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Indicatori e oscillatori per il

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Gabriele Belletti

www.tradinglibrary.it
Indi ~ltUl'i c osc illulul"i IlCl" illl"lldin~ d i IU'j'cisilllw
O 2002 Gabriele Be lll'lIi

Copyrig ht C 2002 per l'edizione italiana: Trading Library S rl


20092 Cinisello Ba lsamo (Mi) - Via Monte Nevoso, 27
telc rono 02-6129,8654 - rax 02-6 129,5406
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Redazione: Maurizio Mazziero

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Indicatori e oscillatori per il trad.ing di p reci!don e


ISBN: 88-88253-08-4

Strunpato in Italia

La pr-.tIUt ""bbliao_ ha O!IICh••,.. IUIIef1"" finaJj ta cliobuidw. Noo .... lIo'oUQUI _


r. m~ jQ a k:ull '1lOd<I_ COMIIIbo OpI! .... u .... di in ..efii..... nl<l ............. OIOI*"laaooo...lla
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1" - dal k-tUM'l:
"II segreto degli affari è sapere qualcosa
che nessun oltro sa'"

Aristotclis Sokrati s Onoss ia


Dedicato a:

S te{ì, per auerci sempre credulo.


La mia (amiglia, per a,uermi (atto crescere
in Wl ambiente merauiglioso.
Emi, un amico uero.
Pranco Meglioli, UII amico e il maestro.
RINGRAZIAMENTI
Un ringraziamento speciale Q.:

M ichele Maggi e a Tra,d ing Library, per la fiducia .


Daniele Coppola e agli amici di S t,lldiobarsa.com.
Paolo Morchia, perle collaborazioni.
Paolo F , Ma,uri, Fa.bbri e a tutti gli amici emiliatù.
Andrea P. , Ugo T. , Gabriele c., Lu ca N., Danilo C.,
Ma rco P. , J o, A ntonio 8., Mike e Corrado c..
per il continuo rapporto di collaborazione.
Gli. amici del NO l eb e lebTol.
Mirko N., per l'assistenz a jnformatica.
Paola Fabbri e a Traderlink.
Alberto Giusti e al sito FondUt.
(Last but lIol/cast) gli amici di sempre:
Paolo, Chicco, Luca, Cabri, gli A ndrea e le ragazze.
S ommario

Ring.·azi am en ti 7
Pre fazion e 11
Introduzion e 13

Capitolo 1
Pre messe e principi d egli indicatori 15
Livelli di ipercomprato e ipervenduto 21
Linea de llo zero 24
Divergenze 26
Analisi grafica 28

Capitolo 2
Indicatori e oscillatori 33
Accumulazione/Distribuzione 33
AIO hne 37
Accumulative Swing lndex 41
Aroon 42
Average True Range 45
Buste 46
Bande di Bollinger 48
Bande di BoUinger: %B 53
Bande di BoUinge r: Width 56
Commodity Channe l lndex 58
Chaikin Oscill ator 61
Chaikin Volatility Index 62
Chande Mome ntum Oseillator 63
Chande Tre ndscore 68
Coppock Jndex 70
Commodity Seleetion lndex 73
Demand Index 74
Demarker lnd.icator 76
Directional Move ment e ADX 79
Dynamie Mome ntum lndex 83
Ense of Movcl1lc nt 85
Eldcr Rny Bull & l3e llr Powcr 86
Forco Index RR
Sommul'iu

I,'una rd utivn 90
He rrit.:k Pflyu fl' l ndcx 93
Intrmlny Momc ntulll Indi cator 94
Kc ltn er Chllnn e l 96
I<ST 98
Macd 101
Media mobile 106
Mome ntum 118
Money Flow Index 123
Negative Volume Index 126
0 11 Balance Volume 127
Parabolic SAR 130
Pist.a ciclica 133
Price Oscillat.o!' 138
Pos itive Volum e lndex 142
QStick 143
ROe 145
RS I 149
Stocastico 154
' 'tocastico-RS I 161
1'rix 163
Trade Volume lnd ex 164
Ultimate Oscill ator 165
Ve locità c acce leraz ione 167
Volume Osci ll ator 169
Vol ume ROe 170
Williams AccumulationlDis tribution 171
WiIliams %R 173
WillS pread 174
Zig Zag 175

t;npitolo 3
Limiti, errori e opcrutività 179

GloHlilurio 185
BlbUogrufln 189
IL LIBRO CONTINUA ONLlNE!
All'i.n dirizzo www.bellelli.bizllibro
troverete un'area riservata ai lettori
con formule e approfondimenti sugli osciJlatori
e indicatori descritti nel libro.

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PREFAZIONE

C::lbrie le e io ci s iamo conosciuti via in te rnet nonostante


Ilbi tiamo "ad un t iro di sch ioppon l'uno dall'a lt ro. La passio-
ne per i mel"ca ti fin a nziari ci ha portato a scam bi a re opinio-
Ili. t.ru cchi e indicazion i ope ra ti ve.
Hicordo cb e, essendo un convinto "sma nettone" della pi-
/'I W ciclica, ill ustra i e insegnai a Gabr iele t utti i vantaggi di
t.' ui avevo benefi ciat.o dal s uo uti lizzo e che non a vevo r iscon-
tr:lt.O in nessun a lt ro st rumento tra indicatori e oscillator i.
Ebbene, legge ndo le bozze d i qu esto li bro, vedo che l'inte-
rL'~SC per gli oscillatori ha portato buoni frutti. Qui trovate
t utto s ugl i indicatori; tutti gli oscillatori possibili e inlD13gi-
rlnbili ... praticamente l'introvabile.
Qualcuno alle prime a r mi s i chiede rà se gli strwnenti il-
lu:jLra li nell'opera s iano da util izzare tutti .
Di re i di no, ma in ques ta marea di infonnazioni trovere-
te s icu ra mente l'indicatore idoneo, q ue llo che fa al caso va-
I"I tro e d i cui non s os pettavate neanche l'esistenza.
Farete t red ici senza compilare la schedina !
Ga brie le. ha s udato sette cam icie tra pagin e Word, imma-
gi ni "gir' ed e lucubraz ioni men ta li, per presenta r vi qu a lco-
"; 11 1..'11(' non t roverete da nessu n'a lt ra parte.

A vo i il pi l\(::ore di legge rlo tutto d'un fì ato.

E io non 1>08,..0 che nug ura rgli il miglior s uccesso.

Franco Mcg/ioli
lIu..'f.!1ioli . ileO
( /III/)If!.
INTRODUZIONE

Un difetto comune a molti manuali d'analisi tecnica è


lo predominan za del nazion is mo a discapito dell'operatività
pra t ica e concreta.
E ~se re veramente padrone di una tecnica operativa s i-
Ko ifi ca conoscerne i principi , la filosofi a, la ratia e le mille
Hfnccettatu re. ma anche la sua applicazione pratica.
Questo li bro nasce con lo scopo di i1lustrare l'utilizzo con-
t reto e pratico di uno strumento ormai indispensabile nel-
l'a nalizzare le tendenze e i movimenti dei prezzi.

La mia speranza è di esser riuscito nell'intento di scrive-


n: lUl li bro che da un lato s ia semplice e completo e dall'altro
ahbin un tagli o estrema mente operativo.

Bllona Lettura
Gabriele
Capitolo 1

PREMESSE E FILOSOFIA
DEGLI INDICATORI

Ii'i n dai tempi in cui l'analisi tecnica muoveva i primi pas·


l'Ii , gli operatori specializzati hanno intuito la necessità d'in-
tt'}!rn. rla, coadiuvandola, con strume nti creati appositamente
(11''- aumentarne l'affidabilità dei segnali .
Ini zialmente gli indicatori e g-li osci lla tori furono vis ti ro-
nu"' la bacchetta magica, come la eoncretizzazione del sogno di
1111 ti i trade r: un'operatività infallibile ed estTcm a m en te red-
ditizia che permettesse di acquistare sui minimi e di vendere
IHli massi mi.
Piano piano sono svanite le illus ioni ed è rimasta la dura
r'('}tl tà dei fatti: gli oscilla tori erano sopravvaluta tL Uno stm-
rlll'llto util e e prez ioso ma non esente da fals i segnali .
Al giorno d'oggi, l'opinione è d ecisamente mutata e questi
preziosi strume nti sono inquadmti nella loro gi usta dimen-
"iunc: quella di mezzi comple mentari . Non sono strume nti
IIldipendenti, sostitu tivi e in grado di generare segnali au-
tn noma mente, ma semplici ausiliari dell'analis i grafica dei
prezzi che rimane quindi l'un ico e il principa le strume nto ope-
rtllivo. Alla lu ~e di questo, quindi, gli oscil latori assumono una
fUl1 zi one di sostcb'110 c integrazione dell'analisi tecnica con lo
IoCCOpO di confe rma m c o fòm ent irne i sebrna li operativi gen er a ti .
( ;Ii indlcutori HOIlO il ris ult.ulo di procediment.i e calcoli mate-
mnt.ici applicati n Ull tl sc ri c nume rica che rappresenta i valori
(h·ll e quot.azioni di tlnn dctcrminnUt attiv ità fin a nzia ri a.
Sono il frutto di lormuJe a volto semplici t:..od elementari e
a volte elaborate e complesse. È curioso come le formule più
immediate e semplici spesso si rivelino essere le più affidabi-
li a differenza di quelle avanzate. Ho visto molti colleghi im-
pazzire alla vana ricerca di un indicatore evoluto e complesso
quando era sufficiente l'analisi di un indicatore calcolato tra-
mite una semplice sottrazione algebrica lra due valori per ot-
tenere, in una manciata di secondi, un segna le tempes tivo c
affida bile. AUo stesso modo, gli indicatori più diffusi non sono
necessariamente s inonimo d'affidabilità e di profitto: di me-
die mobili , stocastico e RSI sentiamo parlare in ogni luogo.
Non c'è pagina econom ica che non ne riporti i dati, amico,
collega o vicino d·ombrellone al mare che non ne vanti una
conosce nza approfondita e una padronanza pratica da far im -
pallidire il Uleggendario" W. D. Gann.
Stupisce oltremodo l'assordante silenzio s ulla forza relati-
va, il WiUSpread o la pista ciclica ... indicatori elementari ma
di un affidabilità estrema. Possiamo quindi affermare che a l-
la popolarità di uno strumento consegua un calo d'aflidabilità
e cbe alla difficoltà e complessità di calcolo non consegua una
maggiore affidabilità. Lo scopo che ha indotto a sviluppare e
utilizzare questi strunìenti complementari è quello d'analiz-
zare e, in certi casi, d'anticipare l'andamento e le inversioni
di tendenza dci prezzi, di confermare i segnali operativi det-
tati dall'analisi grafica, di mis urare la forza, la cons istenza
e la direzione di un movimento. Nello svolgere questa fun zio-
ne quindi s i richiede all'indicatore affidabilità, tempestività e
sensibilità nel generare segnali operativi. Prima di procedere
alla classificazione degli indicatori , è doveroso cbia rire la dif-
ferenza tra il termine "indicatore" e "oscillatore".
Entrambi sono indicatori; l'unica differenza è che gli oscil-
latori sono caratterizzati dal fluttuare aU'interno di uno spa-
zio prefissato o intorno a una linea, detta d'equilibrio.
Esemplifi cando: la media mobile è un indicatore mentre il
ROe è un osciUntore. La principa le classi fi cazione diati n ~uc
t ra leud ing illdiculurH c InIJ/(ing ;lIdicalrmJ.

16
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'" F igura A. I - Media mobile

Lugging indi cators


(:Ii indicatori definiti lagging hanno la caratteristica d'il-
Im,;lrHI"C e seguir e la tendenza in atto senza avere la capaci-
Ilt l' 1;1 pretesa d'anticipare le inversioni e i futuri movimenti
(1"llt> quotazioni . Questo tipo d'indicatore è affidabile solo du-
1'lI n te le fasi caratterizzate da tendenza definita (trending
tIltlrket.s ), al rialzo o al ribasso, mentre nelle fasi laterali di
cungc:'Itione genera numerosi falsi segnali.
Il difetto principale è costituilo dal fatto cbe i segnali ape-
l'uliv i sono in costante ritardo e quindi poco tempestivi; per-
tltnlo questi indicatori risultano idonei solo come stnunento
d i conferma. fl vantaggio dello s trumento quindi s i riduce al
pflrlllQU,e re d'essc,·e sempre in sinlonia con la tendenza di
IlwrcuLo. Questo consenlc di sCf,'Uire la regola base dell'anali-
ti ; lècnjCi1 cho comliglia di non "'andare mai contro iJ mercato,
ÌlII-C!'lO CUIlIO lu tcndcnzo dominante" e d i operare con le pro-
htlbilità Il no~tl'O fh vore.
L'esc mpio c!oltsico ò quello doliti media mobile, come ripor-
Iltl.O noll'imnmgirlc A. I.

17
r
Lcading indi cator s
Gli indicatori definiti leading hanJ10 la caratteristica d'an-
ticipare le inversioni di tendenza e gli sviluppi futuri delle
quotazioni. Sono quindi strume nti molto tempestivi tanto che
il loro utilizzo principale avviene durante le fa si laterali di
congestione (trading markets) dove ris ultano fornire un bUOll
livello d'affidabilità. Possiamo quasi affermare che essi "con-
ducono e guidano" i movime nti di prezzo. Occorre tuttavia
tenere conto de l fatto che 3 causa dell'elevato livello di reato
tività talvolta, prende ndo posizione s ul me rcato con t roppo
anticipo, s i corre il rischio di porsi contro la tendenza domi .
nante. Q uesti strumenti si muovono all 'interno di un indice
fisso, compreso tra livelli estremi di mercato (ipcrvenduto e
ipercomprato), oscill a ndo intorno a lla linea d'equilibrio.
DelJa categoria fanno parte gli indicatori di momentwn
che esamineremo approfonditamente a breve.
Un esempio classico è la pista ciclica, riporta to neU'imma-
gine A.2. Poss ia mo notare come l'indicatore abbia, tramite
una divergenza ria lzista, anticipato l'inversione di tendenza
dei prezzi del t itolo Banca Fideuram,

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Figura A.2 - Mome nLu m

18
Hic.:u pil.ul undu , ubbiullll) ollCl'IlIaLo che gli indicat(1 ri /(1#-
1-! /I/M sono idone i IHI un opcrt1tività in merca ti "tre nd ing"
'"i Kia con un a ten de nza ben defin ita , nOI1 importa se a l rial-
zo o al r ibasso.
AI co nt ra ri o, gli osciJl at.ori leo,d ing souo maggiorme nte
nffidabili du rante le rasi di " trading raoge'" in cui le quota-
I.ioni osc ill ano late r a lm e nte senza alcuna direzione chiara
t.. definita. In Questo contesto quindi risu lta evidente come
" In necessario, per l'oper atore specializzato, saper indivi-
duare e definire l'esalta lendenza de l me rcato.
Dalla scelta dipenderà infatti il tipo d'indicatore da uti-
lizza re nell 'analisi , Durante una tende nza de finita utiliz-
zI'remo un indicatore lagging me ntre in una fase laterale
opteremo pe r un leadillg.

Mercati direzio nali e non direzionali


Pc r individ uare se il me rcato è direzionale e stabilirne
rl'satLa tendenza, ve ngono in aiuto de ll'anali sta tecnico al-
l' lini indicator i s pecifici , quali il Directional Move ment e
Il Trcndscore (che esamineremo nel pros ieguo della tratta-
:.', ione ), oltre alla 'T'eori a di Dow.
La Teori a dj Dow afferma che il mercato si muove in tre
d irez ioni , ossia a l rialzo, a l r ibasso o in late ra le.
I n particola re, un trcnd a l rialzo è composto da massimi
l' minimi cresce nti; una tendenza ribassista sarà formata

da massi mi e minimi decrescenti; e una fase late ra le da


lIIa !;si mi e minimi a llineati s ui medes imi livelli di prezzo,
Ogni trend è poi classificabile in tre ulteriori categorie:
I>ri mario: è il t re nd principale e dura da uno a tre an-
111;
secondario: lo co rrez ion e del trend principa le e ha la
dUl'otn di un pni o di mesi;
minore: so no te lI uLLuazioni bl'cvi che compongo no il
Lrc nd scco ndnrio u hunno una du ra ta brev iss ima infe-
riore ullc dllo- tre ~et tim[ln c .

19
Entra nd o nei dettagJj : il trend principale è composto a s ua
volta da tre fasi : la prima detta di accum ulazione, durante la
quaJc le "mani forti " (ossia i bene informati) acquistano piano
pia no senza da re nell'occhio, avendo cura di mantenere bassi
i prezzi e i volumi; segue poi la seconda fase che vede il r ialzo
prendere forza e vigore progressivamente, sosten uta dagli ac-
quisti degli a nalisti tecnici e dei signori della borsa, che conti-
nuano a incrementare. Infine, durante l'ultima fase, abbiamo
la distr ibu zione che vede l'ingresso s ul mercato dei piccoli
investitori, attratti da lle sirene dei facili guadagni ventilati
dai mezzi d'informazione e la contestuale uscita degli operato-
ri specializzati, coloro che avevano acquistato per primi quan-
do ancora nessuno voleva azioni in portafoglio.
Dow sot to lineò co me un trend in atto tenda a continuare
il proprio movimento, nella medesima direzione, fi no a quan -
do non emergerà un segnale di inversione di tendenza costitu-
ito da una configur azione grafica d'inversione (es. un doppio
massimo ) o da lla rottu ra di un livello fondame ntale di suppor-
to o resistenza . lnfine, portò l'attenzione sul dettaglio che un
trend, per essere affidabile. deve trovare conferma nei volumi.
ossia nel numero di azioni scambiate. Per l'esattezza, i volumi
devono essere sostenuti ed elevati, nonché in progressivo a u-
Dlento nell a di rezione del trend. Quindi, nel caso di un trend
al rialzo. i volumi dovranno aumentare man mano che i prezzi
salgono e calare sulle correzioni Analogamente, in un trend
al ribasso, i volumi dovranno aumentare man mano che i
prezzi scendono e calare sui rimbalzi tecnici. Durante le fasi
laterali i volumi saranno bassi e, spesso, in progressiva dimi-
nuzione a conferma deU'incertezza che aleggia s ul futuro del ~
le quotazioni.

Indicat o ri di mome ntum


Tra i leading indicators la pr incipale importan za lo rive-
stono gli indicatori di momentum. Gli indicatori che mis ura-
no il momen tum di un titolo sono numerosi (oltre al classico

20
fllmncn tuOl, su nn /lnnovcrnti i n q ll esta Clltegoria il ROe, )a
pis ta cicl icu, l'HS I, lo slocastico e molti altr i): divers i da l
punLo di vista grafico ma simili sia per qu anto concerne la
!t)gica alla base dell o strumenlo sia per la loro interpreta-
z ione operativa.
La fun zione comune di questi indic.:'ltori è quella di misura-
re la velocità, )a forza e la consistenza dei movimenti, nonché
di anticipare (tramite le divergenze) le inversioni di tendenza
o. semplicemente, d'indicare la direzione dei prezzi. Gli oscilla-
to ri di momentum si prestano a numerose analisi:
livelli estremi di ipercomprato e ipervenduto;
incrocio della linea dello zero;
divergenze;
analisi grafica .

Live lli di ipercomp r a to


e ipe r venduto
Genera lmente gli indicatori di momentum oscillano aJ -
!'interno di un indice che può essere 6sso (ad esempio l'RSI
oscilla tra O e 100) oppure senza limiti predefini ti di fluttua-
l\ ione (ad esempio il Macd).
Le zone estreme di questo indice rappresentano i valori
di ipervenduto e ipercomprato, zone che identificano situa-
7. itJ ll i di eccesso che posso no r a ppresenta re livelli d ' in ve r~
:;ione. In a ltre parole, se il titolo si trova in iper comprato
snrà probabile una correzione e una conseguente di scesa dei
prezzi: al contr a rio, se il t itolo versa in uno st ato d'iperven-
duto, sa rà proba bile un rimbalzo tecnico.
Pre ndiamo ad esem pio l'RSI che oscilla all'interno di un
indice fi sso compreso tra O e 100.
I li ve ll i s uperiori a 70 so no definiti di ipercomprato men-
l rC quelli infe riori a i 30 suno detti di ipervenduto.
Nella fi gunl A.3 pot.ctc osscrvn rc la fluttu azione dell 'in -
rlicntoro a ll 'i nt.orn o dell'ind ice c const.atore come ad ogni ae-

21
IndU'ulllrl l' 11~llJlIll!rl I~' r III rndulJ.: di rrl'CI,~ IOIi C

~I (ll/~'l/r1:r\ d\~t} ·

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Figura A3 - RSI

cesso ne lle zone estreme si sia delineato un minimo o un


massimo delle quotazioni ,
L'ipercomprato, in inglese overbought, è la zona estrema
s uperiore e rappresenta l'ar ea dove, probabilmente, l'atti vi-
tà finanziaria in esam e disegner à un ma:3simo pl;ma di cor-
reggere o di consolida re in latera le.
li segna le di ve ndita scatta quando i valori dell'indicato-
re, dopo essere saliti in zona di ipercomprato (RSI > 70 ),
scendono e rientra no deUa zona ne utra di fluttuazi oni mSI
compreso tra 30 e 70).
L'ipervenduto, in inglese oversoLd, è la fa scia inferiore
dell'indjce e individua l'a rea dove proba bilmente le quota-
zioni troveranno la forza pe r rimbal zare o invertire la ten-
denza.
Il segnaJe d'acqu.i sto scatta quando i valori dell'indicato-
re, dopo essere scesi ne l livello di ipervenduto mSl < 30),
risalgono ed e ntrano nel norm a le territori o di fluttua zioni
dell'indice (RSI compreso tra 30 e 70).
Un limite è costituito dal fatto che non t utti gli indicatori
banno indici rigi di, fiss i e q uindi sta ndardizzat i.

22
Il ri ~ l:hil) è q ue llo di mancnl'C d i oggettività con riferi-
mento agli indi cato ri provvis ti d'indi ce fisso. Teoricamente,
infatti, ogni ope ratOl'e può i.ndj vi dua re un personale livello
estremo e per ovviare alla man canza di livelli fi ssi di ipe r-
ve nduto e ipercom prato s u questi strumenti occorre ri-
ce rcarel analizzando le serie passate delle quotazioni , i va-
lori de ll'indicatore che stDl;camente hanno costituito livelli
estremi a ffid a bili .
Per ovviare a questo djfetto, gli indi catori sen za indice
fi sso utili zzano la linea de ll'equilibri o (che descriveremo in
Rcguito) come punto di rife rimento .
Occorre sottolineare come l'accesso ne lle zone estre me
non sia un segnale oper .... tivo concreto ma solo un campane l-
lt
lo d'a llarme che avverte che "probabilmente il me rcato sta
di segnando un minimo o un massimo e quindi è in proci nto
d'invertire la tendenza.
Acquistare appena un t itolo scende in ipervenduto s igni-
fì ca rischiare di e ntrare s ul mercato con largo a nticipo e in-
co rre re in uno stop loss,

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Fibf"tlrU A ..... - l percom prato e ra lly

2lJ
Allo SLesso modo, vendere in zona di ipercomprato spesso
significa uscire da lle pos izioni con troppo antici po e quindi
andare incontro a un mancato guadagno.
Non è raro infatti che una situazione dj eccesso duri a
lungo, soprattutto durante un forte trend direzionale, come
il raJly di fin e 1999 e inizio 2000.
Per l'ope rat ività occorre attendere che i valori dell 'indi ·
catore, dopo aver avuto accesso neUe zone estreme, rient ri ·
no nella tradizionale fa scia d'oscillazione.
n grafico AA illustra perfettamen te come durante i forti
movimenti direzionali i titoli tendano ad accedere ai livellj
estremi in modo molto ce lere e di come poi vi possano ri ·
manere per un lungo periodo di tempo prima d'in vertire la
te ndenza. In questa immagine potete notare come Tim, una
volta ,·otta la res istenza dei 6 e uro, ha messo a segno un far·
te l'ally che ha portato le quotazioni fino ai 15 euro.
L'indicato re, quando il titolo quotava "solo" 7 euro, era in
forte ipercomprato: coloro che s u tale indicazione avessero
venduto per attendere una correzione c rientrare s ul titolo,
si sarebbero pers i a bbondanti guadagni.
Potete inoltre osservare come il segnale di vendita s ia
giunto non a ppena l'indicatore, dopo aver soggiorn ato a lun·
go in ipercomprato, sia rientrato neUa fas cia tradizionale
d'oscillazione compresa tra 30 e 70.

Linea dello zero


(linea di equilibrio)
La maggioranza degli indicatori di momentum ha la ca·
ratteris tica comune di oscillare intorno alla linea dello zero,
detta an che d'equilibrio, che rappresenta il punto in cui i
valori ch e compongono l'indicatore sono coincidenti.
Esemplificando, la lin ea dello zero del Macd rappresenta
il punto in cui le due medie mobili che compongono l'oscill a·
tOl·e hanno uguale valore.

24
POLremm o definire la li nCtllli;lIn zc,·o come lo s partiacque
Ln\ il !.errOno I>os it.ivo e negativo, ossia tra la t endenza al
,0il1 lzo e quella a l ribasso. In a ltre parole, la s ua fun zione è
quell a d'individuare la tendenza in atto e la sua inversione.
L'utilizzo concreto è sia quello di genarare segnali opera-
tivi attraverso il taglio della linea dello zero, sia quello di
s trumento dì conrerm a di un indi cazione precedentemente
fornita.
La figura A.5 mostra come ogni volta che l'indicatore ha
In gliato con decis ione la linea d'equilibrio (linea orizzonta·
le) la tendenza dei prezzi è sempre cambiata.
Si acquista quando il Macd taglia la linea dello zero dal
hasso verso l'alto e si vende nel momento in cui la tagl ia
dall'alto verso il basso.
Nella medesima figura poss ia mo individuare il limite
dello strumento in esame: non è affidabil e in ogni fase di
mercato.
Durante le fa si di tend enza definita, a l rialzo o al ribasso,
risul ta essere un ottimo strumento operativo. AI contrario,

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Figuro A,Il · Uneo di equilibrio e direzione dei prezzi

25
nei movim e nti laterali di congestione aumentano i fals i se-
gnali, come è riscontrabile sul grafico dura nLc il periodo t ra
fe bbraio e luglio,

Divergenze
Quando i valori dell'indicatore e i prezzi del titolo pro-
cedono nell a medes ima direzione (ent rambi al rialzo o a l
ribasso) s i configura la "convergenza" oss ia un segna le di
conferma della solidità e della consistenza del movi mento in
atto, Al contrari o, quando l'a ndamento dei prezzi e dell'ind i-
catOl'e non sono in s intoni8 e non marciano nell a medesi ma
direzione s i ve rifica una divergenza,
La caratteri stica e la funzione principale della divergen-
za è la sua capacità d'anticipare l'inversione di tendenza
dell e quotazioni ,
Ma atte nzione: le divergenze anticipano e non implicano
necessariamente un'invers ione,
Occorre precisare infatti come le divergenze non siano
segna li operativi concreti ma solo e soltanto u n campanel-
lo d'a ll a rme che avverte di una possibile inversione di ten-
denza,
Il segnale oper ativo deve sempre esser e gener ato solo
da ll'analis i tecnica dei prezzi.
La condizione ottimale per l'operatività si verifi ca quan-
do la divergenza s i deHnea in un'area estrema d'ipe rven-
duto o d'ipercomprato; in questi casi infatti l'affid a bi lità
dell 'indicazione a umenta notevolmente,
Da cons iderare inoltre co me una divergenza che s i svi-
luppa s u un ciclo di medio-lungo periodo a bbia un a maggio-
re valenza e risu lti maggiormente affidabile rispetto ad una
di breve period o,
Infine, da sottolin ea re come maggiore sia il periodo tem-
porale durante il quale si sviluppa la di vergenza e più forte
sar à il fu turo movimento d'inversione,

26
EHisLo no due diflc l'c nli tiJloloJ.! il' d i di vergenza : ria lzisul
" rihu s~ i st.ll,
La divergenza rin lzista antici pa un movimento a l ria l-
w ed è ca rat.te riz;o,ato dall'andamento ribassista dei prez-
zi dell'attività fin a nzi ar ia che disegna no nuovi minimi e
mass imi decrescenti mentre l'ind.icatol'e è al ri alzo e deli-
nC'a minimi cresce nt i,
L'immagine A,6 illustr a una divergenza ri alzista : men -
t re il Mjb30 era a l r ibasso, la pis ta ciclica e ra al ri alzo e
nntici pava con ottimo tempi s mo l'invers ione di tendenza,
All'anali sta tecnico, una volta individuat.a la djvergen-
l. fl , non restava a lt ro che monitorarc il li vello della re-
Ii iste nza ed en trare in acqui sto con posizioni "long" al
momento della ,'ottura a l ri a lzo dell a linea di tendenza ri-
k l!;!;ista ,
AJ contrario, una divergenza r iba ssista an tici pa un mo-
vi mento a l ribasso ed è caratteri zzata dall'andamento
l'ia lzista dei pr ezzi del titolo che fanno r egis trare nuovi
massimi e minimi cresce nti mentre l'indicatore è a l ribas-
t40 con massimi dec rescp.nti,

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Figur" A.O - Di vergenza l'i nlzista

27
Figura A. 7 - Divergenza ribassista

La figura A.7 illustra una chiara divergenza rihassista:


mentre l'indice Mib30 er a al rialzo e disegnava nuovi mas-
simi, la pista ciclica era al ribasso.
Anche in questo caso l'inversione era dietro l'angolo, an-
ticipata con ottimo tempismo dall'indicatore.

