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CARATTERISTICHE E REQUISITI 1.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
F. PRO TTURALE
STRU
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
G.ANISTICA
URB
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
F.5. I
D
ARRE
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
. E
F.1.1 TERISTICH
T
CARA UISITI
➥ E REQ
F1
F.1. PARETI PERIMETRALI VERTICALI
F.5. ARREDI
Il termine chiusura verticale indica gli elementi tecno- 7959 Pareti perimetrali verticali. Analisi dei requisiti. 8369/4 Chiusure verticali. Giunto tra pareti perimetrali
logici atti a delimitare un determinato spazio. 8369/1 Chiusure verticali. Classificazione e terminologia. verticali e infissi esterni. Terminologia e simboli
I componenti della chiusura verticali sono le pareti peri- 8369/2 Pareti perimetrali verticali. Classificazione e per le dimensioni.
metrali verticali e i serramenti esterni verticali, nelle diverse terminologia. 8979 Pareti perimetrali verticali. Analisi degli strati fun-
categorie e con i diversi accessori. Le principali norme 8369/3 Chiusure verticali. Classificazione e terminologia zionali.
UNI di riferimento sono: dei serramenti esterni verticali.
La parete perimetrale verticale è portante quando superficialmente da strati impermeabili al vapore che Lo strato di isolamento termico ha la funzione di portare
svolge la funzione strutturale (in questo caso può essere impediscono la migrazione di quest’ultimo verso l’am- la resistenza termica globale della chiusura ai valori
collocata sia al perimetro dell’edificio che al suo interno); biente esterno, o quando in presenza di rilevante umidità richiesti collaborando al benessere abitativo, alla riduzione
è di tamponamento quando svolge principalmente il com- relativa negli ambienti interni, l’elemento termoisolante dei consumi energetici, all’eliminazione di fenomeni di
pito di chiusura e, impropriamente, non viene ritenuta col- è costituito da un materiale che assorbe l’umidità. condensazione superficiale; in presenza di strati di
laborante ai fini statici. Nella sequenza degli strati dall’esterno all’interno la accumulazione termica contiene i disperdimenti termici.
barriera viene collocata in successione allo strato di Può essere collocato in diverse posizioni: sul lato inter-
La muratura monostrato viene realizzata con uno stes- isolante termico, affinché la sua temperatura sia supe- no o esterno dell’elemento portante o integrato con esso;
so tipo di elemento resistente. L’impiego di blocchi di riore a quella corrispondente al punto di rugiada nella sequenza degli strati dall’esterno all’interno può es-
grandi dimensioni consente la realizzazione di murature dell’aria interna. sere collocato in successione all’elemento di tenuta o
monostrato impiegando un solo blocco a tutto spessore. I materiali costituenti possono essere, ad esempio, i allo strato di ventilazione.
Lo spessore di una muratura monostrato è generalmente materiali bituminosi o sintetici con eventuale lamina me- I materiali utilizzati sono:
compreso tra 12 e 50 cm. tallica associata i fogli a base di polimeri. La resistenza • pannelli o materassini, posati a secco o incollati, co-
Il comportamento termoigrometrico è molto uniforme e alla diffusione del vapore, che può essere parziale o stituiti da materiali in fibra (vetro, minerali, polimeri);
presenta una buona resistenza al fuoco. La muratura totale, è espressa in 10 9 m2 Pa/Kg. • materiali granulari (scisti, perlite, pomici);
monostrato deve essere in grado di garantire da sola, • materiali cellulari (schiume sintetiche, sughero, vetro);
o con una finitura di intonaco o di altro materiale per ri- Lo strato di collegamento è l’insieme di elementi che • materiali compatti (silicato di calcio, calcestruzzo pre-
vestimento, un adeguato isolamento termico e acustico, assicura il collegamento dell’isolamento termico, dello formato, laterizio alveolato, polimeri);
la portanza, la tenuta all’acqua. strato di tenuta, della finitura interna o esterna all’ele- • materiali sciolti, a base di perlite, vermiculite, argille,
mento portante. Si adotta quando vi è rischio di asporta- espanse, posati in sito nelle intercapedini del sistema
La muratura multistrato è principalmente di tipo misto zione di tali strati a causa del vento, della gravità o di parete;
e a doppia parete. Altre soluzioni costruttive delle mura- altre sollecitazioni. A tale scopo sono impiegati chiodi, • materiali schiumati (urea, poliuretano) posati in sito fra
ture multistrato sono le murature cave, a doppia interca- ganci, profilati, zanche, malta, adesivi. strati consecutivi del sistema parete.
pedine, a intercapedine sfalsata, a diaframmi, le pareti
ventilate. Lo strato di diffusione o ugualizzazione del vapore Lo strato o elemento portante ha la funzione di sop-
impedisce la formazione di sovrapressioni interne alla portare i carichi dovuti al peso proprio e agli elementi a
La muratura mista è costituita dall’affiancamento di due parete causate da evaporazione di acqua occlusa. esso vincolati, i sovraccarichi, le sollecitazioni esterne.
strati verticali realizzati ognuno con mattoni o blocchi di Si adotta quando si possono verificare forti afflussi di Molti requisiti funzionali sono spesso integrati nello
diverso tipo collegati tra di loro a intervalli regolari dalle vapore all’interno e quando la parete è costituita da strato portante.
compenetrazioni degli stessi mattoni o da elementi me- strati che presentano un elevato grado di impermeabilità
tallici posti trasversalmente. Uno dei due strati assolve al vapore. Lo strato di tenuta all’aria assicura un’adeguata tenu-
generalmente la funzione portante, mentre l’altro rispon- Nella sequenza degli strati dall’esterno all’interno, ta all’aria e alla pressione del vento.
de a requisiti di isolamento termoacustico. Le murature questo strato si colloca in successione alla barriera al È posizionato internamente allo strato di protezione e
a sacco possono rientrare in questa categoria. vapore o agli strati di tenuta contigui. Viene realizzato finitura esterna e in prossimità di discontinuità
mediante intercapedine d’aria, con fogli a base di pro- strutturali.
La muratura a doppia parete è costituita da due strati con dotti bituminosi rivestiti su una faccia con granuli di dimen- I materiali idonei sono gli intonaci cementizi, le mem-
interposta una camera d’aria, con funzione isolante, di sioni opportune, con strati di intonaco granigliato. brane, le lastre di materiali diversi, i prodotti sigillanti.
3–5 cm di spessore. Oltre tale spessore la funzione iso-
lante della camera d’aria stagna non offre contributi signi- Lo strato di protezione o di finitura costituisce la Lo strato di tenuta all’acqua è sempre presente e
ficativi. Per aumentare il potere coibente del “sistema superficie esterna della parete, ne garantisce uniformità assicura la richiesta impermeabilità alla chiusura.
parete”, la camera d’aria può essere totalmente o par- di aspetto e protegge gli strati sottostanti dall’aggres- Deve resistere alle sollecitazioni provenienti dall’ester-
zialmente riempita con materiale isolante; quest’ultimo sione degli agenti esterni. no e dall’uso.
deve essere adeguatamente protetto da infiltrazioni di La funzione di finitura può essere svolta dallo stesso È collocato all’interno dello strato di finitura esterna o
acqua o fenomeni di condensa interstiziale che lo dan- elemento resistente, detto in questo caso faccia a vista, esternamente alla parete.
neggiano, compromettendone le prestazioni. Il materia- o da idonei materiali da rivestimento. I materiali impiegati sono gli intonaci cementizi e ade-
le isolante deve essere impermeabile all’acqua e per- guati materiali da rivestimento.
meabile al vapore; quando quest’ultima caratteristica Lo strato di rivestimento interno costituisce la su-
non è garantita, l’isolante viene protetto dalla barriera al perficie interna della parete e ne soddisfa le esigenze di Lo strato di ventilazione contribuisce al controllo delle
vapore. Il comportamento termoigrometrico e acustico aspetto e tattili. caratteristiche igrotermiche della parete mediante ricam-
della parete varia al variare dei singoli spessori e dei La scelta dei materiali da rivestimento dipende da esi- bi d’aria naturali o forzati.
materiali utilizzati. genze estetiche, funzionali, di manutenzione. Sempre collocato esternamente allo strato termoiso-
La discontinuità trasversale della muratura e la presenza lante e al di sotto dello strato di tenuta all’acqua, contri-
delle cavità negli elementi resistenti costituiscono un con- Lo strato di regolarizzazione viene adottato per elimi- buisce nella stagione invernale allo smaltimento verso
tributo all’isolamento termico. nare le asperità dello strato sottostante al fine di evitare l’esterno del vapore proveniente dagli ambienti e, attra-
tensioni meccaniche tra strati contigui o migliorarne verso i moti convettivi, riduce, nella stagione estiva, gli
I requisiti che la parete perimetrale deve soddisfare oltre l’adesione. Se realizzato da materiali in fogli è collocato effetti dell’irraggiamento solare sulla parte.
quelli relativi alla stabilità poiché è comunque soggetta generalmente prima della barriera al vapore o Viene realizzato con struttura portante secondaria in le-
alle sollecitazioni esterne e al peso proprio, riguardano dell’elemento di tenuta all’acqua o all’aria. gno o metallo, tale da creare una camera d’aria collegata
le esigenze di sicurezza, di benessere igrotermico, di Altri materiali impiegati sono gli intonaci con granulo- con l’esterno, e pannelli in laterizio, metallo o altro ma-
resistenza termica, di purezza dell’aria, di isolamento metria fine, i composti a base di gesso, strutture secon- teriale da rivestimento.
acustico, di aspetto, tattili, di durabilità, di disponibilità a darie metalliche o di legno.
sostenere carichi appesi, di economia, di energia, di Lo strato di protezione al fuoco assicura alla parete o
sicurezza durante la messa in opera. Lo strato di ripartizione dei carichi o di irrigidimento ha a elementi strutturali in essa inseriti gli adeguati valori di
I singoli strati che costituiscono la parete, sia di tipo multi- la funzione di sopportare e trasmettere le tensioni resistenza al fuoco richiesti.
strato che monostrato, di seguito descritti (UNI 8979), concentrate quando sono presenti strati che non assi- Localizzato laddove necessario, può essere realizzato
devono rispondere, singolarmente o integrando le fun- curano adeguata resistenza. Può essere adottato a con lastre di cartongesso, intonaci premiscelati rinforzati
zioni, alle prestazioni richieste. protezione dello strato di isolamento termico, collocandosi e applicati su rete di supporto, altri materiali ignifughi.
sulla sua faccia interna o esterna, o può essere posizionato
Lo strato di barriera al vapore ha resistenza molto al di sotto dello strato di finitura interna o esterna. I materiali Lo strato di accumulazione termica porta ai valori ri-
elevata alla diffusione del vapore; la sua presenza evita impiegati sono, ad esempio, gli intonaci cementizi armati, chiesti l’inerzia termica della parete. Normalmente questa
l’accumulo di vapore all’interno del sistema parete. gli intonaci premiscelati con rete di armatura, le strutture funzione è integrata nei materiali costituenti la parete
Si adotta quando l’elemento termoisolante è protetto secondarie di legno o metallo, le lastre rigide. (calcestruzzo, laterizi, materiali lapidei).
F2 Scomposizione, postulata dal gruppo neoplastico olandese sin dal 1917, o decostruttivismo esaltato dal MOMA
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE •PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
CARATTERISTICHE E REQUISITI 1.
di New York nel 1988. Cambiando le formule, si arricchiscono i contenuti, ma l’obiettivo resta lo stesso. Urge F3
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
1. CARATTERISTICHE E REQUISITI
➦ MATERIALI EDILIZI
MATERIALE N/mq kg/mq N/mc kg/mc MATERIALE N/mq kg/mq N/mc kg/mc
F4 rompere, sfasciare la scatola edilizia tridimensionale di matrice rinascimentale, che comprime i vuoti anziché
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
MURATURE IN ELEMENTI RESISTENTI NATURALI 2.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
Il DM 20 novembre 1987 fissa i criteri tecnico costruttivi per la progettazione, esecu- 2 febbraio 1974 n.64 e il DM 24 gennaio 1986 e successive modifiche e integrazioni. PROG
zione e collaudo degli edifici realizzati in muratura con funzioni statiche, costituita da Gli elementi che costituiscono la muratura possono essere:
elementi resistenti collegati da malta.
Non rientrano nel decreto le murature di tamponamento le tramezzature leggere, i muri
• elementi resistenti naturali;
• elementi resistenti artificiali. B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
realizzati con getto di calcestruzzo. Le murature, inoltre, possono essere realizzate con pannelli prefabbricati o eseguiti a NISM
Per le murature armate e gli edifici in zona sismica si applicano le norme della legge piè d’opera, o con getto di calcestruzzo. ORGA
D.GETTAZIONE
In ordine all’accertamento dei valori della resistenza a compressione del materiale, le A questi requisiti fisici e meccanici, deducibili da prove di laboratorio, se ne aggiun-
cave di estrazione hanno l’obbligo di un controllo annuale. gono altri riscontrabili a vista, come l’assenza di sostanze solubili o residui organici,
I criteri di accettazione, la resistenza, le modalità di controllo dei prodotti lapidei sono l’assenza di parti alterate o facilmente removibili, la non friabilità o sfaldabilità la buona PRO TTURALE
determinati dalla normativa vigente (UNI 9724/1–8, 9275, 9276, 10330, SS UNI adesività alle malte. STRU
U32.07.248.0).
TAB. F.1.2./1 ROCCE ERUTTIVE INTRUSIVE (provenienti da un lento raffreddamento del magma in profondità)
E.NTROLLO
CO NTALE
COMPOSIZIONE STRUTTURA LAVORABILITÀ COLORAZIONE IMPIEGHI AMBIE
GRANITI quarzo, feldspati, miche granulare cristallina piuttosto dura, lucidabile varia, in funzione lastre per rivestimento
F. TERIALI,
dei componenti secondari
ICHE
TECN
SIENITI feldspati ricchi di sodio granulare cristallina facilmente lucidabile scuro, a volte rossastro lastre per rivestimento MA ONENTI,
e ferro, miche, anfiboli, COMP
pirosseni, biotite
DIORITI plagioclasio, miche granulare cristallina facilmente lucidabile verde, nero lastre per rivestimento,
frantumato per costruzione G.ANISTICA
di strade URB
GABBRI plagioclasio, pirosseni granulare cristallina facilmente lucidabile grigio, nero lastre per rivestimento,
anfiboli, olivina pavimenti
TAB. F.1.2./2 ROCCE ERUTTIVE EFFUSIVE (provenienti dal raffreddamento del magma affiorante in superficie)
RALI
COMPOSIZIONE STRUTTURA LAVORABILITÀ COLORAZIONE IMPIEGHI F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
PORFIDO fenocristalli di quarzo granulare resistente all’usura bruno, rossiccio pavimentazioni stradali VERTIC
DI QUARZO feldspati, miche cripto–cristallina lucidabile pietrisco inerte, pavimenti,
rivestimenti
F.2. URE
BASALTO feldspati, miche granulare duro, resistente all’usura bruno, nerastro lastre per pavimentazioni CHIUS ONTALI
Z
cripto–cristallina stradali, rivestimenti ORIZ
TRACHITE feldspati, femici granulare porosa, bassa resistenza grigio, verde, rossiccio blocchi, basi monumentali
cripto–cristallina a compressione facilmente per murature
F.3. IONI
IZ
segabile PART E
N
INTER
TAB. F.1.2./3 ROCCE ERUTTIVE PIROCLASTICHE (provenienti dal brusco raffreddamento del magma affiorato in superficie in seguito a eruzioni vulcaniche)
TAB. F.1.2./5 ROCCE SEDIMENTARIE ORGANOGENE (provenienti dalla trasformazione chimica di depositi organici)
liberarli in un dialogo assiduo dentro-fuori. Quella neoplastica è una poetica di piani, lastre, setti bidimensionali F5
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
2. MURATURE IN ELEMENTI RESISTENTI NATURALI
DIMENSIONE CARATTERISTICHE
PROVENIENZA STRUTTURA IMPIEGHI
ELEMENTI (mm) GEOMETRICHE
BRECCE diagenesi delle ghiaie a spigoli vivi compatta blocchi per murature,
2–20
conglomerati
TAB. F.1.2./8 ROCCE METAMORFICHE (provenienti dalla trasformazione di rocce eruttive e sedimentarie)
COEFFICIENTE
PESO SPECIFICO POROSITÀ TOTALE POROSITÀ APPARENTE COEFFICIENTE
DI DILATAZIONE
(g/cm3) (% del volume) (% del volume) DI IMBIBIZIONE
(cm°C x 10–6)
Eruttive intrusive
GRANITO SIENITE 2,60–2,80 0,4–1,5 0,4–1,4 0,2–0,5 8
DIORITE GABBRO 2,80–3,00 0,5–1,6 0,5–1,6 0,2–0,4 8
Eruttive effusive
PORFIDO DI QUARZO 2,55–2,80 0,4–1,8 0,4–1,5 5
BASALTO 2,95–3,00 0,2–0,9 0,3–0,7 5
Eruttive piroclastiche
POMICE 0,5–1,10 30–70 25–60 30–70 9
TUFO 1,10–1,75 25–60 25–50 25–50 9
Sedimentarie
CALCARE TENERO 1,70–2,60 0,5–30 0,5–30 1–25 4
CALCARE COMPATTO 2,65–2,85 0,4–2 0,5–1,8 2–4 3
DOLOMITE 2,30–2,85 0,4–2 0,5–1,8 2–4 3
TRAVERTINO 2,40–2,50 5–12 4–10 2–5 4
Metamorfiche
GNEISS 2,65–3,00 0,4–2 0,3–1,8 0,1–0,6 5
SCISTI (LAVAGNA) 2,70–2,80 1,6–2,5 1,4–1,8 0,5–0,6 5
MARMO 2,70–2,80 0,5–3,0 0,5–3,0 0–1 3
QUARZITI 2,60–2,65 0,4–2,0 0,4–2,0 0,2–0,6 5
F6 librati nello spazio. Quella decostruttivista è più emancipata; nel caso di Frank O. Gehry si sottrae a qualsiasi
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
MURATURE IN ELEMENTI RESISTENTI NATURALI 2.
C.RCIZIO
zazione di una muratura dipende dalla qualità della terra si accoppia spesso alla realizzazione di telai lignei por- L’adobe prevede la formatura di blocchi elementari, da
disponibile. La terra deve essere stabilizzata. Le tecni- tanti autonomi, in un procedimento costruttivo ove la mettere in opera successivamente ricorrendo alle
E
che di stabilizzazione fanno capo a: terra cruda è utilizzata come semplice tamponamento. tecniche murarie tradizionali. Il blocco viene preparato ESE ESSIONAL
• correzione della densità: compattazione del prodotto I sistemi costruttivi che utilizzano la terra cruda fanno in casseforme e asciugato al sole. L’uso di presse ma- PROF
naturale a mano o con ausili meccanici; capo a due procedimenti base: il pisé e l’adobe. nuali trasportabili (10 kg/cmq) consente di produrre
D.GETTAZIONE
• correzione della granulometria: miscelazione del pro- Il pisé, o terra battuta, si realizza battendo, corso dopo 1200 blocchi al giorno.
dotto naturale con elementi che ne migliorino la con- corso, la terra appositamente preparata in una cassa- Nella costruzione in terra cruda l’orizzontamento è affi-
tinuità granulometrica; forma mobile fatta di tavole di legno. La battitura avvie- dato alla volta o al solaio ligneo. La terra cruda va ben PRO TTURALE
• correzione della qualità fisico-chimica: aggiunta all’im- ne con un pestello, che può avere forme diverse. protetta dall’azione degli agenti atmosferici; il rivestimen- STRU
pasto di prodotti come il cemento, la calce, il bitume, La terra costipata, privata dell’aria e dell’acqua, si lega e to è oggetto di accurata manutenzione.
legge, regola, principio, invariante. Ogni architetto, per diventare creativo, deve sottoporsi alla giocosa fatica di F7
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
2./3. MURATURE IN ELEMENTI RESISTENTI NATURALI
In relazione alla disposizione dei conci la muratura in FIG. F.1.2./1 TIPI DI APPARECCHIATURE MURARIE
elementi resistenti naturali è definita:
Gli elementi resistenti artificiali possono essere realizzati in: laterizio normale, F = area complessiva dei fori passanti e non passanti;
laterizio alleggerito in pasta, calcestruzzo normale, calcestruzzo alleggerito. A = area lorda della faccia forata delimitata dal suo perimetro.
Gli elementi sono definiti di tipo comune se destinati a essere rivestiti. Quelli da
paramento sono lasciati faccia a vista. La superficie in vista può essere diversamente φ ≤ 15%
Elementi pieni f ≤ 9 cm2 S ≥ 12 cm
trattata e presentarsi rigata, graffiata, splittata, sabbiata.
Elementi semipieni* 15% < φ ≤ 45% f ≤ 12 cm2 S ≥ 20 cm
CARATTERISTICHE GEOMETRICHE DEGLI ELEMENTI Elementi forati** 45 < φ ≤ 55% f ≤15 cm2 S ≥ 25 cm
F8 frantumare il proprio edificio riassemblandone le parti in modo da non riformare mai la scatola.
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
MURATURE IN ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI 3./4.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.3./2 BLOCCHI E PEZZI SPECIALI
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
S
L
H PEZZO SPECIALE PER ARCHITRAVE F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
H
G.ANISTICA
12 x 25 x 19/24 cm 14,5 x 30 x 19/24 cm 25 x 30 x 19/24 cm H = 12-20 cm H = 20-30 cm URB
S = 12-25 cm S = 20-30 cm
L = 25-30 cm L = 30-50 cm
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
BLOCCO PEZZO SPECIALE PEZZO SPECIALE PER
A INCASTRO D’ANGOLO
ANGOLO LA CONFORMAZIONE
20 x 25 x 30 cm 20 x 30 x 50 cm DI MAZZETTE F.3. IONI
IZ
24 x 24 x 30 cm PART E
N
INTER
F.5. I
D
ARRE
F.6. AZIONI
LATERIZIO M
SISTE E
N
ESTER
Il laterizio è un materiale poroso che si ottiene dalla cottura dell’argilla a circa 800°C. inserendo nell’impasto argilloso polistirolo, segatura, sansa di olive, materiali che
L’argilla è una roccia sedimentaria sciolta di origine meccanica, con struttura fisica non lasciano traccia di incombusti nel prodotto finito e non ne modificano il
e chimica eterogenea. È composta da quantità variabili di silice, allumina, acqua, comportamento al fuoco. L’elemento presenta in questo caso degli alveoli vuoti non
.
ferro, materiali alcalini o alcalino-ferrosi. Le impurità sono costituite dalla presenza comunicanti tra loro, di diametro non superiore a 2,5 mm. F.1.2TURE IN ENTI
di quarzo, gesso, salgemma, pirite, feldspati, mica ecc. Le cavità, oltre ad alleggerire l’elemento resistente, riducono la conduttività del MURANTI RESIST
Dopo la frantumazione delle zolle, la depurazione da elementi estranei e la materiale, migliorando le caratteristiche termoisolanti, senza compromettere, in ELEME ALI
R
bagnatura dell’impasto, il processo di produzione prevede: la formatura, che può proporzione, la resistenza meccanica. Una recente teconlogia costruttiva prevede la NATU
avvenire per estrusione, per pressatura o a mano; l’essiccazione, attraverso cui rettificazione dei blocchi. La rettifica è un’operazione meccanica d’elevata 3 .
F.1. TURE IN ENTI
viene sottratta acqua all’impasto; la cottura. Cuocendo argille quarzose naturali fino precisione, a seguito della quale le facce forate dei blocchi risultano perfettamente MURANTI RESIST
alla vetrificazione si ottiene il grès. piane e parallele, garantendo quindi una perfetta ortogonalità rispetto alle facce ELEME IALI
IC
La colorazione del prodotto finale dipende dal tipo di argilla o miscela di argille laterali. Ciò consente l’impiego del collante cementizio in luogo della malta, in ARTIF
utilizzata; in particolare il rapporto tra gli ossidi di calcio e di ferro determina la particolare nei letti orizzontali. Si ottiene così un risparmio dei tempi di messi in
variazione cromatica, che va dal giallo al rosso vivo; mattoni di colore rosso vivo si opera e dei costi, e la riduzione dello spessore dei giunti orizzontali, con un
.
ottengono con materiali molto ricchi di ferro. Il laterizio alleggerito si ottiene migliorameno dell’isolamento termico della muratura. F.1.4IZIO
LATER
F9
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
4. LATERIZIO
La maggior parte della produzione attuale di laterizi utilizza un codice in cifre attraverso il quale si identifica il tipo di mattone o blocco, FIG. F.1.4./1 NOMENCLATURA DEL MATTONE UNI
la posizione di giacitura in opera, la tecnologia di produzione: E FRAZIONAMENTO
Ad esempio, il blocco 45 UNI BSB 11-31 è un blocco di tipo B (in particolare con φ del 45%) con fori verticali, estruso e con massa alveolata.
LISTA,
TAB. F.1.4./1 DIMENSIONE DEI MATTONI PIENI (Φ ≤ 15%) IN ALCUNE REGIONI E CITTÀ ITALIANE FASCIA, TESTA
COSTA
Piemonte 6 x 12 x 24 Arezzo 6 x 12 x 24 Imperia 6 x 13 x 26 Potenza 6 x 13 x 26
5,5 x 11,5 x 24 6 x 12 x 26 6 x 13 x 28 Ragusa 6 x 12 x 26
Lombardia 6 x 11 x 23 Ascoli Piceno 6 x 13 x 26 Latina 5,5 x 12 x 24
Ravenna 5,5 x 12 x 25
6 x 10,5 x 22,5 5,5 x 13 x 26 5,5 x 14 x 28
Lecce 5,8 x 13 x 26
Veneto 6 x 12,5 x 26 Avellino 6 x 13 x 26 Reggio 6 x 13 x 26
Livorno 6 x 13 x 26
Trentino 6 x 13 x 26 5,5 x 13 x 24 Calabria 6 x 14 x 30
Bari 6 x 13 x 24 MEZZO LUNGO
Friuli V.G. 5,5 x 12 x 25
Bergamo 6 x 12 x 24 Mantova 6 x 13 x 26 Reggio Emilia 6 x 13 x 27
Liguria 6 x 12 x 24 6 x 13 x 26 5,5 x 12 x 25 Roma 3,2 x 14 x 28
Emilia 5,5 x 12 x 28 6 x 11 x 23 6 x 12 x 24 5,5 x 14 x 28
Romagna 6 x 13 x 26 6,5 x 13 x 26 4 x 13,5 x 27
Bologna 5,5 x 12 x 25
5,8 x 14 x 26
5,8 x 14 x 28,5 Matera 6 x 13 x 26 Salerno 6 x 13 x 26
Toscana 5,5 x 12 x 25 Messina 6 x 13 x 26 Sassari 6 x 12 x 24
Brescia 5,5 x 12 x 25
6 x 13 x 26 5 x 12 x 25 MEZZO
6 x 13 x 26 Savona 6 x 12 x 24
Marche 6 x 13 x 26 6 x 14 x 30 1/4
Brindisi 6 x 12 x 24 Siena 6 x 13 x 26 1/4
Umbria 6 x 13 x 26 Milano 6 x 11 x 23 5,5 x 14 x 28 3/4
Cagliari 6 x 12 x 24 3/4
5,5 x 13 x 26 Napoli 6 x 13 x 26 5,5 x 10 x 27
Catania 6 x 13 x 26
Lazio 5 x 14 x 28 5 x 12 x 25 Teramo 6 x 13 x 24
Nuoro 5 x 12 x 25
5,5 x 12,5 x 25,5 6 x 14 x 30 6 x 12 x 25 Torino 6 x 12 x 25
Abruzzo 6 x 13 x 26 Catanzaro 6 x 13 x 26 Padova 6 x 12,5 x 26 Trento 5,5 x 12 x 25 TRE QUARTI
6 x 13 x 27 6 x 14 x 30 6 x 12 x 24
Palermo 6 x 13 x 26 5,5 x 12 x 25 3/4
Campania Como 5,5 x 12 x 25 5 x 12 x 25 6 x 12 x 25 3/4
Puglia 1/4
6 x 12 x 24 6 x 14 x 30
Basilicata 6 x 13 x 26 1/4
6 x 11 x 23 Trieste 5 x 12,5 x 26
Calabria 5,5 x 12,8 x 26 Pavia 6 x 12 x 24 6 x 12,5 x 26
Cosenza 6 x 12 x 24
Sicilia 6 x 13 x 26 Perugia 6 x 13 x 26
Udine 5,5 x 12 x 25
5 x 12 x 26 Cremona 5,5 x 12 x 25 Pesaro 6 x 13 x 26 6 x 12 x 25
6 x 11 x 23 BERNARDINO O QUARTINO
Sardegna 4 x 12 x 24 Pescara 6 x 13 x 26 Venezia 6 x 12,5 x 26
Alessandria 5,5 x 12 x 25 Firenze 5 x 12 x 26
Piacenza 5,5 x 12 x 25 Verona 6 x 12 x 25
6 x 12 x 24 Foggia 6 x 13 x 28
Pisa 5,5 x 12 x 25 Viterbo 6 x 13 x 26
Ancona 6 x 13 x 26 Genova 5,5 x 12 x 24 6 x 13 x 24 6 x 14 x 28 COMPORTAMENTO AL FUOCO
L’Aquila 6 x 13 x 26 Grosseto 6 x 14 x 28 5 x 12 x 26 4,5 x 13 x 26
Il comportamento al fuoco, viene valutato secondo due
categorie:
• la reazione al fuoco, intesa come grado di partecipa-
FIG. F.1.4./2 GIACITURA DEL MATTONE UNI zione di un materiale combustibile al fuoco al quale
è sottoposto;
• la resistenza al fuoco (REI), cioè l’attitudine di un
materiale da costruzione, componente o struttura, a
conservare secondo un programma termico stabilito
e per un periodo determinato la stabilità (R), la
tenuta (E), l’isolamento termico (I).
La classe è espressa dalla sigla REI seguita da un
numero che indica i minuti primi in cui tali caratteri-
stiche sono conservate. Si hanno così pareti di classe
DI PIATTO VERTICALE DI COLTELLO DI COSTA IN CHIAVE O DI TESTA
REI 60, REI 90, REI 180.
F 10
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
LATERIZIO 4.
CARATTERISTICHE CARATTERISTICHE
ELEMENTO MURATURA ELEMENTO MURATURA B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
SUPERFICIE (kg/mq)
SUPERFICIE (kg/mq)
MASSA VOLUMICA
MASSA VOLUMICA
GIUNTI VERTICALI
GIUNTI VERTICALI
FORATURA (tipo)
FORATURA (tipo)
SPESSORE (mm)
SPESSORE (mm)
SCHEMA SCHEMA
FORATURA (%)
FORATURA (%)
C.RCIZIO
DEL SINGOLO ELEMENTO DEL SINGOLO ELEMENTO
RESISTENZA
RESISTENZA
E DELLA MURATURA E DELLA MURATURA E
ESE ESSIONAL
MASSA DI
MASSA DI
TERMICA
TERMICA
PROF
(kg/mc)
(kg/mc)
D.GETTAZIONE
MATTONE PIENO MATTONE SEMIPIENO PRO TTURALE
STRU
120
20
140
E.NTROLLO
250 CO NTALE
280 CM AMBIE
1800 0 – 140 0,18 252 CM
GC 1800 21 V 120 0,19 181
GC
F. TERIALI,TECN
ICHE
50 MA ONENTI,
COMP
60
G.ANISTICA
1800 0 –
CM
280 0,36 504 URB
GC CM
1800 21 V 250 0,37 379
GC
60 50
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
CM VERTIC
1800 0 – 425 0,54 765
GC
60 120
20
F.2. URE
250 CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
CM
1800 41 V 120 0,24 140
GC
F.3. IONI
IZ
PART E
120
20 N
120
20 INTER
250
1800 0 –
CM
120 0,15 216 F.4. NTI DI E
GC ELEME NICAZION
COMU ALE
1800 41 V
CM
250 0,47 297 VERTIC
120
20 GC
50
F.5. I
D
ARRE
CM
1800 0 – 250 0,32 450 F.6. AZIONI
GC M
SISTE E
N
ESTER
50 140
40
280
CM
1800 30 V 140 0,24 192
GC
CM
1800 0 – 375 0,47 675
GC
50 60
CM
LEGENDA – V= fori verticali; O= fori orizzontali; P= fori passanti; PP= fori 1800 30 V 280 0,46 385
GC
parzialmente passanti; NP= fori non passanti; CM= giunti verticali con malta;
60
SM= giunti verticali senza malta; GC= giunti orizzontali continui; GI= giunti
orizzontali interrotti per un terzo.
La massa volumica è riferita al materiale che costituisce l’elemento; la massa
superficiale è valutata escludendo gli intonaci e comprendendo la malta dei .
F.1.4IZIO
giunti di s= 12 mm; la resistenza termica unitaria è riferita alla Tm di 20°C. LATER
➥
F 11
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
4. LATERIZIO
CARATTERISTICHE CARATTERISTICHE
ELEMENTO MURATURA ELEMENTO MURATURA
SUPERFICIE (kg/mq)
SUPERFICIE (kg/mq)
MASSA VOLUMICA
MASSA VOLUMICA
GIUNTI VERTICALI
GIUNTI VERTICALI
FORATURA (tipo)
FORATURA (tipo)
SPESSORE (mm)
SPESSORE (mm)
SCHEMA SCHEMA
FORATURA (%)
FORATURA (%)
DEL SINGOLO ELEMENTO DEL SINGOLO ELEMENTO
RESISTENZA
RESISTENZA
E DELLA MURATURA E DELLA MURATURA
MASSA DI
MASSA DI
TERMICA
TERMICA
(kg/mc)
(kg/mc)
BLOCCO SEMIPIENO ➦ BLOCCO SEMIPIENO
165
65
350 450
CM CM
1400 41 V 350 1,05 306 1800 66 V 370 1,06 248
250 GI 300 GI
250
150
200
250
300
CM
CM 1800 60 O 200 0,61 153
1400 44 V 200 0,47 164 250
GI
GI
250
190
90
245
400
300
CM
1800 61 O 250 0,77 187
SM 165
65 GI
1400 44 V 300 0,85 232
250
GI
BLOCCO FORATO
250
250
300
250
CM CM
1400 45 V 300 0,89 241 1800 65 O 300 0,86 206
GI GI
250 250
F 12
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
LATERIZIO 4.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
CARATTERISTICHE CARATTERISTICHE PROG
ELEMENTO MURATURA ELEMENTO MURATURA
B.STAZIONI DILEGIZLII
SUPERFICIE (kg/mq)
SUPERFICIE (kg/mq)
MASSA VOLUMICA
MASSA VOLUMICA
PRE I ED
GIUNTI VERTICALI
GIUNTI VERTICALI
NISM
FORATURA (tipo)
FORATURA (tipo)
SPESSORE (mm)
SPESSORE (mm)
SCHEMA SCHEMA ORGA
FORATURA (%)
FORATURA (%)
DEL SINGOLO ELEMENTO DEL SINGOLO ELEMENTO
RESISTENZA
RESISTENZA
E DELLA MURATURA E DELLA MURATURA
C.RCIZIO
MASSA DI
MASSA DI
TERMICA
TERMICA
(kg/mc)
(kg/mc)
E
ESE ESSIONAL
PROF
E.NTROLLO
370 CO NTALE
300 AMBIE
CM CM
1400 54 V 300 0,94 208 1400 41 V 350 1,05 306
250 GI 250 GI
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
G.ANISTICA
URB
RALI
250 250 F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
CM CM
1800 60 V 200 0,60 153 1400 44 V 200 0,47 164
GI GI
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
250
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
F.4. NTI DI E
250 250
250 ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
250 250
CM SM F.5. I
D
1800 61 V
GI
250 0,77 187 1400 44 V
GI
300 0,85 232 ARRE
250
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
250 250
300
300
250
CM CM
1800 65 V 300 0,86 206 1400 45 V 300 0,89 241
GI GI
250
.
F.1.4IZIO
LATER
➥
F 13
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
4. LATERIZIO
CARATTERISTICHE CARATTERISTICHE
ELEMENTO MURATURA ELEMENTO MURATURA
SUPERFICIE (kg/mq)
SUPERFICIE (kg/mq)
MASSA VOLUMICA
MASSA VOLUMICA
GIUNTI VERTICALI
GIUNTI VERTICALI
FORATURA (tipo)
FORATURA (tipo)
SPESSORE (mm)
SPESSORE (mm)
SCHEMA SCHEMA
FORATURA (%)
FORATURA (%)
DEL SINGOLO ELEMENTO DEL SINGOLO ELEMENTO
RESISTENZA
RESISTENZA
E DELLA MURATURA E DELLA MURATURA
MASSA DI
MASSA DI
TERMICA
TERMICA
(kg/mc)
(kg/mc)
➦ BLOCCO FORATO ➦ MATTONE FORATO
250
370
250
CM CM
1800 66 O 370 1,07 248 1800 60 O 150 0,45 114
GI GI
250 250
1200
200
80
250 40
CM CM
1800 63 O 80 0,20 62 1800 56 O 40 0,11 34
GC GC
250 250
1200
200
100
00
250 60
CM CM
1800 62 O 100 0,27 78 1800 67 O 60 0,13 40
GC GC
250 250
120
20
CM
1800 66 O 120 0,31 86
GC
F 14
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
CALCESTRUZZO 5.
B.STAZIONI DILEGIZLII
lavorabilità e plasticità, gli inerti o aggregati che, per il calcestruzzo ordinario, sono di gamma cromatica è particolarmente varia.
origine naturale (sabbia, ghiaia o pietrisco) e costituiscono lo scheletro dell’impasto. Il buon comportamento al fuoco (cfr. pag. F10) del calcestruzzo lo rende adatto alla
PRE I ED
La normativa di riferimento per il calcestruzzo, gli aggregati e i prodotti di calcestruzzo realizzazione di murature tagliafuoco. La resistenza al fuoco dei blocchi può raggiun- NISM
è inserita nel raggruppamento UNI 91.100.30. gere, per spessori di 25 cm, la classe REI 240. I blocchi in calcestruzzo sono definiti ORGA
Gli inerti, di granulometria opportunamente assortita, devono essere bene avvolti dalla pesanti se la densità del materiale è dell’ordine di 2000 kg/mc e sono impiegati soprat-
pasta di cemento e ben distribuiti. L’impiego di additivi (agenti acceleranti, ritardanti, tutto ove occorre un’elevata resistenza meccanica; sono alleggeriti quando la densità
fluidificanti plastificanti, aeranti, impermeabilizzanti) migliora la lavorabilità dell’impasto è compresa tra 450 e 1400 kg/mc; densità di 800–1000 kg/mc risultano ottimali e C.RCIZIO E
e le prestazioni del prodotto indurito, la cui resistenza dipende dal rapporto acqua/ce- presentano buone caratteristiche isolanti. ESE ESSIONAL
mento, dalla qualità e dalle caratteristiche meccaniche e geometriche degli inerti, dalla Il calcestruzzo alleggerito (UNI 7548) impiega come inerti il polistirolo l’argilla espansa, PROF
modalità di mescolamento, messa in opera e compattazione. Analogamente ai laterizi, la pomice, il gesso, trucioli o cascami di legno, le fibre vegetali, il magnesio, l’alluminio.
Il calcestruzzo cellulare gassificato è un materiale molto leggero, 450 kg/mc, facil-
D.GETTAZIONE
gli elementi resistenti in calcestruzzo sono divisi in base alla percentuale di foratura;
ma a differenza dei primi, la distanza minima tra un foro e il perimetro esterno, al netto mente lavorabile; è ottenuto con impasto di sabbia e carbonato di calcio miscelato in
dell’eventuale rigatura, e tra due fori non potrà essere < 18 mm. acqua con polvere di alluminio; la polvere sviluppa gas espandendo il volume della PRO TTURALE
Gli elementi sono prodotti per vibrocompressione o stampaggio e i fori risultano leg- miscela iniziale. Per l’assemblaggio dei blocchi in calcestruzzo cellulare gassificato si STRU
germente svasati per facilitare l’uscita dallo stampo. I blocchi, più diffusi dei mattoni, impiega malta collante con giunti di spessore di circa 1 mm.
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
TAB. F.1.5./1 ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI IN CALCESTRUZZO ALLEGGERITO CON AGGREGATI DI ARGILLA ESPANSA (dalla UNI 10355)
SUPERFICIE (kg/mq)
SUPERFICIE (kg/mq)
MASSA VOLUMICA
MASSA VOLUMICA
GIUNTI VERTICALI
GIUNTI VERTICALI
FORATURA (tipo)
FORATURA (tipo)
SPESSORE (mm)
SPESSORE (mm)
G.ANISTICA
SCHEMA SCHEMA
FORATURA (%)
FORATURA (%)
RESISTENZA
RESISTENZA
MASSA DI
MASSA DI
TERMICA
TERMICA
(kg/mc)
(kg/mc)
88 F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
488 COMU ALE
VERTIC
117
CM
650 – – 88 0,34 14 495
195
95 GC F.5. I
D
ARRE
CM
650 – –
GC
117 0,44 13 F.6. AZIONI
M
195
95 SISTE E
N
ESTER
138
38
488
CM
650 – – 138 0,54 102
195
95 GC
195
95
500
SM
650 8 P 195 0,76 123
GI
LEGENDA – V= fori verticali; O= fori orizzontali; P= fori passanti; PP= fori 195
95 .
parzialmente passanti; NP= fori non passanti; CM= giunti verticali con malta; F.1.4IZIO
SM= giunti verticali senza malta; GC= giunti orizzontali continui; GI= giunti LATER
orizzontali interrotti per un terzo.
La massa volumica è riferita al materiale che costituisce l’elemento; la massa
superficiale è valutata escludendo gli intonaci e comprendendo la malta dei .
giunti di s= 12 mm; la resistenza termica unitaria è riferita alla Tm di 20°C. F.1.5STRUZZO
E
CALC
➥
F 15
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
5. CALCESTRUZZO
➦ TAB. F.1.5./1 ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI IN CALCESTRUZZO ALLEGGERITO CON AGGREGATI DI ARGILLA ESPANSA (dalla UNI 10355)
CARATTERISTICHE CARATTERISTICHE
ELEMENTO MURATURA ELEMENTO MURATURA
SUPERFICIE (kg/mq)
SUPERFICIE (kg/mq)
MASSA VOLUMICA
MASSA VOLUMICA
GIUNTI VERTICALI
GIUNTI VERTICALI
FORATURA (tipo)
FORATURA (tipo)
SPESSORE (mm)
SPESSORE (mm)
SCHEMA SCHEMA
FORATURA (%)
FORATURA (%)
DEL SINGOLO ELEMENTO DEL SINGOLO ELEMENTO
RESISTENZA
RESISTENZA
E DELLA MURATURA E DELLA MURATURA
MASSA DI
MASSA DI
TERMICA
TERMICA
(kg/mc)
(kg/mc)
➦ BLOCCHI PIENI ➦ BLOCCHI SEMIPIENI
141
245
490
500
SM CM
650 7 P 245 0,95 157 900 30 P 141 0,45 102
GI GC
195
95 195
295 195
490
500
SM CM
650 6 P 295 1,15 191 700 41 P 195 0,69 99
GI GI
195
95 195
95
75
245
490
490
CM CM
700 30 P 75 0,26 48 700 47 PP 245 0,76 114
GC GI
195 195
120
20
295
488
490
CM CM
700 35 P 120 0,43 68 700 49 PP 295 0,84 132
GC GI
195 195
F 16
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
CALCESTRUZZO 5.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
CARATTERISTICHE CARATTERISTICHE PROG
ELEMENTO MURATURA ELEMENTO MURATURA
B.STAZIONI DILEGIZLII
SUPERFICIE (kg/mq)
SUPERFICIE (kg/mq)
MASSA VOLUMICA
MASSA VOLUMICA
PRE I ED
GIUNTI VERTICALI
GIUNTI VERTICALI
NISM
FORATURA (tipo)
FORATURA (tipo)
SPESSORE (mm)
SPESSORE (mm)
SCHEMA SCHEMA ORGA
FORATURA (%)
FORATURA (%)
DEL SINGOLO ELEMENTO DEL SINGOLO ELEMENTO
RESISTENZA
RESISTENZA
E DELLA MURATURA E DELLA MURATURA
C.RCIZIO
MASSA DI
MASSA DI
TERMICA
TERMICA
(kg/mc)
(kg/mc)
E
ESE ESSIONAL
PROF
500 E.NTROLLO
500 CO NTALE
AMBIE
SM SM
700 24 PP 250 0,97 143 700 41 PP 320 1,27 146
GI GI
F. TERIALI,TECN
ICHE
195
95 195
95 MA ONENTI,
COMP
G.ANISTICA
URB
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
195
95
195
95
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
295
495
500
SM SM
700 40 PP 300 1,08 66 900 40 P 295 1,91 174
GI GI
195
95 195
95
.
