BIBLIOGRAFIE NUMISMATICHE, DALLA TRADIZIONE AL DIGITALE
(Prima parte)
Bibliografia, un termine che generalmente rimanda ai trascorsi universitari, in
particolare a quel periodo denso di ansie e premura coincidente con i momenti ultimativi della redazione della tesi, la bibliografia finale infatti è quella componente del lavoro di tesi che spesso costituisce una seccante appendice da terminare il prima possibile per poter consegnare l’elaborato e finalmente laurearsi. Questo in genere è l’approccio più sentito e diffuso in merito a questo termine, un momento tecnico conclusivo, piuttosto seccante data la premura di concludere e rispettare le scadenze, e quindi vissuto spesso con un certo fastidio o comunque come ambito del tutto secondario e marginale nel complessivo lavoro di tesi. In realtà la bibliografia è una disciplina dall’importanza oserei dire basilare quando solo si pensi alla necessità di raccapezzarsi nel mare delle registrazioni scritte nei più diversi formati nel quale siamo immersi, il bisogno di fare ordine, organizzare, descrivere e quindi orientarsi in un qualsivoglia sistema è uno dei più sentiti dalla mente umana, di conseguenza l’attività bibliografica è stata ed è ancor di più nei tempi attuali un’attività imprescindibile per orientarsi nello scibile prodotto dall’ingegno umano in varie epoche e civiltà, per costituire delle mappe e dei percorsi ordinati attraverso cui orientarsi, poter capire, valutare e quindi scegliere con cognizione di causa quello che ci serve. Naturalmente come tutte le attività intellettuali anche la bibliografia ha avuto una sua storia ed evoluzione, passando da semplici elencazioni di opere correlate alle biografie dei rispettivi autori, diffuse fin dall’età antica e di cui un esempio noto è il De Viris Illustribus di S. Girolamo, fino alle moderne bibliografie scientifiche in molteplici ponderosi tomi e in cui sono attuate metodiche descrittive e indicali rigorose e spesso condivise secondo standard di riferimento internazionali. L’esigenza di passare da elencazioni più o meno ricche di opere accompagnate da sintetiche biografie degli autori a descrizioni sempre più metodiche e rigorose comincia, non a caso ovviamente, in epoca rinascimentale, per la precisione con l’opera di Konrad Gessner , un eclettico erudito svizzero, nativo di Zurigo, che appassionato di diverse discipline, dalla botanica alle scienze naturali e alla medicina fino alle lingue antiche , alla filosofia e alla teologia, ebbe l’idea di creare un’opera in cui raccogliere e descrivere con una metodologia nuova e rigorosa la summa dello scibile umano prodotto nelle tre lingue dotte, cioè latino, greco ed ebraico. Nacque così, nel 1545, la sua mirabile impresa intitolata Bibliotheca Universalis, probabilmente uno dei monumenti più rilevanti dell’intera cultura occidentale e al contempo uno dei meno conosciuti, eppure quest’opera si può dire sia stato l’unico e ultimo tentativo di riunire tutta la produzione intellettuale conosciuta antica e moderna nelle lingue storicamente usate in tali ambiti, l’autore infatti, preoccupato sia dalle distruzioni causate dalle guerre che dalla rivoluzione dirompente della stampa che stava ingenerando confusione nella corretta attribuzione e correlazione tra autori e opere, intendeva costituire con la sua fatica un tentativo di argine a tali pericoli, facendo così nascere in realtà una nuova disciplina; Gessner in effetti fu il primo ad usare le tecniche descrittive e indicali ancora oggi alla base delle moderne schede bibliografiche, vale a dire elencazione delle opere e indice in ordine alfabetico per autore, dati fisici e tipografici come formato, numero di pagine, data e luogo di stampa, nome dello stampatore, nonché commenti critici ai contenuti delle opere, ambito quest’ultimo del tutto peculiare della cultura filologica del rinascimento e poi spesso trascurato nelle successive opere bibliografiche a favore di una sempre più accurata e oggettiva descrizione esterna delle opere. Come già menzionato più sopra la grande opera di Gessner, pur ripresa e aggiornata da altri autori successivi, rimarrà un unicum nella sua pretesa universale, dilagante ormai era la produzione a stampa così come sempre più diffuso era l’utilizzo delle lingue moderne anche in opere scientifiche, non era più