Analisi grafica
Molti degli indicatori di momentum hanno un andamen -
to grafico assimilabile a quello dei prezzi di un attività fi-
nanziaria.
ln questi casi è possibile applicare le regole dell'analisi
tecnica direttamente al grafico dell'indicatore.
La metodologia d'interpretazione e le implicazion i sono
quindi le medesime dell'analisi grafica dei prezzi di un'a t-
tività finan ziaria.
Ri s ulta pertanto possibil e tracciare le linee di tendenza
une ndo i minimi e i massimi, individuare le resistenze e i
supporti nonché ricercare le figure grafi ch e d'invers ione.

28
GÙl\er:llm entl! i segna li emers i s ul grafico de ll 'ind icatore
Mi del in ea no contempOraneame nte, l) in legge ro ritardo, an-
che s ui prezz i del t itolo.
Anche in questo caso dunque gli i.ndicatori di momentum
confermano la loro peculiare caratteristica d'anticipare i se-
gna li sui grafici dei prezzi.
L'utilizzo dell'indicatore assume inoltre la fun zione di
I4trumento di confenna nel momento in cui le impl icazioni
delle figure grafiche e i breakout dei prezzi e dei valori del
momentum coincidono t ra loro, come illustrato nelle imma-
....;ni A.8 e A.9.
La figura A.8 mostra una figu ra grafica d'inversione, te-
~ t.a e spalle ribassista, formatasi s ull'indicatore Roe durante
i massimi storici.
Il taglio della neekli ne a-b ha coinciso esattamente con i
massimi dei prezzi e ha delineato l'inversione della tenden-
'1.1\ rialzista, confermando quanto pr ima affermato.
Le figure grafiche s ull'indicatore hanno le medes ime mo-
dnlìtà dj lettura e di interpretazione, nonché le medesime
implicazioni, di quell e individuate sui grafici dei prezzi.

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Figuru A.8 - Testa e s pall e ri buss ista sul ROe

29
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Figura A.9 - Breakout sull'indicatore e s ui prezzi

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Figura A. IO · Price oscillator con media mobile

30
l'I I'!lIr·."~ '" 1"/11( l/II dl']:/' w,li( ul,,"

L.o fi g'uru A.9 i ll ustra unn 1il1l..'" di tendenza ribnssisla


dll', a ppe nl.l mLLa al r ia lzo, in cllnt.clllporanea rispet.to a lla
I n'ndli ne dei prezzi, in verte la tendenza de ll'attività finan -
1. 1:l rm.
Anche in questo caso la lettura e le implicazioni delle re-
~o l e
dell'ana lisi tecnica applicate a i prezzi e all'indicatore
('I)in cid ono.
S pesso all 'indicat.ore di momentum viene affiancata, o 50-
t-;lituita , una propria media mobile con lo scopo di rornire
ulte riori indicazioni , generare segnali ope rat ivi e facili tare
III lettura de ll'oscillatore che a ltrime nti ris ul terebbe diffi-
\:oltosa a causa dell'eccessivo "nervos ismo" de lle quotazioni,
L'immagine A.10 mostr a l' indicatore Price Osci Ll ator a
\'ui è stata affiancata la propria media mobil e con lo scopo
di ricer care segnali oper ativi mediante l'incrocio tra le due
li nce.

3\
Capitolo 2

INDICATORI
E OSCILLATORI

AccumulazioneIDistribuzione
L.:AccumulazioneIDistribuzione è un indicatore di Illomen·
I Uill che associa e re iaziona le variazioni prezzo e volume. La
funz ione dello strume nto è quella d'indicare se il movimento
111 atto è una fase d'accumulo o di distribuzione.
La logica alla base dell'indicatore è che tanto maggiori so-
no i volumi che accompagnano i movimenti dei prezzi, quan-
\.0 più la tendenza sarà sol ida e affidabile. 1 volumi quindi
Hone utilizzati come criterio per determinare l'affidabilità del
Iil''''' llaJe grafico s ui prezzi .

I [ (chiusura - minimo) - (massimo -chiusura)


(massimo - minimo)
l volume
l
Si parte da una base cumulativa e ogni giorno si modifica
il (;o nteggio aggiungendo o sottraendo il valore de ll'ultimo in-
dicat.ore AccumulazioneIDistribuzione calcolato.
Quando il prezzo di chiusur a si trova sui massimi di gior-
nutn, i volumi vengono sommati a lla base cumulativa.
Quando invece la chiusu ra s i trova sui minimi della sedu-
t,lI, i volumi sono sottratti alla base cumulativa. Nel caso in cui
il prezzo di chiusura l:Iia equidistante dai livelli di massimo e
minimo u livùllo inl..rmloy. non s i somma o sottrae a lcun valo-
re. L:indicalon:l così calcolato, vie ne utilizza to per richiedere
conferme ai segnali operativi emersi a livello grafico sui prez-
zi dell'attività finanziaria. Se )'AccumulazioneIDislribuzionc
si muove in s inlonia (nella medesima direzione) con i
prezzi abbiamo una conferma alla solidità del movimento in
atto. Nella fig.!.1 possiamo notare come l'indice S&P500 e
l'AccumulazioneIDistribuzione abbiano un andamento in per-
fetta sintonia. L'indicazione che ne ricava l'analista è di una
tendenza rialzista solida e affidabile. Un'operatività rialzis ta
sarebbe qui ndi stata perfettamente confermata dall'imposta-
zione dell 'indicatore. Al contrario, se l'indicatore marcia in
direzione opposta rispetto all'andamento dei prezzi, parlere-
mo di di vergenza e ricaveremo un segnale anticipatore di
una possibile inversione di tendenza. Prezzi al rialzo e indica-
tore a l ribasso sono sinonimo di divergenza ribassista; mentre
quotazioni a l ribasso e AccumulazioneIDistribuzione al rialzo
sono un segnale "toro".
Nella fi gura 1.2 possiamo individuare una divergenza ri al-
zista. Nell'autunno 1999 l'indice Fib disegnava un doppio
minimo (caratterizzalo da due minimi allineati s ul mede-

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Figura 1.1 - Sintonia fra l'indicatore e l'S&.P500

34
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Figura 1.2 - Segnale ria lzista proveniente dall'in dicatore
AccumuIazionelDistribuzione

Figura 1.8 - Divergenza ribassista

35
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Figura 1.4 -Trendline sull'indicatore

sUno live llo di prezzo) mentre l'indicatore Accumulazione!


Distribuzione era impostato al rialzo con due minimi crescen-
ti. Individuando la divergenza era possibile ipotizzare, in an-
ticipo, l'evolversi al ria lzo dei mercati e impostare un piano
operativo per cogliere l'eventuale movimento rialzista. Sul
grafico del titolo Meruaset, tig. l.3, invece possiamo individua-
re una chiara divergenza ribassista che anticipava in modo
impeccabile l'inversione di tendenza del titolo e l'inizio del
lungo trend ribassista. Me ntre il titolo era al rialzo con mi-
nimi crescenti, J'Accumulazione/Distribuzione era al ribasso
con massimi decrescenti e invitava alla prudenza nell'assu-
mere posizioni "long". Osservando l'andamento dell'indicatore
in esame possiamo nota re come il suo andamento sia simile a
quello di un grafico lineare di un qualsiasi titolo. Ris ulta fa cile
comprendere, quindi, come sia possibile adottare le medesime
tecniche e regole dell'analisi tecnica direttamente sul grafico
dell'Accumulazione/Distribuzione. Sarà quindi possibile trac-
ciare linee di tendenza, s upporti , resistenze e ricercare figure
grafiche di continuazione o inversione. Nell'immagine 1.4 è
riportato un esempio grafico di una linea di tendenza ribassi-

36
/mileu/(/u " lII.n/fu/m'l

~ I.H ,
che uni~(;(! i rnuss im i dt.'Crcscc ll t i. AlJn rottura della tren-
dlillc ha CtlrriRpORLO un invers ione dell'andamento dei prezzi
del Litolo,

NDline
Nla borsa di Mila no sono quotati oltre 300 titoli ma sono
lòolamente una minoranza que lli che h anno livelli di capita-
lizzazione elevata c degna di nota.
Questo comporta che nel calcolo degli indici di borsa, uti-
lizzati per delineare l'impostazione del mercato azionario
ne ll a sua globalità, il peso de lla maggioranza dei s ingoli t i-
toli sia quasi ininflu ente. In pratica, uno sparuto manipolo
d i s ingoli titoli ad elevata capitalizzazione influenza l'anda-
mento ge ne ra le dell'intero mercato.
Esemplifica ndo, Erri incide per il 9%, Telecom per il 7%
ment re Bulgari solo pe r lo 0,6%, Saipem lo 0,5% e Ratti per
li, 0,01 %. Questo è il motivo per cui s pesso osserviamo una
r hius ura positiva dell'indice be nché il nostro monitor sia
tl' mpest ato da una stragrande maggioranza di segni rosso
l'uoco. O viceversa. Detto questo, risulta facile comprendere
('ome l'a ndamento de ll'indice generale non sia rappresenta-
Livo dell 'intero m e rcato. Per ovviare a questo difetto è stato
Introdotto l'indicatore AID line, sviluppa to con lo scopo di
mif:; urare l'ampiezza del mercato.
Per "ampiezza" s'inte nde il grado di pa rtecipazione della
jJluralità di titoli al movimento in atto.
La logica è che un mercato accompagnato ne l movimento
d t t pochi titoli è destin ato ad avere vita breve in quanto un
l'il'ò trtltto manipolo di azioni non può sorreggere a lungo le
,"orti dell 'intero listino. Un po' come nel ciclismo: è arduo,
pc r Ull gruppo composto da 4-5 corridori , res istere al forte
l'i torno del g ruppo in vista de l traguardo.
Ri,,; pc tto ngli ind ici ttadiziona li (es. Mibtel), l'AIO line
11 11 In caru tteristico di n~Hegna re I() stesso peso e la stessa

37
IndlClIllIT\ l' (1,"l'IlIlItoTI l't'r Il trlllllU~ di prl 'fl~IIIIII'

importanza, indipe nd entemente dall a ca pitali zzazione, ad


ogni s ingolo t itolo.
Ln questo compu to, quindi , Bulgari, Ratti ed Eni ba nno
pari importanza e medesimo peso e valore.
L'AIO li ne è ut.ili zzabile solo in r iferimento all'ind ice in
generale e non a i si ngoli titoli, data la logica alla base
dell'indicatore.

Formula:
(Ad - Dc) + Cm

dove:
Ad : titoli che hanno chiuso la seduta in rialzo;
Dc: titoli che hanno chiuso la seduta in r ibasso;
Cm: valore cumulativo totale.

Il calcolo è sempli cissimo e consis te nel misura re la diffe-


renza tra t itoli a l rialzo e al ribasso.
I! valore ricavato sarà quindi sommato o sottratto al dato
cumul ativo.
Se il risultato dell'operazione è positivo (maggioranza di
titoH al rialzo), il valore viene aggiunto al cumulo; altrimen-
ti viene sottratto.
U dato inizia le del cumulo non ha importanza. Potrebbe,
indifferentemente, esser e O, com e 100 oppure 1000.
In genere si consiglia di ut.ilizzare un valore ini ziale mol-
to elevato e positivo onde evitare che l'indice passi in ne-
gativo durante una fase ribassista; ma questa è solo una
comodità di lettura e di r a ppresentazione grafica e non una
necessità ai fini interpretativi.
ln pratica, l'unico dato che occorre analizzare per inter -
pret.are l'indicatore è osservarne l'impostazione, la tenden-
za e le sue evoluzioni grafiche.
Non ha importanza il valore assoluto dell'AIO poiché ne
si anali zzano solo la tendenza e la direzione alla ricerca di
conferme o divergenze.

38
Quand o In Illl.lggiornnzn dei W.o li chiude a l ria lzo, l'N D
IUIL' è al rialzo; a l contrario, quando a prevalere sono i segni
IIlt>no, l'indicatore segna ribasso.
Operativame nte parlando. quindi , l'analista deve con-
fro nta re l'andamento dei prezzi con quello dell'indicatore.
Quando i prezzi e i valori dell'in dice sono in sintonia tra
rlL loro e hanno la medesi ma tenden za. al ri alzo o al ribasso,
l'indicazione è di un mercato inq uad rato in una tendenza
,.:olidn , ben definita e destinata a durare, fino a prova con-
Lrnr ia .
In questo caso la maggiora nza di titoli si muove nella
tll.essa direzione.
Qua ndo invece l'andamento dei prezzi e dell'indicatore
d ivergono, ossia hanno tendenze 1r.1 contr asto tra 101'0, emel'-
j.: l' un segnale che ant.ici pa un'inve rs ione o un'in terruzione
dl'i la tendenza in atto.
In questo caso pochi titoli inJIUI:mzano l'intero mer cato e
Hi delinea una situazione gener ale difficiJe da sostenere a
lungo.

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1-

10000

"•
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I- .I "'00

1500
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r 15m
.....,.
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Figuru 2.1 · Oivc l'I;cnzn f"H NO line e indice

39
Rivolgia mo ora la nostra attenzione a l grafi co 2.1. Ne ll a
prima parte, dal 1985 al 1986, poss iamo notare come gli ano
damen ti dell 'ind ice e dei prezzi fossero coincide nti , e ntram-
bi a l ri a lzo.
ln questo caso avevamo un segnale di conferma circa la
solidità dell a tendenza in atto poiché il dato che emergeva
e ra di un movimento che coinvolgeva la maggioranza dei ti-
toli .
Nell a seconda parte del grafico, dal 1987 al 1988, indivi-
duia mo invece la divergenza ribassis ta che pe rmise, a co loro
che l'individuarono tempestivamente, di evitare il crollo che
s i verificò in quell 'anno.
Me ntre l'indice era al rialzo e di segnava nuovi mass imi ,
l'indicatore prima si muoveva in lateral e e poi virava a [ ri-
basso deli neando una serie di massimi decrescen ti.
n co ntrasto tra i due andamenti era un forte segnale d'al-
lerta che avvertiva di come il tre nd fosse s upporta to da po-
chi titoli
Da sottolineare come l'indicatore in esame sia maggi or·
me nte a ffidabile nell'individuare i massimi di me rcato, so·
pratt utto di medio e lungo periodo, piuttosto che i minimi .
Ge nera lme nte, infatti, le inversioni sui minimi sono gui-
date da pochi titoli che trainano, man mano, la gene ralità
del mer cato.
In seguito a questo, i titoli a bassa capitalizzazione,
che nume r icamente sono la predominante maggioranza a
Piazza Affari, seguono in ritardo le inver sioni di te nd enza
delle "blue chips": ques to è il motivo pe r cui l'NO Hne non
forni sce segnali degni di nota in prossimità dei minimi di
mercato .
Infin e, non resta che rilevare come s iano simili la rappre-
sentaz ione grafica dei prezzi e dell 'andamento dell'indice.
Questa caratteristica permette l'applicazione dell e regole
dell'analis i tecnica, tre ndline, res istenze, s upporti, figure,
direttamente al grafico dell'indicatore.

40
l/ldm"lIn " '1Ii! ,lIflI,,/,

Accumulative
Swinglndex
L'indicatore Accumulative Swing Index è stato creato e
~ v i lupp ato da Welles Wildc r nel s uo libro capolavoro "New
('ullcepts in Technical1'rading Syste ms".
L'indicatore è la somma cumulativa dello Swing lndex,
llll indicatore creato con lo scopo di tentare di isolare il re-
111(' prezzo di un attività finanziar ia tramite la comparazio-
Il(' del prezzo attua le con quello del pe riodo precedente (ad

"!'I e mpio il prezzo odierno c il prezzo di ier i).


Scopo dell 'indicatore è mostrare il mercato nella sua for-
1ll1L reale e concr eta. L'a ndamento dell'indicatore sarà quin-
d i molto simile a quello dei prezzi e a ndranno di pa ri passo
I1f,lla medesima direzione. L'a nalis ta tecnico utili zzerà quin-
di ['i ndicatore in esame all a rice rca di conferme ai segnali
upcnltivi generati dall'analis i tecnica. Ogniqu alvolta i due
andamenti non saranno i s intonia emergerà una divergenza
I,ht, s uone rà come un campanello d'a llarme avvertendo l'a v-
vici narsi di un'invers ione di tendenza.

Figuru il,l - Fib c S wing Index

41
Ltl ligurn 3 . 1 llIust.ra \'andllll1c nt..o dci Fib c dell'indi ca-
tore in esame. Poss iamo notare come, generalm ente, l'l.Inda-
mento !,'T'afico sia s imile: le tendenze AB e EF mostrano una
conferma ai segnali deU'analisi tecnica. In entrambi i casi il
trend dei prezzi è al r ibasso e l'indicatore va nella medesima
direzione.
AJ contrario, la tendenza CD mostra un doppio massi mo
s ull'indicatore che diverge dall'andamento dei prezzi, anco-
ra al rialzo. e anticipa una correzione.
Mentre i prezzi disegnavano nuovi massimi, l'andamento
dell'indicatore non li confermava ed evidenziava il formarsi
di due massimi a llineati s ugli stessi valori.
Possiamo notare infine come ad ogni rottura delle linee
di tende nza dell'indicatore, i prezzi invertano la loro ten-
denza.
Anche su questo indicatore, quindi, possiamo appli care
direttam ente le regole dell'analisi tecnica e quindi tracciare
linee di tendenza e ricercare figure grafiche.

Aroon
L'indicatore Aroon è stato creato da Tusbar Chande, ide-
atore di numerosi altri oscillatori e sis temi di trading che
incontreremo nel prosieguo deUa trattazione.
Lo strumento in esame è stato sviluppato con l'intento di
correggere un grande difetto nel panorama degli indicatori:
la mancanza di uno s trumento in grado di definire se la fase
in atto sia direzionale (al rialzo o al ribasso) oppure lateraJe
e quindj di congestione.
L'analista tecnico deve infatti conoscere l'impostazione
del mercato allo scopo di utilizzare l'indicatore idoneo a lla
fa se in atto al momento dell'analisi.
Un conto infatti è operare in un mercato direzionale, un
altro in una fase laterale. Gli strumenti da utilizzare sono
differenti.

42
Non ('Jo\ i!fl n nH indicatori af1ìdn.hiti e d a utili zzare in "lul -
t.e le s tagiuni ", l)ss in in ogni fa se di mercato.
Alcuni, com e quelli basati s ui s istemi trend follower, so-
llO affidabili solo durante le fas i con ten denza ben definita
(un esempio sono le medie mobili); altri, al contrario, gene-
rano numeros i falsi segnali durante i trend be n definiti (ad
esempio Rsi) e risultano utili solo nelle fas i latera li.
La fun zione dell 'indicatore risulta quindi quella d'indi -
viduare il passaggio da una fase di trend definilo ad una
laterale.
L'indicatore è composto da due elementi: l'Arooo up e
l'Aroon down .
L'Aroon oscilla all'interno di un indice fisso compreso
tra O e 100.
Quando l'Aroon up è compreso tra 70 e 100, ossia all'in -
tern o dell a fascia estrema s uperiore. s ignifica che l'a ttività
finanziaria è al rialzo.
Allo stesso modo, quando l'ArOOIl down è compreso nella
fascia s uperiore tra 70 e 100, l'attività finanziaria ri sulta
essere all 'interno di una tendenza al r ibasso.
A sancire i segnali d'inversione è !'incrocio tra l'Aroon
up e l'Aroon down .
Quando la up taglia, dal basso verso l'a lto. la linea
down , il segnale è da interpretars i come un mercato al rial-
zo in arrivo.
AJ contrario, quando la up taglia, dall 'alto verso il basso,
la linea down il segnale è ribass is ta e indica l'avvicinars i
di una fase orso.
Nella fasi di congestione latera le le due linee, la up e
la down , si muoveranno in modo confuso e in parallelo tra
loro.
Nella figura 4.1 possiamo osservare l'andam en to dcl-
l'indice Mib30 su base settimanale.
Con riferimento a ll'osc ill atore, la linea continua rappre-
s ent.a lo Aroon up mentre quella tratteggiata rappresenta
lu Al'oon down . Dal qUAdro cmergc che nella prima parte j

43
'•.
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Figura 4.1 - Aaron e Mib 30

prezzi sono a l ri alzo e la up line si ma ntiene com presa tra


70 e 100, in zona estrema s upe riore, confe rmando come il
titolo sia al1'interno di un a tendenza definita rialzista.
All'incrocio t ra la u p e la down s i assiste ad una fase
confu sa in cui le linee sono in parte parallele.
In questo caso l'indi catore individua, esattamente. la fa -
se di congestione.
Al s uccessivo taglio al ria lzo e a pprodo in a rea su periore
della up li n e gi unge il nuovo segnale ria lzista.
Segue un nuovo incrocio e una nuova fa se dove le linee
si mu ovono in para llelo: l'indice infatti è later ale.
Infine la down Une taglia verso l'a lto la up line e si posi-
ziona s tabilmente oltre il li vello dei 70, individuando cor-
rettamente la nascita del lungo trend ribassi sta.

44
Average True Range
L'Average 'Pru e Range non è altr'o che la media mobile del
"True Range", un rutro indicatore ideato da W. Wilder e illu-
strato nel s uo libro capolavoro (di c ui consiglio vivamente la
lettura) "New Concepts in Technical Trading Systems".
Concent ria mo quindi l'attenzione s ul true range. Il calco-
lo dei true r ange consiste nel calcolare la distanza tr a:

il prezzo massimo e il minimo di oggi;


il prezzo di chius ura di ieri e il massimo odierno;
il prezzo di chiusura di ieri e il minimo odie rno.

T ra le risulta nti poi si sceglie il valor e maggiore. La fun-


zione del true ra nge è mi surare la vola tilità, ossia l'am-
piezza delle variazioni subite da l prezzo di un attività
fin a nzi aria. In a ltre parole, il concetto di volatilità esprime
il grado d'oscillazione delle quotazioni . Un mercato molto
volat ile presenta una larga ba nda d'oscillazione t ra i mini-

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Figura 5.1 - In vers ioni in corris pondenza dei minimi


c dci massimi dell'ATR

45
m i c i massimi , Al cont ra rio, un merca to poco volatile pre-
se nta Wla forbice molto ristretta. Un Truc Range a l ri a lzo
in dividuer à una vo lati lità in a umento. Al cont rario, un l ' rue
Range al ribasso indi cherà una vola tilità in diminuzione.
Ritorna ndo a ll'Average 'l'rue Range, esso non è a lt ro che
la media m obile dello strum ento a ppena descritto.
Anche questo nuovo indi,c atore ha come scopo que Uo d i
misurar e il livello de ll a vola tilità del mercato.
La logica a lla base dell'ATR è che le inversioni di tende n-
za si sviluppa no ne i mome nt i in cui la vola til ità è a li velli
estre mi . D molto a lta o molto bassa.
In pratica, i grandi minimi e i grandi massi mi si svilup-
pa no in coincide nza di picchi , minimi o mass imi, de ll a vola-
tilità.
L'oper a t ività sarà q uind i concentrata alla ricerca dei pic-
chi dell'ATR.
U na volta individuale un estr emo, si seguono le quota -
zioni in attesa di un segnale d'inversione (ad esempio: la
rottura di un massi mo o di un minimo precedente) s ul gra-
fico dei pre zzi.
Osservando il grafi co 5. 1 possiamo cons ta tare co me ef-
fettivame nte ad ogni min i.mo o massimo de ll'Average True
Range corri spond a un punto d'inversione de l mercato.

Buste
Le buste, meglio note come envelopes, sono un da tato si-
stema compos to di due medie mobili s postate in verticaJe,
una verso l'alto e una verso i.l basso.
L'inte nzione è que lla di definire i limiti s upel'iori e in -
fer iori, che ra ppresenta no i li velli di l'es is te nza e supporto
del norm a le a nda men to dei prezzi dell'att ività fin a nziari a
in esame.
Si vuole quindi cercare d'i ngabbiare il ti tolo a ll 'interno
della s ua ba nd a d'oscillaz ione.

46
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Figura 6.1 - Bu ste (envelopes)

Lo shift, ossia lo spostam ento, dipe nde da Ua volatilità del


t itolo. Maggiore è la volatilità e maggiore sarà i.1 va lore dello
shift..
Al contrario, una bassa vola tilità impone un basso valore
dell o sposta mento.
L'utilizzo t rad iziona le dell'indicatore sarebbe qu ello di
generare segn a li ope rativi. Si acqui sta qua ndo i prezzi rag-
gi ungono la linea infe riore e s i vende ne l momento in cui
giungono su quella s uper io re.
Nella realtà concre ta e pratica questo approccio necessi-
ta di a lcuni accorgime nti aUo scopo di limitare il nume ro di
fals i segnali .
L'acquisto e la vendit a non sono da e ffettua rsi ogniqua l-
volta i prezzi r aggi ungono una delle due linee ma solo le
volte in cui, su t a li li vell i, disegna ndo configurazioni d'inver-
s ione, qua li, a d esempio, engu Uìng bullish o bearish , Dopa di
Willi a ms, ) 23 hig h-low, doppi minimi/ massimi .
Un u lte l'iore acco rgim ento consiste nell'oper ar e solo du-
rante le falO i in cui l'ntti vità fin a nziaria che si sta analiz-
u mdo ò ull'inte rno di lIna tendenza ria lzista oppure di un

47
mov imento latc.n.llo di c()ngciit,iolll' ~ so la tlwnLo noi l1l u l1l~nLj
in cui lo vo latilità è elevata aninché la di!! tnnza tra la linen
superiore e la linea inferiore s ia tale da permettere un d i-
screto profitto.
Nel grafico 6. 1 è r iportato l'andamento del t itolo BnI.
Possiamo notare come nella fase later a le le buste. op-
portunamente tarate in base a lla volati)jtà, abbiamo svolto
egregiamente il loro compito.
Ogn i volta che toccavano le linee, s uperiol'e e in feriore,
invertivano la loro tendenza di breve periodo e s i dirigevano
verso la banda opposta.
Personalmente consiglio di non adottare questo strumen-
to e di r ivolgere l'attenzione direttamen te alle bande di Bol-
linge r che sono l'evoluzione, molto più affidabile, del metodo
delle buste appena esaminato.

Bande di Bollinger
Le bande di Bollinger sono un indicatore sviluppato da
John Bollinger che elaborò e perfezionò uno strumento già
es istente, le bus te.
Le Bollinger Bands sono un indicatore formato da una
media mobil e semplice a 20 giorni, al di sopra e al di sotto
della qua le sono inserite a lt re due med ie mobili rapportate
alla s ua deviazione standar d a due punti .
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Per "-deviazione standard si intende la misura dell a va-
latilità che ha lo scopo di legare l'andamen to delle medie al-
le mutate condizioni del mercato.
n risultato è un canale formato da tre linee - la middle
band, la upper band e la lower band - all'interno del Qua le
scorrono le quotazioni dell'attività finanziaria .
La differenza t ra le bande di Bollinger e le buste consiste
nel dettaglio che le "envelopes" hanno un coefficiente di spo-
stamento fisso e rigido, fissabile a discr ezione dell'analista
tecnico, con il ri schio di mancare d'oggetti vità .