F.1.5STRUZZO
E
CALC
➥
F 17
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
5. CALCESTRUZZO
➦ TAB. F.1.5/1 ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI IN CALCESTRUZZO ALLEGGERITO CON AGGREGATI DI ARGILLA ESPANSA (dalla UNI 10355)
CARATTERISTICHE CARATTERISTICHE
ELEMENTO MURATURA ELEMENTO MURATURA
SUPERFICIE (kg/mq)
SUPERFICIE (kg/mq)
MASSA VOLUMICA
MASSA VOLUMICA
GIUNTI VERTICALI
GIUNTI VERTICALI
FORATURA (tipo)
FORATURA (tipo)
SPESSORE (mm)
SPESSORE (mm)
SCHEMA SCHEMA
FORATURA (%)
FORATURA (%)
DEL SINGOLO ELEMENTO DEL SINGOLO ELEMENTO
RESISTENZA
RESISTENZA
E DELLA MURATURA E DELLA MURATURA
MASSA DI
MASSA DI
TERMICA
TERMICA
(kg/mc)
(kg/mc)
➦ BLOCCHI SEMIPIENI ➦ BLOCCHI SEMIPIENI
SCHIUMA SINTETICA UREICA
30 kg/mc
295
295
495
500
SM SM
900 40 P 295 1,69 172 700 23 PP 245 1,09 142
GI GC
195
95 195
95
295
345
495 495
SM SM
700 24 PP 295 1,20 169 700 23 PP 345 1,53 199
GI GI
195
95 195
95
BLOCCHI FORATI
295
450 300
SM 450
700 17 P 295 1,08 182
GI
195
95
CM
900 18 P 300 0,98 232
GI
195
95
245
495
CM
900 18 P 450 1,45 350
SM GI
700 23 PP 245 1,09 142 195
95
GI
195
95
F 18
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SISTEMI E PRODOTTI 6.
B.STAZIONI DILEGIZLII
Comprende laterizi speciali a elevato isolamento ter- Blocchi a foratura verticale in laterizio alleggerito di
mico; le categorie sono definite dalla percentuale di grande formato per muratura monostrato normale o
PRE I ED
foratura degli elementi: 45, 50, 55, 60. armata. Gli elementi per muratura armata sono dota- NISM
Alle diverse percentuali corrispondono determinate ti di particolare conformazione per l’alloggiamento ORGA
caratteristiche di resistenza e le qualità termoisolanti dell’armatura. Sono idonei all’impiego in zona sismica.
rimangono sostanzialmente uniformi.
Gli elementi sono quindi adatti per murature portanti Dati tecnici indicativi: C.RCIZIO E
monostrato o pluristrato, in zone normali o sismiche • Dimensioni: 25 x 30 x 30 cm ESE ESSIONAL
di qualsiasi grado. • Peso medio: 8 ~ kg/cad PROF
• Foratura: ≤ 45%
Dati tecnici indicativi di un elemento di classe 45:
• Dimensioni: 19 x 30 x 50 cm
• Trasmittanza termica per murature di 30 cm con
intonaco di 1 cm su entrambe le facce: 0,67 W/m2 K
D.GETTAZIONE
• Peso medio: 23 kg/cad PRO TTURALE
• Foratura: 45% F
• Isolamento acustico (500 Hz) (spessore 30 cm): STRU
44–48 db
• Trasmittanza termica per murature di 30 cm con intonaco civile su entrambe le • Resistenza a compressione verticale del blocco: 80 > kg/cm2
facce: 0,76 W/m2 K
• Isolamento acustico (500 Hz) (spessore 30 cm): 45 db
• Resistenza a compressione verticale della muratura (Tab. A DM 30 novembre
1987): 50 kg/cm2
E.NTROLLO
CO NTALE
• Resistenza a compressione verticale del blocco: 120 kg/cm2 AMBIE
• Resistenza a compressione verticale della muratura con malta M3: 55 kg/cm2
BLOCCO IN CALCESTRUZZO ALLEGGERITO
LATERIZIO ALLEGGERITO
F. TERIALI,TECN
ICHE
Blocco alleggerito con inerti di argilla espansa. MA ONENTI,
Costituito da argilla e perlite, è un prodotto minerale
COMP
a basso peso specifico ricavato dall’espansione, a
Dati tecnici indicativi:
seguito di trattamento termico di una roccia d’origine
vulcanica simile all’argilla. • Dimensioni: 20 x 19,5 x 50 cm
A differenza dei laterizi alveolati, la struttura è com- • Peso del blocco: 10 kg G.ANISTICA
patta senza cavità e fori superficiali. • Trasmittanza termica: 0,85 W/m2 K URB
Adatto per murature portanti. • Isolamento acustico (500 Hz) spessore 30 cm:
48,5 db
Dati tecnici indicativi di un elemento di classe 45: • Resistenza a compressione verticale del blocco:
• Dimensioni: 19 x 25 x 30 cm 35 kg/cm2
• Peso medio: 11,7 kg/cad • Resistenza al fuoco: 240 REI
RALI
• Foratura: 45% F.1. I PERIMET
T
• Trasmittanza termica per murature di cm 30 con intonaco civile su entrambe le PARE ALI
facce: 0,90 W/m2 K VERTIC
• Resistenza a compressione verticale del blocco: 260 kg/cm2 BLOCCO IN CALCESTRUZZO CELLULARE
• Resistenza a compressione verticale della muratura (Tab. A DM 30 novembre 1987):
80 kg/cm2
È costituito da calcestruzzo cellulare espanso prodotto F.2. URE
in autoclave. I componenti essenziali sono la sabbia ad CHIUS ONTALI
Z
alto tenore di silice, il cemento, la calce e l’alluminio ORIZ
BLOCCO A INCASTRO con funzione espandente.
A seguito della reazione chimica con la calce, l’allumi-
Laterizio alleggerito con aggregazione a incastro in nio si espande producendo gas idrogeno che provo- F.3. IONI
IZ
modo da consentire pareti di spessore di 30 cm. ca la porosità interna del materiale. Gli elementi sono PART E
N
Gli elementi base sono corredati dal semiblocco e da facilmente sezionabili in cantiere con sega a disco o INTER
elementi speciali a spacco facilitato, per lo sfalsa- a nastro; con l’impiego di appropriata strumentazione
mento dei giunti verticali e per la realizzazione di la realizzazione di tracce risulta semplificata.
angoli incroci mazzette. F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
Dati tecnici indicativi: COMU ALE
VERTIC
Dati tecnici indicativi di un elemento di classe 55: • Dimensioni: 25 x 25 x 25 cm
• Dimensioni: 19 x 22,5 x 30 cm • Peso del blocco: 18 kg
• Peso medio: 11 kg/cad • Trasmittanza termica di parete con intonaco: 0,45–0,47 W/m2 K
• Foratura: 55% • Isolamento acustico (500 Hz) (parete intonacata): 49 db F.5. I
D
• Isolamento acustico (500 Hz): 46 db ARRE
• Resistenza a compressione verticale del blocco: 380 kg/cm2
• Trasmittanza termica per murature di cm 30 senza intonaco: 0,63 W/m2 K • Resistenza a compressione verticale della muratura (Tab. A DM 30 novembre
• Resistenza a compressione verticale del blocco: 90 kg/cm2 1987): 21,8 kg/cm2 F.6. AZIONI
M
• Resistenza a compressione verticale della muratura (Tab. A DM 30 novembre 1987): • Resistenza al fuoco: 180 REI SISTE E
N
36 kg/cm2 ESTER
Blocco in laterizio, a fori verticali, dalla speciale struttu- Il legno di abete rosso è macinato e mineralizzato con
ra a nido d’ape che, grazie al disegno della foratura e il cemento, ottenendo una struttura porosa.
al ridotto spessore dei setti, che non superano 3 mm, I blocchi non sono propriamente elementi resistenti ma
consente buone prestazioni termiche e acustiche. costituiscono la cassaforma a perdere del successi-
La rettifica consente una assoluta precisione nella vo getto di calcestruzzo.
geometria del blocco, con facce di posa piane e pa- Sono posati a secco e il loro impiego è idoneo alla rea-
rallele. È previsto quindi l’impiego di collante cemen- lizzazione di muratura portante.
tizio per i giunti orizzontali (spessore 3 mm) e la posa È previsto l’inserimento nei fori di uno strato di polisti-
a incastro per i giunti verticali, con un notevole rolo di spessore da 2 a 5 cm.
risparmio di tempi di posa e dei costi, e con la riduzio-
ne dei ponti termici. Dati tecnici indicativi:
.
• Dimensioni: 25 x 30 x 50 cm F.1.5STRUZZO
Dati tecnici indicativi: E
• Peso dei blocchi: 74 kg/m2 CALC
• Dimensioni: 30 x 25 x 25 cm
• Trasmittanza termica: 0,39 W/m2 K • Peso muratura con calcestruzzo: 327 kg/m2
• Isolamento acustico (500 Hz): 52 db
• Isolamento acustico: 48 db . OTTI
• Resistenza al fuoco: 180 REI • Resistenza al fuoco: 180 REI F.1.6 I E PROD
M
SISTE
F 19
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
7. MALTE
La malta è un impasto formato da legante, inerte e acqua nelle giuste proporzioni; L’acqua per il confezionamento della malta deve essere limpida, senza impurità nocive,
indurisce in un tempo più o meno lungo e nel passaggio dallo stato semifluido allo stato sostanze organiche o grassi, non deve essere aggressiva né contenere solfati o cloruri
solido l’impasto è soggetto al fenomeno del ritiro. in percentuale dannosa. L’acqua potabile è adatta; è da evitare l’acqua del mare.
La malta è impiegata per preparare gli intonaci, per collegare elementi resistenti e distri- Le caratteristiche delle malte e dei loro componenti sono definiti dal DM 20 novembre 1987.
buire uniformemente le sollecitazioni cui la muratura è sottoposta. Le malte si distinguono, in relazione alla principale caratteristica del legante impiegato,
La mescola si presenta fresca, di consistenza adatta all’uso e, a indurimento avvenuto, in malte aeree e malte idrauliche: le prime fanno presa solo in presenza di aria, le
offre determinati valori di resistenza. seconde anche in presenza di acqua.
LEGANTI
I leganti sono materiali che, in seguito a reazione chimica o trasformazione fisica, I leganti idraulici sono: la calce idraulica, l’agglomerante cementizio, il cemento. Per
provocano la coesione di particelle altrimenti incoerenti (cfr. sez D: Progettazione essere adatti all’impiego, i leganti devono possedere le caratteristiche tecniche e i
strutturale). I leganti impiegati per il confezionamento della malta possono essere aerei requisiti previsti dalle norme vigenti (RRDD 16 novembre 1939 n. 2231-2230, legge 26
o idraulici. I primi fanno presa solo all’aria, i secondi fanno presa anche nell’acqua. maggio 1965 n.595, DM 14 gennaio 1966 DM, 3 giugno 1968, DM 31 agosto 1972 e
I leganti aerei sono: la calce aerea e il gesso. successive modifiche o integrazioni).
TAB. F.1.7./1 LEGANTI AEREI E IDRAULICI
CALCE
La calce deriva dalla cottura o calcinazione di calcari. Il Al suo posto si impiega la calce idrata in polvere, o compressione dopo 28 giorni non inferiore a 30 kg/cmq.
principale costituente è l’ossido di calcio. idrato di calcio secco, cioè la calce spenta con Secondo il tempo di presa, le calci sono distinte in:
La calce aerea proviene dalla cottura a 850–900°C di procedimenti industriali; è commercializzata in sacchi ed
calcari puri; si ottiene la calce viva, che si presenta è pronta all’uso con un evidente vantaggio economico e debolmente idraulica tempo di presa: 15-30 giorni
sotto forma di zolle grigie e bianche; a contatto con l’aria tecnico; inoltre la calce idrata in polvere è meno geliva e mediamente idraulica tempo di presa: 10-15 giorni
si trasforma in massa polverulenta, ovvero sfiorisce. È più resistente della calce grassa. Anche il grassello e le idraulica propriamente detta tempo di presa: 5-10 giorni
anidra e fortemente igroscopica. La calce viva deve zolle di preparazione industriale sono pronti all’uso. eminentemente idraulica tempo di presa: 2-4 giorni
essere estinta, o spenta, mediante idratazione con La calce idraulica deriva dalla cottura a 900–1000°C
acqua pura, accuratamente dosata. di calcari marnosi naturali contenenti silice, allumina e Altri tipi di calce sono: la calce idraulica naturale in
A idratazione avvenuta si ottiene il latte di calce, di con- ossido ferrico. Si ottiene anche dalla cottura di impasti zolle, che deriva dalla cottura di particolari calcari argil-
sistenza liquida, costituito da idrato di calce e particelle di calcare e materie argillose. losi che ne consentono un facile spegnimento; la calce
di ossido di calce in sospensione. L’indice di idraulicità, cioè la capacità di far presa idraulica artificiale siderurgica, anch’essa in polvere,
Il latte di calce è impiegato per tinteggiare e per la disinfe- sott’acqua, è il rapporto tra le percentuali di argilla e di che si ottiene dalla macinazione di loppa basica d’alto-
zione. La completa idratazione delle particelle di ossido ossido di calcio presenti nel legante. Tale indice, diretta- forno, cioè scorie derivate dalla produzione della ghisa,
di calce, a seguito di stagionatura in vasche di conteni- mente proporzionale al contenuto di argilla, determina e di calce aerea idrata; la calce idraulica artificiale
mento, dà luogo al grassello, o calce dolce, una pasta la differenza tra la calce idraulica, con resistenza a com- pozzolanica, cioè una miscela di pozzolana naturale o
morbida di colore bianco, utilizzata come legante. pressione dopo 28 giorni non inferiore a 15 kg/cmq, e la artificiale e calce idrata. Le calci suddette, naturali o arti-
Il volume di grassello prodotto è circa 3 volte superiore a calce eminentemente idraulica, con resistenza a ficiali, si presentano in polvere.
quello della calce viva.
La resa in grassello (mc/t) è il rapporto tra il volume di TAB. F.1.7./3 PROCESSO DI FORMAZIONE DELLA CALCE AEREA
grassello ottenuto e il peso della calce viva di partenza.
La calce si dice grassa quando proviene da calcari CALCE AEREA (da calcari puri)
puri; si idrata rapidamente ed è facilmente lavorabile; la + acqua = CALCE SPENTA
resa in grassello è superiore a 2,5.
La calce si dice magra quando proviene da calcari meno CALCARI + + acqua in quantità maggiore GRASSELLO
CALCE VIVA di quella necessaria =
puri e mal cotti; il rendimento è compreso tra 2,5 e 1,5, è cottura a 850–900°C =
meno idratabile e meno plastica della precedente. + spegnimento industriale = CALCE IDRATA IN POLVERE
O IDRATO DI CALCIO SECCO
TAB. F.1.7./2 RESA IN GRASSELLO
TAB. F.1.7./4 PROCESSO DI FORMAZIONE DELLA CALCE IDRAULICA
CALCE VIVA MC MC DI
IN ZOLLE DI ACQUA GRASSELLO CALCE IDRAULICA (da calcari marnosi naturali contenenti silice, allumina, ossido di ferro)
F 20
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
MALTE 7.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
GESSO PROG
Il gesso è un legante aereo; è il prodotto della cottura di
minerali contenenti solfato di calcio bi-idrato. La diversa
molto fina è impiegata per gli stucchi. Il gesso d’opera
o per muratura deriva dalla cottura a temperature sino
impiegato per il marmorino, un’imitazione del marmo, e
può essere lucidato. Il gesso può essere integrato da B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
temperatura di cottura e la successiva macinazione ne a 200–250°C. La macinazione è grossolana, la presa è ritardatori di presa, ad esempio solfato di zinco o calce, NISM
determinano le caratteristiche e l’impiego. rapida. Il gesso allumato deriva dalla cottura a 1000°C da colla che ne aumenta l’aderenza e da pigmenti, per ORGA
La scagliola deriva dalla cottura a temperatura inferiore del gesso puro misto ad allume. dare colore. Il gesso, che fa presa in alcuni minuti, e la
a 160°C; una macinazione grossolana è sufficiente per
C.RCIZIO
Il gesso è impiegato per intonaci duri e in ambienti non scagliola sono impiegati essenzialmente per realizzare
il confezionamento di malte per intonaco, la macinazione umidi. Mescolato con polvere di calcare e pigmenti è malte per intonaco interno. E
ESE ESSIONAL
TAB. F.1.7./5 PROPRIETÀ DEI GESSI COMMERCIALI AGGLOMERANTE CEMENTIZIO PROF
FINEZZA DI MACINAZIONE
Tempo Resistenza Resistenza Resistenza a
Con il termine di agglomerante cementizio si intende
un legante idraulico chimicamente diverso dal cemento
D.GETTAZIONE
Passante Passante minimo a trazione a flessione compressione e con inferiori caratteristiche di resistenza. PRO TTURALE
al setaccio al setaccio di presa minima minima minima STRU
Integrando il prodotto con additivi plastificanti si ottiene
da 0,2 mm da 0,09 mm (minuti) (kg/cm2) (kg/cm2) (kg/cm2) l’agglomerante cementizio plastico, caratterizzato,
(% minima) (% minima)
Scagliola 95 85 15 20 30 40
analogamente alla calce, da una migliore lavorabilità.
E.NTROLLO
CO NTALE
Da muratura 70 50 7 8 20 50 AMBIE
Allumato 90 80 20 12 30 70
Da pavimenti 90 80 40 – – – F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
CEMENTO
Il cemento è un legante idraulico ottenuto per macina- Il cemento portland, naturale o artificiale in relazione tura avvenuta caratteristiche di resistenza uguali o mag-
zione di clinker e gesso. Secondo la normativa italiana al tipo di clinker presente nel composto, prevede l’im- giori. Il cemento pozzolanico è poco permeabile, quindi G.ANISTICA
il cemento, dopo 28 giorni di stagionatura sott’acqua, deve piego di gesso o anidride per regolarne la presa. meno attaccabile dall’azione aggressiva delle acque URB
presentare una resistenza a compressione maggiore o È un cemento poco resistente alle acque marine e agli solfatiche.
uguale a 325 kg/cm2. agenti chimici a base solfatica che determinano la for- Il cemento d’altoforno unisce al clinker le loppe basi-
Una classificazione dei cementi tiene conto dei valori di mazione di un sale, l’ettringite, causa di rigonfiamenti, che mescolate con gesso, calce e solfuro di calce, che
resistenza a compressione e del tempo di presa: sino al 230% del volume, e disgregazione della massa. conferiscono idraulicità alle scorie. Il comportamento è
• a lenta presa tempo di presa: 8-12 ore; Aggiungendo all’impasto l’ossido ferrico si ottiene un analogo a quello del cemento pozzolanico: scarsa resi-
• ad alta resistenza tempo di presa: 4-7 ore; altro tipo di portland, il cemento ferrico, molto resisten- stenza iniziale e bassa permeabilità. RALI
• a rapida presa/alta resistenza tempo di presa: 5-15 min. te ai solfati. Il cemento alluminoso è composto da clinker formato F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
Il cemento bianco è un tipo di cemento portland in cui principalmente da alluminati idraulici di calcio. Il giusto VERTIC
Il componente fondamentale del cemento è il clinker che le materie prime sono a basso contenuto di ferro; è uti- dosaggio dei componenti, caratterizzati da prestazioni
viene miscelato oltre che con il gesso, con alluminio, lizzato per ragioni estetiche; aggiungendo al cemento diverse e contrastanti, determina il tempo di presa e il
ferro, pozzolana, dando luogo a prodotti con caratteristi- bianco pigmenti inorganici di diversi colori si ottengono rapido raggiungimento delle caratteristiche meccani- F.2. URE
che diverse. Il clinker si ottiene dalla cottura a 1400°C di i cementi colorati. che, che in 24 ore si avvicinano al massimo valore. CHIUS ONTALI
Z
miscele di carbonato di calcio, silice, allumina e piccole Il cemento pozzolanico è composto di clinker e pozzo- Contrariamente ai cementi precedenti, la resistenza ORIZ
percentuali di ossido di ferro e magnesio. Dopo la cottu- lana, o altro materiale dotato di una buona attività iniziale, rispetto al cemento portland, è particolarmente
ra i composti sono dotati di proprietà idrauliche. Il clinker pozzolanica, cioè la capacità di reagire, a temperatura elevata per ridursi con il procedere della maturazione,
artificiale è ottenuto da miscele di calcari, argilla e marne. ambiente e in presenza di acqua, con la calce o idrato sino ad assestarsi sui valori di norma. Il fenomeno è F.3. IONI
IZ
Dalla successiva macinazione e integrazione con addi- di calcio, al fine di costituire un composto stabile con accentuato dalle alte temperature. PART E
N
tivi specifici si ottengono cementi di tipo diverso, distinti proprietà leganti e caratteristiche idrauliche. Il cemento alluminoso ha una bassa permeabilità, è INTER
dalle norme in cemento portland, cemento pozzolanico, A una minore resistenza iniziale, rispetto al cemento poco attaccabile dalle acque solfatiche ma reagisce a
cemento d’altoforno, cemento alluminoso. portland, nel cemento pozzolanico seguono, a stagiona- quelle alcaline.
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
TAB. F.1.7./6 VALORI MINIMI DI RESISTENZA MECCANICA (kg/cm2) TAB. F.1.7./7 CARATTERISTICHE MECCANICHE DEI LEGANTI IDRAULICI COMU ALE
PER I DIVERSI TIPI DI CEMENTI – Resistenza a flessione (F) e a A VARIE STAGIONATURE (valori minimi stabiliti dall’art. 1 della VERTIC
compressione (C) – Tempi di presa secondo il DPR 3 giugno 1968 legge 26 maggio 1965 e dal DM 31 agosto 1972)
F.5. I
Resistenza a flessione Resistenza a compressione D
CEMENTO PORTLAND ARRE
(o pozzolanico d’altoforno) Per Kg/cm2 dopo Kg/cm2 dopo
CLASSIFICAZIONE stagionatura di giorni stagionatura di giorni
TEMPO Alluminoso sbarramenti
(giorni)
Tipo di ritenuta 1 3 7 28 1 3 7 28 90 F.6. AZIONI
M
325 425 525 SISTE E
N
Cemento normale (N) – – 40 60 – – 175 325 – ESTER
F C F C F C F C F C Cemento ad alta
– 40 60 70 – 175 325 425 –
resistenza (AR)
1 – – – – 40 175 40 175 – –
Cemento ad alta
resistenza e rapido 40 60 – 80 175 325 – 525 –
3 – – 40 175 60 325 60 325 – – indurimento (ARI)
Cemento alluminoso 40 60 – 80 175 325 – 525 –
7 40 175 60 325 – – – – – – Cemento per sbarramenti
– – – – – – – 225 350
di ritenuta
Agglomeranti cementizi
28 60 325 70 425 80 525 80 525 – 225 – – – – – – 100 160 –
a presa lenta
Agglomeranti cementizi
90 – – – – – – – – – 350 – – – – – – 130* – –
a presa rapida
Calci idrauliche naturali – – – – – – – 15 –
Tempi inizio presa: > 45’ > 45’
Calci idrauliche artificiali
di presa termine prese: < 12h < 12 h – – – – – – – 30 –
(pozzolaniche, sider.)
.
F.1.7
E
MALT
I valori sono considerati con una tolleranza del 5%
F 21
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
7. MALTE
➦ LEGANTI
TAB. F.1.7./8 REQUISITI CHIMICI DEI LEGANTI IDRAULICI (art. 2 della legge 26 giugno 1965 e art. 2 del DM 31 agosto 1972)
TAB. F.1.7./9 REQUISITI FISICI DEI LEGANTI IDRAULICI (art. 5 della legge 26 maggio 1965 e art. 3/4 del DM 31 agosto 1972)
FINEZZA DI MACINAZIONE
TEMPI DI PRESA INDEFORMABILITÀ
% in peso di legante trattenuto su setaccio da
inzio fine Le Chatelier Autoclave 0,18 mm 0,09 mm
Cemento alluminoso ≥ 30’ ≤ 10 h ≤ 10 mm ≤ 0,5% ≤ 2% ≤ 10%
Tutti gli altri cementi ≥ 45’ ≤ 12 h ≤ 10 mm ≤ 0,5% ≤ 2% ≤ 10%
Agglomeranti cementizi
≥ 45’ ≤ 12 h ≤ 10 mm ≤ 1% ≤ 2% –
a lenta presa
Agglomeranti cementizi
≥ 1’ ≤ 30 h ≤ 10 mm ≤ 1% ≤ 2% –
a presa rapida
Calci idrauliche ≥ 60’ ≤ 48 h – ≤ 1% ≤ 2% –
POZZOLANE
Sono quei materiali di origine vulcanica composti pozzolanico sono quelli che, pur non essendo di origine incoerente derivata da eruzioni vulcaniche di tipo
fondamentalmente da silice reattiva. vulcanica, rispondono alle condizioni della precedente prevalentemente esplosivo; si presenta sia allo stato
La pozzolana, impastata intimamente con calce definizione (RD 16 novembre 1939, n.2230). incoerente che compatto.
(idrossido di calcio) e in presenza di acqua, dà luogo a La pozzolana e i materiali a comportamento pozzolanico La pozzolana artificiale, valida alternativa alla naturale,
una reazione chimico-fisica a seguito della quale si devono essere scevri da sostanze eterogenee. La è il prodotto della cottura di argille e scisti a 700-900°C
ottengono malte capaci di far presa e indurire anche pozzolana in sé non ha alcuna capacità idraulica, né può oppure deriva dai residui della combustione di carboni
sott’acqua e che presentano un residuo non superiore al essere considerata un materiale inerte. fossili (carbone, lignite). In quest’ultimo caso i prodotti
40% a un attacco basico. I materiali a comportamento La pozzolana naturale è una roccia piroclastica prendono il nome di ceneri volanti.
INERTI
L’inerte impiegato nel confezionamento delle malte è la sabbia che ha il compito di TAB. F.1.7./10 CLASSIFICAZIONE DELLE SABBIE E LORO IMPIEGO
aumentare il volume dell’impasto e ridurne il ritiro. Gli inerti devono essere privi di
sostanze organiche, terrose o argillose, e la dimensione dei grani deve essere DIMENSIONE
inferiore a 4-5 mm. TIPO DI SABBIA IMPIEGO
DEI GRANULI (mm)
La sabbia è naturale se proviene dallo sminuzzamento di ghiaia depositata negli alvei
dei fiumi o bacini marini; è artificiale se proviene dalla macinazione di rocce e scorie calcestruzzi per getto
d’altoforno. La prima, ben lavata, è la più adatta all’impiego nelle malte. Sabbia molto grossa 1–7
di piccole dimensioni
La granulometria, la qualità e la pulitezza della sabbia determinano la resistenza della
malta. La Federazione Europea degli Industriali dei Laterizi (TBE) definisce le percentuali
Sabbia grossa 0,5–1 malte da muro
granulometriche presenti nella malta; secondo la TBE la sabbia deve essere com-
posta da una percentuale non superiore al 5% di granuli da 4-5 mm; il restante 95%
di granuli da 2-4 mm e da 0-2 mm, questi ultimi in percentuale non inferiore al 10%. Sabbia media 0,2–0,5 intonaco
In ogni caso, le particelle inferiori a 3 micron non devono superare il 4%. In caso di
scarsità di sabbia fine la TBE consiglia di aggiungere alla sabbia la farina di calcare. Sabbia fine ≤ 0,1 lisciatura di intonaco
F 22
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
MALTE 7.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
CLASSIFICAZIONE IN RAPPORTO ALLA RESISTENZA PROG
TAB. F.1.7./12 CLASSI DI MALTA PER RESISTENZA
RESISTENZA
In rapporto alla resistenza le malte sono divise in 5 classi.
Malte confezionate con diversi proporzioni dei componenti sono ritenute analoghe a
CLASSE
DI
A COMPRESSIONE
CEMENTO
COMPOSIZIONE
(parti per volume) SABBIA
B.STAZIONI DILEGIZLII
MINIMA A 28 GG PRE I ED
quelle riportate in tabella, per i seguenti valori di resistenza: MALTA calce idraulica NISM
(N/mm2) ORGA
• 120 kgf/cm2 per l’equivalenza alla malta M1; da confermare
M20 20
• 80 kgf/cm2 per l’equivalenza alla malta M2;
nelle prove
C.RCIZIO E
• 5 kgf/cm2 per l’equivalenza alla malta M3; M15 15 1 0–1/4 3 ESE ESSIONAL
PROF
• 2,5 kgf/cm2 per l’equivalenza alla malta M4. M10 10 1 1/4–1/2 4–4 1/2
È da tenere presente che non sempre alla resistenza della malta corrispondono, in
M5 5 1 1/2–1 1/4 5–6
D.GETTAZIONE
percentuale, analoghi valori di resistenza della muratura.
M2 2.5 1 1 1/4–2 1/2 8–9 PRO TTURALE
STRU
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
TIPI DI MALTE E LORO IMPIEGO
La malta aerea fa presa solo all’aria; è facilmente lavorabile ma presenta scarsa caratteristiche portanti non è sempre consigliata. Le norme DIN a tale proposito F. TERIALI,TECN
ICHE
resistenza meccanica. Oggi scarsamente utilizzata, è molto sensibile agli agenti atmo- fissano il limite di 375 kg di cemento per m3 di sabbia. Con blocchi con percentuale di MA ONENTI,
COMP
sferici e l’indurimento è molto lento. Il processo di indurimento avviene dall’esterno forature (φ) compresa tra il 45% e il 55% è consigliato usare malta di non elevata
verso l’interno, per effetto della carbonatazione della calce, cioè la trasformazione resistenza, ma di buona deformabilità.
dell’idrato di calcio, a contatto con l’anidride carbonica dell’aria, in carbonato di calcio. Alla malta possono essere aggiunti additivi chimici e inerti che ne migliorano le
È molto importante il giusto dosaggio del grassello per evitare che la malta risulti
troppo porosa (poco grassello), dando luogo a una malta poco resistente, ovvero poco
prestazioni. Gli additivi chimici impiegati sono: plastificanti che migliorano la lavorabilità
e la resistenza meccanica, antigelo, resine adesive impermeabilizzanti, acceleranti e
G.ANISTICA
porosa (troppo grassello), ritardando la carbonatazione, anche di anni. ritardanti di presa, espansivi che controllano il ritiro della malta, alleggerenti che URB
Se la calce impiegata non è ben spenta è possibile la formazione di calcinaroli, ovvero conferiscono un buon isolamento termico, incrementatori di presa che possono
di granuli di ossido di calcio che tenderanno a spengersi in seguito, per effetto dell’umi- quadruplicare la resistenza a compressione e triplicare i valori di resistenza a trazione
dità, aumentando di volume. e al taglio. L’aggiunta di cemento bianco rende la malta bianca; colorazioni particolari
Il rigonfiamento dei granuli causa il distacco della malta sovrastante il granulo idratato. sono date da coloranti in polvere o liquidi.
Questo tipo di malta può essere usata esclusivamente per murature poco sollecitate,
RALI
massimo due piani, e per intonaci. F.1. I PERIMET
T
L’impiego di malte isolanti, confezionate con inerti leggeri (argilla espansa, perlite, PARE ALI
vermiculite, pomice, polistirolo espanso, ceneri volanti), consente la riduzione dei ponti VERTIC
La malta idraulica impiega come legante le calci eminentemente idrauliche o termici che si verificano in corrispondenza dei letti di malta.
agglomeranti cementizi. È facilmente lavorabile, è plastica, elastica, ha resistenza Gli inerti utilizzati hanno resistenza molto inferiore a quelli d’uso comune. Il basso
superiore alla malta aerea. La struttura finemente porosa conferisce un certo potere valore del modulo di elasticità di queste malte, sottoposte a carico verticale comporta F.2. URE
isolante. Per contro, in ambienti chimicamente aggressivi sono più adatte le malte la maggiore dilatazione dei giunti orizzontali rispetto alle malte normali. Di conseguenza CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
confezionate con calci idrauliche artificiali pozzolaniche o di loppe d’altoforno. la resistenza della malta isolante risultando inferiore a quella della malta normale,
conferirà al muro valori di resistenza inferiori.
Le malte premiscelate e pronte per l’uso devono essere accompagnate dalla dichia- F.3. IONI
IZ
La malta di gesso ha scarsa resistenza. Più comunemente, al gesso si aggiunge razione del fornitore attestante il gruppo della malta, il tipo e la quantità dei leganti e PART E
N
sabbia. Per la sua elevata sensibilità all’umidità l’uso è limitato agli ambienti interni. degli eventuali additivi. Le modalità per la determinazione della resistenza a compres- INTER
Essendo la presa molto rapida, questa malta è utilizzata per lavori di breve durata, sione delle malte sono riportate nel DM del 13 settembre 1993.
come la murazione di infissi, mensole ecc. Il gesso aggredisce il ferro e lo zinco, per Le malte premiscelate sono fornite in miscela secca, cui deve essere aggiunta in can-
cui le eventuali parti a contatto devono essere protette con minio. Le malte di gesso si tiere l’acqua ed eventualmente la sabbia, secondo le quantità prescritte dal fornitore; F.4. NTI DI E
distinguono in base alla loro destinazione. Per la realizzazione di cornici o stucchi si le malte pronte all’uso sono fornite umide dalla fabbrica. ELEME NICAZION
aggiunge la polvere di marmo e si impiega gesso finemente macinato. Per la realizzazione di murature sono attualmente utilizzate, in particolare nell’Europa COMU ALE
centrale, anche le colle, la cui resistenza a trazione e compressione risulta superiore VERTIC
a quella delle malte.
Le malte cementizie hanno come componenti il cemento, nei diversi tipi, e la sabbia. Le colle, generalmente a base cementizia sono stese in spessori molto sottili e con-
Le elevate resistenze che le caratterizzano sono raggiunte abbastanza rapidamente; sentono una posa molto rapida; per contro richiedono elementi resistenti di notevole F.5. I
D
sono malte impermeabili e durevoli. Adatte agli ambienti umidi e chimicamente aggres- precisione dimensionale. ARRE
sivi, per l’alta percentuale di cemento che contengono sono soggette a forti ritiri con
conseguenti fessurazioni. L’aggiunta di calce idrata, nella misura del 20% circa,
F.6. AZIONI
agisce da plastificante, migliorandone la lavorabilità. M
SISTE E
N
Per le murature armate sono impiegate solo le malte di cemento. In presenza di ESTER
ambienti contenenti solfati, come può accadere in alcuni terreni o nell’atmosfera inqui-
nata, è necessario utilizzare cementi non attaccabili dai solfati.
Le malte cementizie non sono adatte alla realizzazione di murature faccia a vista, TAB. F.1.7./13 CORRISPONDENZA TRA 1 m3 DI MATERIALE E L’UNITÀ DI PESO
poiché i sali solubili presenti nel cemento (in particolare di sodio e potassio) possono
provocare efflorescenze e macchie. Sabbia secca equivale a kg 1250
F 23
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
7. MALTE
F 24
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
MALTE 7.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
TAB. F.1.7./16 VALORE DI fvko PER MURATURE IN ELEMENTI ARTIFICIALI IN TAB. F.1.7./17 VALORE DI fvko PER MURATURE IN ELEMENTI ARTIFICIALI IN
CALCESTRUZZO PIENI E SEMIPIENI LATERIZIO PIENI E SEMIPIENI
Resistenza Resistenza
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
caratteristica a fvko caratteristica a fvko
compressione fbk TIPO DI MALTA compressione fbk TIPO DI MALTA
dell’elemento dell’elemento
N/mm 2 kg/cm 2 N/mm 2 kg/cm 2 N/mm 2 kg/cm 2 N/mm 2 kg/cm 2 C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
fbk ≤ 3 fbk ≤ 30 M1 M2 M3 M4 0.1 1 fbk ≤ 15 fbk ≤ 150 M1 M2 M3 M4 0.20 2.0 PROF
GIUNTI E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
L’asciugatura delle murature, l’assestamento, il ritiro formarsi di fessurazioni. La normativa europea prevede, • nei muri di sottofinestra: da una sola parte, per finestre F.3. IONI
IZ
delle malte e dei calcestruzzi a seguito della presa, i per tutti i materiali da costruzione, la realizzazione di di lunghezza inferiore a 1,75 m, da ambo le parti per PART E
N
fenomeni termici producono nei setti murari variazioni giunti di controllo nei seguenti punti: luci superiori; INTER
dimensionali che richiedono la creazione di giunti di • in corrispondenza di variazioni di altezza e di spessori • nei muri di lunghezza, senza interruzione, superiore
controllo o di dilatazione. Tali giunti eseguiti nella fase di muro; a 5–6 m tenendo conto che i vani porta sono da con-
realizzativa, consentono lo spostamento relativo delle • a contatto con strutture realizzate con materiali di natu- siderare giunti naturali. F.4. NTI DI E
porzioni murarie delimitate dai giunti stessi, evitando il ra diversa; ELEME NICAZION
COMU ALE
FERRO A “Z” VERTIC
1,5 mm
FIG. F.1.7./1 MODALITÀ DI REALIZZAZIONE DEI GIUNTI DI CONTROLLO FIG. F.1.7./2 DISPOSIZIONE E PROFILI DEI GIUNTI F.5. I
D
ARRE
MATTONI A VISTA
F.6. AZIONI
M
SIGILLANTE RESILIENTE SISTE E
N
ESTER
SIGILLANTE MATERIALE
RESILIENTE COMPRIMIBILE
(ELASTOMERO)
a sguincio rasato
GRAFFE DI SOLIDARIZZAZIONE GIUNTI VERTICALI ALTERNATI
DISPOSIZIONE ISODOMA GIUNTI COSTIPATI
tra 5 e 15 mm
FERRO A “Z”
1,5 mm ad angolo rotondo
RIEMPIMENTO CON
MATERIALE COMPRIMIBILE GIUNTI VERTICALI ALLINEATI TECNICA
DISPOSIZIONE A SORELLE DEL RIGIUNTAGGIO
spessore = 2 o armatura E SUCCESSIVA
.
MURATURA A INTERCAPEDINE STUCCATURA
F.1.7
E
MATTONI A VISTA MALT
SIGILLANTE RESILIENTE
F 25
GRAFFE DI SOLIDARIZZAZIONE
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
8. APPARECCHIATURE MURARIE IN ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI
APPARECCHIATURE MURARIE
Alcune murature tradizionali, anche se non contemplate dalla normativa sono ancora impiegate, in particolare nelle zone rurali. La muratura a sacco prevede la realizzazione
di due cortine murarie con funzione di cassaforma, entro cui viene gettato il conglomerato cementizio. L’orizzontamento del piano ogni 7-10 ricorsi, viene realizzato con mattoni
diatoni o con filari passanti di mattoni.
RICORSI
DI MATTONI
MATTONE CON FUNZIONE
DIATONO DI LEGATURA,
CON FUNZIONE CONTRO-
DI LEGATURA, VENTAMENTO
CONTRO- E RIPARTIZIONE
VENTAMENTO DEI CARICHI
E RIPARTIZIONE
DEI CARICHI CONGLOMERATO
CEMENTIZIO CONGLOMERATO
CONGLOMERATO
CEMENTIZIO CEMENTIZIO
25
25 12
a 12
MURATURA A BLOCCO A 3 TESTE (GOTICA) MURATURA A CROCE A 4 TESTE MURATURA A BLOCCO A 5 TESTE
25 25 25 12
5,5 a 5,5
c
a
b
a
PIANTA DEI RICORSI PIANTA DEI RICORSI PIANTA DEI RICORSI
F 26
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
APPARECCHIATURE MURARIE IN ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI 8.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.8./3 MURATURE MONOSTRATO – SOLUZIONI DI INCROCIO E ANGOLO
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
INCROCIO A “T” TRA MURI A 1 TESTA ANGOLO TRA MURI A 2 TESTE INCROCIO A 4 VIE TRA MURI A 2 TESTE
G.ANISTICA
URB
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
INCROCIO A “T” TRA MURI A 2 TESTE ANGOLO TRA MURI A 2 TESTE INCROCIO A 4 VIE TRA MURI A 2 TESTE
F.5. I
D
ARRE
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
. RE
INCROCIO A “T” TRA MURI A 2 TESTE ANGOLO TRA MURI A 2 TESTE INCROCIO A 4 VIE TRA MURI A 2 TESTE F.1.8 ECCHIATU ENTI
R M
E MURO A 3 TESTE APPA RIE IN ELE ICIALI
MURA ENTI ARTIF
➥ RESIS
T
F 27
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
8. APPARECCHIATURE MURARIE IN ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI
➦ APPARECCHIATURE MURARIE
INCROCIO A “T” TRA MURI A 3 TESTE ANGOLO TRA MURI A 4 TESTE INCROCIO A 4 VIE TRA MURI A 3 TESTE
E MURO A 1 TESTA
INCROCIO A “T” TRA MURI A 4 TESTE ANGOLO TRA MURI A 4 TESTE INCROCIO A 4 VIE TRA MURI A 4 TESTE
E MURO A 3 TESTE
F 28
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
APPARECCHIATURE MURARIE IN ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI 8.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.8./4 MURATURE MONOSTRATO – PARTICOLARI SOLUZIONI DI INCROCIO E ANGOLO FIG. F.1.8./5 BLOCCHI A SISTEMA
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
G.ANISTICA
URB
ANGOLO
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
F.3. IONI
IZ
ANGOLO PART E
N
INTER
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
F.5. I
D
ARRE
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
ANGOLO
19
PEZZO
SPECIALE
D’ANGOLO
ANGOLO
. RE
F.1.8 ECCHIATU ENTI
30
12 R M
APPA RIE IN ELE ICIALI
1° RICORSO 2 ° RICORSO
MURA ENTI ARTIF
T
RESIS
F 29
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
8. APPARECCHIATURE MURARIE IN ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI
➦ APPARECCHIATURE MURARIE
Possono essere realizzati con elementi ordinari o pezzi speciali possono essere armati o non armati, a sezione piena o mista. I criteri di progettazione fanno riferimento alla normativa inglese (BS5628).
PILASTRI A SEZIONE PIENA NON ARMATI PILASTRI A SEZIONE MISTA ARMATI
PEZZI SPECIALI
GETTO DI
CALCESTRUZZO
2 x 2 TESTE
ARMATURA
2 x 3 TESTE EVENTUALE
ARMATURA
PROFILO METALLICO
INSERITO NEL GETTO 30
DI CALCESTRUZZO
5 x 5 TESTE
3 x 3 TESTE
1°RICORSO
RICORSO 2 °RICORSO
RICORSO 1°RICORSO
RICORSO 2 °RICORSO
RICORSO
FIG. F.1.8./7 MURATURE MISTE FIG. F.1.8./8 MURATURE CAVE
BLOCCO
BLOCCO FORATO
FORATO 12
25
15 La discontinuità
discontinuit
della muratura e la
MATTONE presenza delle cavità
cavit
SEMIPIENO contribuiscono
DOPPIO UNI all’isolamento
all isolamento termico
2-4 mm
INTONACO
210 mm
RINZAFFO 100 mm 105-305 mm
DI INTONACO 30-50 mm
Il gocciolatoio evita Graffa di solidarizzazione
il passaggio di condensa; realizzata con una piastra
la rondella può
pu anche di acciaio zincato; ll’avvolgimento
avvolgimento
trattenere strati di isolante forma il gocciolatoio RINZAFFO DI INTONACO
F 30
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
APPARECCHIATURE MURARIE IN ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI 8.
A.ZIONI
NO RALI DI E
< =12 GENE ETTAZION
PROG
È consigliabile aerare l’intercapedine
l intercapedine libera 47 INTONACO
> =4
B.STAZIONI DILEGIZLII
per smaltire ll’eventuale
eventuale condensa. INTERNO
È utile in questo caso, impiegare un profilo 12 30 8 12
4 (1 cm)
di raccolta e allontanamento dell’acqua.
dell acqua. PRE I ED
NISM
INTONACO
ELEMENTI ORGA
DI RINZAFFO 6 INTONACO
A FORI
VERTICALI INTERNO
INTERCAPEDINE (1,5 cm)
C.RCIZIO E
BARRIERA ESE ESSIONAL
PROFILO DI RACCOLTA AL VAPORE
RIVESTIMENTO BARRIERA PROF
E ALLONTANAMENTO MATTONI IN LISTELLI AL VAPORE
DELLA CONDENSA FACCIA STRATO
A VISTA ISOLANTE
STRATO D.GETTAZIONE
47,5
INTONACO ISOLANTE PRO TTURALE
12 30 DI RINZAFFO STRU
4
ELEMENTI
A FORI E.NTROLLO
GIUNTO ORIZZONTALI CO NTALE
VERTICALE AMBIE
APERTO L’intercapedine
intercapedine è parzialmente riempita con materiale
L’intercapedine
intercapedine è totalmente riempita
isolante posto a ridosso della parete interna;
con materiale isolante non idrofilo.
l’isolante
isolante è cos
così protetto da infiltrazioni di acqua dall’esterno.
dall esterno.
