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Roberto Bondi - intervento a Wiideando, 11 dicembre 2010 http://www.isicast.org/html/pieveasalti/wiideando11_12_10/bondi_wiion...

www.isicast.org - Didattica e Tecnologie (a cura di Roberto Bondi)

Roberto Bondi
WIIDEA un'idea ..on the run
Teatro Snaporaz, Cattolica, 11 dicembre 2010

Traccia della relazione introduttiva al convegno WIIDEANDO, organizzato dalla D.D. di Cattolica

[tentativo di creare al volo in teatro al volo una LIM wiidea su una lavagnetta a fogli rilanciata sul proiettore grande di sala. non c'e'
stato modo di testare il tutto prima. problemi di bluetooth. si provano diversi portatili. problemi di connessione internet: si prende la
wireless del comune, ma non si trova la password.... intanto sta terminando l'introduzione e devo prendere la parola...]

Wiidea a scuola. Le tecnologie a scuola. Tutti si muovono. I bimbi. I bidelli. I docenti. Il tempo scorre veloce
e bisogna sempre finire qualcosa ed essere pronti per qualcosa che inizia. E' a tutto questo che avevamo
pensato quasi 2 anni fa quando demmo vita a Wiidea, che è l'idea di accendere per davvero in classe, in
situazione ordinaria, un accrocchio basato sul telecomando della consolle di videogioco Nintendo® Wii
illustrato in rete da tale Johnny Lee e che permette di creare "a basso costo" una superficie proiettata
interattiva, cliccabile (ovvero ...una LIM). Può valere un gioco che funziona nel caos statico del laboratorio di
un hacker, riproposto nel caos dinamico di una classe di scuola?

Negli anni in cui si introducono elementi tecnologici nelle scuole (le LIM commerciali) costosi ma di indubbia
efficacia, corredati da software e risorse che si vogliono multi(omni?)comprensive, si insiste sulla facilità
d'uso da parte di TUTTI i docenti, si postula la necessità di portare il digitale in classe e superare un'idea
tecnologia=>informatica=>laboratorio, noi si prova a vedere se lo stesso scopo può essere ottenuto da un
kit eterogeneo (un proiettore, un pc, il wiimote e la penna all'infrarosso) dove il collante non è una struttura
potente ma facile e pronta all'uso, ma l'energia e la voglia di fare del docente (o meglio -della scuola- come
ha ben sottolineato la dirigente nella sua introduzione) che ben coglie la necessità del momento, ma che si
trova a lavorare in situazione di scarsità di risorse tecniche ed economiche.
Questa era la sfida posta nella primavera 2009. Ostinarsi a provare la LIM in classe quando non si
dispongono delle risorse necessarie per disporre di un kit commerciale, introdurre la lavagna digitale nella
propria didattica senza poter contare su di un set software strutturato e stabile predisposto da un fornitore e
disponibile in un certo senso chiavi in mano. Oggi qui a Cattolica si presenta un caso dove questa sfida è
stata in gran parte vinta, e sono davvero curioso di assistere alla presentazione dettagliata del lavoro svolto
dalle maestre, prevista come ultimo intervento della mattinata.

Io provo a riassumere qui lo scenario Wiidea/Wiimote Whiteboard a tutt'oggi, inverno 2010-11, più o meno
un anno e mezzo dopo l'avvio della sperimentazione.

Wiimote Whiteboard non è solo Wiidea. E' un mondo più ampio ed articolato. Il progetto Wiidea, nato
all'interno dell'azione di supporto alle tecnologie didattiche dell'Ufficio Scolastico Provinciale di Bologna poi
passato tra le attività dell'Ufficio Scolastico Regionale per l'Emilia Romagna seguite dal Servizio Marconi
T.S.I., si è allargato grazie al tam-tam della rete all'adesione, in qualche caso delle scuole, in altro di singoli
docenti a titolo personale, di sperimentatori dell'intero territorio nazionale. Pari a Wiidea è nato, prima a
Trento, per poi ampliarsi a tutto il territorio nazionale, il progetto Wii4Dida, poi WiiLD ("lavagna digitale su
Wii"), la cui presentazione ha avuto gran successo ai Linuxday di mezza Italia il mese scorso. Un liceo
classico di Roma (Liceo Augusto) ha realizzato postazioni Wiimote Whiteboard con il supporto di Fondazione
IBM (Progetto Smartwall). Si sta tentando di replicare l'esperienza Wiidea su una rete di scuole della
provincia di Alessadria, e il fatto di avere presente in sala il collega Natalino Colletti della DD1 di Novi Ligure
per assistere alla presentazione di oggi la dice lunga sull'entusiasmo e la voglia di fare intorno a questa idea.
Esistono anche altri tentativi più o meno sparsi. La rete è un collante portentoso: nascono nuovi contatti, si
scambiano informazioni, ci sono state occasioni di incontro e scambio de visu: Genova nov 2009, Verona
mar 2010, Roma ott 2010, i lunux day nov 2010, oggi dic 2010 qui a Cattolica. E' importante e crea vero
valore il fatto che nessuno di questi progetti deve "vendere" nulla: si condividono conoscenze ed esperienze
(di docenti, di tecnici, di organizzatori) per far crescere ed aprire a nuove possibilità la scuola come sistema.

