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Webinar sul Rischio Aziendale

da contagio Covid-19
Milano 12 Maggio

Relatore: Arch. Marco Corazza

Copyright by Safetyone Ingegneria srl – è vietato l’utilizzo, anche parziale, di questo materiale didattico senza previa autorizzazione.
INQUADRAMENTO
E ANALISI RISCHIO
BIOLOGICO
RISCHIO BIOLOGICO

LA PROBABILITÀ CHE UN
INDIVIDUO ENTRI IN CONTATTO
CON UN ORGANISMO PATOGENO, SI
INFETTI E CONTRAGGA UNA
MALATTIA

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DEFINIZIONI

o Agente biologico: Qualsiasi microrganismo, anche se geneticamente


modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano, che potrebbe
provocare infezioni, allergie e intossicazioni.
Tali agenti vengono identificati in base agli effetti patogeni di tipo
infettivo, allergico e/o tossico che sono in grado di determinare.
o Microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in
grado di riprodursi o trasferire materiale genetico;
o Coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate
da organismi pluricellulari.

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BATTERI
Organismi di piccole dimensione (0,2 – 2 micron). In condizioni favorevoli raddoppiano il loro
numero in circa 20 minuti.

Si dividono in:

✓Saprofiti: vivono in qualsiasi ambiente e non comportano rischi per l’uomo.

✓Patogeni: possono essere causa di malattie per l’uomo. Questi batteri una volta penetrati nel
nostro organismo sono in grado di provocare una malattia.

✓ Opportunisti: normalmente vivono sul nostro corpo senza provocare nessuna malattia. Si
possono però verificare situazioni, come un cattivo stato di salute dell’ospite, che rendono questi
batteri patogeni.

✓Tossine batteriche: alcuni batteri producono sostanze simili a dei veleni. Ad esempio il microbo
del tetano produce una sostanza tossica che agisce sul sistema nervoso provocando gli spasmi
muscolari tipici della malattia.

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VIRUS

Sono gli agenti biologici più piccoli (0,01 – 0,3 micron).

I virus a differenza dei batteri non riescono a

moltiplicarsi fuori dalle cellule.

Restano comunque potenzialmente capaci di trasmettere malattie anche


quando sono fuori dagli organismi viventi per un periodo più o meno lungo.
A differenza delle infezioni batteriche, quelle virali non sono sensibili agli antibiotici. I farmaci antivirali
sono in genere poco efficaci e quando possibile la migliore prevenzione per le infezioni virali respiratorie
è rappresentata dalla vaccinazione

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FUNGHI
I funghi o miceti pericolosi sono costituiti soprattutto da muffe e lieviti.

Alcuni di questi sono responsabili di malattie nell’uomo chiamate micosi.


Le micosi possono riguardare la pelle, i peli e le unghie e organi interni come
bronchi e i polmoni.

Alcuni miceti producono delle sostanze tossiche chiamate micotossine. Esse


possono dare modesti effetti, come la diarrea, ma anche provocare cirrosi
epatica e cancro al fegato. Tra le principali micotossine vi è l’aflatossina
ritenuta cancerogena.

Durante lavori di ristrutturazione di ambienti umidi (cantine, vecchie abitazioni)


si possono diffondere grandi quantità di spore di funghi del genere aspergillus
che possono essere inalate e provocare l’asma bronchiale.

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CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITA’
Patogenicità
riferibile alla capacità di produrre malattia a seguito di
infezione;

l’infettività
intesa come capacità di un microrganismo di penetrare e
Caratteristiche moltiplicarsi nell’ospite;
degli agenti
biologici la trasmissibilità
intesa come la capacità di un microrganismo di essere
trasmesso da un soggetto infetto ad un soggetto
suscettibile

la neutralizzabilità
intesa come la disponibilità di efficaci misure profilattiche
per prevenire la malattia o terapeutiche per la sua cura

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CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI
Gli agenti biologici vengono classificati, in base al rischio di infezione, in 4 gruppi:
Gruppo 1
✓ poche probabilità di causare malattie nell’uomo sia a livello individuale che collettivo;
Gruppo 2
✓ possono causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori(es: addetti di
laboratorio);
✓ poco probabile che si propaghi nella comunità;
✓ disponibili efficaci misure profilattiche e/o terapeutiche .
Gruppo 3
✓ possono causare malattie gravi e costituire un elevato rischio individuale per i lavoratori;
✓ l’agente può propagarsi nella comunità;
✓ di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche.
Gruppo 4
✓ possono provocare malattie gravi e costituire un serio rischio per i lavoratori;
✓ può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità;
✓ non sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche.

