DANIELA ROTELLA - Copyright Wolters Kluwer Italia s.r.l.

FISCALITÀ &
COMMERCIO
INTERNAZIONALE
INSERTO
2015

Cile
10
di Diego Saluzzo e Cristobàl Porzio

Operare in America Latina

Il contesto geografico ed economico
Commercio estero e sistema doganale
Investimenti esteri
Normativa societaria
Normativa del lavoro e previdenza sociale
Tutela della proprietà intellettuale
Normativa fiscale
Mercato elettrico
Sistema delle concessioni
Mercato delle telecomunicazioni
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Inserto

Sommario

AFFARI & COMMERCIO CON: CILE

OPERARE IN AMERICA LATINA . . . . . . . III
IL CONTESTO GEOGRAFICO ED
ECONOMICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . IV
COMMERCIO ESTERO E SISTEMA
DOGANALE. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . V TUTELA DELLA PROPRIETÀ
- Importazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . VI
- Esportazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . VII
INVESTIMENTI ESTERI . . . . . . . . . . . . . . VII
- Normative volta ad incentivare gli
investimenti esteri . . . . . . . . . . . . . . . VII
- Capitolo XIV del Compendio di
Norme su Cambi Internazionali della
Banca Centrale Cilena . . . . . . . . . . IX
NORMATIVA SOCIETARIA . . . . . . . . . . X
- Conferimento di un mandato a un
rappresentante per realizzare
operazioni in Cile . . . . . . . . . . . . . . . X
- Apertura di un’agenzia/filiale . . . . . X
- Costituzione di una società . . . . . . . X
NORMATIVA DEL LAVORO E
PREVIDENZA SOCIALE . . . . . . . . . . . . . XII
- Ingresso in Cile di stranieri che
svolgono attività retribuite . . . . . . . . XII
- Normativa sulla sindacalizzazione
e sulla negoziazione collettiva . . . . . XIII
- Sistema previdenziale e di
assistenza sanitaria pubblica. . . . . . XIV
INTELLETTUALE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . XIV
- Leggi cilene che regolano gli aspetti
relativi alla proprietà intellettuale . . . XV
NORMATIVA FISCALE . . . . . . . . . . . . . XVI
- Imposta sul reddito . . . . . . . . . . . . . XVII
- Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) . XIX
- Imposta di bollo . . . . . . . . . . . . . . . . XX
- Imposta municipale . . . . . . . . . . . . . XX
- Incentivi fiscali per la localizzazione
degli investimenti . . . . . . . . . . . . . . . XX
MERCATO ELETTRICO . . . . . . . . . . . . . XXI
- Investitori stranieri ed esportazioni e
importazioni di energia . . . . . . . . . . XXII
SISTEMA DELLE CONCESSIONI . . . . . . . XXII
- Regolamentazione . . . . . . . . . . . . . . XXII
- Garanzie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . XXII
MERCATO DELLE TELECOMUNICAZIONI XXIII
- Politiche e disciplina normativa . . . . XXIII

FISCALITÀ &
II n. 10/2015 COMMERCIO
INTERNAZIONALE
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Cile
di Diego Saluzzo e Cristobàl Porzio
Operare in America Latina
Il Cile rappresenta oggi l’economia latino-ame-
ricana più solida e positivamente valutata tanto
dalle organizzazioni internazionali che dagli
investitori esteri: emblematici sono al riguardo
l’ingresso a partire dal 2010 del Cile nell’OCSE,
l’acquisizione a partire dal gennaio 2014 di un
seggio non permanente per due anni nel
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e la
continua crescita del Paese non solo sotto il
profilo economico, con un PIL in crescita
costante di oltre il 5% annuo a partire dal 2005
e che ha segnato una flessione soltanto nel 2014,
ma anche sotto il profilo sociale che fanno di
questo Paese una delle mete preferite per gli
investimenti diretti provenienti dall’estero,
soprattutto nel comparto estrattivo. Non a caso
le agenzie internazionali attribuiscono al Cile un
alto rating rappresentato dall’A+ di Fitch e
dall’AA- di Standard & Poor (gli stessi attribuiti
alla Cina prima delle ultime vicissitudini di
Borsa) e impietosi per confronto con i corrispon-
denti BBB+ e BBB- attribuiti dalle medesime
agenzie all’Italia. Ancora più mortificante poi un
confronto Cile-Italia guardando al Corruption
Perception Index elaborato da Transparency
International che per il 2014 colloca il Cile al
21° posto, là dove l’Italia occupa la posizione
n. 69. È il trionfo di un modello nazional-prag-
matico nei confronti degli investimenti esteri,
che ha fatto da naturale seguito all’ondata di
liberalizzazioni e privatizzazioni attuate nel
Paese a partire dalla seconda metà degli anni
‘70 - dopo la svolta politica bruscamente avviata
con il colpo di Stato del 1973 - con riforme
ispirate al neo-liberalismo che hanno portato il
Cile ad essere il secondo Paese in America Latina,
dopo il Brasile, nel ricevere investimenti esteri,
Inserto
grazie alla sua economia aperta accompagnata da
grande stabilità politica e sociale. Modello che va
focalizzandosi su misure di attrazione degli inve-
stimenti che consentano di apportare benefici a
determinati comparti economici, privilegiando
il settore estrattivo, agroindustriale e quello
dei servizi, soprattutto in ambito finanziario e
delle telecomunicazioni. In questo approccio il
Cile è favorito da un’economia estremamente
orientata alle esportazioni, che rappresentano
oltre un terzo del PIL, nonché dai numerosi
accordi commerciali in essere con oltre 60 eco-
nomie tra le più rilevanti al mondo, a partire
dall’Accordo di libero scambio del 2004 con gli
Stati Uniti agli accordi commerciali sottoscritti
con Unione Europea, EFTA, MERCOSUR,
Cina, India, Canada, Messico, Australia,
Singapore e Corea del Sud. Significativamente
il Cile non è membro né del MERCOSUR, né
della Comunidade Andina de Naciones (CAN) in
quanto la sua economia è senza dubbio la più
aperta dell’America Latina e proprio su questa
caratteristica poggia la differenziazione rispetto
agli altri Paesi del continente sudamericano. E
sebbene la storia recente del Paese sia comune a
molti altri Stati latino-americani, ed in partico-
lare all’Argentina, avendo entrambi ottenuto
l’indipendenza dalla Spagna due secoli orsono,
con una popolazione d’origine perlopiù europea
ed alle spalle l’esperienza di un Governo militare,
Diego Saluzzo - Partner Grande Stevens & Studio Legale Associato
Cristobàl Porzio - Partner Porzio, Rios, Garcia & Asociados -
Santiago
Si ringraziano l’Avvocato Marino Porzio, socio fondatore dello
Studio Porzio, Rios, Garcia & Asociados di Santiago e l’Avvocato
Tamara del Rio, associate dello Studio medesimo, per il loro
prezioso ed imprescindibile aiuto in questo lavoro.
FISCALITÀ &
COMMERCIO
INTERNAZIONALE n. 10/2015 III
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Inserto
ed avendo entrambi attraversato epoche conno-
tate da forti turbolenze politiche e massicce pro-
teste di piazza, il Cile si trova oggi in ragione delle
sue scelte, in primis di politica economica, in
posizione di assoluto primato. E ciò per giunta
essendo dotato, rispetto ad altre nazioni limitrofe,
Argentina inclusa, di risorse naturali assai inferiori.
La capacità è stata quella di saper adottare politiche
economiche sensate ed a volte assai innovative, ivi
incluso l’utilizzo in prospettiva di medio-lungo
termine all’interno del bilancio pubblico dei pro-
venti derivanti dall’estrazione del rame, che rap-
presentano tuttora circa il 13% del bilancio stesso;
la stabilità politica e sociale ha fatto il resto, aiu-
tando significativamente la Banca Centrale cilena
a mantenere l’inflazione a soglie sempre vicine al
2%, assolutamente insolite nel panorama sudame-
ricano ed incredibilmente attrattive per l’investi-
tore estero, che per giunta in Cile trova altissima
scolarità del personale locale, il miglior sistema di
connessione Internet dell’America Latina e nella
capitale Santiago un’elevata qualità della vita com-
binata con costi degli immobili assai ragionevoli se
paragonati ad altre metropoli sudamericane.
A partire dal marzo del 2014, con un Cile
divenuto parte dell’OCSE ed aperto allo svi-
luppo ed alla liberalizzazione, l’insediamento di
un Governo composto da una coalizione di
sinistra che include anche il Partito Comunista
ha condotto ad un parziale ripensamento
dell’originario modello liberale. Non solo le
dichiarazioni pubbliche e le manifestazioni di
piazza sono state orientate in questa direzione,
ma lo comprovano le tre importanti riforme
che il Governo ha sottoposto al vaglio del
Parlamento, ovvero:
(a) una riforma fiscale già approvata e criticata da
tutti, anche perché redatta in modo, per
molti versi, frettoloso ed approssimato,
tanto da richiedere ulteriori strumenti nor-
mativi per emendarla e darle interpretazione
corretta ed attuazione;
(b) una riforma del Codice del Lavoro, ancora in
discussione in Parlamento e che vorrebbe
FISCALITÀ &
IV n. 10/2015 COMMERCIO
INTERNAZIONALE
per certi versi restituire ai sindacati il potere
che avevano negli anni ‘60 e ‘70;
(c) una riforma globale del sistema scolastico,
connotato dallo slogan “educazione gratuita
per tutti”.
Si sta inoltre iniziando a parlare di una possibile
riforma della Costituzione.
Anche se il Governo può contare sulla maggio-
ranza in Parlamento, esiste una generalizzata
opposizione da parte della popolazione cilena,
e non soltanto della sua matrice imprenditoriale,
a questo ciclo riformista, con una resistenza al
cambiamento che ha avuto come conseguenza
un evidente rallentamento in ambito econo-
mico, come i dati macroeconomici dello scorso
anno sono andati ad evidenziare, a partire dalla
già menzionata ridotta crescita del PIL rispetto al
trend abituale dell’ultimo decennio. I prossimi
mesi saranno decisivi per determinare se questa
fase di rallentamento sia da considerare passeg-
gera ovvero destinata a protrarsi nel tempo.
Il contesto geografico ed economico
Paese esteso nella parte meridionale del conti-
nente sudamericano, il c.d. Cono Sur, tra
l’Oceano Pacifico e la cordigliera delle Ande su
di un’area di circa 750.000 chilometri, confinante
per la più parte con l’Argentina e poi con Bolivia e
Perù, il Cile è Paese di contrasti, dalle aree deserti-
che a Nord al clima temperato e mediterraneo del
Centro sino alle aree fresche ed umide a Sud, con
cime andine elevatissime che raggiungono i 6800
metri, tantissimi vulcani attivi, vasti pascoli e rile-
vanti risorse forestali e marittime. A ciò si aggiunge
l’affascinante e misteriosa Rapa Nui, l’Isola di
Pasqua lontana 3600 Km dalle coste cilene ed
amministrativamente riportante alla regione di
Valparaiso, dove i moai, grandi teste di pietra dal
significato ed origine ancora incerta, fanno da
porta e collegamento con la non lontana Polinesia.