48
Di vcnlU uwnlp Ic' Bol1inl-:cI' Bllnd s sono legale alla misu ra
de lla ~ c1 l.!vimr.ill l1 c }i land nrd" c sono in grado di modificare la
101'0 am piezza uutomuticamente, senza necess ità dell 'inte r-
vento dell 'utente, in base a lla volatilità presente su l mer-
cato. Questo comporta che la distanza tra le due bande s i
modifi chi in base aUa volati lità.
Durante le fasi ad elevata volatilità le bande di Bollinger
av ra nno una gra nde ampiezza (la distanza tra la upper e
la lower sarà elevata); a l contrario, Qu ando la volatHità è
bassa le bande avranno un a distanza t ra loro molto bassa
c formeranno una configu razione denominata "strozzatura"
che anticipa un forte movimento direzionale.
Poicbé la tendenza generale dei prezzi è Quella di flu t-
tuare a ll'interno delle bande, esattamente t ra la upper e la
lower, in molti tes ti si trova l'indicazione d'acquis tare sulla
banda inferiore (Iower band) e vender e s ulla upper band.
Anche in questo caso, come con le bu ste, occorl'e fissa re
dei paletti all o scopo d'aume ntare l'affidabilità dei segnali.
Innanzi tutto occorre rilevare che le bande di Bollinger
banno un a bu ona affidabiJj tà solo nelle fasi Laterali di con-
gestione.
Duran te le fasi di tendenza definita , al rialzo o a l ribasso,
invece le Bollinger Bands sono meno affidabili e generano
un numero maggiore dj falsi segnali.
Concent randosi quindi sui titoli in congest ione, si aCQui -
s ta quando ad una chiusura inferiore alla lower band segue
a distanza di pochi giorn i (2 - 3 giorni, non oltre) una chiu-
sura di nuovo a ll 'interno della banda inferiore.
ln pratica prima si ass iste a un a rottura ribass ista della
linea inferiore poi si assiste a un pronto recupero da inter-
pretare come un'inversione. Lo stop 1085 in caso di falso se-
gnale va fissato sotto il minimo registrato nel giorno della
chius ura inferiore alla lower band.
n segn ale di vendita scatta quando a una chiusura s upe-
riore a lla uppcr bnnd segue, a dis tanza di un paio di giorni ,
una chius ura Iluovamont.e a ll'interno del canale.

49
Att.cnzionc DI dettaglio dei pl'czz i di chimn ll'a: in entl'<lIn-
bi i segna li , acqui sto e vendita , fa fede ai fini dell'operatività
solo il prezzo di riferime nto o quello comunque registrato
nelle ultime battute.
Non s i prendono quindi in considerazione i movimenti
intraday delle quotazioni.
Un limite da sottolineare è che non sempre al segnale
d'acqulsto segue un corrispondente segnale di vendita.
I pratica sono numerosi i segnali di "buy" mentre il corri-
spettivo "sell",al momento di monetizzare, non giunge sem-
pre. ln questi casi occorre utilizzare altre tecniche grafiche
o di gestione della posizione.
Ad esem pio: adottare stop profit, utilizzare i patterns del-
l'analisi tecnica e delle candele giapponesi o adottare altri
indicatori quali il momentum.
Nel grafico 7.1 è riportato l'andamento del titolo Auto-
strade.
Potete osservare come ogni volta cbe il titolo ha rotto e
subito recuperato il ca nale si siano verificate invers ioni di
tendenza.

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F igur a 7. 1 - Bollinger Bonds e segnal i opcrIltivi

50
Di fondHlllL'ntu h.. importanza, inultre. il concetto di "stroz-
zatura". Si t,l'llttll di una configurazione che si verifica quan-
do la volatilitb è molto bassa e, a ca usa di questo, le due
linee tendono a convergere tra loro (la distanza tra la upper
e la lower diminuisce sempre più) e i prezzi tendono a di se-
gnare una congestione strettissi ma .
Questa particolare configurazione, facilmente individua-
bile, ha l'importante caratteristica d'a nticipare un forte mo-
vimento direzionale.
Non è possibile prevedere in anticipo la di rezione del mo-
vim ento in procinto di sv iluppars i ma abbiamo una "ragio-
nevo le certezza" che sarà un tl'e nd direzionale, molto forte e
sostenuto.
Una volta individuata la strozzatura, l'anali sta tecnico
dovrà tracciare il supporto e la l'esistenza (ossia le linee che
uniscono tra loro rispettivamente i minimi e i massimi) del-
la congestione stretta.
Quando i prezzi romperanno uno dei du e livelli chiave
scatterà il segnale.

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un fOl'te mov imento direziona le

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Figura 7.3 · Testa e spa lle con dive rge nza


sulla pista ciclica

lo caso di rottura rial zista dell a resistenza , si ope ra


"long", mentre in caso di rottura ribassista del supporto, si
procede con lo "short",
Nel caso in cui s i voglia ricercare un indizio circa lo futu-
ra tendenza, s i possono utilizzare altri indicatori, ad esem-
pio queUi di velocità come il momentum, la pista ciclica o
il Roe, che ilJustre're mo in seguito. La Figura 7.2 mostra un
evidente strozzatu ra sul titolo Mediobanca che ha anticipa-
to in modo impeccabile un forle movimento ribassista , che
ha portato le quotazioni dai 13 agli 8 euro in un mese circa!
In questo caso specifico era possibile ipotizzare, con buo-
ne probabilità d'indovinare, l'a rrivo di una correzione e non
di un nuovo impulso rialzists .
Infa tti il titolo stava disegnando un testa e spalle ribas-
sista con necklin e a 12 euro.
[noit re, come s i vede nella figura 7.3, la pi sta ciclica e ra
in evide nte divergenza ribassista e invitava a ll a prudenza
indicando l'arrivo di un a prossima inversione di tendenza,
prevedi bile an che dal testa e spalle.

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Figura 7.4 - "Strozzatura" su T iscali

In questo caso, l'ope ra tor e, a ppostato in attesa di una


rottura , attendeva la discesa sotto il m inimo relativo pre-
cedente (i n anticipo ri s petto alla linea della neckline) e
procedeva con lo "sbort" sui derivati.
La fi gur a 7 .4, al contra rio, mostra l'esempio di una re-
cente strozzatura s u Tiscali. In quest o caso il titolo una
volta rotta a l rialzo con volumi in forte a umento a con-
fe rm a del segnale operativo la congestione strettissima,
compresa tra i 4,5 e i 5,5 euro, h a messo a segno un consi-
stente r ialzo in pochi giorni .

Bande di Bollinger: %B
Le %8 sono un indicatore da utilizzare congi untamente
alle ba nde di Bollinger di cui sono un indispensabile com-
ple me nto e perfezion a me nto.
Scopo dell'indi ca tore in esam e è illustr a re all'analista
tecnico "dove" si trovano le quotazioni aU'inte rno della ban-
de di Bollinge r.

53
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F igura 8. 1 - Bollinge r Bands e %8

Spesso infatti le quotazioni raggiungono la banda infe-


riore, o superiore, e la costeggiano per un lungo periodo di
tempo prima di completare l'oscill azione tradiziona le verso
la banda parallela.
In qu esti casi acquistare s ulla lower o vendere s ulla up-
per s ignifi ca operare con t roppo a nticipo e incorrere in man-
cati guadagni , o perdite a seguito di stop loss.
11 calcolo deU'indicatore consiste nel rapporto tra la diffe-
renza del valore di chiusura e il valore dell a ba nda inferiore
e tra la diffe renza dei va lor i delle bande uppe r e lower.
Opera tiva me nte par lan do, l'utilizzo princi pa le è la ricer-
ca delle dive rgenze quando i prez zi sono a contatto con le
linee upper e !ower.
n grafico 8. 1 mostra qu anto lo strume nto sia affidabile
ed efficace per completare i segnali dettati daU'anaJisi de lle
bande di Bollinge r.
Ad inizio settembre me ntre le bande d i Boll inger deli·
neavano una strozzatura e i prezzi erano n conta tto con le
linee, !"indicatore %8 era in di ve rgenza ribassis tn : il movi·
me nto s uccessivo è stato un brusco ca lo delle quota zioni.

64
AI (:o ll t"'lI" i~,. a fine sette mbre le bande de lincavano un
SCb'Tlu lc d'ueq uis lo {roll,ura e imm cdia to recu pe ro de ll a ban -
da infe r iore) c !'indica tore %8 e ra in dive rge nza !"i a lzi sta: in
ques to caso, iltilolo ha messo a sebTJlo un buon rialzo.
Un'altra modalità d'utilizzo dd l'indicatore è que llo di
s fruttare le s ue fluttuazioni che generalm ente sono compre-
se tra O e 100; a nche se sono freque nti oscillazioni supe riori
(t ra - 20 e 130). In questa veste q u indi si uti lizzano le zone
estre me come li velli d'ipercompra t o e ipervenduto.
Quando i valori dell'indicatore s uperano il livello dei 100
punti e ridisccndono ncUa tradizionale banda d'oscillazione
genera no il segnale di vendita.
A1Jo stesso modo, quando i va lori scendono sotto O pun t i
e s ubito r is algono, scatta il segnale d'acquisto.
li punto di partenza rimane l'analisi delle bande di 8 01-
tinger che forniscono il segna le ope rati vo concreto tramite
st.rozzatura o rottura e immediato recupero de lle linee lower
o UppeT (come visto ne l paragrafo precedente).

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F igura 8.2 · Scgnnli operativi p rovenie nti dall e Bollinge r
Bnnda f.l confe rma ti dall'indicatore %B

65
Il pasHuggio s uccess ivo, os.s ia l'a na li s i da ll'indi cat.OI·(, IXB,
è solo uno s t.rum ent.o di con rerma delle indicazioni generate
da lle ba nde di Boll inger.
Nel grafi co 8. 2 possiamo notare come ogni volta che le
bande di Bollinger disegnano segnali operativi, in presenza
di configur azioni d'inversione nei livelli estremi dell'indica·
tore %B, l'affidabilità deU'operatività s ia elevata.

Bande di Bollinger: Width


L'indicatore Width delle Bande di Bollinger è uno stru·
mento da utilizzare congiuntamente alle s tesse quando
queste presentan o un a strozzatura. L'indicatore misura
l'ampiezza delle due bande t r amite il rapporto tra la ditTe·
renza dei va lori della upper e della lower con il valore della
media mobile a 20 giorni ti risultato è quindi un indi cato·
re di volatilità. L'indicalore Width ha quindi la funzione di
confermar e l'avvicinarsi di un movimento direzion ale.

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Figura 9.1 · Bollinger Bands WidLh

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Figura 9.2· ATR e Bollingcr Bands Width

Ogni volta che l'indicatore di segn a un minimo e vira al


rialzo, segnala la partenza del movimento d.irezionale dei
prezzI.
Operativamente non sono da t rascurare i massimi dise-
gnati dall'indicatore in quanto segnalano altrettanti punti
d'inversione dei prezzi.
La figu ra 9.1 mostra come ad ogni minimo de U'indicatore
corris ponda una st rozzatura a livello grafico a lla quale fa n·
no seguito forti movimenti dei prezzi.
La figura 9.2 mostra come l'ind icatore Bollinger Bands
Wid t.h, essendo uno strumento di misurazione dell a volati·
Iità, abbia un andamento molto s imile, in parte coincidente,
con l'Average 1'rue Range.
Analoghi sono la lettura c l'interpretazione dei due stru·
ment i.

67
Commodity Channel l n dex
li CCI è un indjcatore creato e sv iluppa t o da Donaid
Lambe rt s pe cificatamente pe r l'analis i delle commodity,
ma be n pres to fu adottato anche per l'anali s i del me rcato
az ionario.
La funzione del CCI è quella di mis urare la variazi one
dei prezzi rispetto alla loro med ia s torico-statistica all o
scopo d'individu a r e i massi mi e i minimi dei cicli di mer-
cato.ll principio a ll a base è semplice e logico: individua re
ed ev idenziare le anomalie e gli eccessi e ufori co-depressi-
vi che storica me nte si regis tra no s ui me rcati fin anziari.
Ritorniamo con la me nte ai primi mesi de l 2000 e agli
eccessi delle valutazioni che veniv"ano redatte , talvolta in
malafede, s ulle società dell a new I~ c o nomy.
Ad a lti valori de l CCI corris ponde Wl a ndamento trop-
po e levato ri s petto a lla s ua medi a stori ca .
Allo stesso modo, valori eccess ivamente bassi de ll 'in-
di cator e indicano prezzi insoli tam e nte depressi.
La logica , quindi , è que ll a d'individuare un eccesso
s ulle quotazioni e attendere il seRna le grafico ch e avver-
ta ch e il mercat o vi s ta ponendo rimedio a llineando i va-
lori di me r cato a que lti re ali .
Generalmente l'ambito di oscillazione dell'indicatore
varia tra i valori - 150 e +150.
Le zone estreme sono considerate livelli d'iper compra-
to (CCI > 100) e d'iperve nduto (CC I < - 100).
Ope rativa mente parland o; il segnale di vendita scatta
quando il CCI accede all a zona estr ema s upe riore, mag-
giore di 100, e s uccess ivame nte ridisce nrle nella zona tra-
dizionale d 'osci llazi on e, COmpresa tra - 100 e + 100.
Allo stesso modo, il segnale d'acqui sto si genera quan-
do i valori dell'indicatore scendono a livelli i_nfe riori a
-100 e, in seguito, risalgono ne lla tradizionale fa scia di
flu ttuazion e. NeUa fi g ura 10.1 poss ia mo l'i sco nlra l'e co-
me s ia poss ibile acq ui st fJre o ven d e re qua nd o il CC I, do-

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Figura 10. 1 - CCI e livelli di ipe rcomprato/ipervenrl uto

po ave r avuto accesso a lle zone estr eme, disegna un picco


e inverte la su a tende nza uscendo da ll 'ipervenduto o dal-
l'ipe rcomprato. (N dr: il grafico è stato costruito sostitue n-
do a l CCI la su a media mobil e a llo scopo di rende re la
lettura più agevole).
Alcuni autori s'interrogano se s ia sufficie nte, a i fini de l
segnal e operativo concreto, vendere o acquistare non a p-
pena l'indicatore disegna un picco e vira, dopo l'ingresso
in zona estrema; oppure se s ia indis pe nsabile, o qua nto
me no consigliato, attender e un rientro neHa t ra diziona le
banda d'oscillazione.
In quest'ultimo caso, il segnale operativo sarebbe il pic-
co e la seguente virata, mentr e il rientro nella zona neu-
tra sarebbe da intendersi come una confe rma e quindi
un'occasione pe r incr eme nta re le pos izioni in essere.
Poiché i segnali operativi gener ati dall'indicatore non
se mpre sono a ffidabili (figura 10.1), è consigliabile utiliz-
za re lo strume nto co ngiuntam ente a ll 'analis i grafica tra-
dizi onal e (rcsi litcnze, 8upporti e volumi).

59
Inoltre. gli studiO!; i de ll a materi a hunno fOl'mulato olt re
str ategie d'utili zzo dello strume nto:
Utili zzo congi unto con a ltri indi catori qua li l'ADX: se
l'ADX è al ria lzo a ll ora si opera "long" quando il CCI s upe-
r a i 100 punti. Se l'Adx è al ribasso a llora si opera "short"
non appen a l'indicatore scende sotto i - 100 punti ,
In quest'ottica, l'indicatore ADX è utili zza to come stru-
mento per indicare se l'attività fin anziaria si trova in una
fase laterale o di tendenza defini ta, al rialzo o al ribasso.
Linea dello zero come strumento gene ratore di segna li
operativi: s i acquista quando taglia dal basso verso l'alto
il punto d'equilibrio e si vende quando il CC I scende sotto
la linea dello zero.
Opera r e qua ndo il CCI è in una zona estrema e il titolo,
contemporaneame nte, disegna nuov i massimi e nuovi mi·
nimi : così facendo è possibile operare sempre nella dire-
zione de l mercato.

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Figura 10,2 - CCI e divergenze


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In fi ne. lili diffe re nte apPl"Occ io co n lo str umento è la


ri ce rca de ll e dive rge nze, meglio se delin eate ne lle zon e
estre me, a llo scopo d'anticipa re le inver sion i di tende nza.
Un CC I a l r ia lzo con minimi crescenti e i prezzi al ri-
basso con mass imi decrescent i de lineano una divergenza
ribassista.
Al cont r a ri o, pre zzi a l r ialzo che disegn a no nuovi mas-
sim i e indicatore al ribasso, disegnan do nuovi minimi , an-
nu ncia no un a divergenza ribassist a.
Nella fi gura 10.2 poss ia mo ind ividu a re due distinte di-
ve rgenze, la prim a ria lzista e la seconda r ibassi sta. Me n-
tre la fa se AB dei prezzi era a l ribasso con nuovi mi nimi,
l'indicatore er a a l rialzo con due minimi cr escent i.
Discorso inverso pe r la fase CD.
Ri s ul ta qu.indi evidente quan to lo strum ento de ll a di-
ver genza sia st a to utile per anticipa r e importanti inver sio-
ni di tende nza .

Chaikin Oscillator
L'indi cator e fu creato da Ma re Chaikin eh e com plet ò e
perfeìlon ò il lavoro precede nte me nte svolto da Gra nville e
William s.
È un ind icat ore volumetrico ed è la r isultante della dif-
ferenza t ra le medie mobili esponen ziali a dieci e a tre
periodi dell'Accumulazione/Di stribu zione. L'ut ili zzo è con-
s iglia to per un'oper ativit à di medi o periodo.
Il segn a le ria lzista è generato qu a nd o l'indi catore, dopo
a ver di segnato un minimo, vira e inverte la s ua tende nza.
AI con trario l'ope r a ti vità "short" è innescata nel momento
in cui , dopo ave r de lineato un massimo, l'indicatore inver-
t e la propr ia te ndenza.
Ne lla fi gura 11.1 possia mo con stata re Quanto sopra af-
fe rmato: a d ogni virata de ll'indicatore cor r isponde u n'in-
ve rs ione dei prezz i.

61

Figura 11.1 - Chaikin Oscillator e segnali operativi

Un metodo a lternativo consiste neUa ricerca delle diver-


genze, tra l'andamento dei prezzi e dell'indicatore, con lo
scopo d'individuare in anticipo un'eventuale futura inver-
sione di tendenza.
Indicatore al ribasso e prezzi che delineano nuovi massi-
mi cr escenti, individuano una divergenza ribassista.
Allo stesso modo, prezzi al ribasso e indicatore al rialzo
identificano un segnale di una possibile inversione rialzi·
sta.

Chaikin Volatility Index


Indicatore creato dal medesimo a utore per analizzare
l'andamento della vo!atilità dei prezzi di un'attività finan-
ziaria e individuare i punti di svolta del mercato.
Non esiste una regola fissa per affermare che i picchi
massimi della volatilità corrispondano ai top (massimi ) del
mercato e i picchi minimi dell'indicatore corrispondano a un
bottom (minimo) dei prezzi,

62
11II11I1r/Urll' ti.'! d/ullll"!

l, i\ J' \ /\

Figura 12.1 - Volati lity Inclex: picchi e inversioni sul titolo

E non è nemmeno possibile affermare che un aumento


del1a volatilità, protratto per un breve periodo di tempo, se-
gnali sempre un minimo o che un basso livello dell'indicato-
re, individui un massimo,
L'interpretazione più affidabile dell'indicatore in esame
consiste nel fatto che ai picchi massimi e minimi dell'indi-
catore corrispondono i punti d'inversione del mercato, come
illust.rato nell'immagine 12,1.

Chande Momentum Oscillator


Il Chande Momentum Oscillator (CMO) è Wl indicatore
creato e illustrato da Tushar Chand e e Stanley Kroll nelli-
b I'O capolavoro "'The New Technical Trader",
Gli autori partono dalla premessa che gli oscillatori del
t.empo non erano completi e avevano numerosi difetti: da un
lato non erano indicatori "puri", poiché non misuravano di-
retta mento il mom entum e dall'a lto lato non raggiungevano
cd evidenziavano in modo chiaro i li velli estremi d'ipercom-

63
pnlto e ipc rvcnd uto n call sa dci IlI cccn ni 8mi d i Mu rmonizzu-
ziono" con cui erano costrui ti.

Formula:
100' (Su-Sd / Su+Sd)

dove:
S u è la somm a delle variazioni assolute dei prezzi nel
giorni di rialzo.
Sd è la somma dell e var iazioni assolute dei prezzi nei
giorni d i ribasso.

il risultato è un indicatore molto simile a ll 'RS l, svilup-


pato da Wilder, dal quale differi sce per a lcuni se mpli ci ma
det.ennina nti aspett i.
Da un lato il CMO è un indicatore "puro" e non "smo-
othed" come l'RSI e, dall 'alt ro, consider a nel calcolo sia i
giorni al ri alzo s ia quelli al ribasso, al contrario dell'RSI che
considera solo i giorni al rialzo. Infine. cambia la scala del·
l'indice: mentre ,'RS I oscilla tra zero e 100, il CMO flu t tua
tra - 100 e +100.
TI Ch an de Moment um Osci llator avrà qu indi la ca ratte-
r istica di raggiu ngere i livelli est ;remi in modo pi ù diretto
e legbribile, nonché con una freque.nza maggiore rispetto al-
l'RS!.
Lo scopo dell'ind icatore è quindi aiu tare l'operatore a in·
divid ua re gli estremi del moment um e i punt i d'inversione
del me rcato.
TI suo ut ilizzo principale è l'individuazione dei livelli
estremi d'ipervenduto e ipercom prato che ident ificano pos-
s ibili punt i d'inversione della tendenza in atto.
Poich é l'indi ce osci lla tra - 100 e +100, sono cons iderati
estremi i livelli inferiori a-50 (iperve ndu to) e s uperiori a
+50 (i percomprato). Nulla vieta, in ogni caso, a l trade r di
modificare i valori dei IivelH estremi ada blunduli a l proprio
metodo e a lla propria operatività.

64
Iml,rul,." " ,~",tllul,lI'

Figura 13.1 - CMO e segnali ope rativi

11 segnale d'acquisto è gener ato quando l'i ndicatore, dopo


essere sceso sotto il valore d i -50, sale nuovamente a livelli
s uper iori rispetto a lla zona d'ipervend uto.
n segn ale di vendita, al contrario, scatta quando, dopo
essere s alito oltre il valore di +50, il CMO scend e e ri entra
nella fascia t ipi ca di fluttu azione. Vedere a tal proposito la
figura 13.1. È possibile a bbinare all'indicatore anche la pro-
pria media mobile. ln questo caso i segnali operativi verran-
no generati dall'incrocio t ra i valor i dell'indicatore e della
media mobile.
Si acquista quando l'indicatore taglia a l r ialzo (dal basso
verso l'alto) la propr ia media mobile e si vend e quando que-
st'ultima viene tagliata al r ibasso (dall'alto verso il basso).
Il successivo passaggio dell a linea dello zero è da consi-
dera re come semplice segnale di conferma che può essere
sfr ut ta to, ope ra ti vamenLe pa rl ando, per incrementa re le po-
fl izioni in essere. Nell a figura 13.2 poss iamo individ ua re la
recen te invers iune di tende nza del 24 settembre 200 1: l'in-
crocio dell'ind icato re con la sua "signal li ne", ossia la sua

65
\

Figura 13.2 . Incrocio rinlzista fra il CMO la s ua media mobile

media mobile, ha coinci so perfettamente con il punto d'in ·


versione dei prezzi. Da non trascurare, inoltre, l'analis i delle
divergenze che si delineano sovente sul grafico dell'indica-
tore e ch e, con buona affidabilità, anticipano inversioni di
tendenza.
Un'altra modalità d'utilizzo del CMO è la ricerca delle di·
vergenze con lo scopo di trovare ind.izi circa un a possibile e
prossima invers ione di tendenza. Nella figura 13.3 è ra ppre-
sentato il tito lo Mediaset ocHe battute finali del forle trend
rialzista di fin e 1999 e inizio 2000. Possiamo indi viduare
agevol mente la divergenza ribassisla che ha a nticipato, con
perfetto tempis mo, l'invers ione di tendenza: mentre i prez-
zi erano a l rialzo e le quotazioni disegnavano nuovi mas-
s imi , l'indicatore era a l ribasso car atterizzato da massim i
decrescenti. lnfi ne, merita una citazione anche la co ns ueta
possibilità d'applicazione delle regole dell'ana li si tecn ica di-
rettamente al grafi co dell'indicatore.
L'operatol'e pu ò Qu ind i individuare mass imi e minimi
nonché congiungerli tra loro indi viduand u linee di tcnd cn-

116
/,tI!IIUIIfI'lI"",i!IIIIul't

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Figura 13,3 - CMO e divergen za ribassist a su Mediaset

Figuru 13.4 - CMO e trendli ne

67
za , resis Lenze e s upport.i, olt re a fi gure grafiche qual i doppi
minimi/massimi o test a e s pa lle.
Le moda lità d'interpretazione e le implicaz ioni sono le
medesime de U'analisi a pplicata ai grafici delle quotazioni.
La figura 13.4 ri porta la tende nza ribassist a del titolo Pirel·
li a cui corris ponde un analogo movimento direzionale da
parte dell'indicatore.
In questo caso l'analis ta tecni co ricava una conferma cir·
ca la forza e la cons iste nza della tende nza in atto.
Nel punto 8 possiamo notare come la rottura dell a tren·
dline dell'indicatore a bbia conciso con il momento esatto
dell'invers ione dei prezzi del titolo.

Ch and e Trendscore
Il Trendscore, un altro strumento ideato da Chand e, è un
oscillatore sviluppato con lo scopo d'indicare se un attività
finan zia ri a si trova in una fase later ale di congestione (de·
finita t ecn ica mente "trading market") oppure in una fa se
carat terizzata da una tendenza ben definita (definita "tren·
ding ma rket"), al ri alzo o a l ribasso. L'idea alla base è quel·
la d'individuare sul nascere un'inversione di tendenza senza
però avere la pretesa d'anticiparla.
All'indicatore è quindi richiesto di fotografare la reale
impostazione gra fi ca in atto.
L'utilizzo princi pa le del Tre ndscore è quello di bussola
del mercato e di strumento di conferma dei segnali operati·
vi, rotture di supporti o resistenze, che emergono, di volta in
volta, s ul gra fico dei prezzi dell'attività finan zia ri a.
A onor del verol esiste inoltre la possibilità di utili zza re
l'indi catore in esame anche come strumento per gen era re
segnali operativi concreti.
In base al principale utilizzo del Tre ndi;core, i segna li
operativi sono generati dall'incrocio trn l'oscillutol'c e In li·
nea dell o ze ro.

68

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Figura 14.1 - Trendscore e fas i di trend

Quand o il Trendscore taglia dal basso ve rso l'alto la li·


nea dello zero scatta il segna le d'acqui sto.
Si prende profitto qua nd o l'indi catore sce nd e nuova·
mente sotto la linea d'equilibri o.
L'immagine 14 .1 ilJustra il sorgere e il t ra monta r e del·
la tendenza rial zista di fin e 1999 e inizi o 2000 .
Potete osserva re la semplicità inte rpretativa dell'indi·
cat ore e la s ua buona affid abilità nel ge nerare i segnaJi a
novembre 1999 e a ma rzo 2000, con un uni co fals o segnale
generato nel genna io 2000.
Infine, un'altra tecnica oper ativa con siste nell 'abbinar e
a ll'indicatore la propria medi a mobi le.
j segnali opera tivi verra nno generati da ll'i.ncrocio tTa il
Trendscore e la medi a mobil e.
S i acquis ta quando l'indicator e t agl.ia dal basso verso
l'alto la medi a mobi le e, a l con t r ario, s i vende quando
sce nde sotto di essa.
L'immagi.ne 14 .2 illu stra come il segnale derivante dal ·
l'incr ocio tra l 'indicatore e la medi a s ia maggiormente
tempesti vo ri s petto all a stra tegia descrit t a precedente·
me nte.

69
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Figura 14.2· Trendscore e media mobile

Attenzione, tuttavia , a non trascur are il dettaglio che ad


una maggiore reattività dell'indicatore corrisponde un in.
cremento del nunle.ro di segnali, compresi quelli fals i o d'in-
certa inter pretazione come ill ustrato nel grafico sottostante
durante la fase laterale del periodo settembre - ottobre. Du-
rante le fas i lateraJi infatti l'affidabili tà dell'indicatore è mi-
nore rispetto aUe fasi di "'treding ma rket".

Coppock Index
Il Coppock lndex è un indicatore ideato da Edwin Cop.
poclt.. Esso nasce per un operatività improntata al medio
e lungo periodo e ha la funzione d'individuare la tendenza
primaria del mercato e le sue inversioni.
[n teoria è uno strumento ut ilizzabile s u ogni attività fi-
nanziaria ma in realtà l'affidabilità maggiore la si riscont ra
sugli indici di mercato piuttosto che s ui singoli titoli.
Da sottolineare inoltre come l'affid a bil ità dell 'indicatore
sia maggiore nell'i.ndividuaz ione dei minimi di mercato piut-
tosto che s ui massimi .