Come Progetto Wiidea abbiamo provato a lanciare qualche settimana fa una sorta di censimento online per
provare a vedere quante sono le wiimote whiteboard effettivamente funzionanti a scuola in Italia.

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Roberto Bondi - intervento a Wiideando, 11 dicembre 2010 http://www.isicast.org/html/pieveasalti/wiideando11_12_10/bondi_wiion...

Disponiamo a tutt'oggi di dati parziali: la compilazione della scheda è richiesta su base ovviamente
volontaria e non fatico a ipotizzare di questi tempi a scuola una notevole idiosincrasia per i "monitoraggi", di
qualsiasi natura e in qualunque forma siano proposti!
Però già così abbiamo oltre 100 kit censiti con circa 150 docenti che li utilizzano. Ci sembra un numero
significativo, ma che deve essere probabilmente almeno triplicato stando ai dati di Proteons.com, iniziativa
commerciale nata per vendere IRpen ed altri oggetti di supporto (treppiedi, sostegni ecc.) a chi trova
complicata l'autocostruzione degli elementi necessari (comprensibile) o kit completi di wiimote, perché
l'esperienza ci mostra come in moltissime scuole sia molto complicato procedere all'acquisto di singoli
elementi eterogenei anche se di modico valore (meno comprensibile, ma....). [utile qui anche segnalare che il sito
proteons mette anche a disposizione in download gratuito software utile per la sperimentazione in s.o. Windows]. La rilevazione è
tuttora in corso, ma possiamo affermare che si tratta di un numero consistente.

Anche la distribuzione territoriale mostra come l'esempio si sia diffuso a partire da Bologna (Wiidea) e
Trento (Wii4dida - Wiild), generando altri centri di diffusione vicini per contatto diretto, o più lontanti per
conoscenza on-line. Attorno a qualcuna di queste esperienze (Torino, Perugia, Alessandria) sono state
attivate "per irraggiamento" altre postazioni. Un modello di diffusione che documenta come l'idea, anche
adesso che non è più una novità in senso assoluto, mantenga un forte appeal, e di come sia fondamentale
l'occasione di vedere il kit all'opera, di toccar con mano un esempio realmente funzionante.

La suddivisione delle esperienze censite per grado scolastico smentisce una forte critica posta da diverse
parti fin dai primi tempi della sperimentazione: la poca adattabilità del kit alla scuola primaria, per la sua
presunta complicazione dal punto di vista tecnico. Già Alessandro Rabbone nei suoi interventi iniziali aveva
rilevato come i bambini già in prima classe di scuola primaria vedano "sparire" la lavagna e le sue difficoltà
pratiche quando si fanno prendere dai contenuti e dalle attività che stanno svolgendo [...Già dai primi
incontri, uno degli aspetti che a me, paradossalmente, è sembrato più positivo è che la lavagna andava
progressivamente "scomparendo"... >>]. Ora vediamo come la sperimentazione sia attuata nella
maggioranza dei casi proprio nella scuola primaria. E rimanendo sul dato regionale dell'Emilia Romagna
proprio qui a Cattolica (con ben 9 postazioni attivate) e a San Nicolò (Piacenza, con 7 postazioni) si
registrano esperienze particolarmente consistenti, ed entrambe sono di scuola primaria. Rilevanti per
numero, per qualità del lavoro svolto, ed esemplari nell'inserimento organico nella progettazione didattica di
istituto (qui a Cattolica lo stiamo per vedere in un convegno pubblico da loro voluto e totalmente dedicato a
Wiidea, a San Nicolò Valeria Cutrì ed i colleghi stanno in questi giorni mettendo a punto un'area specifica
sulla loro realizzazione wiidea sul sito della scuola).
Cattolica e Piacenza. Gli estremi della regione. Forse che Wiidea è un'idea ....di confine?