pensabile raccogliere e descrivere l’universo dello scibile in un’unica opera, bisognava necessariamente specializzarsi e difatti le opere bibliografiche successive tesero ad una sempre più mirata specializzazione, per lingua d’uso, per nazione degli autori e anche per disciplina. Naturalmente furono le discipline di più antica e prestigiosa tradizione ad essere maggiormente interessate da studi bibliografici, teologia, filosofia e diritto così come la medicina furono tra le prime scienze ad essere oggetto di bibliografie specialistiche, ma nel corso del rifiorire di studi filologici ed antiquari che caratterizzò il periodo umanistico e rinascimentale anche nuove discipline vennero sviluppandosi, acquisendo gradualmente nel tempo specifici ambiti di approfondimento conoscitivo, tra queste discipline nascenti un ruolo non effimero ebbe la numismatica, lo studio delle monete antiche come fonti per una migliore conoscenza delle civiltà classiche; ai suoi inizi lo studio delle monete ebbe soprattutto un carattere complementare e talvolta decorativo in opere più ampiamente dedicate alle vite di imperatori o alla storia di Roma sia durante la Repubblica che nel periodo imperiale, ma procedendo nel tempo l’oggetto moneta venne studiato maggiormente in sé stesso, cioè nelle sue caratteristiche peculiari insite nelle legende e nell’iconografia o nelle problematiche metrologiche; si venne così costituendo un insieme di opere sempre più consistente inerenti l’ambito numismatico in diverse modalità. La prima bibliografia dedicata specificamente alla descrizione di opere numismatiche venne realizzata nella seconda metà del XVII secolo ad opera di Philippe Labbe, un dotto gesuita francese ed uno dei massimi eruditi del suo tempo, autore di molteplici opere storiche e filologiche tra cui particolarmente famosa fu la serie di edizioni dedicata ad autori dell’epoca bizantina, la prima in assoluto; grazie a questa vasta erudizione e consuetudine con opere di ogni genere Labbe si cimentò anche in ambito bibliografico creando con la sua Bibliotheca Bibliothecarum un particolare repertorio di bibliografie, importante e utile data la ormai vastissima mole di testi stampati in varie lingue esistenti in commercio e nelle biblioteche e la relativa crescente produzione di bibliografie per descriverli e renderli noti; nella seconda edizione di questa bibliografia di bibliografie data alle stampe nel 1672 venne aggiunta una sezione intitolata: Bibliotheca Nummaria, il primo repertorio dedicato esclusivamente ad opere di numismatica, diviso in due partizioni, la prima intitolata: “De antiquis numismatibus”, inerente le opere trattanti le monete antiche; la seconda intitolata: “ De monetis, ponderibus et mensuris, inerente invece agli ambiti più strettamente storico-economico-monetari, tecnici e metrologici. Il metodo era quello messo a punto un secolo prima da Gessner, quindi ordinamento alfabetico per autori e descrizione precisa delle opere attraverso il titolo, i dati editoriali come tipografia, luogo e data di pubblicazione e i dati del formato fisico. Una pregevole bibliografia numismatica fu messa a punto una cinquantina di anni dopo da Anselmo Banduri, nativo di Ragusa (Dubrovnik) e monaco benedettino conobbe nei suoi studi superiori a Firenze il grande erudito francese ed esperto di paleografia greca Bernard de Montfauçon che lo avviò allo studio dei manoscritti greci successivamente approfondito direttamente a Parigi a pieno contatto con quella congrega di San Mauro che costituiva in quell’epoca la più importante fucina di erudizione storica e filologica d’Europa. Il Banduri potè approfittare delle ricche collezioni di manoscritti greci e di altro materiale tra cui monete per sviluppare un vasto studio sulla civiltà bizantina di cui fu tra gli iniziatori, ed iniziatore fu anche nell’ambito della numismatica bizantina con la sua opera "Numismata Imperatorum Romanorum a Trajano Decio usque ad Palaeologos Augustos", due volumi in folio stampati nel 1718 a Parigi che contenevano anteposta all’opera succitatata anche una ricca bibliografia numismatica “Bibliotheca nummaria sive auctorum qui de re nummaria scripserunt” ristampata l’anno dopo, nel 1719, ad Amburgo per opera di Johan Fabricius che la corredò di utili note; si tratta di una bibliografia davvero