Ad una popolazione autoctona rappresentata
soprattutto dal ceppo Mapuche, che rappresenta
tuttora quasi il 10% dei circa 18 milioni di abitanti,
si è gradualmente aggiunta una popolazione di
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origine europea, soprattutto spagnola, di un Paese
che per secoli della Spagna fu colonia e che alla
Spagna è tuttora fortemente legato, non solo per la
lingua ma anche e soprattutto per i forti legami
economici. Ritornato alla democrazia nel 1990
dopo il regime militare di Pinochet, subentrato a
seguito di un colpo di Stato attuato nel 1973 ai
danni del previgente Governo filo-marxista di
Salvador Allende, il Paese rappresenta per una
realtà molto vicina a quella europea anche per i
modesti tassi di natalità, accompagnati da una
prospettiva di vita sempre più lunga. Anche i
tassi di povertà, pur restando attestati su un signi-
ficativo 15% di popolazione che vive sotto soglia,
sono di gran lunga inferiori a quelli degli altri Paesi
dell’America Latina (e molto vicini alle percen-
tuali italiane), anche se il contrasto con il benessere
diffuso di una larga fascia di popolazione suona per
certi versi ancora più stridente nel contesto sud-
americano. Circa il 90% della popolazione, di età
media relativamente giovane e vicina alla trentina,
si concentra nelle aree urbane, in particolare della
capitale Santiago, con circa 6 milioni e mezzo di
abitanti, Valparaiso e Conception. Ottenuta l’in-
dipendenza dalla Spagna nel 1810 la Repubblica
del Cile si articola amministrativamente in 15
regioni; la Carta Costituzionale vigente è stata
adottata nel 1980; connota la nazione come
Repubblica presidenziale, con sistema parlamen-
tare bicamerale con un Congresso Nazionale arti-
colato in Camera dei Deputati costituita da 120
membri e Senato formato da 38 membri. I mem-
bri del Congresso sono in carica per 4 anni per
quanto riguarda la Camera dei Deputati e per 8
anni per quanto riguarda il Senato, dove peraltro
ogni 4 anni si procede al rinnovo della metà del
consesso; ciò attraverso elezioni distinte per
Camera dei Deputati e Senato. Detto sistema
bicamerale ad elezione diretta era sino ad oggi
basato su un rilevante premio di maggioranza (c.d.
sistema “binominale”) a beneficio del Partito
politico che otteneva almeno i 2/3 dei suffragi;
nel gennaio del 2015 il Congresso Nazionale ha
però varato una riforma elettorale che modifica
Inserto
tale sistema, a partire dalle prossime elezioni nel
2017.
L’economia si fonda su una popolazione lavora-
tiva di circa 8 milioni e mezzo di abitanti, con un
tasso di disoccupazione che si attesta intorno al
6%, dedicati per oltre il 60% al comparto dei
servizi (in particolare finanziari e nei comparti
relativi ad energia e telecomunicazioni), per circa
il 25% all’industria, soprattutto estrattiva (rame,
oro, argento, ferro, litio), ma anche tessile e
correlata ai settori dell’edilizia e del trasporto;
la restante parte della popolazione opera nel
comparto agro-alimentare, ove prevalgono la
silvicoltura, l’itticoltura ed alcune coltivazioni a
carattere mediterraneo, ed in particolare uva
(con una significativa produzione vinicola che
pone il Cile nelle prime posizioni tra i produttori
ed esportatori mondiali, con una produzione di
10 milioni di ettolitri nel 2014, rispetto ai 44,4
milioni di un’Italia che è la seconda nel ranking
mondiale dei produttori), frutta e ortaggi.
Commercio estero e sistema doganale
Il commercio estero cileno è sempre stato carat-
terizzato da dinamismo e flessibilità, il che ha
permesso l’aumento sistematico dello scambio di
beni e servizi con tutti i Paesi negli ultimi 30 anni.
Ciò è stato possibile grazie ad una politica com-
merciale che ha dato priorità all’apertura inter-
nazionale, rappresentata dai trattati di libero
scambio, che hanno permesso al Cile di accedere
a circa l’88% del PIL mondiale, con un mercato
virtuale di oltre 3.5 miliardi di consumatori. Nel
quadro della internazionalizzazione del Paese, il
Cile ha firmato accordi di libero scambio tra gli
altri con Australia, Canada, Messico, Stati Uniti,
Associazione europea di libero scambio (EFTA),
America Centrale, Unione Europea, la Corea
del Sud, Panama, Giappone, Cina e Turchia.
Questi accordi tendono ad eliminare i dazi doga-
nali tra i Paesi partecipanti entro i termini stabiliti
dal trattato.
La suddetta apertura ha richiesto l’appoggio di
istituzioni propense alle sfide che il commercio
FISCALITÀ &
COMMERCIO
INTERNAZIONALE n. 10/2015 V
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Inserto
globale esige in condizioni di competitività, fermo
restando il rispetto della normativa della WTO
sulla libera concorrenza. Infatti, il Cile ha sotto-
scritto tutti gli accordi del Trattato WTO ed in
particolare le disposizioni in materia di sussidi e di
dumping, rendendo così possibile l’adempimento
alla normativa internazionale in materia antitrust.
Dal punto di vista della normativa nazionale che
regola le questioni relative al commercio estero, è
necessario segnalare il modo in cui si realizzano le
importazioni e le esportazioni, in conformità con
le disposizioni legali che le regolano.
Internamente, l’organismo responsabile dell’ap-
plicazione delle tariffe doganali, e in generale del
controllo delle operazioni di importazione e di
esportazione è il Servizio Doganale Nazionale
(SDN). La conoscenza e la risoluzione delle con-
troversie insorte in quest’ambito sono conferite ai
sensi della Legge n. 20.322 a Tribunali specializ-
zati denominati “Corti delle imposte e doganali”.
Importazioni
Il sistema di importazione è basato su principi che
regolano le destinazioni doganali di importa-
zione. Il Cile possiede chiare norme sugli ele-
menti che devono essere considerati nel processo
di importazione
Sistema di valutazione
Ai fini dell’applicazione delle imposte doganali si
utilizza il concetto di Prezzo Doganale, inteso
come il Prezzo di Transazione liberamente con-
cordato tra le parti nel corrispondente contratto
di compravendita internazionale, antecedente
previo e indispensabile per procedere con un’o-
perazione di commercio con l’estero. Il Prezzo
Doganale su cui si applicano il diritto doganale
e l’IVA, in termini generali, corrisponde a tale
Prezzo Doganale più il nolo, l’assicurazione e le
altre spese connesse. Il Cile ha sottoscritto
l’Accordo di Valutazione della WTO, di grande
aiuto per il contraente straniero che esporta in
Cile in quanto comune a tutti i Paesi mem-
bri WTO.
FISCALITÀ &
VI n. 10/2015 COMMERCIO
INTERNAZIONALE
Sistema di classificazione
Il Cile ha un Sistema Daziario Doganale che si
attiene al Sistema Armonizzato della WTO, in
base al quale la classificazione dei prodotti corri-
sponde alla nomenclatura internazionale accet-
tata in tutti Paesi membri e, pertanto, la
descrizione dei beni espressi nelle didascalie
daziarie non varia, nelle parti fondamentali, da
un Paese all’altro. Il Cile classifica i prodotti in
classi daziarie fino ad otto numeri. Il Paese ha un
sistema di imposte doganali basso ed uniforme. Il
dazio doganale ordinario ammonta al 6% ad
valorem e si applica a tutti i beni classificati
come assoggettati a dazio per ogni prodotto
importato, in aggiunta all’IVA del 19% sul
Prezzo Doganale. Sono esenti dal pagamento
totale o parziale dei diritti doganali i prodotti
che figurano nei trattati di libero scambio o che
sono stati dispensati unilateralmente da disposi-
zioni legali interne. L’IVA va pagata in ogni caso,
anche se il prodotto è esente dai diritti doganali.
La normativa doganale cilena consente che la
merce possa non perdere la sua natura di merce
straniera, rimanendo nel Paese in un regime
doganale sospensivo. Ciò nelle seguenti ipotesi:
(a) Magazzino Privato - Si autorizza l’entrata
di beni senza il pagamento di imposte doga-
nali per un periodo di 90 giorni, con l’ob-
bligo di depositarli in un magazzino e sotto
custodia del SNA (Servizio Nazionale delle
Dogane). Nel periodo di stoccaggio, il tito-
lare deve pagare un’imposta determinata dal
SNA e non può disporre liberamente dei
prodotti. Se li trasforma, usa, vende o effettua
su di essi qualsiasi atto di alienazione o tale da
costituire un onere, incorre nel reato di
contrabbando. Alla fine del periodo auto-
rizzato, il titolare del Magazzino Privato ha
due opzioni: procedere all’importazione dei
beni o rimandarli all’estero.
(b) Importazione temporanea - Si autorizza
l’ingresso di merci senza il pagamento di
imposte doganali, e non per questo esse
perdono la loro natura di merci straniere.
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In questo caso, i beni introdotti sono soggetti
alle stesse proibizioni dei prodotti entrati
sotto il regime precedente, con un’ecce-
zione: l’interessato può disporre di tali
beni, pagando una tassa proporzionale ai
diritti doganali in relazione al tempo tra-
scorso. Nonostante quanto precedente-
mente illustrato, una serie di beni sono
esenti dal pagamento della tassa menzionata.
Sono quelli che entrano nel Paese per spet-
tacoli culturali, con veicoli di turisti e desti-
nati al trasporto internazionale di persone,
container o contenitori, navi, ecc.
(c) Perfezionamento Attivo - Questo regime
permette all’esportatore di un prodotto
finito di introdurre materie prime, compo-
nenti o semilavorati, senza pagare i diritti
doganali e l’IVA, per integrarli o trasformarli
in un prodotto finale di esportazione.
(d) Zone Franche - Nelle città di Iquique, a
Nord del Paese, e Punta Arenas, all’estremo
Sud, sono state stabilite zone delimitate sog-
gette alla finzione giuridica della c.d.
extraterritorialità doganale. I beni introdotti
non sono soggetti a diritti doganali e ad IVA e
possono essere trasformati liberamente,
usati, alienati, ceduti o rimandati all’estero,
senza che ad essi vengano applicate le norme
che regolano le destinazioni doganali prece-
dentemente elencate.
Per concludere, il Cile ha sottoscritto il Protocollo
di Montreal riguardo al controllo delle sostanze
che danneggiano lo strato di ozono, che esige che
gli importatori di tali prodotti, registrati preso il
SNA, rispettino in tutto e per tutto la normativa
doganale ad essi applicabile.
Esportazioni
Il regime legale che si riferisce all’uscita legale di
merci proibisce le imposte sulle esportazioni
come misura effettiva contro il rincaro dei pro-
dotti cileni di esportazione. È nell’applicazione
di questo concetto che si inquadra il rimborso
dell’IVA pagata per l’acquisto di un prodotto
Inserto
finito o di materie prime incorporate a un pro-
dotto di esportazione.
In questo modo, tutti gli esportatori che dimo-
strano di aver pagato l’IVA per l’acquisto di
forniture possono essere beneficiati con il rim-
borso di tale imposta una volta esportato il pro-
dotto finale. Così come per l’importazione, il
documento denominato Dichiarazione Unica di
Uscita (DUS) deve essere elaborato e spedito
elettronicamente dall’Ufficiale di Dogana, con
i dati e la documentazione forniti dall’esporta-
tore. Il DUS deve essere autorizzato dal SNA.
La normativa doganale permette inoltre l’uscita di
merci dal Paese, senza che per questo si intenda
realizzata un’esportazione. Prevede infatti alcune
figure giuridiche per cui la merce non perde la sua
natura di merce nazionale e rimane temporanea-
mente all’estero per un tempo determinato.