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ALLEGATO XLVI - D.Lgs 81/08 e s.m.i.
ELENCO DEGLI AGENTI BIOLOGICI
Gruppo 2:
Gran parte dei batteri(Proteus, Pseudomonas aeruginosa, Helicobacter pylori, Haemophilus
influenzae, Staphylococcus ecc);
Virus(Norwalk-Virus, Herpes simplex virus tipi 1 e 2, Herpesvirus varicella-zoster, Virus del morbillo,
ecc.);
Gran parte dei parassiti (Cryptosporidium parvum, Ascaris lumbricoides, ecc.);
Funghi (Aspergillus fumigatus, Candida albicans, Cryptococcus neoformans, ecc.).
Gruppo 3:
Batteri( Brucelle, Mycobacterium tuberculosis, Rickettsie, Salmonella typhi, Yersinia pestis, ecc.);
Virus(Virus della Febbre gialla, HBV, HCV, HDV, HEV, HIV, ecc. );
Parassiti (Echinococcus, Leishmania donovani, ecc.);
Funghi(Histoplasma capsulatum).
Gruppo 4:
Virus (Arenavirus, Virus febbre emorragica, Virus Ebola, Virus del Vaiolo)

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CLASSIFICAZIONE CORONA VIRUS
L’International Committe of Taxony of Viruses ( ICTS) ha riconosciuto formalmente il Coronavirus come una
«sorella» della sindrome respiratoria SARS-CoVs appartenente alla famiglia dei Coronaviridae.

L’Allegato XLVI del DLgs 81/08 classifica i virus appartenenti alla famiglia Coronaviridae come
agenti biologici del gruppo 2.

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COSA È IL SARS-COV-2?

Il virus che causa l'attuale epidemia di coronavirus è stato chiamato "Sindrome


respiratoria acuta grave coronavirus 2" (SARS-CoV-2). Lo ha comunicato
l'International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) che si occupa della
designazione e della denominazione dei virus (ovvero specie, genere,
famiglia, ecc.). A indicare il nome un gruppo di esperti appositamente
incaricati di studiare il nuovo ceppo di coronavirus. Secondo questo pool di
scienziati il nuovo coronavirus appartiene alla stessa famiglia di quello che ha
provocato la Sars (SARS-CoVs), da qui il nome scelto di SARS-CoV-2.

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COSA È LA COVID-19?

La malattia provocata dal nuovo Coronavirus ha un nome: “COVID-19” (dove "CO"


sta per corona, "VI" per virus, "D" per disease e "19" indica l'anno in cui si è
manifestata).
L’11 febbraio 2020 il Direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha
definito il Covid-19 pandemia

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SINTOMI e INCUBAZIONE

I sintomi più comuni di sono febbre, stanchezza e tosse secca. Alcuni pazienti
possono presentare indolenzimento e dolori muscolari, congestione nasale, naso
che cola, mal di gola o diarrea. Questi sintomi sono generalmente lievi e iniziano
gradualmente. Nei casi più gravi, l'infezione può causare polmonite, sindrome
respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte.

Il periodo di incubazione rappresenta il periodo di tempo che intercorre fra il


contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici. Si stima attualmente che vari fra 2 e
11 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni.

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TRASMISSIONE CORONA VIRUS
Il nuovo Coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il
contatto stretto con una persona malata.
La via primaria sono le goccioline del respiro (droplets) delle persone infette tramite:
• la saliva, tossendo e starnutendo
• contatti diretti personali
• le mani, ad esempio toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca,
naso o occhi

In casi rari il contagio può avvenire attraverso contaminazione fecale.

Normalmente le malattie respiratorie non si tramettono con gli alimenti, che comunque
devono essere manipolati rispettando le buone pratiche igieniche ed evitando il
contatto fra alimenti crudi e cotti.

Studi sono in corso per comprendere meglio le modalità di trasmissione del virus.

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DEFINIZIONE DI CONTATTO STRETTO
• Una persona che vive nella stessa casa di un caso di COVID-19
• Una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso di COVID-19
• Una persona che avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso COVID-19
• Una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso di COVID-19, a
distanza minore di 2 metri e di durata maggiore di 15 minuti;
• Una persona che si è trovata in un ambiente chiuso con un caso COVID-19 per almeno 15
minuti, a distanza minore di 2 metri;
• Un operatore sanitario od altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso di COVID-19
oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso di COVID-19
senza l’impiego di DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei;
• Una persona che abbia viaggiato seduta in aereo nei due posti adiacenti, in qualsiasi direzione, di
un caso di COVID-19, i compagni di viaggio o le persone addette all’assistenza e i membri
dell’equipaggio addetti alla sezione dell’aereo dove il caso indice era seduto.

