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IL CAFFÈ

30 agosto 2015

ilcaffèLink 35

Il ricordo. La catastrofe in cui 50 anni fa LA CERIMONIA


Dalla tragedia alla
nascondere la famiglia, sicurezza so-
ciale parziale - visto che si pagavano i
contributi, ma non si potevano riscuo-
inVallese perirono 88 lavoratori non solo era evitabile, conclusione della
costruzione della
diga passarono
tere -, nessuna cittadinanza politica,
anzi interdizione di organizzarsi politi-
ma fu coperta per mezzo secolo da un velo d’omertà solo due anni,
nella foto qui
camente in quanto stranieri, privilegio
degli svizzeri sul mercato del lavoro.
sotto, un momento Queste erano solo le discriminazioni
della cerimonia legali.
che segnò la fine A ciò si aggiunse un regime di
dei lavori, tenutasi sfruttamento fino al-
il 25 agosto 1967 l’esaurimento dei lavora-
tori e delle lavoratrici nel-
l’industria e nelle costru-
zioni - che Alexander Sei-
ler filmò per primo, nel
lontano 1964, nel suo
“Siamo italiani”. Erano
giovani e forti e solo dopo
molti anni “si rompeva”
questa merce umana,
quando furono rinviati in
Italia o quando tornavano
volontariamente, visto che
in Svizzera l’assicurazione
contro la disoccupazione
non esisteva e che in perio-
di di crisi i primi ad essere
licenziati erano sempre e
comunque gli stranieri.
Mattmark mostra questa re-
altà di sfruttamento e di
mercificazione umana in tut-
PRIMA DELL’APOCALISSE ta la sua drammaticità. Non
In questa foto in bianco e nero sono morti uomini, volendo
ecco come appariva il cantiere interpretare Max Frisch, ma
del Mattmark nel luglio 1965, poco braccia straniere, facilmente
prima della valanga di ghiaccio sostituibili.
In quel periodo, le italiane
e gli italiani in Svizzera non furono so-
lo discriminati legalmente e sfruttati
nel mercato del lavoro, ma furono an-
che vittime della xenofobia quotidiana.

Sotto il ghiaccio di Mattmark


Ad esempio, venne loro interdetta
l’entrata i certi ristoranti quasi a ricor-
dare il tristemente famoso “Juden
werden nicht bedient” (gli ebrei non
vengono serviti). Innumerevoli sono i
racconti del disprezzo vissuto dagli ita-

il dramma della migrazione


liani in Svizzera e Mattmark fu l’enne-
simo schiaffo, questa volta documen-
tato, in presa diretta 24 ore su 24, dal-
la televisione e dalla stampa di tutto il
mondo.
Chi tollerava la xenofobia quotidia-
na si ribellò. Chi non sopportava o non
era a conoscenza della vita dei migran-
RÉMI BAUDOUÏ, SANDRO CATTACIN o incompetente e di volere turbare la ti in Svizzera uscì allo scoperto. Nac-
LE e TONI RICCIARDI quiete e la serenità del Paese. que un’opinione pubblica svizzera con-
PUBB Nel 1972, dopo sette anni, il pro- sapevole della situazione difficile vis-

F
aticosamente abbiamo inizia- cesso confermò la tesi del disastro na- suta da queste lavoratrici e lavoratori e
LICA to più di qualche anno fa a turale e, progressivamente, calò il si- soprattutto crebbe una ampia e diffusa
ZIONI cercare di recuperare dal- lenzio su questa pagina di storia. Solo solidarietà che si manifestò nella rac-
l’oblio una pagina di storia di oggi, cinquant’anni dopo - grazie ad colta fondi a favore dei familiari delle
questo paese: la catastrofe di una lunga ricerca in archivi mai aperti vittime di Mattmark. Il ghiaccio assas-
Mattmark del 30 agosto 1965 - di cui - si sa non solo che la catastrofe era sino scosse anche le coscienze della
proprio oggi si ricorda il cinquantena- evitabile, ma soprattutto che una spe- Svizzera. Da allora i movimenti xeno-
rio. Ma che cos’è Mattmark e perché è cie di omertà si era creata attorno al fobi si ritrovarono di fronte altrettanti
importante per la nostra storia? fascicolo Mattmark: testimoni cambia- movimenti di solidarietà con cui con-
Mattmark è un incidente sul lavoro, rono opinioni, operai non furono ascol- frontarsi nei decenni a venire sulla
il più grave del secondo dopoguerra. tati, rapporti scientifici furono mani- questione migrazione.
Ottantotto persone perirono sotto due polati. Vi è certamente un nesso tra Matt-
milioni di metri cubi di ghiaccio. Già Come spiegare tutta quest’omertà? mark e la cronaca degli ultimi mesi,
questa prima affermazione, che oggi La Svizzera terra di ingiustizie? In un dove i continui drammi della migrazio-
solo pochi contestano, è un indizio di certo senso si può affermare oggi che ne accendono dibattiti importanti sul
quanto quel periodo fu complicato. la politica nei confronti della migrazio- come gestire le diseguaglianze econo-
Nell’immediato la catastrofe fu eti- ne, prevalentemente italiana negli an- LO SCANDALO DEL PROCESSO miche, anch’esse figlie della migrazio-
chettata come naturale e fu esclusa ni del secondo dopoguerra, introdusse “Assassini! La lotta degli sfruttati ne. La questione sembra irrisolvibile,
ogni qualsivoglia responsabilità uma- un regime democratico di facciata, sarà la vostra Mattmark”. Un occorre comunque partire dal presup-
MORIRE A MATTMARK. na. Furono veramente in pochi a met- umano e giusto per gli svizzeri, ma an- manifesto contro la sentenza del posto che ha fatto vivere e sopravvive-
L’ULTIMA TRAGEDIA tere in discussione quest’analisi e chi che una specie di Apartheid. Stagionali processo pronunciata nel 1972 re l’umanità fino ai giorni nostri: il ri-
DELL’EMIGRAZIONE ITALIANA lo fece fu tacciato di essere comunista senza diritti di residenza, obbligati a spetto della dignità umana.
Toni Ricciardi, (Donzelli)