notevole che elenca le opere inserendole in appositi capitoletti dedicati a ciascun autore posti in ordine cronologico, dai primi autori di opere numismatiche a lui conosciuti fino agli studiosi dei suoi tempi, con riferimenti agli specifici contenuti di ciascuna opera, a corredo finale vi sono preziosi indici che ordinano gli autori sia per nazione che alfabeticamente e le opere per tema e argomento trattato. Negli anni successivi la produzione di bibliografie numismatiche generali sarà un affare tedesco, dal 1760 al 1860 verranno prodotte tre opere in stretto collegamento tra loro, la prima opera è la “Bibliotheca numismatica exhibens catalogum auctorum qui de re monetaria et numis tam antiquis quam recentioribus scripsere…” di Johann Christoph Hirsch, pubblicata nel 1760 a Norimberga, si tratta di una bibliografia ovviamente più ricca di quella del Banduri potendo inserire più opere che nel frattempo erano state pubblicate ma più succinta nel suo impianto con uno stretto elenco delle opere privo di note e commenti aggiuntivi; sulla base di questo lavoro verranno composte anche altre due bibliografie generali, la “Bibliotheca numaria sive catalogus auctorum qui usque ad finem seculi XVIII de re monetaria aut numis scripserunt” di Johan Gottfried Lipsius, pubblicata nel 1801 a Lipsia in due tomi con una interessante introduzione alla storia degli studi numismatici, e la “Bibliotheca numaria, Verzeichniß sämmtlicher seit 1800 bis jetzo (1860) erschienenen numismatischen Werke als Fortsetzung der Bibliotheca numaria von J. G. Lipsius” di Johann Jakob Leitzmann, che è la continuazione della bibliografia di Lipsius. In particolare le opere bibliografiche di Lipsius e Leitzmann rimarranno fondamentali negli studi numismatici per il loro carattere di compilazioni riassuntive di tutto il pubblicato in ambito numismatico dagli albori della disciplina fino alla metà circa del 19° secolo, infatti come già si può evincere dalla lingua usata nel testo di Leitzmann, il tedesco e non più il latino, anche le bibliografie numismatiche si stavano orientando ormai verso una specializzazione nazionale e bisognerà attendere il secolo successivo inoltrato per rivedere pubblicazioni bibliografiche di numismatica a carattere generale anche se per forza di cose senza pretese di completezza ma selettive e focalizzate sulle opere di riferimento più importanti per ogni ambito preso in esame. Note ai numismatici e agli appassionati contemporanei sono le due opere di tal genere pubblicate, la “Bibliographie numismatique” di Philip Grierson, pubblicata a Bruxelles nel 1979 con alcune note critiche sui contenuti delle opere, e la celebre e sempre ricercata “Numismatic Bibliography” di Elvira Clain Stefanelli, del 1984 e a tutt’oggi la bibliografia numismatica generale più nota e usata, essenziale nelle sue descrizioni ma completa dei riferimenti più importanti noti fino all’epoca della pubblicazione per tutti gli ambiti e gli spazi della numismatica, dal periodo classico fino ai tempi contemporanei, dalle nazioni europee all’estremo oriente, all’Africa e alle Americhe. Meno note e ad un livello di completezza molto più elevato sono altre opere bibliografiche generali, in primo luogo vi sono i volumi della serie Survey of Numismatic Research editi dall’International Numismatic Commission ogni cinque anni in occasione del congresso internazionale di numismatica, la serie comincia dal 1960 ed è arrivata al quinquennio 2008-2013, ogni quinquennio è costituito da uno o più volumi dedicati a tutte le pubblicazioni edite nei vari ambiti della numismatica comprese medaglie, gettoni e cartamoneta, coprendo tutto il pubblicato sia per epoca che per spazio territoriale, ogni settore ha un’introduzione agli studi curata da uno specialista, in ambito numismatico è attualmente l’opera bibliografica generale più completa esistente per quanto riguarda la produzione stampata dal 1960 ad oggi. Le pubblicazioni numismatiche più antiche invece hanno trovato nell’opera in fieri di Christian E. Dekesel il loro riferimento più importante, lo studioso tedesco ha pubblicato infatti dapprima A Bibliography of 16th Century Numismatic Books, in un solo volume e corredato da ampie e dettagliate schede bibliografiche di ogni edizione delle opere inerenti l’ambito numismatico pubblicate nel