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Un sintetizzatore è composto da più blocchi: non a caso i modelli storici erano chiamati
“modulari”, proprio per la loro struttura in sezioni separate. I blocchi base sono:
Sinusoide
Onda quadra
L’onda quadra si ottiene da una somma di infinite sinusoidi. Ovviamente questo non è
realizzabile fisicamente, e quella che sentiamo è un’approssimazione, come possiamo
vedere dal grafico in cui gli “spigoli” della forma d’onda non sono perfettamente squadrati.
L’onda quadra è composta da sole armoniche dispari.
Onda Triangolare
L’onda a dente di sega contiene tutte le armoniche, sia pari sia dispari. Offre il segnale di
partenza più ricco per le modifiche successive, e per la sua vaga similitudine con la
timbrica degli strumenti ad arco è il punto di partenza più usato per la programmazione di
pad .
Rumore
Iniziamo quindi a elencare i filtri più comuni che troveremo sui nostri sintetizzatori.
Il filtro low pass è un filtro che esclude la parte alta dello spettro di frequenze della nostra
forma d’onda base. In pratica, il suono diventerà più cupo e meno squillante.
Come si intuisce dal nome, è l’opposto del low-pass, ed elimina la parte bassa dello
spettro di frequenze della forma d’onda di partenza. Il suono sarà squillante, con meno
basse.
Fino ad ora abbiamo visto le tipologie di filtri: vediamo ora in che modo possiamo utilizzarli
per dare forma al suono. I filtri hanno sempre almeno due parametri, cutoff e resonance.
Cutoff: la frequenza dalla quale il filtro inizia ad agire (nel caso di hi-pass e low-
pass), oppure la frequenza attorno a cui il filtro lavora (band-pass, band reject). A
differenza di un equalizzatore, questo valore spesso non è indicato in Hertz, ma su
una scala numerica. Un filtro di questo tipo non serve a effettuare interventi di
correzione su un suono, ma a scolpirne la timbrica, per cui un indicazione precisa
della frequenza non è sempre necessaria.
Resonance: operando sul valore “resonance” andiamo ad enfatizzare l’intervento
del filtro. Come vediamo in figura 2, la tipica curva di un filtro (in questo caso low-
pass) presenta un picco in corrispondenza della frequenza di cutoff. Per
determinare l’intensità di questo picco si utilizza il parametro “resonance”. Alcuni
filtri low-pass possono entrare in self-oscillation con valori di resonance molto alti:
in pratica si ottiene un suono simile alla forma d’onda sinusoidale sulla frequenza di
cutoff.
Attack: fase iniziale del suono, l’attacco, cioè quel segmento temporale che parte da zero.
Facciamo un esempio con uno strumento acustico: un rullante della batteria avrà un
attacco rapido, perchè si tratta di un suono percussivo. Non appena la bacchetta colpisce
la pelle, il suono “esplode” in modo estremamente rapido (pochi millisecondi). Al
contrario,un flauto può avere un attacco più lento, basta dosare il fiato nel modo
corretto e il suono andrà a crescere gradualmente.
Decay: è il segmento che segue l’attacco, ed in pratica è il tempo impiegato per
passare dal picco massimo iniziale alla fase successiva. Un esempio di suono con un
decadimento piuttosto evidente e caratteristico è quello della tromba: dopo un rapido picco
iniziale (attacco), il suono subisce un lieve calo prima di stabilizzarsi ed entrare nella fase
di sustain.
Sustain: è il periodo in cui il suono resta costante. Un suono tipo organo ha un sustain
infinito, non decade finché non rilasciamo il tasto. Un pianoforte invece ha un sustain
limitato nel tempo, che dura finché la corda resta in movimento.
Release: è il tempo impiegato dal suono a raggiungere il silenzio una volta che rilasciamo
il tasto. Sempre nel caso del pianoforte, è il tempo impiegato dallo smorzatore per
bloccare la vibrazione una volta rilasciato il tasto.
Modificando l’inviluppo possiamo quindi determinare l’evoluzione del nostro suono nel
tempo. Impostando un sustain massimo andremo a creare un suono continuo, tipo organo.
Se aumentiamo leggermente il tempo di attacco e di rilascio il nostro suono assomiglierà
di più a un ensemble di archi, mentre se impostiamo un attacco veloce, un sustain lungo
ma non infinito e un decadimento rapido ci ritroviamo nel territorio “corde pizzicate” (piano,
chitarra eccetera).