Sei sulla pagina 1di 8

TEOREMI DI FERMAT, ROLLE, CAUCHY E LAGRANGE E CONSEGUENZE

1. TEOREMA DI FERMAT
Il teorema di Fermat ci permette di individuare i candidati punti di massimo e/o minimo per una funzione,
fornendoci una condizione necessaria (l’annullamento della derivata prima) affinché un punto in cui la funzione è
derivabile sia un punto di massimo o minimo relativo (quindi eventualmente anche assoluto) per la funzione stessa.
Teorema 1.1 (di Fermat). Sia f : [a; b] → R una funzione, derivabile in un punto x0 ∈ ]a; b[. Se x0 è un punto
estremante per f , allora f ′ (x0 ) = 0
Dimostrazione.

Osserviamo che, essendo per ipotesi f (x) derivabile nel punto x0 , allora le derivate da sinistra e da destra
coincideranno:
′ ′
f− (x0 ) = f+ (x0 )
cioè
f (x0 + h) − f (x0 ) f (x0 + h) − f (x0 )
lim = lim .
h→0− h h→0+ h
Per ipotesi x0 è un punto estremante per f ; supponiamo, senza perdere di generalità, che x0 sia un punto
di massimo relativo (se fosse un punto di minimo la dimostrazione è analoga); allora, in un intorno di x0 , per
valori di h abbastanza piccoli in valore assoluto, f (x0 ) ≥ f (x0 + h) quindi
f (x0 + h) − f (x0 ) ≤ 0
Dividiamo ora tale disuguaglianza per h ̸= 0. Otteniamo:

f (x0 + h) − f (x0 )
• se h > 0, ≤ 0;
h
f (x0 + h) − f (x0 )
• se h < 0, ≥ 0.
h
Passando al limite per h → 0 in entrambe le disuguaglianze, per il teorema inverso del Teorema della Per-
manenza del segno si ha:

f (x0 + h) − f (x0 )
• limh→0+ ≤ 0;
h
f (x0 + h) − f (x0 )
• limh→0− ≥ 0.
h
I due limiti sono rispettivamente il limite destro e il limite sinistro della derivata prima in x0 e, poiché f è
derivabile in x0 , essi devono coincidere.
′ ′
Essendo f+ (x0 ) ≤ 0 e f− (x0 ) ≥ 0, l’unico caso possibile è
′ ′
f+ (x0 ) = f− (x0 ) = 0
cioè
f ′ (x0 ) = 0


Maria Anderlucci, Liceo “L. Da Vinci” - Jesi.


1
2 TEOREMI SULLE FUNZIONI DERIVABILI

Osservazione 1.2. Tale condizione è necessaria se la funzione f è derivabile in x0 ma non è sufficiente: il punto
x0 potrebbe essere anche un punto di flesso a tangente orizzontale.

Osservazione 1.3. Inoltre può accadere che x0 sia un punto estremante, senza che la funzione sia derivabile in
esso, quindi il teorema è inapplicabile.
Ad esempio, la funzione f (x) = |x|, che si può definire per casi:
{
x, se x ≥ 0
f (x) =
−x, se x < 0
non è derivabile in x0 = 0, in quanto
{
′ 1, se x > 0
f (x) =
−1, se x < 0
′ ′
e quindi f+ (0) = 1 mentre f− (0) = −1. Ma dal grafico è evidente che x = 0 sia un punto di minimo:

Figura 1. Grafico della funzione valore assoluto


TEOREMI SULLE FUNZIONI DERIVABILI 3

2. TEOREMA DI ROLLE
Il teorema di Rolle afferma che, nelle ipotesi di continuità e derivabilità di una funzione definita su un intervallo
chiuso e limitato [a; b], se la funzione assume lo stesso valore agli estremi dell’intervallo allora c’è almeno un punto
(forse più di uno ma uno sicuramente) interno all’intervallo in cui si annulla la derivata prima.
Teorema 2.1 (di Rolle). Sia f : [a; b] → R una funzione continua in [a; b] e derivabile in ]a; b[. Se la funzione
assume lo stesso valore agli estremi dell’intervallo, cioè f (a) = f (b), allora esiste almeno un punto x0 ∈ ]a; b[
tale che f ′ (x0 ) = 0.
Dimostrazione.
Per il teorema di Weierstrass, la funzione y = f (x) assume in [a, b] un massimo M ed un minimo m assoluti.
Ci sono cosı̀ due possibilità:
• se il minimo e il massimo assoluti coincidono, ossia m = M , allora la funzione y = f (x) è costante. Di
conseguenza la sua derivata sarà f ′ (x) = 0 per ogni punto x di ]a; b[ e il teorema è verificato.
• se, invece, m < M , poiché f (a) = f (b), almeno uno dei due valori m oppure M è assunto dalla funzione
in un punto x0 interno all’intervallo, cioè ∃ x0 ∈]a; b[ tale che f (x0 ) = m o f (x0 ) = M , cioè esiste un
punto estremante interno all’intervallo. Per il teorema di Fermat, deve essere f ′ (x0 ) = 0. Abbiamo cosı̀
la tesi.