70
Illdwu/""I., II.w'dlo/un

L'inte r pretazio ne è sempli ci ss ima: i segna li ope ra t ivi s i


delineano qu a ndo l'indicatore inverte la prop ria tenden-
za, S i acqu ista quando il Coppock lndex disegna un mini-
mo e inverte la t e nden za e s i vende quando vira al ribasso
dopo aver di segnaLo un massimo .
In quest'ottica , il s uccessivo attraversa ment o della li-
nea dello zero rappresenta una conferma al segnal e a pe·
r a tivo precedentemente generato e può essere utili zzato
per incrementar e le pos izioni già in esse re.
La figura 15.1 illus tra co me ad ogni vira ta dell'indica-
t ore co rrisponda un'inversione di te nde nza .
Contrariamente a quanto a ppena affe r mato, una parte
dell a letteratura dell 'ana lis i tecnica cons iglia d'utiliz zare
l'inversione dell 'ind icator e come Seb'llale anticipator e e il
s uccess ivo taglio dell a linea dello zero come segnale ope-
l'8tivo concreto,
In qu esto caso aume nta l'affidabilità del segna le, ma di -
minu.isce la te mpest ività nel prendere pos izione s ul mer-
cato.

Fig ura 16.1 - Coppock lndcx

71
Indlfatun l' 1/IOI'llIulufllll" ,I I rml ll1l!.1i Iln'I' I~,,,nl'

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Figura 15.2 - Coppock Index e relativa media mobile

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Figura 15.3 - Coppock Indcx c dive rge nzo

72
JlUil/'fI/Qf, "I~o;fllllll"l1

Un'u ltl'll l(.'cni ca cons iste neJ1 'offianca re al Co ppock In-


dex la propria medi a mobi le. In qu esto caso i segnali verran -
no generati dall 'incrocio tra l'i ndicatore e la media mobile
come illustrato nella figura 15.2.
Infine, da non trascurare, la ricerca e lo studio delle di-
vergenze che periodicamente si delineano sul grafico deLl'in-
dicatore e anticipa no una poss ibile inversione di tendenza .
L'immagine 15.3 illu stra ben t re divergenze che hanno
a nticipato con ottimo tempis mo le principali inver sioni di
medio periooo dei prezzi.

Commodity Selection Index


Il CSI è un altro indicatore creato da Welles Wild er e il-
lus trato- nel libro "New Concepts in Technical Trading Sy-
ste ms".
li nome "commooity selection" tradisce lo scopo dello
strumento: seleziona re, di volta in volta , le attività fina nzia-
rie idonee ad essere sfruttate in operazioni di breve e bre-
vissimo periodo.
L'indicatore selez iona Quei titoli che presentano un forte
trenddireziona le caratterizzato da un'elevata volati lità.
Picchi dell'indicatore segnalano spesso punti d'inversio-
ne di tendenza, tuttavia il CSJ è Wl indicatore di selezione
dei titoli s u cui concentrare l'an alisi e non uno strumento
per generare i segnal i operativi concreti .
Questi ultimi saranno generati dall'analisi grafica classi-
ca con l'aiuto di ulteriori indicatori , come ad esempio il mo-
mentum . Nel grafico 16. 1 possiamo constatare come i picchi
mass imi dell'indicatore abbiano s pesso coinciso con i mini-
mi delle Quotazioni a cui sono conseguiti consistenti rimbal-
zi tecn ici .
Allo stesso modo, a nche se in modo meno evidente e me-
no affidabil e, i picchi minimi deU'ind.icatore hanno contrad -
di stinto i mRsH imi delle quotazioni dell'attività fin anzia ria .

711
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Figuro 16.1 - Commodity Selection Ind ex

Infine , un u lteriore approccio operativo consigli a d'affia n-


car e all'indicatore la propria media mobile con lo scopo di
generare i segnali d'acquisto e vendita t ra mi te l'incrocio.

Demand Index
li De mand Lndex è un indicatore creato e sviluppato da
Jim Sibbet. Si t ratta di uno strumento che lega insieme i
prezzi e i volumi con lo scopo d'anticipare le invers ioni di
-tende nza de lle quotazioni.
La premessa a lla base dell'indicator e è che i volumi anti-
cipano il movimento futuro de i prezzi.
L'utilizzo pratico cons iste nella ricerca delle divergenze
tra l'a ndamento dell'indicatore e dei prezzi dell'attività fi -
na nziaria di riferimento.
Nell'immagin e 17.1 possiamo individu a re la diverge nza
che ha a nticipato l'invers ione di tendenza de ll 'autunn o
1998.

74
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Figura 17.1 - Divergen za pos itiva s ul Dema nd lndex

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Figura 17.2 - Pi cchi sui massim i e s ui minimi de l Demand


Index Sp(J!:IlfO ind iv idunn o i punti di inversione dei prezzi

76
Itldu·ltltJrll' (1lU: IUrll(lTI 11I:i' 111 md lUI: di pf!~ ·I.~lllnrl

Preziose le indi cazioni che ci furn isce In linea dello ze-


ro. II tagl io della lin ea d'equilibrio infatti sa ncisce l'inver-
s ione della tende nza in atto e può essere sfruttato per
incrementare le posizioni già in esser e.
Da non trascurare inoltre l'ana lisi dei picchi, massimi e
minimi, dei valori dell'indicatore che s pesso individuano i
punti d'inversione dei prezzi dell'attività fi nanziaria come
r a ppresentato nel grafico 17.2
Infine, occorre sotto lineare come sia possibile applica-
re le r egole dell'analisi tecnica diretta mente sul grafico
dell 'indicatore.
Ris ulta quindi corretto tracciare linee di tendenza, in-
dividuare s upporti , r esisten ze e fi gure grafiche: le impli-
caz ioni sar ann o le medesime previste per l'analisi tecnica
classica applicata al grafico dei prezzi.

DeMarker Indicator
n DeMarker è u no degli indicatori di "nuova generazio-
ne" ideati da Tom DeMark, genia le sviluppatore di sistemi
oggettivi di trading, e illu str ato nel libro "The New Scien-
ce ofTechnical Analysis" e nel s uccess ivo "New Market Ti-
ming Techni ques".
n DeMarker nasce dalla convi nzione dell'autore che
quasi t u tti gli indicatori CI'ipervenduto e ipercomprato ab-
biano numer osi difetti che n e alterano l'affidabilità.
Segnali tardivi e spesso poco chiari sono t r a i principali
inconvenienti. - - - -
DeMark per ovviare a questi difetti, introdusse una se-
rie di nuovi indicatori.
- Per la costruzione dell 'indicatore si rimanda ai li bri ci-
tati.
II risu1tato del procedi mento di calcolo è un indicatore
che- oscilla, come di consueto, a ll 'interno di un indice com -
p reso tra O e 100.

76
Va lOri s lIpè r iori ~l 75 punti in d ividu ano un li vell o d'ipel'-
com prala e un'area di possibil e massimo.
Valori infe r iori a 25 punti indi vidu ano un livell o d'iper-
venduto e un'area di possibile minimo.
- H-periodo temporale per configurare il ca lcolo dell 'indi-
cator e è lasciato alla libera scelta del trader, che deciderà
s ull a base del proprio met odo operativo, anch e se gen eral-
mente, come d ea fult, si utilizzano i 13 periodi consigliati
dallo stesso a utore.
Scopo dell'indicatore è individuare i punti d'inver sion e
di tendenza, caratterizzati da un basso rapporto di ri -
schjo, dopo averne in precedenza delin eato i li velli estre-
,
mI.
L'utilizzo pratico dell'indicatore si risolve quindi nel
genera re segna li operativi concreti nonch é nell 'individua-
r e diver genze rialziste e ribassiste.
Il segnale d'acq uisto scatta quando il DeMarker. dopo
essere sceso in ipervenduto. taglia al rial zo la linea dei 25
punti. Al contrario, iJ segnale di vendita scatta quando,
dopo esser salito in ipercomprato, scende sotto il livello
dei 75 punti .
11 grafico 18,1 illustra l'indi ce S&P 500 e i r elativi se-
gnali emersi dall'ana lisi del DeMarker.
L'unico segnale imperfetto, corretto ma leggermente in
anticipo, si verificava n el marzo 200 1.
Allo scopo di ovviare al difetto dei falsi segna li, l'auto-
re ha ela borato a lcune condi zioni e configu razioni grafiche
(illustrate nel libro "N uovi modeUi in analis i t ecnica" di
Rick Be.nsignor) da richieder e dopo che i valori dell'indi-
cator e -sono gi unti all'interno delle zone estreme.
Si acq ui sta solo se sono confermate, contemporanea-
mente, t utte le seguent i condizioni : il prezzo di cbiu sura
della barra dev'essere inferiore sia al prezzo minimo regi-
strat o nelle due barre pr ecedenti sia a l prezzo di chiusu-
r a della bill' ro del giorn o precedente, s ia a ll 'apertura del
giorno io COfSO.

77
.......... ,._~ ....
,-

Figura 18,1 - DcMarker ed S&P500

Inoltre. il prezzo d'apertura della barra s uccessiva de-


v'essere minore o ugua le a l prezzo di chiu s ura de lle due
barre precede nt.i.
Se ta li condi zioni sono rispettate, s i acquista quando il
prezzo di chiu sura della contrattaz ione in corso è superiore
al valore d'ape rt ura.
S i ch iude la posizione o intra pre nde una posizioni al ri-
basso (short), quando: il prezzo di chius ura è maggiore sia
del prezzo massimo delle due barre precede nti , sia de lla
chius ura del giorno precedente sia deJl'ape rtura de lla gior-
nata in corso. Inoltre, i.I prezzo d'apertura della barra s uc-
cessiva deve essere maggiore de l prezzo di chius ura delle
due bar re precedenti .
Se tali condizioni sono ris pettate, si vende qu a ndo il
prezzo di chius ura de ll a seduta in corso è inferiore a l valore
d'aper t ura.
Infine, l'operatore potrà concentra re la propria attenzio-
ne nell a ri ce rca e ne.ll 'anali s i de ll e divorgen ze. L'imm agi ne
18.2 ìIIustra l'i nd ice S&P 500 s ul qu a le 80n o de li neate du e

78
1/III'fU/oH t' "!II'11/1I1un

Figura 18.2 - DeMarke r e diver genze

dive rgenze rialzi ste caratterizzate dai prezzi che delineano


massimi decrescenti e valori dell'indi catore che mettono a
segno minimi crescenti.

Directional Move m e n t e ADX


II Directi onal Moveme nt, illustrato ne l libro "New Con-
cepts in Technical Tra ding Systems", si può definire "il ca-
polavoro" di Welles Wilder.
Alla base dello sviluppo de ll'indicatore c'era l'insoddi-
sfazion e dell'a utore circa gli oscillatori tradiziona li , troppo
limi tati ne lle funzioni e inadeguati a l trading. li difetto
principa le era l'incapa cità d i dete t'mina re se un ti tolo si tro-
va va in una fa se caratterizzata da tendenza definita, a l ria l-
zo o a l ribasso, oppure in un a fase di congestione la terale.
Conoscere se il me rcato è in u.na fase "trading" o "treu-
ding" è indi spensa bile per pote r imbastire un a strategia ope-
ra tiva e per st.nbili re quali strume nti operativi utili zzare.

79
In llfl merca to riul zis ta inrat.Li s i utili zze rann o !S tru -
menti tipi ca me nte tre nd rollowc r mentre, a l cont.rHri o, du -
rante una rase la te ra le sara nno da preferire indi ca tori di
mome ntum .
n Directi onal Movement nasce quindi COn l'i.ntento di
colmare questa lacuna nonché con lo scopo d'indi vidu a re
la tend enza dominante.
Nell a r ealtà l'ind icatore è uno s trumento composto da
due elementi che pre ndono il nome di +DI e - DI, entrambi
a 14 giorni .
Per le precise modalità di ca lcolo s i rima nda allibro di
Wilder. Qui basti ri corda re :che se la giornata è sta ta rial-
zis ta (prezzo di chius ura> prezzo d'apertura ): il +Dm è
calcolato tra mite la differenza tra i mas--;imo odierno e il
mass imo d el giorno precedente; se la giornata è s tata ri -
bassista (prezzo di chiu sura < prezzo d'apertura): il - Dm
è calcola to t r amite la differenza tra il minimo odierno e il
minimo de l giorno precedente~
1 segnali opera tivi sono generati dalle in te rsez ioni tra
+DJ e - Dr.
Si acqui st a quando +D I taglia al ria lzo - DI e, vicever-
sa, s i vende qua ndo tagli a s uccessivamente a l ribasso.
L'affidabilità dello s trumento, è ben e sottolinea rlo, non
è assoluta poiché, durante le fas i laterali di congesti one, il
Dm gener a numeros i fal s i segna li.
Al fine di limita rn e il numero, è cons iglia bil e attendere,
dopo l'incrocio, che i prezzi s uperino un "extreme point"
prima di seguire il segnal e operativo.
Per "extreme point" s'intendono ris pettivamente:
prezzo mass imo regis trato il giorno dell 'incrocio rialzi -
sta tra +DJ e - DI ;
prezzo minimo r egistra to il giorno dell'incrocio ribassi-
sta tra +01 e - DJ.

L'immagine 19.1 illustra l'anda mento, s u bn!:\e settim a-


nale, del titolo Eoi .

80
1/11111"111111" ,' 1•.'>1 dlfllllli

,,,

Figura 19.1 - Eni e Directional Movement

S ul gra fi co sono indicati i segnali opera ti vi generati da l-


l'incrocio tra +Dm e - Dm.
Sono evidenti s ia la buona affidabilità dello s tTumento
sia le di fficoltà che quest'ultimo incontra durante le fa si la-
terali come nel periodo compreso tra gennaio e a prile 2000
dove l'indicatore non è stato in grado di generar e segnali
univoci.
Al fin e d'elimina re i falsi segnali che lo strumento ge ne-
ra, soprattutto durante le fasi laterali, si è soli ti ricorrere
a ll'ADX oss ia all'Average Directional Movement [ndex.
In a ltre parole, si utilizza la media mobile del Direction al
Movement. Scopo deU'ADX è misurare la forza della ten-
denza in atto. La logica sottostante, infa tti , consiste nella
necessità per il trader di opera re solo in presenza e in d ire-
zione di un forte trend .
L'interpretazione quindi prevede che:
maggiori e crescenti sono i valori dell'indicatore e mag-
giore è la forza della tende nza;
minore e decrescente è il valore dell'ADX e minore è la
forza dol movimonto in a tto.

81
Occo rre sottolinea re, per evitm'c du bbi in t.erprct tl Li vi,
che l'impo rta nte è l'impostazione e la direzione dell'ind ica -
tore e non il s uo va lore num er ico. Operati vamen le pa rl an-
do, ADX e Dm I;ono complement ari e s i utilizzano in modo
congi unto. Si acqui st a qu ando, in presenza di valori creo
sce nti de U'AOX, il +Om taglia al rialzo il - Dm.
Al contrario, s i vende (o s i opera short) in cas o di virata
al ribasso dell'ADX o d'incrocio ribassist a tra +Dm e - Dm.
Facendo riferimento all 'immagine 19.2, nel giugno 1997
possiamo individu a re un ottimo segn ale d'acquisto: in pre·
senza di un ADX al ria lzo (minimi crescenti), il + Dm in -
crociava al ri a lzo il - Dm e il ti tolo Eni ins ta urava un
peri odo "toro". Nel s uccess ivo mese d'agosto, in presenza di
un ADX cedente, i Dm incrociavano al ribasso forn endo lo
s punto per liquidare le posizioni in essere (eventu a lmente
s i poteva anda re "s hort" co n i derivati ) quasi s ui mass imi
di periodo.
Infine, nel ma r zo 1998 possia mo osserva re la coopera-
zione tra gli s trumenti dell 'a na li si tecnica : figure gra fi che
e indicatori.


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Figura 19.2 - ADX e segnali opera tivi

82
Me ntl'l' ill.itolu Eni discgnav:l un Lesta e s pa lle l'ibHss ist<l
(man o _ a pr ile 1998), l'ADX inve rt iva la s ua impos lazionc.
n s uccess ivo incrocio t ra il + Dm e il - Dm coincise con la di-
scesa dei prezzi sotto il livello della neckline e quindi con la
chius ura della fi gura ribassista che s i er a delineata in pre-
cedenza.

Dynamic Momentum lndex


Anche l'ind icatore DMI è stato creato e illu strato, dalla
coppia Chande - Kroll , nell'orma i celebre "The New Techni-
cal Trader". n DMl fa parte deHa fa miglia degli indi catori
adattivi che si adatt ano automaticamente alle mutate con-
di zioni del mercat o.
L'idea all a base è quell a di sviluppa re uno s trumento
particolarm ente rcattivo e tempestivo nel segnalare le in -
versioni di tendenza .
Nel caso specifico, l'indicatore modifica il numero dei
giorni, nel compu to della formul a , in base a lla volatilità del
mercato. n numero dei giorni a umenta quando la volatilità
s i abbassa e, al cont ra rio, diminuisce qua ndo la volat ilità
aumenta .
Per le modalità di calcolo si rimanda all a lettura del già
citato libro, poiché in questa sede preme maggiormen te con-
centrars i s ull'aspetto operativo.
Oa sottoli neare, inolt re, la somiglia nza tra l'andamento
gra fico dell'indicatore DMl e dell'RS I creato da Wilder (che
ver rà illustrato più avanti) nonost a nte il DMl non a bbia un
numero di giorni fissi nel calcolo e s ia legato aUa volatili tà.
L'immagine 20.1 mostra l'a nda mento del titolo Sipop con
affiancati gli indicatori RS I e DMI.
Ri sulta evid ente la sintonia e !'identit à di movime nto tra
i due indicatori di momentum co n un leggero vantaggio, in
t ermini di ","gj.,ri Cl rc tempestività nel fornire le indicazioni ,
del Dynllm ic MOnlcnum Indell: .

83
ltuhclLlllri 4' !llIdllnlOrll'Cr il lrllJlII1[ di jlrl'l.'IMUIlt'

Fi gura 20.1 . RSI e DMI a confronto

L'indicatore oscilla all'interno di un indi ce fi sso com-


preso tra O e 100.
La zona estrema s uperiore (DMI :> 70) rappresenta
l'ipercomprato mentre la zona estrema inferiore (DMl <
30) rappresenta una s itu azione d'ipervenduto.
Operativamente parlan do, il segnale d'acquisto scatta
Quando l'indicator e, dopo essere sceso in ipervenduto, ta-
glia al rialzo il valore dei 30 punti.
U segna le di ve ndita scatta invece Quando !'indicatore,
dopo esser e salito in ipercomprato. scende nu ovam ente
s otto il valore dei 70 punti.
In entra mbi i casi occorre un segnale di conferma a li ·
vello gr a fico , ossia la contemperane.a rottura di un livello
di resistenza o di s upporto.
Altrettanto importante, sotto l'as petto operativo, ò la
ricerca delle divergenze rialziste () ribassis te, come evi-
denzia to nell'i mmagine 20. 1, ad 8[lticipare eve ntua li in-
ve rsioni di tende nza delle quotazioni .

84
/,III'nl/ul'l f' u~fli/I/'un

Nel l'ottobre 1998 mentre le quotazioni di segnavano mas-


s imi decrescenti , !"indicatore delineava minimi crescenti e
avvertiva che un invers ione ria lzista era prossima .
AI contrario, nei primi mesi del 2000, mentre le quotazio-
ni mettevano a segno nuovi massi mi crescenti, l'indicatore
invertiva e vir ava al ribasso.
In entrambi i cas i il Orni sarebbe stato un ottimo campa-
nello d'allarme.

E ase of Movement
L'Ease of Mevement è un indicatore crealo da Rich ard
Arms con lo scopo d'illus tra re il rapporto t ra i volumi e la
variazione dei prezzi.

Formula:
(max.. oggi t min. oggi) 12 - (max ieri - min. Ieri) / 2
VGlume / ( massimo - minimo)

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f'lgur n 2 1. 1 - Ense or Movement
"a

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85
Spcsso il grafico ri s u lt.ante è mo lto nc rvoso e qui nd i di
difficile lettu ra. Per ovvinre a questo difetto è consigliu bi-
le sos tituire l'Ease of Movement con la propria media mo-
bile.
L'operatività è molto se mp li ce e cons iste nell'acqui st are
quando l'indi catore taglia al ria lzo la linea dello zero e nel
vendere quando scende nuovamente sotto il va lore della Jj-;-
nea d'equili brio.

Elder Buii & Bear Powe r


Il Sull & Bear Power è un indicatore creato da Alexander
Elder e illustrato ne l libro "'l'r ading for a Living".
Scopo dell'indjcatore è individuare l'inversione di ten-
denza dei prezzi tramite un'operazione di ra pporto fra mas-
s imi e minimi con il valore medio che il mercato riconosce
all'attività finanziar ia.
L'indicatore è distinguibile in due componenti: il Sull
Power e il Bear Power, che agiscono contemporaneamente-e
in modo complementare tra loro.
TI Sull Power è la ris ultante della differenza t ra il prezzo
massimo del giorno e la sua media mobile esponenzia le a 13-
giorn i. n Bear Power è la risultante della djfferenza tra il
prezzo minimo del giorno e la s ua media mobile esponenzia-
le a 13 giorni.
La funzione principale dell'i ndicatore in esame è quella
di conferma dei segnali emers i a livello grafie:>.
Generalmente, s i è soliti utilizzare il Bul! & Bear Power
fongiuntamente a una media mobi le dei prezzi. Nel rispet-
to di una delle regole base dell'analisi tecnica ("The lrend is
your friend") si opera solo nella direzione del mercato che è
ra ppresentata dalla media mobile delle quotazioni .
L'ordine d'acquisto scatta quando i prezzi in crociano la
media mobile da l basso ve rso l'alto e iJ Bear Power gi ra in
positivo superando la linea dello zero.

86
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Figura 22.1 - Bull & Bear Power e segnali operativi

Al contrario, l'ord ine di vendita scatta nel momento in


cuì i prezzi scendono sotto la media mobile e l'indicatore
Bull Power vira al ribasso e taglia la linea dello zero.
Il grafico 22.1 illu stra come il BuLi & Bear Power sia
un ottim o indicato re di conferma dei segnali gen erali dal-
l'incrocio tra la media mobi le e i prezzi de ll 'attiv ità finan-
ziari a.
Non è di poco conto il dettaglio che ogni incrocio non con·
fermato daJ taglio dell a linea dello zero da parte dell'indica-
to re si è rivelato essere un fa lso segnale. Al contrario, ogni
incrocio confermato dall'indicatore si è rivelato un ottimo
segnale operativo.
L'indicatore assolve quindi un'ottima funzion e di filtro
contro i falsi segnali e le inefficienze dei sistemi basati sul-
l'incrocio delle medje mobili.

87
Indlca[()rI l' ()''l'llInlurlllt-'f il Irmllll)( di prl '1.!IMlIlI l·

Force lnde x

Il Force lndex è un altro indicatore creato e illustrato da


Elder ne l già citato libro.
Nei miei corsi di analisi tecnica, nel discorso introdut·
tivo, sono soli to illustrare come i mercati finan ziari siano
un'eterna "gue rra" tra ria lzisti e ribassisti. Ogni giorno s i
combatte una nuova battaglia.
L'indicatore in esame è stato creato appositamente per
Illis urare la forza e la consistenza dei rialzisti e dei ribassi·
sli nelle fa si. rispettivam ente, di rialzo e di ribasso.
Una giornata a l ria lzo, ide ntificata tramite un livello
di chius ura s upe ri ore a quello d'apertura, segna un a vitto·
ria per i rialzisti; mentre una chiusura inferiore a l pl·ezzo
d'ape rtura ide ntifica una battaglia vinta da i ribass isti.
I segnali operativi sono generati dall'attrave rsame nto
dell a linea dello zero, come illustrato nell'immagi ne 23 .l.
Si acquista quando l'indicatore scende sotto la linea
d'equilibrio. Si vende nel mome nto in cui il Force index sale
oltre la linea d'equilibri o.

Figura 23. t • Force Ind ex

88
Pokh l'indi cuwre ris ulta spesso illeggi bi le, ti cau!;<\ de l
s uo anda me nto molto nervoso, si è soliti sos t it uirl o con una
media mobiJe.
n metodo appe na illustrato può essere ulteriormente per·
fezionato calcoland o d ue medie mobili del Force index di dir·
fere nte periodo temporale.
Affianchiamo tra loro una media mobile di breve periodo,
reattiva ai movi me nti delle quotazioni, che generer à in con·
creto i segnali operativi c un a dj lunghezza maggiore con il
compito d'indicare la direz ione della tendenza in atto.
U segnale d'acqui sto scatta quando la media mobile di
medio pe riodo è a l ri alzo e la media di bre ve scende sotto la
linea dello zer o.
L'idea a ll a base della strategia in esame è quell a d'acqu i-
stare nelle fa si di debolezza de i t rend rialzi sti.
il segnale di vendita scatta quando la media mobile di
medio periodo inverte la sua tendenza.
Nella realtà, è consigliabile utilizzare l'i ndicatore solo co·
me strumento di conferma de Ua tendenza in atto e non co·
me generatore di segnali operativi poiché durante le fasi
later a li (espressione grafica dell'incertezza neUo scontro tra
r ialzisti e ribassisti) SOIlO numerosi i falsi segnali e l'affida·
bilità è sca rsa.
lo base al nuovo punto di vista quindi :
un Force l ndex a l di sopra della linea dello zero ide ntifica
un predominio della forza dei ria lzisti e quindi un mer·
cato in salute e al rialzo. In queste cond izioni è possibil e
aprire posizioni ria lziste.
Al contrario, un Force lndex con valor i in ferio r i alla linea
dello zero evide nzia uno strapote re dei ribassisti e quin·
di un mercato debole e a l ribasso. A queste condizioni s i
liquidano le pos izioni in essere e si opera a l ribasso.

Sebben e non s iano freque nti , non sono da t rascurare le


dive rgenze trn l'{lnd ulll ento dci prezzi dell'attività finanzia-
ria e l'and (lIfl ont.o de ll'indicato re.

89
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Figura 23.2 - Force lnd ex e divergenze

Un indicatore che disegna minimi crescenti in presenza


di prezzi caratte rizzati da massimi decrescenti identilica
una divergen za rialzi st a che anticipa una possibile inver-
sione di te ndenza e una svolta "toro".
AJ contrario, massimi decrescenti sull'indicatore e nuovi
massimi s ui prezzi individuano una divergenza ribass ista
e anticipano una correzione tecnica o un interruzione della
tendenza in atto.
TI grafico 23.2 mostra la divergenza rialzist a che nell'ot-
tobre 1998 anticipava la svolta rialzista delle quotazioni a
seguito dei ribass i generati dalla crisi asiatica.

Forza relativa
La forza relativa è un indicatore ideato con il preciso sco-
po di selezionare quei titoli che s i comportan o meglio o peg-
gio del me rcato.
La forza relativa misura il rapporto tra due attività A-
nanziarie. ad esempio tra il titolo Ii'iul e l'indice Mib30.

110
IIIII!( ul"/I l ' Il.'111/(111,11

Figura 24.1 - Forza relativa

L'utilizzo principale della forza relativa durante un trend


rialzlsta è quello di selezionare i titoli che sovraperformano
l'indice di riferimento. Lo scopo di ogni operatore di borsa
è quello di sovraperformare il mercato. Ùl altre parole, gua-
dagnare più del mercato neUe fasi rialziste e perdere meno
durante i trend al ribasso. Al contrario, infatti , durante una
tendenza al ribasso lo scopo sarà quello di ricercare i titoli
che scendono maggiormente rispetto al mercato poiché sa-
ranno i migliori da shortare.
Il grafico 24.1 illustra l'andamento del titolo Stmicroe-
lectrorucs e la sua forza r elativa rispetto all'indice Mib30.
Dall'ottobre 1998 al febbraio 2000 STM era un titolo "da
acquistaren poiché era inquadrato all'interno di una solida
tendenza rialzista e aveva una forza relativa in aumento,
quindi sovraperformava il Mib30.
Al contrario, dall 'estate del 2000 all'ottobre 2001 STM
e ra un titolo da s hortare poiché performava peggio del
Mib30 e la forza relativa era inquadrata all'interno di una
tendenza ribaHsiata.
È inoltro int(Jrog~(J nte rapporta re due attività finanzia-
rie tra loro co n 'c lnto quali merca to az ionario e mercato ob-

91
- -----~

Figura 24.2 • Forza relativa e segnali operativi

bligazionario. TI grafico 24.2 illustra l'andam ento s u base


settimanale dell'indice S&P500,che rappresenta il merca-
to azionario, e la s ua forza relativa rispetto a l T-Bond , in
ra ppresentanza del mercato obbligazionario.
Sul grafico del1a forza re lativa è stata in serita la media
mobi le.
L'idea alla base è che i capitali si muovono da un mer-
cato all'altro, passando dall'azionario a ll'obbligazionario a
seconda delle fasi di mercato (nell a realtà il discorso sa·
rebbe più complesso ma la premessa è la medesi ma ).
Nell'immagine sopra riportata, potete osservare come
ogni qual volta la for za relativa incroci la propria media
mobile s'inverta il rapporto tra il mercato az iona rio e quel·
lo obbligazionario; mos trando quindi all'operatore di borsa
il movi mento dei capita li .
Al grafico della forza relativa si possono applicare le
medesime regole dell'analis i grafica: tracciare le linee di
tendenza , individu are i li vell i di resistenza c supporto. ap-
plica re medie mobili (come illustrato in figura 24 .2) e altri
indicatori.

