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Numero atomico

Z - Numero atomico

Il numero atomico (indicato solitamente con Z, dal termine tedesco Zahl, che significa numero, e detto
anche numero protonico) corrisponde al numero di protoni contenuti in un nucleo atomico[1]. In un atomo
neutro il numero atomico è pari anche al numero di elettroni; in caso contrario si è in presenza di uno ione.
Si usa scrivere questo numero come pedice sinistro del simbolo dell'elemento chimico in questione: per
esempio 6C, poiché il carbonio ha sei protoni.

A ogni numero atomico corrisponde un diverso elemento chimico, il quale viene collocato nella tavola
periodica proprio in funzione del relativo valore di Z. La legge di Moseley permette di ricavare il numero
atomico di un dato elemento misurando la frequenza della riga caratteristica corrispondente all'emissione
di raggi X.

Atomi aventi stesso numero atomico ma diverso numero di neutroni sono detti isotopi e differiscono fra
loro per il diverso numero di massa, indicato con A e dato dalla somma del numero di protoni e neutroni
totali (nucleoni).

Indice

Storia

1.1

La tavola periodica degli elementi

1.2

Il modello atomico di Rutherford e l'ipotesi di van den Broek

1.3

L'esperimento di Moseley

Note

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La tavola periodica degli elementi[modifica | modifica wikitesto]


Tavola periodica di Mendeleev

La costruzione di una tabella periodica degli elementi crea un ordinamento degli elementi, che quindi
possono essere numerati in un certo ordine.

Dmitri Mendeleev affermò di aver organizzato le sue prime tavole periodiche in ordine di peso atomico
(Atomgewicht). Tuttavia, considerando le proprietà chimiche osservate degli elementi, egli cambiò
leggermente l'ordine e pose il tellurio (peso atomico 127,6) davanti allo iodio (peso atomico 126,9)[2].
Questa sua intuizione risulterà coerente con la prassi moderna di ordinare gli elementi in base al numero di
protoni, Z, seppure il concetto di numero atomico non fosse ancora noto a quell'epoca.

Ad ogni modo, una semplice numerazione in base alla posizione nella tavola periodica non fu mai del tutto
soddisfacente. Oltre al caso dello iodio e del tellurio, successivamente diverse altre coppie di elementi
(come argon e potassio, cobalto e nichel) presentarono lo stesso problema necessitando, sulla base delle
proprietà chimiche osservate, di invertire la loro posizione nella tavola periodica basata sui pesi atomici[3].

Il modello atomico di Rutherford e l'ipotesi di van den Broek[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1911 Ernest Rutherford, dopo avere effettuato il suo noto esperimento della lamina d'oro, formulò un
nuovo modello atomico in cui la massa era concentrata in un nucleo caricato positivamente e avente un
valore di carica approssimativamente uguale alla metà della massa atomica dell'atomo. A distanza di un
mese in cui Rutherford pubblicò i risultati dei suoi esperimenti, il fisico olandese Antonius van den Broek
divenne il primo a comprendere l'esistenza di una relazione tra il numero associato a un elemento nella
tavola periodica e la carica del suo nucleo atomico[4].

L'esperimento di Moseley[modifica | modifica wikitesto]

Henry Moseley, nel 1913, si propose di verificare sperimentalmente quanto asserito da van den Broek
basandosi sul modello atomico di Bohr. Egli bombardò con un flusso di elettroni una serie di elementi
disposti consecutivamente nella tavola periodica misurando la frequenza dei raggi X da essi emessi. Trovò
che la radice quadrata della frequenza aumentava, progredendo nell'ordine stabilito dalla tavola periodica,
all'aumentare della carica del nucleo atomico che corrispondeva proprio al numero atomico. Ordinando
quindi gli elementi in ordine crescente di numero atomico, piuttosto che basandosi sul peso atomico, fu
possibile superare anche le incongruenze notate da Mendeleev con la sua classificazione periodica.

Si dovette comunque attendere la scoperta del neutrone, avvenuta nel 1932 grazie a James Chadwick, per
chiarire definitivamente la struttura atomica in modo corretto.

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