Investimenti esteri
Normative volta ad incentivare
gli investimenti esteri
L’investitore estero può effettuare l’investi-
mento dal Paese di provenienza oppure reperirlo
in loco, attraverso il sistema bancario cileno.
Nel caso d’ingresso di capitale straniero in Cile,
questo potrà essere rappresentato sia da un
apporto in valuta connotabile come investi-
mento straniero, sia da un credito che l’investi-
tore straniero abbia ottenuto in Italia o in un
Paese terzo, presso un operatore finanziario.
Per l’ingresso di questo capitale in Cile, l’inve-
stitore dovrà procedere tramite il Mercato
Cambiario Formale, ovvero attraverso un’istitu-
zione bancaria autorizzata: in Cile il c.d. Mercato
Cambiare Formale si compone di tutte le banche
commerciali stabilite nel Paese e riconosciute
come tali dallo Stato cileno, banche che devono
fornire in maniera dettagliata e periodica alla
Banca Centrale del Cile informativa di determi-
nate operazioni effettuate dai propri clienti.
Oggi esistono due regimi diversi per gli investi-
menti stranieri: (i) lo Statuto dell’Investitore
FISCALITÀ &
COMMERCIO
INTERNAZIONALE n. 10/2015 VII
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Inserto
Straniero, rappresentato dal Decreto legge n. 600
(D.L. n. 600) e sue modificazioni ed attualmente
in corso di discussione e revisione e (ii) il
Capitolo XIV del Compendio di Norme sui
Cambi Internazionali della Banca Centrale del
Cile.
Abbiamo poi ulteriori norme applicabili agli
investimenti esteri diretti. Relative a specifici
settori, come la Ley de la Gran Mineria del Cobre
del 1967 o il D.L. n. 18482/85 che disciplina il
settore petrolifero.
Il Decreto legge n. 600
Questo sistema è stato concepito, durante la
seconda metà degli anni ‘70, al tempo della
rivoluzione liberale (ispirandosi alla Scuola di
Chicago), come incentivo per attrarre investi-
menti stranieri di particolare rilevanza ed opera
dal 1974, fornendo garanzia che lo Stato cileno
non attuerà cambiamenti al regime fiscale appli-
cabile per tutta la durata dell’investimento.
Possono avvalersi del D.L. n. 600 le persone
fisiche e giuridiche, straniere e cilene, con resi-
denza e domicilio all’estero che trasferiscano
capitali investendoli in Cile.
Il Comitato degli Investimenti Stranieri può
fissare l’importo minimo dell’investimento stra-
niero richiesto, che ad oggi ammonta a US$
5.000.000 se l’investimento viene effettuato in
valuta e a US$ 2.500.000 per investimenti rea-
lizzati con altre modalità.
La storia di questo regime d’investimento indica
che è stato utilizzato soprattutto per investimenti
di ingente importo, soprattutto nel settore mine-
rario (miniere del rame, oro, argento, litio, etc.).
Per investire in Cile, l’investitore straniero deve
presentare una richiesta di investimento al
Comitato degli Investimenti Stranieri; se la
richiesta viene approvata, l’investitore può
depositare in Cile tutto o parte del suo investi-
mento, che viene espressamente riconosciuto
nell’ambito di un contratto d’investimento stra-
niero, da stipulare in forma di atto pubblico
notarile tra l’investitore straniero e lo Stato
FISCALITÀ &
VIII n. 10/2015 COMMERCIO
INTERNAZIONALE
Cileno rappresentato dal Comitato degli
Investimenti Stranieri. Dal momento in cui
viene effettuato il trasferimento di capitali pro-
venienti dall’estero in Cile, l’investitore viene
considerato tale e acquisisce i suoi diritti e doveri
tutelati dal D.L. n. 600 e rappresentati da:
a) accesso al Mercato Cambiario Formale costituito
dalle istituzioni bancarie autorizzate in Cile, sia
per convertire la valuta corrispondente all’ap-
porto di capitale che per acquistare la valuta da
trasferire all’estero, sia in forma di capitale che di
utili e dividendi;
b) rimessa di capitali all’estero, che può essere effet-
tuata a partire da un anno dall’avvenuta effettua-
zione, esente da ogni imposta, tassa o onere, fino
all’intero ammontare dell’investimento realiz-
zato. La rimessa di utili e dividendi può essere
effettuata in qualsiasi momento, previo assolvi-
mento degli obblighi tributari corrispondenti, che
deve essere comprovato al Comitato degli
Investimenti Stranieri;
c) gli investitori hanno libero accesso a qualsiasi tipo
di attività economica, su un piano di assoluta
parità con l’investitore locale;
d) in particolare l’art. 9 dal D.L. n. 600 garantisce
all’investitore straniero la non discriminazione.
Pertanto all’investitore straniero si devono appli-
care le stesse leggi e regolamenti a cui sono
soggetti gli investitori locali, operanti nella stessa
attività produttiva. In caso di discriminazione
esiste una procedura legale per presentare
reclamo. Tuttavia, l’investimento straniero può
essere legittimamente oggetto di restrizioni di
accesso al credito interno;
e) assoggettamento al regime fiscale cileno, dove le
imprese cilene sono tenute a versare un’imposta
detta Imposta di Prima Categoria, il cui tasso è
attualmente del 22,5%. Come meglio vedremo in
seguito, la Legge n. 20.780 del 2014 ha introdotto
modifiche significative al sistema fiscale cileno,
con particolare riguardo all’imposta sui redditi,
con un’entrata in vigore graduale, dove il 2017
sarà il primo anno in cui il nuovo sistema di
imposta dei redditi sarà pienamente in vigore;
f) gli investitori stranieri sono soggetti ad
un’Imposta Aggiuntiva sulla rimessa degli utili
nel proprio Paese, con la possibilità di scegliere
tra diverse opzioni che verranno di seguito illu-
strate nella Sezione dedicata alla fiscalità. Il tasso
dell’Imposta Aggiuntiva che grava sulla rimessa
degli utili all’estero è attualmente pari al 35%;
g) gli investitori stranieri hanno diritto a chiedere
che nei rispettivi contratti di investimento venga
stabilita, per il tempo necessario a realizzare l’in-
vestimento pattuito, l’invariabilità del regime
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fiscale dell’imposta sulle vendite e sui servizi
(Imposta sul Valore Aggiunto) e del regime dazia-
rio, applicabili all’importazione di macchinari ed
attrezzature non prodotte nel Paese e inserite in
una lista elaborata dal Ministero delle Finanze. I
beni che soddisfano i requisiti sono esenti dal
pagamento della rispettiva IVA;
h) l’art. 11-ter del D.L. n. 600 stabilisce un regime
di invariabilità dell’imposta specifica applicabile
all’attività mineraria per gli investitori che
sottoscrivano nuovi contratti d’investimento stra-
niero relativi a progetti minerari che abbiano un
valore non inferiore a US$ 50 milioni. Per optare a
questo regime speciale, gli investitori con contratti
d’investimento straniero in vigore, non devono
essere oggetto del regime di invariabilità stabilito
negli artt. 7 e 11-bis dal D.L. n. 600, oppure
rinunciarvi al momento di chiedere al momento
dell’ammissione al beneficio previsto dall’art.
11-ter. Questa invariabilità prevede le seguenti
modalità applicative:
i) possibilità per gli investitori stranieri che
beneficiano del D.L. n. 600 di mantenere
invariata, per un periodo di 10 anni, l’imposta
sul reddito a cui essi sono soggetti;
ii) invariabilità stabilita dagli artt. 11-bis e 11-ter,
che si riferiscono a grandi progetti industriali o
minerari.
Riguarda, in entrambi casi, investimenti uguali o
superiori a US$ 50.000.000. Non rappresentano
un diritto assoluto, ma restano soggetti alla valu-
tazione del Comitato degli Investimenti Stranieri.
Le forme di apporto del capitale sono:
- valuta straniera liberamente convertibile, che
verrà introdotta mediante la sua vendita, con con-
versione in peso cileno, presso un’istituzione ban-
caria cilena;
- beni mobili, in tutte le loro forme o condizioni, che
verranno introdotti in conformità alle norme gene-
rali vigenti riguardo alle importazioni senza coper-
tura di cambi. Tali beni verranno valutati in
accordo alle procedure generali applicabili alle
importazioni;
- tecnologia nelle sue diverse forme, quando è
suscettibile di capitalizzazione, che sarà valutata
dal Comitato degli Investimenti Stranieri, tenendo
conto della sua valorizzazione reale nel mercato
internazionale. Non potranno cedersi a nessun
titolo la proprietà, l’uso e il godimento della tec-
nologia che fa parte di un investimento straniero;
- crediti associati a un investimento straniero. Le
norme di carattere generale, i termini, gli interessi
e le altre modalità di negoziazione dei crediti
stranieri saranno quelle che la Banca Centrale
cilena ha autorizzato o autorizzerà. I crediti
Inserto
associati non potranno superare il 75% della
somma totale dell’investimento autorizzato;
- capitalizzazione di crediti e debiti esteri in moneta
liberamente convertibile, la cui contrattazione sia
stata debitamente autorizzata;
- capitalizzazione degli utili con diritto di trasferi-
mento all’estero.
Abrogazione del D.L. n. 600
Tra le più significative modifiche introdotte dalla
riforma fiscale del 2014 troviamo l’abrogazione dal
regime di investimento straniero contenuto nel D.
L. n. 600 a decorrere dal 1º gennaio 2016, per
sostituirlo con un nuovo statuto di investimento
straniero che mantiene molti dei diritti che oggi ha
l’investitore, e inoltre crea nuovi organi deputati a
promuovere l’investimento straniero in Cile,
come il Comitato Ministeriale per lo Sviluppo
e la Promozione di Investimenti Stranieri e
l’Agenzia di Promozione degli Investimenti Esteri.
Capitolo XIV del Compendio di Norme
su Cambi Internazionali della Banca
Centrale Cilena
Il Capitolo XIV del Compendio di Norme con-
tiene norme amministrative dettate per la Banca
Centrale cilena, che regola investimenti, apporti
di capitale, depositi e crediti provenienti dall’e-
stero per somme superiori a US$10.000. In que-
sto caso non si fa un contratto (a contrario sensu
della norma D.L. n. 600 commentata).
I principali obblighi che il Capitolo XIV impone
all’investitore straniero consistono nell’infor-
mare opportunamente la Banca Centrale cilena
di ogni entrata e uscita di valuta estera derivante
di un’operazione di investimento, deposito,
apporto di capitale o credito estero, ognuna
delle quali deve essere realizzata per mezzo del
Mercato Cambiario Formale. La valuta straniera
deve essere acquistata sul Mercato Cambiario
Formale e l’investitore straniero deve informare
dell’ingresso del capitale la Banca Centrale cilena
attraverso una banca commerciale o una istitu-
zione finanziaria, in conformità ai disposti del
FISCALITÀ &
COMMERCIO
INTERNAZIONALE n. 10/2015 IX
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Inserto
Capitolo XIV. Il processo di registrazione inizia
quando i fondi sono entrati in Cile attraverso il
Mercato Cambiario Formale.
L’investimento può altresì essere effettuato in
natura, conferendo azioni o quote di società resi-
denti all’estero a entità costituite in conformità alle
regole dell’art. 41 D della Legge sull’Imposta sul
Reddito.