Cattolica e San Nicolò hanno realizzato postazioni wiidea fisse. Anche altri. Ma resta un caso minoritario. La
grande maggioranza degli sperimentatori si affida ancor oggi a soluzioni mobili. La soluzione mobile è di per
sè problematica, ma chiaramente più semplice da mettere in campo. Il dato, stando anche a quanto
affermato da diversi compilatori nelle note libere, è importante perché richiama un elemento economico (la
soluzione fissa richiede comunque dei costi di impianto), uno di rapporto "inter-istituzionale" (quando
occorre metter mano ad un trapano in una scuola pubblica italiana .....), ma soprattutto di equilibri interni
agli istituti e di coesione con la programmazione complessiva. La scelta di rendere fisse le postazioni implica
che l'uso del kit sia poi condiviso ed esteso a tutti i docenti che opereranno in quell'ambiente, perché ci sono
comunque dei costi da ammortizzare, e allo stesso tempo si toglie la possibilità al singolo docente
sperimentatore di portare il "proprio" kit nelle classi che ne sono sprovviste (da questo punto di vista è
l'elemento proiettore quello costoso che può fare la differenza, e uno fissato a soffito in un aula... non è più
mobile e disponibile per tutte le altre classi!). Sono problemi di gestione delle risorse disponibili per la
didattica. Ma c'è anche altro. Molto alta è la percentuale di chi dichiara di portare avanti wiidea in classe a
titolo esclusivamente personale. Peggio in un paio di situazioni dove la sperimentazione è attuata su un kit
(videoproiettore incluso) di proprietà del docente stesso. Da anni la comunicazione ministeriale spinge sulla
necessità di aprire le classi alla rete e al mondo e insiste sull'immagine della LIM-cavallo di troia che apre le
porte al digitale, ma ci sono colleghi che il digitale in classe se lo portano a proprie spese, immagino nel
disinteresse se non nell'ostilità dell'ambiente circostante. Allora ancor più grande il plauso al caso di
Cattolica dove fin dalla fase di originaria adesione al progetto, dal primo incontro "ufficiale" del maggio
2009 fino ad oggi, dirigente e docenti hanno concertato la loro realizzazione, passo dopo passo.
[...applaudire quella che dovrebbe essere la norma... ?!? ....plauso doppio!]

Wiidea e la LIM commerciale: è un punto interessante quello che emerge e che dovrà sicuramente essere
approfondito. Nella quasi totalità dei casi il kit wiidea convive in una istituzione scolastica che si è dotata,
per acquisto o per erogazione ministeriale o di altro ente, di LIM commerciali. Sono rarissimi i casi di
wiimote whiteboard che supplisce ad una mancata acquisizione, più o meno voluta dalla dirigenza della
singola scuola.

2 di 4 15/02/2011 23:56
Roberto Bondi - intervento a Wiideando, 11 dicembre 2010 http://www.isicast.org/html/pieveasalti/wiideando11_12_10/bondi_wiion...

E' una situazione che ci conforta e sottolinea un elemento importante della wiidea già delineato fin dai primi
tempi. La Wiimote Whiteboard è una delle modalità possibili per arrivare ad accendere una lavagna digitale
in classe. Non è la via consigliabile a chi ha poca familiarità con il digitale e la tecnologia in genere.
LIM-wiidea: una buona idea ma non per tutti. Costa meno, è vero, ma crea delle complicazioni che vanno
risolte da sè per poter essere operativi. Wiidea che affianca una LIM commerciale già operativa nella stessa
scuola ha significato l'allargamento dell'esperienza LIM a classi che ne erano state inevitabilmente escluse, la
possibilità di accendere una lavagna digitale in un plesso che ne era sprovvisto (ad esempio le distribuzioni
ministeriali sulla base del singolo istituto mal si adattano agli istituti multiplesso, di montagna e non solo).
La rilevanza della scuola primaria nel quadro degli sperimentatori wiidea si giustifica probabilmente tanto
con la maggior disponibilità dei maestri ad affrontare sperimentazioni di taglio così pratico-manuale quanto
con i tempi del piano di diffusione delle LIM ministeriali che fino all'estate 2010 ha interessato la scuola
media. La wiimote whiteboard ha anche rappresentato per i sostenitori dell'impiego esclusivo di software
open source nelle scuole, il superamento dei forti limiti posti dall'introduzione di una specifica LIM
commerciale. Ma su questo tasto la parola deve necessariamente passare al gruppo Wiild, che ha proprio
nell'uso della LIM in ambito strettamente open source il cuore della sua proposta.
Wiidea non è risparmio tout-court, come molti hanno voluto vedere in occasione delle nostre prime uscite
pubbliche, anche in chiave polemica nei confronti degli alti costi unitari di un'operazione di per sè selettiva
come il piano di diffusione nazionale. Ci sono comunque dei costi monetari(proiettore, PC), ci sono dei costi
occulti (l'esperienza ed il tempo necessari per essere realmenti operativi), la necessità di un maggior
coinvolgimento personale di chi si fa coinvolgere. Wiidea è un tassello che può e deve essere considerato
all'interno di un framework più ampio. E' chiaro oggi che la wiimote whiteboard è, nella ormai scontata
necessità assoluta di introdurre le pratiche digitali nel quotidiano della scuola, una delle vie possibili, e si
colloca in termini dialettici e propositivi nel più ampio ambito dell'introduzione e l'uso della LIM. L'aver
esplicitato la distinzione tra il livello tecnico del sistema operativo e del driver (=far funzionare il sistema di
puntamento) e quello operativo e già didattico del software da utilizzare in classe (=cosa farci, quale
software usare una volta che la lavagna funziona) è un punto di forza del nostro progetto che crediamo sia
in una certa misura passato, e che abbia contribuito a favorire un approccio più corretto e consapevole
all'uso della LIM.

