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(*) "Quali le regole per i prelievi e le analisi dei prodotti alimentari. Le norme regionali non possono incidere sulle norme statali", in Alimenta n. 11-
12/2009, p. 231-232
"Sulle garanzie per il produttore e distributore in tema di prelievi e analisi dei prodotti alimentari", in Alimenta n. 2/2010 p. 27-31
RECENSIONI
II Parte
(*) Le considerazioni esposte sono frutto esclusivo del pensiero dell'autore e non impegnano in alcun modo l'Amministrazione di
appartenenza.
NOTE
1) Il legislatore italiano con l'art. 14, L. 21 dicembre 1999, n. 526, che ha individuato, nel Ministero delle Politiche Agricole e
Forestali, l'autorità pubblica preposta a sorvegliare che il controllo avvenga secondo i canoni prestabiliti, ma ha poi anche
riconosciuto la possibilità di effettuare il controllo in capo ad organismi privati.
2) In ordine alla posizione dei terzi la norma stabilisce che: "Si applicano le disposizioni dell'articolo 240, commi terzo e quarto, c.p.
se si tratta di cose che servirono o furono destinate a commettere il reato, ovvero che ne sono l'oggetto, il prodotto, il prezzo o il
profitto, appartenenti a persona estranea al reato medesimo, qualora questa dimostri di non averne potuto prevedere l'illecito
impiego, anche occasionale, o l'illecita provenienza e di non essere incorsa in un difetto di vigilanza".
3) Ha integrato l'articolo 12-sexies, comma 1, primo periodo, del decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306, convertito, con modificazioni,
dalla legge 7 agosto 1992, n. 356.
4) Cass. Pen. Sez. I, sent. n. 8404 del 15.01.2009.5)
5) Cass. Pen. Sez.. I, sent. n. 25728 del 05-06-2008.
6) D.P.R. 9.10.1990, n. 309, art. 100.
7) Gli stessi beni mobili, acquisiti dallo Stato a seguito di provvedimento definitivo di confisca, sono assegnati, a richiesta, agli
organi o enti che ne hanno avuto l'uso.
8) Art. 1 Depenalizzazione.
Sono trasformate in illeciti amministrativi, soggetti alle sanzioni stabilite dagli articoli 2 e 3, le violazioni previste come reato dalle
leggi comprese nell'elenco allegato al presente decreto legislativo e da ogni altra disposizione in materia di produzione, commercio e
igiene degli alimenti e delle bevande, nonché di tutela della denominazione di origine dei medesimi, fatta eccezione per i reati
previsti dal codice penale e dagli articoli 5, 6 e 12 della legge 30 aprile 1962, n. 283, e successive modificazioni ed integrazioni.
9) Legge 10 aprile 1954, n. 125, recante "Tutela delle denominazione di origine e tipiche dei formaggi"; Decreto del Presidente della
Repubblica 12 luglio 1963, n. 930, recante "Norme per la tutela delle denominazioni di origine dei mosti dei vini"; Legge 4
novembre 1981, n. 628, recante "Norme relative alla tutela della denominazione d'origine e tipica del prosciutto veneto berico-
euganeo"; Legge 30 maggio 1989, n. 224, recante "Tutela della denominazione di origine del salame di Varzi delimitazione della
zona di produzione e caratteristiche del prodotto"; Legge 12 gennaio 1990, n. 11, recante "Tutela della denominazione di origine del
prosciutto di Modena delimitazione della zona di produzione e caratteristiche del prodotto"; Legge 13 febbraio 1990, n. 26, recante
"Tutela della denominazione di origine Prosciutto di Parma"; Legge 14 febbraio 1990, n. 30, recante "Norme in materia di
Denominazione di origine del prosciutto di San Daniele"; Legge 10 febbraio 1992, n. 164, recante "Nuova disciplina delle
denominazioni d'origine dei vini".
