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I sintomi sono:
Il tumore del polmone nelle sue fasi iniziali, in genere, non dà disturbi (sintomi) ma con il
progredire della malattia, cominciano a manifestarsi.
I principali includono:
8 tumori su 10 sono causati dal fumo, inclusi i fumatori passivi e i fumatori poco frequenti. SMETTERE DI
FUMARE PRESTO RIDUCE IL RISCHIO DI QUESTA NEOPLASIA. Il danno causato dal fumo nei
confronti dell’epitelio bronchiale, per essere rinvertito ha bisogno del proprio tempo necessario per riparare il
danno e corrisponde a circa 15 anni dal termine delle sigarette.Tra i vari tipi di polmoni tutti sono correlati
all’esposizione del fumo di sigaretta, infatti l’incidenza è maggiore nel soggetto di sesso maschile ( tipica del
maschio fino a poco tempo fa, lentamente anche nelle donne è stato presente questo fenomeno).
Il cancro ai polmoni è una neoplasia eterogenea viene definita “una galassia” di neoplasie. Il carcinoma
polmonare primario si suddivide in due principali categorie istologiche:
a) il tumore del polmone a piccole cellule o microcitoma corrisponde a il 15% dei casi viene
chiamato cosi perché è composto da cellule estremamente piccole linfociti simili, viene definito
microcitoma perché l’origine di questo tumore viene ricondotto alle cellule del tratto neuroendocrino, le
cellule apud che si ritrovano all’interno della mucosa bronchiale.
E’ un tumore biologicamente aggressivo, veloce nel decorso della propria evoluzione al punto che dal
momento della diagnosi alla morte possono intercorrere anche poche settimane. Non esiste in questo
unico caso la distinzione del tumore TNL in quattro stadi, ma si riduce in due stadi : uno stadio
localizzato in cui il tumore è intratoracico e uno stadio esteso in cui il tumore è diffuso in maniera extra
toracica. Istotipo ha un valore prognostico estremamente sfavorevole rispetto al cancro del polmone non
a piccole cellule. Al momento della diagnosi devono essere sempre definiti perché non si andrà a
eseguire un trattamento chirurgico ma si andrà ad eseguire un trattamento chemioterapico molto più
efficace perché ha un bersaglio cellulare che in frazione percentuale risulta essere molto più elevata e
dunque ha una risposta MOLTO PIU EFFICACE, dalla durata di circa 20 mesi dopodiché le cellule
evolvono .( I tumori solidi sono formati da cellule neoplastiche e la frazione delle cellule proliferanti(il
30%), con il trattamento chemioterapico si va a bloccare la proliferazione di queste cellule neoplastiche,
in questo caso la frazione di cellule che sta proliferando è molto più elevato arriva al 90%, per questo
grazie all’utilizzo di questo trattamento verranno eliminati un numero estremamente più elevato di
cellule proliferanti. )
b) cancro del polmone non a piccole cellule che corrisponde all’85% dei casi, il quale è suddiviso in
tre tipi istologici, essi sono:
1) Carcinoma a larghe cellule che rappresenta il 10-15% il quale sta rientrando nell’adenocarcinoma
2) Adenocarcinoma (35-44%) è una neoplasia maligna che origina da un epitelio ghiandolare, sta
diventando l’entità istologica più frequente (legato al nuovo tipo di sigarette, che raggiungono la
periferia fino ad arrivare agli alveoli polmonari) e legate a cause non derivanti dal fumo di sigaretta,
come per esempio quelle causate dalle mutazioni genetiche. Le alterazioni genetiche che portano
all’adenocarcinoma sono : mutazioni delle EGFR: proteine recettoriali della membrana cellulare
che nel 10-15% della popolazione caucasica , molto più frequentemente nella popolazione asiatica
subiscono delle mutazioni, soprattutto a carico della coda entra citoplasmatica questi recettori
trasmettono in maniera costitutiva segnali proliferativi determinando una proliferazione
incontrollata. MUTAZIONI ONCOGENI ALK AL 2-7% E ROSS 1 AL 1-2%, BRAF 2-4%.
Queste alterazioni genetiche determinano una proliferazione neoplastica anche senza l’aiuto di
inquinanti. Dunque se la causa di questo tumore è determinato dalla presenza di una di queste
mutazioni, esempio EGFR, io vado a bloccare la causa di questo tumore. Infatti quando viene
eseguita una biopsia del polmone per un sospetto cancro bisogna informarsi innanzitutto sul tipo di
tumore (se è microcitoma o meno), se non è microcitoma bisogna chiedere se è un adenocarcinoma
o un carcinoma squamoso , se è un adenocarcinoma bisogna verificare che non sia presente una di
queste mutazioni, se la mutazione sarà individuata per ogni tipo di mutazione si svolgerà un
trattamento diverso, con quei farmaci somministrati per via orale i quali non sono chemioterapici ma
sono a bersaglio molecolare.
