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Relazione di “Laelius de amicitia”

Autore: Marco Tullio Cicerone


Pubblicazione:44 a.C.
Genere: dialogo filosofico
Notizie sull’autore: Cicerone fu una delle figure più rilevanti di tutta l’antichità romana. Fu
avvocato, politico ,scrittore e oratore romano e oggi possediamo una vasta raccolta delle sue
orazioni politiche e dei suoi scritti di filosofia e retorica.
Ambientazione: Il dialogo dell’opera si colloca nella tarda età repubblicana, dopo la morte di
Scipione l'Emiliano, figura chiave di quel periodo storico. Il I secolo a.C. è l’epoca in cui il pensiero
filosofico greco, guardato in un primo momento con sospetto dai Romani, si diffonde e si
romanizza
Personaggi principali
Gaio Lelio Sapiente: è stato un politico romano conosciuto principalmente per la sua amicizia con
Scipione Emiliano. Fu tribuno della plebe, nel 151 a.C., e pretore, nel 145 a.C., fu infine console nel
140 a.C.
Quinto Mucio: è stato un politico romano vissuto durante il periodo della Repubblica ed un
esperto di diritto romano. Quinto venne eletto tribuno nel 128 a.C., edile nel 125 a.C. e pretore nel
121 a.C. Nello stesso anno fu inviato come governatore nelle province dell'Asia Minore. Nel 117
a.C. venne eletto console.
Gaio Fannio è stato un politico e scrittore romano. Fu eletto console nel 122 a.C. Parlò
pubblicamente contro la proposta di Gracco di concedere il diritto di voto ai Latini. 
Trama
Nel dialogo, dedicato al suo caro amico Pomponio Attico, l’autore immagina che Gaio Lelio
rievochi, davanti a Quinto Mucio Scevola e Gaio Fannio, la figura dell’amico Scipione Emiliano,
morto pochi giorni prima: sollecitato dai due giovani, Lelio tratta il tema dell’amicizia, considerata
il bene più grande per l’uomo dopo la sapienza. Nel tentativo di superare il concetto romano
di amicitia come creazione di legami personali a scopo di sostegno politico, Cicerone, per bocca di
Lelio, pone quindi alla base dell’amicizia valori importanti come l’onestà, innalzandola da semplice
rapporto clientelare ad un legame sincero, puro, disinteressato. Non nega che dall’amicizia possa
derivare anche una qualche forma di utilità, ma questa deve venire, eventualmente, dopo la
nascita dell’amicizia, mai prima.
Analisi
In base alle poche, ma periodiche domande di Fannio e Scevola, Lelio articola il suo discorso in tre
lunghi monologhi, trattando della nobiltà dell’amicizia (l’amicizia è un bene prezioso e può esistere
solo tra gli uomini perbene), della sua natura (deve essere spontanea e non nascere per debolezza
o per interesse), e infine, delle norme che la regolano (corrispondenza di interessi e di carattere ne
favoriscono la durata, falsità ed iniquità ne determinano il tramonto). Cicerone si esprime quindi
attraverso le parole di Lelio.
Interpretazione
Il Laelius de amicitia è un’opera filosofica, ma soprattutto destinata all’istruzione pratica. L’opera
può essere interpretata come un tentativo di sollevare a livello etico la concezione
dell’amicitia romana, che, ai tempi, si formava solo per scopi politici e prevalentemente utilitari.
Commento
In un’epoca in cui l’amicizia è vista come un valore indispensabile, questo dialogo mostra
chiaramente la sua attualità, guidando i lettori a riflettere su che cosa l’amicizia sia realmente: un
legame che non deve mai essere considerato, ma che deve nascere con l’intenzione di esserlo.

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