Le rimesse di valuta che corrispondono a capitale e
utili devono essere segnalate alla Banca Centrale
del Cile, tramite la banca commerciale che sia
intervenuta nella operazione. La rimessa all’estero
di capitale o utili può essere eseguita in qualsiasi
momento e per qualsiasi importo, senza restrizioni.
Normativa societaria
Esistono diverse modalità per una persona fisica o
giuridica straniera di realizzare operazioni in
Cile, tra cui le più comuni sono rappresentate da:
– conferimento di un mandato a un rappresen-
tante per realizzare operazioni in Cile;
– apertura di un’agenzia/filiale in Cile;
– costituzione di una società in Cile, soggetta alla
legge cilena.
Conferimento di un mandato
a un rappresentante per realizzare
operazioni in Cile
Il mandato è contratto in virtù del quale una
persona affida la gestione di una o più attività ad
un’altra, che se ne fa carico per conto e a rischio del
mandante1. L’estensione della facoltà accordate in
forza di mandato rimane a discrezione del man-
dante, che per questo deve considerare che tipo di
operazioni intenda realizzare in Cile e quali poteri
vadano pertanto conferiti al mandatario.
Se il mandato viene conferito in Cile, deve avve-
nire per atto pubblico, consistente in un docu-
mento ufficiale firmato dalle parti alla presenza di
notaio e da questi custodito, fornendone a richiesta
copia autentica alle parti. Qualora il mandato
venga conferito in Italia, si dovrà procedere tramite
atto pubblico notarizzato e successiva legalizza-
zione, tenendo in debita considerazione il fatto che
FISCALITÀ &
X n. 10/2015 COMMERCIO
INTERNAZIONALE
il Cile non ha aderito alla Convenzione dell’Aia
sull’Apostilla Internazionale.
Apertura di un’agenzia/filiale
Le società di capitali estere possono aprire un’a-
genzia o filiale in Cile, a tale scopo il loro rappre-
sentante deve protocollare in un ufficio notarile
cileno i documenti che provino la costituzione,
legalità e vigenza della società nel Paese d’origine,
gli statuti vigenti ed i poteri generali conferiti
all’agente o rappresentante. Allo stesso tempo,
nello stesso ufficio notarile, l’agente o rappresen-
tante dovrà sottoscrivere un atto pubblico notarile,
nel quale si stabilisca la denominazione con cui la
società opera in Cile, il suo scopo, il capitale
conferito e la data e le modalità di suo ingresso
in Cile, capitale che come tutti i beni della società
estera conferiti all’agenzia o filiale cilena saranno
soggetti alleleggi cilene. Entro i 60 giorni seguenti,
un estratto di questi documenti dovrà essere
iscritto nel Registro del Commercio e pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale cilena (Diario Oficial). La
società anonima estera che apre un’agenzia è
responsabile di ogni obbligo e assunto dall’agenzia
stessa, in quanto essa non ha una personalità giu-
ridica propria e gode di quella della prima.
Costituzione di una società
La legislazione cilena riconosce diversi tipi di
società. Qui di seguito una breve rassegna delle
principali o più frequenti.
Società anonima
La società anonima è persona giuridica distinta dai
suoi azionisti, che opera avvalendosi del capitale
sociale versato e sottoscritto dai propri azionisti,
chiamati a rispondere soltanto in misura delle
rispettive e amministrata da un consiglio direttivo
formato da membri (persone fisiche) di norma
liberamente revocabili. Deve avere almeno due
Nota:
1 Articolo 2116 del Codice Civile cileno.
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azionisti e non esistono disposti in merito a
numero ed entità delle partecipazioni.
La società anonima viene costituita mediante
atto pubblico; entro i 60 giorni successivi un
estratto dell’atto costitutivo deve essere iscritto
nel Registro del Commercio e pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale.
Esistono due tipi di società anonime, le aperte,
che possono presentare offerta pubblica per l’ac-
quisto o sottoscrizione dei propri titoli, e quelle
chiuse, che non sono legittimate a farlo.
Sono società anonime aperte:
(1) quelle che hanno 500 o più azionisti;
(2) quelle in cui almeno il 10% del capitale
sottoscritto appartiene a 100 o più azionisti,
esclusi quelli che, individualmente o
mediante altre persone fisiche o giuridiche,
superano la suddetta percentuale;
(3) quelle che iscrivono volontariamente le pro-
prie azioni al Registro di Borsa.
Caratteristiche delle società anonime aperte sono
le seguenti:
(1) devono essere iscritte insieme ai loro titoli al
Registro Titoli della Sovrintendenza Titoli e
Assicurazioni (Superintendencia de Valores y
Seguros o SVS), che è l’organismo che le
controlla;
(2) possono vendere le loro azioni in Borsa e
presentare offerta pubblica relativa ai titoli di
propria emissione, nella misura in cui siano
iscritti al Registro Titoli della SVS;
(3) devono fornire diverse informazioni al pub-
blico, alla Borsa e alla SVS;
(4) per prendere in controllo di una società
anonima aperta mediante l’acquisizione
diretta o indiretta delle sue azioni, come
regola generale, si deve ricorrere all’Offerta
Pubblica di Acquisto di azioni (OPA).
La società anonima che non sia connotabile
come società aperta viene considerata società
anonima chiusa.
Gli azionisti si riuniscono in assemblee ordinarie e
straordinarie; le prime devono essere convocati
annualmente e hanno come obiettivo il deliberare,
Inserto
tra altre cose, sull’andamento della società, sul
bilancio ed i dati finanziari, sulla distribuzione
degli utili, ripartizione dei dividendi e sull’elezione
e revoca del consiglio direttivo. Assemblee straor-
dinarie possono avere luogo in qualsiasi momento
per trattare questioni quali la modifica degli statuti,
la fusione, scissione o scioglimento della società, il
conferimento di garanzie reali a favore di terzi.
Il consiglio direttivo delle società anonime aperte
deve essere composto da almeno cinque membri;
per le società anonime chiuse il minimo è di tre
membri. I membri restano in carica al massimo tre
anni, ma possono essere rieletti per un nuovo
mandato. Il rinnovo del consiglio direttivo deve
essere sempre relativo alla totalità dei suoi membri.
Le società anonime devono avere uno o più
amministratori delegati, nominati dal consiglio
direttivo.
La società anonima si scioglie, tra gli altri motivi,
per accordo degli azionisti convocati e costituiti
in assemblea straordinaria e per intervenuta con-
centrazione di tutte le azioni nelle mani di un solo
azionista.
Società per Azioni
La Società per Azioni (SpA) è una persona giu-
ridica diversa dal suo o dai suoi azionisti, essendo
questi responsabili solo nei limiti del valore della
loro partecipazione nella società. È costituita da
una o più persone, la cui partecipazione al capi-
tale è rappresentata da azioni. Questo è l’unico
tipo di società che può essere unipersonale.
Le SpA vengono costituite mediante atto pubblico
o scrittura privata a notaio e protocollati nei registri
di questo. Un estratto di tale atto o scrittura privata
protocollata, deve essere iscritto nel Registro del
Commercio e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale,
entro sessanta giorni dalla data dell’atto.
Lo statuto sociale di una SpA contiene i diritti e i
doveri degli azionisti, il regime di amministrazione
e gli altri patti che, salvo menzioni obbligatorie
previste dalla legge, possono essere stabiliti libera-
mente dalle parti. La legge cilena lascia infatti agli
azionisti grande libertà nel decidere l’inserzione a
FISCALITÀ &
COMMERCIO
INTERNAZIONALE n. 10/2015 XI
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Inserto
statuto delle clausole che ritengono più conve-
nienti, anche in materia di amministrazione e
quorum deliberativi. Le azioni si possono cedere
liberamente, salvo quando gli statuti o un patto
parasociale tra azionisti siglato in conformità con la
legge stabiliscano limitazioni al riguardo. A meno
che gli statuti dispongano il contrario, la società
non viene sciolta in seguito alla concentrazione di
tutte le azioni in un unico azionista.
La SpA è assai simile ad una società anonima, ma
dotata da un sistema di amministrazione più
semplice e molto somigliante alla società a
responsabilità limitata, qui di seguito trattata.
Società a responsabilità limitata
Si tratta di una persona giuridica dotata di
personalità giuridica diversa e distinta dai suoi
soci, in cui è prevista la libertà di stabilire il regime
di amministrazione, i soci rispondono dei debiti
della società verso terzi solo fino all’ammontare
dei loro contributi promessi e versati, e le rispet-
tive partecipazioni sono rappresentate da quote.
Limitazione della responsabilità dei soci significa
che essi non sono responsabili dei debiti della
società, salvo che si siano impegnati personal-
mente in qualità di fideiussori, avallanti o in
altro modo come garanti del rispettivo obbligo.
Le società a responsabilità limitata devono avere
non meno di due soci e non più di 50.
Questo tipo di società si costituisce mediante atto
pubblico; entro i 60 giorni successivi un estratto
deve essere pubblicato iscritto nel Registro del
Commercio e pubblicato sul Bollettino Ufficiale.
La società a responsabilità limitata è una società di
persone, pertanto alcune delle circostanze che
danneggiano i soci, come l’incapacità, la morte,
l’insolvenza o la dissoluzione, nel caso del socio
persona giuridica, possono avere effetti legali
sulla vita della società, fermo restando la
possibilità di poter inserire negli statuti norme
che evitino o attenuino tali effetti.
Per regola generale, ogni riforma degli statuti di
una società a responsabilità limitata richiede la
volontà e la partecipazione dell’unanimità dei
FISCALITÀ &
XII n. 10/2015 COMMERCIO
INTERNAZIONALE
soci. La cessione dei diritti o delle quote sociali
comporta una riforma degli statuti, quindi la
necessità di tale unanimità. Le modifiche di una
società a responsabilità limitata devono soddisfare
gli stessi requisiti necessari alla sua costituzione.
Società “create in un giorno” o “sistema
semplificato di costituzione sociale”
Nel 2013, mediante la Legge 20.659 si è creato il
Registro delle Imprese e Società, sistema di regi-
strazione elettronica attraverso il quale si attua un
regime semplificato che permette creare, modifi-
care, convertire, dividere, unire e sciogliere le
persone giuridiche (imprese) di maniera veloce.
Il Registro è unico, si applica a tutto il territorio
della Repubblica cilena, è pubblico, gratuito, e
viene amministrato dal Ministero dell’Economia,
Sviluppo e Turismo. Questo regime semplificato
permette costituire formalmente un’impresa col-
legandosi al sito web www.registroempresas.cl ed
inserendo i dati della società e dei soci in un
modulo elettronico fornito dal sito.
Le firme dei documenti necessarie a questo tipo
di società si appongono con le seguenti modalità:
(a) se tutti i soci hanno Firma Elettronica
Avanzata (FEA), la firma sarà rapidissima,
cosi come la costituzione e ottenimento del
codice fiscale (RUT);
(b) se non tutti i soci dispongono di FEA, i soci
dovranno recarsi dal notaio, che a sua volta
procederà a sottoscrivere elettronicamente
su loro delega l’atto costitutivo.
Il regime semplificato coesiste con il sistema tra-
dizionale, che si basa su atto notarile o scrittura
privata notarizzata, iscrizione presso il Registro del
Commercio, pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e
richiesta del RUT attraverso il sistema IBS.