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TRASMISSIONE

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INQUADRAMENTO
NORMATIVO
INQUADRAMENTO NORMATIVO

o D.Lgs. 81/08 – TITOLO X


o DPCM
o Protocolli condivisi
o Norme UNI

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D.LGS. 81/08
ART. 28 - COMMA 1
La valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a), anche nella scelta delle
attrezzature di lavoro e delle sostanze o delle miscele chimiche impiegate, nonché
nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la
sicurezza e la salute dei lavoratori
ART. 266
Le norme del presente Titolo si applicano a tutte le attività lavorative nelle quali vi
è rischio di esposizione ad agenti biologici.
ART 271 - COMMA 4
Nelle attività, quali quelle riportate a titolo esemplificativo nell’ALLEGATO XLIV,
che, pur non comportando la deliberata intenzione di operare con agenti biologici,
possono implicare il rischio di esposizioni dei lavoratori agli stessi, il datore di
lavoro può prescindere dall’applicazione delle disposizioni di cui agli articoli 273,
274, commi 1 e 2, 275, comma 3, e 279, qualora i risultati della valutazione
dimostrano che l’attuazione di tali misure non è necessaria.

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D.LGS. 81/08
ART. 272 - Misure tecniche, organizzative, procedurali
1. In tutte le attività per le quali la valutazione di cui all’articolo 271 evidenzia rischi per
la salute dei lavoratori il datore di lavoro attua misure tecniche, organizzative e
procedurali, per evitare ogni esposizione degli stessi ad agenti biologici.
2. In particolare, il datore di lavoro:
a) evita l’utilizzazione di agenti biologici nocivi, se il tipo di attività lavorativa lo
consente;
b) limita al minimo i lavoratori esposti, o potenzialmente esposti, al rischio di agenti
biologici;
c) progetta adeguatamente i processi lavorativi, anche attraverso l’uso di dispositivi di
sicurezza atti a proteggere dall’esposizione accidentale ad agenti biologici;
d) adotta misure collettive di protezione ovvero misure di protezione individuali qualora
non sia possibile evitare altrimenti l’esposizione;
e) adotta misure igieniche per prevenire e ridurre al minimo la propagazione accidentale
di un agente biologico fuori dal luogo di lavoro;
f) usa il segnale di rischio biologico, rappresentato nell’ALLEGATO XLV, e altri segnali di
avvertimento appropriati;
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DECRETI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

• DPCM 8 MARZO: istituita «zona rossa» per la Lombardia ed altre 14 province;

• DPCM 9 MARZO: estensione delle misure di contenimento a tutta la nazione;

• DPCM 11 MARZO: sospensione attività commerciali al dettaglio, fatta


eccezione per tabacchi, edicole, farmacie e vendita generi alimentari;
• DPCM 22 MARZO: c.d. «lockdown per tutte le attività industriali e commerciali
salvo quelle individuate tramite codice ateco;

• D.L. 25 MARZO: individua sanzioni e modalità dei controlli;

• DPCM 10 APRILE: modificazione delle attività che possono operare;


• DPCM 26 APRILE: avviata la c.d. «fase 2» con ulteriore modifica ed
ampliamento delle attività che possono operare;

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PROTOCOLLO PER LA SICUREZZA NELLE AZIENDE

Protocollo del 24 aprile 2020

I Sindacati hanno sottoscritto con il Governo e le parti datoriali presso la Presidenza


del Consiglio, un “protocollo di regolamentazione delle misure per il
contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli
ambienti di lavoro”.

Vengono indicate misure di salute e sicurezza da garantire ai lavoratori.

Il documento consiste in 13 punti volti a contrastare e prevenire la diffusione del


nuovo coronavirus nei luoghi di lavoro.

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DISPOSITIVI DI
PROTEZIONE
INDIVIDUALE
MARCATURA CE
E’ una marcatura obbligatoria per legge e deve comparire su ogni DPI.

1° Categoria 2°Categoria 3°Categoria


CE CE CE0302

La marcatura può non comparire sul DPI solamente se si può dimostrare che la
stessa può compromettere i requisiti di salute e di sicurezza o se la superficie
disponibile non è sufficiente allo scopo.
In questo caso la marcatura CE deve essere apposta sulla confezione del DPI.