cinquecento, poi ha proseguito con A Bibliography of 17th Century Numismatic Books in tre volumi e inerente alle opere del seicento, ed è ancora in corso A Bibliography of 18th Century Numismatic Books attualmente in sei volumi e dedicata al settecento. L’opera di Dekesel, una volta completata, sarà il riferimento centrale per la bibliografia numismatica più antica, in special modo per il periodo di antico regime ed il libro antico a stampa. Per il vasto e complesso mondo della numismatica greca William Daehn ha pubblicato un’importante opera bibliografica in due edizioni, la prima, Ancient Greek Numismatics: a Guide to reading and research, inerente solo alle opere in lingua inglese e la seconda, Annotated Bibliography of Ancient Greek Numismatics, comprendente anche le opere in altre lingue, entrambe le edizioni hanno la preziosa particolarità di essere annotate con l’indice sommario delle monografie e commenti critici sintetici. Riguardo invece le bibliografie numismatiche di carattere nazionale mi limiterò a descrivere le due opere più rilevanti concernenti l’ambito italiano, quest’ambito bibliografico ebbe il suo primo serio sviluppo nella seconda metà del XIX secolo con opere importanti sulla bibliografia numismatica del Belgio, di Francia e di Spagna tutte pubblicate negli anni ottanta di quel secolo che si chiuse, nel 1889, con l’opera Saggio di Bibliografia Numismatica delle Zecche Italiane e Moderne dei fratelli Francesco ed Ercole Gnecchi, fondamentale nella stesura della bibliografia fu anche il contributo di Costantino Luppi che mise a disposizione la sua ricca biblioteca numismatica personale; l’opera fu organizzata impostando l’elenco delle pubblicazioni per zecca, a loro volta in ordine alfabetico, considerato più pratico di un loro raggruppamento geografico o dinastico, fu anche corredata di un supplemento destinato ad integrare la bibliografia con opere mancanti e ad aggiornarla con le nuove opere nel frattempo pubblicate. La bibliografia dei fratelli Gnecchi rimarrà sostanzialmente il riferimento bibliografico per le opere di numismatica italiana per tutto il secolo XX nonostante la pubblicazione di altri tentativi in merito, come quello di Raffaele Ciferri degli anni sessanta, esteso a tutte le zecche italiane ma ancorato fondamentalmente all’opera degli Gnecchi, oppure altri testi più aggiornati ma limitati a singole zecche o zone regionali. Solo nel 2009 verrà pubblicata ad opera di Bernardino Mirra una nuova opera bibliografica complessiva di tutte le zecche italiane che non solo, naturalmente, aggiorna la precedente opera di tutte le pubblicazioni prodotte, facendo di questa bibliografia la più completa disponibile attualmente sulla numismatica italiana, ma le suddivide più scientificamente in un criterio geografico inserendole non solamente per zecca ma all’interno delle rispettive zone regionali prevedendo anche una sezione specifica per ogni zona dedicata alle opere di carattere più generale, l’opera prevede anche una serie di supplementi periodici di cui uno, già uscito nel 2017, aggiorna l’elenco delle pubblicazioni dal 2009 al 2015, attualmente nel campo delle bibliografie tradizionali in volume quello degli aggiornamenti periodici è l’unico modo per ovviare all’inevitabile rapida obsolescenza di siffatti lavori bibliografici, data anche la mole ingente di testi numismatici continuamente pubblicati in questi anni. Questo sintetico excursus mira a rendere un po’ più nota la storia della bibliografia tradizionale in volumi cartacei di una piccola ma significativa branca del sapere storico, nella seconda parte si cercherà di illustrare quello che potrebbe essere il futuro della bibliografia e anche del lavoro bibliotecario attraverso l’esame di uno specifico progetto di bibliografia/biblioteca numismatica digitale, un cimento pionieristico e del tutto empirico al momento ma ricco di potenziali utili ed entusiasmanti per studiosi ed appassionati. TAVOLE Konrad Gessner / Bibliotheca Universalis… 1545 Konrad Gessner / Pandectarum sive partitionum universalium… 1548 Philippe Labbe / Bibliotheca bibliothecarum… 1672 Anselmo Banduri / Bibliotheca Nummaria… 1719 Johann Christian Hirsch / Bibliotheca Numismatica… 1760 Johann Gottfried Lipsius / Bibliotheca Numaria… 1801
Philip Grierson / Bibliographie Numismatique, 1979