92
He rrick Payoff lndex
L'indicatore HPl , svi luppato da J . Herrick, è s tato creato
con lo scopo d'analizzare l'andamento del mercato future
e delle commodity. L'idea aUa base è quella d'illustrare il
movimento del flu sso di de naro in entrata e in uscita dal
mercato attraverso l'elaborazione degli open inlerest, ossia
il numero di contratti "aperti" s ul mercato dei futures.
La lettura dell'indicator e è semplicissim a e s i concentra
s ulla li nea dello zero.
Quando l'indicatore assume valori maggiori di zero (e
quinoi della linea dell'equilibrio) si ottiene un ri scontro rial-
zista in base al quale si deduce che il denaro stia entrando
sul mercato. AJ contrario. quando l'indicatore ass ume valo-
ri inferiori alla linea dello zero constatiamo come il denaro
stia uscendo dal mercato finanziario e come le implicazioni
s iano ribassiste.
Martin Pring, nel libro "'Martin Pring on Market Momen-
t um", consiglia d.i affiancare aU'indicatore una propria me-
dia mobile.

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Figuro 25. 1 - I-I errick PayofT Ind cx

93
I,
In qu es t'ot.tica , i segnal i opc,·ativi sono gc ncrut.i dall"in-
crocio tra le du e linee.
L'utili zzo pratico s i risolve in uno strumento d i confel·ma
circa la consis tenza della tendenza in atto oppure in una ri-
ce rca delle divergenze, preludio di un'inversione.
Il grafico 25.1 illustra due divergenze, una rialzista e
una ribassis ta, che hanno anticipato egregiamente impor-
tant i movimenti d'invers ione del future s ull'indice america-
no Dow-Jones.
Nel primo caso, mentre i prezzi segnavano massimi e m.i-
nimi decrescenti, tipici di un mercato al ribasso, l'indicatore
disegnava minimi crescenti.
Nel secondo caso, me ntre i prezzi segnavano nuovi mas-
s imi l'ind icatore invertiva la tendenza rialzista e delineava
massi mi decrescenti.
In entrambi i casi, all a divergen za seguiva puntuale l'in-
versione di tenden za.

Intraday Momentum Indicator


L'Intraday Momentum è un indicatore creato e sviluppa-
to da Ch ande e Kroll nel classico "The New Technical Tra-
der".
L'indicatore nasce con lo scopo d'integrare la lettura e
l'interpretazione dei grafici vis uali zzati secondo la metodo-
logia delJe candele giapponesi.
L'autore riteneva infatti insoddis fa cente e incompleta la
sola a na lis i grafica elaborata caule candele giapponesi.

Formula:
(ISO /lsu ~ Isd) , 100

dove:
Is u è la somma del mome ntum intraday positivo;
lsd è la somma del mome ntum intraday negativo.

94
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Figura 26,1 - fntraday Momenlum lndex

Ris ulta s ubito evidente come il punto di partenza di


Chande sia l'RSI di Wilder dal quale l'IMI differisce in
quanto coinvolge, nel calcolo, i prezzi di chiu sura e apertura
int raday al contrario dell'indicatore di Wilder che contabi-
lizza solo le chiusure di giornate s uccessive.
L'tMl è, in fin dei cont i, un indicatore di momentum cre-
ato per individuare i livelli estremi d'ipercomprato e iper-
vend uto e, come di consueto, Ruttua all'interno di un indice
fisso, compreso tra O e 100.
Livelli s uperiori ai 70 punti sono da consider are ipercom-
prato e r ivelano la predominanza di candele bianche.
Livelli inferiori ai 30 punti SODO da ritener e ipervenduto
e rivelano una predom inanza di candele ner c.
Le modalità d'interpretazione e a nalis i deU'intraday mo-
mcntum sono le medes ime dell'HS l : livell i d'ipercomp rato e
ipervenduto, segnali operativi, divergenze e a nalisi tecnica
a ppli cata direttamente al grafico dell 'indicatore.
Operativa mente parlando, il segnale d'acquisto scatta
quando, dopo elise r sceso in ipervc nduto, l'indi catore inverte
la s uo te ndonzu (j tngli n 011'iu1zo il livello dei 30 punti.

9fi
Figura 26.2 - lntraday Mome nlum e segna li operativi

AI contr ario, il segnale di vendita scatta qua ndo, dopo


una sa lita in ipervenduto, l'IMI scende nuovamen te sotto il
livello dei 70 punti e rie nt ra nell a zona neutra compresa tra
30 e 70 punti. L'immagine 26.1 illustra i segnali operativi
s ul titolo Mediobanca. L'IMl s i presta inolt re s ia all a ricerca
delle divergenze come strumento anticipatore d'invers ioni
di te ndenza, s ia all'analis i tecnica applicata direttamente al
grafico de ll'ind icatore.
L'illus trazione 26.2 mostra un esempio s ul Fib30.

Ke ltne r Ch a nnel
Il Keltner Cha nnel è un indicatore sviluppato e illustrato
da C. Keltner nel libro "How to Make Money in Commod i-
t ies".
Essendo costituito da una media mobile e dalle sue ban -
de di oscillazione (s uperiore e inferiore), grafi camente ri-
s ulta simile a lle Boll inger Bands dalle qua li s i differenzia
nettamente dal punto di vista operativo.

96
1/II/II'uluri ,'m, 11/111,,',

L'opera t.i vi l.!! COtl 1(' h<l nd c di Uoll inJ.:t' l'. inl'al.ti , si basa
s ull'acquis to ~ u dcbolczzu, ossia intorno a i livelli dell a ban -
da inferiore, c s ulla ve ndita s ull a fo rza del titolo, ossia s ul -
l'area della banda s uperiore (nell a realtà il discorso è più
complesso, ma in questa sede è importa nte illustr are il solo
concetto che sta alla base dello strumento).
Al con t rario, il canale di Keltner fa perno solo sulla forza
della tendenza dei prezzi, sfru ttando il principio secondo cui
un trend in essere tende a prosegu ire fi no a prova contraria.
n segnale d'acquisto scatta quando i prez zi dell'attività fi-
nanziaria rompono a l rialzo il ca nale e la banda s uperiore.
11 segnale "short", al contrari o, scatta alla rottura ribas-
sista della band a inferiore.
Operativamente parlando, l'in di catore non deve mai es-
sere utilizzato in modo indipende nte all'anali si gra fi ca clas-
sica, che resta la base e il punto di partenza.
Una volta individuati i livelli di resistenza e di supporto,
passeremo a mon itor are il canale di Keltne r in attesa di un
breakout rialzista o ribassista.

--- _ •...,. ...._ _ _.._ v,, ..., ,..,

---
--
II~~~~ -
Iii -
-
l -
.,.."",,\.~f
,a
,,..--,;
-
-
"" ",u r o 27.1 - Kelt ner Chonn el

117
Sotto qu esto pun to di vist.a qui ndi l'indicat.ore è cl " uti -
li zzare come st.rum ento di conferma dei segna li generati
dall'anali s i t.ecnica class ica e non com e strum ento per ge-
ner are in modo indipendente e autonomo segn a li operati-
VL
L'utiHzzo di Questo indicator e è raccomandato solo in
un'ottica s pecu lativa di brevissimo periodo.
Il gr a fico 27.1 mostra il titolo Aem e il Keltner chan nel
du rante lo stra ppo ri aIzista di fine 1998.
I! segnale d'acqui sto scattava verso fine novembre, a lla
r ottura ri aIzista della resistenza s ul grafico dei prezzi e
dell a banda s uperiore dell'oscillatore.
Le s uccess ive ch iusure a livelli superiori ris petto alla
banda su periore confermavano la consistenza del rorte
t ren d direz ion a le in a tto.

KST
Il KST è l'indicatore di momentum creato e illustrato da
Martin Pring nel libro "Martin Pring on Market Momen-
t um".
Punto di partenza dell'autore per la creazione del l'indi -
catore è il fatto che la borsa è ciclica e che i movimenti dei
prezzi sono determinati da cicl i di differente dominio tem-
porale che interagiscono tra loro.
L'idea del KST nacque in seguito ad un'attenta osserva-
zione de ll 'andamento grafi co del ROC (Rate of Change).
Pre ndendo in esame alcuni indicatori ROe con differenti
periodi tempora li è possibile verificare come ognuno di essi
rappresenti un determinato ciclo di borsa.
n grafico 28. 1 mos tra l'andamento del ROe a lO periodi,
a rappresentare il ciclo inferiore, e del ROe a 40 periodi , ad
illu stra re il ciclo su periore di medio termine.
Nello speci fico, il ciclo di breve periodo è il più tempestivo
e reattivo ai movimenti di tendenza, ma a llo stesso tempo

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Figura 28.1 - ROe a 10 e 40 periodi

ha poca influenza s ul ciclo superiore di medi o-lungo perio-


do che è caratterizzato da una minore sens ibilità e da una
maggiore lentezza ad invertire la propria tendenza.
- Osservando attentamente il grafico è poss ibile inoltre no-
tare come i moviment i direziona li maggiori, quali il rally
rihassista del 1998 e il ria lzo di fine 1999, si veri.fichino
Quando tutti i cicli hanno la medesima impostazione.
Forte dei risultati ottenuti dall'osservazione di cui sopra,
Pring creò un unico indicatore che al s uo interno combinas-
se tra loro Quattro differenti Roe, pesandoli in base al loro
dominio-temporale al fine di equilibra rli.
Per le procedure di calcolo deU'ind.icatore si rimanda al
libro "Martin Pring on Market Momentum".
il concetto alla base del KST può essere a pplicato sia in
ottica giornaliera sia in ottica settimanale o mensile.
lo altre parole, possiamo s frutta re 6-9· 12-24 mesi, come
6-9-12-24 settimane o giorni.
La scelta dipende, ovviamente, dal metodo e dall'ottica
oper ativa .
Pring indi vid ua tre dirrcrCllti live ll i di segnnli opera ti vi:
qua ndo il Kst inverte la propria impost.azione e te nd en-
za;
quando l'indicatore incrocia la propria media mobi le;
quando anche la media inverte la propria tendenza.

L'immagine 28.2 illustra l'andamento dell'indi ce future


con l'indicatore KST e la propria medi a mob ile.
È possibile riscontrare come la rottura dell a linea d i ten-
denza ribassista dei prezzi s ia stata confermata prima dalla
virata del KST, poi dall'incrocio rialzista dell'indicatore con
la propria media mobi le.
Uaffidabilità de l segnale d'inversione aumenta se l'indi-
catore vi ra nel mome nto in cui si trova in una zona estrema
d'ipervenduto o d'ipercomprato.
La s uccessiva immagine 28.3 ill us tra come l'i nd icatore
Kst sia anche un ottimo strumento a nticipatore dell e in-
ve rs ioni di tende nza tram ite il delinears i dell e divergen-
ze. Nell'esemp io sotto riportato possia mo individu are una
divergenza r iaJzis ta ne l pe.ri odo settembre - ottobre 1998

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Figura 28.2 - KST e medi a mobile

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Figura 28.3 - KST e divergenze

e una ribassist a nel per iodo gennaio - fe bbra io 2000. Da


riJevare come le di verge nze s u l grafico de ll 'indi catore non
s iano frequenti ma, a l contempo, s ia no altamente affi-
da bili. Tutti i grand i mov imenti direzionali dell'ind ice so-
no infatti stati a nticipati tempestivamente da divergenze
rialziste o ribassist e.
L'ind icatore in esa me, infine, si presta ad eS!:iere inter-
pretato secondo le regole dell'analisi tecnica tramite lo
studjo delle linee di te ndenza e delle figure gra fiche che
per iodicamente s i delinea no.

Macd
Creato da Cera ld Appel, il Macd è un indicatore "trend
rollower"', grafi camente rappresentato da du e linee che oscil-
lano intorno a ll a li nea dello ze.·o.
La prim a lin ea il calco lata tramite la d ifferenza di due
medie mobi li a 12 c n 26 giorni.

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F igura 29.1 - Macd

La seconda linea non è a ltro che la media mobile a 9 gior-


ni dell a precedente ed è definita "signalline" o "trigger".
Generalmente, nel ca lcolo s i utilizzano medie mobili
esponenzia li allo scopo di re ndere più reattivo l'indicatore e
di conseguenza i segn ali operativi .
n grafi co 29. 1 mostra ('indice Mib30 e il relativo Ma cd .
La linea continua rappresenta il Macd mentre quella
tratteggiata la "signal line".
l segn ali operat ivi sono generati dall'incr ocio delle due
linee: quando la linea cont inua taglia dal basso verso l'a lto
la s ua media mobi le (l inea tratteggiata ) scatta il segnale
d'acquisto. Quando la linea continua taglia dall'alto verso il
basso la sua med ia mobile a 9 giorni si gener a il segn ale di
vendita.
n s uccess ivo passaggio della linea dello zero ra ppresenta
la conferma del segnale operativo e dell'avvenu ta inversio-
ne d i tenden za, come illustrato nell'immagine 29.2, e può
essere sfruttato per in crementare le posizion i in essere.
Alcuni autori consigliano d'utilizzare l'incrocio delle due
linee solo come campa nello d'all arme e il successivo passag-

102
1m/II u/.'n l ' ..",lIulu,"

gio dell a linclll!t' lI o zero como scgn ulc operat.ivo concretI).


Persona lmente p referisco il metodo precl..>dente che con-
s idera il tagl io della linea d'equil ibrio solo come strum ento
di conferma .
in letteratura non mancano au tori che cons igliano un
utilizzo del Macd neBe vesti d'indicatore d'ipercomprato c
d'ipervenduto. Tutt avia l'affid a bili tà di quesl.O metodo è de-
cisamente infer iore r ispet to ai metodi sopra descr itti.
Infatti il Macd , non avendo un indice fisso e rigido (l'uni-
co punto fermo è la linea dello ze ro), non permette di sta bi -
lire e d'individuare con criteri oggett ivi e standard i li velli
estremi .
Per identificare i livelli d'ipercomprato e d'ipervenduto
sa rebbe necessario ricorrere all'analisi dell a serie storica
dell'attività finan ziari a in esame.
L'immagine 29 .3 illu str a i pun t i d'invers ione estremi del
Macd sull'indice Mib30.
Essendo form ato da medie mobili , il Macd presenta i me-
desimi difett i, quali il r itardo nel fornire i segnali operativi


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Figuru 29.2 · Mllcd c li vell i di iperco mpralo e ipervenduto

103
Figura 29.3 - Macd e e inversioni di tendenza

e l'inaffidabilità a causa di un numero elevato di falsi segna-


li durante le fasi laterali di congestione.
Il Macd infatti , data la sua natura trend folJower, è affi-
dabile nelle sole fasi caratterizzate da una tendenza ben
definita, al rialzo o al ribasso.
Al contrario, durante le fas i laterali genera numerosi fal-
si segnali. Questi difetti rendono consigliabile l'utilizzo del
Macd ne lla sola veste di strumento di conferma e non come
generatore di segnali operativi cOllcreti.
L'analisi grafica rimane sempre il punto di parte nza a cui
l'oscillatore non può mai sostituirsi.
Sebbene non siano freque nt i, non sono da trascurare le
divergenze tra l'andamento dell'indicatore e dei prezzi del-
l'attività finanziaria.
Il massimo grado d'affidabilità è raggi unto quando la di -
vergenza s i delinea su un livello estremo toccato poche volte
dal titolo nel corso de lla s ua stori a.
Il grafico 29.4 illustra una divergenza ribass ista, avve-
nuta in zona estrema d'ipercomprato, che anti cipa in modo
millimetrico un a forte d iscesa del tito lo.

104
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Figura 29.4 - Macd e diverge nza ribassista

F'igurn 29.5 - Macd e ana lisi grafica

105
Da non trascurare inoltre l'op pli cazione delle regole
dell'analisi grafica appli cate direttamente a ll'a ndamento
dell'indicatore.
Risulta quindi possibile tracciare cana li di tendenza e in -
di viduare figure d'inversione che avranno le medesim e im·
plicazioni previste dell'analisi tecnica classica.
Il grafico 29.5 illu stra una tendenza ribassista e una
successiva congestione str etta delineatasi sull'indicatore
Macd.
Da sottolineare come la rottura della res istenza della
congestione stretta dell'indicatore abbia coin ciso con la rot·
tura della tendenza ribassista dei prezzi dell'ind ice Mib30.
In questo caso, quindi, il Macd si rivelava un perfetto
strumento di conferma del segnale operativo d'acquisto de·
!ineatos i s ul grafi co dei prezzi dell'attività finanziaria.

Media mobile
La med ia mobile è l'indicatore più diffuso e conosciuto,
nonché più utilizzato, tra gli operatori fin anziari.
Scopo della media è quello di rendere più regolare e ar-
monioso l'andamento dei prezzi dell'attività finanziaria che
altrimenti sare bbe di ditJicile lettura a causa del "rumore di
fondo" che generalmente accompagna il movimento err atico
delle quotazioni.
In altre parole, la loro funzione è queUa di migliorare la
leggibilità di un grafi co nell'individuare la tendenza delle
quotazioni.
Le medie mobili sono inoltre utilizzate come strumento
di trading per generare, in concreto, segnali operativi.
Per media mobile s'intende la media aritmetico-materna·
tica dei prezzi di un'attività finanziari a di un detenninsto
periodo di tempo.
Si defini sce "mobile" poiché viene aggiornata ad ogni
nuova rilevazione.

106
Iml/II/11il1 pUMdlul ll/ 1

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Figura 30.1 · Media mobile semplice

Un esempio chiarirà meglio di ogni ulteri ore spiegazione.


La media mobile a quattro giorni viene calcolata sommando
tra loro i prezzi degli ultimi quattro giorni e successiva men ·
te dividendo il ris ultato ottenuto per il numero dei giorni,
ossia per quattro.
Ogni giorno, nel compiere la nostra oper azione, elimine-
r emo dalla conta il primo prezzo e lo sostituij'emo con quello
del giorno corrente. Quella a ppena descritta, si veda fi gura
30.1, è la media mobile "semplice".
A fianco di quest'ultima esistono altri tipi di medie svi·
luppate con lo scopo di creare indicatori maggiormente re·
attivi e tempestivi alle variazioni delle quotazioni e della
volatilità del mercato.
Sono state così introdotte le medie mobili esponenziali,
ponderate, triangolari e adattive.
Da sottolineare come le medie mobili possano essere cal·
colate non solo sui prezzi di un attività finanzi aria, ma an-
che s ui volumi (fi g. 30.2) o s u un altro indicatore (fig. 30.3)
con lo scopo di renderne l'andamento più armonioso e pi ù
leggibil e.

107
Indic:lturi l' o~riJl a t()rl per il (rad lll!: di pr( '('I~j(lIlI'

Figura 30.2 - Media mobile de i volumi

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Figura 30.3 - Media mobile ca lcolata


suJl'indi ca tore di acceleraz ione

108
1/IIltmllll'I l' n'i< dllllnl'I

Il gnl ficu 30.:1 illuHtl'u come s ia conven ie nt.o sos Lit.uirc un


oscillat.ol'e ca rat.terizzat.o da un a nd mllento molto nervoso,
nel nos t.ro caso l'acce lerazione. con la sua media mobi le.
Operativa mente parlando i segnali operativi sono gene-
rati dall'incrocio tra i prezzi e la media mobiJe, oppure tra
due o più medie tra loro. Il metodo operativo più semplice
cons iglia d'acquistare quando il prezzo di un'attività finan -
ziaria taglia a l r ialzo, ossia dal basso verso l'alto, la propria
media mobile, 11 segnale di vendita scatta Ile\ momento in
cui i prezzi scendono di nuovo sotto la loro media mobile.
Un s istema "avanzato" è costituito dall'utilizzo congiunto
di due o più medie mobili di diverso periodo temporale dal
cui incrocio sono generati i segnali d'acquisto o vendita .
Si acquis ta su l "golden cross" ossia quando la media mo-
bile di breve periodo (es. lO giorni) taglia al ria lzo la medi a
mobil e di medio periodo (es. 20 giorni).
Si vende sul" dead cross" ossia qua ndo la med ia mobile
di breve periodo scende sotto al valore della media mobile di
medio per iodo.

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Figura 30.4 - Media mobile e segnali operativi


in corris pond enza dell 'in crocio con i prezzi

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Figura 30.5 - Media mobile: golden e dead cross

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Figura 30.6 - Media mobil e: fas i di trand e congestione

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Figura 30.7 - Media mobile come supporto

L'imm agin e 30.5 mostra il golden e il dead cross s ull'in-


dice Mib30.
Nei gra fici 30.4 e 30.5 potete constatare come le medie
mobili siano un ottimo strumento durante le fa si caratte-
rizzate da una tendenza ben definita delle quotazioni , meno
tre durante le fas i laterali di congestione generino numerosi
fals i segnali .
L'illustrazione 30.6 riporta il comportamento di una me-
di a mobile durante la fase later ale di congestione che ha ca-
ratterizzato l'andamento dell'indice Mib30 dal mar zo 2000
al febbraio 200 L
Potete osservare l'elevato num ero di fal si segnali genera-
ti e il basso livello d'affidabilità che in queste fa si di mercato
comporta l'operar e s ugli incroci tra quot azioni e medie mo-
bili.
A fian co del grande pregio quindi di re ndere leggibili gli
and ament i grafi ci delle quotazioni e di permettere un'ope-
ratività sempre in sintonia e nella direzione della tendenza
domina nte, le medi e mobili most/'ano anche un rovescio del-
la medagli a oBs ia il loro non esser e uno strumento vaJido

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Figura 30.8 • Media mobile come res istenza

pe r t utte le s tagioni: non sono idonee ad essere utili zzate in


ogni fase di me rcato.
Se da un lato l'utilizzo delle medie mobili, dura nte le fa -
si laterali, è fu orviante e genera numer osi falsi segnali , da l·
l'altro, durante le te ndenze ben definite sia al ri alzo s ia al
ribasso, s i rivela essere uno strumento affidabi le e indispen-
sabi le per l'operatore.
Sotto quest'ul t ima veste è un ottimo indicatore poiché
durante le fasi rialzisLe risulta esse re un affidabile s uppor-
to e nelle fasi ribassisLe s i riveJa un egregio indicatore di
resistenza. Come ill ustralO rispettivamente nelle immagini
30.7 e 30.8.
Nell'operatività concreta, un elevato grado d'importa nza
è rivestito dalla scelta del periodo temporale utilizzato per
calcolare la media mobil e.
La domanda più frequente in ques to contesto è "qua l è la
miglior media mobile? Quale dominio temporale devo utili z·
zare?". Purtroppo non è poss ibile fornire una ri s posta uni-
vers ale.

112
Non c~ i :; t~, iu litu.i un pc l'iodo tempurale affidahile IlC l'
ogni tilolu, in ogni fa se di me rcato, che ris ulti remuncrativo
pe r ogn i s tile e pe r ogni metodologia ope rativa .
Ogni attività fi na nziaria , in base alla s in gola fa se di mer-
calo in cui è imme rsa , ha un a propria media mobi le otti-
male che deve essere individuata tramite un a ricerca per
tentativi.
Oggi numeros i progra mmi di ana1jsi tecnica, qua li Meta-
stock o Tradestation , forniscono in a utomatico studi e otti ·
nllzzazioni dell e medie mobili ma iJ ri sultato che forni scono
non è da conside rare oro colaLo .
lnfatti non è certo cbe se, in passato, una media mobile
di un certo intervallo te mpora le (es. l O brio rni) è risultata
essere un ottimo Slrumento di t rading continuer à ad esserlo
a nche in futuro!
A conti fatti . quindi. la rice rca della media mobile da uti-
lizzare come strumento oper ativo s i ri solve in una seri e di
tentativi, da effettuars i caso pe r caso.
Nella ricer ca occorre quindi considerare a ffid a bili solo
quelle medie mobili che, durante un tr e nd al ria lzo, sono ri-
sul tate essere un valido supporto e. durante una tende nza
al ribasso, s i sono rive late essere una resistenza invalicabi+
le, come quell e illustrate nelle immagini 30.7 e 30.8.
L'u lt imo difetto delle medie mobili r is ulta essere la loro
scarsa reattività e il loro essere sempre in costa nte ritardo
rispetto ai punt i d'invers ione della tendenza.
In altre parole l'opcratività non è mai tempes tiva.
Questo è un difetto impossibile da eliminare del tutto,
poiché il calcolo delle medie si baser à sempre sui dati pas+
sati , ma è comunque possibil e limitarne gli effetti.
A questo scopo si cons iglia di utilizzare medie mobili di
breve periodo, cbe ris ulta no essere magglol'mente reattive
oppure le medie mobili adattive o espone nziali che si modifi·
caDO in base ulle mula te condizioni di mercato e che attribu+
iscuno un maggior peso ai valori più recenti delle quotazioni
rispetto nlle rilcvnzioni pi il re mote.

113
Inllu·,I!\lr'l t' o.""':lllutun (M'r .1t mdllll( lll l'IWI~ IIIIII '

Me ntre Itl medie mobili sempli ci hanno la caratte ristica


di att.ribu ire, nel calcolo, il medes imo peso a d ognj s ingolo
dato, le medie mobili ponderate ed esponenziali garantisco·
no un maggiore va lore a lle quotazioni cronologicamente più
recenti.
Il ca lcolo de lla media mobile ponderata (figura 30.9, li ·
nea 3) è semplicissimo e varrà un esempio pratico per il·
lu stra rlo.
Ne l calcola re la media pond erata a cinque giorni si pre n·
de il primo valore e lo si moltiplica per il numero dei giornj
del computo ossia , ne l nostro caso, per cinque; il secondo da·
lo lo s i moltip li ca per quattro. Si procede con il medesimo
metodo fino all 'ultimo da to.
n risu ltato dell a somma dev'essere diviso per la somma
dei fattori di ponderazione.
Infine, ogni gi orno si elimina dalla conta il dato più vec·
chio e si aggiunge que ll o più recenle.
Esemplificando, ipotizziamo che un 'attività finanziaria
faccia registrare i seguenti prezzi 5; 5,5; 6; 6,5; 7 durante
il corso di una settimana. La media ponderata sarà la ri sul·
tante de l seguente calcolo:

(5' 5) ...(5,5' 4)t(6°3)t{6,5°2)...(7 °1 )


(~ ... 3+2... 11

La medi a mobile esponenziale (immagine 30.9, linea 1)


ha un meccanis mo di calcolo simile, con la sola differenza
che il fa ttore di calcolo non è lineare, come ne l caso della
ponderazione, ma è in a umento esponenziale e progressivo.
I valori vengono moltiplicati per un fattore che diminuisce
progress ivamente nei confronti dei dati meno recenti.
La media mobile triangolare (i mmagine 30.9, linea 2) in ·
vece assegna un maggiore peso ai va lori "di mezzo" deUa se-
rie e non a quelli più recen ti come le medie mobili ponde rate
ed esponenziali.

11 4
A fì a ncu di qU èste' n ppcn tt descritLc. sono s tat.e introdotte
le medi e mobili adatti ve che hanno la ca ra t teristica di a de·
guars i automaticamente, senza l'i.ntervento dell'opera tore,
in base all'andamento di dete rminati parametri .
Le principali med ie mobiJi adattative 50110:

Volume adjusted (figura 30.10): il calcolo a ssegna un


peso maggiore ai giorni caratterizzati da una maggiore
attività degli scambi. Il concetto base è la regola d ~ l ·
l'8:b.alisi tecnica che rich iede che i volumi confermino i
movimenti de i prezzi, qua li i breakout di s upporti e res i·
stenze.
Vydia (figura 30.11 ): medi a CJ·ca ta da Chande e Kroll e
illustrata nel libro "The Ne w Technical Trader". Varia il
proprio dominio temporale al varia re de ll a volatilità del
me rcato.
Nello specifico, qua ndo la vol a tilità a umenta si riduce la
lunghezza della med ia e quando, a l contrnrio, la volatili-
tà diminuisce la lunghezza della media a umenta.