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
MATTONI
COMP
COPRI- INTONACO INTONACO
CORDOLO INTONACO INTERNO MATTONI INTERNO
ESTERNO (1,5 cm) FACCIA
INTONACO (1,5 cm)
INTERNO
(2 cm) A VISTA
BARRIERA
G.ANISTICA
(1,5 cm) ELEMENTI
AL VAPORE URB
A FORI
ORIZZONTALI INTERCAPEDINE
D’ARIA
ARIA STRATO
MATTONI
GRAFFA BARRIERA ISOLANTE
FACCIA
A VISTA INCLINATA AL VAPORE
VERSO MATTONI
RALI
L’ESTERNO
ESTERNO STRATO A FORI F.1. I PERIMET
T
ISOLANTE ORIZZONTALI PARE ALI
VERTIC
4
25 12 6 F.2. URE
> =4 CHIUS ONTALI
Z
33 < =12 ORIZ
42 30 39 F.3. IONI
IZ
12 25 12 12 25 8 PART E
N
4 3 3
INTONACO INTER
INTONACO INTONACO INTERNO
INTONACO INTERNO INTONACO (1,5 cm)
INTERNO
ESTERNO
(1,5 cm) ESTERNO (1,5 cm) F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
(2 cm) (2 cm) BARRIERA
STRATO AL VAPORE COMU ALE
GRAFFA MATTONI ISOLANTE BLOCCHI VERTIC
DOPPIO UNI A FORI STRATO
MATTONI VERTICALI ISOLANTE
MATTONI
FACCIA
BARRIERA FORATI F.5. I
INTERCAPEDINE D
A VISTA D’ARIA
ARIA
AL VAPORE ARRE
MATTONI
FORATI
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
38 37 40
25 8 25 8 25 8
4 3 4
INTONACO
INTERNO INTONACO INTONACO
(1,5 cm) MATTONI INTONACO
INTERNO INTERNO
FACCIA ESTERNO
MATTONI (1,5 cm) (1,5 cm)
A VISTA (2 cm)
FACCIA MATTONI DOPPIO UNI
A VISTA FORATI MATTONI MATTONI
BLOCCHI
DOPPIO UNI FORATI FORATI
STRATO A FORI
ISOLANTE VERTICALI
INTERCAPEDINE BARRIERA
AL VAPORE INTERCAPEDINE
D’ARIA
ARIA
D’ARIA
ARIA
. RE
F.1.8 ECCHIATU ENTI
R M
APPA RIE IN ELE ICIALI
MURA ENTI ARTIF
T
RESIS
F 31
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
8. APPARECCHIATURE MURARIE IN ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI
Nella pratica costruttiva, per migliorare le caratteristiche sioni (incroci, angoli, discontinuità), o vengono utilizzati FIG. F.1.8./10 COLLEGAMENTI AGLI INCROCI
statiche dell’apparecchio murario, si impiegano elementi per collegare strati murari separati da intercapedine
metallici come tralicci, graffe, barre di armatura, disposti (cfr. F.1.7.).
in modo opportuno. L’apparecchiatura muraria con disposizione “a sorelle”,
Tali elementi vanno collocati in punti singolari della co- cioè con i giunti coincidenti sulle linee verticali, richiede
struzione soggetti a particolari concentrazioni di ten- un traliccio metallico ogni 2–3 ricorsi.
GRAFFE E ANCORAGGI
Le graffe e gli ancoraggi hanno la funzione di garantire Sono distribuiti omogeneamente nella muratura in quan-
la solidarizzazione tra le murature negli innesti e negli tità e spaziatura che variano in ragione dei carichi e dello
incroci; nelle murature a doppia parete collegano tra spessore degli strati costituenti la parete.
loro gli strati murari. Per le murature doppie la norma DIN 1053 prevede
Sono realizzati in metallo inossidabile. L’eventuale incli- cinque ancoraggi per mq di parete integrati da tre anco-
nazione della graffa va rivolta verso l’esterno per evitare raggi per metro di bordo sui lati liberi (angoli, aperture,
il passaggio di umidità all’interno. giunti di dilatazione, bordi superiori esterni) (cfr. F.1.7.).
Gli elementi sono collocati nei letti di malta e penetrano
nelle murature per almeno 50 mm.
150 ÷200
200 mm 100
GOCCIOLATOIO
75 ÷100
100 100
36
PROSPETTO
GOCCIOLATOIO
La tradizionale piegatura che forma il gocciolatoio indebolisce DISPOSIZIONE
la staffa. È preferibile utilizzare ferri diritti e affidare la funzione ISODOMA
PROSPETTO PROSPETTO di gocciolatoio a una rondella in plastica.
ANCORAGGIO
GRAFFA INCLINATA A DOPPIO TRIANGOLO
150 ÷200
200 mm
STAFFA A “Z” DISPOSIZIONE
A SORELLE,
65 CON TRALICCI
METALLICI
50 OGNI 2-3 RICORSI
GOCCIOLATOIO
5
STAFFA RETTANGOLARE STAFFE ADATTABILI
22
PROSPETTO PROSPETTO
Le barre di armatura possono essere collocate laddove si verifica una concentrazione di tensioni (al di sopra di vani aperti, nella contiguità
contiguit di masse murarie di dimensioni diverse),
ovvero dove si ritiene necessario creare solidarizzazioni tra pareti di tamponamento, parapetti o altro con la struttura portante.
ARMATURA ARMATURA ARMATURA
F 32
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
ALLOGGIAMENTO DI IMPIANTI 9.
FIG. F.1.9./1 POSIZIONAMENTO E PROTEZIONE DI CANALIZZAZIONI, CANNE FUMARIE, TUBI E CONDOTTE FIG. F.1.9./2 MODALITÀ DI ISOLAMENTO DEI TUBI G.ANISTICA
URB
Posizionamento corretto di canalizzazioni Matton
attoni predispost
predispostii per lo spacco
verticali e canne fumarie. Lo spessore murario attii al passaggio di canalizzazioni
att
non viene ridotto e si evita la foratura verticali e orizzontali
del cordolo a livello dei solai.
MATTONE CON
RALI
FORO PASSANTE F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
F.3. IONI
IZ
PART E
N
I giunti degli strati Da usare su tubi che lavorano ISOLAMENTO DI UN CONDOTTO INTER
devono essere sfalsati in ambienti con temperatura DI AERAZIONE
COPPELLA al di sopra del punto di rugiada
IN MATERIALE MATERIALE F.4. NTI DI E
ISOLANTE COPPELLA ISOLANTE ELEME NICAZION
TAGLIATA COMU ALE
TUBO
VERTIC
F.5. I
D
ARRE
Rivestimenti
permeabili per i tubi caldi, SUPPORTO
MANICOTTO ELASTICO
impermeabili per i tubi freddi APPESO
INTERROTTO F.6. AZIONI
M
AL SOLAIO SISTE E
NELL’INTERCAPEDINE
NELL INTERCAPEDINE N
NASTRO DI BARRIERA AL VAPORE ESTER
CON GIUNTI SFALSATI
INTONACO
BARRIERA AL VAPORE
BULLONCINO
SUPPORTO
DI SERRAGGIO
TUBO
La protezione deve ISOLAMENTO ACUSTICO
evitare sollecitazioni DELLE TUBATURE
alla barriera al vapore Murature monostrato e a intercapedine
RIVESTIMENTO GIUNTO ELASTICO
DI PROTEZIONE
DOPPIA ISOLAMENTO FLESSIBILE COPPELLA
COPPELLA MATERIALE IN MATERIALE
. RE
COMPRIMIBILE ELASTICO F.1.8 ECCHIATU EMENTI
R L
APPA TURE IN E ICIALI
MURA ENTI ARTIF
T
TASSELLO RESIS
ELASTICO
. O
DI FISSAGGIO F.1.9 GIAMENT
G
ALLO IANTI
P
DI IM
F 33
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
10. ARCHI E PIATTABANDE
ARCHI
L’apertura di vani nelle murature portanti non deve compromettere la stabilità del muro TAB. F.1.10./1 VALORI MINIMI PER ARCHI IN MURATURE A DOPPIA PARETE
(cfr. sezione D). Con spessori del giunto di malta all’intradosso compresi in 5-7 mm e (sottoposti principalmente al peso proprio; h massima dei piedritti 3 m)
all’estradosso in 10-20 mm, si realizzano archi di raggio = 1,20 m; per raggi maggiori
possono essere impiegati listelli di laterizio nei giunti. L D B T L D B T L D B T
90 9 40 40 120 9 60 40 120 19 60 40
180 19 60 60 240 19 60 60
FIG. F.1.10./1 TIPI E NOMENCLATURE DEGLI ARCHI 270 29 90 60
390 39 120 60
CONCIO DI CHIAVE
CONCIO A TUTTO SESTO ACUTO RIBASSATO
SO GIUNTO D D
S
DO D
RA NI
T SO RE
S S LE
DO A L
E
A
TR NO
PIA
IN
PIA SPESSORE
NO B L T B L T B L T
AL 60°
60
LE
RE
NI
PIANO D’IMPOSTA
D IMPOSTA
PIEDRITTI
LUCE O CORDA La dimensione di B può essere ridotta di 1/3 nel caso di un risvolto d’angolo di almeno 40 cm.
La dimensione di T deve essere verificata con il calcolo quando si è in presenza di carichi elevati
(misure in cm).
R1
R1 R1 R1 R2
C1
C1 F1 F2
C1
R1 R1
R1 R1
R1
C1 C1 C2
C1 C2
R2 R2 R2
R1 R1
R1 R1
C3 C4 C3
R1 R1
R1 R1
C1 C2 C1 C2 C1 C2 C1 C2
C2 C3 C3 C4
R2
R1 R1 R2 R2
C2
R1 R1
R1 R1 R1 R1
R1 R1
C1 C2
C1 C1 C1 C2 C1
R2 R2
C3 C4
TUDOR TUDOR TUDOR A SESTO INFLESSO RAMPANTE
FIAMMEGGIANTE (POLICENTRICO) O A FIAMMA
F 34
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
ARCHI E PIATTABANDE 10.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.10./2 APPARECCHIO COSTRUTTIVO DEGLI ARCHI
CONCIO DI CHIAVE
CONCI DI LATERIZIO
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
CONCIO PROF
DI CHIAVE
CONCI IN PIETRA
DI PIETRA
PULVINI IN PIETRA
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
G.ANISTICA
PULVINO URB
IN PIETRA
ISPESSIMENTO
DELLA MURATURA
ALLE RENI
ARCHI A DUE TESTE SPICCATI
RALI
DA UN PULVINO IN PIETRA F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
ARCHI D’ALTEZZA
D ALTEZZA DI DUE TESTE ARCO A DOPPIA CURVATURA
E SPESSORE DI QUATTRO TESTE
ARMATURA DEL MURO
F.2. URE
B CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
F.3. IONI
IZ
PART E
IMPOSTA N
INTER
DEL TERZO
ANELLO
B SEZIONE BB
IMPOSTA DEL F.4. NTI DI E
SECONDO ANELLO ELEME NICAZION
COMU ALE
IMPOSTA DEL VERTIC
PRIMO ANELLO
A A
F.5. I
D
ARCO RASTREMATO ARCO A TRE TESTE ARCO A QUATTRO ANELLI ARRE
DI CUI DUE ARMATI
38
C
A 27,5
8 B
3,8
25 A
55
38
27,5
31
75
15
106
B
A 12 28,5
C
E
0. BAND
APERTURA CIRCOLARE STROMBATA A 30
30° ESTERNAMENTE MATTONI TAGLIATI APERTURA AD ARCO CON STROMBATURA ESTERNA A DENTI F.1.1 E PIATTA
H I
ARC
➥
F 35
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
10. ARCHI E PIATTABANDE
➦ ARCHI
f
f = 1/6 ÷1/10
1/10 L
L
SEMIARCO PER APERTURE DI LUCE MODEST
MODESTA
SEZIONI
SEZIONE
PIANTE
IPOGRAFIA
ARCHI DI ALTEZZA DI TRE TESTE
ARCO RIBASSATO CON ESTRADOSSO PIATTO E DIVERSO SPESSORE SEMIARCO CON SGUINCIO A BOTTE: PROSPETTO, IPOGRAFIA E SEZIONE
PIATTABANDA
La piattabanda è un arco il cui intradosso è costituito da una linea retta. È una FIG. F.1.10./4 APPARECCHIO COSTRUTTIVO DELLA PIATTABANDA
soluzione costruttiva adatta a luci modeste (1,5 m) ed è comunemente impiegata per
vani porta e finestra. L’arco di sordino o di scarico è una soluzione costruttiva che PIATTABANDA ALLA ROMANA: I GIUNTI CONCORRONO IN UN SOLO PUNTO
consente di aumentare la luce della piattabanda riducendo i carichi da essa sostenuti;
l’arco di sordino è collocato al di sopra della piattabanda che, in questo caso, sostiene
solo il peso proprio e quello della muratura tra essi compresa.
A 2 TESTE
R=L
PIEDRITTI PIEDRITTI
A 4 TESTE
APPARECCHIATURA MISTA CON SAETTONI
L R = 1,5 x L IN ELEMENTI LATERIZI E RIEMPITIVO
IN PIETRAME E CALCESTRUZZO
R=2xL
ARCO DI SORDINO
D L
24 80
365 120
F 36
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
ARCHI E PIATTABANDE 10.
CENTINATURE A.ZIONI
NO RALI DI E
CENTINE AD ASSETTO VARIABILE GENE ETTAZION
La realizzazione degli archi in mattoni richiede la predi- spessore e dalla morfologia della curva da realizzare. PROG
sposizione delle centine, ovvero di armature provvisorie, Le centine hanno generalmente sostegni propri, i ritti; Sono basate sulla adattabilità della struttura alla curva
in genere in legname impostate fra i piedritti, atte a
sostenere i mattoni sino alla presa della malta, cioè sino
più raramente sono sostenute dai piedritti su cui è impo-
stato l’arco, che risulta così arretrato rispetto al filo dei
dell’arco da realizzare. Sono utilizzate per la costruzione
di archi e volte in muratura, pietra, calcestruzzo armato.
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
a quando l’arco è in grado di resistere autonomamente piedritti stessi. Dopo la presa, l’arco deve essere disar- Il sistema statico resistente è costituito da un traliccio
alle sollecitazioni di carico previste. mato gradualmente, agendo su appropriati meccanismi strutturale e la configurazione necessaria è realizzata
La configurazione delle centine dipende dalla luce, dallo di disarmo: cunei di legno, sacchi di sabbia, martinetti. mediante il serraggio degli elementi.
C.RCIZIO E
FIG. F.1.10./5 CENTINE FORMATE DA ASSI E TAVOLE (adatte a luci ridotte, sino a 2 m) ESE ESSIONAL
PROF
ASSE PER VERIFICARE
LA DISPOSIZIONE RADIALE DEI GIUNTI
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
MANTO
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
F. TERIALI,TECN
ICHE
TAVOLA MA ONENTI,
COMP
ASSE
G.ANISTICA
URB
RITTO
FIG. F.1.10./6 CENTINE FORMATE DA ASSI DI LEGNO INCASTRATE CON SCHEMA TRIANGOLARE O A RAGGERA (adatte a luci considerevoli, sino a 3,50 m)
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
STRATI SOVRAPPOSTI VERTIC
DI TAVOLE
CON GIUNTI SFALSATI
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
F.5. I
D
APPOGGIO ARRE
AI PIEDRITTI
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
FIG. F.1.10./7 MECCANISMI DI DISARMO FIG. F.1.10./8 CENTINA AD ASSETTO VARIABILE ESTER
RITTO RITTO
CUNEI CUNEI
DI LEGNO DI LEGNO
TAVOLA
DI LEGNO
MARTINETTO A VITE
consente un disarmo
E
BAND
SACCO DI SABBIA graduale dopo aver 0.
facilmente riducibile eliminato i cunei F.1.1 E PIATTA
H I
ARC
F 37
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
11. ARCHITRAVI
ARCHITRAVI DI MATTONI
FIG. F.1.11./1 ARCHITRAVI DI MATTONI A VISTA REALIZZATI CON L’IMPIEGO DI ELEMENTI DI ACCIAIO
PROFILO A “L”
PER LUCI
NOTEVOLI
Possono essere realizzati con diverse modalità, impiegando elementi speciali prefabbricati o blocchi ordinari; tra i primi sono impiegati elementi atti ad accogliere l’armatura o i
blocchi cassero, i quali costituiscono la cassaforma per un getto di calcestruzzo armato. I blocchi ordinari possono essere opportunamente preparati a pie’ d’opera, eliminando
parzialmente i setti interni, in modo da accogliere il getto di calcestruzzo e l’armatura.
BLOCCO CASSERO
BLOCCHI CASSERO 25 x 25 x 50 cm
ARCHITRAVE
CON UN BLOCCO
SPACCATO
E GETTO
INTEGRATIVO
DI CALCESTRUZZO
ARMATO
GETTO DI GETTO DI
CALCESTRUZZO CALCESTRUZZO
F 38
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
ARCHITRAVI 11.
B.STAZIONI DILEGIZLII
FIG. F.1.11./3 ARCHITRAVI DI CEMENTO ARMATO
RIVESTIMENTO PRE I ED
NISM
IN CORTINA DI LATERIZIO ORGA
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
20 cm
G.ANISTICA
13
252
URB
56
104
187
RALI
F.1. I PERIMET
T
41,5 104 41,5
PARE ALI
ARCHITRAVE DI CEMENTO ARMATO VERTIC
RIVESTITO
F.2. URE
CHIUS ONTALI
ARCHITRAVI DI ACCIAIO Z
ORIZ
FIG. F.1.11./6b ARCHITRAVI DI ACCIAIO – ALDO ROSSI, NUOVO EDIFICIO PER UFFICI “CASA AURORA”
FIG. F.1.11./6a ARCHITRAVI DI ACCIAIO TORINO (1983-87). Dettagli costruttivi dell’architrave di acciaio F.3. IONI
IZ
PART E
N
Architravi di acciaio realizzati con profili a doppio T, adatti per luci 1600 INTER
notevoli. Per spessori elevati di muratura le travi sono rese solidali B C
tra loro mediante manicotti, chiavarde, staffe.
I profili di acciaio possono anche costituire la cassaforma a per-
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
dere per un eventuale getto di calcestruzzo.
COMU ALE
VERTIC
A
1420
F.5. I
D
ARRE
ELEMENTI INTERI
F.6. AZIONI
M
A SISTE E
N
ESTER
20 cm
RETE PORTAINTONACO B C
TRA LE ALI INFERIORI PIANTA
ARCHITRAVE DI ACCIAIO
ANCORATO ALLA STRUTTURA
ARCHITRAVE DI SEZIONE C-C
ACCIAIO INTEGRATO
DA UN GETTO
DI CALCESTRUZZO
850
400
FLANGIA DI
ANCORAGGIO
1.
F.1.1 RAVI
IT
SEZIONE B-B SEZIONE A-A
ARCH
F 39
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
12. MURATURA ARMATA
CARATTERISTICHE E TIPI
La muratura armata è costituita da elementi resistenti, FIG. F.1.12./1 BLOCCHI PER MURATURE ARMATE
con caratteristiche tipologiche definite dal DM 20
novembre 1987 con alloggiamento predisposto per
contenere una armatura diffusa verticale, integrata, in
fase di realizzazione, da un’armatura orizzontale dispo-
sta lungo i letti di malta o in apposita sede. L’armatura
conferisce al setto murario la continuità e la capacità
di resistere a trazione. Il collegamento tra gli elementi
resistenti deve avvenire esclusivamente con malta di
classe M1, M2, M3.
L’argomento è oggetto di aggiornamento e revisione attra-
verso gli Eurocodici EC 6 “Progettazioni di strutture in mu-
ratura” e EC 8 “Progettazioni di strutture in zona sismica”.
Da un punto di vista strutturale gli edifici in muratura 13,7 x 28,6 x 20 cm 13,7 x 48,6 x 20 cm 20 x 28,6 x 30 cm 6,5 x 12,5 x 25 cm
armata devono comportarsi come strutture tridimensio-
nali in cui tutti gli elementi, pareti e solai, contribuiscono
globalmente a resistere alle azioni esterne.
Le barre di armatura devono essere del tipo ad aderenza
migliorata e adeguatamente protette dalla corrosione.
La distanza minima della armatura dalla superficie
esterna non dovrà essere inferiore a 5 cm.
Gli elementi resistenti hanno configurazione tale da acco- BLOCCO BASE M+1/2M M+1/4M
gliere l’armatura e il getto; sono utilizzati anche ordinari
mattoni pieni o a fori orizzontali.
Per realizzare architravi ed elementi di sottofinestra si
utilizzano blocchi speciali atti ad accogliere le armature
che saranno ammorsate con le pareti adiacenti.
Le armature verticali sono poste a interasse di 4-5 m.
Le barre hanno sezione > 4 cm2 .
Le armature orizzontali, con barre di diametro > 4 mm, 1/4M 1/2M BLOCCO A “T”
sono collocate nei ricorsi murari e devono avere inte-
rasse < 600 mm; quelle che costituiscono incatena-
mento avranno interasse < 4 m.
La percentuale di armatura verticale e orizzontale, riferite
alla sezione trasversale deve essere > 0,05%.
La differenza tra i diversi tipi riguarda non solo i proce- BLOCCHI CON APPOSITA
dimenti realizzativi, ma le modalità con le quali gli ele- SEDE PER L’ARMATURA
L ARMATURA
menti costruttivi che compongono la muratura armata ORIZZONTALE
reagiscono alle sollecitazioni esterne.
Il setto murario si configura come cassaforma a perdere Sono impiegati mattoni pieni o semipieni, con una percen- Il riempimento dell’intercapedine può avvenire in con-
per un getto di calcestruzzo armato particolarmente fluido. tuale di foratura del 25%, disposti a una testa. temporanea con la costruzione dei setti, oppure ogni
Alcuni elementi di rinforzo come staffe e tralicci, attuano la Il calcestruzzo deve essere gettato in fasi intervallate da 30-40 cm di costruzione dei setti stessi o per altezze
collaborazione tra i vari strati di cui è costituito il setto e vibrature dell’impasto e deve attuare il collegamento tra gli maggiori. In quest’ultimo caso la presenza delle staffe
collaborano alla stabilità della armatura durante il getto. elementi portanti del solaio e l’armatura dei setti verticali. assicura stabilità alle pareti prima del getto.
MATTONI
PIENI
ELEMENTI
A FORI
VERTICALI ANCORAGGI
BARRE BARRE
ORIZZONTALI ORIZZONTALI
F 40
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
MURATURA ARMATA 12.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.12./3 POSIZIONAMENTO DELL’ARMATURA E DELLE STAFFE DI COLLEGAMENTO TRA I SETTI
D.GETTAZIONE
ARMATURA CON DUE BARRE
VERTICALI E DUE ORIZZONTALI
STAFFA PRO TTURALE
STRU
BARRA
ORIZZONTALE
STAFFE
BARRA
VERTICALE
BARRA
ORIZZONTALE
E.NTROLLO
BARRA BARRA CO NTALE
2d d ORIZZONTALE VERTICALE AMBIE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
SEZIONI VERTICALI SEZIONE ORIZZONTALE COMP
G.ANISTICA
URB
RALI
F.1. I PERIMET
T
SPEZZONI PIEGATI PARE ALI
ALTERNATI A DESTRA VERTIC
l = 30d E A SINISTRA
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
l = 30d ORIZ
F.3. IONI
IZ
BARRE DIRITTE BARRE PIEGATE PART E
N
E SPEZZONI PIEGATI INTER
F.4. NTI DI E
Negli
egli angoli alle barre diritte si aggiungono Negli
egli innesti a “T” gli spezzoni piegati si sovrappongono ELEME NICAZION
spezzoni piegati, oppure si piegano le barre alle barre diritte per 30 volte il diametro COMU ALE
VERTIC
SEZIONI ORIZZONTALI
F.5. I
D
ARRE
I ferri di ancoraggio
e di taglio provenienti F.6. AZIONI
M
dal solaio si devono STAFFA DI STAFFE DI SISTE E
N
sovrapporre ai ferri COLLEGAMENTO COLLEGAMENTO ESTER
della muratura
ARMATURA DI TAGLIO
E ANCORAGGIO
FERRO DI
FERRI DI GIUNTI CONTINUIT
CONTINUITÀ
CONTINUITÀ
CONTINUIT DEL GETTO
RIPIEGATI
NODO TRA MURATURA PERIMETRALE NODO TRA MURATURA INTERNA NODO TRA MURATURA INTERNA
E SOLAIO E SOLAI TESSUTI NELLA STESSA DIREZIONE E SOLAI TESSUTI IN DIREZIONI DIVERSE
F 41
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
12. MURATURA ARMATA
PIEGATURA
DEI FERRI
ORIZZONTALI
GETTO DI MALTA
Le armature orizzontali
ARMATURA sono posizionate ogni 2 ricorsi
VERTICALE ARMATURA
ORIZZONTALE
RIPIEGATA
ARMATURA
ORIZZONTALE
MURATURA A 4 VIE
MURATURA A 3 VIE
BLOCCO A “T”
MATTONI ORDINARI
DISPOSIZIONE A QUETTA
Muratura realizzata con mattoni modulari la cui particolare configurazione consente l’assemblaggio mediante una serie di perni-guida in plastica. La muratura viene montata a
secco per un’altezza di 2-3 m; posizionate le armature orizzontali e successivamente quelle verticali, viene colata una malta fluida nei fori verticali che defluirà anche nei canali
orizzontali dell’elemento.
F 42
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
MURATURA ARMATA 12.
C.RCIZIO
alla stabilità dell’insieme.
Per il passaggio delle armature verticali, oltre gli elementi E
con specifica geometria, sono utilizzabili anche i blocchi ESE ESSIONAL
a fori verticali. PROF
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
TRALICCIO E.NTROLLO
METALLICO CO NTALE
AMBIE
ELEMENTO
A FORI
ORIZZONTALI F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
PANNELLI PREFABBRICATI IN MURATURA ARMATA
G.ANISTICA
URB
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
LARGHEZZA DA 0,375 A 2,00 m PANNELLO FINESTRA SOTTOFINESTRA
STAFFE
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
ORIZZONTALI
COMU ALE
VERTIC
MATTONI SPECIALI: PIANTE DEI RICORSI
F.5. I
PILASTRINI AGGETTANTI D
ARRE
DAL FILO DELLA MURATURA
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
F 43
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
13. MURATURE A GETTO
Le murature realizzate con getti di calcestruzzo esegui- FIG. F.1.13./1 CASSEFORME A TRAVI E A TELAIO
ti in opera prevedono l’uso di casseforme entro cui con-
tenere il getto e le armature, ovvero supporti adeguata- SISTEMI MODULARI DI CASSEFORME A TRAVI
mente resistenti su cui il calcestruzzo viene dato a
spruzzo.
L’assemblaggio
assemblaggio dei moduli consente
L’evoluzione delle tecniche delle casseforme ha notevol- l’esecuzione
esecuzione di elementi non lineari
mente accelerato i tempi di esecuzione e, naturalmen- e la realizzazione di geometrie complesse,
te, reso più economico il getto del calcestruzzo in opera come questa che presenta raggi variabili.
per la realizzazione delle murature.
Alle tradizionali casseforme in legno, realizzate in can-
tiere, le cui tavole sono connesse con chiodature, anco-
ra largamente utilizzate, si aggiungono oggi sistemi
completi di casseforme ad alta riutilizzabilità.
Questi sono integrati da accessori e componenti che otti-
mizzano i tempi di casseratura, scasseratura e i costi di
manodopera; è previsto anche l’impiego di passerelle di
getto innestate direttamente sui casseri, rispondenti
ovviamente alle norme di sicurezza.
Sono sistemi modulari, composti da elementi di diversa
larghezza e altezza, sovrapponibili fino a raggiungere
altezze complessive di oltre 10 m, di semplice montag-
gio e ridotta manutenzione.
I telai possono essere in legno, acciaio o alluminio; il
rivestimento è realizzato con pannelli in compensato
multistrato di diverso tipo e intaglio, così da conferire
qualsiasi finitura al calcestruzzo.
Per particolari planimetrie è possibile mettere a punto,
grazie all’ausilio di programmi automatizzati e alla adat-
tabilità degli elementi standard, casseforme dalla geo-
metria complessa, atte a consentire il getto dell’intero
perimetro.
L’impiego di tali programmi non solo permette la modi-
fica continua delle casseforme, ma la fornitura della
distinta completa dei pannelli e degli accessori neces-
sari alla realizzazione della struttura.
CASSEFORME A RIPRESA
PIANTA
F 44
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
MURATURE A GETTO 13.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
G.ANISTICA
URB
SISTEMA MODULARE
DI CASSEFORME A TRAVI,
completo di passerella di servizio SISTEMA DI CASSAFORMA A TELAIO
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
FIG. F.1.13./2 CASSEFORME PER PILASTRO E CASSERI A RIPRESA VERTIC
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
F.4. NTI DI E
0,30-3,00 ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
F.5. I
D
ARRE
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
F 45
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
13. MURATURE A GETTO
Il modulo base è un elemento cassero per la costru- CASSAFORMA IN POLISTIRENE MODULO BASE VARIATORE DI ALTEZZA
zione di pareti portanti, costituito da due lastre di polisti-
rene espanso autoestinguente, distanziate da staffe in
lamiera prestampata.
Gli elementi sono montati a secco, guidati dagli incastri.
Una serie di pezzi speciali completa il sistema.
Dati tecnici:
Dimensioni dell’elemento base: 100 x 25 x 25 cm
Peso muratura: 350 kg/m2
Trasmittanza termica di parete con intonaco: 0,30 W/m2K
Isolamento acustico (500 Hz) (parete intonacata): 45 db
SEZIONE cm 100 x 25 x 25 h PIANTA INSERTO
CASSAFORMA IN PANNELLI
MULTISTRATO
SISTEMA A PROIEZIONE
40 40 40 40
CASSAFORMA
METALLICA
POLIURETANO ARMATURA
ESPANSO A MOMENTO NODO A DUE VIE
NEGATIVO
TRALICCIO
SPAZIALE
ARMATURA
RETE DI RETE DI DEL TRAVETTO
CUCITURA CUCITURA
FORCELLE DI
ANCORAGGIO
F 46
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
ELEMENTI DI CORRELAZIONE 14.
MONTANTE
DI ACCIAIO B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
PROFILO DI ORGA
SERRAMENTO RIVESTIMENTO
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
PILASTRO
IN ACCIAIO
E.NTROLLO
GETTO IN CALCESTRUZZO CO NTALE
DI RIVESTIMENTO DEL PILASTRO AMBIE
MURATURA
DI MATTONI F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
MONTANTE DI ACCIAIO COMP
G.ANISTICA
MURATURA E MONTANTI DI ACCIAIO
URB
PROFILO DI
CONTENIMENTO
DEL GETTO
GUAINA
IMPERMEABILE SOTTOFONDO RALI
F.1. I PERIMET
T
PAVIMENTO PARE ALI
VERTIC
GIUNTO
FLESSIBILE
F.2. URE
GRAFFA CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
TRAVE
PERIMETRALE
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
FIG. F.1.14./2 CORRELAZIONE CON IL TELAIO IN CALCESTRUZZO ARMATO LAMIERA
GRECATA
GETTO DI
INTERCAPEDINE
INTONACO CALCESTRUZZO F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
5 cm GRAFFA
COMU ALE
IN GUIDA
ZOCCOLO
VERTIC
PAVIMENTO A CODA
DI RONDINE
MATERIALE GUARNIZIONI DI TENUTA
ISOLANTE SU GIUNTO RIEMPITO
4 ÷6
6 cm MALTA DI F.5. I
DI MATERIALE COMPRIMIBILE D
ALLETTAMENTO ARRE
BARRE DI
ARMATURA
ORIZZONTALE F.6. AZIONI
M
PROFILO A “L” SISTE E
N
DI SOSTEGNO ESTER
DELLA MURATURA
INTONACO MURATURA
A FACCIA
VISTA IN
LATERIZIO
MATERIALE
RIEMPIMENTO CON COMPRIMIBILE MATERIALE ISOLANTE
MATERIALE 6 cm
COMPRIMIBILE
INTERCAPEDINE
SIGILLANTE 5 cm MATERIALE
COMPRIMIBILE
GRAFFE DI GRAFFE DI
BARRIERA
SOLIDARIZZAZIONE SOLIDARIZZAZIONE SIGILLANTE
AL VAPORE
CON RONDELLE CON RONDELLE
IN MATERIALE PILASTRO IN CALCESTRUZZO
IN MATERIALE 3. ETTO
PLASTICO BLOCCHI DI PLASTICO F.1.1TURE A G
CALCESTRUZZO
INTONACO 2 cm MURA
BARRIERA MURATURA INTERNA IN
AL VAPORE BLOCCHI DI CALCESTRUZZO 4.
SEZIONE PIANTA F.1.1NTI DI
SUL SOLAIO SULL’ANGOLO
SULL ANGOLO ELEME LAZIONE
E
CORR
F 47
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
15. PANNELLI IN CALCESTRUZZO
Il pannello è definito a sviluppo orizzontale se è preva- FIG. F.1.15./1 PANNELLI IN CALCESTRUZZO (misure minime consigliate in mm)
lente la dimensione della larghezza; a sviluppo verticale
se è prevalente la dimensione dell’altezza; chiuso quando PANNELLI A SVILUPPO ORIZZONTALE PANNELLI A SVILUPPO VERTICALE
il vano finestra è ricavato all’interno della geometria del
pannello; pieno quando il pannello non presenta aper-
ture; aperto quando la forma è tale che le eventuali 30 30 30
< = 160
aperture sono ricavate dalla aggregazione di elementi
20
contigui; monostrato quando è realizzato solo da calce-
> = 20
struzzo eventualmente alleggerito; multistrato quando 20 20 20
la sezione presenta uno strato di materiale isolante o
20
una camera d’aria; misto quando è realizzato con mate-
riali diversi, ad esempio laterizio nella faccia esterna e
calcestruzzo nella faccia interna. 20
Il pannello di calcestruzzo può essere totalmente o par- 120 ÷240
240 ÷ 250
zialmente prefabbricato; in quest’ultimo caso necessita
di completamento in opera. La produzione dei pannelli < = 150 ÷ 60
20
20
avviene su tavoli orizzontali ribaltabili in officina o a pie’ 20 20
d’opera. Le dimensioni massime dei pannelli sono con- 30
dizionate dalle possibilità di trasporto, regolamentata 20
per legge. Attualmente le dimensioni consentite per il 20
= 120 ÷240
240 ÷ 250
20
H =120
trasporto devono essere contenute nei seguenti valori:
• larghezza 2,50 m;
• altezza 2,70 m (massima altezza ammissibile com-
30
30
preso il pianale del mezzo di trasporto 4,00 m);
• lunghezza 12 m; 20 60 120 ÷ 240 ÷250
250 > = 30
• peso 20 t. PANNELLI APERTI
30 PANNELLI APERTI > = 30 > = 20
30
30
> = 20 ÷30
cata e può essere realizzata in fase di produzione o dopo
la posa in opera. Le colorazioni sono ottenute mediante
30
l’inserimento di pigmenti organici o polvere di marmi colo-
30
rati nell’impasto; i risalti superficiali, di infinite variazioni e
30
20
30
fase di produzione dello stesso. I pannelli prefabbricati in
30
laterizio rientrano nella categoria delle murature armate 20
(cfr. F.1.12.) e rispondono alle caratteristiche richieste per
essere impiegati per le costruzioni in zona sismica.
4 max 250
4
10 ÷ 20
8 ÷ 30
CALCESTRUZZO CELLULARE O ARGILLA ESPANSA
CALCESTRUZZO 120 ÷ 240 ÷250
250
12 ÷24
24
4
4 4
PANNELLO NON COIBENTATO 4
3
10 ÷20
20
14 ÷ 24
4
12 ÷ 16 ÷20
5
MATERIALE ISOLANTE 100 ÷ 125
max 240 ÷ 250 H = fino a 8 m
POLISTIROLO ESPANSO
4,5
30 ÷ 50
6
4,5
100 ÷ 125
max 240 ÷ 250 H = fino a 8 m
CALCESTRUZZO CELLULARE O ARGILLA ESPANSA
5 ÷6 POLISTIROLO ESPANSO
24
12 ÷24
5 ÷6
10
4,5
6
4,5
1,8
100 ÷ 168
PANNELLI MULTISTRATO NERVATI PANNELLI MULTISTRATO A SEZIONI DIVERSE H = fino a 11 m
PANNELLI DI TAMPONAMENTO
F 48
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
PANNELLI IN CALCESTRUZZO 15.
D.GETTAZIONE
GIUNTI ORIZZONTALI GIUNTI VERTICALI
15
PRO TTURALE
sigillante
STRU
VARIABILE
95 40 55
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
40 COMP
GIUNTO LISCIO APERTO
G.ANISTICA
FIG. F.1.15./5 GIUNTI DOPPI AMPIEZZAESTERNE
FINITURE DEI GIUNTI DEI PANNELLI URB
DIL’ampiezza dei giunti verticali av , e orizzontali ao deve essere
CALCESTRUZZO
compresa tra 10 e 30 mm. Le ampiezze minime sono date
GIUNTI VERTICALI E ORIZZONTALI dalla relazione: av = 8 mm + Tp + ∆ L ao = 8 mm + Tp
+ ∆ H dove:
5 5 Tp = tolleranza di produzione dei pannelli, normalmente
1 2
esterno compresa fra +/-5 mm
5 ∆ L = deformazioni termiche orizzontali = L x ∆T x αt RALI
F.1. I PERIMET
5 ∆ H = deformazioni termiche verticali = H x ∆T x αt T
PARE ALI
7 L = larghezza del pannello
VERTIC
3 4 H = altezza del pannello
2 ∆T = escursione termica; in riferimento all’Italia il valore può
interno essere compreso: per pareti di colore chiaro, da un mini-
mo di –10°C e un massimo di + 30°C; per pareti di F.2. URE
4 5 colore scuro ∆T è circa 60°C. CHIUS ONTALI
Z
αt = coefficiente di dilatazione termica (calcestruzzo normale ORIZ
4 4 αt = 0,00001; calcestruzzo alleggerito αt = 0,000008)
GIUNTO CON BANDA E SIGILLO
F.3. IONI
IZ
8 8 9
FIG. F.1.15./6 NODI D’ANGOLO PART E
N
esterno INTER
5 5
10
6
F.4. NTI DI E
11 ELEME NICAZION
9 COMU ALE
interno VERTIC
10
F.5. I
D
ARRE
4 4 11 10
NODO A 3 VIE GIUNTO CON GUARNIZIONI E MEMBRANA
F.6. AZIONI
M
12 SISTE E
N
10 ÷ 30 mm 12 ESTER
esterno
interno
6
9 4 ÷7
LAMIERA 4 ÷7
14 12 13
13
F 49
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
15. PANNELLI IN CALCESTRUZZO
SISTEMI DI ANCORAGGIO
ELEMENTO DI COLLEGAMENTO
CON PIASTRA E MANICOTTO
PER L’ANCORAGGIO
L ANCORAGGIO A CONTATTO
20
ANCORAGGIO A CONTATTO SU TRAVI DI BORDO
Portata
ortata di esercizio 700 kg
250 mm
PIASTRA A BAIONETTA
PER L’ANCORAGGIO
L ANCORAGGIO A DISTANZA 50
60
ELEMENTO DI COLLEGAMENTO
CON PIASTRA A “U”
ANCORAGGIO A SCOMPARSA SU PILASTRI
Portata
ortata di esercizio 450-1100 kg
ELEMENTO DI COLLEGAMENTO
ANCORAGGIO SU TRAVE DI GRONDA CON PIASTRA A “U”
Portata
ortata di esercizio 700 kg
F 50
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
MURATURE TRAFORATE 16.
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
FIG. F.1.16./1 APPARECCHIATURE MURARIE NISM
ORGA
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
G.ANISTICA
URB
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
MATTONI SPECIALI COMU ALE
VERTIC
F.5. I
D
ARRE
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
14,5
15 7,5
5.
29 F.1.1ELLI IN
8,5
8 15 PANNSTRUZZO
E
15
7
CALC
TE
6. FORA
F.1.1TURE TRA
MU RA
F 51
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
17. FACCIATE LEGGERE
CLASSIFICAZIONE
La facciata leggera è una chiusura verticale realizzata con pannelli prefabbricati non I pannelli sandwich non necessitano di una controfodera di finitura interna; i pannelli
aventi caratteristiche portanti. Il peso del singolo pannello è generalmente inferiore a deck richiedono la realizzazione in opera della finitura interna.
100 kg/m2. Sono esclusi quindi il calcestruzzo e la muratura. Tra i materiali impiegati nella realizzazione di pannelli per facciate leggere figurano il
Le Direttive comuni per l’Agrément tecnico dell’UEAtc classificano le facciate leggere policarbonato rinforzato con fibra di vetro, il fibrocemento senza amianto, le resine
e le tipologie di pannelli secondo le modalità di messa in opera del pannello. plastiche e termoindurenti, l’acciaio, l’alluminio. Le superfici dei pannelli metallici pos-
I pannelli impiegati nelle facciate leggere hanno struttura multistrato; l’isolante interposto sono essere di lamiera liscia, nervata, imbutita. La lamiera esterna può essere rivestita
può essere del tipo da iniettare, ovvero in materassini rigidi. di smalto porcellanato, vernici o pellicole plastiche.
MURI MURI
SOLAI SOLAI
MURI
PANNELLO SANDWICH LAMIERA ESTERNA ISOLANTE
SOLAI
EVENTUALE RIVESTIMENTO
FACCIATA-PANNELLO INSERITA NEI QUATTRO LATI
F 52
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
FACCIATE LEGGERE 17.
LUNGHEZZA
MASSIMA
SPESSORE
MATERIALE
PESO
LUNGHEZZA
MASSIMA
SPESSORE
MATERIALE
PESO B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
(kg/m2) (kg/m2) NISM
ORGA
(m) (mm) (m) (mm)
lato superiore-fianchi forati fianco forato 0,75 8,11
140 135
32 119 88
18 0,75 5,76 24 0,88 9,51
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
101
PROF
207 40 287 39
1035 825 1,00 10,80
foratura 23% foratura 16
16,1%
1%
tutta la superficie forata fianco forato
140 110
10 0,75 8,90 D.GETTAZIONE
32 119 88 PRO TTURALE
18 0,75 5,05 106 24 0,88 10,50 STRU
207 40 250 40
1035 750 1,00 11,90
foratura 34% foratura 18%
E.NTROLLO
lato superiore-fianchi forati CO NTALE
AMBIE
0,75 11,00
40 119 64
18 0,75 6,51 fianco forato
0,88 12,90
183
915
40 119 131
F. TERIALI,TECN
ICHE
foratura 27% 158
58 MA ONENTI,
24 1,00 14,70 COMP
tutta la superficie forata
250 41
40 119 64 750
foratura 18% 1,25 18,40
183 40
18 0,75 5,71
G.ANISTICA
915 1,50 22,00 URB
foratura 39%
PANNELLI SANDWICH
RALI
TAB. F.1.17./2 CARICO MASSIMO UNIFORMEMENTE DISTRIBUITO (kg/m2) F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
LAMIERA GRECATA VERTIC
1000
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
200
COMU ALE
s VERTIC
B F.5. I
D
ARRE
F 53
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
17. FACCIATE LEGGERE
ATTREZZATURE DI GIUNTO
COPRIGIUNTO CAPPELLOTTO
A SCATTO
GUARNIZIONE
GIUNTI A BATTENTE
a TELAIO
d S c a AUSILIARIO
b a
a > = 4 mm
b > = 20 mm
c = 3 mm ADATTI PER PANNELLI
d = 10 mm CON S = 8 ÷10
10 mm
DOPPIO PROFILO GIUNTO REALIZZATO NEI RISVOLTI GIUNTO INTEGRATO
GIUNTI AD ANIMA IN ALLUMINIO E NEOPRENE LATERALI DEL PANNELLO NEL PANNELLO COLLEGATO
CON SILICONE STRUTTURALE
TELAIO MONTANTE
TELAIO AUSILIARIO VERTICALE
CAPPUCCIO DI
COPERTURA
VITE
BUSSOLA
DOPPIO PROFILO FISSAGGIO MECCANICO FISSAGGIO MECCANICO
IN ALLUMINIO SUL PANNELLO E COPRIFILO
F 54
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
PARETI TRASLUCIDE E TRASPARENTI 18.
VETROCEMENTO A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
Il termine indica una struttura in cui elementi modulari di FIG. F.1.18./1 DIFFUSORI DOPPI CON CAMERA D’ARIA
vetro stampato, i diffusori, di forma diversa e con ele-
B.STAZIONI DILEGIZLII
vate caratteristiche meccaniche, sono inseriti in una sot-
tile intelaiatura di cemento armato.
PRE I ED
Le pareti risultano autoportanti, in grado cioè di soste- NISM
nere il proprio peso, la spinta del vento e i carichi d’urto. ORGA
La malta impiegata è composta da 350 kg di cemento
portland 325 per 1 mc di sabbia, più acqua.
L’armatura orizzontale e verticale è realizzata con ferri C.RCIZIO E
di 6 mm di diametro, ad aderenza migliorata, privi di ESE ESSIONAL
ossidazione, zincati o con trattamento superficiale anti- PROF
ruggine.