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DEROGHE ALLA MARCATURA CE
ELENCO MASCHERINE CHIRURGICHE AUTORIZZATE ISS
Procedura di produzione di maschere facciali ad uso medico in deroga secondo quanto
previsto dall’art.15 del Decreto Legge del 17/03/2020 n.18. Autorizzazioni Rilasciate

ELENCO DPI AUTORIZZATI INAIL


Validazione straordinaria art. 15 comma 3 D.lgs. 18/2020 - Validazioni con esito positivo

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DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

En 14683:2005 EN 149:2001 +A1:2009 EN 149:2001 +A1:2009 EN 149:2001 +A1:2009

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DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

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DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

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OCCHIALI
DPI di II categoria
La classificazione definisce le caratteristiche di resistenza all’impatto di materiali solidi (particelle
proiettate) ed il grado di protezione da liquidi e spruzzi

Proteggono limitatamente da schizzi e spruzzi di sangue o altri liquidi biologici (es. saliva, urina,
liquido amniotico) in quanto non aderiscono completamente al viso

• Può costituire un limite il contemporaneo utilizzo di occhiali da vista.


• Non forniscono protezione al volto e alle mucose (naso bocca).
• Nel ricondizionamento devono essere rispettate le modalità operative riportate nella scheda
informativa e previste dal produttore.

UNI EN 166

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VISIERA
DPI di III Categoria
La classificazione definisce le caratteristiche di resistenza all’impatto di materiali solidi (particelle
proiettate) e la protezione da liquidi e spruzzi.

Protegge adeguatamente gli occhi da schizzi e spruzzi di sangue o altri liquidi biologici (es. saliva, urina,
liquido amniotico) e può fornire un’adeguata protezione al volto ed alle mucose
naso-buccali
• Deve essere configurata correttamente a garanzia di una protezione adeguata della testa e del viso
(compresi il mento e le orecchie).
• Consente il contemporaneo utilizzo di occhiali da vista
• Nel ricondizionamento devono essere rispettate le modalità operative riportate nella scheda
informativa e previste dal produttore.

UNI EN 166

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GREMBIULE
DPI di III Categoria
La protezione dagli agenti biologici è determinata dalla classificazione in relazione a:
• resistenza alla penetrazione di sangue sintetico
• resistenza alla penetrazione di patogeni trasportati dal sangue
• resistenza alla penetrazione di particelle solide contaminate
• resistenza alla penetrazione di aerosol contaminato
• resistenza alla penetrazione di liquidi con batteri
Sono ritenuti idonei per la protezione da agenti biologici dei gruppi 2 e 3 e possono essere utilizzati per la
protezione da alcuni agenti biologici del gruppo 4
• E’ un dispositivo monouso utilizzabile per la protezione parziale del corpo da schizzi.
• Deve disporre di chiusura posteriore sovrapponibile.
• Può disporre di elastici ai polsi o polsini
• In relazione alla modalità di trasmissione dell’agente patogeno è necessario l’utilizzo congiuntamente ad
altri DPI
EN 340
EN 14126:2006

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GUANTI
DPI di III Categoria
Sono ritenuti idonei per la protezione generale da agenti biologici in applicazione delle precauzioni
standard:
• I guanti classificati come DPI di III categoria (rispondenti alla norma EN374)
• I guanti monouso classificati come DPI di III categoria riportano pittogramma “resistenza a
microrganismi“ con indicazione: della classificazione del livello di performance (AQL) che non può
essere inferiore ad 1,5 (Level 2).
Nella protezione da contatto può essere opportuno utilizzare un secondo paio di guanti da indossare
sopra il primo
EN 420
EN 374
EN 455

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COPRISCARPE
Possono essere classificati sia come Dispositivi Medici che come DPI* (I categoria)
Se classificati DPI sono di progettazione semplice e quindi destinati a salvaguardare la persona da rischi di
lieve entità.
Offrono una limitata protezione dagli agenti patogeni trasmissibili per contatto
Permettono una limitata protezione.

* EN 340 se classificato come DPI e soddisfare i requisiti specificati dalle pertinenti norme tecniche di
classificazione

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CUFFIE
Possono essere classificati sia come Dispositivi Medici che come DPI* (I categoria)
Se classificati DPI sono di progettazione semplice e quindi destinati a salvaguardare la persona
da rischi di lieve entità.
Offrono una limitata protezione dagli agenti patogeni trasmissibili per contatto
Permettono una limitata protezione del capo .
* EN 340 se classificato come DPI e soddisfare i requisiti specificati dalle pertinenti norme tecniche di
classificazione

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MISURE DI
CONTENIMENTO
IN AZIENDA
COSA FARE IN AZIENDA?
Non è sufficiente che l’azienda fornisca i DPI ai lavoratori o che garantisca una
distanza minima tra i lavoratori…
È fondamentale che l’azienda predisponga un piano di intervento corredato di
procedure interne e occorre un nuovo modello organizzativo per prevenire la
diffusione del Virus.