Figura 2. Interpretazione geometrica del teorema di Rolle


4 TEOREMI SULLE FUNZIONI DERIVABILI

3. TEOREMA DI CAUCHY
Il teorema di Cauchy è anche detto “degli incrementi finiti” perché afferma che se le funzioni f (x) e g(x) verificano
le ipotesi indicate, in un opportuno punto x0 dell’intervallo ]a; b[ il rapporto tra le rispettive derivate in x0 è uguale
al rapporto tra gli incrementi delle funzioni calcolate agli estremi a e b dell’intervallo [a; b].
Teorema 3.1 (di Cauchy). Siano f : [a; b] → R e g : [a; b] → R due funzioni, continue in [a; b] e derivabili in
]a; b[. Inoltre g ′ (x) ̸= 0 ∀ x ∈ ]a; b[. Allora esiste almeno un punto x0 interno all’intervallo ]a; b[ tale che
f (b) − f (a) f ′ (x0 )
= ′ .
g(b) − g(a) g (x0 )
Dimostrazione.
Consideriamo la seguente funzione ausiliaria:
h(x) = [f (b) − f (a)] · g(x) − [g(b) − g(a)] · f (x)
La funzione h(x) è continua in [a; b] perché di tratta di una combinazione lineare di f (x) e g(x), che sono ivi
continue, mediante le due costanti [f (b) − f (a)] e −[g(b) − g(a)].
La funzione h(x) è anche derivabile in ]a; b[ perché di tratta di una combinazione lineare di f (x) e g(x), che
sono ivi derivabili, mediante le due costanti [f (b) − f (a)] e −[g(b) − g(a)].

Valutiamo la funzione h(x) agli estremi dell’intervallo [a; b]. Troviamo che:
h(a) = [f (b) − f (a)] · g(a) − [g(b) − g(a)] · f (a) = f (b)g(a) − f (a)g(a) − g(b)f (a) + g(a)f (a) = f (b)g(a) − f (a)g(b)
h(b) = [f (b) − f (a)] · g(b) − [g(b) − g(a)] · f (b) = f (b)g(b) − f (a)g(b) − g(b)f (b) + g(a)f (b) = f (b)g(a) − f (a)g(b)
quindi h(b) = h(a).
La funzione h(x) soddisfa le ipotesi del Teorema di Rolle. Di conseguenza esiste almeno un punto x0 , interno
all’intervallo ]a; b[, tale che h′ (x0 ) = 0.

Calcoliamo ora la derivata


h′ (x) = [f (b) − f (a)] · g ′ (x) − [g(b) − g(a)] · f ′ (x)
Il valore della derivata h′ (x) in x0 deve essere 0:

[f (b) − f (a)] · g ′ (x0 ) − [g(b) − g(a)] · f ′ (x0 ) = 0


da cui
[f (b) − f (a)] · g ′ (x0 ) = [g(b) − g(a)] · f ′ (x0 )
Dividendo entrambi i membri per [g(b) − g(a)]g ′ (x0 ) si ottiene:
f (b) − f (a) f ′ (x0 )
= ′ .
g(b) − g(a) g (x0 )
ossia la tesi. 
Il teorema non ha tanto rilevanza in sé ma in quanto è propedeutico per il Teorema di Lagrange.
TEOREMI SULLE FUNZIONI DERIVABILI 5

Figura 3. Interpretazione geometrica del teorema di Cauchy


6 TEOREMI SULLE FUNZIONI DERIVABILI

4. TEOREMA DEL VALOR MEDIO DI LAGRANGE


Il teorema di Lagrange afferma che, sotto le opportune ipotesi di continuità e derivabilità richieste, esiste almeno
un punto interno ad un intervallo chiuso e limitato in cui la derivata prima valga quanto il rapporto incrementale
degli estremi dell’intervallo cioè che esiste almeno un punto interno all’intervallo in cui la retta tangente al grafico
sia parallela alla retta secante al grafico passante per i punti in corrispondenza degli estremi.

In termini fisici, ad esempio in cinematica, esiste almeno un istante in cui la velocità istantanea coincide con la
velocità media.
Teorema 4.1 (del valor medio di Lagrange). Sia f : [a; b] → R una funzione continua in [a; b] e derivabile in
]a; b[. Allora esiste almeno un punto x0 interno all’intervallo ]a; b[ tale che
f (b) − f (a)
= f ′ (x0 ).
b−a
Dimostrazione.
Consideriamo la funzione identità g(x) = x che è continua e derivabile in R con g ′ (x) = 1 ̸= 0. Per f e g valgono
le ipotesi del teorema di Cauchy, che possiamo dunque applicare. Dunque esiste almeno un punto x0 , interno
all’intervallo ]a; b[, tale che
f (b) − f (a) f ′ (x0 )
= ′ .
g(b) − g(a) g (x0 )
Essendo g(x) = x tale uguaglianza si può riscrivere:
f (b) − f (a) f ′ (x0 )
= .
b−a 1
ottenendo cosı̀ abbiamo la tesi. 

