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Rivoluzione Industriale PDF
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avvenuti in Inghilterra a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento e diffusisi in seguito in buona parte
dell’Europa e negli USA.
Insomma, nel giro di un secolo l’industria aveva soppiantato l’agricoltura nella formazione del
reddito e gli operai avevano in gran parte sostituito i contadini. A una società agricola, l’unica che
l’uomo avesse conosciuto nei millenni, se ne era sostituita una industriale in cui:
- la maggior parte della ricchezza nazionale viene prodotta dall’industria
- la maggior parte della popolazione attiva è impiegata nel settore industriale
- quasi tutta la produzione viene indirizzata al mercato (diviene irrilevante la produzione per
l’autoconsumo.) la fabbrica diviene l’unità produttiva fondamentale
- si afferma la produzione basata sulle macchine
Perché in Inghilterra?
La città
La localizzazione delle fabbriche nelle città favorì una crescita impetuosa della popolazione urbana:
nel 1800 in Europa c’erano solo 22 città con oltre 100.000 abitanti; nel 1850 erano già 47 (di cui 22
inglesi) per diventare 135 nel 1900. Nello stesso arco di tempo (1800-1850) Londra passò dai
1.117.000 abitanti ai 2.685.000.
Manchester, la capitale dell’industria cotoniera, che all’inizio del XVIII secolo era un semplice
villaggio, nel 1801 aveva 175.000 abitanti, divenuti 303.000 nel 1851.
Una crescita così impetuosa fece sì che in pochi anni crescessero interi quartieri operai caratterizzati
da sovrappopolamento, mancanza dei più elementari servizi e da condizioni igenico-sanitarie
spaventose.
La condizione operaia
Le condizioni di lavoro all’interno delle fabbriche erano drammatiche:
- la giornata lavorativa poteva raggiungere 16-18 ore
- gli ambienti di lavoro erano malsani
- non esistevano tutele sindacali e gli operai erano continuamente soggetti alla monaccia del
licenziamento
- anche i bambini erano sottoposti a queste condizioni (era considerato normale lavorare dopo
i sei anni)
Donne e bambini venivano preferiti in quanto percepivano un salario più basso degli uomini e
perché erano considerati più docili.
Il luddismo
Tra le altre conseguenze, l’introduzione della macchina portò alla scomparsa degli antichi mestieri e
alla riduzione della manodopera. La reazione degli operai a questi fenomeni fu, talvolta, violenta.
All’inizio dell’Ottocento la protesta si concretizzò spesso nella distruzione delle macchine,
fenomeno che prese il nome di luddismo ( da Ned Ludd, leggendario capo della rivolta).
I luddisti erano, in genere, operai specializzati danneggiati dall’introduzione delle macchine che,
annullando la loro professionalità, ne determinava il declassamento a operai generici, o addirittura il
licenziamento.
La reazione delle autorità fu violenta. Si arrivò a punire gli atti di luddismo con la pena di morte.
Solo negli anni ’20 e ’30 dell’Ottocento sorsero le prime organizzazioni sindacali a difesa dei
lavoratori e ebbe inizio una riflessione teorica sulle conseguenze della Rivoluzione Industriale.