Ma a quasi due anni dall'avvio le belle premesse della primavera 2009 (avevo descritto quel che si stava
muovendo in termini di gioco, di entusiasmo, di gusto del far da sè -cfr. "Wiidea quattro mesi di
entusiasmo") sono state realizzate? In che misura? Quali problemi sono emersi?
Se guardiamo l'esperienza della D.D. di Cattolica la risposta è un univoco sì, siamo probabilmente andati
anche oltre le migliori aspettative. E non solo qui a Cattolica.
Ma nel complesso troppi sono i casi di belle premesse non maturate, di esperienze rimaste alla prima fase di
pura sperimentazione della funzionalità del kit, che viene impiegato in modo episodico e non riesce a
"sparire nello sfondo" per lasciare il centro dell'attenzione al digitale che si introduce nel processo di
insegnamento-apprendimento.
Di sicuro non sono tempi facili, tante e diverse sono le pressioni sui docenti che troppo spesso si trovano ad
operare con tempi stretti e senza la serenità necessaria per innovare la propria pratica e sperimentare nel
quotidiano. Nella mia esperienza di docente di scuola superiore (che non dispone di LIM commerciale nella
classe dove lavora e che ha scelto di battere "da esperto" la strada wiidea, convinto della necessità di
usufruire di una lavagna digitale) non posso nascondere come i tempi (ed i possibili inconvenienti) dell'uso
di un kit wiidea mobile, da posizionare ed accendere ad ogni inizio lezione si sopportano solo fino all'inizio
di aprile, quando i tempi delle interruzioni per festività e per le classiche uscite didattiche precipitano verso
le incombenze della chiusura di fine anno, e si è in una perenne condizione di affanno. Il problema è che ho
visto la stessa cosa replicata anche in molte altre situazioni non wiidea dove il collega, questa volta di scuola
media, si trova in classe una più performante e pratica LIM commerciale. Il digitale in classe trasforma
inevitabilmente i ritmi e le pratiche, ma la scuola resta comunque legata, vuoi per inerzia dei singoli, ma
anche per effetto di oggettivi carichi di lavoro e tempistiche imposti dalla normativa, a schemi tradizionali
che non si conciliano più con le esigenze del presente. Sono problemi che vanno oltre lo spazio di manovra
del singolo, e che vanno affrontati a partire almeno dalla dimensione di istituto. Ricadiamo quindi nel tema
sopra accennato dell'aderenza della sperimentazione alla programmazione generale dell'istituto e dell'input
fondamentale dato dal ruolo attivo del dirigente scolastico. Forse anche questo può contribuire a spiegare
come le sperimentazioni wiidea siano state più facilmente riuscite nell'ambiente ipoteticamente meno adatto
dal punto di vista tecnico, la scuola primaria, ma che invece offre una maggiore abitudine alla realizzazione
di sperimentazioni condivise tra colleghi ed è sicuramente meno pressato dalle scadenze di fine periodo e
dal loro carico di voti, pagelle, programmi da finire, sospensioni di giudizio, formalizzazione di proposte di
percorsi per il recupero ecc ecc. Anche il clima di forte contrapposizione politica e sindacale sulle
trasformazioni in atto sulla scuola si ripercuote negativamente sulla effettiva disponibilità dei singoli a
mettersi in gioco per sperimentare nuove vie ed innovare le proprie pratiche.

