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“Praticamente perfetta”!

Grande successo al Teatro Buondelmonti per lo spettacolo della


Compagnia del Pinguino liberamente tratto da Mary Poppins.

Tre giorni di musica e magia al Teatro Buondelmonti di Impruneta hanno incantato grandi e piccini
con canzoni, balletti e scenografie ispirate alle scene del film Disney più amato di tutti i tempi,
“Mary Poppins”. Passano gli anni, ma il fascino di questa elegante signora che piomba dal cielo
plumbeo di Londra con uno strano cappellino e un ombrello parlante non tramonta mai. Era il
lontano 1964 quando Walt Disney presentò al mondo il celebre film interpretato da Julie Andrews
e Dick Van Dyke. La storia è più che conosciuta. Siamo nella Londra nel 1906, in Viale dei Ciliegi,
quando un’istitutrice dai poteri magici porta una ventata di aria nuova nella famiglia Banks.
Da allora il personaggio di Mary Poppins ne ha fatta di strada. La tata magica, nata dalla penna
della scrittrice australiana Pamela Lyndon Travers, è approdata a Broadway. La trasposizione
teatrale ha introdotto un’ulteriore canzone, “Practically Perfect” che in altre parole è l’essenza
stessa di Mary Poppins. E’ proprio da questa essenza che La Compagnia del Pinguino ha tratto
ispirazione per il titolo dello spettacolo, “Praticamente Perfetta”. Dal 2005 la Compagnia,
quest’anno diretta da Massimiliano Picone, mette in scena spettacoli ispirati ai più famosi musical
fra i quali San Francesco, Peter Pan, Pinocchio, La Bella e la Bestia e Mamma Mia! Gli attori curano
ogni parte dello spettacolo, dall’adattamento dei copioni alle scenografie e coreografie.
Lo scopo primario è quello di fare beneficenza attraverso l’arte. L’impegno sociale oltre che
artistico ha reso possibile, infatti, l’adozione a distanza di un bambino africano, ad oggi ragazzo,
con gravi problemi di salute. Quest’anno l’incasso è stato devoluto ai terremotati di Castelluccio di
Norcia.

Due parole con … Mary Poppins


E’ stata una bellissima esperienza far parte della Compagnia del Pinguino che mi ha dato la
possibilità di cimentarmi, da new entry, in un ruolo tanto difficile quanto stimolante come quello
di Mary Poppins. Per dirla usando un’espressione moderna, Mary Poppins è una tosta. La sua
autostima non vacilla mai. Lei sa come usare il pugno di ferro in un guanto di velluto. Si impone col
sorriso, sa coinvolgere mantenendo un distacco da chi le sta intorno e riesce a tener testa al
difficile Signor Banks che va in confusione, perdendo tutte le sue certezze e ritrovando, per
fortuna, i suoi figli. Con un poco di zucchero, Mary sa far ingoiare le pillole amare della vita. Sa
dare affetto, ma sa anche quando è il momento di salutare. E lo fa andandosene, in silenzio.
Amo talmente questo personaggio che ho cercato di carpirne il più possibile la mimica e la
gestualità, pensando anche alle aspettative dei bambini. Confesso che all’inizio non è stato
semplice. Pur volendo dare al ruolo una mia interpretazione, ho preso come modello di
riferimento Julie Andrews, la quale è talmente brava che non ci si accorge di quanto sia complicato
interpretare il ruolo di un’istitutrice che deve essere dolce e autorevole allo stesso tempo. Un
equilibrio difficile da mantenere senza correre il rischio di diventare un’amorevole tata o
un’educatrice severa. Dunque, l’unico modo per “catturarla” era documentarsi e nel farlo sono
rimasta sempre più affascinata dalle origini di questa storia.
Il contesto storico in cui si colloca il personaggio di Mary Poppins è molto interessante. All’epoca le
istitutrici avevano una posizione fondamentale nelle famiglie inglesi che potevano, per la loro
agiatezza, permettersi di stipendiarne una. C’erano addirittura scuole particolari da cui si usciva
con il diploma di governante o istitutrice e i corsi che vi si tenevano comprendevano materie
davvero speciali. Certo lì non si insegnavano quelle abilità di cui è dotata Mary Poppins. Nessuna
governante diplomata imparava a sollevarsi da terra o a rimettere in ordine una stanza con uno
schiocco di dita, ma tutte venivano istruite in modo da tirar su i ragazzini con il culto delle buone
maniere e con tutte le informazioni utili nella vita di un buon suddito britannico. Non bisogna
dimenticare che fino a mezzo secolo fa l’Impero inglese governava gran parte del pianeta e i
bambini, una volta cresciuti, erano destinati a diventare potenti personaggi in località lontane
dalla madrepatria. Dunque, il ruolo della governante era fondamentale. Può apparire strano, ma le
istitutrici influivano molto sulle sorti di gran parte del globo. Mary Poppins però è un’istitutrice
speciale. Per Mary, come per i bambini, non esistono confini ben definiti tra il fantastico e il reale.
Lei si mette a passeggiare in un dipinto, ci fa persino una gita e poi prende il tè sul soffitto con
l’allegro zio Albert.
Naturalmente a teatro è impossibile riprodurre gli effetti speciali che si vedono al cinema, ma con
qualche buon trucco si possono superare i vari ostacoli che una storia come questa può
presentare: la borsa senza fondo dalla quale Mary Poppins tira fuori gli oggetti più impensabili, i
giocattoli che si animano nella stanza di Jane e Michael e le gite nei disegni che aprono la porta a
mondi fantastici pieni di leccornie. La regia di Massimiliano Picone, le scenografie disegnate da
Sara Kazem e le coreografie create da Niccolò Poggini hanno permesso di realizzare tutte queste
scene in modo perfetto. Inoltre, i costumi e gli accessori curati in ogni minimo dettaglio da Laura
Chimenti hanno completato l’opera.
Sembrava di vivere davvero in un’altra epoca e di stare in un’altra dimensione. Credo che il
pubblico abbia recepito tutto questo. Noi per primi ci siamo sentiti molto coinvolti e per di più
uniti in uno spirito di gruppo molto positivo per una compagnia teatrale. Ho apprezzato
particolarmente la professionalità della Compagnia che, pur essendo composta da attori non
professionisti, si distingue per talento, bravura e serietà. A dire il vero non amo neanche fare una
distinzione tra attori professionisti e non, perché spesso e volentieri chi non fa l’attore nella vita
supera chi lo fa.
Una realtà artistica come questa potrebbe essere molto importante per la collettività. Il teatro è
vita, è respiro sociale. Per questo spero che l’attività della Compagnia si intensifichi e coinvolga
sempre di più imprunetini e non.
Credo che Mary Poppins sia un modello positivo per tutti noi e credo che i suoi insegnamenti ci
possano aiutare ad affrontare meglio le difficoltà della vita. Finora l’avevo amata, ma non l’avevo
mai capita veramente. Dopo questa esperienza, mi è entrata dentro. In altre parole, sento che il
vento è cambiato. Soffia da un altro quadrante …

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