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Corso di Laurea: Fisioterapia (I anno) Corti Silvia – Gajtani Florida – Pagani Francesca

FONAZIONE E LINGUAGGIO

Il passaggio dalla quadrupedia alla posizione eretta ha comportato modifiche fisiche e di


conseguenza encefaliche. L’ortostatismo ha determinato:
- lo sviluppo degli archi plantari ed un diverso appoggio podalico
- instabilità del baricentro dovuta ad una minore area d’appoggio
- lo sviluppo delle curve del rachide per sostenere e meglio ridistribuire il peso corporeo
- la liberazione delle mani che sono state così in grado di sviluppare l’opponenza del pollice
al fine della presa
- una visione orizzontale e binoculare
- il rientro del muso poiché l’olfatto non ha più funzione vitale identificativa

L’encefalo sviluppa nuove aree associative per integrare le diverse informazioni:


1. propriocezione podalica maggiore per sopperire all’aumento dell’instabilità
+ visione tridimensionale
+ vestibolo più sviluppato

Sviluppo posteriore del cranio e dell’encefalo per la necessità di cortecce associative che
integrino le numerose informazioni posturali. Bisogna infatti ricordare che la massa
cerebrale è essenzialmente sostanza bianca che collega le varie aree  cooperazione.

2. visione binoculare
+ recettori tattili delle mani

Aree associative per compiere azioni più complesse (per esempio afferrare oggetti visti,
lanciare qualcosa per difesa, capire cosa sto toccando e/o vedendo)

Le nostre vie sensitive sono essenzialmente crociate, perciò uno stimolo tattile che si manifesti
sull’emilato sinistro, attraverso vie che decussano nel midollo spinale o nel bulbo, arriverà alla
corteccia sensitiva primaria destra, quindi contro laterale.
Nella visione binoculare i due campi visivi si sovrappongono quasi completamente, perciò in
corteccia arrivano due immagini dello stesso oggetto che la corteccia associativa visiva deve
integrare per ottenere un’unica immagine tridimensionale. Per adempiere a questa funzione le vie
nervose afferenti dalle due retine devono decussare solo in parte: si crea un chiasma ottico in cui i
fasci delle porzioni nasali delle retine crociano, ritrovandosi affiancati dai fasci provenienti dalle
porzioni temporali in modo tale che sui neuroni corticali arrivino afferenze provenienti da aree
corrispondenti delle due retine. Questo implica anche la necessità di un movimento coniugato degli
occhi regolato dalla muscolatura intrinseca.
I due emisferi cerebrali sono connessi da commessure e vie intraemisferiche, grazie alle quali
confrontiamo le informazioni per dar loro un significato.
Con l’evoluzione si sono sviluppate aree associative sempre più complesse e specializzate che non
sono bilaterali come invece M1 e S1. Da questa asimmetria deriva la lateralità encefalica:
l’emisfero sinistro è deputato al calcolo, alla comprensione (area di Wernicke) e produzione del
linguaggio (area di Broca) scritto e parlato. A destra troviamo invece la percezione geometrica e
spaziale e le aree artistico-creative.
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Ciò è valido per i destrimani, mentre nei mancini la situazione è speculare, infatti l’emisfero
dominante risulta essere il destro.
A questo proposito, esperimenti hanno dimostrato la dominanza dell’emisfero sinistro (per i
destrimani).

In particolare, a Wernicke arrivano afferenze dalle aree associative visiva e uditiva per la
comprensione e la medesima proietta su Broca per produrre linguaggio. Quest’ ultima è un centro
motore che regola la respirazione e la vocalizzazione necessarie per l’articolazione delle parole: per
far ciò invia efferenze sulla corteccia pre-centrale che governa i motoneuroni dei muscoli
respiratori, intrinseci della laringe (corde vocali) e del cavo orale.
A seconda della localizzazione di un danno cerebrale si possono avere due tipi di afasie
(=problematiche di integrazione tra comprensione e produzione lessicale):
• sensitiva  lesione di Wernicke  linguaggio fluido, ma privo di significato (la
persona affetta non comprende quello che dice o che gli viene detto)
• motoria  lesione di Broca  linguaggio poco fluente e sgrammaticato (il soggetto
ha difficoltà nel parlare pur comprendendo suoni e parole)

Per emettere suoni specifici con un significato logico dobbiamo reclutare muscoli respiratori e delle
vie aeree superiori e modificare il pattern respiratorio.