D.GETTAZIONE
Nella realizzazione pratica il singolo elemento non è se-
zionabile, quindi in fase di progettazione si dovrà tenere 14 x 26 x 6 cm rigato 20 x 20 x 10 cm a prismi incrociati 20 x 20 x 10 cm trasparente
conto della dimensione modulare degli elementi scelti. PRO TTURALE
La dimensione effettiva di una parete in vetrocemento è FIG. F.1.18./2 DETTAGLI COSTRUTTIVI STRU
calcolata con le seguenti espressioni:
E.NTROLLO
SEZIONI VERTICALI
Larghezza A = nL + (n – 1) g + 2 fL MATERIALE ESPANSO MATERIALE ESPANSO MATERIALE ESPANSO
Altezza B = mL + (m – 1) g + fs + fi CO NTALE
dove: AMBIE
n = n° diffusori orizzontali
m = n° diffusori verticali
L = larghezza dei diffusori
PROFILAIO
IN ACCIAIO F. TERIALI,TECN
ICHE
fL = spessore della fascia laterale di calcestruzzo ARMATURA SIGILLANTE MA ONENTI,
ORIZZONTALE CARTONFELTRO ESTERNO COMP
fi = spessore della fascia inferiore di calcestruzzo BITUMATO CARTONFELTRO
fs = spessore della fascia superiore di calcestruzzo ARMATURA BITUMATO
g = spessore del giunto di calcestruzzo VERTICALE SIGILLANTE DIFFUSORE
MATERIALE PROFILO
SIGILLANTE D’ACCIAIO
ACCIAIO
ESPANSO ESTERNO CARTONFELTRO
SIGILLANTE SIGILLANTE BITUMATO
ESTERNO ESTERNO CARTONFELTRO
BITUMATO
ARMATURA FERRI DI ARMATURA
VERTICALE DISPOSTI
MATERIALE ALTERNATIVAMENTE
CARTONFELTRO
PROFILO ESPANSO INTERNO/ESTERNO
BITUMATO
D’ACCIAIO
ACCIAIO MATERIALE (esterno)
ESPANSO
CARTONFELTRO CON DOPPIA
BITUMATO ARMATURA
SIGILLANTE
7. RE
F.1.1 TE LEGGE
ESTERNO
IA
MATERIALE SIGILLANTE SIGILLANTE FACC
ESPANSO ESTERNO ESTERNO
8. IDE
F.1.1I TRASLUC
SIGILLANTE PROFILO PROFILO MATERIALE
ESPANSO T
PARE PARENTI
ESTERNO D’ACCIAIO
ACCIAIO D’ACCIAIO
ACCIAIO
S
E TRA
F 55
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
18. PARETI TRASLUCIDE E TRASPARENTI
➦ VETROCEMENTO
Dopo avere determinato l’allineamento della parete, si stende alla base uno strato FIG. F.1.18./3 GIUNTI VERTICALI TRA PARETI
di cartonfeltro bitumato, per favorire la dilatazione lineare, e sui lati si dispone circa
1 cm di materiale espanso imputrescibile, al fine di assorbire le dilatazioni e gli asse- TELAIO MATERIALE CARTONFELTRO
stamenti strutturali. D’ACCIAIO
ACCIAIO ESPANSO BITUMATO
Al di sopra del cartonfeltro si stende uno strato di malta con inserito uno o due tondini
di armatura; l’armatura non deve risultare a contatto con i mattoni di vetro.
Si prosegue disponendo la prima fila orizzontale di diffusori, distanziati tra loro di 1 cm.
L’impiego di distanziatori facilita la posa. Le fughe verticali si riempiono di malta dopo
avere inserito i ferri verticali.
Si prosegue allo stesso modo con le file successive di diffusori, inserendo le armature
in tutte le fughe orizzontali e verticali. MATERIALE CARTONFELTRO TELAI IN ACCIAIO
Sopra l’ultimo corso di mattoni si inserisce 1 cm di materiale espanso. La stuccatura ESPANSO BITUMATO SEPARATI
delle fughe con malta a base di cemento conclude la realizzazione della parete.
Per pareti di notevoli dimensioni la realizzazione viene fatta a pie’ d’opera su un piano PROFILO D’ACCIAIO
D ACCIAIO
orizzontale; ad asciugatura avvenuta, per evitare sollecitazioni alla parete, questa
viene sollevata in verticale insieme al piano di appoggio.
MATERIALE
ESPANSO
CARTONFELTRO
CARTONFELTRO TELAIO BITUMATO
DIFFUSORI DIFFUSORI MATERIALE
BITUMATO D’ACCIAIO
ACCIAIO TELAIO
ESPANSO
D’ACCIAIO
ACCIAIO
PROFILO
D’ACCIAIO
ACCIAIO
DIFFUSORI
PEZZO
SPECIALE SIGILLANTE SIGILLANTE
D’ANGOLO
ANGOLO ESTERNO ESTERNO
CARTONFELTRO
BITUMATO
MATERIALE
ESPANSO
SIGILLANTE
MATERIALE
PROFILO ESPANSO MATERIALE ESPANSO
CARTONFELTRO TELAIO
D’ACCIAIO
ACCIAIO BITUMATO
TELAIO D’ACCIAIO
ACCIAIO GIUNTO VERTICALE DI DILATAZIONE
IN LEGNO
PROFILO D’ACCIAIO
D ACCIAIO
CON FUNZIONE
PORTANTE
SIGILLANTE
MATERIALE
CARTONFELTRO
ESPANSO CARTONFELTRO
BITUMATO
BITUMATO
F 56
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
PARETI TRASLUCIDE E TRASPARENTI 18.
D.GETTAZIONE
di mastici plastici, ad esempio il silicone. FIBRA DI VETRO SEMIRIGIDA
Un più efficace isolamento termoacustico si può ottene- 220
re montando le barre in posizione contrapposta e inter- 6 250 SILICONE BARRE A “U” PRO TTURALE
ponendo uno speciale foglio in fibra di vetro. 320 STRU
COSTE 41 – 60
Nella posa a camera d’aria, rispetto alla posa a pettine
o a greca, diminuisce sia il fattore di trasmissione lumi-
E.NTROLLO
FIN
nosa che il coefficiente globale di trasmissione termica K,
OA
mentre aumenta il potere fonoisolante. CO NTALE
SEZIONE AMBIE
7m
TAB. F.1.18./1 CARATTERISTICHE FISICO- FASI DI POSA IN OPERA VERTICALE
TECNICHE
F. TERIALI,
ARMATO
ICHE
I TECN
Momento di inerzia rispetto
kg/mm3 MA ONENTI,
all’asse n-n TELAIO “U” GLASS COMP
Larghezza 270 mm 174.500 6 250
URB
OA
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
3
6
2
FIG. F.1.18./10 SCHEMI DI MONTAGGIO CON PROFILI IN ACCIAIO
MONTAGGIO
POSA A PETTINE POSA A GRECA POSA A CAMERA D’ARIA
D ARIA IN VERTICALE:
1. Profilo a “C”
con scossalina
2. Profilo a “C”
laterale
3. Profilo a “C”
superiore
4. Lastra di vetro
a “U”
5. Elemento
di fissaggio 5
8. IDE
6. Elemento F.1.1I TRASLUC
T
di fissaggio 1 PARE PARENTI
S
E TRA
F 57
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
18. PARETI TRASLUCIDE E TRASPARENTI
VETRI ORGANICI
L’impiego di materiali sintetici dà luogo ai cosiddetti vetri FIG. F.1.18./11 PERCENTUALE DI LUMINOSITÀ DI LASTRE DI DIVERSO MATERIALE
organici. Per la produzione di vetri organici vengono
TRASMITTANZA %
utilizzate resine polimeriche di tipo termoplastico, quali
il polimetilmetacrilato (PMMA), il policarbonato e il poli- 100
cloruro di vinile (PVC), eventualmente rinforzate da fibre
di vetro. La produzione di lastre può avvenire per lami-
nazione o per estrusione, mentre è possibile realizzare 80
cupoline o elementi curvi per stampaggio. A causa delle
differenti caratteristiche chimico-fisiche, il vetro organi-
co non costituisce, se non in casi particolari, un sostituto 60
del vetro minerale. Infatti, se rispetto a quest’ultimo
presenta un minor peso specifico, una bassa condu- 40
cibilità, una migliore resistenza agli urti e una maggiore
lavorabilità, altre caratteristiche limitano l’impiego dei VISIBILE
20
vetri organici. Tra queste:
• la minore rigidezza dovuta al basso valore del modu-
lo elastico, che limita le dimensioni delle lastre e im- 0
pone l’impiego di elementi di irrigidimento;
1000
2000
300
314
380
420
450
480
520
540
560
580
620
680
760
LUNGHEZZA
• la maggiore sensibilità alle variazioni termiche (alto D’ONDA
ONDA
valore del coefficiente di dilatazione termica) e alle
radiazioni solari, che ne provocano un rapido invec- POLICARBONATO (2 mm) RESINA POLIESTERE (1 mm)
chiamento (ingiallimento per le lastre trasparenti) e VETRO (3 mm) POLIMETACRILATO DI METILE (2 mm)
opacizzazione; TAB. F.1.18./3 LASTRE (in polimetilmetacrilato) TAB. F.1.18./4 LASTRE ALVEOLARI (in policarbonato)
• la scarsa resistenza alle abrasioni a causa di rigature,
con conseguente opacizzazione delle lastre; TIPO SPESSORE (mm) DIMENSIONI (mm) PESO K DIMENSIONI
• la bassa resistenza al fuoco, soprattutto per il PVC e (kg/m2) (kcal/h m2 °C) (mm)
il PMMA; Estruso 2/12 2000 x 3000
1,000 – 2100 x 1245 x 6000
• l’alta infiammabilità, soprattutto per il PVC. Colato 2,5/8 1210 x 2010/1510 x 2000
1,300 3,3 2100 x 1245 x 6000
Le lastre possono essere nervate, alveolate o normali e 10/25 1200 x 2000/1500 x 2000
possono essere assemblate con l’ausilio di un profilo di 1,700 2,6 2100 x 1245 x 6000
30/60 1200 x 2000
tenuta, con un meccanismo a scatto o a incastro. 2,000 2,6 2100 x 1245 x 6000
Lo spessore delle lastre, dell’ordine di alcuni millimetri, TAB. F.1.18./5 LASTRE OTTICHE (in policarbonato)
varia in relazione alla struttura della lastra (a doppia 2,100 2,3 2100 x 1245 x 6000
parete, s = 4-10 mm; e tripla parete, s = 10-16 mm), SPESSORE (mm) DIMENSIONI (mm) 2,850 2,4 2100 x 1245 x 6000
al tipo di resina impiegata; la larghezza è circa 30 cm;
la lunghezza può raggiungere 12 m. 3/12 2050 x 3000 3,000 30/60 2100 x 1245 x 6000
7
7
SCARICO
ACQUA LATO
PROFILO METALLICO UNIVERSALE PROFILO A SCATTO IN ALLUMINIO ESTERNO
(impiegabile su lastre di tutti gli spessori) CON GUARNIZIONI 8
(disponibile per lastre di spessore 16 mm)
5
FIG. F.1.18./14 PROFILI SPECIALI 5
8
ELEMENTO SINGOLO CONNESSO A INCASTRO
BANCHINA
1
DAVANZALE
320 mm VARIABILE
ILE
PROFILO METALLICO
10
0 mm R IAB
A SCATTO VA
40 mm INA
N CH 8 LATO ESTERNO 3
SUPERFICIE PI
PIANA
NA BA
640 mm
PROFILO METALLICO 6 mm
A SCATTO
40 mm
SUPERFICIE CURVA 6 7 5 6
F 58
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
PARETI IN LEGNO 19.
B.STAZIONI DILEGIZLII
tante, tenute insieme dalla lignina, sostanza aromatica La zona più interna è la più povera d’acqua, l’alburno è tavolati di maggior larghezza (mezzone) o tavolati spec-
che conferisce tenacità all’intreccio delle fibre. la zona più vitale. chiati (quarti), meno deformabili. La stagionatura avvie-
PRE I ED
La struttura del fusto, dei rami, delle radici è conformata Per essere utilizzato nell’edilizia, il legno deve essere ne sul tronco e sul semilavorato. I procedimenti devono NISM
da strati concentrici: a partire dal centro la norma UNI sottoposto a stagionatura: deve perdere cioè l’acqua di lasciare nel legno una quantità d’acqua non superiore al ORGA
4390 distingue i diversi strati in: midollo, cuore, legno, imbibizione e parte di quella di saturazione. 12-18% (UNI 4391 e 3253). La struttura monodireziona-
alburno, cambio, libro corteccia. La stagionatura può essere naturale (1-5 anni) o artificiale. le delle fibre induce nel legno comportamenti anisotropi.
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
CLASSIFICAZIONE DEI LEGNAMI TAB. F.1.19./1 VARIAZIONI VOLUMETRICHE DEL LEGNO IN FUNZIONE DELL’IGROSCOPICITÀ
D.GETTAZIONE
Le essenze si differenziano per le differenti costituzioni
DIREZIONE (rispetto agli anelli) RITIRO % IN VOLUME RIGONFIAMENTO % IN VOLUME PRO TTURALE
della fase solida e per le diverse percentuali d’acqua pre- STRU
senti. Per una stessa essenza le proporzioni possono
dipendere anche dall’area geografica di provenienza, Tangenziale 7-12 6-12
dall’esposizione, dal periodo vegetativo del taglio, dall’età
Radiale 3-16 3-5
E.NTROLLO
della pianta. CO NTALE
I criteri di classificazione sono oggetto delle norme UNI AMBIE
2853-2854 e UNI 3917. Nell’edilizia si utilizzano mag- Longitudinale 0,1-0,3 0,1-0,5
giormente legnami di conifere e di latifoglie.
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
TAB. F.1.19./2 CLASSIFICAZIONE DELLE ESSENZE PIÙ DIFFUSE
COMP
CARATTERISTICHE E REQUISITI
DEI LEGNAMI
PESO SPECIFICO
ESSENZA LAVORABILITÀ IMPIEGHI
G.ANISTICA
(kg/dm3)
Tra le caratteristiche che caratterizzano il legno vi sono:
• igroscopicità: la tendenza del legno ad assumere Conifere leggere Abete bianco, tenero, lavorabile palificazioni, URB
acqua dall’ambiente sotto forma di vapore (UNI 4145); Abete rosso 0,3-0,6 casseforme, truciolari
• peso specifico apparente o massa volumica: è fun-
zione della struttura cellulare dell’essenza, della pro- Conifere medie Larice, Pitch-pine, duro traversine,serramenti,
venienza, della stagionatura (UNI ISO 4469, 4858); Pino d’Aleppo, pavimenti,
• permeabilità all’acqua: è maggiore nella direzione delle Pino marittimo, 0,6-0,8 costruzioni navali
fibre e minore in senso trasversale; Abete douglas RALI
• resistenza: è diversa in funzione dell’angolo che la di- F.1. I PERIMET
T
rezione della sollecitazione forma con l’asse delle fibre PARE ALI
e varia con il grado di stagionatura del legno; Latifoglie leggere Frassino, Pioppo tenero, elastico manici per utensili, VERTIC
0,5-0,7
• durezza: è determinata dal carico necessario a infig- compensati
gere il provino e valuta la possibilità di lavorazione
Latifoglie medie Faggio, Castagno 0,7-0,8 duro, lavorabile
traversine, travi, F.2. URE
CHIUS ONTALI
del legno. serramenti
Z
Latifoglie pesanti Quercia, Rovere duro travi, pavimenti, ORIZ
0,8 costruzioni navali
TRATTAMENTI DEL LEGNO
F.3. IONI
IZ
Il legno si deteriora a causa della variazione dell’umidità TAB. F.1.19./3 CARICHI DI SICUREZZA DEI PIÙ COMUNI LEGNAMI ITALIANI DA OPERA E DA LAVORO PART E
N
ambientale e a causa della sua attaccabilità da parte di INTER
insetti xilofagi e di funghi. I trattamenti per prevenire tali
fenomeni sono: Peso Specie Compressione Compressione Trazione Taglio
• superficiali: con vernici (pellicole trasparenti), pitture specifico legnose parallela normale Flessione parallela normale F.4. NTI DI E
(vernici pigmentate), catrame; (kg/m3) o essenze alle fibre alle fibre alle fibre alle fibre ELEME NICAZION
• impregnanti: con procedimenti vari si fa assorbire al COMU ALE
kg/cm2 70÷100 20 75÷115 60÷110 7÷9 VERTIC
legno la sostanza in grado di renderlo impermeabile 450 Abete bianco
N/mm2 7÷10 2 7,5÷11,5 6÷11 0,7÷0,9
o inattaccabile.
kg/cm2 75÷120 20÷25 85÷130 70÷120 9÷11 F.5. I
750 Larice D
Il legno è facilmente combustibile e infiammabile. Il si- N/mm2 7,5÷12 2÷2,5 8,5÷13 7÷12 0,9÷1,1 ARRE
stema di ignifugazione (superficiale o impregnante) mira
a rendere il processo di combustione lento e incompleto, kg/cm2 70÷110 20÷25 80÷125 60÷110 8÷10
650 Pino
tendendo a conservare in loco la crosta carbonizzata N/mm2 7÷11 2÷2,5 8÷12,5 6÷11 0,8÷1 F.6. AZIONI
M
scarsamente conducibile. I trattamenti vanno ripetuti nel SISTE E
N
tempo, rimuovendo gli strati superficiali esausti. kg/cm2 70÷110 20 80÷120 60÷110 6÷8 ESTER
700 Castagno
N/mm2 7÷11 2 8÷12 6÷11 0,6÷0,8
F 59
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
19. PARETI IN LEGNO
Al fine di rendere più omogenee e isotrope le caratteri- Il comportamento del legno può essere migliorato attra-
stiche prestazionali del materiale si preferisce l’impiego verso trattamenti chimici e meccanici:
di materiali derivati dal legno, ottenuti attraverso alcuni
• legni impregnati: sono ottenuti impregnando il legno
procedimenti: la struttura fibrosa del legno, dapprima
con resine sintetiche che lo rendono più compatto,
scomposta in elementi (scaglie, trucioli, listelli o fogli
meno sensibile all’umidità e ai parassiti;
sottili), viene successivamente riassemblata mediante
l’impiego di resine e/o azioni meccaniche (pressatura) • legni metallizzati: sono ottenuti impregnando il legno
sotto forma di pannelli. con metalli caratterizzati da un basso punto di fusione.
MEZZONE COMPENSATI
Ottenuti mediante l’incollaggio a strati e successiva pres- re compreso tra 0,5 mm 1,5 mm, in numero dispari
satura di sottili fogli di piallaccio disposti con fibre ruota- a partire da tre;
te ortogonalmente fra loro. • paniforte: ottenuto per interposizione tra due fogli di
Tra i vari prodotti: piallaccio di uno o più strati di tavolette di legno acco-
• compensato: ottenuto per incollaggio a caldo (95- state e disposte con le fibre ortogonali alle fodere.
100°C) di fogli di spessore variabile tra 0,15 mm,
e 1,50 mm posti a fibre angolate, generalmente in Le definizioni, la classificazione, la composizione, i
numero dispari; requisiti e le prove riguardanti tali prodotti sono oggetto
• multistrato: formato da un numero di fogli, di spesso- delle norme UNI 6467, 6483 e UNI EN 313.
RADIALE O A MAGLIA
Sono ottenuti per pressatura, più raramente per estru- maggiore concentrazione di legante che riveste le
sione, di agglomerati di frammenti legnosi (trucioli, scaglie) particelle lignee.
prodotti dalla frantumazione di cascami (residui di lavo- • pannelli in lana di legno: formati per pressatura a pres-
razioni, rami, fronde) e leganti di varia natura (organica, sione ridotta di un impasto di trucioli di legno, essiccati
inorganica, sintetica). I pannelli di particelle sono definiti e trattati, e resine artificiali, cemento o leganti minerali.
e normati dalle UNI EN 309, 311, 312. Il diverso orientamento dei frammenti garantisce un
Tra i prodotti: comportamento isotropo del prodotto, che deve rispon-
• truciolare monostrato: l’impasto legnoso è caratterizza- dere alle norme UNI 3748, 9714 e UNI EN 310;
RADIALE CON MEZZONI to da una granulometria piuttosto grossolana e costante; • pannello in scaglie di legno orientate (Oriented Strand
• truciolare multistrato: è ottenuto per pressatura di Board, OSB): composto da scaglie di grande dimen-
strati sovrapposti a granulometria variabile. Più sione (strand) distribuiti sul piano con fibre orientate.
grossolana nello strato centrale, la granulometria Il piano individuato dalla direzione delle scaglie,
diviene progressivamente più sottile negli strati generalmente coincidente con quello del pannello,
esterni che, più compatti, sono caratterizzati da una ha valori di resistenza molto elevati. Tali prodotti deb-
superficie più liscia e meno porosa grazie a una bono rispondere alla norma UNI EN 300.
Il materiale base è costituito da trucioli e scaglie di legno con resine sintetiche. Caratterizzato da struttura omo-
RADIALE CON MEZZONI A SPESSORI MISTI sottoposti a feltratura, procedimento finalizzato a miglio- genea e molto compatta, rende il pannello lavorabile
rare l’adesione delle fibre con il legante. I frammenti ven- a macchina (segatura, tornitura, finitura), e da trama
gono rammolliti con vapore e successivamente passati sottile, che consente l’impiallacciatura o la laccatura
sotto mole rotanti che ne provocano la sfibratura. delle superfici, questo pannello viene spesso impie-
I pannelli formati per pressatura sono caratterizzati da gato in sostituzione del legno naturale. Le specifiche
isotropia. È possibile variare il peso specifico (o la den- e i requisiti dei pannelli in MDF sono oggetto delle
sità) e la porosità delle lastre in funzione delle necessità, norme UNI EN 622.
utilizzando metodi differenti di pressatura (umida, secca
e semisecca). Tali prodotti sono definiti e classificati dalle Tra gli altri derivati del legno si ricordano inoltre:
norme UNI EN 316. • tamburato: pannello formato da due fogli di compen-
Tra i prodotti: sato applicati su uno strato irrigidente leggero, costi-
• faesite o maesite (Hard Board): nome commerciale, tuito da un reticolato in legno, un nido d’ape di carta
IN QUARTO A VENTAGLIO ormai entrato nell’uso comune per indicare un parti- o cartone o da materiale plastico espanso;
colare tipo di pannello ottenuto per pressatura umida • lamellare: è un materiale ottenuto per incollaggio a
ad alta temperatura di agglomerati di fibre e legante pressione di strati di lamelle o listelli di legno (spes-
a base di resine naturali. In relazione alla densità è sore ≤ 50 mm) e resine sintetiche. Caratterizzato da
possibile distinguere faesiti normali, generalmente pro- elevata resistenza alle sollecitazioni di compres-
dotte sotto forma di lastre in spessori da 1,2 mm a sione, trazione e taglio è utilizzato per la realizzazio-
1,5 mm, e faesiti a bassa densità, prodotte in lastre ne di elementi strutturali anche di notevoli dimensioni.
meno compatte e resistenti delle precedenti, in spes- Tra le normative cui si fa riferimento:
sori da 6 mm a 12 mm; DIN 1052 (Germania), REGLES C.B. 71 (Francia),
• medium density fibreboard (MDF): ottenuto per pres- SIA 164 (Svizzera), BSI 5268/1988 (Inghilterra),
satura a secco di agglomerati di fibre omogenee legate ÖNORM (Austria): B 4100, 4101.
MISTA SU TRONCO
MESSA IN OPERA
La parete può essere realizzata direttamente in opera, ben stagionato, trattato con impregnanti, accuratamen-
con tavolati di disegno diverso applicati su strutture fitta- te manutenuto.
mente intelaiate (balloon frame) costituendo direttamen- Fondamentale è la scelta della tipologia degli incastri
te l’involucro, ovvero può essere realizzata con autono- tra i diversi elementi che costituiscono i pannelli.
mi pannelli di tamponamento. Per ovviare alla difficoltà di ottenere legni ben stagionati
Gli elementi del telaio, sui quali sono riportate le battute a basso costo, si possono usare profili di piccole dimen-
di correlazione, e gli elementi che costituiscono la tam- sioni, ovvero prodotti derivati (compensati, sfibrati).
ponatura non dovranno essere soggetti a fenomeni di Il comfort ambientale può essere aumentato con l’inter-
ritiro. Il pannello deve risultare impermeabile all’aria posizione di strati di barriera al vapore e materassini
IN QUARTO CON MEZZONI e all’acqua; per questo è necessario che il legno sia isolanti (lana di roccia, poliuretano).
F 60
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
PARETI IN LEGNO 19.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.19./2 PANNELLI
C.RCIZIO E
LISTELLI
ESE ESSIONAL
PROF
STRATO
DI COMPENSATO EVENTUALE
D.GETTAZIONE
IMPIALLACCIATURA
PRO TTURALE
STRU
A SQUADRO A 45 ° A 60°
60
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
G.ANISTICA
A METÀ
MET LEGNO A CUNEO A LINGUETTA RIPORTATA A DENTE E CANALE URB
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
TRAVERSO TAVOLA TRAVERSO ORIZ
F.3. IONI
IZ
con profilo esterno
PART E
N
INTER
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
con linguetta riportata
F.5. I
D
ARRE
9. O
F.1.1I IN LEGN
GIUNZIONI CHIODATE DI TAVOLATI PER PANNELLATURE GIUNTI DI PROFILATI GIUNTI DI TAVOLE T
PARE
F 61
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
19. PARETI IN LEGNO
PILASTRO AZZANCATO
NELLA STRUTTURA
GUARNIZIONE
PANNELLO
DOGATO
PANNELLO INTERNO
PANNELLO ESTERNO
min 15 mm
FERMO
IN GOMMA
SOGLIA
IN LEGNO PAVIMENTO
FACCIATA VENTILATA
SOLUZIONE D’ANGOLO
D ANGOLO
PARTIZIONI INTERNE
PARETE
SUPPORTO
PAVIMENTO
DOGHE
LAMA D’ARIA
D ARIA
SUPPORTO
PILASTRO
CONTROSOFFITTO
F 62
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
PARETI IN LEGNO 19.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.19./4 NODI PER TELAI
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
E.NTROLLO
A CIMATURA QUADRA A MEZZO LEGNO CON CIMATURA DIAGONALE
NODO CO NTALE
PERIMETRALE AMBIE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
NODO INTERMEDIO
G.ANISTICA
URB
NODO PERIMETRALE
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
F.5. I
D
ARRE
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
F 63
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
20. INTONACI
TIPI E CARATTERISTICHE
L’intonaco è una malta, composta da leganti, inerti, acqua ed eventuali additivi (cfr. F.1.7.), che costituisce la finitura della muratura proteggendola dall’azione aggressiva degli
agenti atmosferici (UNI 7959).
Gli inerti sono sabbie, pozzolane e particolari materiali che conferiscono caratteristiche diverse all’intonaco. L’intonaco si può considerare come uno strato di usura, soggetto cioè
a sostituzioni periodiche.
La malta per intonaci deve essere sufficientemente elastica, deve avere un limitato ritiro per evitare fessurazioni e cavillature, deve essere meccanicamente resistente, deve
avere valori di permeabilità al vapore uguali o superiori a quelli del supporto, deve essere impermeabile all’acqua (per intonaci esterni), deve essere compatibile con il supporto
in termini di elevata aderenza a esso e compatibilità dei valori del coefficiente di dilatazione termica.
CARATTERISTICHE DELL’INTONACO epossidiche e poliestere, acetati acrilici e polivinilici) per migliorare la resistenza alla
solubilità e alle azioni degli acidi e degli alcali, la compattezza, la flessibilità, l’adesività.
I parametri che determinano il comportamento dell’intonaco sono: Per contro, gli additivi sintetici, se non dosati correttamente, possono causare la for-
• il tempo di applicabilità: il tempo che l’operatore ha a disposizione, dopo aver ag- mazioni di sali solubili con rischio di efflorescenze, rigonfiamenti e rotture.
giunto acqua all’impasto, per applicare l’intonaco sul muro; trascorso tale periodo
l’intonaco diventa viscoso e inutilizzabile; PRESA DELL’INTONACO
• il tempo di presa: l’intervallo di tempo che intercorre tra l’inizio delle operazioni
dell’impasto e l’inizio della brusca diminuzione di plasticità dello stesso; La presa dell’intonaco a base di calci aeree (calce idrata, grassello) avviene per eva-
• il tempo di lavorabilità: il tempo in cui l’intonaco resta plastico e quindi spianabile porazione dell’acqua di impasto e, successivamente, per il processo di carbo-
dopo averlo applicato sul muro. natazione della calce, per cui l’idrato di calcio, a contatto con l’anidride carbonica
dell’aria, si trasforma in carbonato di calcio. L’indurimento avviene per reazione
ADDITIVI endogena, dall’interno verso l’esterno.
La presa dell’intonaco a base di calci idrauliche (calci idrauliche normali o artificiali in
Gli additivi migliorano le proprietà e le caratteristiche dell’intonaco. polvere, calci eminentemente idrauliche o artificiali in polvere, calci idrauliche artificiali
I ritardatori e gli acceleratori di presa modificano la velocità di indurimento dell’intonaco. pozzolaniche in polvere, calci idrauliche siderurgiche in polvere) che fanno presa
I plastificanti rendono le malte più viscose, omogenee e stabili; la maggiore richiesta anche in presenza di acqua, non è legata al processo di carbonatazione, bensì alla
di acqua rende però l’intonaco meno resistente meccanicamente, per cui ai formazione, per idrolisi in soluzione acquosa, di silicati e alluminati.
plastificanti sono spessi associati additivi fluidificanti e acceleranti. La presa dell’intonaco a base di gesso avviene a seguito della evaporazione dell’acqua
Gli aeranti formano una struttura microalveolare che migliora il comportamento al gelo di impasto, al successivo indurimento della polvere di gesso che riacquista le
dell’intonaco. molecole perse durante la cottura della pietra naturale.
È ormai raro l’uso di additivi organici, utilizzati cioè allo stato naturale (l’albume, la La presa dell’intonaco a base di cemento avviene, ugualmente, a seguito dell’evapora-
caseina la colla animale ecc.); è invece frequente l’impiego di additivi sintetici (resine zione dell’acqua, che produce il consolidamento e indurimento dell’impasto.
TIPI DI INTONACI
Per gli intonaci interni si impiegano prevalentemente all’esterno; il coefficiente di dilatazione termica è inoltre dà luogo a un intonaco resistente e poco assorbente;
malte di calce aerea, di calce idraulica o di gesso; per gli troppo elevato rispetto a quello dei materiali antichi; infi- l’aggiunta di 1/3 di grassello di calce rende l’intonaco
intonaci esterni, per la maggiore funzione protettiva che ne, a contatto con intonaci tradizionali, sviluppa sollecita- più lavorabile e più assorbente.
devono assolvere, si impiegano malte di calce eminen- zioni dannose, a causa della elevata resistenza mecca-
temente idraulica, malta di cemento o malte bastarde. nica di questo tipo di intonaco rispetto a quello antico. INTONACI A BASE DI LEGANTI SINTETICI
L’intonaco alla calce è molto permeabile al vapore, ha
buona deformabilità, è poco impermeabile ma in grado INTONACI A BASE DI GESSO Sono impiegati leganti polimerici composti da resine acri-
di restituire l’acqua assorbita, ha un lungo tempo di in- liche o viniliche disciolte in solventi, da granulati di marmo
durimento, ha bassa resistenza meccanica, non è resi- A causa della sua sensibilità all’umidità, l’intonaco a o silicati, da coloranti e additivi. Questi intonaci sono im-
stente al gelo, degrada facilmente per la cristallizza- base di gesso è impiegato essenzialmente per interni. piegati generalmente solo per lo strato di finitura offrendo
zione dei sali. È particolarmente indicato nei restauri di Ha capacità isolanti, fornisce una buona protezione al una superficie molto compatta che, se da un lato garan-
murature antiche per la elevata traspirabilità e per la fuoco e, asciutto, presenta una superficie molto leviga- tisce una ottima impermeabilizzazione, dall’altro im-
compatibilità con il supporto in relazione ai valori del ta. Non è adatto a ricoprire superfici in cemento per la pedisce la migrazione del vapore attraverso la muratura.
coefficiente di dilatazione termica. elevata differenza del coefficiente di dilatazione dei due I cicli di formazione di condensa interstiziale e di eventuale
L’intonaco alla calce con moderata aggiunta di leganti materiali (alto per il gesso, basso per il cemento) che gelo provocano rigonfiamenti dello strato superficiale di
idraulici è realizzato sostituendo a una parte di grassel- causa distacchi e fessurazioni; non deve entrare in con- intonaco, fessure e distacchi. Sono quindi da escludere
lo una equivalente di legante idraulico (pozzolana e tatto con elementi di ferro, che sono aggrediti dal gesso. nei restauri e nelle murature tradizionali non solo per i
materiali a comportamento pozzolanico, cocciopesto). Gli intonaci a base di gesso si differenziano in relazione motivi suddetti, ma anche per i diversi valori del coeffi-
L’intonaco a base di leganti idraulici ha buona consi- alla natura del gesso. L’intonaco a base di gesso semi- ciente di dilatazione termica. Sono invece adatti nella
stenza e bassa porosità. Nella realizzazione a più stra- idrato, detto intonaco di Parigi, impiega gesso il cui pro- protezione di strutture in cemento armato, dove il rischio
ti, la resistenza meccanica dei leganti impiegati deve cesso di idratazione non è completato; ha una presa di umidità proveniente dall’interno è ridotto al minimo,
diminuire man mano che si passa agli strati successivi. estremamente rapida e risulta difficile la posa a mano. mentre è richiesta una protezione dall’esterno.
Il primo strato, se a base di cemento, non deve supe- Aggiungendo additivi ritardanti si ottiene un intonaco a
rare mm 3 di spessore; l’arriccio, composto di calce idrau- base di gesso semiidrato ritardato, di più facile stesura; INTONACI SPECIALI
lica e cemento deve avere spessore di circa mm 15; l’ul- questo intonaco è impiegato per il primo strato di ade-
timo strato, sottile, deve essere composto con calce renza e per lo strato di finitura. Fanno parte di questa categoria quegli intonaci, in genere
idrata e cemento. L’uso eccessivo di cemento porta a L’intonaco a base di gesso anidro è composto con gesso premiscelati e preconfezionati, in cui la presenza di alcu-
un intonaco rigido, che evidenzierà rapidamente fessu- completamente disidratato. Ha un tempo di presa molto ni componenti nell’impasto (perlite, vermiculite, pomice,
razioni e distacchi; gli stessi rischi si avranno se il lungo e può essere lavorato sino a risultare lucido e levi- granulati plastici ecc.) garantisce particolari prestazioni.
dosaggio del cemento nello strato di finitura sarà supe- gato. Caratterizzato da elevata resistenza non deve La preparazione può prevedere l’aggiunta di sabbia. Tra
riore a quello dei leganti aerei. essere applicato su superfici assorbenti: l’acqua d’im- questi vi sono gli intonaci termoisolanti, ignifughi, fono-
L’intonaco a base di cemento dovrebbe impiegare ce- pasto infatti, a causa del lento indurimento, può essere assorbenti, deumidificanti, impermeabilizzanti, consolidanti.
menti a basso contenuto di alcali, per evitare la cristal- assorbita dalla struttura sottostante causando una idra- La preparazione industriale garantisce qualità costanti e
lizzazione dei sali. È particolarmente indicato per locali tazione prematura dell’intonaco. I tempi di presa posso- per quelli colorati in pasta, omogeneità di colori. La posa
umidi sotterranei, per fognature, pozzetti di raccolta, no essere regolati con additivi acceleranti, ottenendo un è rapida; possono essere impiegati in unico strato e appli-
pozzi neri e, come impermeabilizzante, per vasche e ser- intonaco adatto a finiture resistenti e durevoli. cati in due fasi; il secondo passaggio è applicabile già
batoi. È sconsigliabile l’uso di intonaco a base di cemen- Un intonaco a base di gesso impiegato per i primi stra- dopo 3 ore. Al fine di ridurre i fenomeni di fessurazioni,
to negli edifici storici a causa della sua scarsa porosità, ti può avere il seguente dosaggio: 1 parte di gesso e 1,5 le caratteristiche meccaniche sono migliorate con l’im-
che non consente la migrazione di acqua e vapore di sabbia. Per lo strato di finitura il solo impiego di gesso piego di fibre di vetro, di cellulosa, di polipropilene.
F 64
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
INTONACI 20.
F 65
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
20. INTONACI
➦ MODALITÀ DI ESECUZIONE
FINITURA
L’ultimo strato di intonaco può essere realizzato con inerti diversi e diverse tecniche di una superficie lucida e molto levigata. Integrata con polvere di marmi colorati e
finitura per conferire aspetti particolari; prende il nome in questo caso di colla. lavorata a encausto si presenta simile al marmo.
Molto particolare è la colla di cocciopesto il cui impasto è costituito da calce e Può anche essere colorata dopo la presa, prima dell’indurimento, con la tecnica
frammenti di mattoni, coppi o tegole (coccio) frantumati al mortaio (pesto). È adatta ad dell’affresco.
ambienti umidi rendendo la superficie impermeabile. Per il trattamento a encausto le ultime mani sono trattate con cera vergine riscaldata
La colla brodata o alla genovese impiega, insieme alla calce, la sabbia bianca, che a ferro che viene stesa ripetutamente con panni di lana, sino a ottenere un piano
conferisce un aspetto simile al marmo. È adatta ai rivestimenti esterni e non richiede perfettamente lucido e liscio.
la tinteggiatura. La colla di travertino prevede l’impiego di travertino frantumato al mortaio, per emulare
La colla di marmo o marmorina aggiunge alla calce la polvere di marmo frantumata al appunto un paramento in travertino.
mortaio. Impiegata in strati sottili di 2-3 mm per favorire la carbonatazione, risulta Stesa in spessori da 3 a 10 mm la superficie viene ulteriormente elaborata con graffiture.
molto simile esteticamente al marmo. La superficie può essere ulteriormente lucidata. La finitura a ghiaietto prevede l’applicazione, su un intonaco di cemento ancora fresco,
La colla a stucco lucido è adatta sia per interno che per esterno. È una malta fine di di inerti di granulometria compresa tra 5 e 10 mm.
grassello di calce aerea della migliore qualità, mista, come la precedente, a polvere di Si definisce intonaco a mezzo stucco quello formato da intonaco grezzo con malta fine
marmo molto sottile. di calce spenta e pozzolana, tirata a frattazzo e rifinito con uno strato di circa mm 2 di
Per lo strato di finitura la composizione è 1 parte in volume di grassello per 1 o 1,5 di malta per stucchi, perfettamente levigata con il frattazzo metallico.
polvere di marmo. Si definisce intonaco a stucco quello formato come il precedente ma con uno strato di
Passata più volte, lisciata con panni umidi e sfregata con ferri caldi presenta, infine, finitura di circa 5 mm.
COLORITURA
I prodotti vernicianti sono le vernici le pitture, gli smalti. Le vernici sono prodotti Tinta a calce (a secco) – Viene eseguita su intonaco tradizionale a calce, sia allo
trasparenti, privi di pigmenti; le pitture contengono pigmenti e cariche; gli smalti sono stato fresco che asciutto. La tinta a calce viene eseguita anche su intonaco di calce
coprenti e hanno caratteristiche di brillantezza e resistenza agli agenti esterni. idraulica, risultando meno durevole, ma è incompatibile su intonaci di cemento, da cui
I componenti delle pitture nella produzione attuale sono: i leganti, i solventi, i pigmenti, si distacca facilmente. Sono impiegati pigmenti a base di terre naturali o di ossidi di
gli additivi. ferro artificiali, diluiti in grassello di calce, che ha la funzione di legante e realizza
I leganti sono polimeri o resine che consentono alla pittura di creare una pellicola l’adesione del colore al supporto.
asciutta e aderente al supporto. La percentuale di pigmenti nel grassello dovrebbe essere ≤ al 10% per evitare di
I solventi sono sostanze volatili in cui sono diluiti i componenti e facilitano ridurre la capacità adesiva del grassello.
l’applicazione del prodotto; per motivi ecologici e di sicurezza si tende a ridurre La stesura avviene a pennello in due o più mani. Sottoposta agli agenti atmosferici, la
l’impiego di solventi a favore di leganti fluidi. tinta a calce tende al dilavamento; pertanto nell’impasto si può aggiungere colla forte
I pigmenti sono polveri micronizzate che conferiscono il colore e il potere coprente. (di origine animale, caseina, olio di lino in emulsione), oppure si può proteggere la
Gli additivi migliorano le caratteristiche del prodotto, come ad esempio l’essiccazione, la parete, dopo la completa asciugatura della tinta, con due mani di olio di lino cotto
resistenza agli agenti esterni, la facilità di applicazione, la stabilità in barattolo. passato a pennello.
Le pitture sono monocomponenti quando sono pronte all’uso e la formazione della
pellicola coprente avviene a seguito della evaporazione del solvente; sono bicomponenti Tinta a tempera o a colla – È adatta agli ambienti interni o pareti esterne protette
quando è necessario miscelare due prodotti e la fissazione del colore avviene per dagli agenti atmosferici. I colori, di tipo artificiale o naturale, sono diluiti in un legante
reazione chimica tra i due componenti; questi ultimi sono prodotti molto resistenti. di tipo organico.
La coloritura dell’intonaco avviene secondo due modalità diverse: inserendo Alle colle impiegate nel passato (di origine animale, vegetale ecc.) sono oggi sostituiti
nell’impasto di finitura pigmenti o polvere di marmo o pietre, oppure sovrapponendo i prodotti pronti all’uso, che sono passati a pennello su un supporto ben pulito. La tinta
allo strato di finitura una tinta miscelata con un legante organico o inorganico cui è a tempera, che consente un’ottima traspirazione della muratura, si adatta a qualsiasi
affidata l’adesione al supporto. tipo di intonaco interno.
I prodotti impiegati per la pittura all’esterno devono essere resistenti agli agenti
atmosferici e il supporto deve essere pulito e spianato. Tinta ai silicati – È molto resistente e adatta agli ambienti aggressivi; è compatibile
Tinta a fresco (affresco) – È realizzata su intonaco tradizionale fresco, ma già con tutti gli intonaci porosi, ma non è indicata sul calcestruzzo poiché non lo difende
consistente; lo strato di finitura dell’intonaco, liscio e non eccessivamente costipato, dall’aggressione acida del biossido di carbonio. Su un intonaco precedentemente
deve pertanto essere steso solo sulla superficie da tinteggiare. Il colore, infatti, penetra bagnato con acqua di calce, si applica il pigmento diluito in acqua.
nell’intonaco e rimane fissato grazie al processo di carbonatazione della calce, che A completa asciugatura della tinta viene dato a spruzzo un composto fissante di
determina la presa e l’indurimento. Le parti di intonaco non raggiunte dalla tinta vanno silicato di sodio o potassio e acqua, nella proporzione di 1 a 2, che penetra nei pori
quindi rimosse e sostituite con malta fresca. I colori impiegati, pigmenti a base di terre dell’intonaco fissando il colore.
colorate naturali o di ossidi metallici, sono diluiti in acqua e stesi in una sola mano. Per
avere maggiore effetto coprente, i pigmenti possono essere diluiti con acqua di calce Tinte viniliche o acriliche – Sono pitture organiche a base di resine sintetiche
o grassello diluito. viniliche o acriliche. Sono molto coprenti e impermeabilizzanti, ma la parete risulta
Il metodo a fresco non consente ritocchi a meno di asportare l’intonaco essiccato e poco traspirante. Il prodotto può essere passato a pennello, a rullo, a macchina.
sostituirlo con malta fresca. La tinta viene passata a pennello.
FIG. F.1.20./2 SIMBOLI DEI PRINCIPALI AVVISI DI RISCHIO APPLICATI SUI PRODOTTI VERNICIANTI (Direttive CEE 1989/677, 1991/338, 1991/339)
F 66
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
RIVESTIMENTI LAPIDEI 21.