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Figuru 30.9 · Medie mobili a confronto
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116
Figura 30.10 - Media mobil e adattata ai volumi

Figura 30.11 - Vydia

116
Figura 30.12 - Media mobile di Kaufman

Operativamente parlando l'ut ili zzo della Vydia è il me-


desimo di una media mobile semplice. I segnali operativi
sono generat i dall'incrocio tra i prezzi e la media oppu-
re dall'incrocio tra due o tre medie con diverso periodo
temporale. L'autore ne consiglia inoltre un utilizzo come
t railing stop per la gestione dell e posizioni in essere.
Me dia mobile adattiva di Kaufman (figura 30.12): ade-
gua automaticamente il calcolo della media, in base all'au-
mento e alla diminuzione deUa volatilità del mercato.
Aumentando la volatilità, e con essa il rischio di falsi se-
gnali , aumenta anche il numero dei giorni utilizzati nel
calcolo dei valori deUa media mobile. In modo analogo, di-
minuendo la volatilità diminuisce il numero dei giorni im-
piegati nel computo. Operativamente parlando si acquista
quando la media vira al ri alzo e, al contrario, si "shorta"
(specula al ribasso) quando la media inverte la sua impo-
stazione e gira a l ribasso. Quando la media si appiattisce
occorre ch iudere ogni posizioni in essere e rimanere in at-
tesa che il mercato assuma un impostazione chiar a, al rial-
zo o al ri bosso,

117
Momentum
Il momentum è un indicatore che mi sura la ve locità dci
movimenti delle quotazioni ed esprime la diffe re nza tra le
quotazi oni attuali e quelle di un determinato periodo prece-
de nte.
Esemplificando, in concreto il momentum a 10 giorni è il
risultato de lla differe nza tra il prezzo attuale e quello di 10
giorni fa.
Personalmente ritengo che la velocità, non importa sotto
quale form a venga calcolata (momentum, pista ciclica o
ROe ), s ia l'unico in dicatore completo poiché è a l contempo
affidabile e uti li zzabile in ogni fase di mercato.
Sbi lancianrlomi, affermo che lo studio de lla velocità dei
prezzi è il "ve ro segreto" de l trading!
La velocità in borsa è come la benzina per le automobi-
li ... senza di essa non s i va da nessuna parte.
Come una macchina in riserva è destinata a percorrere
pochi chilometri , aUo stesso modo una tendenza sen za m o~
me nturn è destinata ad esaurirsi entro breve termine.

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Figura 31.1 - Momentum e invers ioni di tend enza

118
Figura 31.2 - Momentum e divergenza rialzista

n grafico 31. 1 illustra il concetto appena espresso. Nel


febbraio 2000 l'indice future registrava , giorno dopo giorno,
nuovi massimi storici e sembrava un treno in corsa. Al con-
trario la velocità, il carburante del movimento rialzista,
mostrava i primi segnali di "riserva", invertiva la propria
tendenza e girava al ribasso. Dopo un paio di settimane ini-
UÒ il luogo trend ribassista, ancora in atto a l momento d'an-
dare in stampa.
Un mome ntum in s intonia con l'andamento dei prezzi è
un segnale di conferma e indica che la tendenza io atto è
sotida e destinata a durare.
Al contrario una divergenza tra l'andamento del momen-
tum e quello dei prezzi dell'attività finanziaria anticipa una
possibile inversione di tendenza, o quantomeno un'interru-
zione del trend in atto.
Le immagini 31. 1 e 31.2 illus trano ris pettivamente una
divergenza ribassista e una rialzi sta.
In entrambi i casi il mome ntum segnalava tempestiva-
mente l'avvicinnrsi dell'inve rsione di tendenza.

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Figura 3 1.3· Momenlum e divergenza ribass ista

Nell'immagine 31.2, dove è illustrata la divergenza ria i·


zista, possia mo notare come ad un momentum caratteriz·
zato da minimi crescenti s i cont rappone un andamento dei
prezzi al ribasso con massimi decrescenti.
AI contrario, nell'immagine 31.3 individuiamo una diver-
genza ribassistn caratter izzata dai prezzi dell'attività fin an-
zia ria che di segnano massimi crescenti, mentTe l'indicatore
è a l ribasso con massimi decrescenti.
In ent rambi i casi, le di vergenze anticipavano con un ele-
vato grado d'affidabiJità i punti d'invers ione del mercato.
La caratteri stica principaJ e del momentum , quindi , è la
s ua capacità d'antici pa re le inversioni di te nden za tramite
l'individuazione e l'anaHs i delle divergenze. L'uni ca accor-
tezza è ricorda re che le divergenze non sono segna li opera-
tivi concreti ma semplici campanelli d'allarme.
Quando un operatore individua una divergenza ri nlzista
non deve entrare immediatamente in acquisto e, a ll o stesso
modo, non occorre precipi tarsi a vendere non appena s i in-
dividu a una divergenza ribassista.

120
1'ldllll/o'I'/I' "",lIullIIl

In c lll l'llmbi i cas i occor ro che s i delinei i l spgnH lc o pe ra -


tivo s ul gra fi co dei prezzi dell'attivit.à fin a nziaria , ossia una
rottura all'i alzo del li vello di resiste nza o una discesa, dell e
quotazioni , sotto il supporto.
In altre parole, la divergenza met.te in aUarme ma il se-
gnale operat ivo concreto è compito dell'a nalisi t.ecnica ese-
guit.a sul grafico delle quotazioni dell'attività fin a nziaria.
Operare non appena s ul gra fi co si delinea una diver-
genza, in anticipo rispett.o al segnale grafico, è un grave er-
rore che comporta il rischio di stop los8 o dì un mancato
guadagno. Da non trascurare in oltre l'analisi dell'attraver-
samento della linea dell o zero che sancisce l'inversione di
t.endenza. Si acqu ista quando il moment um s upera, dal
basso verso l'alto, la linea dell o zero e s i vend e quando il
valore dell 'indi catore r idi scende nuovamente sotto la linea
dell'equilibrio.
Infine, non di rado, sul grafico st esso dell'indi catore s i
delineano figure d'invers ione ti piche dell'analisi tecnica,
quali doppi mass imi , doppi minimi, test.a e spall e rialzisti
o ribass isti , triangoli.

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Figurn :11.4 - Test.a c s pa ll e s u l momentum

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Figura 31.5 · Momentum e operatività

Allo stesso modo è possibile t.racciare linee d i te nde nza


(unendo i mass imi e i minimi del mome ntum) e individuare
s upporti e resistenze.
Risulta quindi possibile a pplicare le regole dell'analis i
tecnica dire tta m e nte all'indi catore con le medes im e impli-
caz ioni tradi ziona li da te da ll'anal isi dei prezz i.
L'immagine 3 1.4 illustra una fi gura grafica, ne ll o specifi-
co un testa e s palle r ibassiata, s u l momentum . La rott ura
ribassista dell a neckline è coincisa con la discesa de i prezzi
a l di sotto de lla linea di s upporto che reggeva la te ndenza
rialzista in atto.
L'affid a bilità de l momen tum non vie ne meno durante
l'oper atività intraday dove lo studio de lle divergenze tra
prezz i e indicatore sono ottimi indi zi dida ttici.
Nume rose sono le tecniche operative che sfru tta no il mo-
mentum a li ve llo intraday, l'immagine 31.5 ne illu stra una
semplicissima.
[1 primo passaggio cons iste ne l ri cerca re una di ve rgenza
a li vello intra d ay t ra l'a ndam ento de i prezzi e l'a ndam ento
de ll 'indicatore.

122
11 ,w colld o p:tHHO i' il scgn31e ope ra ti vo che sca tt.a ne l mo-
me nt.o in cui , dopo che la di ve rgenza è be n de linea ta, i prez-
zi ro mpo no il li vell o di resiste nza , o supporto, precedente
ne lla direzione de lla l.enden za domin a nte.
Nel caso in esame, forma tasi la divergenza ri a lzista,
l'opera tore doveva a t l.endere la rottura a l rialzo (ne lla dire-
zione del t rend D del Livello di resisten za costituito da l mas-
s imo re la t ivo precede nte.

Money Flow Index


n Money Fl ow Lndex è un indicatore di mome ntum svi-
luppato per mis urare la forza del flu sso di denaro in entra ta
o in uscita da l mercato, o da un atti vità finan ziaria.

Formula:

100 - (100 I (lt MR))

dove MR è il Money Ratio caJcola to come (Posit ive Money


Fl ow I Negative Money Flow).
La ris ultante è una linea che oscilla a U'interno di un in -
dice fisso compreso tra O e 100.
L'indicatore è s imile quindi all 'RSI di Wilder da l quale
differisce per l'oggetto de lla formula.
Me ntre l'RSI concentra la sua a ttenzione s ui prezzi , il
Money Flow lndcx cons ide ra ed e la bora i volumi .
Opera tivamente pa rlando, i migliori segnali de rivano
da lla ri cerca delle divergenze, t ra l'a nda mento dell'ind icato-
re e l'andame nto dei prezzi de ll'attività finanzi aria ana li z-
zata, che segnala no in a nticipo un eve ntua le inver sione di
tend enza.
Il gra fi co 32.1 illustra l'inve rs ione di tendenza de ll'otto-
bre 1998 che fu a nt icipa ta con precisione chirurgica da lla
di verge nza ri nlzista sul MQney Flow Index.

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Figura 32.1 . MFI e divergenza ria lzi sta

È infatti possibile notare come mentre i prezzi erano al


ribasso c registravano, giorno dopo giorno, minimi decre-
scenti , l'indi catore delineava due minimi crescenti.
Dive rsame nte l'immagine 32.2 ill us tra un a diverge nza
ribassista. Mentre l'indice future registrava massimi e mi-
nimi crescenti , il Money Flow l ndex disegnava massimi de-
crescenti. Ancora una volta lo scontro prezzi - indicatore s i
r isolveva a favore di quest'ultimo.
Un'a ltra s t rategia consiste nell'individu are i mass imi
e i minimi di me rcato in co rris pondenza di un MFI con va-
lori, ri s pettivament e, s upe riori a 80 e inferiori a 20 pun -
ti.
Ge neralme nte, infa tti, quando l'indicatore raggiunge le
a ree estreme s i raggi ungono i punt i d'inversione del me rca·
to, come rappresent.ato nel grafico 32.3.
Va lori maggiori di 80 non sono un segnale di vendita ma
un in dizio di un possibile massimo di periodo.
Allo stesso modo, valori inferiori a 20 non sono un segna-
le d'acquis to ma un sempli ce cam pa ne llo che a vverte l'avvi -
cin ars i di un mi nimo di periodo.

124
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Figura 32.2 - MFI e dive rge nza negativa

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Figuru 32.3 - MF I e livelli estre mi

125
In e ntrambi i cas i, una vo lta identifica la la po~ ~ i bi l itù di
essere a d un livello d'inve rs ione , occorre attendere il segna-
le grafi co e qu indi una discesa sotto il livell o di s uppor to
o una rottura rialzista della resistenza da parte dei prezzi
de ll'atti vità fin a nzia ri a.

Negative Volume Index


il concetto alla base dell'indicatore Negative Volume In -
dex è che gli investitori espe rti prendono pos izione sul mer-
ca to nei giorni con volumi in diminuzion e.

Formula:

Se i volumi odierni Bono inferiori a quelli della rilevazio-


ne precedente il NVI si ca lcola nel modo seguente:

NVI di ieri t (Chiusura odierna - Chlusum precedente) x NVI precedente


Chiusura precedente

Se il volume odierno è uguale o maggiore ris petto a quel-


lo rilevato il giorno precede nte:

allora il NVI assume il valore del giorno precedente.

L'indicatore è s tato creato con la presunzione di sma-


schera r e il comportamento delle "mani forti ", ossia degli
ope ra tori bene informati, che, secondo l'assunto di base,
prenderebbero posizione sul mercato nei giorni cara tte ri z-
zati da volumi in diminuzione ris petto a lle rilevazioni pre -
cede nti .
Conosce re l'operatività degli ope ratori esperti s ignifica
qu indi colmare il pe renne dis livello esistente tra le "mani
forti " e i piccoli investitori e ope rare con maggiore cogn izio-

l26
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Figura 33.1 - NVI e indicazioni ope rative

ne di causa nella direzione verso la qual e, con molt a proba-


bilità , s i diriger à il me rca to.
All'indicatore si è solit i a ffiancare la media mobile a 255
giorni ra ppresentativa del ciclo a un a nno.
Da ll'incr ocio t ra l'indicatore e la su a media mobile si ge-
ner a il segna le operativo. Si acquist a quando !'indica tore
t aglia a l rialzo, ossia dal basso verso l'alto, la s ua media mo-
bile e s i vende qua ndo l'indicatore ridiscende sotto di essa,
come illustrato nell'immagine 33.1.

On Balance Volume
L'QBV è un indicatore di momentum sviluppa to da Jose-
ph Gra nville e illustra to nel libro "New Strategy or Da ily
Stock Market Timing fa r Maximum Pl'Ofi ts".
L'indicatore mette in r elazione t ra loro i volumi e le va-
riazioni di pre zzo de ll 'attività fin a nzia ria allo scopo di mj -
aura re !:I C il dllnnro sta en tra ndo o us cendo dal me rcato
fìn unzin ri o,

127
Ii'ol'llluln:

Se la chiusura odierna è superiore a quell a preceden te:

OBV = volume odierno + OBV precedente

Se la chiusura odierna è uguale alla rilevazione preceden-


te l'OBV asswne il valore della rilevazione precedente

Se la chius ura odierna è inferiore alla precedente:

OBV = volume odierno - OBV precedente

Tramite l'analisi delle divergenze, l'OBV assume di volta


in volta la funzion e di strumento di conferma del trend in
atto oppure strumento anticipatore di possibili inversioni di
tendenza.
Quando l'an damento dell 'OBV è concorde e nella me-
desima direzione della tendenza dei prezzi , come illustra~

Figura 34.1 - OBV e conferma del trend il atto

128
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Figura 34.2 ~ aBV e divergenza

to nel grafico 34. 1, quindi entrambi al rialzo o al ribasso,


l'operatore ne ricava un segnale di conferma della forza
c della cons istenza del movimento in atto che presumibil-
mente è destinato a non esau rirsi a breve termine.
Al contrario, quando si crea una divergenza tra l'an -
damento dell'indicatore e l'andamento dei prezzi, l'indica-
zione è di un t rend debole e destinato ad interrompersi e
invertire entro breve, come illustrato nel grafico 34.2.
Mentre i prezzi dell'attività finanziaria erano al ribas-
so, s u l grafico dell'indicatore si delineava un testa e spalle
ri a lzista .
Una seconda divergenza , in questo caso ribassista,
è illustrata nell'immagine 34.3 dove ai prezzi crescenti
del Mibtel corris pondono valori decrescenti dell 'indicatore
OBV.
li maggiore limite dell'indicatore OBV è il non co nsi-
derare l'andamento intraday dell'attività finanziaria e di
limita re la propria anali s i al !;olo dato di chiusura delle
contrattazioni.

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Figura 34.3 . OBV e divergenza negativa

Nella realtà , s ui mercati finanziari spesso capita d'nss i-


stere, soprattu tto s uJ Nasdaq, a giornate vissute in perenne
e costante ribasso a cui segue un repentino colpo di reni che
conduce le contrattazioni n chiudere in leggero guadagno.
Viceversa, non di rado, si r iscontrano giornate al rialzo che
s i concludono con un ribasso.
L'DBV quindi rischia di considerare come accumulo, o di·
stribuzione, giornate che non lo sano, cadendo neU'e rrore di
concentrare la propria analis i su un unico dato, il prezzo di
chiusu ra, che spesso risulta fuorv iante e poco affidabile.

Parabolic SAR
n Parabolic
SAR non è soltanto un semplice indicatore
tre nd follower ma lo si può considerare a tu tti gli effetti un
tr adi ng system.
La paternità dello s trumento è ancora di Wilder, che ne
ha illustrato i principi nel libro "New Concepts in Technical
Trnding Systems".

130
11/11/1 .,Im I , u!frdlll ll~ I

Circo Il. nlUdahlÌl di cnlcolo s i rim a ndu a l lib.·o l)Oi ch s.


ritie ne pi ll inte ressa nte concentrare l'attenzione s u alcuni
s pecifi ci dettagli .
Graficamente il Parabolic SAR si presenta s imile a una
med ia mobile dall a quale s i differ enzia per il fattOl'e d'acce·
lerazione. Ques t'ultimo è un pa rametro che aum enta man
mano che l'attività fin an ziaria registra nuovi mass imi o mi-
nimi, in base alla tendenza in atto, ed è stato inse rito nella
formul a per rendere l'ind icatore più reattivo e tempestivo
rispetto ai movimenti dei prezzi.
L'AF (Acceleration Facto..) parte da una base d i 0,02 e a u-
menta di 0,02 fino ad un valore massimo di O,2, livello oltre
il quale non creSce più.
Se non sono registrati nuovi valori , l'AF rimane costante.
Un'altra differenza rispetto aUa media mobil e è la relazione
tra l'andamento dei prezzi e quello dell'indicatore.
Nel caso del SAR, è l'indicatore stesso a muovers i in re-
lazione ai prezzi e non il contrario come nel caso delle medie
mobili.
L'unico punto in comune con la media mobile è il difetto
di non essere un indicatore affidabil e durante le fasi latera li
di congestione.
AJlo scopo di filtrarne i falsi segnali è possibile abbinare
il Para boli c SAR a l Directional Movement oppure a l Com·
modity Selection lndex. Questi ultimi due strumenti indi ·
cher anno all'operatore se il mercato è inquadrato in una
tenden za ben definita , a l rialzo o al ribasso, in modo tale
da poter uti Hzzar c nell 'operatività un indicatore t re nd fo l-
lower, quale il Parabolic SAR.
La funzi one originale deU'indicatore era individuare i
punti d'inversione del mercato e gener are .segnali operativi
da gestire con il s istema "stop an d reverse", da qui il nome
SAR.
La caratteristica principale dello strumento in esame è
infatti quella di permettere a ll'operatore di essere sempre
s u l mercato con una pos izione aperta, al rialzo o al ribasso.

131
Quando s i chiude una pos izione, se ne apre imm edi3 ta ~
mente un'altra nella direzione opposta.
Esemplificando, un trader chiude un'operazione "'long"
(a l rialzo) e ne apre una "short" (al ribasso). E viceversa.
11 segnale d'acquisto è generato nel momento in cui i
prezzi dell'attività finanziaria diventano superiori al valore
dell'indicatore. Al contrario, il segnale di vendita è generato
dalla discesa sotto il valore del SAR da parte dell e quotazio-
ni dell'attività finanziaria.
Ultimamente il parabolic SAR è utilizzato soprattutto
come strumento per gesti re una posizione in essere tramite
stop loss o trailing stop.
L'immagine 35.1 riporta l'andamento a base settimanale
del titolo Finmeccanica analizzato con il Parabolic SAR. No-
tevole la somiglianza grafica con la media mobile.
Da sottolineare inoltre come i segnal i siano generalmen-
te affidabili nelle fasi di tendenza ben definita, dove l'indi-
catore è in b'Tado d'identificare con buona precis ione i punti
d'invers ione del mercato. Al contrario durante le fasi latera-
li sono numerosi i fal si segnali.

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Figura 35.1 - Paraboli c SAR e segnali operativ i

1112
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Pista ciclica
La pista ciclica è un indicatore di velocità calcolato tra·
mite la differenza tra il valore del prezzo dell'attività finan-
ziaria e la propria media mobile.
La formula base prevede l'utilizzo di una media mobile
sem plice, ma nulla vieta di adottare nel calcolo una media
mobile esponenziale o ponderata aUo scopo di ricercare un
segnale ancor più tempestivo.
li risultato è un indicatore che oscilla intorno alla linea
dello zcro, che corrisponde al punto d'equilibrio tra prezzo e
media. Sebbene sia WlO degli oscillatori meno diffus i, ho ri-
scontrato personalmcnte essere uno dei più utili , operativa-
mente parlando, e dei più affidabiU grazie alla caratteristica
d'anticipare le inversioni di tendenza e i picchi mass imi e
minimi d el mercato.
La funzione delJa pista ciclica, come tutti gli indicatori
di velocità, è quella di fornire segnali di conferma, circa la
solidi tà del movimento in atto, o di divergenza, anticipando
poss ibili inversioni di tendenza.

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Figuru 36. 1 - Pista ciclica

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Figura 36.2 ~ Pista ciclica e divergenza ri alzista

Salta immediatamen te agli occhi la somiglianza con l'i.o-


dicalore di momentum da l quale si differenzia per il calcolo
(il momentum è la differe nza t ra due prezzi mentre la pista
è la differenza tra il prezzo e la propria media mobile) e per
la min ore tempestività e reattività nel fornire le indicazio-
ni sebbene sia sempre in anticipo rispetto all'invers ione di
tendenza concreta. \
Il grafico 36. 1 illustra una pista ciclica al ribasso in sin-
tonia con l'andamento del titolo Finmeccanica.
In questo caso quindi l'indicatore conferma la solidità
della tendenza ribassista in atto.
AI contrario, i grafici 36.2 e 36.3 illustrano l'importan -
tissimo concetto di divergenza che permette d'anticipare le
inversioni di tendenza del mercato. Per divergenza s'in ten-
de, giova ricordarlo, un a ndamento dei prezzi dell'attività
finan ziaria in disaccordo rispetto a quello dell'indicatore.
Una divergen za rialziata (immagine 36.2 ) è individu ata
quando l'indicatore è a l ria lzo e disegna minimi crescenti
me ntre i prezzi sono a l ribasso cara tte ri zzati da massimi
decr escenti .

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Fibrur8 36.3 • Pista ciclica e di vergenza ribassista

Una divergenza r ibassista (immagine 36.3), a l contrario,


è caratterizzata da massi mi crescenti s ul grafico dei prezzi
e massimi decrescenti s ull'indicatore. Allo stesso modo, oc-
corre ricordare come la divergenza sia solo un campanello
d'allarme e non un segnale operativo concreto.
Quest'ultimo deve essere gener ato dall'analisi tecnica a p-
plicata al grafico dci prezz i dell'attività finanziaria. Esem-
plificando, nel caso illus trato nel grafico 36.2, il segnale
d'acquisto è s tato generato nel momento in cui i prezzi del
titolo Mediobanca ha nno superato la resistenza ribass ista
AB. Analogam ente, ne l grafico 36.3, il segnale "short" scat-
tava nel momento in cui i prezzi scendevano sotto il suppor-
to rialzista che un iva i minimi crescenti.
Altra caratteri stica della pi sta ciclica è il presentarsi sot-
to rorma di grafico li nea re rendendo poss ibil e applicare le
medesime regole dell'ana lisi tecnica direttamente s ul grafi-
co dell'indicatore.
L'operato re quind i potrà individuare minimi e massimi,
unirli tra loro e individuare le linee d i tende nza, i s upporti ,
le res iste nze c le fi gure d'inversione di tende nza.

135
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Figura 36.4 - Doppio massimo su lla Pista ciclica

L'immagine 36.4 riporta un doppio massimo, ossia una


figura d'inversione, sul grafico dell 'indicatore. Da sottoline-
are come le implicazioni e le modalità interpretative delle
figure grafiche siano le medesime sia che s i configurino sul-
l'andamento dei prezzi sia su quello dell'indicatore.
Un 'altra strategia consiste nell'utilizzare la linea dello
zero come strumento per gener are segnali operativi concre-
t i oppure per fornire indicazioni di conferma dell'avvenuta
inversione di tendenza.
Quando la pista sale oltre la linea dello zero scatta il se-
gnale d'acquisto; a l contrario, s i vende non appena l'indi -
catore scende sotto il valore dell a linea d'equilibrio, come
potete osservare nel grafico 36.5.
Alcuni autori consigliano inoltre di utilizzare la pista ci-
clica anche come indicatore d'ipercomprato e ipervenduto
tramite la ricerca e l'individ uazione, da effettuare t itolo per
titolo, delle aree estreme che storicamente hanllo indi vidua-
to affidabili Livelli d'invers ione .
U segnale d'acquisto è generato quando l'indicatore dopo
essere sceso in ipervend uto inverte la sua tendenza.

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Figura 36.5 - Pista ciclica e segnali operativi provenienti


dall'incrocio con la linea dello zero

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Figura 36.6 - Pi sta cicl ica e l.i velli di iperco mprato


e iperve ndulo

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11I1 1'1':ll,wl l' I!~I'IIIII! 111'1 P"I' 111 rudlll" It. l ,n'I'I ~ IIIIII '

AI contrari o, il segnale di vendita scnt.t.a qu a ndo il tit.olo,


dopo esser sali to in ipe"comprato, vir a e inver t.e la ~ u a ten-
denza. n limite di questo metodo è il r ischio di mancare
d'oggettività.
Si consigli a di combinare questa tecnica a ll'analisi tecni-
ca per cui l'invers ione dell'indicatore, dopo l'accesso in zona
estrema, dev'essere confermato dalla rottura a livello grafi-
co di un supporto o di una resistenza.

Price Oscillator
Il Price Oscillator è un indicatore di velocità calcolato
tra mite la differe nza di due medie mobili con diverso perio-
do temporale.
Ad un lettore attento non sarà s fuggita la somiglia nza
con l'indicatore Macd dal quale il Price OsciJlator si differen-
za da un lato poiché non h a la "'trigger" e daU'altro poiché
nel calcolo non utilizza medie mobili fisse (esempio 12 e 26
giorni come il Macd) ma lascia libertà operativa al trader.

Figura 37.1 - Price Osci ll ator

138
l/IIb, Illun , ' !I~~ tlllIllIl'I

Allo st,(.:sso llIodo d e~ l i altr'i indicat.0I'1 d i velocit.à descrit.-


t.i in precedenza (moment.um e pista ciclica), anche il l'l'ice
oscillat.o .. è uno strumento idoneo a conferm are la solid ità
della tendenza in atto e ad indi viduare, tramite le diverge n-
ze, un 'eventua le inversione d i ten.denza.
Il grafico 37.1 mostr a un andamento concorde tra indica-
tore e prezzi dell 'attività finanziaria in esame.
In questo caso il Price Oscillator conferma ]a solidità
della te nden za rialzista del titolo Aem. Diversamen te, il Pri -
ce Oscillator mostra un andam en to divergente, ris petto ai
prezzi dell'attività finanz iaria, ~he svela la debolezza del
movimento in atto, Nel primo caso, fi g, 37,2, siamo di fronte
a una classica divergen za rialzi sta mentr e nel secondo caso,
grafi co 37.3, incontriamo una diver genza ribassista.
L'indicatore può, inoltre, essere utilizzato come strumen-
to per generare segnali operativi concreti tramite le sue in·
tersezioni con la linea deJlo zero.
Quando l'indicatore sale oltre la linea d'equilibrio si ac·
quist a per poi vendere qua ndo r icliscende sotto il medesimo
livello, come illustrato nel grafico 37.4.

l.

Figura 37.2 · Pri co Oscillator' e di vergenza ria lzista

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Figura 37.3· Price Osci ll ator e divergenza ribassista

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Figura 37.4 - Price Oscillalor e segnali operativi


provenienti dall'incrocio con la linea dello zero

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Figura 37.5 - Price Oscillator e livelli di ipercomprato


e ipervenduto

Persona lmente ri tengo poco tempestivo questo metodo


operativo e cons iglio l'utilizzo dell'indicatore Price Oscil-
lator so lo come strumento di confer ma del segnale prece-
dentemente emerso, tramite l'anali s i dell a divergen za e
del segnale operativo generato su i prezzi dell'attività fi-
nanziari a.
Infin e, a lcuni autori co nsigliano di ricercare, titolo per
titolo, i livelli estremi che storicamente hanno delineato
affid a bili livelli d'ipervenduto e ipercomprato e in cui s i
sono sviluppate inversioni di tendenza. [n base a questa
metodologia, il segnale d'acq ui sto è generato quando l'in-
di catore dopo essere sceso sotto il li vello d'ipervend uto in-
verte la propria t endenza.
AI contrario, il segna le di ven dita scatta quando il tito-
lo, dopo esser sa lito oltre il Live ll o d'ipercomprato, vira e
inverte la propria tendenza.
Anc he in questo caso, il lim ite è rappresentato dal rt -
sch io d i p(!cca re di manca nza di oggettività.

141
Personnl mente con s iglio di co mbin a r'C ques ta tccn icH
all'ana lisi tecni ca pe r cui l'inversione dell 'indicat.or·c, dopo
l'accesso in zona es trema , dev'esse re confermata da lla rot-
tura a li ve llo grafi co di un s u ppo rto o di una resistenza .

Positive Volume Index


L'indicatore PV1 nasce con lo scopo di svelare il com-
porta mento dei piccoli risparmiatori non profe ssionis ti , il
cos iddetto "'p a rco buoi", che generalmente prenderebbero
posizione s ul mercato nei giorni car atterizzati da un a u-
mento dei vo lumi . [J PVI è quindi un indicatore complemen-
t are al Negative Volume Index, analizzato in pl'Cceden za.
Mentre il NV1 parte dal presu pposto che gli operatori
specializzati pre ndano posizione durante i giorni con bassi
volumi , il PVI afferma che i piccoli investitori , che spesso
operano in base alle se nsazioni del momento e a ll o scorrere
degli eventi "'urlati" dai media, ent rano sul mercato nei gior-
ni con a lti volumi.