3) Carcinoma squamoso ( 25-35%) è una neoplasia maligna che origina da un epitelio rivestimento
rappezzato da un organo ghiandolare. CLASSICO ESEMPIO DI TUMORE CAUSATO DA
FUMO DI SIGARETTA.
Come si ottiene un carcinoma squamoso ?
Avviene in maniera graduale, nella prima fase in condizione normale abbiamo un comune epitelio della
mucosa bronchiale, questo epitelio grazie alla sua mucosità risulta essere un epitelio GHIANDOLARE. Essi
sono costituiti da un monostrato di cellule cilindriche (hanno una disposizione verticale), cigliate. Con
l’esposizione al fumo di sigaretta, avviene che mediante l’esposizione di radicali liberi dell’ossigeno e
all’esposizione di sostanze carcinogene causa un quadro di infiammazione. Il fumatore cronico è un
bronchitico cronico, ha una infiammazione cronico, dunque l’infiammazione è un insulto alla struttura
dell’organo e quando è cronica, l’insulto porta ad una reazione di protezione da parte delle strutture risiedenti
nell’organo: LA PROLIFERAZIONE. Dunque si passa ad una fase precoce di IPERPLASIA in cui non è più
presente un solo strato di cellule ma sono presenti più strati di cellule sovrapposte. Le cellule hanno ancora
una disposizione verticale e le ciglia in superficie sono ancora presenti. L’epitelio ghiandolare è iperplastico
completamente benigno, se un fumatore cronico smette di fumare in questo stadio, riesce a tornare in una
condizione normale. Se però non si smette di fumare l’evoluzione va avanti e si passa alla fase di metaplasia
squamosa. La metaplasia è una fase benigna e ancora reversibile, è un evento per il quale un epitelio
specializzato in una funzione ghiandolare cambia e acquisisce una specializzazione di rivestimento, infatti le
cellule presenti negli strati piu esterni perdono la disposizione verticale , perdono le ciglia di superficie e si
appiattiscono, aspetto analogo all’epitelio di rivestimento . Se si continua a non adottare dei mezzi che ci
consentano di tornare ad una situazione normale, si arriverà ad una condizione di DISPLASIA CHE E’ IL
PUNTO DI NON RITORNO, Evento irreversibile in cui è comparsa la prima mutazione genica e biologica,
una volta superata questa fase si arriverà in una fase in cui ci sarà IL CARCINOMA IN SITU FINO AD
ARRIVARE AL CARCINOMA INVASIVO SQUAMOSO. Carcinoma squamoso è tipico del soggetto
anziano ,legato all’esposizione al fumo di sigarette, ha una localizzazione centrale ( una sede di tumore può
essere localizzata avvinghiata ai bronchi oppure all’interno del bronco) mentre la sede periferica si localizza
nel parenchima polmonare lontano dalle diramazioni bronchiali (più lontana dai bronchi).
-dalla localizzazione del tumore, se è a sede centrale si verificano segni di costipazione bronchiale, tosse,
espettorato; se è a sede periferica, si verificano segni e sintomi più tardivi perché non vi è la presenza dei
bronchi che vengono stimolati con la tosse;
Per i tumori a sede centrale, i sintomi saranno la tosse, stizzosa, grassa o produttiva, l’emottisi, la crescita a
ridosso dei bronchi può provocare lacerazione del bronco stesso causando sanguinamento, la dispnea, le
polmoniti, perché la crescita del tumore all’interno del bronco ostruisce il passaggio dei muchi, favorendo il
loro ristagno con conseguente infezione.
Per i tumori a sede periferica, non avendo un contatto con i bronchi, l’espettorazione sarà minima, la tosse
sarà tardiva, irritativa, e spesso il primo sintomo è la dispnea,perché il tumore infiltra la pleura causando
versamento pleurico oppure raggiunge la pleura parietale, prima struttura innervata della gabbia toracica,
provocando dolore.