Convegno Internazionale
Aula Magna, Università degli Studi di Milano, Via Festa del Perdono 7
Programma
CONSUNTIVO
Come Direttore Scientifico del Convegno mi compete il leggermente modificato per le esigenza di alcuni
gravoso compito di riportare i risultati delle numerose relatori, ma i contributi sono arrivati lo stesso.
relazione presentate, nel tentativo riassumerne il
significato. Gli aspetti sanitari, i pericoli microbici e chimici dei
Come è noto, nel nostro territorio campano e più sottoprodotti caseari sono stati discussi dal (Prof.
specificatamente nella Provincia di Salerno il problema Giaccone Univ. PD), la chimica e le tecnologie
relativo alla gestione dei sottoprodotti dell'industria applicate sul siero sono state discusse dalla Prof. Luisa
casearia bufalina, di cui siero e scotta rappresentano i Pellegrino Univ. MI) mentre il tema relativo agli
principali effluenti ma non i soli, determinano un aggiornamenti sulle nuove disposizioni comunitarie
problema non risolto, di grande interesse sociale perché sullo smaltimento dei reflui caseari è stato presentato
condiziona l'economia di tutto il territorio della Piana dal Dr. Borrello del Ministero della salute (RM).
del Sele.
Tutti i relatori intervenuti nel convegno sono stati
Nella fase di programmazione del Convegno mi sono concordi nel giudicare il siero di latte una importante
preoccupato di inserire relatori esperti per gli aspetti risorsa economica per l'azienda che lo produce e non un
sanitari relativi alla gestione del comparto zootecnico e ingombrante rifiuto del comparto zootecnico-caseario.
caseario, esperti di processi di valorizzazione del siero Nessuno vuole contestare l'utilizzo zootecnico del siero,
di latte, industrie che già operano nella lavorazione ma per questo comparto non mancano certo reflui di
industriale del siero e nella commercializzazione dei produzione casearie, utilizzare il siero di qualità per
prodotti finiti. questo scopo sembra proprio uno spreco, che non
Ho anche cercato di portare esperienze dirette di risolve l'impatto ambientale derivante dalle deiezioni
trattamento del siero sia a livello nazionale che degli animali, in particolare dei maiali.
internazionale.
Tutto questo nell'intento di fornire ai veterinari una Il Convegno ha spaccato come una folgore le tenebre
informazione a 360° su tutta la filiera di nostro interesse costituite dal ritardo culturale della nostra industria
che include Agricoltura-Zootecnica-Industria, ma anche casearia, che ha sempre considerato il siero di latte un
con la debole speranza di passare dalla formazione alla rifiuto scomodo di cui si doveva liberare al più presto.
traduzione pratica del problema, con proposte concrete Il siero è una risorsa importante come il nostro latte di
adatte per il nostro territorio. bufala campana, la cui valorizzazione commerciale
potrebbe rilanciare il nostro comparto produttivo e la
Come abbiamo riportato nella locandina di programma, nostra tribolata economia locale.
il Convegno è stato programmato soprattutto per fornire
ai veterinari specializzati che sono presenti in tutte le Per il bene della nostra terra produttiva, operosa e ricca
realtà produttive locali di filiera (campo agricolo, stalla, di storia e di cultura agronomica DOBBIAMO fare in
caseificio), il massimo di informazione tecnica e modo che tutta la mole di lavoro emerso dal Convegno,
aggiornamenti normativi e sanitari sul tema, in modo da costato lavoro organizzativo e impegno della ASL SA/3,
raccogliere gli elementi tecnici per passare non si disperda nel nulla, ma rappresenti una solida base
"eventualmente" alla fase di progettualità e realizzazioni scientifica per uscire definitivamente dalle tenebre del
future. passato.
Ho già messo in atto la procedura di raccolta delle
A conclusione dei lavoro posso ben dire che i risultati relazioni scritte presentate al Convegno, per le quali
raggiunti sono andati ben oltre le mie aspettative e chiedo la collaborazione di tutti i relatori, per farne un
quelle dei miei colleghi del corpo veterinario di Salerno volume da distribuire e divulgare.
e dell' ASL SA/3. Fino ad ora abbiamo seminato e continuiamo a farlo per
Fare un resoconto puntuale di tutte le relazione poter raccogliere frutti preziosi come quelli che ci regala
presentate sarebbe impossibile vista la ricchezza degli la nostra terra meravigliosa, grazie al nostro sapiente e
interventi che si sono succeduti. instancabile lavoro di tutti i giorni.
Anche l'ordine delle tre Sessioni in cui si è articolato il Sarebbe un guaio se dopo tanto "tuonare" non cadesse
Convegno: una goccia d'acqua.
