:
lizzati, che hanno un aspetto granuloso e ruvido simile allo sonomica, è un raggruppamento di organismi reali, distingui-
Regione Lombardia Grazia Aldovini:
zucchero in grani. bili morfologicamente e geneticamente da altri e riconoscibili
Direzione Generale Territorio e Urbanistica pp. 100, 101, 105 (sinistra e basso destra)
come unità sistematica, posizionata all’interno della struttura
Ing. Mario Nova Roberto Appiani:
SELLA elemento morfologico che si localizza al raccordo gerarchica della classificazione linneana.
Dr. Roberto Laffi pp. 44 (basso), 49 (centro destra)
tra due rilievi.
TETTONICA PELLICOLARE processo deformativo che IREALP Enrico Bonacina:
SILTOSO contenente una frazione siginificativa di silt, os- interessa i primi km della crosta superiore, sovente costituita Arch. Raffaele Raja p. 49 (basso destra)
sia di limo (sedimento di granulometria compresa tra 1/16 e da rocce sedimentarie, in regime prevalentemente fragile.
1/256 di mm). Coordinamento scientifico: Tiziano Gandola:
p. 125 (alto)
TETTONICO relativo alla tettonica, relativo alla struttu- Regione Lombardia
SUBDUZIONE è un fenomeno geologico che ha un ruo- ra, alla deformazione e alla dislocazione della crosta terrestre Direzione Generale Territorio e Urbanistica Hans Kerp:
lo chiave nella teoria della tettonica delle placche. Con que- Dr.ssa Stefania Paoletti p. 57 (basso destra)
sto termine si intende lo scorrimento di una placca litosferi- UNITA’ LITOSTRATIGRAFICA insieme di rocce con Dr. Enrico Sciesa Riccardo Marchini:
ca sotto un’altra placca ed il suo conseguente trascinamento caratteristiche litologiche proprie ben individuabili e distinte Dr. Dario Sciunnach pp. 89, 96, 102, 103 (alto e destra), 116, 122, 123, 128, 129
in profondità nel mantello, connesso alla produzione di nuova rispetto ad altre unità rocciose.
Guido Mazzoleni:
crosta oceanica nelle dorsali medio-oceaniche, la quale ten- Coordinamento editoriale: pp. 44 (alto), 49(alto)
derebbe ad aumentare la superficie complessiva del pianeta; VACUOLARE relativo alla presenza di vacuoli, cioè pic-
Regione Lombardia Lodovico Mottarella:
questo fenomeno avviene lungo i margini convergenti delle cole cavità che possono trovarsi all’interno di una roccia.
Direzione Generale Territorio e Urbanistica copertina, pp. 2, 3, 4, 5, 6, 9, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 28,
placche, ove la crosta oceanica viene quindi distrutta per sub- Dr. Andrea Piccin
duzione (concetto di invariabilità del raggio terrestre). VALLE SOSPESA si dice così una valle il cui sbocco pre- 30, 34, 37 (sinistra e alto), 38, 39, 42, 45, 46, 48, 52, 53,
senta un salto terminale notevolmente verticalizzato. Dr. Dario Sciunnach 54 (sopra), 55, 56, 57, 58, 59, 60, 61 (basso destra), 62, 63,
TABULAE (O FUNGHI) DI GHIACCIO costituiti IREALP 65, 67 (basso sinistra), 68, 70, 71 (basso), 72, 76, 78, 80,
da una lastra di roccia sostenuta da un gambo di ghiacciaio. Il VEDRETTA piccolo ghiacciaio situato su un ripido pen- Dr.ssa Claudia Del Barba 81 (basso e destra), 82, 83, 84, 85, 86, 88, 90, 91, 92, 93,
blocco rallenta il processo di fusione del ghiaccio sottostan- dio o in una conca. 94, 95 (destra), 104 (sinistra), 106, 107, 108, 109, 115, 118,
te e, col tempo, resta sollevato rispetto al livello del ghiac-
Contributi scientifici: 119, 120, 121 (alto e sinistra), 125 (basso), 126, 127, 130,
cio non protetto. Regione Lombardia 131 (due sopra), 132
Direzione Generale Territorio e Urbanistica Stefania Paoletti:
Dr. Dario Sciunnach (schede 1, 7, 8, 10, 11, 12, 13, 15, 16, pp. 31 (basso), 67 (alto), 77, 81 (sinistra), 92 (basso sini-
18, 19, 22, 23, 25, 26, 27, 29, 30, 34, 35, 37, 39, 40, 41, stra), 95 (basso destra)
42, 43)
Cesare Saibene:
Dr.ssa Stefania Paoletti (schede 2, 5, 6, 17, 24, 28)
p. 131 (basso)
Arch. Grazia Aldovini (schede 31, 33)
Dr. Enrico Sciesa (schede 3, 4) Vanna Maria Sale:
Dr. Dario Fossati - Arch. Anna Rossi (raccordo con la compo- p. 73 (centrali)
nente paesaggistica) Dario Sciunnach:
Università degli Studi di Milano pp. 27, 29, 32, 33, 35, 36, 43 (alto destra e basso sinistra),
Dip.to di Scienze della Terra “A. Desio” 47 (basso), 50, 51, 61 (basso sinistra), 64, 69 (alto destra),
Dr. Guido Mazzoleni (schede 1, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13) 71 (alto destra), 75 (alto), 79 (basso destra), 85 (alto destra),
Dr.ssa Guglielmina Diolaiuti (scheda 38) 87 (destra), 97 (basso), 98, 99, 105 (alto), 111
Prof. Claudio Smiraglia (scheda 44) Wallraf-Richartz Museum, Köln:
Provincia di Sondrio - Servizio Pianificazione Territoriale p. 69
Dr.ssa Susanna Lauzi (schede 21, 36)
Le ortofotografie riprodotte (schede 20, 21, 31, 32, 35) sono
Museo Civico di Storia Naturale - Morbegno
su licenza TerraItaly™, marchio di proprietà del Gruppo Com-
Dr. Fabio Penati (scheda 14)
pagnia Generale Ripreseaeree (CGR, Parma)
Università di Milano-Bicocca
Dip.to di Scienze Geologiche e Geotecnologie
Dr. Giovanni Vezzoli (scheda 16) Progetto grafico:
ERSAF MOTTARELLA Studio Grafico
Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste www.mottarella.com
Dr.ssa Vanna Maria Sale (scheda 20)
CNR - Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali
Sez. di Milano
Dr.ssa Roberta Pini (scheda 32)

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