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GALI LEO
LARTE INCONTRA LA SCIENZA
a cura di
SilvanaEditoriale
RIVOLUZIONE
GALILEO
LARTE INCONTRA LA SCIENZA
g
Con il patrocinio di Sicurezza e Sistemi informativi Arterìa, Venezia
Ministero Da n iele Per azzolo, responsabi le
Assicurazioni
dei beni e delle
attiv¡tà cultural¡
AXAATt
e del turismo
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Giovanni Carlo Federico Villa Gruppo icat, Padova
Stefan Weppelmann
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Studio Esseci di Sergio Campagnolo, Padova
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Direttore del Servizio I Collezioni museali SilvanaEditoriale VivaTicket
Antonio Tarasco Direzione progetto Bookshop
D i ch iarazi one d i r il eva nte i nteresse cu ltu ra I e Dario Cimoreìli Silvana Editoriale
Massimo Licoccia Edoardo Quadrelli
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Mariacristina Nasoni
Call center, servizi in mostra,
Çomunicazione e promozione visite guidate e laboratori didattici
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CeDi -TurismoeCultura
rNrESA @ S¡trøOrO Am m in i strazion e e control I o
Sito web della mostra
Giorgio Mattioli
www.mostrarivoluzionegalileo. it
I=Itl CASSADIRISPARMIO deazi one, progettazi one esecut¡va Massimo Trevisan
It
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t2
GIOVANNI CARLO FEDERICO VILLA
INTRODUZIONE
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MICHELE CAMEROTA 64
ANTONIO LOVATO
GAIILEO: "SENDOMI DILETTATO DI TUTTI
GtI ANNI DEttA FORMAZIONE GLI STRUMENTI MUSICI ED ASSAI FILOSOFATO
INTORNO ALLE CONSONANZE"
26
ANDREA BATTISTIN¡
80
GALILEO UMANISTA E LETTERATO MAURIZIO RIPPA BONATI
GAI.ILEO GALILEI E LA MEDICINA
36
FRANCO GIUDICE
94
IL NUOVO CIELO DIGALILEO ANNALISA PEZZO
L'OCCHIAIE ECCELTENTISSIMO
44
GALITEO E SIENA,I633
G¡ULIO PERUZZI
GALILEO LANASCITA
E
r08
DELLA SCIENZA MODERNA FEDERICO TOGNONI
ILVOTTO DIGALILEO
56
SOFIA TALAS
il6
MISURE, POTERE, RICERCA O DIDATTICA? STEFAN WEPPELMANN
VOLTI E RUOTI DELLA STRUMENTAZIONE SCIENTIFICA TUNMERSO IN CHI LO GUARDA
DAL RINASCIMENTOAT SECOTO DEILUMI
IMMAGINI DEL MONDO DA GALILEO AD ANISH KAPOOR
137 243
145 271
t63 IX.GALILEO
Iil. tLCTELO E LA DISPUTA
PRIMA DIGALILEO
293
328
A CURA DI MICHELE CAMEROTA
CRONOLOGIAGALILEIANA
FEDERICO TOGNONI
IL VOLTO
DI GALILEO
Tra le più antiche effigi destinate a tramandare le fattezze di Galileo le fonti annoverano un ri-
tratto dipinto da Santi di Tito, uno dei pittori protagonisti della riforma pittorica fiorentina, ma
soprattutto promotore di un nuovo approccio diretto, e non più intellettualistico, con il dato
naturale (Sezione I, cat. 1). A ricordarlo è il senatore fiorentino Giovanni Battista Clemente Nelli
che nella sua biografia galileiana, Vita e commercio letterario di Galileo Galilei, dedica un intero
capitolo alla ricostruzione della storia delle prime testimonianze iconografiche galileiane1. Nella
fattispecie, Nelli dichiara che “Santi di Tito l’effigiò nel 1601, in un piccolo quadro in età di anni
trentotto, non molto tempo avanti che da questa passasse all’altra vita”2 precisando che il “Ri-
tratto […] si conserva nella mia privata Biblioteca, ed il quale inciso dal Sig. Giuseppe Calendi
ho posto in principio della presente Istoria”3. Sfortunatamente nulla è dato sapere su come
il dipinto sia giunto nella collezione del senatore fiorentino e che fine abbia fatto dopo la sua
morte. A dare retta a Favaro4, il ritratto, insieme a tutto l’archivio e ad altri materiali galileiani,
venne acquistato dal Nelli intorno al 1750 da Carlo e Angelo Panzanini, che a loro volta avevano
ereditato la collezione galileiana dall’abate Jacopo Panzanini nel 17335. Si tratta, in ogni caso, di
un ritratto tra i più antichi di Galileo di cui le fonti serbano memoria. Come è stato giustamente
osservato, tuttavia, sia il racconto del Nelli sia la stampa tradiscono qualche discrasia nell’in-
dicazione dell’età di Galileo6. Discrepanze forse dovute dal modo con cui i pisani enumeravano
gli anni del calendario, ossia secondo la tradizione che fissa l’inizio dell’anno ab incarnatione,
che cade il 25 di marzo7. Sta di fatto che nell’iscrizione in calce all’incisione, Galileo è dichiara-
to quarantenne. In questa prospettiva dunque il ritratto dovrebbe essere stato realizzato nel
1604, quando ormai il pittore era passato a miglior vita da un anno8. Nel testo invece è indicato
trentottenne. Se così fosse, allora, il dipinto dovrebbe essere stato eseguito intorno al 1602, e
non nel 1601 come indicato da Nelli9.
A complicare ulteriormente lo scenario contribuisce la presenza nella stampa del cannocchia-
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