Formula :

Se i volumi odierni sono maggiori a quelli deUa nlevazio-


ne precedente:

PVI di ieri t (Chiusura odierna - Chiusura precedente) XPVI precedente


Chiusuraplecedente

°
Se i\ volume odierno è uguale maggiore ris petto a quel-
lo ril evato il giorno preceden te, il PV! assume il valore
del giorno precedente.

n segna le d'acqui sto scatta quando l'indicatore taglia a l


ri alzo,ossia da l basso verso l'alto, la propria media mobil e a
255 giorni ide ntificativa del ciclo ad un ann o.

142
Figura 38.1 - PVI e segnali operativi

Il segnale di vendita scatta nel momento in cui l'indicato-


re taglia al r ibasso, ossia scende sotto, la sua media mobil e
a 255 giorni.

QStick
U Qstick è un indicatore di momentum in t raday illu stra-
to nel libro "The New Tcchnical Trader" scritto da Chande
e Kroll . Scopo dell'indicatore è aiutare l'operatore nell'inter-
pretazione delle candele giapponesi.
Il Qstick è la med ia mobile della differe nza tra il prezzo
di chiusura e il prezzo d'apertura.
Differenza che l'autore ricorda esse re il cuore dell'analisi
candlestick poich é misura e ra ppresenta la forza e la consi-
°
stenza dei ribassisti dei ria lzisti.
L'a utore consiglia di utilizzare una media mobile sempli-
ce con periodo temporale di otto giorni .
L'indicatore in esame si presta a numerose strategie ope-
rative:

143
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Figura 39.1 - QStick e segnali operativi provenienti
da llo studio delle divergenze

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Figura 39.2 - QStick e segnali operativi prove nie nt i
da ll'attrave rsam ento della linea dello ze ro

144
Imi" tllun l' roM tI/ull,"

ri CI' I'ca d l'lle div e rge nze pc r ullticiparc i massi mi , i mi-


nimi c i punt.i d'i nvers ione del me rcato. Come illu st.ra to
nell'imm agi ne 39. 1, dove ai mass imi decrescenti dei prez-
zi s i con l..rap pongono i minimi crescenti dell'indicatore.
Una seconda strategia, illus t rata nell'immagine 39.2,
consiste nell'oper are seguendo i segnal i operativi gene-
rati dall'attraver samento della linea dello zero. L'a utore
consiglia d'acquistare i l giorno s uccessivo aU'attraversa-
mento, da parte del Qstick , della linea dello ze ro e quindi
al passaggio dal quadra nte negat ivo a quello pos itivo.
L'ordine di vendita scatta nel moment.o in cui l'indicatore
scende nuovam e nte in te rritorio negativo sotto la linea
dello zero .
~

Roe
n ROC (Rate of Ch a nge) è un indicatore di mome ntum
che misura la velocità e la forza del movime nto dei prezzi in
atto s u un attività fin anziari a.
Il calcolo è molto sem plice ed esprime i l ra pporto t ra la
quotazione odierna e quella di un certo intervallo di tempo
fa.

Formula :

ROC . ((P-P~) I Px) • 100

Dove:
p è il prezzo dell a chiu sura odie rn a;
Px è il prezzo rileva to "x" giorni fa (ad es. lO giorn i fa ).

Come tut ti gli indicatori di momentum già an a lizzati , il


ROC è uno strume nto idoneo s ia a gene ra re segnali opera-
tivi co ncreti , s ia a confermare il t re nd in atto, sia ad a ntici-
pare un in vorl:lione di te ndenza .

145
I segnali operativi concreti vengono gcnel'ati da ll'incrocio
tra il ROe e la linea dello zero.
Si acquista qu ando l'indicatore sale sopra la linea dello
zero e s i vende qua ndo scende sotto tale livell o, come ra p-
presentato nell'immagine 40.1.
L'unico difetto del seguente metodo è la scars ità di temo
pestività del segnale operativo.
Quando il ROe taglia la linea dello zero, i prezzi hanno
già percorso molta strada dal punto d'inversione.
I segnali di conferma della forza e della solidità della
te nde nza in atto sono generati in caso di a ndamento coinci·
dente, nell a medesima direzione, dei prezzi dell'attività fi o
nanzia ria e dell'indicatore.
Possiamo nota re, nell'immagine 40.2 , il movimento ria i·
zista comune sia all'i ndi catore sia ai prezzi a confermare la
concretezza e solidità del trend in atto.
Altra interessan te, operativamente parlando, ca ratteri·
stica del ROe è la s ua capacità d'anticipare le inversioni di
tende nza tramite il forma rsi di di vergenze tra l'anda mento
dell'indicatore e quello dei prezzi.


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Figura 40.1 . ROe e segnali operativi

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Figura 40.2 . n Roe come conferm a del lre nd rial zista

Figura 40.3- ROe e divergenza rialzista

147
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F igura 40.4 - ROe e divergenza negativa

Nella realtà pratica , il ROe è maggiormente affidabile e


re mun erativo se utilizzato come campanello d'allarme piut.
tosto che come s trumento per generare segnali operativi
t ra mite la linea dello zero. Quest 'ultimo metodo infatti, non
sfrultando a ppi eno la rcattività e la tempestivi tà de llo stru -
mento, gene ra segnali operativi in leggero rita rdo rispetto
alla se mpl ice a na lis i grafica a pplicata una volta individuata
la resistenza. Concretizzando il discorso, un ROe a l rialzo
con un attività finan ziaria al ribasso individu a una diver-
genza rialzista (imm agine 40.3), AI contrario, una diver-
genza ribass ista si delinea quando ai nuovi massimi delle
quotaz ioni dell'a ttività fin a nziaria corrispondono mass imi
decr escenti s ul grafi co dell 'indicatore (immagine 40.4). I n-
fine, da sottolineare come alcuni autori consiglia no, a nalo-
gamente a lla pista ciclica, di utili zzare il ROe a nche come
indicatore d'ipe rcomprato e ipervenduto tramite la ricerca,
da effettua r si caso per caso, dei live lli estremi che storica-
mente hanno individuato aree d'invers ione di t endenza. II
sebrnale d'acquisto è gene rato quando l'indicator'e dopo essere
sceso in area estrema infe riore d'ipervenduto inverte In pro-

148
pr'iil t.cmlfol1w c giru a l l·inlzl). AI cuntra rio, il scb'nale di ven-
dita scnl.t.u 4utlndo il t.itulo, dopo esser salito in ipe rcomprato,
vira e inverte a l r ibasso il proprio a ndamento. Purtroppo que-
sto met.odo non è esente da difel.ti, il principale dei quali è
ra ppresentato da lla mancanza d i oggettività nell'individuare
i livelli estremi. Si consiglia quindi di combina re questa tecni-
ca a ll'analisi tecnica: l'inversione d ell'indicatore, dopo l'acces-
so in zona estrema, dev'essere con fe rmata da lla rottura, sul
grafico dei prezzi dell'attività finanziaria, di un livello di sup-
porto o di una resistenza.

R SI
li Rel ative Strength l nd ex, creato da Welles Wil de r e illu-
strato nel classico "New Concepts. in Technical Tra ding Sy-
glenIs", è l'indi catore di mome lltum più fa moso e utili zzato
nei me rcati fina nziar i, al pari dell.e medie mobili.
L'au.tore riteneva in parte carente l'indicatore di momen-
turo a causa della ma ncanza di un indice fi sso, difettando
quindi d'oggettività, e dell a necessità di una lunga serie di
dati. La soluzione ai proble mi a ppena descritti fu creare un
nuovo oscillatore in grado di e li minare i difetti gi à citati
e che limitasse i movimenti ir regola ri tramite un procedi-
mento di "mediazione" e armonizzazione dei valori .
Graficamente parlando, l'ind icatore si muove a ll'interno
di un indice 6sso compreso tra O I~ 100 pu nti .
.La zona estre ma s uperiore, con l'RSI maggiore di 70 pun-
ti, è delta "ipercomprato" mentre q uella inferiore, con j'RSI
minore di 30 punti , è detta "ipc rve nduto".
La logica a ll a base de ll'individu8zione de lle zone estreme
è che un titolo in ipervenduto, e quind i in una s ituazione
di ecceBSO di depress ione dei va lori azionari, può mettere
a segno un rimba lzo me nt re un attività finanzi a ria in ipe!'.-
comp rllto, e Quindi in un a s it uazione d'eccezionale e uforia. è
desti nata nd UIlIl correzione tecnica.

149
Formula:

ASI,, 100-000 11 t(U I D))

dove (Um ) è il rapporto tra la media delle chiusure a l


ria lzo e la media de ll e chius ure a l ribasso in un determina to
periodo di tem po. Il dom inio tem pora le comuneme nte util iz-
za to sono i 14 giorni a d esp rimere la metà del ciclo luna re di
28 giorni. Come per tutti gli oscillatori però non è possibile
fissare a priori un per iodo te mpora le affidabile per t utte le
a tti vità finanziar ie in ogni rase di mercato.
Occorre quindi ottimizzare l'indicatore e ricercare, proce-
dendo per ten tativi, il dominio tempora le che in passato ha
gar a nt ito i segnali e le indicaz ioni più affidabili .
L'indicatore in esame si presta a varie interpretazioni:
dal l'individuazione dei livelli estremi d'ipervenduto e iper-
com prato alle divergenze, passando per i segnali operativi
concreti. Il segnale d'acquisto scatta nel momento in cui l'in-
dicatore, dopo aver raggiunto la zona estrema d'ipervenduto
(RSI minore 30 punti) inverte la propria tendenza e risale
oltre il livello dei 30 punti , rientrando nella ba nda neutra

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Figura 41.1 - RS I e segnali operati vi

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Figura 41.2 - RSl e livelli di ipercomprato

d'oscillazione. li segnale di vendita scatta quando l'indicatore,


dopo essere salito in a rea d'ipe.rcomprato. scende nuovamen-
te sotto il livello dei 70 punti e rientra ne lla zona neutra di
Huttuazione. n segnale operativo si genera o a l taglio ribass i-
sta dei 70 punti o a l taglio rialzista dei 30 punti e quindi non
da l semplice accesso nelle zone estreme da parte dell'indica-
tore, come e rroneamente ritenuto d a molti piccoli investitori .
ln pratica, Ilon si acq uista a ppena l'RSJ entra in ipervenduto
e a llo stesso modo non si vende immediatamente quando l'in-
dicatore entra in ipercomprato.
L'ingresso nelle zone d'ipercomprato e ipe.rvenduto è un
semplice campanello d'a llarme che segnala un eccesso a cui il
mercato, prima o poi dovrà porre rimedio. n principale difetto
dell'indicatore inra tti è il suo non essere uno strume nto a ffida-
bile in ogni fase di mercato. Inratti durante le ras i caratteriz-
zate da una tendenza ben definita , al rialzo o al ribasso, l'RSI
tende a raggi ungere le aree estreme in modo troppo veloce e
tempes tivo. L'immagine 41.2 illustra l'istTuttivo caso di Tim
dura nte il magnifico rally di fine 1999 e inizio 2000. Potete
IlOtnro come ne l mese di novemh,-e il litolo rompa a l rialzo

151
con volumi sos tenul.i la res is tenza dci 6 e uro c in un attimo
s ia già a 7,5 euro in forte ipercomprato.
Molt i operatori , ignorando che l'RSI è un pess imo in-
dicatore dura nte le fa.,i caratterizzate da una forte tenden-
za definita , a lleggerivano le pos izioni giustificandosi con la
fra se "l'ipercomprato è ormai insostenibile". n risultato fu
un mancato gu adagno memorabile poiché le quotazioni non
stazionarono prim a d'aver toccato gli 11 euro!
Per limita re questo in conveni ente è consiglia to, dura nte
le fasi a te nde nza ben defini ta, a llargare i live lli delle zone
estreme e atte nd ere un ritorno dell'indicatore nella zOll a
ne utra. Senza dimentica re, ovviamente, che la precedenza
è se mpre riservata a ll'analis i gra fica dell'a nda mento dei
prezzi. In questo modo si raggiunge l'ipervenduto a livelli
inferiori ai 20 punti e l'ipercomprato a livelli superiori
agli 80 punti. Da non trascurare inoltre l'analis i delle di-
vergenze tra l'anda me nto dell'indicatore e l'andamento dci
prezzi dell'attività fin anziaria. L'affidabilità delle divergen-
ze aumenta quando esse si delin eano nei pressi delle zone
estreme d'ipervenduto e ipercomprato. I grafici 41. 3 e 41.4

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Figura 41.3 - L'RSI in zona di ipervenduto genera
una divergen za ria lzista

152
j llll ~ tnt nu l';s pc ttivu nll'n ll' unti di vergenz:! ri a lziSl n c u na
riunsaista . Come ull.ima a nn utaz ione non resta che sottoli+
ncare lo possibilit à; d'applica re le regole e la metodologia
dell'a nalis i tecnica direttamente al grafi co dell'indicatore.
Trendline, resistenze, s upport i e fi gure grafiche sono in-
fatti piuttosto frequenti e han no un elevato grado d'affid a-
bilità soprattu tto qu ando s i delinean o in pross imità delle
zone estreme d'ipercomprat o e ipervendut o. Da non tra-
scura re, per concludere, le poten zia lità dell'indicatore RSI
a livello intraday dove l'an alisi delle divergenze nei pressi
delle zone estreme gene ra lmente forni scono segnali affida -
bili. n grafico 41. 5 illus tra una semplice tecnica presenta
dalla coppia Le Beau e Luca s nel loro libro "Day Trading
Systems & Methods". Cii autori con s igli a no di concentra r-
s i s ul grafico del future settato a ba rre di 30 minuti e d'in-
serire l'indicatore RSI a 6 periodi. L'attenzione deve essere
ri volta aUa ricerca delle di vergenze che s i delineano in un
a rca estrema d'ipervendu to o ipercomprato.
Una vol ta individu ata una d ivergen za, si prende posi-
zione sul mercato se la successiva barra regi stra un prezzo

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Figura 41.4 - L'RS I in ipercomprato genera
un o di ve rgenza ribass ista

153
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Figura 41.5 . RS I e segnale operativo

di ch ius ura nella direzione della di vergenza. Osservando


il b'Tafico 41.5, possiamo individuare lo divergenza rialzista
che si de linea sull'RSf. n segnale d'acqu is to, indicato con la
freccetta , s i concretizza q uando la barra s uccess iva, rispetto
alla formazione de lla divergenza, chiude al r ialzo ossia ne l-
la direzi one de ll a di vergenza .

Stocastico
Lo stocastico è un indicatore dj momentum s vil uppato da
George Lane negli a nni '50. La logica alla base dello stru-
mento è che durante fasi a tendenza riaJzista , il prezzo d i
chiusura tende ad essere sui massimi di giornata mentre,
a l contrario, nella fasi a tendenza ri bass ista, il prezzo di
chiusura tenderà ad assestarsi sui min imi di giornata. Gra-
ficamente, lo stocastico è formato da du e lin ee, dette ri spet-
tivamente K line e D line che oscillano a ll'in terno di un
indice fi sso compreso tra O e 100 punti. Le zone estreme del-
l'indice, ossia valori s upe riori a 80 e infe riori a 20 pun t i. so-

164
Iml/llllu" /' 1~'In/lflll~ I

no t!:l live lli , l'Ì spe ttivamcntc, d'ipercom prato C


COlUt id c rtu'ù
ipe l''VcndIl Lo. La I( linè è ca lcolata trami te la formu la:

(Chiusura - Minimo)
;..;:::;;;-:-..;=
(Massimo - Minimo)
• 100
dove:
Chius ura è il pre zzo di ch ius ura del giorno;
Minimo è il prezzo minimo registrato ne l periodo temporale
considerato.
Mass imo è il prezzo massimo registrato ne l periodo tempo-
ra le cons ideralo.
La D line è la media mobile della precedente K h ne.

1 segnali operativi sono generati ne l momento in cui la K e


la D line s'incrocia no tra 101'0 dopo essere transitate in un'area
estrema d'ipervenduto o d'ipercompraw. Il semplice incrocio
quindi è condizione necessaria ma non suffi ciente perché si
generi il segnaJe operativo. È indispensabile che l'incrocio sia
preceduto da un passaggio in un a zona estrema.

F il."lJ.ra 42 .1 . Stocastico

155
Figura 42.2 - Stoacastico a due linee e Seb>"Jlali operativi

Come iUustrato nell'imm agin e 42.2 . il segnaJe d'acquisto


si genera quando la K lin e, dopo essere scesa sotto i 20 punti
(livello d'ipervenduto), taglia a l rialzo (dal basso verso l'al-
to) la D line.
Analogamente, il segnale di vendita scatta quando la K
li.ne, dopo essere salita oltre gli 80 punti , taglia al ribasso
(quindi dall'alto vel'SO il basso) la D line.
Alcuni a utori utilizzano uno stocastico formato dal la sola
K Hne ed escludono quindi )'utilizzo della "signalline" ossia
de lla D line. [n questo caso la strategia operativa necess ita
di una modifica. S i acqu ista quando la K line, dopo essere
scesa in ipervenduto, taglia al rialzo i1liveUo dei 20 punt i e
rientra nella zona ne utra di fluttuazione.
Si vende quando la K line, dopo essere salita in ipercom-
prato, scende nuovamente sotto il valore degli 80 punti.
In pratica si opera in modo analogo al RSI.
L'immagine 42.3 illustra il metodo appena descritto e ri -
vela come i segnali siano maggiormente tempestivi se genc-
rati dall'incrocio tra la K line e la D line piuttosto che da un
analisi della sola K line.

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Figura 42.3 - Stocastico singolo e segnali operat.ivi

Giova ricordare come il solo accesso in una zona estrema


non sia un seb1"Jlnle operativo. Nelle fasi caratterizzat.e da
lIna forte tendenza, infatti , l'indicatore tende a rimanere a
lungo alJ'interno del livello estremo.
Nell'utilizza re questa seconda strategia quindi occorre
non cadere nell'errore, molto frcQ.uente t ra i pi ccoli rispar-
miatori che muovono i primi passi sui mercati finanziari ,
d'acquistare o vendete non appena l'indicatore entra in un a
zona estrema.
In questi casi il rischio è queUo d'antici pare i segnali e
in correre in stop 1055 (acquistando troppo presto) oppure in
m:mcati guadagn i (vendendo in modo prematuro).
Da non trascurare inoltre la ricerca del le divergenze qua-
le strume nto a nticipatore d'inversioni di tendenza.
Diverge nze (immagini 42.4 e 42.5) non frequenti ma alta-
mente affida bili , sopr attutto quando si delineano nei pressi
dci li velli estre mi . Inte ressante e d egno di nola il fenomeno
dell'appiattimento dello stocnstico.
Ogni voltu infatti che l'i ndicatore appiattisce il proprio
IlnrlulIlcnLo. Hnticipa lino fort.e inv ers ione di tendenza.

157
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Figura 42.4 - Stocastico e di vergenza ralzista

L'immagine 42.6 mostra il titolo Tiscali e l'appiattimento


del relativo stocastico.
Mentre i prezzi del titolo sono in forte ribasso, l'indicato-
re scende in ipervenduto e vi rimane circa due mesi. L'ope-
ratore specia lizzato, una volta individuato l'appiattimento,
deve rivolgere la propria atten zione al grafico de ll'attività
fina n ziaria e tracciare le linee di res istenza (unendo t ra loro
i massimi ) e di supporto (unendo tra loro i minimi),
Quando il mercato romperà uno dei livelli di prezzo in-
dividuati , scatter anno i segnali operativi: "long" in caso di
breakout de lla resistenza e "short" in caso di discesa sotto il
supporto.
Ai più attenti non sarà sfuggito che l'a ppiattimento a ltro
non è che una singolare e particolare forma di divergenza.
Infine, occorre ricordare come sia possibile tracciare linee
di tende nza e ricercare figure grafi che direttamente s ul gra-
fico dell'indicatore come illustrato nell 'immagin e 42.7 dove
su llo stocastico si era de lineato un testa e spalla ribassista.
Discreta, per concludere, l'affida bilità dell 'indica tore a li -
ve ll o intraday.

158
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Figura 42.5 - Stocastico e di vergenza ribass ista

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Figul'a 42.6 - Stocastico "a ppiattito" e inversione


di te nde nza

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Figura 42.7 - Testa e spalle s ullo stocastico

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Figura 42.8 - Breakout in direzione dello stocastico

160
IIIIIHulllfll' Il.~I diII/tifi

UniCI! nccnrtCZZ,l: ['in c rocio di K c D line è so lo un cam-


pane llo d'lIlIarme che annuncia una poss ibile invers ione dj
tendenza. Il segnale ope rativo è generato in caso di break-
aut in direz ion e dell'indicazione dello stocastico, come il ~
lus t.rat.o nella figura 42.8. L'indicatore incrocia al rialzo e
fornisce uno spunto rialzista.
n segnal e concreto d'acquisto, indicato con la freccetta,
scatta a ll a rottura rialzista del livello di resistenza .

Stocastico-RSI
L'indicatore Stocastico-RSI è sta to introdotto dal duo
Chande - Kroll nel classico "Tbe New Technical Trader".
Gli autori, non convinti de lla reale funzionalità dell o sto-
castico e dell'RS I utilizzati singolarmente, svilupparono un
indicatore che e liminasse i difetti e al contempo esaltasse i
pregi di entrambi. Secondo gli autori l'RSI difettava di sen-
s ibilità e reattività. La riprova è la sua difficoltà a raggiun-
gere i livelli estremi d'ipercomprato e d'ipervenduto.

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Figurn 4:J.1 - HS I c stocastico: un confronto

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Figura 43.2 - Stocastico-RS I e segnali operativi

Non di rado infatti l'RSI oscilla per lunghi periodi nella


zona ne utra compresa t ra 30 e 70 senza fo rnire a lcun segna-
le e alcuna indicazione uti le al trading.
L'idea fu quella d'applicare lo stocastico all 'RS I e ottene-
re così una vers ione più reattiva di quest'ultimo.
Vo confronto tra l'and amento dell'RS I e dell o Stocastico-
RSl è illustrato nell 'immagin e 43.1 dove s i nota, senza om-
bra di dubbio, la maggiore sens ibili tà del nuovo indicatore.
Le modalità di lettura , interpretazione e c 'u tilizzo opera-
tivo rim angono le medesi me dell 'RSI, come evidenziato nel
gr afico 43.2.
Si acquista quando l'indi catore, dopo essere sceso in iper-
venduto, r isale oltre i 20 punti, r ientrando nell a fascia neu-
tra .
Al cont rario, il segnale di vendita s i genera qu ando l'in-
d ica tore, dopo essere sali to in ipercomprato, rientra in zona
ne utra , perdendo il livell o degli 80 pun ti.
Purtroppo l'indicatore non è esente da li miti c a fi anco
del pr egio sopra descri tto co nser va il di fetto co mun e sia
all o stocastico che all 'RS I: dura nto le fasi di tend enza be n

162
/,"1,. n/m' l' tlll(dln/'iI"

defi nita , ;) 1 rilllzu u nl ribasso, l'osci ll ato re rima ne fl lu ngo


in zo na estrema, con tutte le conseguen ze già es presse in
precede nza.

Trix
11 Tri.'!: è un indicatore "trend follow er" che ra ppresenta il
ROe di una tripla media mobile esponenzia le dei prezz i di
ch iusura di un titolo. Vi ndicatore si presenta b'Tafi camente
come una linea oscillante intorno allivello d'equi librio. I se-
gnali oper ativi sono generati dall'attraversa mento dello ze-
ro. Si acquista qu ando l'indicatore sale in territori o positivo
~e s i vende quando scende nuovamente in terreno negativo,
come illustrato nell'immagin e 44.1.
Vn'altra opportunità operativa , me no affidabile dell a
strategia precedente, consiste nell'acquistare qua ndo l'indi-
catore vira al ri alzo e vendere quando inverte a l ribasso la
sua tendenza.

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Fig ura 44.1 - Trix c segna li operativi provenienti


dn ll'nttra vcl"Su l11cnto dcll a linea dello zero

163
F igu ra 44 .2 - Trix e relativa media mobile

Si veda a tal proposito figura 44.1


lnfine è possibile abbinare a ll 'indicatore la propria me-
di a mobile che assume runzione di . . trigger" o "signa! line".
In base a quest' ultima strategia i segnali operativi sono
genera ti dall 'incrocio tra il Trix e la propria media mobile
come illustrato ne ll 'im magine 44.2.

Trade Volume Inde x


LI Trade Volume Index è un indicatore di brevissimo pe-
riodo molto utilizzato anche a livello intraday.
Scopo dell 'i ndicatore è identificare se il movimento che s i
va delinea ndo è una rase d'accumulo, che precede un immi-
nente rialzo, o una distribuzione prima di uno st.orno.
Operativamente parlando un TVT impostato a l ria lzo
identifica una rase d'accumulo me ntr e un trend ribass ista
individ ua una rase distributiva. L'immagine 45.1 ill ustra co-
me le varie te ndenze dell'indice s iano state con rermate da l-
l'indi catore. L'indicatore in esame non genera quindi segnali

164
F igur a 45.1 . TVI e te ndenze di mercato

operativi concreti, ma il s uo utilizzo è li mitato a ricercare


indizi circa le possibili evolu zioni del t rend di brevissimo.
Nell'immagine 45 .1 poss iamo :inoltre individuare una di-
vergenza ribassi sta, delineatasi tra l'aprile e il lugl io 1998,
che ha a nticipato il massimo di me rcato e il successivo forte
movi mento ribassista.

mtimate Os cillator
L'Ultimate OsciUator è un indicatore s viluppato da Lar·
ry Williams, il grande speculatore americano vincitor e del
"Robbins World Cup Championship" s ul me rcato futures.
L'indicatore è stato sviluppa to per sopperire ai limiti e ai
difetti, i più gravi dei quali erano il "t iming" errato e l'eleva-
to nu mero di ralsi segnali , che l'aut.ore riscontrava nell'uti-
lizzo dei tradiz ionali oscill ator i.
Williams svil uppò così un indicatore che nel suo interno
incorporu tre dUfe'ronti cicli: 4 , 14 ,28 giorni, a rappresenta-
zione de lle tendenze di breve. med io c lungo periodo.

16.
L"utili zzo principa le dello st.rumen to è la ricerca de lle di ·
vergenze t.ra l'andamento de ll'indicatore e quello dci prezzi
-dell'attività fin a nziaria.
Una volta identificata un a divergenza sull'indi catore, oc-
co rre portare la propri a attenz ione s ul grafi co de i prezzi per
individua r e il segnale d'entrata tramite le regole de ll'anali-
si tecnica, che ge neralmente consistono ne l breakout di un
livello di r esistenza o di supporto.
La divergenza quindi fu nge solo da campanelJo d'allarme
mentre il segnale oper ativo concreto è compito dell'a na ljsi
grafica sui prezzi deU'attività finanziaria.
Nell'i mmagine 46. 1 è illustrata la recente divergenza
ri a lzis ta delineatasi nel sette mbre 2001.
Mentre i prezzi delle quotazioni precipitavano, l'indi cato-
re iniziava a mostrare i primi segnali di lenta ripresa e met-
teva a segno minimi crescenti inviando a ll'analista tecni co
un importate segnale: il ribasso er a ormai agli sgoccioli.
AI taglio della linea di te ndenza ribassista era quindi
possibile posizionarsi al ,·ia1zo.

Figura 46.1 - U ltimate Oscillator e d ivergenze

166
Velocità e accelerazione
Dumnte la trattazione del libro a bbia mo am piamente
descri tto e ill ustrato molti indicatori che sfru ttano il con-
cetto d i ve locità (ad esem pio: pista ciclica, Price Oscilla tor,
ROC e mornentum ) e ogni loro modalità interpretat iva e
operativa. Avevamo definito la velocità come la diffe renza
tra due valori success ivi ne l tempo.
Ad ese mpio, la pista ciclica e ra la ri sulta nte dell a sottra-
zione prezzo - media mobile.
Ritornand o con la me nte agli anni del liceo riaffiorano i
ricordi in base ai qu ali il concetto di velocità è direttamen-
te legato a JJ 'idea de ll 'accelerazione, espressa come la ris ul-
tante della diffe renza tra due valori , s uccessivi nel tempo,
dell a velocità. Esemp lifi cando quindi , l'acce lerazione a "' lO"
giorni è la risultante de lla sottrazione tra velocità od ie rn a e
velocità di 10 giorni fa.
Come ne lla fisica, a nche in ana lisi tecn ica il binomio a c-
celerazione - veloci tà è dete rminante s ul piano operativo e
necessita di un approfond ime nto.
Caratteri stica principale dell'accelerazione è la s ua capa-
cità d'anticipare le inversioni di tendenza con maggiore re-
attività e te mpi s mo ri spetto a lla velocità dei prezzi .
Avevamo affe rmato che la velocità anti cipa il movi mento
dei prezzi; e bbe ne, l'accele ra zione, a sua vo lta, a nticipa la
velocità . n grafi co 47 .1 mostra chiaramente co me la diver-
genza a nticipat rice de ll'inve rs ione a "".. dell'oltobre 1998 s i
s ia delineata con maggior tempis mo sul grafico de ll'accele·
razione rispetto a que llo dell a velocità.
L'acceleraz ione r isu lta quindi essere un o strume nto indi·
spensabi le nella r ice rca de lle divergenze e de lle invers ioni
di te nde nza.
I}unjco limi te è l'essere uno strume nto a ddi ri ttura trop-
po rCH I.tivo c tempesti vo. n risch io, quindi , è que llo d'antici-
pnro l'ùpcrutività con le conseguenze spesse volte ricordate
noi cor80 dell a trnttuziOllC.