Granito bianco di Alzo Alzo (sponda occidentale del lago di Orta) più chiara della precedente compatto, resistente C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
Graniti roseo e rosso di Baveno, versante orientale del monte Camoscio rosa pallido e rosso mattone PROF
del Mottarone, di Omegna (Novara)
Sienite della Balma Valle d. Cervo (Vercelli) alla Balma; grigia-violetta resistente, lavorabile, lucidabile D.GETTAZIONE
(o Granito della Balma o di Biella) Campiglia S. Paolo Cervo, Rosazza, Oropa PRO TTURALE
STRU
Diorite di Anzola Media Val Toce, presso Ornavasso nera leggermente punteggiata
(o Granito nero di Anzola) (Novara) di bianco
E.NTROLLO
Diorite di Malanaggio Bassa Val Chisone (Pinerolo) grigia con lenti scure CO NTALE
(o Gneiss di Malanaggio) e rare vene bianche quarzitiche AMBIE
Verde di Varallo Val Sesia (Vercelli) serpentina verde scuro striata di bianco
Verde Champ de Praz (Verde damascato Presso Mongiove (Aosta) macchie a varie tonalità di verde F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
delle Alpi, Serpentino verde mare) e venature bianche
COMP
Verde antico Italia di Chatillon Regione Saint Denis presso Chambave ricorda il verde greco tessalico tipo a frantumazione vasta
Verde Cipresso di Chatillon Regione Saint Denis presso Chambave più cupa della precedente
G.ANISTICA
Verde di Cesana Cesana Torinese (Cuneo) verde scuro, con reticolato di vene bianche URB
di calcite, o omogenea verde-giallognola
con sottili venule bianco verdi
Marmo di Candoglia Candoglia (Novara) bianca con tenue colorazione carnicina calcare cristallino lavorabile e lucidabile
e rosata
RALI
F.1. I PERIMET
Marmi di Valle Strona (Bianco grigio presso Omegna (Novara). dal bianco al rosa carnicino puro cristallino e compatto di varia grana T
PARE ALI
rosato, Bianco perla, Grigio) Cave di Massiola e Sambughetto o macchiata e anche zonata di grigio VERTIC
Marmo di Varallo Civiasco, Varallo (Vercelli) bianca venata scarsa produzione
Bardiglio di Valdieri S. Lorenzo di Valdieri (Cuneo) grigio cenere e grigio ferro con sottili vene saccaroide a grana minuta, lucidabile F.2. URE
sfumate bianche CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
Cipollino dorato di Valdieri S. Lorenzo di Valdieri (Cuneo) giallo rosato con zone serpeggianti materiale non schistoso di grana fine,
viola pallido traslucido
F.3. IONI
IZ
PART E
Cipollino verde di Valdieri S. Lorenzo di Valdieri (Cuneo) con fitte zone di verde pallido N
INTER
Nero di Boves Boves (Cuneo)
Diaspro rosso di Garessio Villarchiosso presso Garessio (Cuneo) elementi rosso accesi su pasta rosso chiara F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
Broccatello di Rusca “fior di pesco” COMU ALE
VERTIC
Breccia policroma di Gozzano a sud del lago di Orta (Novara) bianca e rosso cupo
Breccia di Arona Lago Maggiore giallo rosato
F.5. I
D
Gneiss del Sempione o d’Antigorio presso Domodossola (Caddo, Preglio) di varia tonalità, a seconda dei luoghi tessitura porfiroide e granitoide, lucidabile ARRE
(Granito del Sempione o Serizzo) e nella Valle d’Antigorio (Novara) di escavazione
Gneiss di Bussoleno (o di S. Giorgio) Valle di Susa bianco-grigia poco micaceo, lucidabile F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
Gneiss di Luserna A sud di Pinerolo (Novara) cinerea, grigia, giallognola minuto quarzoso ESTER
Verde Roja o Pietra di Roja Valle Roja (Cuneo) verde olivo, abbastanza uniforme resistente, poco lucidabile
Quarzite di Barge o Bargiolina Monte Bracco vicino a Saluzzo a seconda degli strati (bianchiccia, grigia, quarzite schistosa resistentissima,
cenere, giallo-dorata) inalterabilità chimica
LOMBARDIA
Botticino Botticino Mattina e Botticino Sera (Brescia) calcare bianco grana fine omogeneo, saldo, di facile
Falde del Monte Fratte lavorazione, molto resistente alla gelività
Bianco di Musso presso Musso colore bianco puro nella parte alta saccaroide bianco, grana fine nella parte
(riva occidentale del lago di Como) e fondo azzurrognolo nella parte bassa alta, varia nella bassa; facilmente lucidabile
Nero Nube Gazzaniga Gazzaniga (Bergamo) con sottili venature bianche, macchie
1.
di colore marrone F.1.2 IMENTI
T
RIVES EI
➥ LAPID
F 67
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
21. RIVESTIMENTI LAPIDEI
Pietre di Viggi e di Saltrio Viggi e Saltrio (Varese) tonalità chiare, grigie, paglierine resistente agli agenti atmosferici
Pietra di Moltrasio Bacino inferiore occidentale adatto a fine levigatura
del Lago di Como senza giungere alla lucidatura
Granito di S. Fedelino Val Mera (Sondrio) biancastra grana media, molto resistente
Ghiandone e Serizzo di Valmasino Valmasino e presso Vogogna (Sondrio) il primo a grana grossa,
e di Vogogna il secondo più fine e talora tabulare;
non facilmente lucidabile
VENETO
Marmi di Lasa: presso Lasa prevalgono i tipi bianchi calcare cristallino a struttura saccaroide,
e le tonalità chiare frattura lucente, grana piuttosto grossa,
perfettamente lucidabile,
elevata resistenza alla gelività
• Statuario Superiore
• Statuario Corrente
• Bianco unito
• Bianco venato fondo bianco azzurrognolo
e venature grigio piombo ben marcate
• Broccatello
• Broccato macchie rosse più ampie
unite da un reticolato sanguigno
• Lumachella gialla
• Biancone bianca con poche e chiare venature
F 68
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
RIVESTIMENTI LAPIDEI 21.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
DENOMINAZIONE LOCALITÀ DEI GIACIMENTI COLORAZIONE COMPLESSIVA PROPRIETÀ E CARATTERISTICHE PROG
Marmi di Chiampo: Valle di Chiampo
B.STAZIONI DILEGIZLII
• Chiampo perla e Chiampo perlato tinta lattea generalmente senza venature PRE I ED
NISM
ORGA
• Mandorlato a punteggiature color rosso vivace
• Chiampo porfirico
C.RCIZIO E
Pietra di Vicenza Varie località dei Colli Berici calcare grossolano ESE ESSIONAL
(o Pietra tenera o Pietra morta) PROF
Porfidi Trentino Alto Adige violacea, rosso bruna, rosso grigia-rosa F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
Trachite Colli Euganei ORIZ
LIGURIA
Portoro (Portoro a macchia grande Monte S. Croce, Muzzerone, Portovenere fondo cupo a macchie giallo-dorate F.3. IONI
IZ
PART E
o a macchia fine) (La Spezia) o giallo-rosa N
INTER
Bianco e Nero di La Spezia Monte S. Croce, Muzzerone, Portovenere nera o grigia con macchie
(La Spezia) e vene biancastre
F.4. NTI DI E
Persichino di Nava ELEME NICAZION
COMU ALE
Pietra di Finale Finale Ligure (Savona) giallo-rosa o roseo-carnicina aspra al tatto, tessitura granulosa, dura, VERTIC
resistente
Arenarie varie località della Liguria orientale ottime, cementate da silice F.5. I
D
ARRE
Pietra di Voltri Acquasanta, Pegli, Cogoleto (Genova) dura e tenace
Verde Polcevera Pietralavezzara in Valpolcevera verde chiara con grosse vene bianche F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
Rosso di Levanto Monte Vergè (La Spezia) fondo rosso-sanguigno con inclusioni ESTER
verdi e reticolato bianco di calcite
Ardesia varie località in provincia di Genova grigio cupa o quasi nera ottima qualità
TOSCANA
Marmi Apuani: Carrara è il centro principale bianco-grigia caratteri e aspetti secondo località,
struttura saccaroide, grana più o meno fine
Bianco chiaro
Bardiglio (Comune, Chiaro, Cappella, varie località del Carrarese grigio-azzurra, variamente venata molto apprezzabile;
Imperiale ecc.) e del Massese con toni più o meno cupi il Bardiglio imperiale è a grana fine
Paonazzo Cave Carraresi fondo giallo-avorio con macchie e vene materiale pregiato
violacee e verdastre
1.
F.1.2 IMENTI
Paonazzetto nel Massese e nel Carrarese fondo più chiaro del precedente
T
e macchie fini RIVES EI
➥ LAPID
F 69
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
21. RIVESTIMENTI LAPIDEI
MARCHE
Arenarie presso Pesaro, Ancona e Ascoli
Travertino Piobbico (Pesaro)
UMBRIA
Marmi grigi e neri Varie
LAZIO
Travertino varie località dal bianco latte al grigio giallognolo calcare leggermente spugnoso
Tufo litoide varie località varie colorazioni leggero e resistente
Pozzolana numerosissime cave varie colorazioni conglomerato vulcanico
Peperino numerosissime cave
Lave numerosissime cave
Trachite Tolfa e Vito
Pietra di Subiaco o Affilana presso Subiaco bianca calcare semicristallino
Marmo di Cottanello Cottanello (Rieti) rosso pallido con venature bianche
F 70
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
RIVESTIMENTI LAPIDEI 21.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
DENOMINAZIONE LOCALITÀ DEI GIACIMENTI COLORAZIONE COMPLESSIVA PROPRIETÀ E CARATTERISTICHE PROG
ABRUZZO
B.STAZIONI DILEGIZLII
Marmi di Avezzano Avezzano biancastra PRE I ED
NISM
ORGA
MOLISE
Pietre del Molise Campobasso bianca uniforme media tenacità e resistenza
C.RCIZIO E
Arenaria Teramo e Campobasso ESE ESSIONAL
PROF
CAMPANIA
D.GETTAZIONE
Lave varie località grigie e verdastre
Tufo Piperno provincia di Napoli fondo grigio con macchie più scure PRO TTURALE
STRU
Tufo giallo provincia di Napoli granuloso, poroso
Trachite Quarto e Monte Olibano (Napoli)
Pozzolana Bacoli, M. di Procida incoerente, cinerea
E.NTROLLO
CO NTALE
Marmi di Vitulano: Vitulano e Cautano (Benevento) AMBIE
• Uria rossa
F. TERIALI,TECN
ICHE
• Uria grigia MA ONENTI,
COMP
PUGLIA
Pietra di Trani (Puro, Perlato, cave tra Trani e Andria tende al giallognolo compatta, omogenea, cristallina, lavorabile
Cocciolato, Ondagato ecc.) G.ANISTICA
Calcare bianco tra le Murge e l’Adriatico bianchissima con rare macchie grigie compatto e facilmente lavorabile URB
Pietra di Gioia del Colle provincia di Bari bianco giallastra in grandi dimensioni facilmente lavorabile
Pietra di Bisceglie provincia di Bari bianco giallastra lavorabile, compatta
Pietra di Lecce provincia di Lecce, Taranto, Brindisi bianco giallastra grana uniforme, dura, resistente, lavorabile
RALI
Tufo Mazzaro Gentile numerosissime cave poroso, leggero, consistente, resistente F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
Colorati del Gargano: VERTIC
Pietra Misca dell’Erice Monte Erice (Trapani) grigia con macchie bianche lucidabile
Rosso Fiorito di S. Vito Monte S. Giuliano (Trapani) rossa, venata di bianco
Giallo Segesta Margana (presso Segesta) giallo passerino rameggiata di difficile segatura
Calcare Rosso Taormina e S. Marco di Aluzio
Lave Etna
Basalto Provincia di Catania e Siracusa
Pomice Isola Lipari grigio cenerina spugnosa, leggera
SARDEGNA
Calcari arenacei e calcari corallini presso Cagliari resistenti, non lucidabili
Diaspri (vari colori) Isola S. Pietro giallorossa piccole dimensioni
Granito della Maddalena fine, compatto
1.
F.1.2 IMENTI
Granito di Terranova Pausania provincia di Sassari giallastra, rosea, violacea T
RIVES EI
LAPID
F 71
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
21. RIVESTIMENTI LAPIDEI
CLASSIFICAZIONE E CARATTERISTICHE
La norma UNI 8458 classifica i prodotti lapidei impiegati in edilizia, sotto forma di ele- volumica reale e apparente, coefficiente di imbibizione della massa secca iniziale,
menti con dimensioni predeterminate. Le rocce ornamentali e da costruzione sono resistenza a compressione, resistenza a flessione e resistenza all’abrasione, misurata,
raggruppate in quattro categorie commerciali. quest’ultima, secondo le disposizioni del RD 19 novembre 1939 n.2234.
Il rivestimento in materiale lapideo (UNI 8458, DIN 18515-16) è molto resistente, durevole
Marmo (termine commerciale) e, se posto in opera correttamente, non richiede frequenti interventi di manutenzione
Roccia cristallina, compatta, lucidabile, da decorazione e da costruzione, prevalente- periodica. Sono poco adatti i materiali a struttura non omogenea e incoerente come alcuni
mente costituita da minerali di durezza Mohs dell’ordine di 3-4 (quali calcite, dolomite, calcari, i materiali contenenti pirite o solfato, quest’ultimi solubili in acqua, le brecce o le
serpentino). A questa categoria appartengono: i marmi propriamente detti (calcari me- oficalci; risultano invece adatti all’impiego in esterno i materiali a struttura compatta e
tamorfici ricristallizzati), i calcefiri, i cipollini, i calcari, le dolomie e le brecce calcaree cristallina, come il bianco di Carrara, i graniti e i travertini.
lucidabili; gli alabastrini calcarei, i serpentini, le oficalci. Le lastre possono avere finitura superficiale molto diversificata: arrotata, levigata, lucidata,
bocciardata, fiammata, spuntata, gradinata. Le superfici poco porose e compatte sono più
Granito (termine commerciale) resistenti alla azione aggressiva degli agenti atmosferici e ambientali. Lo spessore delle
Roccia fanero-cristallina, compatta, lucidabile, da decorazione e da costruzione, pre- lastre deve essere proporzionato alle loro dimensioni: lastre di grande dimensione
valentemente costituita da minerali di durezza Mohs dell’ordine di 6-7 (quali quarzo, richiedono spessori elevati per resistere alle dilatazioni strutturali: per i marmi è
feldspati, feldspatoidi). opportuno che lo spessore non sia inferiore a 3-4 cm; per le pietre 6 cm. Per evitare la
A questa categoria appartengono: i graniti propriamente detti (rocce magmatiche intru- rottura o il distacco delle lastre è necessario assecondare le dilatazioni strutturali
sive acide fanero-cristalline, costituite da quarzo feldspati, sodio-potassici e miche); dell’edificio e quelle del rivestimento.
altre rocce magmatiche intrusive (dioriti, granodioriti, sieniti, gabbri ecc.); le corrispon- Riguardo alle prime, i giunti strutturali, pur se coperti da rivestimento, devono essere
denti rocce magmatiche effusive, a struttura porfirica; alcune rocce metamorfiche di lasciati liberi. Riguardo al rivestimento le lastre sono montate generalmente con
analoga composizione come gneiss e serizzi. giunti orizzontali aperti (6 mm) o con giunti orizzontali chiusi, prevedendo il giunto
aperto (15-20 mm) in corrispondenza dei marcapiani; i giunti verticali devono avere
Travertino interasse ≤ 6 m. I materiali lapidei sono anche impiegati in sottili lastre (3-5 mm)
Roccia calcarea sedimentaria di deposito chimico con caratteristica strutturale vacuo- integrate a pannelli sandwich o a pannelli con struttura alveolare, di cui costituiscono
lare, da decorazione e da costruzione; alcune varietà sono lucidabili. la superficie esterna, risultando nel complesso molto resistenti e leggeri, in particolare
sulle grandi dimensioni.
Pietra (termine commerciale)
Roccia da costruzione e/o decorazione, di norma non lucidabile. A questa categoria I prodotti lapidei agglomerati (UNI 10330), chiamati comunemente pietre ricomposte,
appartengono rocce di composizione mineralogica molto varia, non inseribili in nes- sono anch’essi caratterizzati da elevati valori di resistenza e compattezza; sono realizzati
suna classificazione. Esse sono riconducibili a uno dei due gruppi seguenti: rocce tenere con un impasto di microgranuli di porfidi, graniti, marmi e cementi bianchi ad alta resistenza,
e poco compatte. Esempi del primo gruppo sono: varie rocce sedimentarie (calcareniti, su uno strato di calcestruzzo. Questo sistema consente ampia varietà cromatica.
arenarie a cemento calcareo ecc.) varie rocce piroclastiche (peperini, tufi ecc.); al
secondo gruppo appartengono le pietre a spacco naturale (quarziti, micascisti, gneiss Il sistema Precast è una tecnica di prefabbricazione di pannelli, di grandi dimensioni,
lastroidi, ardesie ecc.) e talune vulcaniti (basalti trachiti, leuciti ecc.). rivestiti in pietra naturale (marmo o granito); il rivestimento lapideo è collegato a un
Il comportamento meccanico dei materiali lapidei è determinato dalle seguenti caratte- supporto di irrigidimento (cemento armato, cemento alleggerito, telaio metallico) tramite
ristiche: il carico a rottura a compressione semplice e dopo gelività, il carico a rottura collegamenti di tipo meccanico, chimico o misto. Un metodo alternativo prevede che la
a trazione indiretta mediante flessione, il modulo di elasticità, il coefficiente di dilatazione lastra, con spessore di circa 30 mm, sia ancorata a una intelaiatura metallica galvanizzata
termica lineare, il coefficiente di imbibizione. a caldo; l’intelaiatura viene poi agganciata alla struttura dell’edificio mediante sostegni di
È consigliabile che la fornitura del materiale lapideo sia accompagnata dalla dichiarazione acciaio inossidabile o alluminio. Quest’ultimo sistema deve prevedere il completamento
dei valori medi delle seguenti caratteristiche, valutate secondo la norma UNI 9724: massa della parete per assicurare le necessarie condizioni di comfort.
FIG. F.1.21./1 PRINCIPALI LAVORAZIONI DEI BORDI DELLE LASTRE E GIUNZIONI D’ANGOLO – TERMINOLOGIA
superficie BUGNATO
QUARTOBUONO A BATTENTE CON BISELLO
bocciardata
(o “via
via il vivo”)
vivo
>=3
3 cm
>=1cm
1cm
TESTA
LU SPESSORE
NG
LARGHEZZA
HE
CON VISTA RISVOLTATA CON VISTA RISVOLTATA COSTA STONDATA ZZ
“SPESSORATA
SPESSORATA” “SPESSORATA
SPESSORATA” (mezzo toro o becco A
(con scuretto sulla lastra) (con scuretto sulla costa) di civetta)
FACCIA A VISTA
O PARAMENTO
DIETRO O SPIGOLO
COSTA
ANGOLO
F 72
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
RIVESTIMENTI LAPIDEI 21.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.21./2 PRINCIPALI DISPOSIZIONI DELLE LASTRE
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
G.ANISTICA
URB
RALI
GIUNTI BISELLATI ORIZZONTALI GIUNTI BISELLATI ORIZZONTALI
ORIZZONTALI, ELEMENTI RETTANGOLARI DI VARIA ELEMENTI RETTANGOLARI DI VARIA F.1. I PERIMET
T
E VERTICALI ALLINEATI VERTICALI SFALSATI DIMENSIONE CON LATI REFILATI DIMENSIONE CON LATI NON REFILATI PARE ALI
O DISPOSIZIONE A SORELLE A SEGA E FACCE LISCE E FACCE A SPACCO O BOCCIARDATE VERTIC
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
RICORSI ORIZZONTALI EVIDENZIATI RICORSI ORIZZONTALI E VERTICALI ELEMENTI CON GIUNTI VERTICALI ELEMENTI A “OPUS
OPUS INCERTUM
INCERTUM”
EVIDENZIATI ALLINEATI INTERROTTI DA FASCE CON LATI TRANCIATI
SISTEMA PRECAST LASTRA IN MASSELLI RETTANGOLARI F.5. I
D
30 mm LASTRA LAPIDEA DI DISTRIBUZIONE DEL PESO ARRE
LAPIDEA
GRAFFA IN
ACCIAIO INOX F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
ANCORAGGIO
SUPERIORE
ANCORAGGIO
SUPERIORE PARTICOLARE
DELLA GRAFFA IN
ACCIAIO INOX
F 73
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
21. RIVESTIMENTI LAPIDEI
Qualsiasi sistema di ancoraggio previsto deve garantire un’adeguata resistenza mec- Il carico che grava sugli ancoraggi è dato dal peso della porzione di lastra interessata
canica per sopportare il peso proprio e del rivestimento, deve resistere alla corrosione (per gli ancoraggi nei giunti verticali, ad esempio, il carico di ancoraggio su ogni lato è
e consentire le necessarie regolazioni in fase di montaggio; devono essere evitate in- dato dal peso delle due metà lastre adiacenti) e dalla spinta del vento, funzione,
compatibilità termiche, chimiche o elettriche con i materiali costituenti gli strati sottostanti. quest’ultima, dell’altezza dell’edificio (10012 CNR).
L’ancoraggio della lastra avviene mediante zanche metalliche e malta (sistema tradi- La posa a giunto chiuso è adatta a rivestimenti di ridotte superfici e di altezza limitata
zionale) o staffe e profili adeguatamente ancorati al supporto che lasciano la lastra in- e, comunque, ai sistemi di posa tradizionali; quella a giunto aperto (larghezza del giunto
dipendente dalla parete retrostante. Gli ancoraggi possono essere di tipo puntiforme, 6 mm) consente maggiori tolleranze di assestamento degli ancoraggi e l’assorbimento
lineare, continuo, a telaio (cfr. F.1.25.). di movimenti differenziali delle lastre.
Se l’ancoraggio è posizionato sui giunti verticali o orizzontali, la lastra deve presentare Durante la posa in opera deve essere verificata la corretta esecuzione dei giunti, il loro
sui bordi delle scanalature atte ad accogliere il terminale della zanca o della staffa; allineamento, la complanarità, se prevista, degli elementi che costituiscono il rivestimento.
se è realizzato sul retro, la lastra viene opportunamente forata con più fori passanti o Il sistema di rivestimento e di ancoraggio deve assicurare un buon comportamento ter-
non passanti. mico, la tenuta all’acqua e non deve essere fonte di rumore a causa di pioggia o vento.
÷100
100 mm
25
50
MALTA DI ANCORAGGIO CON SABBIA 20
E CEMENTO ADDITIVATO CON RESINA ZANCHE IN FILO DI ACCIAIO
EPOSSIDICA O CEMENTI AUTOESPANSIVI ZANCHE IN FILO DI ACCIAIO TONDO Ø 5
TONDO Ø 5 (inox AISI 316)
(inox AISI 316)
÷100
100 mm
50 20
IMBOTTITURA DI MALTA MORBIDA
O BOIACCA SEMIFLUIDA
120 mm COLATA NELL’INTERCAPEDINE
NELL INTERCAPEDINE
50 20
÷120
120 mm
50 50
È consigliabile lasciare, in corrispondenza dei solai, un giunto orizzontale aperto, sigillato con guarnizioni elastiche
5 mm
Ø5
20 mm
150 mm
70 mm 5
20 mm ZANCA RITORTA
DI ACCIAIO PIATTO, GUARNIZIONE DI MATERIALE GUARNIZIONE DI MATERIALE
da murare a cemento, ELASTICO (neoprene) ELASTICO (neoprene)
impiegata nei rivestimenti
a camera d’aria
d aria senza impiego ZANCA SPECIALE PER GIUNTO ZANCA DOPPIA SPECIALE PER GIUNTO
di imbottitura di malta DI DILAZIONE ORIZZONTALE DI DILATAZIONE VERTICALE
F 74
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
RIVESTIMENTI LAPIDEI 21.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.21./5 MODALITÀ DI FISSAGGIO CON SPINE ELASTICHE, PERNI, PIASTRE
1/4 b
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
Ø7 17 mm PROF
1/2 b b
20-30°
20-30 D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
1/4 b STRU
9 mm
F. TERIALI,
La sporgenza dal filo interno del supporto è regolabile nella malta SOSPENSIONE DI LASTRE ORIZZONTALI PER IMBOTTI
ICHE
30÷ 40
30 TECN
MA ONENTI,
COMP
LASTRA
G.ANISTICA
MALTA DI URB
FISSAGGIO
2 mm 10 20
RALI
PERNO F.1. I PERIMET
T
MANICOTTO
25
PERNO DI Ø 5 x 60 PARE ALI
DI DILATAZIONE, ANCORAGGIO VERTIC
5 TUBO
FISSATO Ø > = 4 mm
Ø 10
CON MALTA,
che consente F.2. URE
il movimento
l < = 140 mm CHIUS ONTALI
Z
delle lastre ORIZ
F.5. I
D
ARRE
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
TASSELLO A ESPANSIONE
ANCORAGGIO PER FACCIATE
VENTILATE CON POSSIBILITÀ
POSSIBILIT
DI REGOLAZIONE
ANCORAGGIO SUI TRE ASSI X, Y, Z
A ESPANSIONE
FORZATA, PERNO
CON CONTROLLO RIVESTITO
DI COPPIA DI NYLON
TUBETTO
ELASTICO
IN NYLON
1.
VITE DI REGISTRO F.1.2 IMENTI
T
FUORI PIOMBO RIVES EI
PIASTRA INIZIALE
PIASTR INIZIAL PIASTRA INIZIALE
PIASTR INIZIAL LAPID
F 75
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
21. RIVESTIMENTI LAPIDEI
CAVIGLIA CHIMICA
È un sistema adatto a intervenire su edifici esistenti e comunque ogni qualvolta gli TAB. F.1.21./3 CARATTERISTICHE DELLE CAVIGLIE CHIMICHE CON BARRA
ancoraggi delle lastre non richiedano importanti regolazioni dei punti di vincolo. FILETTATA
Il sistema non innesca nella struttura tensioni significative. L’ancoraggio chimico pre-
vede il riempimento del foro eseguito sulla muratura a conci o sul calcestruzzo, con Fialoide Barra filettata Foro Carico ammissibile Distanza minima
una miscela di resine epossidiche e materiale inerte entro la quale rimane fissata una ØxL ØxL mm a trazione e taglio dal bordo
barra filettata o boccola.
mm mm Ø profondità kg cm
FIG. F.1.21./6 CAVIGLIA CHIMICA
9 x 80 8 x 110 10 80 370 4
11 x 80 10 x 130 12 90 600 5
13 x 95 12 x 160 14 110 870 7,5
BARRA FILETTATA CON DADO E RONDELLA 17 x 95 16 x 190 18 125 1600 10
22 x 175 20 x 260 25 170 2500 15
FIALOIDE DA INSERIRE NEL FORO E ROMPERE 24 x 210 24 x 300 28 210 3700 20
CON L’INSERIMENTO
L INSERIMENTO DELLA BARRA PER MISCELARE
I COMPONENTI IN ESSO CONTENUTI 33 x 265 30 x 380 35 280 5900 30
CAVALLOTTO DI
SPESSORAMENTO
PROFILO
SISTEMA A DISTANZIALI INTERPIANO REGOLABILE MESSA A PIOMBO DEI PROFILI BULLONE INSERITO
IN TUTTE LE DIREZIONI MEDIANTE L'IMPIEGO DI CAVALLOTTI NEI PROFILI PIASTRA INIZIALE
DI SPESSORAMENTO
1 TASSELLO A
ESPANSIONE
PIASTRA DI RITENUTA
1
SUPERIORE
PROFILO
VERTICALE
PROFILO BULLONE
VERTICALE 12
2 x 35 mm VITE CON
2 DADO
2
PROFILO
ORIZZONTALE PROFILO
3 TASSELLO
ORIZZONTALE MECCANICO
A ESPANSIONE
3
PIASTRA DI
DISTANZIAMENTO
PIASTRA PER MARMI,
TIPO INTERMEDIO
F 76
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
RIVESTIMENTI CERAMICI 22.
CEMENTO LATTICE
SABBIA GRASSELLO CEMENTO SABBIA FINE ACQUA RALI
PORTLAND 425 DI GOMMA F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
2 (0,66 mc) 1 (0,33 mc) –
Malta di posa 1 2 1 q.b. VERTIC
Malta a colla
1 1 1 q.b.
(per supporto cementizio)
4-5 – 1 F.2. URE
Malta di stuccatura 1 1/4 1/2 q.b. CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
FIG. F.1.22./1 TIPOLOGIE E MODALITÀ DI ASSEMBLAGGIO DEI RIVESTIMENTI
F.3. IONI
IZ
PART E
N
C INTER
A B C
A
4 25 2
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
5 25 2
6 25 2 COMU ALE
VERTIC
B
LISTELLO C
A B C A B C
C 4 25 12,5 4 25 4
ANGOLO 5 25 12,5 5 25 5
ORIZZONTALE
6 25 12,5 6 25 6
1.
A 8 25 12,5 8 25 8 F.1.2 IMENTI
T
RIVES EI
10 25 12,5 10 25 10 LAPID
12 25 12,5 12 25 12
B
2.
F.1.2 IMENTI
T
POSA A GIUNTI SFALSATI POSA A GIUNTI SFALSATI RIVES ICI
M
CERA
F 77
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
23. RIVESTIMENTO A CAPPOTTO
Una particolare categoria di sistemi di rivestimento esterno è quella che realizza, insieme dell’onda termica; riduce o elimina, nel caso della facciata ventilata, il fenomeno della
alla finitura dell’edificio, un efficace e integrale isolamento termico. condensa all’interno della muratura.
A questa categoria appartengono il rivestimento a cappotto esterno e la facciata Entrambi i sistemi sono di facile manutenibilità e sono particolarmente adatti negli
ventilata. interventi di recupero e di miglioramento delle condizioni termiche di edifici esistenti.
L’impiego di questi sistemi riduce sensibilmente, o elimina, il problema dei ponti termici Il materiale isolante utilizzato per la realizzazione dei due sistemi (poliuretano, polisti-
e gli inconvenienti a essi attribuiti; protegge le pareti perimetrali verticali e riduce lo shock rolo espanso, fibre minerali, fibre di vetro, sughero, vetro cellulare) deve essere inalte-
termico a cui esse sono sottoposte; contribuisce allo sfasamento e smorzamento rabile, permeabile al vapore, non infiammabile, non idrofilo.
RIVESTIMENTO A CAPPOTTO
Uno strato di materiale coibente, uniforme e continuo viene posato a contatto con la i ponti termici. Il fissaggio dello strato isolante o del componente prefabbricato può,
parete esterna e rifinito con ordinari materiali da rivestimento. Il sistema viene realizzato: prevedere l’impiego di un telaio metallico o ligneo fissato al supporto. Non impiegando
• con componenti prefabbricati, costituiti da uno strato isolante e una finitura esterna componenti prefabbricati la finitura esterna può essere realizzata con doghe metalli-
di materiale metallico (alluminio prelaccato, acciaio plastificato o inossidabile), di che o altro materiale adatto alla posa in esterno, ovvero con uno strato d’intonaco
materiale minerale (fibrocemento, laterizio, malta di cemento armata con rete in fibra cementizio, armato con rete in fibra di vetro e con successiva stesura d’intonaco plastico,
di vetro), di materiale organico (poliestere, malta di resina); impermeabile ma traspirante. Gli spigoli, i vani d’apertura, il coronamento e gli attacchi
• con idoneo materiale da rivestimento o intonaco sottile posto in opera su isolante a terra devono essere adeguatamente protetti.
(pannelli di polistirolo, poliuretano, polistirene, fibre di vetro, fibre di legno). Utilizzando la stessa tecnica del cappotto è possibile intervenire anche dall’interno,
applicando gli strati necessari sulla superficie interna della parete. Si perde, in questo
Il materiale isolante è fissato al supporto, preventivamente pulito e spianato, con collante, caso, la continuità dell’isolamento in corrispondenza dei solai e non è ridotto lo shock
ed eventualmente integrato da fissaggi meccanici in materiale plastico o PVC, a evitare termico delle pareti.
STRATO STRATO
DI ISOLANTE ISOLANTE
PROFILI IN
RETE LAMIERA ZINCATA
PORTAINTONACO
RETE
PRIMA RASATURA PORTAINTONACO
DI INTONACO
PRIMA RASATURA
DI INTONACO
INTONACO
INTONACO
STRATO DI ISOLANTE INCOLLATO E RIVESTIMENTO STRATO DI ISOLANTE FISSATO CON PROFILI METALLICI
CON INTONACO E RIVESTIMENTO CON INTONACO
SUPPORTO
PANNELLO ISOLANTE
BATTENTATO
DISPOSTO
IN CONTINUO
FISSAGGIO
MECCANICO
IN PVC
RETE IN FIBRA
DI VETRO
CONTINUA E CON
SOVRAPPOSIZIONI
> = 7 cm NEI GIUNTI
STRATO DI MALTA
DI CEMENTO
E ADESIVO
TASSELLI
A ESPANSIONE
INTONACO
ELASTICO E DOGHE
TRASPIRANTE METALLICHE
PER ESTERNO
STRATO
ISOLANTE
F 78
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
RIVESTIMENTO A CAPPOTTO 23.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.23./2 PROTEZIONE DI PUNTI SINGOLARI: MODALITÀ E ACCESSORI
B.STAZIONI DILEGIZLII
TASSELLI PER IL FISSAGGIO DI PANNELLI ISOLANTI
INTONACO
ARMATO PRE I ED
RONDELLA
NISM
DI RIPARTIZIONE RONDELLA CON RETE ORGA
DI RIPARTIZIONE IN FIBRA
DI VETRO
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
INTERRUZIONI
STRU
TASSELLO A ESPANSIONE TASSELLO A PRESSIONE VITE adatta al fissaggio
adatto alle murature vuote adatto alle murature piene dell’isolante
dell isolante su orditi DEL PANNELLO (5 mm)
E.NTROLLO
o calcestruzzo alleggerito e calcestruzzo di metallo o legno PER L’INSERIMENTO
L INSERIMENTO
DI SIGILLANTE
ELASTICO CO NTALE
AMBIE
ISOLANTE
RALI
F.1. I PERIMET
T
ANGOLARE PARE ALI
IN LAMIERA VERTIC
ZINCATA
O ALLUMINIO
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
PROTEZIONE PROTEZIONE PROTEZIONE ORIZ
A TERRA SUPERIORE IN CORRISPONDENZA
DI SOGLIE INTERRUZIONI DEL PANNELLO
(5 mm) PER LL’INSERIMENTO
INSERIMENTO F.3. IONI
IZ
DI SIGILLANTE ELASTICO PART E
N
SOLUZIONE D
D’ANGOLO
ANGOLO INTER
FISSAGGIO
MECCANICO
PROFILO DI PARTENZA
ALLA BASE IN LEGA
LEGGERA PERFORATA
PROFILO PER
Il profilo di partenza va posizionato sotto L’ANCORAGGIO
ANCORAGGIO
la prima soletta interessata dall’isolamento;
dall isolamento; DELLE DOGHE
nel caso di partenza a terra si lascia
1 cm circa dal piano di calpestio.
RIVESTIMENTO IN 3.
PANNELLO ISOLANTE F.1.2 IMENTO
DOGHE METALLICHE T
RIVES POTTO
P
A CA
F 79
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
24. RIVESTIMENTO CON FACCIATA VENTILATA
FACCIATA VENTILATA
I fori di ventilazione devono essere protetti da una rete MURATURA STRATO ISOLANTE
antiinsetti. Gli spigoli, i vani di apertura, il coronamento e IN C.A., FISSATO
gli attacchi a terra devono essere adeguatamente protetti. IN MATTONI CON TASSELLO
Per ulteriori sistemi di ancoraggio del rivestimento al PIENI O ALTRO MECCANICO
supporto cfr. F.1.22. MATERIALE
ADATTO AL STAFFA DI ELEMENTO
TASSELLAGGIO SOSTEGNO E DI METALLICO ISOLANTE
MECCANICO REGOLAZIONE DISCONTINUO
LASTRA
DI PIETRA SOGLIA
INTERCAPEDINE STRATO DI DAVANZALE
VENTILATA VENTILAZIONE
STAFFA
DI SOSTEGNO PANNELLO
DI ALLUMINIO PROFILO
GUARNIZIONE
METALLICO
IN NEOPRENE
VERTICALE
RACCORDO CON SERRAMENTO ARIA
SEZIONE ORIZZONTALE RACCORDO CON DAVANZALE SEZIONE
IMBOTTE VERTICALE
STRATO SERRAMENTO
ISOLANTE IN LEGNO SEZIONE SERRAMENTO ISOLANTE
ORIZZONTALE
GIUNTO DI DILATAZIONE
PANNELLO
IN ALLUMINIO
MATERIALE
PROFILO METALLICO
COMPRIMIBILE
DI CHIUSURA
STRATO DI
VENTILAZIONE SIGILLANTE
LASTRA DI
TASSELLO A PROFILO FIBROCEMENTO
ESPANSIONE CON METALLICO
DISTANZIATORE A “U”
F 80
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
RIVESTIMENTO CON FACCIATA VENTILATA 24.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
PRODOTTI IN MATERIALI SINTETICI TAB. F.1.24./1 CARATTERISTICHE DI UN PANNELLO CON ANIMA IN NIDO D’APE E SUPERFICI ESTERNE
IN ALLUMINIO
B.STAZIONI DILEGIZLII
Tra i prodotti più diffusi per le facciate ventilate si anno-
verano i cosiddetti laminati plastici: sono pannelli for- SPESSORE SPESSORE SPESSORE PANNELLO TIPO LxL/2
ALLUMINIO PRE I ED
mati da fibre cellulosiche impregnate con resine NIDO D’APE PANNELLI TOTALE L (m) 1.0 1.5 2.0 NISM
termoindurenti all’interno e da fibre cellulosiche impre- Al Al (mm) (mm) (mm) Freccia (mm) 2.8 4.2 5.5 ORGA
gnate con resine aminoplastiche all’esterno, con fun- 3003 5052 10 0.5 11 467 315 237
zione decorativa: il multistrato viene sottoposto contem-
poraneamente a pressione e a cottura, azioni che
3003 5052 15 0.5 16 1007 683 515
C.RCIZIO E
determinano la policondensazione delle resine. 3003 5052 20 0.5 21 Q (kg/ml) 1747 1189 899 ESE ESSIONAL
Il prodotto viene fornito in pannelli di spessore variabile 3003 5052 25 0.5 26 2679 1832 1386 PROF
tra i 4–10 mm, decorati su entrambe le facce, e con 3003 5052 30 0.5 31 3796 2611 1980
spessori di 2–3 mm, con una sola faccia trattata.
Questi ultimi vengono utilizzati per finiture di pannelli
3003
3003
5052
5052
10
15
0.8
0.8
11.6
16.6
780
1647
529
1125
399
852 D.GETTAZIONE
sandwich. PRO TTURALE
La giunzione tra pannelli può essere eseguita con lin-
3003 5052 20 0.8 21.6 Q (kg/ml) 2808 1938 1471 STRU
guette riportate nello spessore del pannello. 3003 5052 25 0.8 26.6 4254 2962 2256
Possono essere tagliati e bucati con utensili al carburo 3003 5052 30 0.8 31.6 5958 4197 3201
di tungsteno e con modalità opportune (velocità di rota- 3003 5052 10 1 12 1003 684 517 E.NTROLLO
zione) anche in cantiere. 3003 5052 15 1 17 2082 1435 1089 CO NTALE
Elementi curvati possono essere realizzati in officina 3003 5052 20 1 22 Q (kg/ml) 3515 2452 1867
AMBIE
secondo geometrie prestabilite su spessori opportuni.
3003 5052 25 1 27 5277 3728 2849
3003 5052 30 1 32 7356 5261 4030 F. TERIALI,TECN
ICHE
PRODOTTI IN MARMO NATURALE E IN PIETRE 3003 5052 10 1.2 12.4 1237 847 642 MA ONENTI,
COMP
ARTIFICIALI 3003 5052 15 1.2 17.4 2526 1756 1335
3003 5052 20 1.2 22.4 Q (kg/ml) 4219 2978 2273
Tra i materiali attualmente in commercio, vi sono quelli 3003 5052 25 1.2 27.4 6295 4504 3453
prodotti attraverso una vasta gamma di tecnologie
applicate alla lavorazione dei materiali litoidi naturali,
3003 5052 30 1.2 32.4 8721 6317 4872 G.ANISTICA
3003 5052 10 1.5 13 1605 1110 843 URB
tendenti a usare spessori limitati di materiali e,
affidando ad altri elementi la funzione resistente, ovvero 3003 5052 15 1.5 18 3204 2257 1723
tendenti a proporre nuove lavorazioni delle pietre, al 3003 5052 20 1.5 23 Q (kg/ml) 5282 3787 2905
fine di avere elementi più economici, ma anche più 3003 5052 25 1.5 28 7797 5672 4384
duttili alle esigenze dei rivestimenti e delle finiture. 3003 5052 30 1.5 33 10686 7909 6154
Alla prima categoria possono essere ascritti quei pro-
RALI
dotti nei quali il pannello (60 x 60 cm, 90 x 90 cm) è TAB. F.1.24./2 CARATTERISTICHE DI UN PANNELLO CON ANIMA IN NIDO D’APE E SUPERFICI ESTERNE F.1. I PERIMET
T
costituito da due lastre tra le quali è interposta una IN LAMINATO PARE ALI
maglia d’acciaio o una lamiera continua d’acciaio con VERTIC
funzione di armatura, solidarizzata con le lastre SPESSORE SPESSORE SPESSORE PANNELLO TIPO LxL/2
ALLUMINIO
mediante collati epossidici ad alta resistenza, per NIDO D’APE PANNELLI TOTALE L (m) 1.0 1.5 2.0
spessori totali di 13–15 mm; nella seconda categoria F.2. URE
CHIUS ONTALI
Al (mm) (mm) (mm) Freccia (mm) 2.8 4.2 5.5
rientrano quei prodotti ottenuti dalla macinazione dei Z
3003 fibre 10 0.4 10.8 86 57 43 ORIZ
materiali naturali (85–90%) e dalla loro successiva
3003 fibre 15 0.4 15.8 187 125 94
ricomposizione attraverso la miscelazione con resine
3003 fibre 20 0.4 20.8 Q (kg/ml) 328 219 165
poliestere (10–15%), l’interposizione di una rete di fibra F.3. IONI
IZ
di vetro e la cottura a 240°C. 3003 fibre 25 0.4 25.8 507 340 255 PART E
N
Nella composizione della miscela si possono ottenere 3003 fibre 30 0.4 30.8 725 486 366 INTER
effetti particolari (cromatici o compositivi,) ovvero nella 3003 fibre 10 0.8 11.6 184 123 92
predisposizione della cassaforma possono essere inse- 3003 fibre 15 0.8 16.6 392 263 197
riti elementi decorativi diversi. F.4. NTI DI E
Questa seconda tipologia di produzione consente di
3003 fibre 20 0.8 21.6 Q (kg/ml) 677 455 342 ELEME NICAZION
ottenere anche elementi curvi. 3003 fibre 25 0.8 26.6 1037 698 526 COMU ALE
3003 fibre 30 0.8 31.6 1474 994 748 VERTIC
FIG. F.1.24./2 STRUTTURA DEI PANNELLI
MARMO/GRANITO 4 ÷ 6 mm F.5. I
D
ARRE
6 ÷ 30 mm
6 ÷ 25 mm F.6. AZIONI
M
LANA DI VETRO SISTE E
N
ESTER
ALVEOLARE IN ALLUMINIO
TELAIO DI
CORRELAZIONE
CARATTERISTICHE TECNICHE
PANNELLO
SANDWICH COMPOSIZIONE MARMO/GRANITO
INCOLLATO SUL SUPPORTO CON SPECIALI
RESINE EPOSSIDICHE E/O POLIURETANICHE
SPESSORI MARMO/GRANITO 4 ÷ 6 mm;
SUPPORTI DA 6 ÷ 30 mm;
PESO DA 10 ÷19
19 Kg/mq
CARICO SU SUPPORTO A 13 mm: 35 Kg/cmq
DI ROTTURA SU SUPPORTO A 20 mm: 40 Kg/cmq
A COMPR.