A RIPOSO: Vcorrente = 500 ml/ atto respiratorio


Capacità vitale = 4600 ml/ atto respiratorio
Controllo bulbare sulla inspirazione attiva (diaframma)  2 sec
espirazione passiva  3 sec
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FONAZIONE: Cambia il pattern respiratorio in modo volontario (corticale) modificando


intensità e frequenza: inspirazione rapida e profonda + espirazione più lenta,
lunga e profonda

La curva di rilasciamento toraco-polmonare si modifica perché la pressione subglottica deve


rimanere costante, nonostante la graduale diminuzione di volume di aria (grafico B). Ciò è
permesso prima dai muscoli inspiratori che si contraggono isometricamente per resistere al rapido
collasso polmonare e toracico fino al momento in cui le pressioni si eguagliano, successivamente la
contrazione isometrica dei muscoli espiratori ostacola la tendenza al riempimento polmonare,
permettendo l’espirazione del volume di riserva espiratoria  Siamo costretti a fare una pausa
inspiratoria involontaria, che tuttavia viene accelerata volontariamente attraverso una inspirazione
forzata (grafico A).
L’aria in uscita fa vibrare le corde vocali situate nella laringe; più le corde sono tese, più il suono è
acuto (frequenza maggiore). La pressione subglottica costante è responsabile dell’ampiezza di
vibrazione (intensità costante della voce).
L’articolazione vera e propria del linguaggio avviene a livello boccale, grazie anche alla
regolazione dei movimenti della lingua, delle labbra e dell’apertura faringea.
I muscoli reclutati seguono schemi motori attivati dalla corteccia; solo il principio dell’atto di
parlare è volontario, il resto automatico (come nel cammino).

Parlare è un lavoro muscolare:


1. contrazioni isometriche con dispendio energetico maggiore rispetto alle isotoniche
2. maggiore necessità di ossigeno  aumenta la ventilazione, ma diversamente dagli altri
lavori muscolari, l’incremento è a carico unicamente dell’intensità, mentre la frequenza deve
adattarsi all’emissione di parole e perciò diminuire.

VO 2
La gittata cardiaca : CO =
[ O2 ] pa − [ O2 ] pv deve aumentare

3. poichè CO = freq. Cardiaca x gittata sistolica, posso aumentare l’una e/o l’altra attraverso un
controllo estrinseco ed uno intrinseco, per aumentare l’intera gittata cardiaca.
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Controllo estrinseco: aumento tono simpatico  aumenta la frequenza cardiaca e la forza contrattile
del miocardio, inoltre vasocostringe le arteriole di tutti i distretti tranne che del muscolo, fegato e
cuore che hanno recettori beta per l’adrenalina.
Controllo intrinseco: secondo la legge di Starling, maggiore è il precarico maggiore è la forza
contrattile dovuta al fatto che il muscolo cardiaco lavora in allungamento. L’aumento del precarico
si ottiene con un aumento del ritorno venoso, garantito dalla pompa muscolare e da quella
respiratoria.

4. se aumenta la gittata cardiaca, aumenta la pressione arteriosa


5. maggiore produzione di cataboliti  diminuzione del pH che sarà riportato ai valori
fisiologici (7,35 – 7,38): a breve termine da parte della respirazione, attraverso l’aumento
della ventilazione; a lungo termine sarà regolato dal rene.

Dunque il linguaggio è un’attività complessa che comprende una fase sensitiva, una associativa ed
una motoria. Quest’ultima si presenta con un lavoro muscolare che porta modificazioni
dell’equilibrio interno tali da giustificare l’intervento di altri apparati (respiratorio, cardio-
vascolare…) per ristabilire l’OMEOSTASI.

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