Normativa del lavoro e previdenza sociale
Ingresso in Cile di stranieri che svolgono
attività retribuite
Affinché uno straniero possa entrare in Cile e
rimanervi per svolgere attività retribuite con un
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contratto di lavoro, deve ottenere il visto corri-
spondente. Il visto viene concesso dalle autorità
cilene. Se il richiedente si trova all’estero, deve
sollecitarlo al Consolato cileno corrispondente;
se si trova in territorio nazionale, al Ministero
dell’Interno. Il visto concesso per tale scopo è
quello di “lavoratore a contratto”.
I requisiti per ottenerlo e le principali caratteri-
stiche sono:
(a) per ottenere il visto, il lavoratore deve
disporre di un contratto registrato con il
suo datore di lavoro cileno, che richiede le
seguenti menzioni speciali:
i. deve contenere una clausola in base a cui
il datore di lavoro si impegna, una volta
scaduto il contratto, a finanziare al lavo-
ratore il biglietto aereo di ritorno suo e
della sua famiglia al proprio Paese di
origine o al Paese deciso di comune
accordo dalle parti;
ii. il datore di lavoro deve dichiarare che si
assume la responsabilità dell’imposta sul
reddito a cui il lavoratore sarà soggetto
durante il suo impegno lavorativo;
(b) il contratto di lavoro deve essere firmato dalle
parti - datore di lavoro e lavoratore - dinnanzi
a notaio se il lavoratore si trova in Cile, o
dinnanzi al Console o ad un rappresentante
diplomatico cileno se si trova all’estero. In
quest’ultimo caso, il contratto deve essere
legalizzato dal Ministero degli Esteri cileno;
(c) il visto di residente vincolato da contratto
viene concesso per la durata massima di due
anni, con la possibilità di rinnovo per periodi
di pari durata.
La Costituzione cilena riconosce l’uguaglianza di
tutte le persone, ma allo stesso tempo prevede che
la Legge possa stabilire, in certi casi, requisiti o
condizioni; fatto che, in definitiva, comporta una
discriminazione lecita. In virtù della suddetta
norma, il Codice del Lavoro prevede che in
un’impresa con più di 25 lavoratori, almeno
l’85% di essi deve essere cileno; non si considera
straniero colui o colei straniero che sia tecnico
Inserto
specialista, o chi abbia un coniuge o figli cileni,
o che sia vedovo o vedova di un coniuge cileno.
Nel caso in cui l’impresa non abbia più di 25
lavoratori, non si applica la discriminazione indi-
cata, e in tal caso il 100% dei lavoratori potrebbero
essere stranieri.
Normativa sulla sindacalizzazione
e sulla negoziazione collettiva
In Cile viene riconosciuto il principio di libertà
sindacale e, per lo stesso motivo, i lavoratori
hanno piena libertà di costituire le organizzazioni
sindacali che ritengono opportune.
Tuttavia, la legge esige un numero minimo di
persone per fondare un sindacato:
(a) se l’impresa ha meno di 50 lavoratori e in essa
non esiste un sindacato, per costituirlo è
sufficiente la partecipazione di 8 lavoratori;
(b) se l’impresa ha più di 50 lavoratori, è neces-
sario un quorum minimo di 25 per costituire il
sindacato, ma basta la partecipazione di
almeno 8 per formarlo, con l’obbligo di
raggiungere il minimo di soci entro un anno;
(c) se l’impresa dispone già di un sindacato, per
fondarne un altro è necessario che ci siano
almeno 25 soci al momento della sua costi-
tuzione, e che rappresentino almeno il 10%
del totale dei lavoratori.
I lavoratori designati come dirigenti del sinda-
cato godono di speciale protezione per tutta la
durata dell’incarico e per sei mesi dopo il suo
termine. Ciò implica che per licenziare un diri-
gente sindacale bisogna prima ottenere un’auto-
rizzazione giudiziaria.
In Cile, la contrattazione collettiva può essere
regolata attraverso una procedura stabilita dalla
legge, che preveda il diritto di sciopero. I con-
tratti collettivi devono essere non meno di due e
prevedere una durata non superiore a quattro
anni. Mentre si negozia un contratto collettivo
secondo le regole di una procedura regolamen-
tata, i lavoratori coinvolti nella negoziazione non
possono essere licenziati, fino a 30 giorni dopo la
fine del processo.
FISCALITÀ &
COMMERCIO
INTERNAZIONALE n. 10/2015 XIII
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Inserto
Esiste un disegno di legge in discussione al
Congresso Nazionale di riforma del lavoro che
rafforza gli strumenti di negoziazione collettiva
dei sindacati e vieta la sostituzione di lavoratori in
sciopero. Oggi questa proposta non è ancora
convertita in legge. In parallelo con la discussione
in Parlamento, è tema di dibattito pubblico
generale da vari mesi.
Di conseguenza, oggi non è ancora chiaro quale
sarà il testo definitivo di legge e le modifiche
finali che siano adottate.
Sistema previdenziale e di assistenza
sanitaria pubblica
Tutti i lavoratori dipendenti devono pagare delle
quote previdenziali per la pensione, che sono a
loro carico e vengono detratte dal loro stipendio.
Il sistema cileno prevede la scelta tra diversi Fondi
Pensione. In fatti durante la seconda metà degli
anni ‘70, il Governo cileno ha privatizzato il
sistema delle pensioni.
Lo stesso accade in materia sanitaria, per cui il
lavoratore deve finanziare il sistema di prestazioni
mediche con quote a suo carico, equivalenti al 7%
del suo salario. Il pagamento di tali quote è obbli-
gatorio fino a una retribuzione massima determi-
nata ogni anno per l’autorità in Unità di Fomento
(UF) mensili. Per il 2015, questa retribuzione
massima è di circa euro 2.450.
Oltre al sistema previdenziale e sanitario, esiste
un’Assicurazione Obbligatoria di Disoccupazione
che si finanzia con quote pari al 3% della retribu-
zione mensile del lavoratore, con un massimo
determinato ogni anno in termini di UF per
disposto normativo. Per il 2015, il massimo è
circa euro 3.700. Il pagamento di tale percentuale
viene diviso tra il lavoratore (0,6%) e il datore di
lavoro (2,4%). In materia di protezione della salute
dei lavoratori, esiste un’assicurazione obbligatoria
per gli incidenti sul lavoro che si paga in quote a
carico esclusivo del datore di lavoro. Ogni quota è
un minimo di 0,95% e un massimo di 3,8%, sulla
base del rischio effettivo dell’impresa, della retri-
buzione massima determinata ogni anno per
FISCALITÀ &
XIV n. 10/2015 COMMERCIO
INTERNAZIONALE
l’autorità in UF mensile. Per il 2015 il massimo
è circa di euro 2.450.
Tutela della proprietà intellettuale
I marchi, i brevetti, le denominazioni d’origine, i
diritti di autore, le varietà vegetali e i diversi aspetti
della proprietà intellettuale sono disciplinati e pro-
tetti dalla legislazione nazionale cilena, così come
dai trattati internazionali di cui il Cile fa parte.
Le diverse leggi che regolano la materia relativa a
questioni di proprietà intellettuale stabiliscono
come principio generale la non discriminazione
tra titolari di diritti, siano essi cileni o stranieri.
Per regola generale opera in materia di proprietà
intellettuale un sistema di registrazione; ciò
significa che i diritti si acquisiscono dopo che il
marchio, il brevetto, la varietà vegetale, ecc.
vengono riconosciuti dall’autorità competente
a conclusione di una precisa procedura stabilita
nella legge e dopo che il richiedente abbia pagato
le tasse previste, che sono differenti in ogni caso.
In materia di proprietà intellettuale, il Cile ha
aderito alla Convenzione di Berna e riconosce i
correlati diritti dal momento stesso della crea-
zione dell’opera.
Una volta conferiti, i diritti di proprietà indu-
striale e intellettuale possono essere commercia-
lizzati, ceduti, trasferiti, apportati come capitale,
essere oggetto di tassazione, ecc., e, general-
mente, il titolare può farne uso nella forma che
reputa conveniente. Gli stranieri possono acce-
dere a tutti i tipi di diritti sulla proprietà intel-
lettuale, potendo agire in Cile attraverso un
rappresentante, che può essere anche uno studio
legale. A questo scopo, basta conferire un man-
dato e che normalmente non richiede di essere
legalizzato dal Consolato cileno corrispondente.
Per norma generale, il mero uso di un marchio,
un brevetto, una varietà vegetale, ecc. registrati
all’estero, non conferisce nessun diritto al loro
titolare in Cile, a meno che non siano stati
registrati nel Paese, salvo le seguenti eccezioni:
(a) chi possiede un marchio registrato all’estero
e non lo usa in Cile può opporsi a una
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richiesta di registrazione di un marchio iden-
tico per gli stessi prodotti e/o servizi, purché
possa accreditare dinnanzi all’Ufficio dei
Marchi Cileno che è già stato registrato
all’estero e che gode di una certa fama e
notorietà;
(b) la legge cilena riconosce i diritti d’autore
dal momento della creazione dell’opera
(Convenzione di Berna) e non ne richiede
la registrazione dinnanzi all’autorità compe-
tente per la sua protezione. Inoltre, la legge
stabilisce che il Cile riconosce le opere stra-
niere entro i suoi confini, così come gli altri
Paesi riconoscono le opere cilene entro i loro
(diritto di reciprocità).
Leggi cilene che regolano gli aspetti relativi
alla proprietà intellettuale
Dal punto di vista legale, i diritti di proprietà
intellettuale sono protetti dall’art. 19 della
Costituzione Politica, in cui si riconoscono i
diritti e le garanzie corrispondenti.
Le principali istituzioni di proprietà intellettuale
sono regolate dalle seguenti leggi: Legge
n.19039, Legge n.17336, Legge n.19342, nomi
di dominio, Legge n.20169 e trattati e
convenzioni.
Legge n. 19.039 sulla proprietà industriale
(marchi e brevetti) - Stabilisce come ottenere,
mantenere e difendere dal punto di vista giudi-
ziario marchi, brevetti, modelli di utilità, modelli
e disegni industriali, schemi di tracciati o topo-
grafie di circuiti integrati (microchip), i segreti
d’impresa e le informazioni presentate dinnanzi
all’autorità per ottenere registrazioni o
autorizzazioni, indicazioni geografiche o deno-
minazioni di origine. Tali diritti devono essere
riconosciuti dinnanzi all’Istituto Nazionale della
Proprietà Industriale (INAPI) mediante i proce-
dimenti previsti caso per caso, dopo aver assolto
l’obbligo di pagamento delle tasse necessarie
affinché i diritti vengano concessi e mantenuti
nel tempo. La vigenza dei diritti di proprietà
industriale è la seguente:
Inserto
(a) marchi: 10 anni dal momento della conces-
sione, rinnovabile per periodi uguali e suc-
cessivi di 10 anni ogni volta;
(b) brevetti d’invenzione: 20 anni contati dalla
data di deposito del brevetto. Non rinnovabile;
(c) modelli di utilità: 10 anni contati dalla data di
presentazione della richiesta. Non rinnovabile;
(d) modelli e disegni industriali: 10 anni dalla
data di deposito. Non rinnovabile;
(e) schema di tracciato o topografia di circuiti
integrati: 10 anni contati dalla data di deposito
o del primo sfruttamento commerciale in
qualsiasi parte del mondo. Non rinnovabile;
(f) indicazione geografica o denominazione di
origine: indefinita.