-dalla diffusione loco-regionale del tumore, dal coinvolgimento dei linfonodi mediastinici. A seconda
dell’interessamento di uno degli organi del mediastino anteriore, medio e posteriore, possiamo avere una
sintomatologia diversa. Ad esempio, la raucedine (abbassamento del tono della voce), è legata
all’infiltrazione da parte del tumore del nervo laringeo ricorrente, che decorre al di sotto dell’arco aortico
deputato all’innervazione delle code vocali; disfagia (difficoltà alla deglutizione), il tumore comprime o
infiltra l’esofago; paralisi diaframmatica, il diaframma è innervato dal nervo frenico che decorre al di dietro
del cuore: l’infiltrazione di questo nervo causa inizialmente un’irritazione del diaframma che si manifesta
con un singhiozzo patologico, e successivamente subentra la paralisi diaframmatica; sindrome della vena
cava superiore, il tumore crescendo comprime la vena cava superiore, per cui non ci sarà un effettivo ritorno
di sangue, tenderà a ristagnare: il soggetto svilupperà il cosiddetto edema a mantellina (nei distretti superiori
del corpo), proprio perché il sangue venoso non ritorna in maniera efficiente all’atrio dx ,inoltre si formano
dei circoli venosi collaterali, ci sarà turgore delle vene giugulari, ostruzione delle vene bracheo-cefaliche;
sindrome di Claude Bernard-Horner e la sindrome di Pancoast, caratterizzata dalla localizzazione del tumore
all’apice del polmone, va ad infiltrare il plesso brachiale, un fascio di nervi che dalla colonna vanno alla
spalla per innervare il braccio, per cui il tumore causerà un dolore importante alla spalla e al braccio
omolaterale, per cui il paziente tenderà a non utilizzarlo con conseguente atrofia dei muscoli del braccio.
Associata al tumore di Pancoast, vi può essere un’infiltrazione dei gangli stellati (del SN simpatico che si
trovano in sede paravertebrale a livello cervicale) causando la sindrome di Horner, rappresentata da ptosi
palpebrale (caduta della palpebra), miosi (restringimento pupillare) e anidrosi (mancanza di sudorazione).
-istotipo;
SINDROMI PARANEOPLASTICHE
Il cancro del polmone è uno di quei tumori, in particolare il microcitoma, che può causare sindrome
paraneoplastiche. Esse sono causate dalla produzione da parte del tumore di sostanze metabolicamente attive
come gli ormoni, Possiamo avere :
a) la sindrome di barrter in cui il tumore comincia a produrre ADH (ormone antidiuretico per cui il pz
ha astenia, nausea, vomito, confusione mentale e convulsioni.
b) Sindrome di Pashing legata alla produzione da parte del tumore dell’ ormone ACTH ( ormone della
corteccia surrenalica) che può portare ad un iperproduzione di corticosteroidi endogeni
c) Sindrome da iperproduzione di paratormone (il quale sposta i depositi di calcio) che può portare a un
ipercalcemia
d) Acropachia sono le dite a bacchetta di tamburo e le unghie a vetrino di orologio queste mani sono le
mani del fumatore cronico e sono legate ad una riduzione dell’apporto di ossigeno all’estremità
talvolta associate ad una micro vasculopatia periferica
e) Sindrome di Lambert Eaton ,sindrome autoimmunitaria legata alla produzione di autoanticorpi
contro i canali del calcio.
E’ Tipica del tumore a piccole cellule dove le cellule tumorali esprimono sulla loro superficie dei
canali del calcio (importanti per la comunicazione intercellulare), comuni sulle placche
neuromuscolari vengono riconosciute dal sistema immunitario (la prima difesa contro il cancro ) per
cui il sistema immunitario sviluppa degli anticorpi contro questi canali del calcio espressi sulle
cellule tumorali di conseguenza questi anticorpi non vanno soltanto ad agire sui canali del calcio
espresse sulle cellule tumorali ma anche su quelli normalmente espressi sulle placche neuro cellulari
dove c’è la giunzione tra la fibra muscolare e il terminale nervoso . Tutto ciò porterà a un’estrema
debolezza muscolare sia alle spalle che alle gambe, flaccidità.
Le sindrome paraneoplastiche non sono sempre presenti, sono più frequenti nell’ambito del tumore
da polmone.
DIAGNOSI
In primis si effettuano un esame fisico, l’esame anamnestico e gli esami del sangue. Dopodiché si esegue una
radiografia del torace (indagine di primo livello) seguita dalla TAC torace, molto più sensibile e che darà
maggiori informazioni riguardo l’estensione della malattia, il coinvolgimento degli organi vicini e
indicazioni su quale procedura seguire per effettuare una diagnosi di certezza. L’approccio più indicato
potrebbe essere una broncoscopia per effettuare prelievi bioptici, se il tumore cresce all’interno o a ridosso
dei bronchi; un ago aspirato tac-guidato, se il tumore è più periferico. E’ una procedura indolore, ma il
rischio è legato a emorragie,pneumotorace (perdita della pressione negativa tra pleura e polmone, l’ingresso
di aria nel cavo pleurico determina il collasso del polmone). Il tumore potrebbe avere una crescita
endobronchiale, per cui potremmo fare un esame dell’espettorato verificando la presenza di cellule di
sfaldamento bronchiale; il tumore potrebbe dare versamento pleurico e in quel caso la toracentesi
(aspirazione del liquido) potrebbe consentire di far diagnosi.