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Roberto Bondi - intervento a Wiideando, 11 dicembre 2010 http://www.isicast.org/html/pieveasalti/wiideando11_12_10/bondi_wiion...

Ritorno e chiudo su Wiidea. Ho intitolato Wiidea ..on the run questo intervento perché ho cercato di
delineare il quadro di un progetto in corsa. Non è un percorso lineare. Si alternano momenti di slancio a fasi
di stop più meno prolungate. Non è un percorso solitario perché si intreccia in modo più o meno stretto con
l'introduzione della LIM nelle scuole, e con i temi più ampi dell'introduzione del digitale nella didattica da
una parte, e quello della spinta ad usare soluzioni software libere e formati aperti. E' intatto l'entusiasmo di
chi viene in contatto la prima volta con il "gioco" (perché vogliamo continuare a sottolineare che di gioco si
tratta, consapevoli che con il gioco meglio si impara e forse anche si insegna), l'aura "divertente e leggera"
della soluzione continua a spingere molti a tentare. In molti casi lo slancio dei singoli sperimentatori si è
scontrato con il mancato superamento di difficoltà tecniche oggettive, ma forse in misura maggiore da
situazioni contingenti complicate in termini di rapporti all'interno delle singole scuole. Anche la nostra
funzione di sostegno e supporto ai nuovi colleghi che si sono avvicinati al progetto, di raccordo tra
l'esperienza di chi ha superato la fase iniziale e i bisogni dei nuovi entrati, ha conosciuto momenti di alti e
bassi. Del resto siamo e restiamo al 100% all'interno dell'istituzione scolastica, con tutti i pro e i contro del
momento.

Chiudo riproponendo i nomi di chi ha compilato la scheda del censimento in atto. Nel manifesto del 29
maggio 2009 erano stati proposti i thumbnail dei volti. Wiidea SONO le persone che ci stanno lavorando. E'
un idea che passa per vie strane e non sempre lineari da un input americano colto online a un ufficio
dell'USR a Bologna, passa ad una scuola di Torino, ad una di Perugia, attecchisce e si consolida nella
Direzione Didattica di Cattolica e così via. Compare in Puglia e in Sicilia, poi si accorge che a Trento un
gruppo analogo sta introducendo nelle scuole la Wiimote Whiteboard, in salsa open source. E intanto ci
giungono altre richieste. Da Sondrio, da Padova, da Livorno.
Denominatore comune: gente di scuola, o che ha a cuore la scuola anche se non ne fa direttamente parte,
che impegna parte del suo tempo, delle sue energie e delle sue capacità, ben oltre a quanto dovuto e
remunerato in termini contrattuali, per portare avanti la cosa. E' un gran bel presupposto, anche e soprattuto
in tempi difficili e complicati come questi.

[poi prende la parola l'amico e collega Rabbone. Ne approfitto per chinarmi sotto il tavolo, collegare un cavo, verificare la
connessione bluetooth. Non interrompo la sua relazione, che fa uso di una presentazione powerpoint pronta all'uso in caso di
malfunzionamento della lavagna. Ma al momento dell'intervallo, sostituito il pc connesso alla videoproiezione principale, la penna
scrive regolarmente sulla superficie bianca della wii-lavagna. Si dispone in sala di una lavagna wiidea funzionante!
Chinarsi a collegare e scollegare cavi, andare per tentativi fino alla risoluzione del problema, è una situazione che può sembrare poco
dignitosa per il docente, e che qualcuno non è disposto ad accettare. Ma è anche una situazione che diventa estremamente
...didattica. Problem-solving live!: far partire l'attrezzatura che ci permetterà di lavorare in tempi rapidissimi, che tempo non ce n'è.
E quando il kit diventa un elemento fisso della classe sarà inevitabilmente dagli alunni che verrà il suggerimento giusto, che
inevitabilmente indicherà una sciocchezza come una spina non inserita o un click dato per scontato e non fatto. Provare per credere.
Con la LIM si accende lo schermo e si è in diretta. Con la Wiimote Whiteboard ... un po' di più!]

Postilla: Nota sull'intervento di Giordana Ballestieri e Maria Vittoria Baldi a Wiideando

Roberto Bondi (bondi@isicast.org) 4 gennaio 2011


Wiideando - Lavagna interattiva e nuove tecnologie nella scuola - Teatro Snaporaz - Cattolica, 11 dicembre
2010
www.isicast.org - Didattica e Tecnologie (a cura di Roberto Bondi)

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