In caso di infrazione dei diritti previsti dalla
legge, il titolare di essi può difenderli dinnanzi
ai Tribunali comuni, potendo scegliere la giuri-
sdizione civile e/o penale, che può stabilire una
multa o la confisca. Tutto ciò, senza pregiudicare
gli indennizzi eventualmente stabiliti dai
Tribunali in seguito alla richiesta della parte lesa.
Legge n. 17.336 sui diritti d’autore - Questa
Legge protegge i diritti che acquisiscono gli autori
per il solo fatto di aver creato opere di ingegno in
settori letterari e artistici, qualunque sia la loro
forma di espressione, così come i diritti annessi che
ciò comporta.
La Legge tutela i diritti di tutti gli autori cileni e di
quelli stranieri domiciliati in Cile. In quanto ai
diritti degli autori stranieri non domiciliati nel
Paese, essi godono della protezione che viene
loro riconosciuta dalle convenzioni internazio-
nali che il Cile sottoscrive e ratifica.
Tali diritti vengono iscritti dinnanzi al Garante
dei Diritti Intellettuali ed hanno una vigenza, per
regola generale, di 70 anni contati dalla morte
dell’autore, non rinnovabili.
Contro chi non rispetta tale normativa, la Legge
contempla sanzioni penali, che consistono in
multe e persino in pene detentive.
Legge n. 19.342 che regola i diritti dei crea-
tori di nuove varietà vegetali - Protegge i
diritti del creatore di una nuova varietà vegetale.
FISCALITÀ &
COMMERCIO
INTERNAZIONALE n. 10/2015 XV
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Inserto
In questo senso, stabilisce che tal diritti si possono
esercitare su tutti i generi e le specie botaniche e
riguardano, generalmente, la pianta completa,
inclusi tutti i tipi di fiori, frutti o semi e qualsiasi
parte della pianta che può essere utilizzata come
materiale di moltiplicazione.
Tali diritti si ottengono attraverso il Servizio
dell’Agricoltura e dell’Allevamento (SAG) del
Ministero delle Politiche Agricole. La durata
della protezione del creatore è di 18 anni per
alberi e viti e di 15 per le altre specie, contati dalla
data d’iscrizione del diritto; non rinnovabili.
La Legge contempla sanzioni penali per i tra-
sgressori, che consistono in multe e persino in
pene detentive da parte dei Tribunali di Giustizia
e/o sanzioni amministrative.
Nomi di dominio (.CL) - L’organismo incari-
cato di registrare e mantenere i nomi di dominio
con la terminazione “.cl”, chiamato NIC Cile,
ha emanato un Regolamento per tutte le questioni
relative alla presentazione e alla procedura delle
richieste di nome del dominio. Inoltre ha stabilito
un sistema di risoluzione delle controversie
mediante un procedimento di arbitraggio effi-
ciente e di breve durata, nel caso in cui terzi
venissero danneggiati da un’operazione di
cybersquatting.
Legge n. 20.169 che regola la concorrenza
sleale - Ha lo scopo di proteggere la concor-
renza, i consumatori, e, in generale, qualsiasi
persona i cui legittimi interessi siano stati dan-
neggiati da un atto di concorrenza sleale.
In accordo con questa Legge, per concorrenza
sleale si intende “ogni condotta contraria alla
buona fede o alle buone abitudini, che, attraverso
mezzi illegittimi, cerca di dirottare la clientela di
un agente del mercato”.
Mediante le azioni previste, si cerca di ottenere
un ordine del giudice, per far cessare al trasgres-
sore la sua condotta considerata sleale.
Ciò avviene dinnanzi ai Tribunali di Giustizia,
mediante un giudizio sommario.
Trattati e convenzioni internazionali - Il
Cile ha sottoscritto una serie di trattati,
FISCALITÀ &
XVI n. 10/2015 COMMERCIO
INTERNAZIONALE
convenzioni internazionali e trattati di libero
commercio, che fanno parte dell’ordinamento
giuridico nazionale, in cui si trattano questioni
relative alla proprietà intellettuale:
a) Convenzione di Parigi per la Protezione della
Proprietà Industriale;
b) Accordo sugli Aspetti della Proprietà Intellettuale
Relativi al Commercio (ADPIC);
c) Trattato di Cooperazione in materia di
Brevetti (PCT);
d) Diversi Trattati sulla Proprietà Intellettuale ammi-
nistrati dall’Organizzazione Mondiale per la
Proprietà Intellettuale (OMPI/WIPO);
e) Unione Internazionale per la Protezione delle
Nuove Varietà di Piante (UPOV);
f) Accordi di Libero Commercio sottoscritti dal Cile
con l’Unione Europea, gli Stati Uniti, il Messico,
la Cina, la Corea, il Perù, ecc.;
g) Convenzione Interamericana sui Diritti d’Autore;
h) Convenzione Internazionale sulla Protezione di
Artisti, Interpreti o Esecutori, Produttori di
Fonogrammi e Organigrammi di Radiodiffusione
(Convenzione di Roma);
i) Convenzione Internazionale per la Protezione di
Opere Letterarie e Artistiche (Convezione di
Berna);
j) Convenzione per la Protezione dei Produttori di
Fonogrammi contro la Riproduzione non
Autorizzata.
Normativa fiscale
Le imposte più rilevanti oggi vigenti in Cile
sono:
(1) imposta sul reddito;
(2) Imposta sul Valore Aggiunto (IVA);
(3) imposta di registro e di bollo;
(4) imposta municipale.
Nell’aprile 2014 è stato presentato dalla
Presidenza della Repubblica un disegno di
legge di riforma fiscale che contiene una serie
di modifiche alla vigente normativa fiscale cilena
in materia di imposte sul reddito e sul valore
aggiunto, riformando significativamente il
codice fiscale cileno ed altre normative fiscali.
L’obiettivo è quello di acquisire le risorse neces-
sarie a finanziare la futura riforma del sistema
educativo, promuovere i valori dell’equità fiscale
e ridurre l’evasione e l’elusione fiscale.
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Il 9 agosto 2014 il Governo cileno ha introdotto
un documento di 235 pagine contenente modi-
fiche al testo originale del disegno di legge della
riforma fiscale, che stato approvato dalle due
camere del Parlamento e validato dalla Corte
costituzionale cilena. Il 29 settembre 2014, la
riforma fiscale è divenuta Legge n. 20.780 ed è
stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.
Questa riforma fiscale rappresenta per il Cile il
maggior cambiamento attuato negli ultimi
trent’anni.
Una caratteristica della nuova Legge è la sua
complessità, che ha comportato che l’Agenzia
delle entrate (Servicio de Impuestos Internos o SII)
sia stata chiamata ad emettere nel luglio 2015
un certo numero di decisioni generali, sotto
forma di circolari, per regolare alcuni aspetti
pratici non sufficientemente chiari dal testo di
legge. E la complessità della nuova Legge è
tale da far temere che dette circolari potreb-
bero non risultare sufficienti, dovendosi forse
pensare ad una legge che vada a modificare,
integrare ed interpretare la vigente normativa.
È a tale riguardo da rilevare che la riforma
fiscale ha stabilito un’entrata in vigore differita
per alcune delle sue disposizioni, e quindi,
mentre alcune norme sono già oggi giuridica-
mente vincolanti, altre entreranno in vigore
gradualmente, fino al 2018.
Imposta sul reddito
Oggi, alla luce delle vigenti norme fiscali, le
imprese sono soggette in Cile a un’imposta c.d.
di Prima Categoria sul reddito imponibile pro-
dotto, ad un tasso del 22,5%, che sarà aumentato
al 24% nel 2016. Al momento della distribuzione
degli utili all’estero si è poi chiamati a versare la
c.d. Imposta Aggiuntiva, con aliquota del 35%, il
cui pagamento genera per l’impresa contri-
buente un corrispondente credito d’imposta.
Questo sistema non viene modificato dai trattati
fiscali in vigore con il Cile.
Tuttavia, a partire del 2017, l’attuale regime
fiscale sarà abrogato e le entità residenti in Cile
Inserto
dovranno operare una scelta tra uno dei regimi
alternativi rappresentati da:
(a) Regime completamente integrato; oppure
(b) Regime semi-integrato.
a) Regime completamente integrato - Come
regola generale, un’impresa soggetta al regime
fiscale completamente integrato sarà soggetta al
pagamento di un’Imposta di Prima Categoria del
25% e nello stesso anno d’esercizio dovrà attri-
buire il reddito imponibile guadagnato a tutta la
filiera di azionisti, sino a raggiungere l’azionista
finale. Se l’azionista finale è straniero, dovrà
anche versare l’Imposta Aggiuntiva, in misura
pari al 35%, però con la possibilità di far valere
come credito d’imposta il 25% di reddito impo-
nibile versato come Imposta di Prima Categoria.
La distribuzione di utili dovrebbe a sua volta
risultare esente da qualsivoglia ulteriore imposta
in Cile.
b) Regime semi-integrato - Come regola gene-
rale, le società costituite in Cile assoggettate a
questo regime fiscale saranno soggette ad un’im-
posta sul reddito d’impresa, denominata di Prima
Categoria, del 27% sul reddito prodotto. Alla
distribuzione degli utili agli azionisti stranieri si
applicherà un’Imposta Aggiuntiva del 35%, a
fronte dell’avvenuto pagamento della quale
l’azionista straniero avrà un credito pari al 65%
dell’Imposta di Prima Categoria pagata.
Tuttavia, se beneficiario del pagamento è un
socio residente in un Paese con cui il Cile
abbia in essere un trattato fiscale, tutto il 27%
pagato come Imposta di Prima Categoria potrà
andare in compensazione. Di conseguenza, lad-
dove si applichi questo regime fiscale, l’aliquota
fiscale effettiva sui redditi realizzati in Cile è del
44.45%, a meno che il beneficiario effettivo
risieda in un Paese con il cui Cile ha un trattato
fiscale (quale, per esempio, la Spagna); in que-
st’ultimo caso l’aliquota fiscale effettiva sui pro-
fitti provenienti dal Cile sarà del 35%.
Non esiste ancora un trattato contro la doppia
imposizione tra Cile e Italia, anche se esiste un
progetto in corso di negoziazione.
FISCALITÀ &
COMMERCIO
INTERNAZIONALE n. 10/2015 XVII
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Inserto
L’imposta sul reddito grava su tutti i redditi,
indipendentemente dal Paese d’origine o dalla
fonte, prodotti da soggetti residenti o domiciliati
in Cile. Essa si applica, per non residenti e domi-
ciliati in Cile, solo alle rendite provenienti da
fonti cilene, ovvero originate da beni situati o
attività realizzate in Cile, con un’eccezione: lo
straniero domiciliato o residenti in Cile, durante
i primi 3 anni dall’ingresso in Cile, dovrà pagare
soltanto l’imposta che grava i redditi da fonte
cilena.
I residenti in Cile possono essere soggetti a
diverse imposte sul reddito: a quella sull’attività
imprenditoriale o Imposta di Prima Categoria,
oltre alla multa per le spese non accettabili fiscal-
mente; quella sul lavoro o Imposta di Seconda
Categoria, che grava su coloro che prestano
servizi personali sotto contratto di lavoro, e
l’imposta globale complementare, che riguarda
l’insieme dei redditi percepiti da una persona
naturale residente in Cile.
Ai non residenti, l’imposta da applicare è la c.d.
Imposta Aggiuntiva.
