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2. Urgenza, complessità, interesse generale del problema

L'adeguamento liturgico delle chiese, che nel nostro Paese presenta tuttora
carattere di urgenza, comporta implicazioni di interesse generale ed è particolarmente
complesso.

A distanza di trent'anni dalla conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II


occorre innanzitutto porre termine alla stagione della provvisorietà, spesso interpretata
come sinonimo di improvvisazione e di casualità e quindi fonte di gravi disagi dal punto
di vista celebrativo, estetico ed educativo. Inoltre, in molti casi in cui, per svariate
ragioni, nulla è ancora stato fatto, bisogna sollecitare i responsabili a prendere le
iniziative idonee per procedere all'adeguamento degli spazi celebrativi secondo la
riforma liturgica. Infine, é necessario completare e verificare i numerosi interventi di
adeguamento liturgico finora realizzati in modo parziale, talora confuso e
approssimativo.

L'adeguamento degli spazi celebrativi secondo la riforma liturgica costituisce un


problema di interesse generale: riguarda, infatti, la maggior parte degli edifici per il
culto esistenti, compresi quelli costruiti negli anni immediatamente precedenti e
successivi al Concilio.

3. La responsabilità ecclesiale

La presente Nota pastorale intende chiarire quali problemi sostanziali affrontare


e come procedere perché le chiese cattedrali, parrocchiali, monastiche, conventuali, i
santuari e altri tipi di chiese siano messe in grado di corrispondere al complesso di
esigenze che il Concilio, con la riforma liturgica, ha espresso. E' tempo ormai di dare a
tali esigenze risposte mature.

D'altra parte, non si tratta di problemi nuovi. La Chiesa, infatti, ha conosciuto


altri momenti storici nei quali ha sentito la necessità di importanti interventi di
adeguamento liturgico delle chiese, per dare attuazione alle riforme liturgiche che si
sono succedute nel corso della sua storia. Il problema dell'adeguamento, tuttavia, oggi,
si presenta in modo diverso e certamente più complesso che in altri tempi per tre ordini
di motivi: a) per il carattere peculiare dell'attuale riforma liturgica che, secondo gli
storici, è la più completa e organica, la più vasta e incisiva che la Chiesa cattolica abbia
conosciuto; b) per la particolare difficoltà di ogni progetto architettonico e artistico che
intenda inserirsi in modo innovativo in un contesto già dotato di una propria fisionomia
celebrativa, storica e artistica; c) per la specifica sensibilità storica e la particolare
cultura della conservazione e del progetto, che caratterizza la nostra società e di cui
occorre tener conto in ogni iniziativa che comporti adeguamenti liturgici.

Questo documento, inoltre, entra nel merito di delicati argomenti di natura


ecclesiale che non sono di indole teorica, né riguardano soltanto alcune poche situazioni.
E' invece un tema assai concreto (anche se rinvia a complesse posizioni teoriche); è

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