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COMITATO COVID

Datore di lavoro

Medico Competente Covid Manager RSPP

RLS

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RUOLO DEL COVID MANAGER

Non esiste un obbligo di legge di nominare un soggetto responsabile della gestione del
rischio Covid in azienda, ma risulta fortemente suggerito nelle realtà complesse ove
siano necessarie specifiche competenze e capacità organizzative

Risulta evidente che in sua assenza, il compito del Datore di Lavoro è di:
- informarsi puntualmente sugli obblighi di legge e sulle evoluzioni normative
- informarsi sulla validità scientifica delle misure adottate (es. ozono)
- informarsi sull’idoneità di DPI e procedure di sanificazione adottate
- verificare e garantire l’efficacia delle misure di prevenzione e protezione adottate
- Richiedere il supporto del RSPP e/o di consulenti esterni nel caso in cui le
competenze interne non siano sufficienti

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RUOLO DEL RSPP

- Aggiornare il DVR

- Predisporre procedure di gestione del rischio Covid

- Proporre modalità di informazione e formazione del personale

- Proporre l’aggiornamento dei DUVRI

- Supportare il Datore di Lavoro nella gestione delle tematiche

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RUOLO DEL MEDICO COMPETENTE

In questa situazione il Medico Competente rappresenta il principale consulente del


datore di lavoro, insieme al Servizio di Prevenzione e Protezione, per l’attuazione delle
misure di prevenzione e protezione necessarie per i lavoratori, ed in particolare per
declinare correttamente le indicazioni di carattere generale, ma soprattutto
nell’individuazione dei «lavoratori fragili».

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MISURE DI CONTENIMENTO E DI CONTAGIO

• Favorire la modalità del lavoro a distanza;


• Evitare incontri collettivi in situazioni di affollamento in ambienti chiusi (es.
congressi, convegni), privilegiando soluzioni di comunicazione a distanza;
• Privilegiare, nello svolgimento di incontri o riunioni, le modalità di collegamento da
remoto, o in alternativa dare disposizioni di rispettare il “criterio di distanza
droplet”
• Regolamentare l’accesso agli spazi destinati alla ristorazione (es. mense), allo
svago o simili (es. aree relax, sala caffè, aree fumatori), programmando il numero di
accessi contemporanei o dando disposizioni di rispettare il “criterio di distanza
droplet”
• Favorire ingressi separati tra dipendenti e fornitori
• Favorire ingressi e uscite scaglionate del personale

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SANIFICAZIONE SUPERFICI

Quanto tempo sopravvive il nuovo Coronavirus sulle superfici?

Le informazioni preliminari suggeriscono che il virus possa sopravvivere


alcune ore, anche se è ancora in fase di studio.
L’utilizzo di semplici disinfettanti è in grado di uccidere il virus annullando
la sua capacità di infettare le persone, per esempio disinfettanti
contenenti alcool (etanolo) al 70% o a base di cloro all’0,1%
(candeggina).

Ricorda di disinfettare sempre gli oggetti che usi frequentemente (il tuo
telefono cellulare, gli auricolari o un microfono) con un panno inumidito
con prodotti a base di alcol o candeggina (tenendo conto delle indicazioni
fornite dal produttore)

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TERMINOLOGIA PER LA SANIFICAZIONE
PULIZIA descrive il processo di rimozione del terreno o del residuo da una particolare superficie, spesso
attraverso l'uso di prodotti di sapone e detergenti. I detriti e la pulizia prodotto vengono poi risciacquate con
acqua.

SANIFICAZIONE si riferisce al processo di rimozione di microrganismi potenzialmente dannosi (come


Staphylococcus aureus ed Escherichia coli) da una superficie o un oggetto. Sanificazione può essere realizzato
utilizzando i prodotti chimici (igienizzanti chimici) o molto alto calore (sanificazione termica).
Disinfezione

DISINFEZIONE è definita come la completa eliminazione di tutti i batteri che causano malattie o agenti patogeni
da un oggetto o una superficie. Disinfettanti sono spesso utilizzati in strutture quali ospedali dove c'è un alto
rischio di esposizione a batteri e virus pericolosi.