167

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Figura 47.1 - Velocità e accele razione creano una
diver genza e identificano con precisione l'invers ione
di tendenza dell'ottobre 1998

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Figura 47.2 - Accelerazione e divergenza rinlzista

168
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Figura 48.1 - Volume Oscillator

Ci rca l'interpretazi one dello strumento rimando a quan-


to già illustrato a proposito di moment um , ROe e pista
cicl ica. Ricerca delle di ve rge nze, incrocio della li nea dello
zero e analisi t ecni ca (linee di tendenza e configurazioni
grafiche) direttamente sull'indicatore sar a nno quindi i se-
gnali d a in te rpretare e sfruttare operativa mente.
L'immagi ne 47 .2 riporta la ne tta dive rgenza rialzista
deli neatasi sul grafico dell 'accelerazione a settembre
200 1.
Potete nota re co me all'anda mento ribassis ta dei prezzi
corri spondesse un a nda mento contra pposto dei valori del-
l'indicatore che e ra no a l rial zo, caratterizza ti da minimi
crescenti.

Volume Oscillator
II Vo lume Osci llator esprime la differenza tra due medie
mobi li dei volumi di scambio di differente periodo tempora-
le. 1\ ri sul tu to è unn linea che osci lla intorno allo zero.

169
Poiché normalmente i vol umi e i prezzi s i muovono nella
medes ima direzi one, nel rispetto dell a Teoria di Dow illu-
strata in precedenza, l'utilizzo pratico dell 'oscillatore è co-
s tituito dall a ricerca di divergenze rialziste e r ibassis te.

Volume ROe
n Volume ROe è ide ntico all'indicatore ROe illus tra to
in precedenza: stessa formula di calcolo, stesse modalità di
lettura e d'interpre tazione. L'unica differenza è l'oggetto su
cui s i concentra l'an nUsi. li Price ROe a nalizzava i prezzi
me ntre il Volume ROe s i concentra sui volumi di un 'attività
finanziaria. n ris ult.ato è un indicatore sprovvisto dell 'indi-
ce fisso che oscilla intorno alla linea dello zero.
Spesso l'indicatore ha un andamento pa r ticola rme nte
nervoso e ris ulta quindi di difficile lettura.
Pe r limitare il problema s i è soliti sostituire l'indicatore
con una sua media mobiJe, ad esempio a lO giorni , che a r-
monizza , rendendolo anali zzabile, l'andamento grafico.

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Figura 49.1 - Volume ROe

170
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L'illdicflturc in l'smnc è ulili zzalo come s t r umento di con-


fe rm a dci segnali genera li da ll 'analisi tecnica applicata a l
grafi co dei prezz i.
Valori pos itivi dell 'indicatore indicano un a tendenza in
sa lute, men tre va lori negativi indicano una mancanza di
partecipaz ione a l movimento, che potrebbe esse re s ul punto
d'invertire,come illustrato nell'immagine 49. 1
Da non t rascurare inoltre la ricerca e lo s t.udio delle di-
ve rgenze t.ra l'andamento dei prezzi e de Ll 'indicat.ore, come
illustrato nell'im magine 49.2

Williarns AccurnulationIDistribution
L'indicatore in esame è stato introdotto da Larry Wil-
li a ms con lo scopo d'individu a re i livelli d'accumulo e di di-
stribuzione del mercato. Per accumulo s'intende una fase
durante la qua le le "'mani forti" acquistano a piene mani.
avendo cura di mantene re bassi i prezzi e i volum i, in previ-
s ione di un movimento rialzista d.elle quotazioni.

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Figuro 49.2 · Volum e ROe e divergenze

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Figura 50.1 - Williarns AID e divergenza ribassista

Al contrario, una fase di distribuzione precede un ribasso


ed è caratterizzata dalle "mani forti" che vendono tutte le
azioni in portafoglio senza dare deU'occhio e quindi mante-
nendo elevate le quotazioni.
Uutilizzo concreto delle strumento si risolve, in defini-
tiva, in una r icerca delle divergenze con lo scopo d'indivi-
duare, in anticipo, una fa se d'accumulo o di distribuzione e
quindi smascherare l'operato delle mani forti.
Quando i prezzi disegnano minimi crescenti e contempo-
raneamente l'indicatore disegna massimi decrescenti , come
illustrato nel grafico 50. 1, si delinea una divergenza ribas-
sista che rappresenta una fase di distribuzione.
A1 contrario, quando i prezzi di un'attività finanziaria so-
no al ribasso mentre l'indicatore disegna minimi crescenti
s i delinea una divergenza rialzista che smaschera una fase
d'accumulo.

172
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Williarns %R
Anche l'indicatore %R è stato sviluppato da La rry Wil -
!iams. Esso è costruito in modo analogo alla K Line che co-
s tituisce lo stocastico, già illustrato in precedenza.
L'immagine 51.1 illustra come l'andamento dei due
oscillatori sia ugua le con l'unica differenza d'esser e s pe-
culari come rappresentazione grafica. L'indice fisso ri s ulta
infatti invertito.
Valori inferiori a 20 rappresentano l'area d'ipercompra-
to mentre valori s uperiori ad 80 descrivono l'ipervenduto .
Il segna le d'acquisto scatta nel momento in cui i valori
dell'indicator e, dopo essere saliti in ipervenduto, scendono
nuovamente sotto gli 80 .
Al contrario, il segna le di vendita s i genera nel mo-
mento in cui i valori, dopo essere scesi in ipercomprato,
salgono oltre i 20 punti e rientrano nella zona neutra
d'oscillazione.
È possibil e afliancare all'osciJlatore una media mobile,
come la D line per lo stocastico, con la funzione di "signal

Figuru 51.1 - WiIli a ms %R e slocastico a confronto

173
linc". I segnali operativ i sono generati dall 'incrocio de lle
due lin ee dopo che i valori de l %R sono transi tati in una de l-
le due aree estreme.
Da non trascurare infine l'analisi delle divergenze ad an-
ticipare un inversione di tendenza.

WillSpre ad
n WillSpread è un indi catore creato e illu strato da Lar-
ry WiIliarns nel libro "'Long Term Secrcts to S hort Te rm
Trading"'.
L'autore parte da l presu pposto che, spesso, i movim enti
di breviss imo periodo sono indotti da cause e da fattori
esterni
Ad esempio i Bonds influenzano il me rcato azionario e
a llo stesso modo l'oro influ e nza i Bonds.
Poiché i mercati sono corre lati e si influenzano tra loro,
occorre illustrare e rappresentare qu esta relazione allo
scopo di poterla analizzare e s fruttarla operativamente.
Per calcolare il WillSpread occorre divide re la prima at·
tivìtà finanz iaria con la seconda e moltiplicare il r is ultato
pe r 100.
Ricavato lo s prea d tra i due mercati, ne si calcola un a
mcdia mobile esponenziale a 5 giorni e la s i sottrae daUa
media esponenziale a 20 giorni, ottenendo così una linea
che oscilla intorno allo zero.
Operativarnente, si acquista quando l'indicatore taglia
a l ri alzo la linea dello zero e s i vende quando il WiIlSpread
scende nuovamente sotto la linea d'equilibrio.
L'immagine 52.1 illu stra l'andamento del WillSpread
ca lcolato tra l'indice S&P500 e il T-Band.
Potete osservare co me sa ogni passaggio de lla linea
de llo zero s 'assista a un'inve rs ione di tendenza di breve
pe riodo.

174
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Fi gur a 52.1 - WillSp read e segnali operativi

A ouor del vel"O, il grafico sopra riportato è a base giorna-


lie ra (daily) e non intraday come suggerito da Williams.
In ogni caso, lo logica e il concetto alla base dell'indicato-.
re sono i medesimi , quindi lo spirito de ll'indicatore è ri spet-
tato.
Poiché l'indicatOl·e in esame non è infallibile ma presen-
ta un certo numero di falsi segnali , è consigli ato richiedere
una ulteriore condizione prima di eseguire il segnale.
Meglio attendere che, dopo il taglio dell a linea dello zero,
i prezzi rompano i massimi o i minimi relativi precedenti.
Solo in seguito a quella conferma di breakout è consigliabile
prendere posizione s ul me rcato.

ZigZag
Lo zig zag è un singolare indicatore sviluppato con lo sco-
po di sche mati zzare l'andamento delle quotaz ioni, talvolta
troppo nervoso e di difficile interpretaz ione, di un'attività
fintlnzia ria .

175
Gra fi ca me nte r indica lOre si prese nta co me una ))C{lliCllza
di linee rette, coll egate t ra loro, che Wliscono i punti d'inver-
s ione del me rcato.
La sem plicità e !'immed ia tezza rappresentativa e in ter-
pretativa ne fanno uno strumento molto d iffuso soprattutto
tr a gli ope ratori che utili zzano la Teoria delle Onde di EI-
liott per elaborare le proprie analisi.
L'ind icatore rappresenta solo le variazioni percentuaH
delle quotazioni d i un a certa entità (ad esempio 5 - 8%), a
discrezione dell'opera tore, allo scopo d'elimin are il nervosi-
smo delle q uotazioni o i movimenti ster ili e irrilevanti che
rischierebbero di falsare l'in terpretazione dell'and a men to
dei prezzi.
ln altre pa role, l'indicatore elimina dalla ra ppresentaz io-
ne tutti i movime nt i che r isultano essere infe r ior i a un de-
terminato va lore percentu ale.
Minore sarà il fi ltro pe rcentuale adottato e maggiore sa-
rà l'infl uenza dei moviment i minori e secondari delle quo-
tazioni. Da sottolineare come l'ultimo valore dell'ind icatore
non sia fi sso ma come a ogni nuova rilevazione si adegui in

F igura 53.1 - Zig zag

176
I/II/WII/(II' l' IIsul/ul,m

rapporto nll'a ndll lllunto dell e L"O ntrattazioni C a l va lore pe r-


cent ua le fissat.o come fil t.ro.
Solo le linee rette precedent i sono determ inate in modo
stabile e fisso.
Oper ativamente pa rlando, è possibile applicare le regole
dell'analis i tecnica direttamen te al grafi co dello zig zag.
L'opera tore potra quindi t racciare linee di tendenza, in-
dividuare livelli di s upporto e resistenza , nonché ricercare
figure grafiche.

177
Capitolo 3

LIMITI, ERRORJ
E OPERATIVITA

Scrivendo un libro si corre il rischio di esporre i concetti


con uno stile troppo entusiastico e di dare a l lettore, s pesso
un neofita, l'impressione che guadagnare in borsa con gli in·
d icatori sia la cosa più fac ile del mondo.
Al riscontro dei fatti , purtroppo, si scopre l'amara verità
ossia che gli indicatori llon sono sempre Quello strumento
infallibile descritto nel libro.
Sono certamente uno strumento determinante e indi-
spensabi le nell'elaborare le analisi ma allo stesso tempo
possono generare fal si segnali.
Stando così le cose, oltre all'ana lisi grafica dei prezzi e
dell'indicatore, occorre a dottare anche un'oculata strategia
di gestione della posizione.
La prima regola dell'analisi tecnica consiglia di "lasciar
correre i profitti e tagliar e le perdite".
Generalmente il piccolo investitore compie esattamente
il contrario: vende il titolo che è salito rispetto al prezzo di
carico e acquista un azione che era rimasta a l palo, o peggio
ancora, che era scesa con forza .
Nel momento in cu i si decide d'aprire una posizione occor-
Te sta bilirne l'eventua le livello d' uscita nel caso l'andamen-
to dell'attività finanziaria sia contrario a quello ipoti zzato.
In altre pa rol e, quando si acqu ista un titolo occorre fi ssa-
re, a priori , il prezzo di stop 1085, sotto il quale si vende in
IKlrd ilfl, poiché l'analis i si è rivelata errata c ilmcrc3 to ci ha
dato torto s ospin gend o l'azione nella direzione oppos ta.
Applicare lo stop loss s ignifica quindi tagliare le perd ite
non appena l'operazione si rivela errata.
Scopo dello stop loss, ri sulta ora facil e intuire, è limitare
le perdite ed evitare che una piccola perdita diventi ingen-
te e onerosa con grave da nno patrimoniale. Meglio s ubire
tante piccole perdite, facilmente recuperabili, piuttosto che
s ubirne poche ma particola rmente onerose.
Esempli6cando, ipotizziamo che il nostro metodo generi
segnali operativi esatti nel 50% dei casi: se ogni volta che
vi nciamo, r eali zziamo una plusvalenza di quattro punti ,
mentre ognj volta che perdia mo, registriamo wm miuusva-
lenza di tre punti , real izzia mo facilmente come alla fine di
ogni mese i conti siano in attivo. Compresa l'importanza
dello stop loss, rimangono da esporre i criteri per fissarlo.
Occorre dis tinguere:

Se l'operazione è al r ial zo, è necessar io Bssare lo stop loss


in caso di discesa sotto il Jj veUo di supporto o di minimo
relativo precedente.
Se l'operazione è al ribasso, è necessario fissa re lo stop
loss in caso di rottura ri alzista del massimo relativo pre-
cedente che costituisce il Iive Uo di resistenza .

Scattato ii segnale operativo e fissato lo stop loss, Ilon re-


s ta che lasciar correre i profit ti ossia mantenere il titolo tino
a l momento in cui s ul grafico dei prezzi s i delineano fi gure
d'inversione o si verificano breakout dei livelli di supporto
e resistenza. A quel punto scatterà lo stop profit e s i usci rà
dalla posizione proteggendo il guadagno maturato.
Stabilito che gli indi catori non sono strumenti in fallibili
non rimane che illustrarne i principali limiti. 11 primo difet~
to è il non essere affidabili "in tutte le stagioni " oss ia in ogni
fase di mercato. T '1eading indicator", affidabili durante le
congestioni lateraJi , generano segnali imperfetti durante le

180
1,,'1111,,' ",,,,,' "I~ 'I(I,n/i.

fUl'li cnrutt,·n zzal.c da una tendenza ben defi nit.a. AI cont.ra-


rio, i "ll.lgging indic8tor" sono inaflidabili duranle le fas i la-
te rali c ottim i strumenti durante i moviment.i direzionali .
La scelta dell 'indicatore da utilizzare sarà quindi da ef-
fettuars i in base aUa tendenza dominante.
Un secondo difetto, non meno importante del precedente.
è costituito da ll'incapacità dell'ind icatore di esser e ind ipen-
dente rispetto all'analisi grafica dell'attività finanziaria .
L'indicatore, quindi, non deve essere visto come un mezzo
per generare segnali ope rativi, ma solo come s trumento di
conferm a de lle indicazioni delineatesi sul grafico dei prez-
zi. Acquistare s u semplice indicazione dell'oscill atore, senza
attendere un concorde segnale sui prezzi, è un 'operazione
altamente rischiosa e scons iglia bil e. Infine occorre ricordare
un concetto già a mpia mente descritto durante la trattazio-
ne: la mancanza d'oggettività. Il difetto riguarda la scelta
del periodo temporale e dei livelH estremi d'ipercomprato e
ipervend uw, nel caso degli indicatori che, s provvisti di indi-
ce fisso, sfrultano. come unico punto di rifer imento, la linea
dello zero (come ad esempio il momentum ).

Dominio temporal e
Purtroppo non è poss ibile individuare un intervallo di
tempo affid abile per ogni titolo, in ogni fase di mercato.
Ogni indicatore e Ob'lli titolo hanno un proprio personaJe
dominio temporale. 1.1 titolo Eni potrebbe generare segna li
affidabili se a bbinato a ll a media mobile a 200 giorni men -
tre una buona operatività s u Ti scali potrebbe essere indotta
dalla media a l O giorni. La ricerca della durala temporale,
che forni sce indicazi oni più tempestive e affidabili , è da
effettuare caso per caso. AJlo stesso modo non è possibile
individuare livelli estremi sta nda rd e riconosciuti oggetti-
vamente in ogni oscillatore. Anche in questo caso è lasciato
ampio margine a ll a discrezionalità del t.rader che dovrà ri-
c~rcnre , dali storici alla mano, quei livell i estremi dove il

181
titolo. in passato. aveva invertito la propria Lendullzll . A
fi a nco dei limiti strutturali di alcuni indi catori , non dob-
biamo però dim en ticare quanto s ia no frequ enti gli errori
interpretativi e a pplicativi commessi dall 'operatore s tes-
so. Molto diffu so tra i neotiti l'error e di sostituire, o ante-
po rre, l'ana lis i deJl\ nd icatore a quella deU'andamento dei
prezzi. Giova nuovam ente r icordare come l'indicatore non
deve mai sostituirsi all'anali s i tecnica a pplicata al grafico
dei prezzi di un'attiv ità finanziaria.
Ogn i oscillatore ba sola funzione compl ementare di
strum ento di conferma. Frequentemente, inoltre, si ri -
scontra un 'app li cazione erraLa e impropri a dell 'indicat o-
re. La casistica è numc,·osa e varia:

Manca to rispetto d e lla predisposizione naturale


dell'ind icatore e suo utilizzo durante una fase di
mercato incompatibi le. L'esempi o classico è l'utili z-
zo di una media mobile durante una congestione dei
prezzi.
Utilizzo congiunto di più indicatori. Da un lato è
possibile che un trader utilizzi congiuntamente a lcuni
indi ca tori con un dominio temporale incompatibile t ra
loro. Ad ese mpio una pi s ta ciclica a 25 giorni e uno
slocast ico 5-3-3: il primo indicatore genera segnali di
breve-medi o periodo mentre il secondo è specifico per il
breviss imo. Occorre invece settare gli indicatori s ulla
medesima freq uenza temporale, altrimenti r isulteran.
no essere espressione di cicli temporali differenti. Ra-
gion per c ui le indi cazioni sa ranno discordanti tra loro.
Dall 'altro lato si corre il rischio d'inserire un numero
elevato d'oscillator i e mettere troppa carne a l fuoco. ]n
entramb i i cas i il rischio è que Uo di confondere le id ee.
Errato inte rpretazione dell'indicatore. Le diver -
genze e i li ve lLi estremi d'ipervenduto e ipercomprato
non sono segna li operativi ma semplici campan elli
d'a ll a rme che avvisa no di un anomalia che sta per es-

182
se re r·iS:l nllln tini mcrc::. to. In altre pamlc, non s i acq u i-
s ta a ppena s i de Hnea una divergenza ria lzista e allo
st esso modo non s i vcnde a ppena l'indicatore sale in
ipercomprato. Attenzione quindi a non confondere una
mer a indicazione con un segna le oper ativo concreto.
n rischio è quello di andare incontro a uno stop loss
a causa di un'entr ata affrettata oppure a un mancato
guadagno per un'uscita a nti cipata dalla posizione.

Un corretto approccio cons iglia di procedere inizialmente


con l'analisi tecnica grafica dell 'attività fin a nziaria oggetto
di studio.
In primo luogo occorre indi viduare i punti di minimo e
massimo dei prezzi e unirli tra 101'0 in modo da individuare
i livelli di supporto e resiste nza, come illus trato nell'imma·
gine 54.1.
Una volta individuata la te ndenza , saremo in grado di
fare una prima selezione tra gli indicato ri.
Se il mercato è laterale opteremo per un leading indica-
tor, quale la pista ciclica.

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--
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-
Figura 54.1 - Li velli d i supporto in un trend rialzista

183
Altrimenti , in caso di tende nza definita , In scu lLfl ricmln)
su un lagging indicator come un s istema di medie mobili .
Nel caso in ana lis i, la lendenza. caratterizzata dai mini4
mi crescenti, è al rialzo per cui inseriamo la media mobi le
esponenziale. lndividuata la categoria occorre chiarire qua 4
li informazioni richiedere aU'indicatore. Se sono necessarie
informazioni s ull a velocità del movimento dci prezzi sele 4
zioneremo la solita pista ciclica; altrimenti potremo optare
per il KST nel caso si desideri individuare il ciclo di mer4
cato. Ogn i ind icatore ha le proprie caratteris tiche speci6 4
che. Inserito l'indicatore s ul grafi co, come ultinlO passaggio,
non resta che ottimi zzare iJ periodo temporale in base alla
nostra ope rativ ità e procedere a ll a sua interpretaz ione se-
guendo le regole es presse nel libro.
L'immagine 54.2 ill ustra come la media mobile esponen-
zia le li 15 periodi s ia un affida bile supporto della tendenza
rialzista. Infatti quando, a metà marzo 2000, i prezzi dell'in-
di ce Fib scesero sotto la propria media mobi le, il segnale di
vendita generato sì ri velò prez ioso per uscire daJ mercato in
pross imi tà dci massimi storici .

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Figura 54.2 - Media mobile e livelli di s upporto

184
GLOSSARIO

Accumulazione: fase dura nte la quale, sul mercato,


operano le "mani forti" (i bene informati) che fanno incet-
ta di titoli , avendo cura di mantenere bassi i prezzi e i
volumi, in previsione di un movimento r ialzista.

Ampie zza: misura il grado di partecipazione della gene 4


raJità dei singoli titoli al movimento in atto.

Breakout: rottura di un livello di resistenza, o supporto,


che inverte la tendenza dei prezzi.

Congestione: movime nto laterale dei prezzi cbe oscilla-


no senza una chiara direzione (né al r ialzo né al ribasso)
in una forbice di quotazioni comprese tra il su pporto Oi-
nea che unisce tra loro i minimi) e la resistenza (linea che
unisce t ra loro i massimi),

Correzione : movime nto secondario contrano alla ten-


denza principale al rialzo.

Distribuzione: fase durante la quale, sul mercato, ope-


rano le "mani fo rti" che vendono tutti i titoli in portafo-
glio, avendo cura di mantenere aostcnute le quotazioni,
in previs ione di una discesa dei prezzi dell e attività fi-
nanziane.
Dive rge n zu: configurazione che s i sviluppa nel mOIllr'n-
to in cui l'a ndame nto dei prezzi di un'attività fi nanzia-
ria e l'a ndamento dell'indicatore non sono concordi nella
medes ima direzione. Esemplificando: prezzi del t itol o a l
rialzo e valori dell'indicatore al ribasso, nel caso di di ve r-
genza ribass ista. Stesso concetto ma in vertito nel caso di
di vergenza ria lzista.

lnd.icatore: strumento operativo sv iluppato a llo scopo


d'integrare e completare l'anali si tecnica classica. Funge
da strum ento di conferma, o divergenza , dei segna li ope·
l'ativ i generati da ll'analis i grafica dei prezzi dell'attività
finan ziari a.

Indi catori adattivi: indicatori che, a utoma ticamente,


modificano i propri parametri allo scopo d'adattarsi alle
mutate condizioni di mercato, quali l'aumento o la dimi-
nuzione della volatili tà.

Ipercom prato: zona estrema s uperi ore di un indicatore


che segnala un eccesso di domanda. Individu a un possi-
bile mass imo di periodo dell e quotazioni.

Ipervenduto: zona estrema inferior e di un oscilJatore


che segnala un eccesso d'offerta. lndi vidua un possibile
minimo di periodo delle quotazioni.

Linea d 'equilibrio (linea dello zero): linea orizzon-


tale che rappresenta il Li vell o d'uguaglianza t ra i valori
utili zzati nel calcolo dell'oscillatore. Caratteristica fonda-
me ntale è la capacità di generare segnali operativi e di
cambiamento dell a tendenza in atto mediante il suo at·
traversame nto da parte dei valori dell'indicatore.

Linea di t e nd e nza (tre ndlin e): linea che unisce tr a lo-


ro i massimi o i minimi dei prezzi dell e quotazioni.

186
Lagging indj ca tol': ind iC1ttore, non Lcmpe~livtJ. utili z-
zato per analizzare la tenden za dei prezzi.

Leading indic a t or: indicatore, tempest ivo, che anticipa


le invers ioni di tendenza dei prezzi delle attività finan -
ziari e.

Long: ope razione speculativa al rialzo.

Momentum: misura dell a velocità e della for za della


tendenza in atto su un'attività fin a nzia ria .

Ope n interest: numero di contratti "aperti" s ul merca·


to d ei derivati (es. future) rileva to a ogn i chiusura di
contrattazioni.

Oscillatore: indicatore car atterizzato dal suo fluttuare at-


torno alla !.inea d'equilibrio e tra le zone estreme d'iperven-
duto e ipercompralo di livello predefinito (es. zero e 100)

Res iste nza: liveJ10 dei prezzi, individuato unendo tra lo·
ro i massimi delle quotazioni di periodo, in cui il mercato
arresta la s ua tendenza r inlzis ta a causa del ritorno di
forza da parte dei ribassisti .

Short: oper azione speculative al ribasso.

Signal Hne: media mobi le calcolata sull'indicatore cui è


affiancata. La s ua fun zione è quella di genera re segnali
operativi t ramite l'incrocio con i valori dell'indicatore.

Stop loss: livell o di prezzi sotto/sopra i quali si chiudo-


no le posizioni aperte nel momento in cui si realizza di
aver operato s ulla base di un falso segnale. Generalmen ·
te l'uscita dalle pos izioni scatta in caso di discesa sotto
importanti livell i di prezzo quali su pport i e minimi rela-

187
t.ivi precedenti , in caso d'operazioni "long"; oppure in caso
d i salita olt.re resistenze e massimi relat.ivi, in operazioni
"short".

Supporto: livello dei prezzi, individuato unendo t.ra loro


i minimi dell e quotazioni di periodo, in cui il mercato in-
terrompe la sua t.endenza ribassista a ca usa di un ritorno
d'interesse dei rialziati.

Teoria di Dow: teoria elaborata da Charles H. Dow che


class ifica e descrive le tendenze in primarie, secondarie e
terzia ri e co ll egandole con l'andamento dei volumi , qua li
ind icatori di conferma.

Volatilità: misura delle oscill azioni dei prezzi.

Volume : numero d'azioni scambiate ("passate di mano")


nell'arco del periodo temporale consider ato (giornaliero,
settimanale o mensile).

188
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W Wi/der, Trend Researeh

Long-term Secrets to Short-Term Trading,


L. Wi//iams, Wiley

Winning on Wall Strect,


M. ZlVeigh, Warner Books

190
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l'uso, in cui trovare gran parte delle risposte ai quesiti che l'in-
vestitore quotidianamente si pone sui covered warrant. Nono-
stante la faciliti!. di negoziazione dei covered warrant ne faccia uno strumento molt(l simile a
qualsiasi titolo, i meccanis.mi che ne regolano le variazioni di valore e i movimenti di prezzo
impongono all'investitore una conoscenza dei mercati finanziari molto ampia. n primo passo
è quindi quello di raggiungere la piena consapevolezza di tutti i rischi che uno strumento di
questo tipo t'Omporta. Lo scopo di questo libro, pert.aDto, edare quanto più possibile questa
consapevolezZH oon terminologia immediata e tanti esempi pratici perché le teeniche vincen-
ti spesso sono le più semplici. Completa il libro il software realizzata da Andrea Unger, Ana-
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funzionamento della direzione dei prezzi, del momenlum e
delle divergenze illustrando mme la loro attenIli osservazio-
ne possa offrire allrader un vantaggio competitivo per opera-
re sul mercato. Con un linguaggio conciso e immediato, e con
semplici accenni a formule matematiche, l'Autore presenta al
lettore svariate modalità operative che si avvantaggiano del-
l'uilO degli indicatori basati sul momentum. Blau descrive le più recenti scoperte nel campo
de:! ttading basato su strumenti tecnici guidando illeUore attraverso un percorso di sludio
urricchito do 0!(.rc70 grafici di gnmde utilità per In comprensione di quanto esposto nel testo,
BIMI unnliuJl l€l CllrnUùrLstiche Il i !imili di molti Cra gli indicilll.lri e O!;cilJlIt.Qri più di(fusi
JX!r poi illlllllr:l/'t! con\l' j pl't' ~1.i, il m()nl(m~lIIn e le diverr;I!M.ù po;!5ono venire ulillunli per
lu c....t.rutlulw di liUti nUIII'1I lIèl\trM,lcl!\u di indicatori (f l)(lr miuliofllM l'rffil:lldn ili fjurlli già
~'II.l~ t.I'I !ll / 1(111 ~1It\ WIl rt~ I)(\ t ~IOllllllOCk {I 'l'r!ldèlillllion,

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