FUOCO I SUPPORTI POSSONO ESSERE FORNITI
AUTOESTINGUENTI
COEFF. ESP. LIN.: 4,6 x 10 -6 PER 0 °C
C FINO A 125 °C
4. ON
SOLAIO ALVEOLARE TERMICO F.1.2 IMENTO C ATA
RIVESTIMENTO T IL
IN ALLUMINIO MISURE FINO A 120 x 240 cm O A RICHIESTA RIVES TA VENT
IA
FACC
F 81
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
25. ISOLANTI TERMOACUSTICI
MATERIALI TERMOISOLANTI
Le norme UNI relative a questo argomento sono inserite si rimanda alla Sezione E. naturale di miche e cloriti; in seguito a riscaldamento il
nella Selezione 10 “Edilizia e materiali da costruzione”, L’aria in quiete all’interno di un’intercapedine offre una minerale perde acqua e, rigonfiandosi, assume la forma
raggruppamento 91.120.10. buona resistenza termica. Da un punto di vista costrut- vermicolare. Il vetro cellulare, è ottenuto dalla macinazione
Gli isolanti termici sono materiali, di natura organica e tivo la condizione di quiete è praticamente impossibile, del vetro e dalla sua rifusione con materiali che, ad alta tem-
inorganica, con conduttività termica λ ≤ 0,065 W/mK e poiché tra l’aria e le superfici che delimitano l’intercape- peratura, sviluppano gas.
spessore tale da fornire una resistenza termica R ≥ 0,5 m2 dine si ha passaggio di calore. Oltre cm 5 di spessore, I pannelli di fibre vegetali (lana di legno, sughero) sono
K/W (UNI 7745, 7891, 7357, UNI 10351). l’intercapedine d’aria non offre contributi significativi. ottenuti dall’impasto delle fibre con cemento portland,
L’isolante termico riduce lo scambio termico tra ambienti La norma UNI 10351/10355 valuta la resistenza termica cemento alla magnesite, gesso. Le fibre sono prece-
interni e aria esterna o tra ambienti interni a diversa tem- R (m2K/W) delle intercapedini chiuse verticali in rela- dentemente sottoposte a trattamento chimico mineraliz-
peratura. L’impiego di un isolante termico deve evitare: zione allo spessore S: zante che elimina i composti organici soggetti a deperi-
• gli shock termici, causa di fessurazioni sulle murature; S = 1 cm 2–10 cm > 10 cm mento e rende il prodotto resistente agli agenti chimici,
• la condensa superficiale, ovvero condensa di vapore R = 0,133 0,192 0,246 imputrescibile e inattaccabile dalle muffe. Per quanto
acqueo sulla superficie interna degli ambienti, causa I calcestruzzi alleggeriti (calcestruzzi di argilla espansa riguarda il sughero, la coesione dei granuli, derivati dalla
di formazione di muffe e insalubrità dei locali; calcestruzzi cellulari autoclavati, calcestruzzi di perlite e frantumazione della corteccia, è ottenuta dalla liquefazione
• la condensa interstiziale, ovvero condensa all’interno vermiculite) sono caratterizzati dall’impiego di inerti leg- delle resine in essi contenute, a seguito del processo di
delle strutture murarie, ancora più pericolosa se se- geri (argilla espansa, perlite, vermiculite) che conferi- cottura; il composto viene successivamente pressato. Sia
guita dal gelo; scono all’impasto caratteristiche d’isolamento. le fibre di legno che il sughero hanno buona resistenza
• i ponti termici. I calcestruzzi cellulari autoclavati sono materiali silicei; all’invecchiamento, sono inattaccabili da insetti e roditori.
l’aggiunta di alluminio nella composizione, come agente Le materie plastiche cellulari (PVC espanso in lastre,
Un materiale isolante deve avere elevata resistenza espandente, attiva una reazione chimica che sviluppa polietilene estruso non reticolato o reticolato, poliuretani
meccanica e stabilità dimensionale al variare della tem- idrogeno, conferendo alla massa la struttura cellulare. espansi, polistirene espanso) hanno la struttura caratte-
peratura e della umidità relativa, non deve essere idrofilo, I materassini di fibre minerali (fibre ottenute da rocce rizzata da una fase gassosa (aria, freon o simili), dispersa
fragile, infiammabile e non deve dare contributo allo svi- feldspatiche, basaltiche, loppe d’altoforno, fibre di vetro) in una struttura solida (poliuretano, polistirene, polietilene)
luppo di gas tossici o alla emissione di sostanze nocive sono costituiti da fibre minerali trattate con resine termo- conformata a celle. Il prodotto si presenta in pannelli rigidi
per la salute; non deve formare polveri e non deve costi- indurenti e leganti sintetici, a formare un feltro compatto. che vengono assemblati per accostamento, incastro o
tuire nutrimento per funghi, muffe o batteri. Per tutti i ma- Sono caratterizzati da scarsa igroscopicità e completa battentatura. A questa categoria appartengono le resine
teriali isolanti di forma geometrica determinata è inoltre permeabilità al vapore. I feltri in fibre minerali sono sog- fenoliche e le resine ureiche; queste ultime sono impie-
opportuno conoscere le dimensioni, la massa areica, la getti al fenomeno dell’insaccamento, cioè non conser- gate in soluzione acquosa, essenzialmente per il riempi-
resistenza termica specifica. vano inalterata la posizione verticale per lungo tempo, mento di intercapedini di pareti o mattoni. Per gli intonaci
Le prestazioni di un isolante termico e la sua durata sono anche se appesi; pertanto per l’impiego nelle pareti isolanti (cfr. F.1.20.).
compromesse dalla presenza d’umidità (pioggia, vapore verticali dovranno risultare sufficientemente rigidi (UNI
acqueo, condensazione interna allo strato isolante, umi- 6547-69) e privi di materiale non fibrato (UNI 6823-71). TAB. F.1.25./1 TEMPERATURE DEGLI AMBIENTI IN
dità risalente dal sottosuolo, perdite da tubazioni ecc.); la I materiali sfusi (argilla espansa in granuli da 3 a 25 mm, FUNZIONE DELLA DESTINAZIONE
normativa prevede che il potere d’isolamento termico di perlite espansa in granuli, pomice naturale, scorie espan- D’USO
un materiale termoisolante non debba ridursi oltre il 10%. se, vermiculite espansa, fibra di cellulosa, scaglie di su-
DESTINAZIONE D’USO TEMPERATURA
L’impiego di un isolante termico richiede comunque il ghero, polistirolo espanso in perle non sinterizzate),
controllo delle condizioni igrotermiche all’interno della generalmente destinati all’alleggerimento dei calcestruzzi, Camere da letto 18°C
muratura, in particolare della diffusione del vapore possono essere impiegati per il riempimento di interca- Locali da studio,
(Sezione E.). Dal calcolo delle condizioni igrotermiche pedini, o possono essere stesi in strato su superfici non 20°C
sale da pranzo e da riunione
può risultare necessaria l’adozione di una barriera al calpestabili (solai di sottotetto); sono di facile impiego.
vapore (cfr. Pareti perimetrali verticali) per allontanare il L’argilla espansa è ottenuta a seguito del processo di Corridoi e locali di passaggio 18°C
pericolo della condensa. clinkerizzazione dei granuli di argilla, ossia di cottura in Infermerie 20°C
forno rotante a 1200°C. La tensione interna dilata i
CLASSIFICAZIONE DEI MATERIALI TERMOISOLANTI granuli determinando una struttura cellulare chiusa a Sale per operazioni chirurgiche 24-28°C
carattere vetroso, ricoperta da una scorza resistente; ha Gabinetti, bagni, spogliatoi 22°C
I materiali termoisolanti possono essere prefabbricati in buona aderenza al cemento e al bitume, è inalterabile e
Aule scolastiche 18°C
stabilimento, ovvero possono essere composti da mate- sterile. La perlite è ottenuta dall’espansione di roccia
riale da iniettare o applicare in sito mediante spruzzatura. effusiva a seguito della sua macinazione, essiccazione Teatri 18-20°C
Sono prodotti sotto forma di pannelli rigidi, di e processo di shock termico a 1000°C. L’acqua conte-
Chiese 12-15°C
materassini flessibili, di materiale sciolto. I primi due tipi nuta nella roccia si trasforma in vapore gonfiando le pareti
possono essere già dotati di barriera al vapore in carta del granulo. Si presenta sotto forma di grossi granuli del Laboratori, officine 16-18°C
Kraft politenata, in pellicola d’alluminio o altro. tutto esenti da polvere; ha una buona resistenza all’invec-
Serre 20-30°C
Per la valutazione delle caratteristiche di conduttività ter- chiamento è imputrescibile ed è inerte nei confronti dei
mica e permeabilità al vapore e per le modalità di calcolo metalli. La vermiculite è il prodotto della alterazione Sale da ballo, palestre 15-18°C
Isolanti di origine
Isolanti di origine minerale Isolanti di origine sintetica
vegetale
fibra fibra fibra vetro argilla polistirolo polistirolo poliureta polietilene urea
sughero perlite vermiculite PVC
di legno di vetro di roccia cellulare espansa espanso estruso no espanso formaldeide
feltro/ feltro/ sfuso/ pannello/
TIPO pannello pannello sfuso sfuso pannello pannello pannello pannello schiuma
pannello pannello pannello pannello schiuma
Densità 50÷100/
100÷150 220÷250 20÷200 20÷200 120÷140 65÷100 350÷500 15÷35 25÷40 30÷700 25÷50 35÷70 9÷12
(kg/mc) 170÷190
Conducibilità
••• • ••• ••• •• •••/•• ••• • ••• •••• ••••/••• •••• ••• •••
termica
Permeabilità al
• •• • • •••• –/••• – – •• ••• •••/– ••• •••/•••• –
vapore acqueo
Resistenza a
••• ••• ••• •••• •••• –/••• – – •• ••/••• •••/– ••• • –
compressione
Temp. massima
•• •• ••• ••• •••• ••••/•• •••• •••• • • •• • • ••
d’impiego
Assorbimento
• • ••• ••• •••• –/•• – – •• •• •• ••• ••• •
d’acqua
Comportamento
M4 M3/M4 M0/M1 M0 M0 M0/M1 M0 M0 M4 M4 M4 M1 M2 M2
al fuoco
•••• comportamento ottimo •• comportamento medio M0 incombustibile M2 difficilmente infiammabile M4 facilmente infiammabile
••• comportamento buono • comportamento scarso M1 infiammabile M3 mediamente infiammabile M5 molto facilmente infiammabile
F 82
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
ISOLANTI TERMOACUSTICI 25.
B.STAZIONI DILEGIZLII
costituire ponte termico sono rintracciabili:
• in corrispondenza di angoli esterni verticali e orizzontali;
PRE I ED
• negli incroci tra muri interni ed esterni; NISM
• in corrispondenza di travi e cordoli perimetrali; ORGA
• nei contorni dei serramenti;
• nei muri di sottofinestra;
• fra elementi costruttivi adiacenti a differenti valori di C.RCIZIO E
trasmittanza. ESE ESSIONAL
PROF
In corrispondenza dei ponti termici si ha abbassamento
D.GETTAZIONE
di temperatura superficiale, con conseguente rischio di
formazione di condensa, muffe e pericolo di fessurazio-
ne della struttura. L’impiego di isolanti a forte spessore, PRO TTURALE
non accompagnato da un adeguato controllo dei ponti STRU
termici, accresce il rischio di condensa a causa delle
elevate differenze di temperatura superficiale che si rile-
vano in corrispondenza delle discontinuità costruttive. E.NTROLLO
I ponti termici riducono il potere isolante dell’intera pa- CO NTALE
rete e il bilancio termico globale della struttura. AMBIE
PIANTA SEZIONE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
POSA IN OPERA DEI MATERIALI TERMOISOLANTI COMP
La funzione isolante può essere svolta dal singolo ele- L’isolante in intercapedine non è manutenibile ed è pericolo di infiltrazioni di umidità all’interno dell’isolante)
mento resistente (mattoni, blocchi, pannelli prefabbricati previsto generalmente in fase di costruzione; a tale mediante incollaggio per punti, con fissaggi meccanici in G.ANISTICA
con capacità isolante), eventualmente integrata da altri scopo possono essere utilizzati anche i materiali sciolti, PVC (cfr. F.1.23. Rivestimento a cappotto) o con ron- URB
strati funzionali può essere assolta da uno strato di ma- che vengono introdotti nella intercapedine sino al suo delle in plastica, in abbinamento alle zanche di collega-
teriale isolante inserito nell’intercapedine; da uno strato riempimento, nel mentre si procede alla costruzione mento tra le pareti (cfr. F.1.8 Apparecchiature murarie
totalmente esterno all’edificio come ad esempio nel caso della parete; in tal caso il materiale viene inserito dopo in elementi resistenti artificiali).
di rivestimento a cappotto o di facciata ventilata (cfr. avere praticato alcuni fori nella parte alta della parete;
F.1.23. “Rivestimento a cappotto”, F.1.24. “Rivestimento l’omogeneità della distribuzione di questo tipo di
con facciata ventilata”); infine, da uno strato collocato in materiale isolante risulta però difficilmente controllabile. RALI
posizione interna. I fattori che orientano la scelta tengo- I calcestruzzi alleggeriti sono impiegati, secondo le mo- F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
no conto del tipo di materiale isolante impiegato, della dalità consuete. FIG. F.1.25./3 ISOLAMENTO DI TUBAZIONI
complessità volumetrica dell’edificio, del grado di isola- I pannelli sono accostati tra di loro con giunti semplici o
mento che si intende ottenere. In linea generale, un iso- battentati e sono fissati al supporto con collanti o sistemi
lante collocato in posizione esterna sottopone la parete meccanici. F.2. URE
a minori shock termici, produce un maggiore sfasamen- I materassini sono accostati tra loro e fissati alla parete. CHIUS ONTALI
Z
to e smorzamento dell’onda termica e può essere appli- ORIZ
cato anche in fasi successive alla realizzazione del In caso di presenza di barriera al vapore è necessario
fabbricato; uno strato isolante in posizione interna non verificarne la continuità in prossimità dei giunti tra pan-
richiede particolari oneri di mano d’opera e attrezzature nelli o tra materassini. F.3. IONI
IZ
per il montaggio, può essere applicato, senza disturbo, Tale continuità è assicurata da spezzoni di barriera PART E
N
in qualsiasi momento della vita dell’edificio ed è facil- opportunamente sistemati a coprire il giunto. INTER
mente manutenibile, per contro non riduce lo shock I materassini e i pannelli, in particolare se riempiono
termico delle pareti e non risolve il problema dei ponti parzialmente un’intercapedine devono essere fissati a
termici. una parete (preferibilmente quella interna per eliminare il F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
FIG. F.1.25./2 MODALITÀ DI FISSAGGIO DI UN PANNELLO ISOLANTE
F.5. I
D
LASTRA ARRE
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
a) MALTA ADESIVA ESTER
MURO
a)
SPESSORI
PROVVISORI
TASSELLO A FUNGO
b) IN PLASTICA
PER ANCORAGGIO
F 83
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
25. ISOLANTI TERMOACUSTICI
TAB. F.1.25./3 CARATTERISTICHE DI ALCUNI TIPI DI PARETE CON PANNELLI ISOLANTI DI DIVERSO SPESSORE
F 84
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
ISOLANTI TERMOACUSTICI 25.
25 STAFFA DI ANCORAGGIO
DELLE DUE PARETI
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
COLLANTE
INTONACO INTERNO
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
INTONACO
PROF
INTERNO
cm 1,5
INTONACO
STRATO
ISOLANTE
DI FINITURA D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
BARRIERA
AL VAPORE
E.NTROLLO
RETE CO NTALE
PORTAINTONACO AMBIE
INTONACO IN FIBRA
ESTERNO DI VETRO SOLETTA
RETE DI ARMATURA F. TERIALI,TECN
ICHE
PER L’INTONACO
L INTONACO MA ONENTI,
COMP
IN CORRISPONDENZA
DELLO STRATO ISOLANTE
PARAMENTO INTERNO
STRATO
SCALA DI RAPP. 1/15
PARAMENTO ESTERNO STRATO ISOLANTE
ISOLANTE
G.ANISTICA
URB
STRATO ISOLANTE cm 4
TRAMEZZO
INTONACO DI FONDO
ARMATO CON RETE
RALI
F.1. I PERIMET
RIVESTIMENTO PLASTICO T
PARE ALI
VERTIC
INTONACO
ESTERNO
TAVELLA
ARMATO IN
IN LATERIZIO F.2. URE
CHIUS ONTALI
CORRISPONDENZA
DEL MATERIALE Z
CHIODO DI FISSAGGIO INTERNO ORIZ
ISOLANTE
PAVIMENTO IN KLINKER
MALTA DI ALLETTAMENTO F.3. IONI
ESTERNO INTERNO IZ
PART E
ARMATA CON RETE N
INTER
FELTRO DI SCORRIMENTO
STRATO ISOLANTE cm 4
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
IMPERMEABILIZZAZIONE ESTERNO
MASSETTO DI PENDENZA COMU ALE
VERTIC
PANNELLI ISOLANTI
INTEGRATI
PIANTA SEZIONE F.5. I
D
AL SOLAIO IN C.A. ARRE
SIGILLANTE SIGILLANTE
SEZIONE VERTICALE
CON PARTICOLARE
DELLA SOSPENSIONE GETTO DI
A MENSOLA COMPLETAMENTO 5.
SEZIONE PIANTA PIANTA F.1.2NTI
ISOLA ACUSTICI
O
TERM
F 85
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
25. ISOLANTI TERMOACUSTICI
17
4 4
COPRIFILO
ANGOLARE
COLLANTE
O FISSAGGIO 25
MECCANICO
24
IMBOTTE 25 IMBOTTE
IN MARMO IN MARMO
INTONACO
ESTERNO 2 cm
INTONACO
ESTERNO 2 cm
INTONACO ESTERNO 2 cm
Adatto a costruzioni esistenti
35 38,5
23 12 26,5
1,5
2,5 1,5 1,5
10 3 8 9,4 18 4 12
LATERIZIO
FACCIA
A VISTA
TELAIO LATERIZIO
VELETTA 12 25 ALVEOLATO
COLLANTE
DAVANZALE ISOLAMENTO
INTERNO CON BARRIERA
SOGLIA IN LEGNO AL VAPORE
IN MARMO
COPRIDAVANZALE INTONACO
INTERNO
CON RETE
IN FIBRA
DI VETRO
PANNELLO
INTONACO TERMORIFLETTENTE
INTONACO
TERMOSIFONE
PANNELLO
ISOLANTE
3-5 cm
12
F 86
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
ISOLANTI TERMOACUSTICI 25.
B.STAZIONI DILEGIZLII
(rumori di calpestio, caduta di oggetti, trasporto di og- l’interno e tra ambienti contigui (fonoisolamento), e ri- di assorbimento acustico (UNI EN 20354), il potere
getti pesanti). durre l’energia sonora diretta e riflessa all’interno di un fonoisolante (UNI EN 20140-12354, UNI EN ISO 140), la
PRE I ED
Gli isolanti acustici sono classificati in prodotti per as- ambiente (fonoassorbimento). reazione o il comportamento al fuoco, i limiti di emissione NISM
sorbimento acustico e prodotti per isolamento acustico Per tutti i materiali di forma geometrica determinata è op- di sostanze nocive per la salute, la compatibilità chimico- ORGA
(cfr. Sez. E.). portuno conoscere le dimensioni, con le tolleranze stabi- fisica con gli altri materiali.
C.RCIZIO E
TAB. F.1.25./4 CLASSIFICAZIONE DEI MATERIALI ESE ESSIONAL
PRODOTTI PER ASSORBIMENTO ACUSTICO FONOASSORBENTI PROF
F 87
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI
CARATTERISTICHE E REQUISITI
Un serramento deve assolvere due funzioni principali: TAB. F.1.26./1 REQUISITI DEI SERRAMENTI ESTERNI (UNI 7959 e UNI EN 12207,12208,12210)
permettere il passaggio (persone, cose, luce, aria), ga-
rantire la tenuta (all’acqua, al vento, al calore, al suono, Controllo ambientale: capacità di controllare il passaggio di luce, calore, suono, aria, acqua, vapore acqueo e di
al fuoco). controllare i fenomeni di condensazione.
L’UNI stabilisce quattro parametri secondo i quali effet- Resistenza: alle sollecitazioni meccaniche dovute a compressione, trazione, flessione, taglio, torsione, urti, vibrazioni,
tuare la scelta del serramento (vedi Tab. F.1.26./2; Fig. cicli di pressione e depressione, usura meccanica.
F.1.26./1):
a) zona climatica (in funzione dei “gradi giorno”); Sicurezza: capacità di controllare la propagazione delle fiamme, le modalità di rottura per prevenire o limitare i danni
b) zona di vento (in funzione del regime dei venti, della e i pericoli per l’utenza, l’intrusione di persone e animali.
distanza dal mare, dell’altitudine); Capacità di assorbimento delle variazioni dimensionali: ovvero di risolvere le variazioni dimensionali dovute a
c) esposizione dell’edificio; errori di fabbricazione, di posizionamento, fenomeni termici, igrotermici, d’assestamento, elastici o non.
d) altezza dell’edificio. Aspetto: capacità di controllare modificazioni di forma derivanti dalle sollecitazioni correnti, di mantenere inalterato
nel tempo l’aspetto specificato, di evitare effetti indesiderati sui componenti adiacenti.
Definito il serramento in base a questi quattro parame-
tri, se ne possono verificare le prestazioni. Durabilità: capacità di mantenere nel tempo le prestazioni fornite inizialmente ai relativi livelli, nel quadro di un definito
contesto ambientale e in condizioni d’uso e di manutenzione specificate, considerando anche l’eventualità, per
effettuare quest’ultime, di operazioni di montaggio e smontaggio, parziali e/o totali che non provochino però danni.
Economia: avere un costo iniziale complessivamente noto, un deprezzamento noto, un costo di manutenzione noto.
TAB. F.1.26./2 ZONE CLIMATICHE FIG. F.1.26./1 ZONE DI VENTO
SUBCOSTIERA
Bressanone Bolzano 559 3.400 F
ENTROTERRA
Piacenza – 61 2.540 E CLIMATICHE
Cagliari – 4 920 C
COSTIERA
Pienza Siena 491 2.230 E
Camerino Macerata 671 2.380 E
FASCIA
FASCIA
Pisa – 5 1.380 C 2000 m REGIONE A
ALTITUDINE
Caserta – 68 1.220 C
Porretta Terme Bologna 349 2.600 E
Catania – 10 690 B
Potenza – 819 2.500 E 1200 m
Chieti – 330 2.000 D 20 km 20 km
Ravenna – 4 2.160 E
Como – 201 2.400 C
Recoaro Vicenza 450 2.960 E 500 m
Corleone Palermo 542 1.340 C
Reggio Calabria – 15 380 A
Cosenza – 237 1.020 C 0 m s.l.m.
Courmayeur Aosta 1.224 3.620 F Rieti – 405 2.200 E
ZONA 4 3 2 1 2 3
Crotone Catanzaro 8 930 C Riposto Catania 7 400 A
ENTROTERRA
COSTIERA
Desenzano Brescia 5 2.130 E Roma – 20 1.440 D
FASCIA
COSTIERA
COSTIERA
F 88
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PRESTAZIONI PROG
B.STAZIONI DILEGIZLII
Il serramento deve garantire tre categorie di prestazioni TENUTA ALL’ACQUAIl TAB. F.1.26./8 RESISTENZA AL VENTO:
(verificate tramite prove standardizzate): serramento deve impedire il passaggio dell’acqua. CLASSIFICAZIONE
PRE I ED
a) permeabilità all’aria; Un limitato passaggio d’acqua può essere consentito se il NISM
ORGA
Freccia relativa frontale Classe di
b) tenuta all’acqua; serramento la trattiene al suo interno e la riesce a smaltire pressione
c) resistenza al vento. all’esterno. La prova, eseguita secondo le modalità pre- A B C del vento
PERMEABILITÀ ALL’ARIA
scritte dalla norma UNI EN 1027, avviene sottoponendo il
serramento, in modo uniforme e con continuità, a una por-
A1 B1 C1 1
C.RCIZIO E
Il serramento deve garantire un’adeguata permeabilità tata d’acqua prestabilita ma a pressione crescente, per un
A2 B2 C2 2 ESE ESSIONAL
all’aria, per evitare fenomeni di condensa sulle sue superfici determinato periodo di tempo (5’). Il valore della pressio- A3 B3 C3 3 PROF
e per garantire i ricambi d’aria necessari al soddisfacimento ne a cui l’acqua si è infiltrata e l’intervallo di tempo trascor- A4 B4 C4 4
del comfort ambientale. In relazione alle prestazioni ottenute
durante le prove, descritte dalla norma UNI EN 1026, il
so prima che l’acqua penetri nel campione consentono di
attribuire al serramento la classe di appartenenza.
A5 B5 C5 5 D.GETTAZIONE
serramento viene classificato sulla base del confronto tra la AExxxx BExxxx CExxxx Exxxx PRO TTURALE
permeabilità dell’intera superficie dell’infisso e la permeabilità TAB. F.1.26./6 TENUTA ALL’ACQUA: STRU
CLASSI DI APPARTENENZA Nella classificazione della resistenza al carico del vento la cifra
all’aria riferita alla lunghezza dei lati apribili. si riferisce alla classe di carico del vento, e la lettera si riferisce
TAB. F.1.26./3 CLASSIFICAZIONE BASATA SULLA
SUPERFICIE TOTALE
Pressione Classificazione
alla freccia relativa frontale
E.NTROLLO
di prova metodo di prova Specifiche CO NTALE
Pmax in Paa)
TAB. F.1.26./9 VALORI DELLA TRASMITTANZA AMBIE
Permeabilità all’aria Pressione A B
di riferimento a 100 Pa massima Classe – 0 0 nessun requisito SERRAMENTI VETRO K=
m3/hm2 di prova Pa
0 1A 1B Irrorazione per 15 min Legno 3 mm 5,3 K/mq °C
F. TERIALI,TECN
ICHE
Non sottoposto a prova 0 MA ONENTI,
50 2A 2B come classe 1+5 min COMP
50 150 1 Acciaio 3 mm 6,6 K/mq °C
100 3A 3B come classe 2+5 min
27 300 2 Alluminio 3 mm 6,7 K/mq °C
9 600 3
150 4A 4B come classe 3+5 min
Legno 4-6-4 mm 3,5 K/mq °C G.ANISTICA
200 5A 5B come classe 4+5 min URB
3 600 4
250 6A 6B come classe 5+5 min Acciaio 4-6-4 mm 4,5 K/mq °C
Permeabilità all’aria di riferimento a 100 Pa e alle pressioni massi- 300 7A 7B come classe 6+5 min
me di prova, in rapporto alla superficie totale, per le classi da 1 a 4.
Alluminio 4-6-4 mm 4,6 K/mq °C
450 8A – come classe 7+5 min
Alluminio
600 9A – come classe 8+5 min 4-6-4 mm 3,4 K/mq °C
TAB. F.1.26./4 CLASSIFICAZIONE BASATA SULLA a taglio termico RALI
LUNGHEZZA DEI LATI APRIBILI F.1. I PERIMET
T
Al di sopra di 600 Pa con TAB. F.1.26./10 VALORI REI RICHIESTI PARE ALI
cadenza 150 Pa, la durata VERTIC
Permeabilità all’aria Pressione > 600 Exxx – di ciascuna fase deve
di riferimento a 100 Pa massima Classe ALTEZZA ANTINCENDIO REI
essere di 5 min
m3/hm2 di prova Pa
F.2. URE
Non sottoposto a prova 0 I due metodi si distinguono per la diversa inclinazione degli ugelli
da 12 a 32 m 60 CHIUS ONTALI
Z
di irrorazione. Il metodo A è adatto per prodotti pienamente esposti. ORIZ
12,50 150 1 da oltre 32 a 80 m 90
Il metodo B è adatto per prodotti parzialmente protetti.
6,75 300 2 a) dopo 15 min. a pressione 0 e 5 min. alle fasi susseguenti.
oltre 80 m 120 F.3. IONI
IZ
2,25 600 3 RESISTENZA AL CARICO DEL VENTO PART E
N
0,75 600 4 Il serramento deve resistere a bruschi innalzamenti della Per altezza antincendio s’intende l’altezza massima di un edificio, INTER
pressione esterna e alla forza del vento, senza che si misurata dal livello inferiore dell’apertura più alta dell’ultimo piano
abitabile e/o agibile, esclusa quella dei vani tecnici, al livello del
Permeabilità all’aria di riferimento a 100 Pa e alle pressioni mas- manifesti eccessiva flessione sui componenti (freccia
sime di prova, in rapporto alla lunghezza dei lati apribili, per le relativa frontale < 1/200 della luce); le deformazioni non
piano esterno più basso. F.4. NTI DI E
classi da 1 a 4. devono essere permanenti, né arrecare carenze funzio- ELEME NICAZION
CONDUZIONE TERMICA COMU ALE
VERTIC
nali. La prova eseguita secondo la UNI EN 12211 avvie-
TAB. F.1.26./5 CLASSIFICAZIONE RELATIVA ALLA Attraverso il serramento l’ambiente più caldo cede calo-
ne sottoponendo il serramento a tre tipi di sollecitazioni:
PERMEABILITÀ ALL’ARIA GLOBALE re a quello più freddo. La cessione avviene per irraggia-
• P1 pressione applicata per misurare le deformazioni
DEL SERRAMENTO (UNI EN 12207) mento conduzione, convezione.
di parti del campione;
La quantità di calore scambiata dipende dalle caratte- F.5. I
D
100
Y Z • P2 pressione pulsante applicata per 50 cicli al fine di
ristiche del telaio, della specchiatura, dei giunti (tra ARRE
valutare le prestazioni a fronte di ripetuti carichi dovu-
80 ti al vento (P2 = 0,5 P1); serramento e involucro) e delle tenute (tra telaio fisso
70 e telaio mobile).
60 15 • P3 pressione applicata per valutare la sicurezza del F.6. AZIONI
La trasmittanza termica (K) di un elemento in 1 h indica M
50 12,5 campione in condizioni estreme (P3 = 1,5 P1). SISTE E
N
40 10 La norma classifica la resistenza al carico del vento del la quantità di calore, espressa in Watt, dispersa da 1 mq ESTER
CLASSE 1 serramento combinandolo con la freccia libera frontale. di superficie di un determinato materiale con una diffe-
30 renza di temperatura di 1°C.
27 6,75
La conduzione del calore del serramento questa può de-
20 5,0 TAB. F.1.26./7 CARICO DEL VENTO: terminarsi per sovrapposizione degli effetti:
CLASSIFICAZIONE K = (KtSt + KvSv) / (St + Sv) in cui:
CLASSE 2
Kt è la trasmittanza termica del telaio (W/mq K);
P1 P2 a) P3 Classe Kv è la trasmittanza termica della specchiatura (W/mq K);
10 2,5
9 2,2 Non sottoposto a prova 0
St è l’area esposta del telaio (mq);
8 2,0 Sv è l’area esposta della specchiatura (mq).
7
6 400 200 600 1 Il valore della trasmittanza deve essere certificato se-
CLASSE 3
5 800 400 1.200 2 condo le prove descritte dalla norma ASTCM C 236.
4 1.200 600 1.800 3
In prima approssimazione si può tener conto dei se-
guenti valori medi:
3 0,75 1.600 800 1.400 4
2 0,5 2.000 1.000 3.000 5 ISOLAMENTO ACUSTICO
Dipende dalle caratteristiche del telaio, della specchia-
CLASSE 4 xxxx Exxxx b)
tura dei giunti (tra serramento e involucro) e delle tenute
a) Questa pressione viene ripetuta 50 volte. (tra telaio fisso e telaio mobile).
1 0,25 La proprietà fonoisolante di un serramento viene classi-
10 50 100 150 300 600 X b) Il campione sottoposto a prova con un carico del vento 6.
ficata secondo la norma UNI 8204 che, correlando il F.1.2 MENTI
X = Pressione in Pa Y = m 3/h m 2 dell'area totale Z = m 3/h di apertura giunti superiore a classe 5, vengono classificati Exxxx – dove xxxx è la
SERRA I
pressione reale di prova P1 (per esempio 2.350 ecc.). livello di rumore esterno con il livello tollerabile all’interno N
➥ ESTER
F 89
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI
➦ CARATTERISTICHE E REQUISITI
➦ ISOLAMENTO ACUSTICO TENUTA AL FUOCO Le specifiche vengono date con i simboli:
(per tipologia d’utenza), determina l’abbattimento sonoro. Deve essere garantita per la durata prevista all’evacua- R = conservazione della stabilità;
zione dell’immobile. E = conservazione della tenuta;
Le classi sono tre: Varia da 60’ a 120’. In questo intervallo di tempo i sin- I = conservazione dell’isolamento termico;
• R1 20-27 dB; goli elementi garantiscono la tenuta al fuoco mantenen- seguiti dal numero di minuti primi in cui sono garantiti i
• R2 28-35 dB; do inalterate le proprie caratteristiche meccaniche sia di requisiti: 60’, 90’, 120’, secondo le prescrizioni della
• R3 oltre 35 dB. tenuta che di isolamento. Circolare Min. Industria n.91 del 1961 e successivi.
COMFORT AMBIENTALE
Il comfort ambientale dipende dal ricambio dell’aria, dal mutevole di fattori tra i quali si possono elencare il tipo FATTORE SOLARE
comfort igrotermico, dalla ventilazione strutturale, dal di attività svolto, l’abbigliamento indossato, l’esposizione. È il rapporto tra energia entrante ed energia uscente.
fattore medio di luce diurna e dal fattore solare. Le radiazioni solari trasmettono, attraverso il serramento,
VENTILAZIONE STRUTTURALE energia all’ambiente. L’energia raggiante che investe la
RICAMBIO DELL’ARIA Riguarda la ventilazione necessaria a controllare le dif- superficie del serramento si suddivide in tre componen-
Serve per eliminare l’anidride carbonica, le tossine, gli ferenti temperature delle due superfici del serramento ti: energia riflessa, energia termica assorbita per con-
odori e l’umidità che si producono in un ambiente confi- (interna ed esterna). È buona norma che in inverno il venzione dal materiale, energia termica trasmessa all’in-
nato. L’anidride carbonica presente in un ambiente non tasso di umidità relativa negli ambienti sia compreso tra il terno. Le tre componenti variano in funzione dell’ango-
può eccedere lo 0,5% in volume (0,1% in Francia). 30% e il 60%. Gli attuali serramenti garantiscono spesso lo d’incidenza dell’energia raggiante e della natura del
La quantità d’aria (Q) da immettere in un ambiente può chiusure pressoché ermetiche. È necessario provvedere materiale investito.
essere determinata considerando la quantità di CO2 (q) a un’aerazione controllata che permetta i ricambi d’aria
prodotta da una persona presente nell’ambiente attraverso: previsti, per eliminare i prodotti dell’inquinamento interno,
Q = q / 4,5 (mc/h/persona) tramite aeratori. Gli aeratori possono essere costituiti da La superficie apribile dell’infisso è ottenibile tramite la
Se una persona, in attività sedentaria, produce 18 mc/h elementi autonomi e integrati nel serramento. Sono in pro- seguente formula: Sm = 0,0025 nV Σi (1 / √hi)
di anidride carbonica, dalla formula è possibile dedurre duzione sia fissi che regolabili manualmente, motorizzati. in cui: n = numero dei ricambi orari dell’aria ambiente;
che la quantità d’aria da immettere nell’ambiente per Se necessita realizzare un accurato abbattimento acusti- V = volume del locale (m3);
persona è circa di 4 mc/h. Per ottenere un sufficiente ri- co tra esterno e interno si ricorrere ai modelli isofonici. hi = dimensione verticale della superficie apribile
cambio d’aria si può rispettare il rapporto: Sm ≥ 1/8 di Sf, dell’infisso i-esimo del locale (m).
ove Sm è la superficie apribile dell’infisso e Sf è la su- FATTORE MEDIO DI LUCE DIURNA
perficie lorda dell’ambiente. È il rapporto tra la luce riflessa all’interno dell’ambiente W/A In ogni caso si dovrà rispettare il seguente valore:
(ove W è la superficie netta della specchiatura trasparente e Sm ≥ 1/8 Sf
COMFORT IGROTERMICO A è la superficie laterale complessiva dell’ambiente) e l’illu- dove Sm è la superficie apribile dell’infisso e Sf è la
È necessario che tra la persona e l’ambiente esista un minamento prodotto dall’intera volta celeste su una super- superficie lorda dell’ambiente.
equilibrio termico. Questo equilibrio dipende da una serie ficie orizzontale, nelle stesse condizioni di tempo e di luogo.
LUCE NETTA
TELAIO MOBILE:
CASSONETTO MONTANTE
GUARNIZIONE DELL’ANTA
DELL ANTA
TELAIO FISSO:
TRAVERSA GIUNTO FISSO
SUPERIORE
DEL TELAIO FISSO TELAIO MOBILE:
traversa superiore dell'anta
GIUNTO APRIBILE °
FERMAVETRO
GUIDA
DELL’AVVOLGIBILE
DELL AVVOLGIBILE SPECCHIATURA
COMANDO SISTEMA
TASSELLO TRASPARENTE GUARNIZIONE
DI CHIUSURA CONTROTELAIO
POGGIAVETRO O OPACA CERNIERA
FERMAVETRO PROFILO
GOCCIOLATOIO SGUINCIO TELAIO FISSO:
RACCOGLICONDENSA
DELL’ANTA
DELL ANTA TELAIO MOBILE: O SGUANCIO MONTANTE DEL
traversa inferiore dell'anta TELAIO MOBILE: TELAIO FISSO
TELAIO FISSO: MONTANTE DELL’ANTA
DELL ANTA
traversa inferiore PROFILO
del telaio fisso RACCOGLICONDENSA
SOGLIA CONTROSOGLIA
F 90
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
TELAI FISSI E MOBILI SCHERMATURE
Il telaio fisso può risolvere esso stesso l’attacco alla struttura, mediante staffe, ovvero Sono chiamate a graduare l’illuminazione degli ambienti e a ridurre gli apporti di
B.STAZIONI DILEGIZLII
può essere connesso al controtelaio; sopporta i movimenti del telaio mobile e oppone calore, nonché eventualmente a collaborare a evitare l’intrusione. Sono di natura e ca-
a questo adeguate battute. ratteristiche diverse; tra queste: le persiane, le tapparelle, gli scuri, le tende, i
PRE I ED
Il telaio mobile è l’elemento che supporta la specchiatura e che è chiamato a resistere frangisole, le zanzariere. NISM
alle sollecitazioni del vento; presenta sezioni configurate in modo da realizzare, con il ORGA
telaio fisso, la tenuta agli agenti atmosferici. MOVIMENTAZIONE E MANOVRA
L’insieme deve poi sopportare le sollecitazioni dovute all’utenza. Sono tutti quegli elementi che concorrono alla perfetta funzionalità del serramento; tra
questi: le cerniere e i perni, le guide e i sistemi di movimento, le maniglie e i C.RCIZIO E
SPECCHIATURE meccanismi di comando. ESE ESSIONAL
Possono essere opache o trasparenti, di natura e caratteristiche diverse. PROF
Tra queste: il vetro, i prodotti della chimica organica, l’alabastro, il legno, i pannelli GUARNIZIONI E SIGILLANTI
D.GETTAZIONE
composti. Non devono alterarsi facilmente all’azione degli agenti atmosferici; in Sono chiamati a migliorare la tenuta; devono resistere a trazione, deformarsi a
particolare devono resistere alle sollecitazioni del vento. compressione, rimanere elastici per il tempo preventivato, essere facilmente
sostituibili. La scelta del sigillante e le modalità di stesura devono essere previste in PRO TTURALE
Devono regolare gli scambi di calore, isolare dal rumore, essere sicure. fase progettuale, per garantirne l’esatta ubicazione e la possibilità di manutenzione. STRU
FIG. F.1.26./3 RIDUZIONE DEL FLUSSO LUMINOSO ENTRANTE IN RELAZIONE ALL’INGOMBRO DEL TELAIO
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
16% 27% 45% COMP
36%
FIG. F.1.26./4 TIPOLOGIA DELLE PRINCIPALI ARTICOLAZIONI
G.ANISTICA
URB
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
1 2 3 4 5 VERTIC
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
6 7 8 F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
F.5. I
D
ARRE
9 10 11 12 F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
13 14
Vanno scelte in funzione della tipologia edilizia e delle 1. Apertura all’inglese (verso l’esterno) 10. Apertura a visiera interna
esigenze funzionali dei singoli ambienti, della pratica- 2. Apertura alla francese (verso l’interno) 11. Apertura a vasistas esterno
bilità del vano e della manutenzione del serramento. 3. Apertura oscillobattente 12. Apertura a vasistas interno
La norma UNI 8370 propone per gli infissi esterni verti- 4. Apertura basculante 13. Apertura a bilico
cali una terminologia di riferimento basata sul tipo di 5. Apertura sali scendi 14. Apertura a pantografo
movimento, sulla posizione dei vincoli, sul senso di 6. Apertura fisarmonica
apertura delle ante mobili. 7. Apertura girevole In relazione al numero delle ante (partite) che si aprono, 6.
8. Apertura scorrevole le finestre possono essere anche dette a una, due, ... F.1.2 MENTI
9. Apertura a visiera esterna partite. SERRA I
N
ESTER
F 91
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI
VETRI
Il vetro è il prodotto del raffreddamento di un miscuglio omogeneo di minerali che, FIG. F.1.26./5 SOLLECITAZIONI E TENSIONI PER VETRO NORMALE E TEMPERATO
dopo essere stati portati alla fusione, passano allo stato rigido senza cristallizzare, ma
assumendo una struttura molecolare disordinata e piuttosto instabile (stato amorfo). VETRO RICOTTO, DIAGRAMMA
I costituenti principali del vetro sono: IN ASSENZA DI SOLLECITAZIONI DELLE TENSIONI
• la silice è il componente principale della miscela di base (sostanza vetrificante); è
presente nella miscela per circa il 75%;
• i solfati di sodio o potassio (ossidi alcalini) contribuiscono ad abbassare il punto di
fusione del vetrificante (1100°C); sono presenti per il 10–15%;
• i carbonati di calcio o di magnesio (ossidi alcalino terrosi), presenti per il 10–15%,
hanno funzione stabilizzante.
FIG. F.1.26./6 SCHEMATIZZAZIONE DELLA QUANTITÀ DI ENERGIA RAGGIANTE TRASMESSA IN FUNZIONE DEL TIPO DI CRISTALLO
3
3 4 4 1
1
2
2
1
4 4
1. ENERGIA RAGGIANTE 1. ENERGIA RAGGIANTE 1. ENERGIA RAGGIANTE
5 2. PORZIONE ASSORBITA 2. PORZIONE ASSORBITA 2. PORZIONE RIFLESSA
6 DAL CRISTALLO DISSIPATA 3 DAL CRISTALLO E DISSIPATA 2 ALL’ESTERNO
ALL ESTERNO
2 ALL
ALL’INTERNO
INTERNO (3) PARTE ALL’INTERNO
ALL INTERNO 3 3. PORZIONE DISSIPATA
E ALL
ALL’ESTERNO
ESTERNO (4) E ALL’ESTERNO
ALL ESTERNO DAL CRISTALLO
3 4 3. PORZIONE RIFLESSA 3. PORZIONE RIFLESSA E CEDUTA ALL’ESTERNO
ALL ESTERNO
ALL
ALL’ESTERNO
ESTERNO 2 DAL CRISTALLO E ALL’INTERNO
ALL INTERNO
4. PORZIONE RIFLESSA 4. PORZIONE TRASMESSA 4. PORZIONE TRASMESSA
ALL
ALL’INTERNO
INTERNO ALL'INTERNO ALL’INTERNO
ALL INTERNO
F 92
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
I vetri pressati in stampi, detti anche diffusori per la scarsa trasparenza, vengono A tale processo è possibile sottoporre sia le lastre ottenute mediante procedimenti float
realizzati per colatura in appositi stampi e successiva compressione, operata tramite che quelle colate. La lastra, tagliata a misura e dotata dei fori o tacche per l’eventuale
B.STAZIONI DILEGIZLII
punzoni, dell’impasto vetroso, che è in questo modo costretto ad assumere la forma montaggio, viene introdotta in forno (sospesa o trascinata su rulli) e bruscamente
dello stampo. Con tale procedimento è possibile ottenere diffusori sotto forma di raffreddata da getti d’acqua. Il brusco raffreddamento induce sulle facce esterne
PRE I ED
blocchi cavi o a camera d’aria (UNI 9303), dal bordo rialzato. tensioni, diverse da quelle presenti all’interno, di compressione che ne migliorano la NISM
I vetri temprati: la tempra (UNI EN 12150, UNI 7697) è un processo termico il cui resistenza. La lastra che ha subito la tempra, oltre a una migliore resistenza a flessione ORGA
scopo è quello di indurre particolari tensioni sulla lastra di vetro per conferirle migliori e allo shock termico, ha la caratteristica, una volta che ne sia provocata la rottura, di
caratteristiche di resistenza, soprattutto a flessione. ridursi in frammenti minuti piuttosto che in schegge taglienti.
C.RCIZIO E
PRODOTTI VETRARI TRASFORMATI ESE ESSIONAL
PROF
Sono ottenuti per successiva lavorazione operata sui prodotti vetrari di base al fine di questa sotto forma di luce o di calore, penetri all’interno dell’ambiente. Analogamente
migliorare le caratteristiche del vetro; tra questi si distinguono: ai cristalli riflettenti i vetri basso-emissivi sono utilizzati per contenere le dispersioni
• vetri riflettenti o vetri basso emissivi; termiche, mediante l’azione riflettente esplicata verso l’interno dell’ambiente. D.GETTAZIONE
• vetri camera; Il calore irraggiato dai corpi scaldanti (termosifoni, pannelli radianti) viene intercettato e PRO TTURALE
• vetri stratificati; riflesso all’interno dell’ambiente riscaldato. La superficie della lastra viene resa STRU
• vetri cromogenici. riflettente mediante il deposito di metalli e ossidi metallici per pirolisi (a caldo) o per
polverizzazione (a temperatura ambiente); è possibile, inoltre rendere riflettenti o
I vetri riflettenti, grazie al trattamento superficiale subito, sono in grado di riflettere basso-emissivi i cristalli, mediante l’applicazione di pellicole sintetiche applicate sulle E.NTROLLO
almeno in parte la radiazione solare incidente filtrando energia solare, a evitare che lastre anche successivamente alla loro posa in opera. CO NTALE
AMBIE
TAB. F.1.26./13 CARATTERISTICHE DI VETROCAMERA (6-15-6) CON GAS ARGON
TL RL TE RE FS
SC
K TL: Trasmissione luminosa (%). Flusso luminoso direttamente F. TERIALI,TECN
ICHE
(%) (%) (%) (%) (%) (W/mqK) trasmesso attraverso il vetro. MA ONENTI,
RL: Riflessione luminosa (%). Flusso luminoso riflesso COMP
ARGENTO 7/8 7 42 4 33 8 0,09 < 1,3
direttamente dalla lastra verso l’esterno.