Imposta sul reddito di Prima Categoria
Questa imposta grava sulle imprese costituite,
domiciliate o residenti in Cile, e presenta le
seguenti caratteristiche:
(a) l’imposta è indipendente dalla modalità
di organizzazione giuridica dell’impresa,
applicandosi indistintamente a società a
responsabilità limitata, anonima, società
per azioni, o ad agenzia o succursale di
un’impresa straniera;
(b) tale imposta ammonta oggi al 22,5%. Come
risultato della riforma fiscale dal 2014, questa
imposta aumenterà al 24% nel 2016, e potrà
arrivare a un 27% il 2018, a seconda del
sistema fiscale che il contribuente sceglierà
dal prossimo anno;
(c) fondamentalmente grava sugli utili tributari
maturati dall’impresa, indipendentemente
dal fatto che siano stati o meno distribuiti a
soci azionisti;
FISCALITÀ &
XVIII n. 10/2015 COMMERCIO
INTERNAZIONALE
(d) per regola generale, gli utili soggetti a impo-
sta si determinano a partire dalla contabilità
completa dell’impresa, con alcuni aggiusta-
menti (aggiunte o deduzioni). Se ci sono
differenze tra gli utili finanziari e quelli tri-
butari definiti nella legge sull’imposta sul
reddito, l’Imposta di Prima Categoria grava
solo sugli utili tributari;
(e) l’Imposta di Prima Categoria si dichiara e
paga nell’aprile di ciascun anno e si riferisce
agli utili maturati fino al 31 dicembre del-
l’anno precedente, fermo restando che le
imprese devono effettuare pagamenti men-
sili durante l’esercizio a carico della suddetta
imposta, dimodoché nell’aprile successivo si
liquida l’imposta finale corrispondente e si
procede al conguaglio, pagando la diffe-
renza, se c’è, o richiedendo il rimborso del-
l’eccedenza, nel caso in cui i pagamenti
realizzati durante l’esercizio abbiano
superato l’Imposta di Prima Categoria da
versare;
(f) quando l’impresa cilena distribuisce gli utili,
bisogna distinguere se il socio o l’azionista
che li riceve sia un’altra impresa contri-
buente di prima categoria o se sia un con-
tribuente di imposte finali:
i. se gli utili vengono distribuiti a un’altra
impresa contribuente di prima catego-
ria, questi non sono per il momento
soggetti a tassazione, che rimane in
sospeso fino il momento in cui i soci o
azionisti procedano alla distribuzione
degli utili. Ciò significa che una holding
costituita in Cile non paga imposte sui
dividendi distribuiti dalla corrispon-
dente società operativa in Cile, sino a
quando detti dividendi non vengano
distribuiti;
ii. la situazione cambia se gli utili si sparti-
scono tra persone straniere contribuenti
finali, siano esse fisiche o giuridiche. In
questo caso infatti il contribuente può
usare come credito l’Imposta di Prima
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Categoria pagata dall’impresa che effet-
tua la distribuzione (in questo caso,
l’Imposta Aggiuntiva).
Imposta Aggiuntiva
Tale imposta grava sui redditi di origine cilena di
persone naturali o giuridiche non residenti in
Cile, e presenta le seguenti caratteristiche:
(a) Si applica ai redditi di origine cilena percepiti
da persone non residenti o domiciliate in
Cile.
(b) L’aliquota varia a seconda delle diverse
ipotesi:
i. Commissioni, pagamenti di telecomu-
nicazioni internazionali e altri servizi
relativi all’esportazione di beni: 0%.
ii. Leasing o affitto di beni di capitale intro-
dotti in Cile: 1,75%.
iii. Premio di riassicurazione: 2%; premi di
assicurazione: 22%.
iv. Interessi pagati da un cileno debitore di
una banca o istituzione finanziaria o di
un esportatore straniero, o a detentori
di titoli obbligazionari emessi da
un’impresa cilena: 4%. La riforma
fiscale del 2014 ha introdotto un
nuovo articolo della legge sull’imposta
sul reddito, che contiene norme sul-
l’indebitamento eccessivo, entrata in
vigore il 1º gennaio 2015.
v. Noleggi marittimi: 5%.
vi. Consulenze tecniche, di ingegneria, di
tecnici o cessione dell’uso di brevetti,
progetti industriali, varietà vegetali,
software, e simili: 15%.
vii. Cessione dell’uso di marchi, royalties e
licenze non citate al punto iv.: 30%.
viii. L’aliquota generale e suppletiva è del
35%. Essa è applicabile, per esempio, a
pagamenti riscossi generalmente dall’e-
stero che non siano coperti da norme
speciali della legge sull’imposta sul red-
dito; agli utili che un’impresa cilena
contribuente di prima categoria paga
Inserto
a un investitore non residente; o all’af-
fitto di beni che non siano “di capitale
importato”, ecc.
(c) La base imponibile è solitamente la cifra
lorda pagata; ciò significa che lo straniero
non può dedurre da essa le spese sostenute
per ottenere il reddito di fonte cilena. Per
questo motivo sono abituali le clausole di
gross-up.
(d) Si applica dopo la distribuzione, il ritiro o la
rimessa di utili all’estero. Di conseguenza,
sulla mera maturazione degli utili non grava
l’Imposta Aggiuntiva.
(e) La ritenuta dell’Imposta Aggiuntiva deve
essere effettuata dal pagatore del reddito
soggetto a tale imposta. Per esempio, il
cliente cileno o l’impresa che distribuisce
utili o dividendi a un non residente è respon-
sabile dell’imposta corrispondente.
L’Imposta di Prima Categoria che grava su utili
determinati può essere accreditata al posto
dell’Imposta Aggiuntiva quando tali utili ven-
gono distribuiti a un non residente. Per esempio,
se un’impresa cilena ha pagato l’Imposta di Prima
Categoria su certi utili successivamente distri-
buiti a un investitore straniero, dall’Imposta
Aggiuntiva del 35% può essere dedotto il
22,5% pagato dall’impresa, sicché nel momento
della rimessa si dovrà trattenere solo il 12,5%.
Imposta sul Valore Aggiunto (IVA)
Tale imposta grava sulla vendita abituale di beni
mobili e sulla prestazione di alcuni servizi definiti
dalla legge sull’IVA, se ed in quanto realizzati in
Cile.
Ci sono tuttavia alcune eccezioni; per esempio,
sull’importazione grava l’IVA anche se non c’è
ancora una vendita giacente. L’esportazione,
invece, è esente IVA. L’aliquota ordinaria
ammonta al 19% e si applica al prezzo di vendita
o alla tariffa per la prestazione del servizio. Nel
caso dell’importazione, la base imponibile corri-
sponde al Valore Doganale del bene introdotto, a
cui va aggiunto il dazio doganale corrispondente.
FISCALITÀ &
COMMERCIO
INTERNAZIONALE n. 10/2015 XIX
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Inserto
Il contribuente IVA è il venditore o prestatore di
servizi soggetti a tale imposta. Deve caricare
l’IVA sugli importi percepiti e fatturati che
riscuote durante il mese, accumulando in questo
modo un debito fiscale IVA, che deve versare allo
Stato entro i primi dodici giorni di ogni mese.
Tuttavia tali contribuenti IVA hanno un credito
fiscale, attribuibile al posto del suddetto debito, per
le acquisizioni o contratti soggetti ad IVA, fatturati
e vincolati ad attività generatrici di tale imposta.
Imposta di bollo
In generale, le operazioni documentate di credito
in denaro2 sono soggette a tale imposta. Così come
il finanziamento con credito esterno, sia che venga
emesso o meno un documento o un contratto,
giacché è sufficiente ai fini dell’applicazione del-
l’imposta la semplice contabilizzazione.
Sebbene la norma generale preveda che tale
imposta gravi solo sul finanziamento in denaro,
si applica anche al credito del fornitore straniero,
per esempio all’importazione di un bene con
saldo da pagare. La base d’imposta è il capitale
prestato (o il prezzo adeguato, nel caso dell’im-
portazione), senza un limite d’importo.
Anche il rifinanziamento è soggetto ad imposta
di bollo, a meno che non si espletino alcune
formalità per dimostrare che sull’operazione ori-
ginaria è stata già applicata tale imposta.
Imposta municipale
Tale imposta grava sulle imprese cilene che intra-
prendono attività nel settore secondario (indu-
stria) o terziario (servizi) tali da richiedere il
rilascio di una licenza municipale. Sono esenti
dall’obbligo di rilascio di licenza le imprese che
operano nel settore primario o dell’estrazione
(agricolo, minerario, pesca, ecc.).
La base di riferimento corrisponde al patrimonio
dell’impresa, mentre l’aliquota la fissa la
municipalità prendendo a riferimento quanto
previsto dalla legge sull’imposta sul reddito; l’ali-
quota minima è 0,25% e quella massima lo 0,5%
del capitale proprio dell’impresa, per un importo
FISCALITÀ &
XX n. 10/2015 COMMERCIO
INTERNAZIONALE
minimo pari a 1 UTM3 e importo massimo pari a
8.000 UTM. Si possono escludere gli investi-
menti in altre imprese cilene che paghino a loro
volta l’imposta municipale.
Incentivi fiscali per la localizzazione
degli investimenti
Il Cile prevede incentivi fiscali per la localizza-
zione in talune aree, tra i quali:
i. crediti d’imposta per investimenti nelle
regioni di Arica e Paranicota (nel Nord del
Paese, alla frontiera con il Perù), in forza della
Legge n. 19420 del 23 ottobre 1995 (c.d. Ley
Arica): si prevede un credito d’imposta pari
al 40% degli investimenti in attivo fisso di
durata superiore ai tre anni;
ii. crediti d’imposta pari al 32% degli investimenti
effettuati nella regione Austral (Patagonia
cilena), ai sensi della Legge n. 19946;
iii. incentivi fiscali in termini di esenzione tem-
poranea dall’imposta sui redditi o sua ridu-
zione previsti da leggi regionali Arica,
Tarapacà, Tacopilla e Parinacota a Nord e
Aysen, Chiloè, Palena e Magallanes a Sud,
oltre che sull’Isola di Pasqua.
Si tratta di incentivi dettati non solo dalla volontà
di promuovere lo sviluppo economico di dette
aree, ma anche da ragioni di carattere geopoli-
tico, per incrementare la crescita della popola-
zione in aree considerate strategiche e a bassa
densità abitativa, in un Paese dove oggi la popo-
lazione è fortemente urbanizzata.
Zone Economiche Speciali sono poi state istituite
in forza della Legge n. 1055 del 5 giugno 1975
Note:
2 La definizione di operazioni di credito in denaro viene data dalla
Legge n. 18.010, in cui si afferma che sono operazioni di credito
di denaro … “quelle attraverso le quali una delle parti consegna
o si obbliga a consegnare una quantità di denaro e l’altra a pagarla
in un momento differente a quel in cui si celebra l’accordo”.
3 UTM significa Unitá Tributaria Mensuale e varia ogni mese: oggi
l’equivalente in euro è di circa euro 61,5, il suo valore può
trovarsi consultando il link: http://www.sii.cl/pagina/valores/
utm/utm2015.htm.
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nelle regioni di Punta Arenas ed Iquique, previa
autorizzazione del Ministero delle Finanze, ove il
beneficio fiscale dell’esenzione per le imprese ivi
allocate dall’Imposta sul Reddito di Prima
Categoria e dall’esenzione IVA per transazioni
effettuate all’interno della zona medesima si
accompagna l’esenzione doganale per le merci
ivi prodotte, vendute e depositate.