STERILIZZAZIONE si riferisce a una particolare operazione con la quale si elimina ogni forma di vita. Si può
ottenere soltanto con il fuoco, vapore saturo sotto pressione, trattamento radioattivo ( raggi UV), e con
pochissime sostanze chimiche.

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CIRCOLARE 5443 DEL 23.02.20
Per la decontaminazione, si raccomanda l'uso di ipoclorito di sodio 0,1 % dopo pulizia. Per le superfici
che possono essere danneggiate dall'ipoclorito di sodio, utilizzare etanolo al 70% dopo pulizia con un
detergente neutro.
Durante le operazioni di pulizia con prodotti chimici assicurare la ventilazione degli ambienti. Tutte le
operazioni di pulizia devono essere condotte da personale che indossa DPI (filtrante respiratorio
FFP2 o FFP3, protezione facciale, guanti monouso, camice monouso impermeabile a maniche lunghe, e
seguire le misure indicate per la rimozione in sicurezza dei DPI (svestizione). Dopo l'uso, i DPI monouso
vanno smaltiti come materiale potenzialmente infetto.
Vanno pulite con particolare attenzione tutte le superfici toccate di frequente, quali superfici di muri,
porte e finestre, superfici dei servizi igienici e sanitari. La biancheria da letto, le tende e altri materiali
di tessuto devono essere sottoposti a un ciclo di lavaggio con acqua calda a 90°C e detergente. Qualora
non sia possibile il lavaggio a 90°C per le caratteristiche del tessuto, addizionare il ciclo di lavaggio con
candeggina o prodotti a base di ipoclorito di sodio).

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ABILITAZIONI DITTE

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MISURE DI COMPORTAMENTO
E PRASSI IGIENICHE
Il Datore di Lavoro, in collaborazione con il Servizio di Prevenzione e Protezione e
con il Medico Competente, individua misure rafforzative delle ordinarie norme di
comportamento e corretta prassi igienica, sia a tutela dei lavoratori, sia degli
utenti esterni (anche occasionali), quali:

✓ sensibilizzare al rispetto delle corrette indicazioni per l’igiene delle mani e delle
secrezioni respiratorie, mettendo altresì a disposizione idonei mezzi detergenti
per le mani;

✓ disporre una adeguata pulizia dei locali e delle postazioni di lavoro più
facilmente toccate da lavoratori e utenti esterni.

✓ Predisporre un protocollo di sanificazione

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IGIENE DELLE MANI

Quali sono le regole per la


disinfezione / lavaggio delle
mani?

Il lavaggio e la disinfezione delle


mani sono la chiave per
prevenire l'infezione. Dovresti
lavarti le mani spesso e
accuratamente con acqua e
sapone per almeno 60 secondi.
Se non sono disponibili acqua e
sapone, è possibile utilizzare
anche un disinfettante per mani
a base di alcool (concentrazione
di alcool di almeno il 70%).

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FORMAZIONE E INFORMAZIONE
L’azienda, attraverso le modalità più idonee ed efficaci, informa tutti i lavoratori, e chiunque
entri in azienda, sulle disposizioni delle Autorità, consegnando e/o affiggendo all’ingresso e
nei luoghi maggiormente visibili dei locali aziendali, appositi dépliant informativi.

Tra le informazioni, per esempio:

✓ L'obbligo di restare a casa con febbre oltre 37.5.

✓ L’accettazione di non poter entrare o permanere in azienda, e di doverlo


dichiarare tempestivamente laddove, anche successivamente
all’ingresso, sussistano le condizioni di pericolo: sintomi di influenza, temperatura,
provenienza da zone a rischio o contatto con persone positive al virus nei 14 giorni
precedenti, etc.

✓ L’impegno a rispettare tutte le disposizioni delle Autorità e del datore di lavoro


nel fare accesso in azienda.

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MODALITA’ DI ACCESSO AL LAVORO
L’Azienda deve definire idonee procedure atte a garantire le seguenti misure
minime di contenimento:

✓ Prima di entrare nella sede di lavoro sottoporre al controllo della


temperatura corporea i lavoratori e favorire orari di ingresso/uscita scaglionati;

✓ l’accesso di fornitori esterni deve essere regolato attraverso l’individuazione di


procedure di ingresso, transito e uscita, mediante modalità, percorsi e
tempistiche predefinite;

✓ Per fornitori/trasportatori e/o altro personale esterno occorre


individuare/installare servizi igienici dedicati, prevedere il divieto di utilizzo di
quelli del personale dipendente e garantire una adeguata pulizia giornaliera;

✓ l’accesso ai visitatori deve essere limitato.