In tal modo, tramite broncoscopia o ago aspirato, è possibile ottenere una quota di cellule su cui poter fare
diagnosi. In primis si verifica se è un tumore; se è un microcitoma o meno; se è un tumore non a piccole
cellule, verificare se si tratta di un carcinoma squamoso o adenocarcinoma; se è un adenocarcinoma su
queste cellule verranno cercate le mutazioni geniche.
Nel caso in cui si riscontrino disturbi (sintomi) riconducibili al tumore del polmone, come la
mancanza di respiro o una tosse persistente, si consiglia di consultare il proprio medico curante.
Costui, oltre ad esaminare le condizioni generali di salute e ad informarsi sul tipo di disturbo
comparso potrebbe proporre di sottoporsi all'esame dello spirometro, un apparecchio che serve per
misurare la quantità di aria che entra (inspirazione) ed esce (espirazione) dai polmoni. Inoltre,
potrebbe prescrivere delle analisi del sangue per escludere altre possibili cause dei disturbi come, ad
esempio, un'infezione delle vie respiratorie e altri accertamenti che possono includere:
STADIAZIONE
Il tumore del polmone tende a diffondere al polmone contro laterale, all’osso, al fegato, alle ghiandole
surrenaliche e all’encefalo. Quindi per effettuare la stadiazione, per definire il parametro M escludiamo la
presenza di metastasi a distanza, e sarà necessaria:
-TAC total body con contrasto, che permette la visualizzazione delle altre strutture del torace ed anche quelle
addominali comprese le ghiandole surrenaliche;
-PET indagine scintigrafica, che utilizza un marcatore radioattivo (fluoro 18) captato selettivamente da
cellule ad elevato metabolismo glicidico (possono essere tumori o infiammazioni). L’indagine pet-tac
congiunta aiuta a vedere contemporaneamente la morfologia con la tac e l’attività metabolica con la pet;
TRATTAMENTO
Stadio 1= l’obiettivo è la cura, quindi l’approccio è chirurgico; quando non è possibile si effettua la
radioterapia stereotassica, mirata al distretto anatomico laddove è espresso il tumore (radiochirurgia).
L’intervento chirurgico può prevedere l’asportazione di un lobo, di un polmone intero, una resezione
atipica o un segmento del lobo.
Stadio 2= dopo la chirurgia è consigliabile un trattamento adiuvante con chemioterapia.
Stadio 3= il coinvolgimento loco-regionale è più importante e laddove non è possibile effettuare una
chirurgia o un trattamento adiuvante, si effettua un trattamento neoadiuvante, chemioterapico
effettuato prima della chirurgia per retro-stadiare la malattia. Quando l’intervento chirurgico non è
fattibile, si sceglie un approccio multimodale con chemio e radioterapia. Nello stadio 3B a queste si
aggiunge anche l’immunoterapia.
Stadio 4= l’algoritmo terapeutico è particolarmente complicato. Nel caso di adenocarcinoma, si
ricercano le alterazioni di BRAF, le traslocazioni di ALK, le mutazioni geniche ROS1 o EGFR, e se
presenti, vengono somministrati farmaci a bersaglio molecolare. Qualora non vengano trovate queste
mutazioni, si ricerca il cosiddetto PD-L1, un marcatore che predispone la responsività nei confronti
dell’immunoterapia. A seconda dell’espressione del’ PD-L1, se > 50% si procede con
l’immunoterapia; se PD-L1< 50% chemioterapia+immunoterapia. Mentre, nel caso del carcinoma
squamoso, si va a testare solo la presenza del PD-L1. Nel caso del microcitoma il trattamento
prevede solo la chemioterapia.
PREVENZIONE
Se si fuma, il modo migliore per prevenire il cancro del polmone e altre gravi malattie è smettere di
fumare il più presto possibile. Vale sempre la pena di smettere di fumare: dal momento
dell'interruzione il rischio di sviluppare un tumore ai polmoni si riduce ogni anno. Dopo 10 anni, il
rischio è pari alla metà di chi fuma.
Gli studi sull'alimentazione e il cancro suggeriscono che una dieta a basso contenuto di grassi, ricca
di fibre e cereali integrali, con almeno cinque porzioni al giorno di frutta e verdura fresca, possa
ridurre il rischio di cancro ai polmoni, così come di altri tipi di cancro e delle malattie cardiache.
Sono ormai più che convincenti le evidenze che indicano come svolgere un esercizio fisico regolare
possa ridurre il rischio di sviluppare il cancro del polmone e altri tumori. I numeri parlano chiaro:
gli adulti dovrebbero svolgere almeno 150 minuti (2 ore e mezzo) di moderata attività aerobica ogni
settimana per avere un vantaggio da questo punto di vista.