Figura 4. Interpretazione geometrica del teorema di Lagrange

Corollario 4.2 (della derivata nulla). Sia f (x) una funzione tale che f ′ (x) = 0 in un intervallo I. Allora f è
costante su I cioè ∃ k ∈ R tale che f (x) = k ∀ x ∈ I.
Dimostrazione.
Supponiamo che f non sia costante in I, allora esisteranno due punti x1 , x2 ∈ I tali che x1 < x2 e f (x1 ) ̸= f (x2 ).
Per il Teorema del valor medio di Lagrange, esiste x0 ∈ ]x1 , x2 [ tale che f ′ (x0 ) = f (xx22)−f
−x1
(x1 )
̸= 0, contro
l’ipotesi. 
TEOREMI SULLE FUNZIONI DERIVABILI 7

5. SEGNO DELLA DERIVATA PRIMA E MONOTONIA DI UNA FUNZIONE


Come conseguenza del teorema del valor medio di Lagrange otteniamo che, se conosciamo il segno di f ′ su un
intervallo, possiamo conoscere il segno del rapporto incrementale sullo stesso intervallo e quindi dedurne la monotonia
di f .
Teorema 5.1. Sia [a; b] un intervallo in cui la funzione f (x) è definita cioè [a; b] ⊆ Dom(f ). Supponiamo che
f sia continua in [a; b] e derivabile in ]a; b[. Allora:
se f ′ (x0 ) ≥ 0 ∀ x ∈ ]a; b[ : allora f (x) è monotona non decrescente in ]a; b[ (cresce o resta costante);
se f ′ (x0 ) > 0 ∀ x ∈ ]a; b[ : allora f (x) è monotona (strettamente) crescente in ]a; b[;
se f ′ (x0 ) ≤ 0 ∀ x ∈ ]a; b[ : allora f (x) è monotona non crescente in ]a; b[ (decresce o resta costante);
se f ′ (x0 ) < 0 ∀ x ∈ ]a; b[ : allora f (x) è monotona (strettamente) decrescente in ]a; b[;
se f ′ (x0 ) = 0 ∀ x ∈ [a; b] : allora f (x) è costante in [a; b].
Dimostrazione.
Siano x1 , x2 due punti arbitrari nell’intervallo [a; b] con x1 < x2 . Per il Teorema del valor medio di Lagrange,
esiste almeno un punto x0 appartenente all’intervallo ]x1 , x2 [ tale che f (x2 ) − f (x1 ) = f ′ (x0 )(x2 − x1 ).

Osserviamo che il fattore (x2 − x1 ) è un valore positivo, quindi la differenza f (x2 ) − f (x1 ) ha lo stesso segno
di f ′ (x0 ) cioè del valore della derivata prima in x0 . Di conseguenza:
se f ′ (x0 ) ≥ 0 ∀ x ∈ ]a; b[: allora f (x2 ) ≥ f (x1 ) ∀ x1 , x2 ∈ ]a; b[;
se f ′ (x0 ) > 0 ∀ x ∈ ]a; b[: allora f (x2 ) > f (x1 ) ∀ x1 , x2 ∈ ]a; b[;
se f ′ (x0 ) ≤ 0 ∀ x ∈ ]a; b[: allora f (x2 ) ≤ f (x1 ) ∀ x1 , x2 ∈ ]a; b[;
se f ′ (x0 ) < 0 ∀ x ∈ ]a; b[: allora f (x2 ) < f (x1 ) ∀ x1 , x2 ∈ ]a; b[;
se f ′ (x0 ) = 0 ∀ x ∈ [a; b]: allora f (x2 ) = f (x1 ) ∀ x1 , x2 ∈ [a; b].

Osservazione 5.2 (Vale il viceversa?). Se f è “crescente”in un intervallo, non è detto che f ′ > 0 in tale intervallo;
infatti ci possono essere alcuni punti in cui f ′ = 0 (es. punti di flesso a tangente orizzontale).
Analogamente, se f è “decrescente”in un intervallo, non è detto che f ′ < 0 in tale intervallo.

Invece,
se f è “non decrescente” in un intervallo, allora il suo rapporto incrementale è non negativo cioè f ′ ≥ 0 (es. ci
possono essere tratti in cui la funzione è costante o punti di flesso a tangente orizzontale);
se f è “non crescente” in un intervallo, allora il suo rapporto incrementale è non positivo cioè f ′ ≤ 0.
8 TEOREMI SULLE FUNZIONI DERIVABILI

Esempio
Si consideri la funzione f (x) = x3 , di dominio R.
f (x) è strettamente crescente in R: da x1 < x2 segue sempre x31 < x32 .
La sua derivata è f ′ (x) = 3x2 che si annulla in x = 0.
Poichè in ] − ∞; 0[ e in ]0; +∞[ f ′ (x) > 0, dal teorema possiamo dedurre che f è strettamente crescente in
] − ∞; 0[ ∪ ]0; +∞[, e quindi lo è anche su tutto R.
In effetti x0 = 0 è un punto di flesso a tangente orizzontale.

Figura 5. Grafico della funzione cubica y = x3

Potrebbero piacerti anche