1) Aspetti Sanitari; 2) Tecnologia e Normativa nel
comparto siero; 3) le industri di settore, è stato Claudio Mucciolo
Quando si parla di industria casearia, il primo caseificazione a condizionare la flora microbica che
sottoprodotto (chiamiamolo ancora così per qualche residua nel siero e in quest'ultimo potrebbe ancora
momento ...) su cui si centra la nostra attenzione è il esserci traccia di batteri patogeni che erano presenti nel
siero di caseificazione, per la grande massa liquida che latte crudo. Se, invece, si parte da un latte pastorizzato
deriva da ogni ciclo di produzione di formaggio. per fare il formaggio, le flore microbiche che
arriveranno al siero saranno essenzialmente quelle che
Per avere una minima idea di quanto abbondante sia la
si sono raccolte in esso durante la lavorazione, con
produzione di siero, negli Stati Uniti dati del 1998
predominio delle microflore che derivano dalle superfici
riferiscono che ogni anno nella confederazione
di lavoro, intendendo con questo termine non solo gli
americana si producevano oltre 35 milioni di tonnellate
apparecchi e gli utensili di lavoro, ma anche le mani dei
di siero di caseificazione (Bohnert, 1998). Negli ultimi
lavoranti che possono trasferire al prodotto una serie di
anni l'approfondirsi delle conoscenze e il perfezionarsi
generi microbici, tra cui anche alcuni agenti di malattia
delle tecnologie applicate alle produzioni alimentari ci
alimentare.
hanno letteralmente fatto spalancare gli occhi su questo
derivato della caseificazione che sempre più si conferma E superfluo sottolineare che centrerò la mia attenzione
come fonte di preziosi componenti del latte. Non si soprattutto sui microrganismi patogeni, ossia i batteri
tratta più, quindi, di un sottoprodotto della lavorazione agenti di malattia alimentare.
1. Microecologia dei patogeni nel latte destinato a
dei formaggi, ma di un vero co-prodotto che può
produzione casearia
fungere da materia prima da cui ricavare componenti del
latte che torneranno poi utili per altri alimenti. Da
qualche anno a questa parte è invalsa l'abitudine di Per nostra sfortuna, il latte crudo è un substrato esposto
aggiungere il siero o alcune sue frazioni a una varietà di a molti inquinamenti microbici; bisogna, però, sfatare la
alimenti, cosmetici e prodotti farmaceutici (Scott, convinzione che esso sia un terreno di coltura ideale per
1986). L'aggiunta di siero alle cagliate di formaggio ne la proliferazione di batteri patogeni, perché non sempre
aumenta le rese, accresce il loro valore nutritivo e questi trovano nel latte le condizioni di vita ideali per
permette di tenere meglio sotto controllo le crescere. Dipende, piuttosto, dalle circostanze e dal
caratteristiche fisiche di tessitura (Hinrichs, 2001). patogeno che prendiamo in considerazione.
Ma quali pericoli potrebbe comportare un siero di Il latte crudo, infatti, contiene enzimi che hanno effetto
caseificazione per la salute umana, qualora venisse antimicrobico (lisozima, lattoferrina e lattoperossidasi);
impiegato come materia prima per la produzione di altri questi sono in grado di stabilizzare la flora microbica
alimenti? del latte per almeno 4-6 ore dopo la raccolta. Essendo
gli enzimi delle proteine, più il latte è ricco di proteine,
La professoressa Pellegrino, intervenuta prima di me, ha
più sarà lungo questo effetto di stabilizzazione iniziale
illustrato quali sono le caratteristiche fisico-chimiche
delle fiore microbiche.
compositive del siero di caseificazione e le implicazioni
tecnologiche che portano alla sua gestione nei processi Il latte, inoltre, contiene un solo zucchero, il lattosio, e
di lavorazione casearia. non tutti gli agenti patogeni sono in grado di utilizzarlo
come fonte di energia per la loro moltiplicazione. Tra le
A me spetta il compito di richiamare in sintesi quali
enterobatteriacee, infatti, si distinguono quelle che sono
possono essere, appunto, i pericoli microbici e chimici
in grado di utilizzarlo (i coliformi) e quelle che non ne
che il siero di caseificazione può avere in sé, facendo il
sono capaci (enterobatteri non lattosio-fermentanti).
Escherichia coli quindi i suoi sierotipi verocitotossici
punto delle attuali conoscenze. Tratteremo più dei
pericoli microbiologici che di quelli chimici, dal
(VTEC) a partire da 0157:H7 sono in grado di
metabolizzare il lattosio mentre Salmonella enterica non
momento che in letteratura abbiamo qualche dato in più
ne è capace; nemmeno i Campylobacter termotrofì
sui primi e molti di meno sui secondi.
