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Ma un altro dei Signori gli si affiancò e gli afferrò un braccio, per farlo
tacere:
«Non c’è motivo di agitarsi! Le donne che hanno da fare in casa tornino a
casa, ma gli uomini vadano regolarmente a lavorare! Non possiamo
fermare gli affari!»
Passarono ore e davanti al palazzo del Governo si raccolse una folla. Nel
frattempo i Signori erano entrati e i popolani discutevano tra loro. I più
agitati erano quelli che avevano già perso un parente. Alcuni tossivano.
False notizie
Più o meno una settimana prima, mentre il sole si stava per eclissare dietro
le colline dorate a occidente e le foglioline d’oro tintinnavano nel vento,
Adele apriva la porta di casa. Era passata una settimana da quando
Antonio aveva lasciato un biglietto sul tavolo ed era sparito. La donna
aveva fatto salire i bambini al piano di sopra, prima di aprire la porta. Aveva
paura.
Sulla soglia stava un uomo alto e magro, col cappello in mano e un sorriso
storto sotto il naso troppo lungo. Teneva le briglie di un cavallo basso e
massiccio. Il cavallo aveva sulla groppa la borsa del portalettere.
«Chi sei?», chiese Adele sfoderando il tono più brusco che riusciva. «Te
nun sei il postino, chi sei?». Teneva una mano nascosta nella tasca del
grembiule, stretta attorno a un lungo coltello da cucina.
«Cara Signora, tra poco sarà buio e non ho di che mangiare. E poi sono
venuto per riferirle alcune notizie importanti».
«Notizie?», fece Adele squadrandolo da capo a piedi. «E che notizie? Parla
veloce. Tra un po’ ritorna mi marito. L’hai detto te che sta pe arrivà il buio.
Col buio arrivano li Spettri Neri, perciò te conviene andàttene».
«Devi capire che sei rimasta sola. Verranno altri uomini come me e ti
offriranno dei soldi. Dovrai prendere i soldi e portare i tuoi figli via da questa
baracca, in una casa in paese. Questa terra sarà coltivata a oro, come tutte
le altre».
«Vattene o t’ammazzo».
☞Terza Puntata