12/14 12 29 8 25 14 0,16 < 1,3 TE: Trasmissione energetica (%). Flusso energetico direttamente
G.ANISTICA
trasmesso attraverso il vetro.
17/17 17 24 10 20 17 0,20 < 1,3 RE: Riflessione energetica (%). Flusso energetico riflesso
27/277 27 13 18 12 27 0,31 1,3 direttamente dalla lastra verso l’esterno. URB
FS: Fattore solare (%). Il fattore solare è il rapporto tra l’energia
33/33 33 9 23 10 33 0,38 1,3 solare entrante (somma dell’energia passata direttamente
all’interno TE più quella assorbita dalle lastre e ritrasmessa
BLU 17/16 17 24 10 21 16 0,18 < 1,3 all’interno per convezione e irraggiamento nello spettro
25/23 25 17 15 15 23 0,26 < 1,3 dell’infrarosso lontano) e l’energia solare incidente. Valori
calcolati (ISO 9050).
33/30 33 11 21 10 30 0,34 1,3 SC: Shading coefficient. Il coefficiente shading è il rapporto tra RALI
l’energia solare totale e quella che passa attraverso la F.1. I PERIMET
T
ORO 8/11 8 29 5 25 11 0,13 < 1,3 vetrata. PARE ALI
VERDE K: Trasmittanza termica (W/mqK). Rappresenta la quantità di VERTIC
9/10 9 24 4 14 10 0,11 < 1,3
calore espressa in Watt che si trasmette attraverso un metro
14/13 14 19 7 11 13 0,15 < 1,3 quadrato di superficie per ogni grado di differenza di
temperatura tra l’interno e l’esterno. I valori nelle tabelle sono F.2. URE
22/18 22 10 11 8 18 0,21 < 1,3 calcolati secondo ISO-OP 10292. CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
FIG. F.1.26./7 ALCUNE TIPOLOGIE DI VETROCAMERA
ANTISFONDAMENTO ANTISFONDAMENTO CON LATO ESTERNO RIFLETTENTE CON ALLARME INSERITO
F.3. IONI
IZ
CONDUTTORI ELETTRICI PART E
N
CRISTALLO ARIA DA COLLEGARE INTER
FILM CRISTALLO
RIFLETTENTE FLOAT DISIDRATATA A MICRORELE’
MICRORELE (12-14 V) ELEMENTO
PLASTICO SENSIBILE
CRISTALLO ALLA ROTTURA F.4. NTI DI E
STRATIFICATO DELLA LASTRA ELEME NICAZION
CRISTALLO CRISTALLO COMU ALE
RIFLETTENTE VERTIC
CRISTALLO
ARIA
SALI DISTANZIATORE DISIDRATATA
DISIDRATANTI
DISTANZIATORE F.5. I
D
SALI
ARRE
GUARNIZIONE DISIDRATANTI CRISTALLO
DI TENUTA
GUARNIZIONE
TEMPRATO F.6. AZIONI
M
DI TENUTA SISTE E
N
ESTER
INTERCAPEDINE
VETRI CAMERA CON GAS DISIDRATATI VETRO FLOAT
(ARIA O ARGON) CHIARO 3 mm
VETRO FLOAT VETRO FLOAT
CHIARO 3 mm CHIARO 3 mm VETRO FLOAT PELLICOLA SOSPESA
CHIARO 3 mm IN MATERIALE POLIMERICO (PET)
PELLICOLA SOSPESA CON COATING A BASSA EMISSIVITÀ
EMISSIVIT
INTERCAPEDINE IN MATERIALE POLIMERICO (PET)
CON GAS DISIDRATATI CON COATING A BASSA EMISSIVIT
EMISSIVITÀ
INTERCAPEDINE INTERCAPEDINE
(ARIA O ARG
ARGON)
ON) CON GAS DISIDRATATI CON GAS DISIDRATATI
INTERCAPEDINE
CON GAS DISIDRATATI (ARIA O ARGON) (ARIA O ARGON )
(ARIA O ARGON)
DISTANZIATORI DISTANZIATORI DISTANZIATORI DISTANZIATORI
F 93
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI
➦ VETRI
Il vetro camera (UNI 10593) è un pannello caratterizzato normale e da uno stratificato (antintrusione), un sistema campo elettrico consente alla lastra il passaggio allo
da proprietà isolanti, sia termiche che acustiche. di allarme sensibile alla rottura della lastra di cristallo stato trasparente. L’intensità del campo elettrico può
I pannelli sono ottenuti sigillando ermeticamente lungo più fragile. essere regolata mediante un interruttore, oppure da
il perimetro due o più lastre di vetro, in modo da lasciare sistemi fotometrici.
tra esse un’intercapedine contenente aria secca o gas Il vetro stratificato (UNI EN ISO 12543, UNI EN 356,
nobili (argon). UNI EN 1063) è un pannello costituito dall’ac- I vetri cromogenici sono dispositivi caratterizzati dalla
Le lastre vengono distanziate mediante l’interposizione coppiamento di più lastre di vetro, che sono unite su possibilità di variare le proprie caratteristiche ottiche in
di un profilato in materiale plastico o metallico (distan- tutta la superficie mediante l’interposizione di un film risposta a stimoli esterni, quali la variazione di intensità
ziatore) contenente polveri disidratanti, mentre un’op- plastico (0,3–0,5 mm) trasparente di polivinilbutirrale della luce (fotocromici), l’applicazione di un campo elet-
portuna sigillatura perimetrale in materiale plastico impe- (PVB) o policarbonato. trico (elettrocromici e a cristalli liquidi), variazione della
disce lo scambio con l’ambiente esterno (tenuta). La presenza del film plastico conferisce al pannello una temperatura (termocromici).
L’aria o il gas racchiuso nell’intercapedine, che deter- buona resistenza agli urti e allo sfondamento; inoltre, Particolari proprietà chimico fisiche dei materiali utiliz-
mina le caratteristiche isolanti del pannello, è soggetto nel caso in cui l’urto ne determini la rottura, i frammenti zati consentono a tali dispositivi di modificare il proprio
a variazioni di temperatura e di pressione, soprattutto in rimarranno attaccati alla plastica senza disperdersi. comportamento da altamente trasmittente a parzial-
fase di trasporto e montaggio, che provocano sulle lastre Un’evoluzione dei vetri stratificati è costituita dai vetri mente riflettente fino al totale assorbimento della radia-
una leggera flessione. cromogenici, pannelli in grado di variare a comando la zione luminosa. Tali dispositivi si distinguono in due
Il pannello di vetro camera può, eventualmente, propria opacità. Questi sono realizzati accoppiando categorie principali: non attivati elettricamente di cui
ospitare un sistema di oscuramento (tenda tipo due cristalli mediante due fogli di PVB con interposto fanno parte i dispositivi fotocromici e quelli
veneziana) con orientamento a comando magnetico, uno speciale film a cristalli liquidi che in assenza di termocromici, attivati elettricamente che comprendono i
oppure, qualora il pannello sia costituito da un cristallo tensione elettrica è opaco, mentre la presenza di un dispositivi elettrocromici e quelli a cristalli liquidi.
VETRO
STRATO
FOGLIO DI PVB
DI ACCUMULO FILM
FILM A CRISTALLI LIQUIDI ELETTROCROMICO
FOGLIO DI PVB CONDUTTORE ELETTROLITA
TRASPARENTE CONDUTTORE
VETRO TRASPARENTE
VETRO
VETRO
TENSIONE TENSIONE
SFERA DI POLIMERO
CON CRISTALLI
LIQUIDI
IA
ZI
IA
O
ZI
E
N
ACQUOSA E POLIMERI
SO
E
SO
LA
LA
PELLICOLA PELLICOLA
R
E
R
PROTETTIVA PROTETTIVA
E
POLIMERI
POLIMERI
ACQUA
ACQUA
F 94
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.26./9 POSA DI CRISTALLI STRATIFICATI
B.STAZIONI DILEGIZLII
FOGLIO DI PVB FOGLIO DI PVB PRE I ED
NISM
3-5 3-5 ORGA
C.RCIZIO E
FLOAT ESE ESSIONAL
PROF
FLOAT
3
MASTICE
3
MASTICE D.GETTAZIONE
PLASTICO PLASTICO PRO TTURALE
STRU
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
TASSELLO TASSELLO
15 15 IN NEOPRENE
IN NEOPRENE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
4 4 COMP
G.ANISTICA
URB
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
TAB. F.1.26./14 CARATTERISTICHE DI VETRI STRATIFICATI FIG. F.1.26./10 VETROCAMERA CON SERRANDA INTERNA
6 27 25 F.2. URE
SPESSORE dB DIMENSIONE MAX PESO CHIUS ONTALI
Z
(mm) (500 Hz) (cm) (Kg/mq) ORIZ
12 16
6/7 32,5 321 x 240 15,5
SISTEMA F.3. IONI
IZ
DI COMANDO PART E
N
8/9 34 260 x 400 20,5 42
MAGNETICO INTER
29/31 43 – 70 GUARNIZIONE
SIGILLANTE
36/38 44 – 91
F 95
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI
➦ VETRI
0 Tempo in minuti
0 10 20 30 40 50 60 70 80
PELLICOLE PER VETRI
Sono in commercio pellicole in poliestere che possono
essere applicate su vetrate al fine di: TAB. F.1.26./15 CARATTERISTICHE DELLE PELLICOLE SU VETRO NORMALE (6 mm)
a) diminuire la luminosità interna degli ambienti;
b) aumentare l’isolamento termico;
c) garantire l’incolumità degli occupanti da eventuali rot- Termoriflettenti Oscuranti Atermiche Antisfondamento
ture a scheggia della vetrata;
d) abbattere la trasparenza verso l’interno (pellicole Trasmittanza energia solare
12÷25 40÷49 11÷63 12÷79
opache). %
La pellicola normalmente è predisposta all’incollaggio Riflettanza energia solare
in fase di produzione con un adesivo trasparentissimo, 23÷48 7÷14 9÷46 10÷48
%
protetto fino al momento della messa in opera, ovvero,
può essere direttamente incollata in cantiere con adesivo Assorbenza energia solare
37÷55 44÷52 25÷55 11÷40
acrilico. La pellicola e l’adesivo devono avere caratteri- %
stiche specifiche compatibili con il vetro (dilatazione ter- Trasmittanza luce visibile
mica, composizione chimica). 13÷31 11÷43 15÷66 15÷85
%
La pellicola è costituita da strati di polietilene trattati e
Trasmittanza ultravioletti
assemblati secondo le prestazioni richieste, ed è super- 0,4 0,4 0,4 0,4
%
ficialmente protetta da una base di resine antigraffio.
Tra le pellicole con caratteristiche specifiche, si ricorda- Coefficiente schermatura
0,24÷0,44 0,60÷0,70 0,26÷0,80 0,24÷1,93
no le pellicole anticondensa (antiappannanti), lavorate %
con materiali che abbassano la tensione superficiale Energia solare respinta
dell’acqua in modo da ‘diffondere’ in uno strato uniforme 62÷79 39÷48 30÷77 19÷79
%
l’umidità senza creare zone opache (gocce).
ARIA ARIA
DISIDRATATA SALE DISIDRATANTE DISIDRATATA
DISTANZIATORE
GUARNIZIONE
DI TENUTA
SUPERFICI CURVE
BISTRATO TRISTRATO QUADRISTRATO VETRO NORMALE O STRATIFICATO
O ISOLANTE VETRO TEMPERATO
VETRI STRATIFICATI CON INTERPOSTO FOGLIO
DI POLIVINILBUTIRRALE (PVB) INCOLLATO A CALDO IN AUTOCLAVE H – altezza max 2700 o 1900 mm H – altezza max 2200 mm
S – sviluppo max 1900 o 2700 mm S – sviluppo max 1200 mm
F – freccia max 850 mm F – freccia max 300 mm
TIPOLOGIE DI LASTRE DA IMPIEGARE PER LA REALIZZAZIONE DI LASTRE CURVE R – raggio minimo 50 mm R – raggio minimo 100 mm
CONTROTELAI A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
Tra telaio fisso e vano murario, sede del serramento, FIG. F.1.26./13 CONTROTELAI
può venire interposto il controtelaio.
B.STAZIONI DILEGIZLII
Il controtelaio, generalmente bloccato al muro mediante CONTROTELAIO METALLICO PER SERRAMENTO SCORREVOLE CON GUIDA PER AVVOLGIBILE
zanche, ha lo scopo di ammortizzare le imperfezioni A SCOMPARSA: FASI DI MONTAGGIO
PRE I ED
presenti nel vano murario e di costituire un solido sup- NISM
porto per il fissaggio del telaio fisso. GUIDA ORGA
Generalmente il controtelaio è costituito da due mon-
tanti e un traverso; può essere in legno o in lamiera zin-
cata profilata a freddo. C.RCIZIO E
Il serramento può essere posto in opera anche senza il ESE ESSIONAL
controtelaio, murando direttamente il telaio fisso per PROF
mezzo di zanche o tasselli a espansione; in questo caso
D.GETTAZIONE
è necessario prevedere le opportune tolleranze per un
montaggio a regola.
PRO TTURALE
STRU
1. 2. 3.
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
CONTROTELAIO METALLICO ZANCHE PER CONTROTELAI METALLICI SCATOLARI
ELEMENTO F. TERIALI,TECN
ICHE
DI CONTROVENTO MA ONENTI,
COMP
PROVVISORIO
Sistemi
istemi di controvento
utilizzati per il trasporto F.2. URE
dei controtelai; da eliminare CHIUS ONTALI
Z
dopo l’installazione
l installazione ORIZ
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
ZANCA
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
ZANCA
ELEMENTO
DI CONTROVENTO VERTIC
F.5. I
D
ARRE
ZANCA ZANCA
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
ZANCA
CONTROTELAI IN LEGNO
CONTROTELAIO
SPESSORI
TELAIO FISSO
VITE
MOSTRA
TASSELLO
ZANCA COPRIVITE
F 97
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI
SOGLIE E IMBOTTI
SOGLIA BATTENTATA DOPPIA PER INFISSI A CASSETTONE SOGLIA BATTENTATA A VASCHETTA SOGLIA BATTENTATA SEMPLICE
SOGLIA DI LEGNO SOGLIA CONTROSOGLIA INTERNA PER SOGLIA BATTENTATA DOPPIA SOGLIA UNICA
PER PORTAFINESTRA RACCOLTA ACQUE DI CONDENSA PER OSCURANTE A PERSIANA
vano
termosifone
mobile
SOGLIA MISTA LEGNO MATTONE SOGLIA UNICA ESTERNA SOGLIA PIANA CON PENDENZA SOGLIA E SOGLIA E CONTROSOGLIA
REALIZZATA CON MALTA CONTROSOGLIA LIGNEA LIGNEA CON MOBILE
FIG. F.1.26./15 CONFIGURAZIONI DI IMBOTTI IN LATERIZIO
VISTE DALL
DALL’INTERNO
INTERNO E DALL’ESTERNO
DALL ESTERNO PIANTE DEI RICORSI
D) D)
C) C)
B) B)
A) A)
A) C)
TIPO 1
A) B) D)
A)
B) B)
A) TIPO 1
A)
TIPO 2
A) B)
A)
A) TIPO 2
B)
B)
A)
A)
A) B)
TIPO 3
TIPO 3
A) A)
B) B)
A) A)
B) B)
TIPO 4 TIPO 4
F 98
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.
B.STAZIONI DILEGIZLII
nodi, senza fenditure, ben stagionato, con una presenza con perni di giunzioni in metallo o nylon, da inserire in più contatti o battute (che assicurano la tenuta
d’acqua inferiore al 15%, deve essere stato posto a un apposite cavità ricavate all’interno dell’elemento. all’acqua) e una o più camere d’aria o camere di
PRE I ED
procedimento di impregnazione ignifugo e antiparassitario. Il telaio mobile e il telaio fisso possono essere com- decompressione, (che assicurano la tenuta al vento). NISM
Sono utilizzati anche legni lamellari (realizzati con listelli planari, oppure disporsi su piani paralleli. Nella scelta Al telaio possono essere aggiunti dei profili di geometria ORGA
stagionati artificialmente, di essenze diverse, e incollati) della ubicazione dei serramenti è opportuno accertarsi opportuna (cartelle) atti a contenere e/o schermare le
che permettono, rispetto ai prodotti tradizionali, migliori che le parti mobili non interferiscano tra loro, né con ferramenta. L’UNI ha codificato i profili delle intelaiature
prestazioni meccaniche e una maggior resistenza agli altri elementi. per finestre, balconi, persiane a ventola, persiane scor- C.RCIZIO E
agenti atmosferici. Nel disegno della battuta tra telaio mobile e traversa in- revoli, cassonetti per avvolgibili. ESE ESSIONAL
L’idoneità tecnica delle specie legnose per serramenti è feriore fissa possono essere previsti dei canali per Il fissaggio del serramento al vano può avvenire diretta- PROF
descritta nella norma UNI 8938, mentre i procedimenti eliminare l’acqua eventualmente infiltratasi. I sistemi di mente, ovvero tramite controtelaio. Il controtelaio è fissato
D.GETTAZIONE
di impregnazione e di preservazione fanno capo alla battuta possono essere a rasamento, a bietta a doppia dal muratore al vano. Sul controtelaio il falegname avvi-
norma UNI 8662/2. o tripla battuta e possono avere geometria diversa: a ta a secco il telaio fisso. Tra controtelaio e serramento
Per i tipi tecnologici che si usano nei serramenti (pannelli spezzate perpendicolari, sghembe, a scozia o bocca di deve essere prevista una tolleranza di 10 mm. PRO TTURALE
a base di legno, compensati, pannelli di fibre e particelle) lupo. Il traverso inferiore del telaio mobile, che risulta il L’impiego del controtelaio garantisce allineamenti e STRU
esistono famiglie di norme apposite: sono rispettivamente più esposto alle intemperie, è protetto da un profilo appiombi più precisi e la sostituzione del serramento
le UNI 79.060, le 79.060.10, le 79.060.20. ligneo o metallico, chiamato gocciolatoio. Il senza arrecare danni al vano murario. Se non è pre-
I diversi elementi costituenti i telai sono collegati tra gocciolatoio, oltre a proteggere il traverso dall’acqua sente il controtelaio, nel montaggio del telaio fisso deve E.NTROLLO
loro attraverso incastri di tipologia diversa secondo il battente, allontana l’acqua dalla battuta inferiore con un essere garantito un perfetto posizionamento a piombo. CO NTALE
tipo di sollecitazione alla quale sono sottoposti. incastro a coda di rondine: la scanalatura che rompe la Il vano murario deve presentare configurazioni adatte AMBIE
Per gli elementi che costituiscono il telaio fisso, non goccia deve avere sezione opportuna e deve sporgere ad accogliere in modo opportuno il serramento, che può
particolarmente sollecitato, l’incastro è a mascella. rispetto alla traversa del telaio fisso, ovvero del risalto essere montato a filo esterno, a filo interno, in posizione
F. TERIALI,TECN
ICHE
FIG. F.1.26./16 PROFILI IN LEGNO TAB. F.1.26./16 SERRAMENTI IN LEGNO MA ONENTI,
COMP
65 9 51 45 RITIRO % ESTERNI
G.ANISTICA
20 ESSENZA DUREZZA Tan- Verni- Luci-
Assiale Radiale
45 gente ciati dati
25 65 URB
Abete Douglas
tenero 0,1 2,6 5,3 •
Pseudoisuga Douglas
11 45 9 36 54
9 15 30 Abete Rosso
19 tenerissimo 0,1 2,6 5,63 •
Picas Excelsa
45 RALI
11 Castagno F.1. I PERIMET
T
Castanes Saturs
medio duro 0,4 4,4 6,5 • PARE ALI
58 VERTIC
45 65
65 65 19 26 Cerro
duro 0,4 4,4 6,5 •
15 Quercus Cerris
12 F.2. URE
45 Cipresso CHIUS ONTALI
30 medio duro 0,4 44 6,5 • Z
Cipressus Sempervirens ORIZ
48 12 54 9 Farnia
duro 0,25 4,2 7,8 •
Quercus Peduncolata F.3. IONI
IZ
PART E
N
30 70 80 62
Larice
tenero 0,25 4,2 7,8 • • INTER
10 71 Larix Europeae
30
20 Noce
medio duro 0,2 5,4 10,5 • F.4. NTI DI E
8 15 47 Juglans Regis ELEME NICAZION
45 COMU ALE
Pino giallo (Pitch Pine)
duro 0,3 3 6 • • VERTIC
17 Pinus Silvestris
25 Pino silvestre
medio duro 0,1 2,3 4,5 • • F.5. I
D
17 Pinus Silvestris ARRE
35 14 Pino Loricuto
medio duro 0,1 2,3 4,5 • •
Pinus Leucodermis F.6. AZIONI
70 335 M
61 SISTE E
Rovere N
ESTER
55 10 duro 0,3 2,6 6,1 • •
14 Quercus Sassilifloras
35 Quercia
45 duro 0,2 4,3 7 •
30 15 Quercus Pubescens
12 12
27 27 27 27 12
54 27 27
15
27 27 15
90 90
90
70 FERMAVETRO
15
15
15 6.
17 22 27 F.1.2 MENTI
SERRA I
22
N
➥ ESTER
TELAIO FISSO TELAIO MOBILE TRAVERSO ROMPITRATTA TRAVERSO INFERIORE
F 99
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI
intermedia. Il vano murario, infine, può presentare una FIG. F.1.26./18 INCASTRI
geometria tale da realizzare una battuta per il serra-
mento (mazzetta o imbotte).
Il giunto tra serramento e finitura a intonaco del peri-
metro del muro circostante può avvenire predisponendo
dei canali nell’intonaco, fresando i canali nel telaio,
oppure coprendo il giunto con un regolo. Nella parte
inferiore del vano si colloca una soglia con la funzione
di raccogliere e allontanare dal paramento sottostante
l’acqua meteorica che ha dilavato il serramento.
Il collegamento tra traversa inferiore e soglia può avve-
nire con soluzioni diverse. Nella soglia è ricavato un
battente per posizionare la traversa inferiore e per im- TELAIO FISSO – INCASTRO A MASCELLA
pedire infiltrazioni.
La soglia può essere unica o in due pezzi; può avere GOCCIOLATOIO
altre battute o risalti per gli oscuramenti.
Il telaio mobile può prevedere due soluzioni per il mon-
taggio del vetro: la battentatura, secondo la quale il vetro
va a battere su un risalto dei profili; la scanalatura a
infilare, secondo la quale il vetro è inserito in apposite
guide scavate nei profili e non necessita quindi di appo-
sito fermavetro.
Con la battentatura il fissaggio del vetro può
avvenire tramite chiodatura e stucco, o con idoneo
profilo fermavetro. Sia nella soluzione con
fermavetro che nella soluzione a infilare può essere
TELAIO MOBILE – INCASTRO MASCHIO-FEMMINA
prevista l’interposizione di guarnizioni o tasselli tra il
vetro e il telaio mobile.
I dispositivi di movimento riguardano la rotazione verti-
cale e orizzontale e lo scorrimento. Le cerniere, che
consentono le rotazioni su un asse verticale, possono
essere a bietta, a rasare, a sedia.
I perni, che consentono le rotazioni su un asse orizzon-
tale sono a scatola semplici, a scatola con frizione.
Esistono altre tipologie di meccanismi che permettono
di ottenere minori ingombri nell’apertura ovvero permet-
tono di ottenere tipologie particolari di aperture (a ven-
FIG. F.1.26./19 BATTUTE CENTRALI E LATERALI
tola, a bussola).
I dispositivi di bloccaggio delle ante mobili sono: a cre- contatto contatto
monese, a leva, ad asta rigida a cremagliera; i comandi
possono essere a leva o a manovella, eventualmente
motorizzati.
I dispositivi di apertura possono essere coadiuvati da
compassi, contrappesi, fermi.
I dispositivi di oscuramento possono essere interni o
esterni. Tra quelli esterni vi sono le persiane e gli avvol-
gibili. Le persiane a loro volta sono caratterizzate dal camera camera
loro movimento (a cerniera, scorrevoli). cartella d’aria
aria d’aria
aria
Per quelle a cerniera possono essere previste partiture copriferramenta
più articolate, denominate a fisarmonica.
Le articolazioni dei dispositivi possono interessare opere NODO CENTRALE DI CHIUSURA:
accessorie da prevedersi nelle zone perimetrali del vano A DOPPIA BATTUTA A BOCCA DI LUPO A TRIPLA BATTUTA
(raccoglitori, comandi, tassellature per fissaggi). (tre contatti, due camere d
d’aria)
aria) (tre contatti, due camere d
d’aria)
aria) (quattro contatti, tre camere d’aria)
d aria)
I serramenti sono sottoposti a una serie di prove per
accertarne la qualità:
a) planarità: viene verificata la complanarità dei vertici
per garantire la tenuta delle battute e la manovra-
bilità;
b) resistenza all’estrazione delle viti: si verifica la forza
necessaria a sfilare alcune viti della serratura e della
maniglia;
c) resistenza alla fatica: la porta, aperta a 90°, caricata
verticalmente sull’estremo dell’anta, viene sollecitata
a cicli di deformazione orizzontali che non devono
risultare permanenti; NODO LATERALE:
d) resistenza allo svergolamento: la maniglia della porta A RASAMENTO A BIETTA
aperta a 90° è sollecitata da una forza orizzontale
che la può deformare ma non in modo permanente;
e) resistenza nel piano dell’anta: la porta aperta a 90° camera
è sollecitata da una forza verticale sull’estremo cerniera d’aria
aria
senza deformazioni permanenti che ne pregiudichi-
no la funzionalità;
f) dimensioni e perpendicolarità: la verifica degli spes-
sori e delle dimensioni assicurano un perfetto acco-
stamento tra il telaio mobile e quello fisso.
contatto
mostra
La descrizione esatta delle prove e delle misurazioni
sono contenute nel gruppo di norme UNI 91.060.50-30 NODI LATERALI NON COMPLANARI
“Prove su serramenti”.
DUE CONTATTI TRE CONTATTI TRE CAMERE D’ARIA
D ARIA
E UNA CAMERA D’ARIA
D ARIA E DUE CAMERE D’ARIA
D ARIA E QUATTRO CONTATTI
F 100
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.26./20 CERNIERE
PIANA
ANELLO
SOSTITUIBILE
ANELLO
SOSTITUIBILE B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
PER LA PER LA NISM
MANUTENZIONE MANUTENZIONE ORGA
BIETTA
C.RCIZIO E
GROSSEZZA ESE ESSIONAL
PROF
SEDIA D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
SCURO SCURO
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
MOSTRA
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
CON MOSTRA CON SCURO NELL’INTONACO
NELL INTONACO CON SCURO NEL TELAIO ORIZ
MASTICE O
FERMAVETRO F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
GUARNIZIONE
MASTICE
COMU ALE
CHIODO VERTIC
15 mm
15 mm
F.5. I
D
ARRE
F.6. AZIONI
M
22 mm 22 mm SISTE E
N
POSA IN OPERA POSA IN OPERA POSA IN OPERA ESTER
CON BATTUTA APERTA CON FERMAVETRO “A
A INFILARE”
INFILARE
SISTEMI DI CORRELAZIONI VETRI
FIG. F.1.26./23 POSA IN OPERA DEI TASSELLI FIG. F.1.26./24 GOCCIOLATOIO
6.
TASSELLO D’APPOGGIO
D APPOGGIO TASSELLO D
D’APPOGGIO
APPOGGIO GOCCIOLATOIO F.1.2 MENTI
O PERIFERICO E TASSELLO SPAZIATORE SERRA I
N
ESTER
POSA IN OPERA DEI TASSELLI
F 101
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI
FIG. F.1.26./25 SERRAMENTI A DUE ANTE CON NODO FISSO CENTRALE A BILICO, SCORREVOLI
SERRAMENTO
A BILICO
MIN 15 mm
FERMO
IN GOMMA
GOCCIOLATOIO
IN LAMIERA
SERRAMENTO
SERRAMENTO CON APERTURA
CON APERTURA A SCORRERE
A BATTENTE
F 102
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.26./26 SERRAMENTI A BATTENTE E SCORREVOLI
B.STAZIONI DILEGIZLII
SEZIONE SEZIONE ORIZZONTALE
VERTICALE
PRE I ED
NISM
5,5 ORGA
6 C.RCIZIO E
4 4 ESE ESSIONAL
INFISSO 2 PROF
LEGNO 2 2
5,5
D.GETTAZIONE
VETRO GUIDA PRO TTURALE
TERMICO AVVOLGIBILE STRU
POSIZIONI GUIDA AVVOLGIBILE
4
E.NTROLLO
FINESTRE GUIDA
A BATTENTE 2 AVVOLGIBILE
CON AGGANCIO CO NTALE
AUTONOMO AMBIE
PULEGGE PER
CONTRAPPESI 50 F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
12 COMP
BINARIO
SPORTELLO
G.ANISTICA
D’ISPEZIONE
ISPEZIONE
FINESTRA SCORREVOLE 4
FISSAGGIO
VERTICALE
AL TELAIO
URB
TELAIO FISSO MOBILE
15 VANO
CONTRAPPESI
GUIDE VERTICALI
34 RALI
F.1. I PERIMET
T
TELAIO MOBILE PARE ALI
VERTIC
VETRO CAMERA 40
F.2. URE
GUIDE CHIUS ONTALI
Z
VERTICALI TELAIO FISSO ORIZ
22
BINARIO PER FINESTRA SCORREVOLE
SPORTELLO SEZIONE SEZIONE ORIZZONTALE F.3. IONI
IZ
D’ISPEZIONE
ISPEZIONE ORIZZONTALE VERTICALE PART E
N
INTER
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
25
F.5. I
D
ARRE
GUIDA
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
5,5 ESTER
PROFILO
ELASTICO
DI TENUTA
FINESTRA FINESTRA
A BINARIO SINGOLO A BINARIO
DOPPIO
FINESTRA SCORREVOLE
ORIZZONTALE
6.
F.1.2 MENTI
SERRA I
N
ESTER
F 103
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI
La guarnizione viene inserita nel serramento per miglio- chiamento e possono essere diversamente colorate. b) del vano nel quale sarà alloggiata e delle relative mo-
rarne (o ripristinarne) la funzionalità, in merito alla La guarnizione deve garantire: dalità di montaggio e di manutenzione.
tenuta all’acqua, all’aria, al suono. a) la tenuta;
Le guarnizioni sono realizzate con plastomeri o elasto- b) la resistenza alla trazione; Nei casi nei quali è richiesta continuità nel perimetro della
meri e sono prodotte per estrusione. c) la perfetta resistenza alla deformazione. guarnizione, essa può essere saldata o incollata, anche
Le guarnizioni plastomeriche sono a base di polimeri in cantiere, con appositi ausili che garantiscono la com-
termoplastici (PVC), additivati con mescole diverse per Queste qualità devono essere mantenute nel tempo, planarità tra i diversi segmenti e l’esattezza dello squa-
garantire doti di flessibilità. sotto l’azione delle intemperie, dei raggi ultravioletti, del dro. Nell’operazione di montaggio la guarnizione va com-
Possono essere coestruse con altri materiali, in modo gelo e del calore. pressa nel vano, eventualmente con rollini o con mac-
da conferire ai diversi strati durezza diversa. La dilatazione termica che la guarnizione subisce deve chine fornite dal produttore, senza sottoporla a stiramen-
Le guarnizioni elastomeriche sono a base di gomma. essere compatibile con quella del materiale con il quale ti. Al fine di migliorare le prestazioni del serramento sono
Offrono una buona resistenza alle intemperie e migliori è realizzato il serramento. disponibili numerosi accessori in profilo di alluminio, da
livelli prestazionali sono assicurati da quelle di colore La sagoma della guarnizione è progettata in funzione: inserire in corrispondenza del traverso inferiore del telaio
nero. A questa classe appartengono anche le guarni- fisso. Tra le funzioni esplicate dagli accessori: allontana-
zioni in elastomero siliconico che garantiscono qualità a) della sollecitazione alla quale sarà sottoposta in eser- mento delle acque meteoriche, protezione della battuta
meccaniche superiori, una migliore resistenza all’invec- cizio (sforzi di compressione, flessione, scorrimento); inferiore e del traverso inferiore del telaio fisso.
37 15
3
4
8 9,5
19,5 3,2
12,8 22
31
5,5
16
11
14
26,5
32 4
23,5
38
35
7,8
4,8
12
35
4,8
6
25,2
35
4 9
2,5 6,8 4
6,4 4,2
18,5
20 3 16,5 8
21
25
5 15
20
3
6,4
8
4,5 4
3,5
Dimensioni prescritte per la fresatura del telaio
VETROCAMERA VETROCAMERA
A 45°
45 NEL TELAIO MOBILE A 90°
90 NEL TELAIO MOBILE
F 104
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.
B.STAZIONI DILEGIZLII
particolari. Gli acciai vengono commercializzati in laminati a Per realizzare serramenti si utilizzano profilati a caldo a vetri, gocciolatoi, compassi, in modo da costituire sezioni
caldo: profilati, barre, larghi piatti, lamiere e tubi. I profilati L, a lati uguali o diseguali, a T, a Z. addette a realizzare il serramento.
PRE I ED
sono sagomati a U, L, T, Z. I procedimenti di lavorazione Questi profili, detti normali, vengono assemblati, fra di L’assemblaggio avviene attraverso saldature (pre- NISM
dell’acciaio sono: fonderia, laminazione, fucinatura. Il primo loro e con altri elementi funzionali, come zanche, ferma- feribilmente in officina) e viti. ORGA
prevede l’utilizzazione del getto, gli ultimi la lavorazione del
lingotto a caldo o a freddo. Nel processo di laminazione a
caldo il lingotto è preventivamente riscaldato a 1250°C, FIG. F.1.26./28 PROFILI BASE FIG. F.1.26./31 TIPOLOGIA A BATTENTE C.RCIZIO E
per renderlo plastico e deformabile, e poi viene fatto passa- ESE ESSIONAL
re nelle macchine che lo sbozzano e lo lavorano nella PROFILI BASE PROF
INT
configurazione desiderata. Dopo le lavorazioni al lamina- 5 5
D.GETTAZIONE
toio, l’acciaio subisce alcune modificazioni fisiche, che 18
possono richiedere ulteriori processi termici (ricottura 5
tempra, rinvenimento, bonifica), per conferirgli le caratte- PRO TTURALE
ristiche desiderate. I materiali con basso tenore di carbonio
35
20
35 35 5 STRU
5 35
(0.22–0.27%) sono più facilmente saldabili.
La saldabilità è assicurata dal fatto che la fusione non 35 30 30 18
genera difetti nel materiale saldato e non produce indu- E.NTROLLO
rimenti che potrebbero creare rotture fragili. La saldatura CO NTALE
avviene ad arco elettrico. Il procedimento utilizza il calore GOCCIOLATOI AMBIE
dell’arco che scocca attraverso l’intervallo gassoso che
separa l’elettrodo dal pezzo da saldare. La temperatura di 10 11
3000°C generata dall’arco fonde il pezzo da saldare e 40 35
INT F. TERIALI,TECN
ICHE
proietta su di esso le particelle fuse o gassificate dell’elet- MA ONENTI,
PROFILO LAMIERA PIEGATA COMP
trodo, formando un deposito intimamente collegato al
pezzo. L’elettrodo è protetto da ossidi metallici, da carbo-
nati o silicio a evitare che le particelle fuse si disperdano
nell’atmosfera, formando nel contempo una scoria galleg-
giante di protezione alla saldatura. Le caratteristiche FIG. F.1.26./29 CORRELAZIONI CON IL VANO
G.ANISTICA
MURARIO URB
dell’acciaio possono essere modificate da processi corro-
sivi: in particolare la corrosione elettrochimica provocata
dagli agenti atmosferici. La presenza contemporanea nel-
l’atmosfera di ossigeno e di acqua (vapore acqueo) crea,
tra le diverse costituzioni superficiali dell’acciaio, una serie
di micropile che portano alla formazione di ossido idrato di
RALI
ferro, scarsamente adesivo alla superficie. Il fenomeno,
INT F.1. I PERIMET
T
accelerato in atmosfere aggressive, riduce lo spessore del PARE ALI
materiale, peraltro non in modo omogeneo, provocando VERTIC
cavità pericolose. La resistenza alla corrosione varia con la
composizione chimica dell’acciaio. I tipi con basso tenore di
F.2. URE
CHIUS ONTALI
carbonio sono meno soggetti a fenomeni corrosivi; la pre-
senza di rame, cromo, nichel nella lega crea una patina Z
ORIZ
protettiva che protegge il materiale dai fenomeni elettrochi-
mici aggressivi. I procedimenti per salvaguardare il mate-
riale dalla corrosione possono essere: F.3. IONI
IZ
• passivi: con pitture che rivestono completamente il ma- PART E
N
teriale in modo da isolarlo dall’aria e dall’acqua; INTER
• attivi: con rivestimento metallico di zinco che, con la sua INT
alta conducibilità, consente, laddove si possa scoprire il
ferro, la riformazione di ossidi di zinco protettivi. F.4. NTI DI E
L’acciaio ha un notevole allungamento termico. A 550°C il ELEME NICAZION
materiale perde le sue caratteristiche meccaniche, senza COMU ALE
preavviso, deformandosi; gli elementi metallici devono VERTIC
essere protetti dal fuoco con rivestimenti adatti. SEZIONE VERTICALE
TELAIO PARTICOLARE
SECONDARIO PER L’APPOGGIO
L APPOGGIO DEI FERRI TELAIO FISSO INTERMEDIO
PER I VETRI DEI LUCERNARI
ELEMENTI
DISCONTINUI 70
FERMAVETRO INT
35
SEZIONE
VERTICALE
TELAIO
FISSO
30 x 30
F 105
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI
➦ SERRAMENTI IN ACCIAIO
SERRAMENTI IN FERROFINESTRA
Il profilo ferrofinestra deriva dalla possibilità di profilare FIG. F.1.26./33 PROFILI FERROFINESTRA
a caldo sezioni più elaborate, idonee a configurare gli
elementi del telaio senza ricorrere agli ingombranti
assemblaggi necessari per i profili normali. Il profilato 21,4 24,4
ferrofinestra è stato prodotto in poche serie 4 20
17,5 21,4 21,4 40,4 17,5 46,8
dimensionali. La produzione del ferrofinestra è oggi 8 30,9 27 9,5
21,4 17,5 19,1
molto limitata e finalizzata essenzialmente agli 9,5 9,5
interventi di restauro. 31,7 31,7 31,7 27,8 31,7 31,7 31,7
SEZIONI
VERTICALI
INT
INT
CON CASSONETTO
INT INT
SEZIONI INT INT INT
ORIZZONTALI
SISTEMI DI FERMAVETRO
STUCCO
CON IMBOTTE RIPORTATA CON OSCURAMENTO CON IMBOTTE MURARIA
PROFILO
METALLICO
INT
A LIBRO
LEGNO
I serramenti realizzati in ferrofinestra presentano una FIG. F.1.26./36 PROFILI BASE, ACCESSORI IN ALLUMINIO E GUARNIZIONI
serie di inconvenienti che sinteticamente possono
essere riassunti nella tenuta precaria tra le battute, 45 30
nella notevole elasticità dei telai, nello scarso isola- 4 28 35 10
15
mento termico.
25 25 28 27
Per ovviare a parte di questi inconvenienti le ultime 33 22
serie di profilati ferrofinestra, molto utilizzati nel 4 42
restauro e nelle ristrutturazioni degli edifici dell’archi- 20 32
48 45
tettura moderna, prevedono l’integrazione dei profili 65
20 45 18
con elementi in alluminio e guarnizioni che agevolano 45
19
la funzionalità e migliorano la tenuta del serramento.
23 27
19 17
3 4 3 30 45
20 18
F 106
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.26./37 BATTUTE E CORRELAZIONI CON IL VANO MURARIO
10 19 72
4 4 B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
19 NISM
10 35 ORGA
25 9
D.GETTAZIONE
4
14 28 PRO TTURALE
28 STRU
FERMAVETRO
IN ALLUMINIO PER SUPPORTO PER
MASTICE 36 SUPPORTO PER
33
E.NTROLLO
GUARNIZIONE CO NTALE
AMBIE
VETRO CAMERA FERMAVETRO GUARNIZIONE FERMAVETRO
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
G.ANISTICA
URB
TELAIO
FISSO
TELAIO
RALI
MOBILE F.1. I PERIMET
T
CONTROTELAIO PARE ALI
VERTIC
IN PVC 100 PRESA
D’ARIA
ARIA
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
PAVIMENTO
CONTROTELAIO
IN PVC
SCOSSALINA MASTICE
DAVANZALE IN LAMIERA
IN PVC PIEGATA
SCOSSALINA
METALLICA
6.
F.1.2 MENTI
SERRA I
N
ESTER
F 107
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI
Sono realizzati utilizzando nastri d’acciaio di spessore tubolari di forme diverse; la chiusura del profilo è realiz- finestra, elementi costruttivi complessi preassemblati in
variabile tra 0,8 e 1,5 mm, piegati a freddo. zata con la tecnica dell’aggrappaggio, per non rovinare officina, completi di cassonetto e di oscuramento, pre-
La piegatura è effettuata da macchine a rulli. Il nastro è la preverniciatura. L’assemblaggio del serramento av- verniciati; in cantiere è prevista solo l’operazione di
zincato; può essere preverniciato, oppure il profilo viene viene con squadrette e viti; tutti i fori che vengono effet- montaggio. Attualmente sono in produzione profili a
trattato successivamente con spruzzature elettrostatiche tuati sui tubolari devono essere sigillati, a evitare feno- taglio termico che offrono migliori caratteristiche
di polveri che ne determinano la finitura e il colore. meni corrosivi dovuti alla condensa. isolanti; il taglio termico è realizzato interrompendo la
I profilati sono tagliati e accoppiati configurando sezioni Con questi profili sono stati realizzati i cosiddetti blocchi sezione del profilo e interponendo un materiale isolante.
FIG. F.1.26./38 SERRAMENTI IN LAMIERA (blocchi finestra)
GUARNIZIONE GOCCIOLATOIO 53 mm 58 mm
9 mm 49 mm
16 mm 52 mm 50 mm
71 mm
47 mm 92 mm
PROFILI
FERMAVETRO
71 mm 53 mm
90 mm 67 mm 50 mm 48 mm
71 mm
51 mm
55 mm
71 mm
VITE DI GUARNIZIONI
FISSAGGIO 50 mm
CASSONETTO
CON ISOLANTE
294 mm
334 mm
328 mm 330 mm
198 mm 200 mm
50 mm CASSONETTO 37 mm 26 mm
50 mm
IN LAMIERA
70 mm 28 mm
NON COIBENTATA 49 mm
50 mm
20 mm
53 mm
TAPPO
VETRO
A INFILARE
FORO FORO
DI USCITA 14 mm DI USCITA
ACQUA 15 mm
ACQUA ACQUA 13 mm
DI CONDENSA
58 mm 53 mm
92 mm 67 mm
F 108
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.26./39 SERRAMENTI (finestra e portafinestra) A TAGLIO TERMICO A DOPPIA ANTA
112 mm 70 mm
C.RCIZIO E
115 mm 36 mm ESE ESSIONAL
PROF
104 mm 78 mm
ISOLANTE D.GETTAZIONE
RIGIDO 46 mm 46 mm PRO TTURALE
24 mm STRU
F. TERIALI,TECN
ICHE
CASSONETTO MA ONENTI,
COMP
CON ISOLANTE
G.ANISTICA
URB
328 mm 314 mm
332 mm 300 mm
RALI
20 mm 273 mm F.1. I PERIMET
T
36 mm PARE ALI
46 mm VERTIC
CASSONETTO 70 mm
56 mm F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
20 mm 14 mm 36 mm
F.3. IONI
IZ
PART E
N
92 mm 176 mm INTER
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
GOCCIOLATOIO GOCCIOLATOIO
F.5. I
D
VASCA 46 mm ARRE
RACCOGLI GOCCIOLATOIO
CONDENSA
24 mm 84 mm
112
12 mm F.6. AZIONI
112 mm M
62 mm 62 mm SISTE E
N
ESTER
20 mm
F 109
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI
SERRAMENTI IN ALLUMINIO
L’alluminio viene utilizzato legato con altri materiali in • tra telaio fisso e vano murario; Tra il telaio mobile e il vetro la tenuta è affidata ai siste-
serie diverse: la serie 4000 ha un alto tenore di silicio ed • tra telaio fisso e telaio mobile; mi usuali già descritti.
è facilmente saldabile; la serie 5000, con alto tenore di • tra telaio mobile e vetro. Per migliorare l’isolamento termoacustico del profilo
magnesio ha buone caratteristiche meccaniche, con d’alluminio si usano:
basso tenore di magnesio è facilmente laminabile; la Tra il telaio fisso e il vano murario, la tenuta è affidata • profili a scudo termico;
serie 6000 ha basso tenore di silicio e di magnesio; all’assenza di discontinuità nel giunto e la finitura è risolta • profili a taglio termico;
resiste bene alla corrosione ed è facilmente estrudibile. con profili coprigiunto. Tra telaio fisso e telaio mobile la • profili misti.