I fatti Sul cantiere non ci si fermava mai, né giorno né notte La motivazione

Quando la Svizzera“accoglieva” Il recupero della memoria


storica, individuale e collettiva
la metà degli emigranti italiani contro l’ingiustizia dell’oblio

LE CATASTROFI DEL FORDISMO


IN MIGRAZIONE
A Mattmark non ci si fermava mai, si
lavorava giorno e notte per co-
struire un’imponente diga capace
di produrre l’energia necessaria a un pae-
se, la Svizzera, che stava vivendo una
proprie speranze nella grande opera pur
di vedere terminare la propria fuga
all’estero o in altre parti della Con-
federazione. Mentre nel Ticino - che
pure a cavallo tra la fine dell’Otto-
L a ricerca è nata con l’ambizione di
ricostruire, o forse meglio, costruire
una triplice memoria. Innanzitutto
di contesto: eravamo in piena Guerra
fredda, da una parte l’Italia con il più
(a cura di) Toni Ricciardi, crescita economica senza precedenti. Nel cento e i primi decenni del Novecen- grande partito comunista dei Paesi occi-
Sandro Cattacin, (Centro Studi cantiere lavoravano più di mille persone, to aveva conosciuto una profonda dentali e dall’altra la Svizzera e il riaffac-
Emigrazione. Numero speciale in maggioranza straniere e provenienti emigrazione - la presenza straniera si ciarsi dopo decenni di assopimento dei
di Studi Emigrazione) soprattutto dalla provincia italiana. La era ormai stratificata, nell’Alto Valle- sentimenti antistranieri. Successivamen-
“piccola” Svizzera accoglieva da sola qua- se si ebbe l’impressione di essere ac- te, una memoria individuale, attraverso
si il cinquanta per cento dell’intero flusso comunati tutti dallo stesso destino, le testimonianze dei tanti so-
migratorio della vicina Italia, dando occu- dalle stesse speranze che il progresso, pravvissuti e dei familiari
pazione a operai impegnati in grandi ope- che questa grande opera alleviasse i delle vittime che, con i loro
re, come la diga di Mattmark. Ma il 30 destini di chi arrivava e di chi evitava dettagli, hanno contribuito a
agosto 1965, in pochi secondi, accadde di partire. Dimenticata dalla stampa, raccontare e ricostruire pezzi
l’irreparabile. che pure in quegli anni né parlò tantissi- di questa storia altrimenti
Alle 17.15 di quel maledetto lunedì, mo, dalla politica che probabilmente è sconosciuti. Infine, memoria
due milioni di metri cubi di ghiaccio e de- stata troppo presa dalle contingenze quo- LA FINE E collettiva, per riannodare i fili
triti si staccarono dal ghiacciaio Allalin e tidiane, ma soprattutto da grossa parte LA MORTE più volte spezzati di un dialogo
travolsero la mensa, le baracche, le offici- della società civile, la stessa che poco più Sopra, la tra diversi e, soprattutto, colti-
ne del cantiere. Ottantotto persone per- di quarant’anni fa - era il 1972 anno del fine del vando il desiderio di accendere
sero la vita. Più di due terzi erano stranie- processo - ebbe la forza di indignarsi pri- lavori nel i riflettori su un’amara pagina
re, la stragrande maggioranza italiane. Le ma per l’assoluzione degli imputati e suc- 1965, qui accanto le ruspe di storia, non solo svizzera -
MATTMARK, 30. AUGUST 1965 altre vittime svizzere, perlopiù vallesane, cessivamente per la condanna, in appello, in azione tra ghiaccio bensì, europea - che per troppo tempo,
Toni Ricciardi, Sandro Cattacin, dell’Alto Vallese che, come in altre parti al pagamento del 50% delle spese proces- e detriti della catastrofe cinquant’anni appunto, è stata ingiusta-
Rémi Baudouï, (Seismo-Verlag) dell’Europa di quegli anni, riposero le suali a carico dei familiari delle vittime. mente dimenticata.

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