La microecologia del siero (d'ora in avanti lo chiamerà enteropatogeni sono in grado di utilizzare il lattosio, per
così) è condizionata direttamente dal processo di cui tra i tre principali agenti di malattia alimentare
caseificazione e, per via indiretta, dalla flora microbica quello che potrebbe in teoria duplicare con facilità nel
che arriva in caseificio con il latte crudo. Al variare del latte crudo sono proprio i ceppi VTEC di E.coli.
processo produttivo, potranno cambiare gli effetti che la
Non va però dimenticato che i tre patogeni sopra
trasformazione può avere sulle caratteristiche
indicati sono anche mesofìli se non addirittura
microbiologiche del semilavorato e di conseguenza del
termotrofì: ciò significa che non sono in grado di
siero.
duplicare se la temperatura del mezzo scende sotto 100
Per essere più chiari, se il latte è messo in produzione (E. coli VTEC e Campylobacter) o sotto i 7°C
allo stato crudo saranno le fasi successive della (Salmonella enterica). Lo stesso si può dire anche per i
Riferimenti bibliografici
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Massimo Pizzichini, Claudio Russo - ENEA, Dipartimento BAS, C.R. Casaccia, Roma
Massimo Vitagliano, Daniele Pizzichini - Genelab s.r.l
Caseine (, e ) Trasportatatore di ioni (Ca, PO4, Fe, Zn, Cu), precursore di peptidi
bioattivi
-lattoglobulina Facilmente assorbita a livello intestinale, trasportatore del retinolo,
possibile antiossidante, recettore di acidi grassi
Dalla separazione delle componenti chimiche fra loro; prodotto di basso valore commerciale. Il concentrato del
famiglie di siero proteine, lattosio, sali minerali ed processo di UF è costituto sostanzialmente da siero
acqua è possibile procedere ad una valorizzazione di proteine che raggiungono concentrazioni superiori a 110
ogni classe, sviluppando ipotesi di produzione altrimenti g/L, ed una frazione di lattosio, che dipende dal
impensabili, con altre tecnologie, come l'ottenimento di rapporto volumetrico di concentrazione raggiunto in
una bevanda funzionale ottenuta interamente dal siero di questa sezione.
Invece, il permeato di UF è costituito sostanzialmente
latte.
La traduzione di questo schema in termini di processo è dal lattosio, circa 45 g/L, il maggiore componente
riportata nello schema a blocchi di figura 3, in cui chimico presente nel siero, insieme alla riboflavina, ai
vengono indicate le tecnologie specifiche di membrana sali minerali e all'acqua.
che permettono di ottenere le categorie di prodotti sopra
Il permeato di UF viene quindi inviato al processo di
indicati (5).
nano filtrazione (NF) che permette di concentrare il
La microfiltrazione tangenziale è una tecnica di lattosio fino a circa 200 g/L e di ottenere un permeato
membrana che impiega membrane, per lo più limpido e chiaro ricco di sali minerali monovalenti
ceramiche, con una porosità dell'ordine di 0,8 mm, essa insieme all'acqua.
permette di eliminare il 99,7 % della carica microbica
Infine il permeato di NF viene inviato alla sezione di
del siero, che spesso raggiunge i 3 milioni di ufc/ml,
osmosi inversa (OI), da cui si ottiene un concentrato
senza l'uso del calore (pastorizzazione), in modo da
salino fino a 20 g/L che può essere utilizzato nella
ottenere nel permeato soltanto SP che vengono
salagione del formaggio, previa integrazione di NaCl,
concentrate con la tecnica di UF.
ed un permeato costituito da un'acqua ultrapura a basso
Questo processo viene ampiamente applicata anche nel contenuto salino e a basso carico inquinante, con un
trattamento del siero di scarsa qualità per ricavare un COD inferiore a 150 ppm di ossigeno.
6. Bibliografia
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6) K. Marshall; Therapeutic Applications of Whey Protein, Alternative Medicine Review, Vol 9, number 2 (2004).
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8) M. Pizzichini, A.Iasonna , M.Rosi , F. Ruscio., and F. Erbisti.; Innovazione tecnologica nell'industria lattiero
casearia, Energia Ambiente Innovazione, Ed. ENEA, 1/97, p. 43-57, (1997).
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bevanda a base di siero di latte; ENEA, RT/BAS 206/2006 (2006).