Mercato elettrico
Il mercato elettrico è regolato dalla Legge Generale
dei Servizi Elettrici, il cui testo è contenuto nel
Decreto legge N. 4/20018, e nel relativo
Regolamento, contenuto nel Decreto Supremo
n. 327 del 1998, così come da numerose norme di
carattere tecnico dettate dagli organismi regolatori.
In poche parole è opportuno sapere che il mercato
elettrico cileno si divide in tre segmenti: genera-
zione, trasmissione e distribuzione. Tali attività
vengono realizzate da imprese private, alcune
delle quali in partecipazione con imprese pubbli-
che, assoggettate alla medesima disciplina:
(1) generazione - La costituzione di imprese o
unità di generazione, generalmente, non è
soggetta a concessioni o autorizzazioni dello
Stato, e l’attività imprenditoriale in questo
aspetto è libera, salvo nel caso delle centrali
idroelettriche: per la loro installazione,
infatti, e per usare terreni necessari per
costruire dighe ed altre strutture correlate,
è necessaria una concessione. La concessione
dei diritti di sfruttamento delle acque è rego-
lata dal Codice delle Acque;
(2) trasmissione - Anche il settore della trasmis-
sione è di proprietà privata. È composto da
linee di trasmissione di diversa energia e
potenza, con una tensione nominale uguale
o superiore a 220 kW, e da sottostazioni, dove i
clienti o le altre linee di trasmissione si colle-
gano a diverse potenze di operazione e in cui
l’energia viene trasformata a diversi voltaggi.
Ci sono tre segmenti o sistemi di trasmissione:
(a) il sistema primario o principale,
che permette il rifornimento della
Inserto
totalità della domanda del sistema elet-
trico in diverse condizioni operative;
(b) i sistemi di sottotrasmissione, che
sono connessi al corrispondente sistema
elettrico e sono preposti al rifornimento
esclusivo a gruppi di consumatori finali,
liberi o regolati;
(c) i sistemi addizionali, che sono con-
nessi al sistema elettrico e destinati prin-
cipalmente al rifornimento di energia
elettrica a utenti che non hanno nessuna
relazione con la regolamentazione dei
prezzi, o volti a permettere ai generatori
di connettersi al sistema elettrico senza
che facciano parte del sistema di trasmis-
sione principale o di sottotrasmissione.
I sistemi di trasmissione principale sono servizi
pubblici e le loro tariffe vengono regolate
mediante Decreti Ministeriali.
I concessionari di linee di trasmissione possono
imporre servitù di passaggio ed uso di proprietà
pubbliche o private. Le linee di trasmissione
principali e di sottotrasmissione sono soggette a
un regime di accesso aperto e sono disponibili per
tutti gli utenti.
Le linee di trasmissione addizionali, invece, non
costituiscono un servizio pubblico e non sono
soggette al sistema di accesso aperto.
(3) Distribuzione - Le imprese di distribu-
zione di energia hanno bisogno di una con-
cessione di distribuzione elettrica per
operare e costituiscono un servizio pubblico.
L’authority determina le tariffe in relazione al prezzo
base, e al “valore aggiunto di distribuzione”, che
compensa i costi di capitale e di messa in opera della
distribuzione. La concessione di distribuzione è di
carattere territoriale e non esclusiva, e autorizza
l’uso della proprietà pubblica, così come l’imposi-
zione di servitù su proprietà private, per installare
linee di trasmissione e altre apparecchiature. Il
concessionario è obbligato a fornire i servizi all’in-
terno dell’area di concessione e a coloro che si
collegano alla sua rete mediante linee private,
anche se sono esterne all’area di concessione. Il
FISCALITÀ &
COMMERCIO
INTERNAZIONALE n. 10/2015 XXI
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Inserto
concessionario può richiedere ai nuovi clienti
contributi finanziari rimborsabili in denaro o in
azioni per l’ampliamento della propria rete. Il
concessionario di distribuzione è obbligato a dare
accesso aperto alle sue linee, in modo che anche
terzi possano fornire il servizio a clienti liberi
all’interno dell’area di concessione.
Investitori stranieri ed esportazioni
e importazioni di energia
La legge non prevede restrizioni per l’investi-
mento straniero nel settore elettrico. Gli inve-
stitori devono costituire società cilene per la
realizzazione della loro attività. Non ci sono
restrizioni speciali nemmeno per l’importazione
o esportazione di elettricità.
Sistema delle concessioni
Il sistema di concessioni emerse in Cile
principalmente durante gli anni ´90, di fronte
alla necessità di realizzare progressi significativi
nella realizzazione delle infrastrutture pubbliche.
Questo sistema consente all’impresa privata di
progettare e realizzare un’infrastruttura e farsi
carico della sua manutenzione, a fronte del
poterla sfruttare economicamente per un certo
numero di anni, prima che passi nelle mani dello
Stato.
Regolamentazione
Per rendere effettivo il sistema delle concessioni,
è stato elaborato un quadro legale, contenuto nel
Decreto legge del Ministero delle Opere
Pubbliche (MOP) n. 164 del 1991 e nella
Legge sulle Concessioni di Opere Pubbliche, il
cui Testo Unico è stato concentrato nel Decreto
Supremo del Ministero delle Opere Pubbliche n.
900 del 1996, e nel rispettivo Regolamento.
La Legge ha stabilito natura e contenuti del
contratto di concessione; ha creato un sistema
fatto di offerte competitive con meccanismi di
aggiudicazione flessibile; ha definito i diritti e i
doveri dei concessionari e di chi finanzia la
concessione, degli utenti e dello Stato,
FISCALITÀ &
XXII n. 10/2015 COMMERCIO
INTERNAZIONALE
rappresentato dai Ministeri dell’Economia e
delle Opere Pubbliche. Ha previsto anche un
meccanismo di risoluzione delle controversie e
delle modifiche dei contratti. In pratica, il
Ministero delle Opere Pubbliche genera la mag-
gior parte dei progetti, anche se essi possono
essere proposti da altri Ministeri, enti locali o
dal settore privato. Il MOP li valuta direttamente
o indirettamente per mezzo di consulenti privati,
nel contesto dell’elaborazione di un programma
periodico di concessioni. La valutazione iniziale
di un progetto avviene con uno studio di
prefattibilità. La valutazione implica anche lo
studio di impatto ambientale.
Il Ministero dell’Economia approva i progetti,
valutando se sono sostenibili dal punto di vista del
budget e da quello economico. La valutazione
tiene conto degli impegni certi e contingenti
che essi generano, in relazione con le spese che
deve affrontare il Fisco e con le garanzie presen-
tate. Tale sistema cerca di creare i contrappesi
istituzionali per assumere decisioni adeguate, che
coniugano gli interessi di questo portafoglio per
la sostenibilità del bilancio statale con gli interessi
del Ministero delle Opere Pubbliche per la rea-
lizzazione di opere.
Una volta selezionato e approvato un progetto
per l’ottenimento della concessione, inizia una
fase in cui il Ministero delle Opere Pubbliche
deve preparare i documenti necessari per la
licitazione.
Le licitazioni sono aperte a qualsiasi impresa, sia
cilena che straniera; esistono, però, dei criteri di
eleggibilità, in modo da assicurare la concorrenza
tecnica e la necessaria solidità economica del
progetto.
Garanzie
Lo Stato fornisce due tipi di garanzie:
(1) le Entrate Minime Garantite. Lo Stato garan-
tisce una somma annuale in entrata all’im-
presa concessionaria;
(2) il Meccanismo di Distribuzione delle
Entrate.
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Le imprese concessionarie garantiscono la rea-
lizzazione delle opere mediante la consegna di
lettere di garanzia, che il Fisco esige nel caso in
cui esse non raggiungano gli standard richiesti.
Esse devono anche stipulare assicurazioni sulla
responsabilità civile e sui casi di forza maggiore.
Inoltre, devono incrementare la somma delle
lettere di garanzia quando si avvicina il termine
della concessione, in modo da garantire che il
passaggio al Fisco avvenga in perfette condizioni.
Il sistema di concessioni ha permesso il finanzia-
mento di numerosi progetti dall’inizio del suo
funzionamento, a partire dal sistema stradale ed
autostradale. Allo stesso modo, sono stati oggetto
di concessione porti, aeroporti, carceri, ospedali,
scuole, soluzioni biometriche, e numerose altre
opere infrastrutturali. I conflitti generati nelle
operazioni di concessione, che molto spesso
sembrano insiti in tali progetti, data la loro
complessità tecnica ed economica, si sono potuti
risolvere, nella maggior parte dei casi, mediante i
meccanismi di risoluzione delle controversie
previsti dalla Legge sulle Concessioni.
Mercato delle telecomunicazioni
La Legge Generale sulle Telecomunicazioni
(LGT) n. 18.168 del 1982, la normativa
complementare nazionale (regolamenti e disposi-
zioni tecniche) e le sezioni dei trattati internazio-
nali sottoscritti dal Cile in materia di
telecomunicazioni costituiscono il quadro nor-
mativo che regola questo settore nel Paese.
Tale quadro è costituito da un insieme di
norme che:
(1) classificano i servizi delle telecomunicazioni
in servizi di libera ricezione o radiodiffu-
sione, pubblici, privati, amatoriali e misti;
(2) definiscono un sistema di autorizzazioni
che permettono ai privati di sfruttare i
servizi;
(3) stabiliscono le condizioni di funzionamento
e sfruttamento dei servizi di telecomunica-
zione, e in particolare stabiliscono obblighi
Inserto
di interconnessione tra i concessionari dei
servizi pubblici e la remunerazione reciproca
di queste prestazioni;
(4) definiscono il regime tariffario applicabile ai
servizi, in termini di struttura, indicizzazione
e vigenza per quelle tariffe relative a servizi
dove le condizioni del mercato non sareb-
bero tali da garantire un regime di libera
concertazione delle tariffe e deve pertanto
essere lo Stato a stabilirle;
(5) stabiliscono le modalità di remunerazione
per l’uso delle frequenze, e
(6) stabiliscono il sistema di infrazioni e sanzioni
vigenti nel mercato nazionale, con partico-
lare attenzione al funzionamento delle
interconnessioni.
Politiche e disciplina normativa
A partire dal 1982, è stata formalizzata in Cile
la separazione della produzione dei servizi di
telecomunicazione dalla funzione regolatrice.
Inoltre, lo Stato ha smesso di operare diretta-
mente nel comparto di produzione dei servizi.
Ciò è stato realizzato attraverso la strutturazione
di un sistema di autorizzazioni o concessioni che
dà garanzie sia ai privati che allo Stato, in modo
che lo sviluppo del settore si basi sulla promo-
zione, realizzazione e ottimizzazione degli inve-
stimenti privati, da realizzare in conformità a
politiche e normative definite e perfezionate
dallo Stato cileno.
Quindi, lo sviluppo del settore delle telecomu-
nicazioni in Cile trova il suo fondamento nella
fiducia reciproca tra Stato e privati riguardo alle
politiche e alle normative in vigore. Ciò com-
porta che non solo l’installazione, lo sfrutta-
mento e la gestione dei sistemi sono oggi
integralmente liberalizzati e delegati a investitori
privati, ma che il Governo cileno continua
attivamente ad incentivare ed offrire sussidi a
supporto dell’offerta di sviluppo di reti telefoni-
che e di sistemi a banda larga di accesso ad
Internet.
FISCALITÀ &
COMMERCIO
INTERNAZIONALE n. 10/2015 XXIII