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GESTIONE SPAZI COMUNI

Al fine di evitare che gli spazi comuni possano divenire, anche occasionalmente, luoghi di
potenziale rischio di contagio l’Azienda deve attuare le seguenti disposizioni minime:

✓ L’accesso agli spazi comuni, comprese le mense aziendali, le aree fumatori e gli
spogliatoi deve essere contingentato, con la previsione di una ventilazione continua
dei locali, di un tempo ridotto di sosta all’interno di tali spazi e con il mantenimento
della distanza minima di 1 metro tra le persone che li occupano.

✓ Va provveduto all’organizzazione degli spazi e alla sanificazione degli spogliatoi per


lasciare nella disponibilità dei lavoratori luoghi per il deposito degli indumenti da
lavoro e garantire loro idonee condizioni igieniche sanitarie.

✓ Occorre garantire la sanificazione periodica e la pulizia giornaliera con appositi


detergenti dei locali mensa, delle tastiere dei distributori di bevande e snack.

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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Inoltre l’Azienda dovrà adottare:

✓ Maggiore ricorso, se possibile, allo smart working o comunque a distanza;

✓ Procedere ad una rimodulazione dei livelli produttivi;

✓ Assicurare un piano di turnazione dei dipendenti dedicati alla produzione con


l'obiettivo di diminuire al massimo i contatti e di creare gruppi autonomi, distinti e
riconoscibili;

✓ Sospendere tutte le trasferte e i viaggi di lavoro nazionali e internazionali;

✓ Non permettere le riunioni in presenza (solo quelle urgenti ma con un numero


ridotto di persone e a un metro minimo di distanza interpersonale).

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APPOSIZIONE CARTELLONISTICA
Inoltre l’Azienda dovrà inoltre predisporre un numero adeguato di cartelli finalizzati a
segnalare:

- Misure di prevenzione di carattere generale


- L’obbligo del distanziamento sociale
- L’obbligo di verifica della temperatura
- La necessità di sanificazione delle mani
- La posizione dei contenitori dedicati allo smaltimento di DPI e guanti
- Numero massimo di persone per locale in base allo spazio
- Informative per esterni
- etc

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REGIME
SANZIONATORIO

Questa foto di Autore sconosciuto è concesso in licenza da CC BY-SA-NC


COVID-19 INFORTUNIO SUL LAVORO
ART. 42 D.L. 17 MARZO 2020, N. 18
«casi accertati di infezione da Coronavirus (SARS – CoV-2) in occasione di lavoro
▪ SUL LUOGO DI LAVORO
▪ TRAGITTO CASA LAVORO

Ciò comporta:
certificato di infortunio trasmesso all’INAIL;
Periodo di quarantena e permanenza domiciliare con sorveglianza attiva equiparato a
malattia ai fini del trattamento economico;

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Regime sanzionatorio C.C. e C.P.

Codice civile
Obbligo giuridico di impedire il verificarsi di eventi dannosi per la salute e
sicurezza dei lavoratori (art. 2087 C.C.)
L'imprenditore è tenuto ad adottare nell'esercizio dell'impresa le misure che, secondo la particolarità del
lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale
dei prestatori di lavoro.

Codice penale
Responsabilità penale per omesso impedimento dell’evento dannoso (malattia o decesso)
che il datore di lavoro aveva l’obbligo giuridico di impedire (art. 40, co. 2, C.P.)
Nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato, se l'evento dannoso o pericoloso, da
cui dipende la esistenza del reato, non è conseguenza della sua azione od omissione
Non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo

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Regime sanzionatorio D.Lgs. 81/08
Articolo 17 - Obblighi del datore di lavoro non delegabili
Articolo 18 - Obblighi del datore di lavoro e del dirigente
Articolo 28 - Oggetto della valutazione dei rischi
Articolo 29 - Modalità di effettuazione della valutazione dei rischi
Comma 3. La valutazione dei rischi deve essere immediatamente rielaborata, nel rispetto delle modalità di cui ai
commi 1 e 2, in occasione di modifiche del processo produttivo o della organizzazione del lavoro significative ai fini
della salute e sicurezza dei lavoratori
Articolo 36 - Informazione ai lavoratori
Articolo 37 - Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti
Articolo 55 - Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente
E’ punito con l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.792,06 a 7.147,67 euro il datore di lavoro:
Nei casi previsti al comma 1, lettera a), si applica la pena dell’arresto da quattro a otto mesi se la violazione è
commessa:
b) in aziende in cui si svolgono attività che espongono i lavoratori a rischi biologici ………
Articolo 282 - Sanzioni a carico dei datori di lavoro e dei dirigenti

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CONDOTTA OMISSIVA E CAUSALITA’
• CONDOTTA OMISSIVA
Omessa adozione dei presidi anti contagio di cui ai decreti emergenziali e dal
protocollo condiviso.
Violazione delle disposizione del D.lgs. 81/08

• NESSO DI CAUSALITA’
Omissione è stata la causa del contagio;
Il contagio ha determinato l’infezione che, in caso di omicidio, è stata la causa del
decesso
Esempi: omesso ricorso al lavoro agile per mansioni compatibili, prosecuzione dell’attività
al di fuori dei casi consentiti; omessa valutazione del rischio biologico Covid-19; omessa
fornitura di D.P.I. e omessi controlli anti-contagio; omessa informazione ai dipendenti sui
comportamenti doverosi

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D.Lgs 231/2001
Il Decreto Legislativo 231/2001 è una legge che ha introdotto novità rilevanti
nell’ordinamento nazionale stabilendo che gli enti (esclusi gli enti pubblici) possano essere
ritenuti responsabili in caso di reati, tentati o portati a compimento, a vantaggio dell’ente
stesso da personale interno. È il caso di figure apicali (amministratori, dirigenti,
funzionari, etc) e di personale sotto la loro diretta sorveglianza.

Cos’è il c.d. MODELLO 231?


Il c.d. modello 231 viene adottato per permettere alle imprese di essere dispensate
dai reati imputati ai singoli dipendenti e, mediante la sua compilazione, la società che lo
sottoscrive può chiedere legittimamente l'esclusione o la limitazione della propria
responsabilità derivante da uno dei reati menzionati nella norma.
Il modello 231 è un modello di organizzazione e gestione VOLONTARIO che
offre la possibilità alle imprese di ridurre il rischio di essere chiamate a
rispondere per uno dei reati sanzionati dal decreto 231.

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SANZIONI D.Lgs. 231/2001
Art. 25-septies Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse
con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro
➢ Art. 589 c.p. (OMICIDIO COLPOSO) commesso nelle ipotesi di cui all’art. 55 comma 2 D.Lgs.
81/2008 (no DVR, no RSPP, no corsi formazione), si applica una sanzione pecuniaria in misura
pari a 1.000 quote (valore singola quota: da € 258,23 a 1.549,37), sanzioni interdittive per
una durata non inferiore a tre mesi e non superiore ad un anno;

➢ Art. 589 c.p.(OMICIDIO COLPOSO), commesso con violazione delle norme sulla tutela della
salute e sicurezza sul lavoro, si applica una sanzione pecuniaria in misura non inferiore a 250
quote e non superiore a 500 quote, sanzioni interdittive per una durata non inferiore a tre mesi e
non superiore ad un anno;
➢ Art. 590, terzo comma c.p. (LESIONI PERSONALI COLPOSE), commesso con violazione delle
norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro, si applica una sanzione pecuniaria in misura
non superiore a 250 quote, sanzioni interdittive per una durata non superiore a sei mesi.

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SISTEMI DI GESTIONE
Al fine di ridurre le responsabilità dell’Ente sia da un punto di vista civile che
penale i sistemi di Gestione con potere esimente delle responsabilità sono quelli
che prevedono la verifica da parte di un soggetto terzo definibile «super partes»:

❑ Certificazione ISO 45001 (integrata con il rischio biologico)


– Verifica da parte dell’Ente di Certificazione

❑ Modello 231 (per la sola riduzione delle responsabilità di cui alla Legge 231)
– Verifica da parte dell’OdV

❑ Certificazione Covid Free su schema proprietario ACSQ Italia


– Verifica da parte dell’Ente di Certificazione

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CONCLUSIONI
Al fine di evitare responsabilità di natura civile e penale le principali azioni da mettere in atto
sono:
-Costituzione del Comitato e attribuzione delle specifiche competenze
-Aggiornamento del DVR e stesura delle procedure
-Informazione e formazione dei lavori
-Riorganizzazione del lavoro in relazione alle specificità aziendali e del rischio di aggregazione
-Verifica della corretta applicazione delle misure di prevenzione e protezione adottate

Tutto attraverso un sistema di registrazione formale e documentato dei


processi aziendali (atto a dare evidenza in caso di verifica da parte degli OPG)

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GRAZIE PER L’ATTENZIONE
WWW.SAFETYONE.IT

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