I profili con i quali si realizzano i serramenti sono estrusi. tenuta è affidata ai sistemi di battuta che possono essere:
La billetta di lega di alluminio viene preriscaldata a 500°C • tenuta a battuta o perimetrale: è affidata alla pres- Profili a scudo termico: un elemento, in PVC o in metallo,
e spinta da una pressa (da 1200 a 10.000 t) verso una sione di contatto tra la guarnizione che viene inserita con buone caratteristiche isolanti, è sistemato sulla faccia
matrice sagomata denominata filiera; all’uscita da questa nel profilo del telaio mobile e il telaio fisso; può dare esterna del profilo e collegato a esso con supporti isolanti.
il profilato subisce un rapido raffreddamento che può luogo a infiltrazioni di acqua e di aria; Profili a taglio termico: la sezione del profilo è interrotta e
rendere necessario un successivo processo di tempra. • tenuta a giunto aperto o a compensazione di pres- tra le due parti è inserito un materiale isolante rigido che
La velocità d’estrusione varia in funzione della com- sione: è risolta da una camera interposta tra i profili riduce la trasmissione del calore e la formazione di
plessità della sezione. Spesso si scompone la sezio- nella quale la divisione tra interno ed esterno è affi- condensa all’interno dei tubolari.
ne in profili più semplici, da assemblare successi- data a una grande guarnizione che, in equilibrio tra Profili misti: vengono accoppiati profili di materiali diversi,
vamente. La tenuta del “sistema serramento” deve pressione esterna e quella interna, offre una mag- lasciando all’esterno quelli che meglio resistono agli agenti
essere assicurata: giore aderenza contro la relativa battuta. atmosferici e che necessitano di minor manutenzione.
50 32
43
70,5
43
48
53
11
50
36 17
48 20
74,5 18 15
11,5
1,5
85
43 43 17
20
49,5 48
47 43
53
48
19,5 20
15
F 110
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.26./41 SERRAMENTI AD ANTA A GHIGLIOTTINA E SCORREVOLI
B.STAZIONI DILEGIZLII
60 mm 60 mm 24 mm 19 mm
PROFILO PROFILO PRE I ED
48 mm 37 mm NISM
ORGA
48 mm FERMAVETRO GOCCIOLATOIO
25 mm
C.RCIZIO
14 mm 60 mm
E
ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
TELAIO
FISSO SEZ. ORIZZONTALE
TELAIO F. TERIALI,TECN
ICHE
FISSO MA ONENTI,
COMP
71 mm 26 mm
25 mm 16 mm 17 mm 19 mm
39 mm 24 mm G.ANISTICA
25 mm
89 mm
SEZ. VERTICALE URB
16 mm
21 mm
30 mm
72 mm
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
F.3. IONI
IZ
PART E
N
GUIDA DI INTER
GUARNIZIONE MANIGLIA DISPOSITIVO SCORRIMENTO
DI TENUTA VETROCAMERA DI CHIUSURA DI SCORRIMENTO
F.4. NTI DI E
SEZ. ORIZZONTALE ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
103 mm 21 mm 36 mm
48 mm 23 mm 48 mm F.5. I
D
ARRE
50 mm
43 mm 75 mm
24 mm
F.6. AZIONI
M
81 mm 41 mm 42 mm SISTE E
N
SEZ. VERTICALE ESTER
TELAIO DISPOSITIVO
FISSO VETROCAMERA DI BLOCCAGGIO
DISPOSITIVO
DI SCORRIMENTO
GUARNIZIONE
6.
GUARNIZIONE DI FISSAGGIO GUIDA DI SEZ. ORIZZONTALE SEZ. VERTICALE F.1.2 MENTI
DI TENUTA DEL VETRO SCORRIMENTO SERRA I
N
ESTER
F 111
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI
➦ SERRAMENTI IN ALLUMINIO
32
48
57,5
53 90,5
18
16
47 20
100
36
57 17 48
43
28
20
100
F 112
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
SILICONE ELEMENTO PRO TTURALE
RIGIDO STRU
PROFILO IN PVC CAMERA
ELEMENTO RIGIDO ISOLANTE
SILICONE ISOLANTE
E.NTROLLO
CO NTALE
FIG. F.1.26./44 PROFILI MISTI AMBIE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
LEGNO
ALLUMINIO PVC
CAMERA
G.ANISTICA
CAMERA URB
LEGNO
ALLUMINIO ALLUMINIO
ALLUMINIO PVC
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
SEZIONI VERTICALI
VERTIC
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
F.3. IONI
VITI CON TESTA IZ
PART E
PREDISPOSTA PER N
CAMERA INTER
L’APPLICAZIONE
APPLICAZIONE
A SCATTO
CAMERA
ELEMENTO F.4. NTI DI E
RIGIDO DI ELEME NICAZION
CORRELAZIONE COMU ALE
VERTIC
F.5. I
D
ARRE
25 cm F.6. AZIONI
25 cm M
25 cm SISTE E
N
ESTER
SEZIONI ORIZZONTALI
CAMERA
CAMERA
6.
F.1.2 MENTI
SERRA I
N
➥ ESTER
F 113
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI
SERRAMENTI IN PVC
Il polivinilcloruro (PVC) è un polimero del cloruro di vi- tro i 160 Dm del legno secondo la norma DBS). PVC (200 micron), a loro volta protette da film di poli-
nile prodotto di sintesi dell’etilene, derivato del petrolio, A tutte queste caratteristiche non ottimali si ovvia con metilmetacrilato (PMMA), o ancora nel procedimento di
e del cloruro sodico. additivazioni ancora allo studio. Il profilo in PVC è pro- impiallacciatura vera e propria dell’essenza desiderata.
È un materiale non soggetto a fenomeni di corrosione, dotto per estrusione a caldo. Per ovviare alla forte dilatazione termica del materiale,
ma è poco resistente agli urti (modulo elastico pari a Il materiale, preventivamente rammollito, è spinto da per migliorarne le qualità meccaniche e per facilitare
22.500 kg/cmq), ha un alto valore di dilatazione termi- una vite senza fine verso la testata di estrusione (filiera); l’applicazione di accessori e dispositivi, nel profilato di
ca (5 x 10-5 cm/°C), si degrada facilmente sotto l’azio- dalla filiera passa a un dispositivo di calibratura, al raf- PVC vengono inseriti profili di acciaio zincato o di allu-
ne della luce a causa di fenomeni di deidroclorurazione, freddamento e al taglio. La colorazione del prodotto può minio fissati, per renderli perfettamente solidali, ogni
favoriti dall’umidità. essere data in pasta o per coestrusione, ovvero succes- 250 mm.
Quest’ultimo fenomeno è favorito dalle colorazioni scu- sivamente a caldo o a freddo. Per la posa in opera deve essere prestata la massima
re del prodotto. Il PVC è un materiale autoestinguente, Quest’ultimo metodo può consistere nella semplice attenzione al sistema di giunto, in funzione della dilata-
ma produce una notevole densità di fumi (530 Dm con- verniciatura o nell’applicazione di sottilissime pellicole di zione termica calcolata.
FIG. F.1.26./45 PROFILI BASE FIG. F.1.26./47 INTEGRAZIONE SU SERRAMENTI GIÀ ESISTENTI
FOGLIO D’ACCIAIO
D ACCIAIO ZINCATO
Da inserire nei profilati in pvc
per irrigidimento PROFILI BASE IN PVC 5,5 6,5
EST
EST. INT
INT. EST.
EST INT.
INT EST.
EST INT.
INT
PROFILO
METALLICO
PROFILO PROFILO
PROFILO METALLICO METALLICO
IN ACCIAIO ZINCATO
F 114
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.
75 10
B.STAZIONI DILEGIZLII
12 10 75 10 PRE I ED
NISM
CUSCINETTO ORGA
15 15
45 15 40 45 15 85 PERNO DI
83 15 15 ROTAZIONE C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
SCURO
PROF
INTERNO
95 85
33
33
45 10 75 10 95
45
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
15 12
STRU
15
45 15 15
E.NTROLLO
33
15 15
95 CO NTALE
95
12
73 10 AMBIE
11
F. TERIALI,
4
21 25 ICHE
TECN
45 MA ONENTI,
25 COMP
50 55 55
18 45
22
21
G.ANISTICA
25
4 URB
22 GUIDA
105 10 4 160
25 13
16 GUIDA
45 FERMO
10 RALI
F.1. I PERIMET
T
45 PERSIANA SCORREVOLE PARE ALI
A SCOMPARSA VERTIC
22
33 F.2. URE
245 45 45 CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
DISPOSITIVO F.5. I
D
DI BLOCCAGGIO ARRE
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
PERSIANA CON CERNIERA
SENZA TELAIO
DISPOSITIVO DI BLOCCAGGIO
DELLA PERSIANA APERTA
6.
F.1.2 MENTI
PERSIANA OSCURAMENTO CON PERSIANA E SCURO INTERNO SERRA I
N
ESTER
F 115
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI
➦ DISPOSITIVI DI OSCURAMENTO
RACCOGLITORE RACCOGLITORE
PER AVVOLGIBILE PER AVVOLGIBILE
AVVOLGIBILE
VELETTA IN
CLS RETINATO
RACCOGLITORE
CINGHIA
VELETTA IN VELETTA IN
MASSIMO INGOMBRO
CARTONGESSO CLS RETINATO
AVVOLGIBILE
SOLUZIONE
DI VELETTA
CINGHIA
CON TAVELLA GUIDA PER
ARMATA AVVOLGIBILE
RACCOGLITORE
CINGHIA PER CINGHIA
AVVOLGIBILE
DISPOSITIVO
RACCOGLITORE DI BLOCCAGGIO
DISPOSITIVO
PER CINGHIA DI BLOCCAGGIO
RACCOGLITORI
PER CINGHIA
OSCURAMENTO CON AVVOLGIBILE
RACCOGLITORE
PER CINGHIA
NASTRO TESSILE
DA AGGANCIARE
NASTRO AL RULLO
TESSILE
3
4 cm 3 4 2 4 3
MAX
CIELINO CINGHIA INGOMBRO
AVVOLGIBILE 5,5
DISPOSITIVO
NASTRO TESSILE
DI BLOCCAGGIO
DA AGGANCIARE 4,5 4,5
AL RULLO 1,5
365 cm RACCOGLITORI
GANCIO PER CINGHIA
METALLICO 30 ARMATURA
290, 260, 220
FORO
PER
CINGHIA
22 32
PROFILI
GUIDE PER
FRONTALE 18 IN ALLUMINIO
CIELINO
IN FIBRA DI LEGNO 315, 250, 190
E CEMENTO (5 mm) 25 25
APPARECCHIO A SPORGERE TESTATA
POLIURETANO
ESPANSO PORTARULLO
CASSONETTO IN PVC O LEGNO
DISPOSITIVO ISOLANTE
DI BLOCCAGGIO
F 116
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.26./50 OSCURAMENTI A SERRANDA IN PVC
C.RCIZIO E
CASSONETTO DIETRO LA VELETTA ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
H
TELAIO F. TERIALI,TECN
ICHE
FISSO MA ONENTI,
COMP
SPORTELLO PER
MANUTENZIONE
G.ANISTICA
URB
F.2. URE
PROFILI TERMINALI CHIUS ONTALI
Z
DI FERRO ZINCATO ORIZ
H
F.3. IONI
IZ
PART E
67
N
INTER
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
6.
F.1.2 MENTI
PROFILI MISTI SERRA I
N
ESTER
F 117
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI
LUCERNARI
RACCORDO PER
PARTE SUPERIORE
m MEMBRANA
50 m
60-1 BITUMINOSA
SUPPORTINO
PER TEGOLA
min.
m
PARTE INFERIORE 15 m
RACCORDO EDW
con grembialina in piombo
mm
60-80
MEMBRANA
BITUMINOSA
SEZ. A-A
A
B B
EVENTUALE SCOSSALINA
L RACCOGLICONDENSA
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
FIG. F.1.26./53 TIPOLOGIE DI FINESTRE A TETTO E DI LUCERNARI PROG
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
E.NTROLLO
CO NTALE
BILICO ORIZZONTALE A VISIERA FISSA A VISIERA AMBIE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
G.ANISTICA
URB
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
A CAPANNA APRIBILE A CUPOLINA
A VOLTINA
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
RONDELLA SERRAMENTO
ACCIAIO INOX
VITE DI FISSAGGIO
IMPERMEABILIZZAZIONE IMPERMEABILIZZAZIONE
INTONACO INTONACO
STRUTTURA STRUTTURA
D’IMPOSTA
IMPOSTA D’IMPOSTA
IMPOSTA
6.
SOLUZIONE CON LUCERNARIO FISSO SU BASE PREFABBRICATA SOLUZIONE CON LUCERNARIO APRIBILE SU BASE PREFABBRICATA F.1.2 MENTI
SERRA I
N
ESTER
F 119
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI
➦ LUCERNARI
FIG. F.1.26./55 LUCERNARIO SU BASE IN OPERA FIG. F.1.26./56 LUCERNARIO SU COPERTURA CALPESTABILE
PARETE INTERNA
GIUNTO PLASTICO ESPANSOLENE GRIGIO
PARETE PARETE ESTERNA
VITE DI FISSAGGIO ESTERNA GIUNTO PLASTICO ESPANSOLENE GRIGIO
GUARNIZIONE DI TENUTA
VITE DI FISSAGGIO
GIUNTO SIGILLANTE BIADESIVO PARETE
GUARNIZIONE DI TENUTA
INTERNA
MORSETTO GIUNTO SIGILLANTE BIADESIVO
MORSETTO
VITE
RONDELLA VITE
ACCIAIO INOX
RONDELLA
TASSELLO ACCIAIO INOX
TASSELLO
COLLO RETINATO
IMPERMEABILIZZAZIONE PAVIMENTO IN CLS
GIUNTO
MALTA
IMPERMEABILIZZAZIONE
PENDENZA INTONACO
ISOLANTE
STRUTTURA D’IMPOSTA
C T M
90 180
30
7.5
7.5
A
B
TAB. F.1.26./18 CARATTERISTICHE DIMENSIONALI DELLA PRODUZIONE CORRENTE
A cm 50 65 85 95 100 105 110 120 125 135 140 150 160 175 220*
B cm 65 80 100 110 115 120 125 135 140 150 155 165 175 190 235*
C cm 72 87 107 117 122 127 132 142 147 157 162 172 182 197 242*
T cm 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 60*
M cm 180 180 180 180 180 180 180 180 180 180 180 180 180 180 125*
(*) Interasse delle costolature a cm 25
F 120
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
FACCIATE CONTINUE E STRUTTURALI 27.
B.STAZIONI DILEGIZLII
tando così fenomeni di instabilità. che si risolvono con correlazioni che consentano al sistema i movimenti relativi all’as-
Le modalità di intelaiatura e di correlazione sono diverse. Il telaio portante della faccia- sorbimento delle stesse.
PRE I ED
ta è visibile all’esterno. Le specchiature possono essere opache o trasparenti. Spesso La manutenzione è possibile solo dall’esterno, con ponti sospesi che corrono su binari NISM
le specchiature opache sono finite all’esterno dallo stesso vetro che delimita la parte a livello delle coperture. Le normative da seguire sono le stesse vigenti per i ORGA
trasparente, in modo da dare un effetto di continuità all’involucro. serramenti e i materiali costituenti.
FIG. F.1.27./1 DETTAGLI DEI NODI E CORRELAZIONI CON L’APPARECCHIATURA COSTRUTTIVA (correlazioni verticali) C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
VETROCAMERA PROF
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
MATERIALE ISOLANTE PAVIMENTO
E.NTROLLO
CO NTALE
PANNELLO OPACO AMBIE
PROFILO PER
ANCORAGGIO F. TERIALI,TECN
ICHE
139 mm MA ONENTI,
COMP
GIUNTO MECCANICO
66 mm
G.ANISTICA
114 mm PROFILO TRAVE JOIST URB
PORTANTE
VETROCAMERA
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
32 mm VERTIC
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
PROFILO
CONTROSOFFITTO PORTANTE
F.3. IONI
IZ
52 mm PART E
N
INTER
VETROCAMERA
GOCCIOLATOIO F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
F.5. I
D
ARRE
MATERIALE ISOLANTE 67 mm
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
93 mm
PANNELLO
OPACO PROFILO PER
VETROCAMERA ANCORAGGIO 129 mm
75 mm
240 mm
MATERIALE
ISOLANTE
DAVANZALE
6.
F.1.2 MENTI
SERRA I
N
ESTER
SOLAIO 7. INUE
F.1.2 TE CONT
IA
FACC TTURALI
U
E STR
F 121
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
27. FACCIATE CONTINUE E STRUTTURALI
➦ FACCIATE CONTINUE
FIG. F.1.27./2 DETTAGLI DEI NODI E CORRELAZIONI CON L’APPARECCHIATURA COSTRUTTIVA (correlazioni orizzontali)
PILASTRO SOLAIO
RACCORDO CON TOLLERANZE
DI MONTAGGIO
PROFILO DI
ANCORAGGIO
77 mm PANNELLO
TRASPARENTE
PANNELLO ISOLANTE
81 mm
349 mm
TAGLIO
TERMICO CORRELAZIONE CON
500 mm TOLLERANZA DEL GIUNTO
PANNELLO OPACO
VETRO CAMERA
LAMIERE DI
CORRELAZIONE
MONTANTE
TUBOLARE PORTANTE
TUBOLARE PORTANTE
SIGILLATURE ELASTICHE
CORRELAZIONE
SCHEMA CON LAMIERE
LAMIERE DI AGGREGATIVO
CORRELAZIONE
CORRELAZIONE
CON PEZZO SPECIALE
PANNELLO
TRASPARENTE IN
VETROCAMERA
PEZZO SPECIALE
ELEMENTO
TUBOLARE
83 mm
PORTANTE
MONTANTE
FILO SOLAIO
SCHEMA
100 mm
AGGREGATIVO
F 122
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
FACCIATE CONTINUE E STRUTTURALI 27.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.27./3 OSCURAMENTI
SOLAIO
140 mm B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
GIUNTO
MECCANICO
C.RCIZIO E
ISOLANTE ESE ESSIONAL
PROF
290 mm
PROFILO DI
58 mm
ANCORAGGIO
D.GETTAZIONE
125 mm
PANNELLO PRO TTURALE
OPACO STRU
64 mm
SISTEMA DI E.NTROLLO
OSCURAMENTO CO NTALE
AMBIE
CARTER 74 mm
METALLICO
F. TERIALI,TECN
ICHE
CONTROSOFFITTO MA ONENTI,
COMP
IRRIGIDIMENTI
PANNELLI
110 mm
124 mm
72 mm DI OSCURAMENTO
URB
VETRO
CAMERA
RALI
TAGLIO 66 mm F.1. I PERIMET
T
TERMICO PARE ALI
VERTIC
96 mm
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
GOCCIOLATOIO
F.3. IONI
IZ
PART E
N
PAVIMENTO INTER
90 mm 117 mm
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
F.5. I
D
SEZIONI VERTICALI ARRE
PILASTRO
F.6. AZIONI
M
SISTE E
100 mm
N
ESTER
138 mm
88 mm
72 mm
72 mm
89 mm
74 mm
7. INUE
F.1.2 TE CONT
IA
FACC TTURALI
U
SEZIONI ORIZZONTALI E STR
F 123
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
27. FACCIATE CONTINUE E STRUTTURALI
FACCIATE STRUTTURALI
Sono analoghe alle facciate continue ma gli elementi portanti della facciata non citazioni esterne calcolate e dalla tensione ammissibile a trazione del silicone utilizzato.
sono visibili dall’esterno. Questo tipo di facciata affida al silicone strutturale il Il silicone è sollecitato a trazione per la depressione generata dal vento, e a taglio per
compito di trasmettere al telaio retrostante i carichi ai quali sono sottoposte le le dilatazioni termiche. L’altezza minima della fascia di silicone è data dall’espressione:
specchiature della facciata. H = 0,5 lp / 1000 σ
L’incollaggio può avvenire sui lati verticali, su quelli orizzontali, ovvero su tutti i lati della H = minima altezza; p = carico di tensione; l = lato minore della facciata; σ = tensione
specchiatura. La dimensione della striscia portante di incollaggio dipende dalle solle- ammissibile a trazione del silicone.
MATERIALE
TELAIO PORTANTE RIGIDO ISOLANTE
83 mm
VETROCAMERA
SEZIONE ORIZZONTALE
PANNELLO ESTERNO
CON ISOLANTE
GOCCIOLATOIO
TELAIO PORTANTE
178 mm 62 mm
GIUNTO DI SILICONE
STRUTTURALE
AZIONE PANNELLO
DEL VENTO TRASPARENTE 83 mm
(DEPRESSIONE)
191 mm
GIUNTO
DI SIGILLATURA
DELLA VETRATA
ISOLANTE
VETRATA ISOLANTE
SEZIONE VERTICALE
178 mm
87 mm 58 mm
TELAIO PORTANTE
TELAIO SECONDARIO
SUPPORTO DI INCOLLAGGIO
DELLA VETRATA
LISTELLO
DI APPOGGIO
113 mm
GUARNIZIONE
SIGILLANTE
178 mm
DAVANZALE
SEZIONE VERTICALE
MATERIALE ISOLANTE
F 124
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
FACCIATE CONTINUE E STRUTTURALI 27.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.27./5 CORRELAZIONI CON L’APPARECCHIATURA COSTRUTTIVA
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
FERRO TIPO HALFEN PRO TTURALE
AFFOGATO NEL SOLAIO STRU
(TOLLERANZA SULL’ASSE
SULL ASSE X)
F. TERIALI,
(TOLLERANZA SULL’ASSE
SULL ASSE Y)
ICHE
Z X
TECN
MA ONENTI,
FORO AD OLIVA
COMP
(TOLLERANZA SULL’ASSE
SULL ASSE Z)
MONTANTE IN ALLUMINIO
CORRELAZIONE ALL’ESTRADOSSO
ALL ESTRADOSSO DEL SOLAIO
G.ANISTICA
URB
DEFLUSSO ACQUA
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
F.2. URE
CHIUS ONTALI
MONTANTE IN ALLUMINIO Z
ORIZ
SOLAIO
Y FORO AD OLIVA
(TOLLERANZA SULL’ASSE
SULL ASSE Y) F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
Z X
FORO AD OLIVA
(TOLLERANZA SULL’ASSE
SULL ASSE Z) VERTIC
MONTANTE IN ALLUMINIO
SOLAIO
FERRO TIPO HALFEN
AFFOGATO NEL SOLAIO
(TOLLERANZA SULL’ASSE
SULL ASSE X)
FORO AD OLIVA
(TOLLERANZA SULL’ASSE
SULL ASSE Y)
FORO AD OLIVA
(TOLLERANZA SULL’ASSE
SULL ASSE Z)
7. INUE
F.1.2 TE CONT
IA
MORSETTO DI CORRELAZIONE GIUNTI DI DILATAZIONE FACC TTURALI
U
CORRELAZIONE ALL’INTRADOSSO
ALL INTRADOSSO DEL SOLAIO E STR
F 125
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
27. FACCIATE CONTINUE E STRUTTURALI
MATERIALE
RIGIDO ISOLANTE
MONTANTE
VETRO CAMERA
TAGLIO TERMICO
PANNELLO
ISOLANTE
PANNELLO
ISOLANTE
SOFFITTO
102 mm 160 mm
182 mm
VETRO CAMERA
100 mm
76 mm
160 mm
GIUNTO MECCANICO
98 mm
LAMIERA PIEGATA
DI CORRELAZIONE
COL SOLAIO
FERRO
F 126
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
FACCIATE CONTINUE E STRUTTURALI 27.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.27./7 VETRATE SOSPESE FIG. F.1.27./8 ELEMENTI PER IL FISSAGGIO DELLE LASTRE AL TELAIO
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
ASTA DI COLLEGAMENTO
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
TESTA (SFERICA) PROF
STRUTTURA A CAVI TESI ORIZZONTALE DELL’ASTA
DELL ASTA DI
COLLEGAMENTO
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
E.NTROLLO
VITE DI
COLLEGAMENTO AMMORTIZZATORE
DEL PERNO IN GOMMA CO NTALE
AMBIE
STRUTTURA A CAVI TESI VERTICALE SPINOTTO
SPINOTTO
BRACCIO VERTICALE F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
BRACCIO G.ANISTICA
ORIZZONTALE URB
ARTICOLATO
STRUTTURA PER LA SOSPENSIONE A PUNTONE ALL’ASTA
ALL ASTA BULLONE
ARTICOLATO
"TIGE" CON
RALI
TESTA FORATA
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
DISCHETTO IN PERNO DI VERTIC
TERMOPLASTICO FISSAGGIO
LASTRA DI VETRO
STRUTTURA A PUNTONI PER PARETI CURVE F.2. URE
"TIGE" CHIUS ONTALI
Z
FILETTATA ORIZ
F.3. IONI
IZ
"TIGE" CON PART E
N
TESTA FORATA INTER
F.4. NTI DI E
STRUTTURA A CAVI TESI PER CHIUSURE ORIZZONTALI ELEME NICAZION
COMU ALE
FIG. F.1.27./9 DETTAGLIO DELL’ATTACCO TRA LASTRA DI VETRO E BULLONE ARTICOLATO VERTIC
LASTRA DI F.5. I
D
VETRO ARRE
LASTRA DI
ELEMENTO GUARNIZIONE ELEMENTO DI VETRO GUARNIZIONE
DI MEDIAZIONE IN MATERIALE MEDIAZIONE IN MATERIALE
IN ALLUMINIO TERMOPLASTICO IN ALLUMINIO TERMOPLASTICO F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
GHIERA DI ESTER
AMMORTIZZATORE
CHIUSURA
IN GOMMA
GHIERA DI CHIUSURA AMMORTIZZATORE
IN GOMMA
TESTA FRESATA TESTA FRESATA A
A SNODO SFERICO SNODO SFERICO
(ASSEMBLATA (ASSEMBLATA
IN OFFICINA) IN OFFICINA)
7. INUE
F.1.2 TE CONT
IA
FACC TTURALI
U
E STR
F 127
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
27. FACCIATE CONTINUE E STRUTTURALI
ANCORAGGIO DEL PILASTRO A TERRA ASSONOMETRIA ESPLOSA DEL GIUNTO TRA PILASTRO
PILASTRO IN E TRAVE IN VETRO (tipo tenone e mortasa)
TRIPLICE LASTRA
DI VETRO TEMPERATO
E STRATIFICATO
ELEMENTO
PANNELLO DI DI COPERTURA
TAMPONATURA VETROCAMERA
IN VETRO
TEMPERATO
SIGILLANTE
TRAVE IN VETRO
TEMPERATO
E STRATIFICATO
PILASTRO DI VETRO
TEMPERATO E
STRATIFICATO
LASTRA DI
COPERTURA
VETRO CAMERA GUARNIZIONI DI TENUTA
ELEMENTO
PER FISSAGGIO
DELLE LASTRE
ELEMENTO
PER FISSAGGIO
DELLE LASTRE
A A
TIRANTE
TIRANTE
SEZIONE A-A
NODO 1 NODO 2
NODO 1
NODO 2
F 128
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
FACCIATE CONTINUE E STRUTTURALI 27.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.27./11 GUARNIZIONI
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
G.ANISTICA
URB
VETRO
GUARNIZIONE
FILLER
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
F.2. URE
GUARNIZIONI PNEUMATICHE CHIUS ONTALI
Z
VETRO ORIZ
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
F.4. NTI DI E
TELAIO IN LAMIERA ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
GUARNIZIONI FUSTELLATE
7. INUE
F.1.2 TE CONT
IA
FACC TTURALI
U
E STR
F 129
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
28. PORTE, PORTONI, SERRANDE
PORTE ESTERNE
MOSTRA
2,5
4,5
2,5
TELAIO FISSO
CON MAZZETTA CON MAZZETTA
MOSTRA
TELAIO FISSO
SENZA MAZZETTA
ESTERNO: A TAVOLATO
INTERNO: SPECCHIATA MOSTRA
TAVOLATO
2,5
4,5
DOPPIO VETRO 4,5 ÷ 6,4
4,5 ÷ 6,4
SPECCHIATURA
CON LAMINATO
E ISOLANTE
4,5 ÷ 6,4
ISOLANTE
4,5 ÷ 6,4 TAMBURATA
LAMINATO
4,5 ÷ 6,4
F 130
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
PORTE, PORTONI, SERRANDE 28.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.28./2 SERRAMENTI ESTERNI A FISARMONICA
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
CIELINO C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
GUIDA
CARRELLO
CON SFERA D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
INFISSO REGOLAZIONE
D’ALTEZZA
ALTEZZA
E.NTROLLO
LIGNEO
CO NTALE
AMBIE
VETRO
TERMICO GUIDA AVVOLGIBILE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
GUIDA
COMP
PERSIANA GUIDA REGISTRO COPRIFILO
AVVOLGIBILE INFERIORE INFERIORE CON BATTUTA
G.ANISTICA
URB
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
F.3. IONI
50
IZ
65 PART E
N
40 7 INTER
50 50
28
7 F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
65
20 COMU ALE
VERTIC
7
F.5. I
D
ARRE
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
60 20 65 65 46 65 65 46 65 65 46 65
46 7 7
60
8. I,
F.1.2 , PORTON
E
7 65 46 65 7 7 65 46 65 65 46 65 65 46 20 PORT NDE
SERRA
F 131
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
28. PORTE, PORTONI, SERRANDE
SERRAMENTI ESTERNI
PORTE ANTIEFFRAZIONE
Sono le porte che oltre a resistere alle sollecitazioni Le porte di sicurezza devono essere inserite in una gata ai bordi, rinforzata da profili a Z longitudinali, in
meccaniche sono in grado di evitare l’intrusione. Per i muratura che assicuri almeno la stessa sicurezza acciaio saldati; la serratura è corredata da aste verticali
portoncini ci si affida ad ancoraggi nel muro e a rinforzi offerta dalla porta; devono avere un controtelaio fissato e/o orizzontali di bloccaggio.
dell’anta in corrispondenza delle serrature; sono pre- con zanche lunghe 15 cm, disposte ogni 15 cm; contro- Le porte possono essere integrate da profili alla battuta
scritti dei particolari requisiti per il controtelaio, per il telaio e telaio sono realizzati in acciaio elettrozincato; inferiore atti ad assicurare la tenuta; possono aver all’in-
telaio mobile, per le cerniere e per le serrature, secondo le cerniere sono saldate a filo continuo e sono antiscar- terno dell’anta pannelli fonoassorbenti; possono essere
quanto indicato dalla norma UNI 9569. dino; l’anta è rivestita con doppia lamiera d’acciaio pie- rifinite all’esterno con rivestimenti nobilitati.
FIG. F.1.28./3 PORTE ANTIEFFRAZIONE
SERRATURA AD UN SERRATURA A TRE SERRATURE A CINQUE SERRATURE A CINQUE PUNTI SERRATURE A CINQUE PUNTI SERRATURA CON
PUNTO DI CHIUSURA PUNTI DI CHIUSURA PUNTI DI CHIUSURA DI CHIUSURA CON MEZZA ANTA DI CHIUSURA CON ANTA COMPLETA ASTE CURVE
PORTE ESTERNE
ANTI EFFRAZIONE
SPIONCINO
ZANCHE DI ANCORAGGIO
IMPELLICCIATURA
PAVIMENTAZIONE TELAIO
FISSO
ALLETTAMENTO SERRATURA
GUAINA ORIZZONTALE
IMPERMEABILE
LAMIERA
INTONACO
PROFILO
METALLICO LAMIERE
CONTINUO DI RINFORZO
CONTROTELAIO
PAVIMENTO
INTERNO
ANIMA DELL’ANTA
DELL ANTA
SOGLIA
RIVESTIMENTO ESTERNA
TELAIO FISSO
ANTA
SERRAMENTI ESTERNI PORTE
COPRIGIUNTO
ALLETTAMENTO
PAVIMENTAZIONE
ESTERNA
GUAINA IMPERMEABILE
PORTA ESTERNA TAMBURATA
F 132
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
PORTE, PORTONI, SERRANDE 28.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.28./4 PORTE BASCULANTI
D.GETTAZIONE
C C
PRO TTURALE
3/4 H VERSIONE STRU
B B NON DEBORDANTE
210 mm CHIUSURA CON
E.NTROLLO
PALETTI LATERALI
(MECCANICA OD
1/2 H PANNELLO ELETTROMECCANICA) CO NTALE
A A INGOMBRI E COPRI AMBIE
TRAIETTORIE CONTRAPPESO
1/4 H
D’INNALZAMENTO
INNALZAMENTO PAVIMENTAZIONE
F. TERIALI,TECN
ICHE
ALLETTAMENTO MA ONENTI,
COMP
G.ANISTICA
m misure in mm. GUAINA IMPERMEABILIZZANTE
1,98 210 495 510 990 970 1480 180 330 1900
URB
2,08 220 520 530 1040 1020 1560 180 330 2000
2,18 230 545 550 1090 1070 1640 180 330 2100
2,28 240 570 570 1140 1120 1710 180 330 2200 PORTA BASCULANTE A CONTRAPPESO IN LEGNO
2,38 250 595 590 1190 1170 1790 180 330 2400
2,48 260 620 610 1240 1220 1860 180 330 2400 155 80
2,58 270 645 630 1290 1270 1940 180 330 2500 RALI
F.1. I PERIMET
M
130 ÷ 180
T
PARE ALI
VERTIC
180/230 mm
F.2. URE
CHIUS ONTALI
VARIANTE STANDARD
CON MOTORE Z
ORIZ
PROFILO
METALLICO
INSERITO NEL
PAVIMENTO
TIPOLOGIE D
D’INSTALLAZIONE
INSTALLAZIONE DEL CONTRAPPESO
70
350
80
110
370 110 350 110 110
F 133
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
28. PORTE, PORTONI, SERRANDE
➦ SERRAMENTI ESTERNI
220
Q +160 R +80
80
45 45
Q
G
PROFILO DI
SOSPENSIONE
D
90
PROFILO
D
PORTANTE
APERTURA A SINISTRA
50 20 50
2 A + 100
F = 2A PROFILATI IN ALLUMINIO DA 20 mm
MULTISTRATO
A 20 VETROCAMERA DI SICUREZZA
G
170 ÷ 204 mm
20
18
20 4 20 PARTE MOBILE
APERTURA A DUE ANTE GUARNIZIONE
PARTE FISSA
A = LARGHEZZA DI PASSAGGIO NETTA PROFILATI IN ALLUMINIO ARROTONDATI
(LARGHEZZA D’APERTURA)
D APERTURA) ANTIURTO DA 50 mm
D = CORSA D’APERTURA
D APERTURA
F = LUNGHEZZA TRAVERSA FERMAVETRO
6
GUARNIZIONE
22
MULTISTRATO GUIDA NELLA
PARTE FINALE
53 6 53
50
F 134
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
PORTE, PORTONI, SERRANDE 28.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.28./6 PORTE GIREVOLI
B.STAZIONI DILEGIZLII
TRE ANTE QUATTRO ANTE IMPIEGO
PRE I ED
NISM
ORGA
1600-2300 1600-2300 AP
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
2400-3000 2400-3000 PROF
INCREMENTO DIMENSIONALE 200mm ANTE RIGIDE ANTE A SFONDAMENTO
SIMMETRICO
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
3000-3800 H (O>3000), AP STRU
E.NTROLLO
CO NTALE
3000-3800 3000-3800 H AMBIE
INCREMENTO DIMENSIONALE 200mm ANTE A SFONDAMENTO ANTE A SFONDAMENTO
CENTRALE ANTIPANICO
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
4200-6000 4200-6000 H, CC, AP D C E COMP
INCREMENTO DIMENSIONALE 600mm 1600 1055 1677
1700 1125 1777
G.ANISTICA
1800 1195 1877
1900 1265 1977
2000 1335 2077 URB
D 2200 1475 2277
3100 x 5435 H, CC, AP 2400 1615 2477
2600 1755 2677
2800 1895 2877
3000-3400 (2+2 ANTE) H, CC, AP 3000 2035 3077
C 3200 2175 3277
RALI
E 3400 2315 3477 F.1. I PERIMET
T
3600 2455 3677 PARE ALI
SEZ B-B 3800 2595 3877 VERTIC
3600-4800 H, CC, AP D C E
1600 700 1677 F.2. URE
H PER PORTATORI DI AP CON MANIGLIONI CC PER CENTRI
1700 750 1777 CHIUS ONTALI
Z
HANDICAP ANTIPANICO COMMERCIALI
1800 800 1877 ORIZ
1900 850 1977
2000 900 2077
D 2200 1000 2277 F.3. IONI
IZ
PROFILATI DI RACCORDO VARIABILI
2400 1100 2477 PART E
30 N
2600 1200 2677 INTER
PANNELLO IN LEGNO 2800 1300 2877
3000 1400 3077
C 3200 1500 3277
E 3400 1600 3477 F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
SEZ B-B 3600 1700 3677
VERTIC
3800 1800 3877
LARGHEZZA VANO = INT.+187
ASSE CENTRALE
76 D
200 200 ARRE
Ø ESTERNO CAPPELLO = INT.+60
35,3
30 66,5
30 Ø INTERNO TELAIO ANTA MOBILE
GUARNIZIONE
Ø ESTERNO PROFILATO DI
= INT.+77 A RACCORDO STANDARD
A
GUARNIZIONE
ANTA MOBILE
B B
120
B
16 SEZ B-B
A 8. I,
SEZ A-A F.1.2 , PORTON
E
PORT NDE
SERRA
F 135
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
28. PORTE, PORTONI, SERRANDE
➦ SERRAMENTI ESTERNI
MECCANISMO
DI SCORRIMENTO
GUIDE A
PAVIMENTO
SERRATURA DI SICUREZZA
A DOPPIO CATENACCIO TIPO YALE
MECCANISMO
DI SCORRIMENTO
RUOTA IN FERRO Ø 33 mm
RULLINO IN FERRO
CEMENTATO Ø 44 mm
GUIDE A
PAVIMENTO
15 x 15 x 15
20 x 15 x 20
30 x 22 x 30
SPAZI MINIMI DI INGOMBRO
I L I
I L L I I L I
L L
I I I L I I L I
8 10
F 136
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
CARATTERISTICHE E REQUISITI 1.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
Il termine chiusura orizzontale comprende più unità singoli strati funzionali e alla loro corretta posa in opera. spersioni attraverso i ponti termici e assicurare il neces-
tecnologiche (UNI 8290, parte 1°), cui sono richieste Le chiusure orizzontali inferiori devono assicurare il sario isolamento acustico, ed eventualmente termico,
B.STAZIONI DILEGIZLII
prestazioni funzionali diverse. controllo termico e igrometrico al fine di evitare feno- tra i diversi livelli di piano.
In questa categoria sono qui comprese: le chiusure oriz- meni di condensa, infiltrazioni di acqua per risalita capil- Le coperture devono assicurare la tenuta all’acqua me-
PRE I ED
zontali di base o inferiori, le chiusure orizzontali inter- lare dal suolo o per penetrazione orizzontale. teorica, proteggere termicamente e acusticamente gli NISM
medie, le chiusure orizzontali superiori o coperture. Le chiusure orizzontali intermedie devono contribuire al ambienti sottostanti, evitare fenomeni di infiltrazione e ORGA
La rispondenza alle prestazioni richieste è affidata a mantenimento delle condizioni igrotermiche evitando di- condensa.
La funzione isolante può essere svolta dallo stesso ele- FIG. F.2.1./2 ISOLAMENTO TERMICO DI SOLAI SU SPAZI APERTI
G.ANISTICA
mento costruttivo che realizza la chiusura orizzontale
(pignatte con caratteristiche isolanti o pani di polistirolo) o
può essere assolta interamente da uno strato applicato MASSETTO IN CALCESTRUZZO URB
all’intradosso o all’estradosso dell’orizzontamento, in rela- CON ALLOGGIAMENTO
zione alle possibilità realizzative e alle esigenze funziona- PAVIMENTO DELLA SERPENTINA PAVIMENTO
li; i fattori che orientano la scelta tengono conto del tipo di SOTTOFONDO SOTTOFONDO
isolante impiegato, della complessità volumetrica dell’e-
dificio, del grado di isolamento che si intende ottenere. 2 2
3 3 RALI
Per quanto riguarda le solette di copertura, in linea gene- F.1. I PERIMET
T
rale, un isolante collocato in posizione esterna sottopone 5 ÷6 PARE ALI
la soletta a minori shock termici, produce un maggiore VERTIC
sfasamento e smorzamento dell’onda termica e può esse- 5
18
re applicato anche in fasi successive alla realizzazione
del fabbricato; un isolante collocato all’intradosso, in caso F.2. URE
di solai intermedi e solette di copertura non richiede parti- 18 CHIUS ONTALI
Z
colari oneri di mano d’opera e attrezzature per il montag- ORIZ
5
gio, può essere applicato, senza disturbo, in qualsiasi
momento della vita dell’edificio ed è facilmente manuteni- 2
bile. Le modalità di posa in opera variano in funzione del F.3. IONI
IZ
PART E
PANNELLI ISOLANTI
tipo di materiale impiegato. I materiali sciolti sono stesi in STRATO N
strati orizzontali; possono essere posati, anche in fase ISOLANTE SERPENTINA TUBI
CON GIUNTI BATTENTATI
INTER
successiva alla costruzione, sull’estradosso dei solai non DI RISCALDAMENTO
STRATO INTONACO ARMATO
calpestabili di sottotetto. I materassini, particolarmente SEPARATORE F.4. NTI DI E
adattabili alle diverse geometrie e più indicati per la posa IN CARTALANA, ELEME NICAZION
in orizzontale, sono stesi anche in più strati e giuntati; CARTA KRAFT, STRATO SEPARATORE COMU ALE
richiedono la protezione con fogli separatori, o carta kraft, CARTONFELTRO E BARRIERA Nel caso di solai controterra, è necessario inserire al di sotto VERTIC
dagli strati di finitura successivi. BITUMATO AL VAPORE S = 2-3 mm dello strato isolante un manto impermeabile di circa 4 mm
I pannelli sono accostati tra di loro con giunti semplici o
battentati, se in doppio strato, i giunti dei due strati devo- F.5. I
D
no risultare sfalsati; il fissaggio avviene con bitume caldo, FIG. F.2.1/.3 ISOLAMENTO DI PAVIMENTO RADIANTE ARRE
con adesivi o, con sistemi meccanici; nelle coperture in
particolare, prima di applicare il materiale isolante può PAVIMENTO
essere necessario trattare il piano di posa con un primer, SOTTOFONDO F.6. AZIONI
M
costituito da un’emulsione bituminosa. La posa a secco è SISTE E
N
adatta quando la protezione superficiale della copertura è SERPENTINA DI TUBI DI ESTER
RISCALDAMENTO
affidata a manti zavorrati.
BARRIERA AL VAPORE MASSETTO IN
FIG. F.2.1./1 MATERASSINI ISOLANTI IN ALLUMINIO O CALCESTRUZZO
FOGLIO DI POLIETILENE CON ALLOGGIAMENTO
DELLA SERPENTINA
Stesura orizzontale in
doppio strato con giunti 5
non coincidenti 6
4 ÷5
GIUNTO DI DILATAZIONE
PERIMETRALE S=10 mm
SOLAIO 8. I,
F.1.2 , PORTON
E
STRATO ISOLANTE PORT NDE
SERRA
Richiede la massima coibentazione
per non riscaldare inutilmente . E
IMPERMEABILIZZAZIONE F.2.1 TERISTICH
gli ambienti sottostanti T
CARA UISITI
FONDAZIONE E REQ
F 137
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
1. CARATTERISTICHE E REQUISITI
MATERIALI IMPERMEABILIZZANTI
MATERIALI
I materiali impermeabilizzanti sono impiegati per impedire protezione superficiale, realizzata con successivi strati di che, i prodotti termoplastici, le soluzioni in solvente di
l’infiltrazione di acqua, per risalita capillare o gravità in finitura o, nelle membrane prefabbricate, con strati protet- bitume, le emulsioni acquose di bitume, i prodotti a base
quella parti della struttura edilizia maggiormente a rischio tivi applicati in officina. di polimeri organici.
(fondazioni, solai a terra, chiusure verticali dei piani In queste ultime, la protezione è costituita da scaglie di Le membrane si distinguono in base: al materiale compo-
interrati, balconi, coperture). La normativa di riferimento, ardesia o lamine metalliche: le prime sono ottenute per nente (bitume ossidato fillerizzato, bitume polimero
relativa ai criteri generali di classificazione (UNI 8818), ai macinazione della pietra naturale, eventualmente colorate, plastomero, bitume polimero elastomero, etilene propilene
metodi di prova (UNI 8202), alla determinazione delle e preparate in modo da favorire l’adesione alla membrana diene ecc.); al materiale di armatura integrato nella
caratteristiche fisiche, meccaniche e dimensionali (UNI impermeabilizzante; le lamine metalliche sono realizzate membrana (velo vetro, poliammide tessuto, film di poli-
8269) è contenuta nei raggruppamenti della Selezione 10 con metalli puri, alluminio eventualmente colorato, rame, propilene, foglio sottile di alluminio ecc.); al materiale di
UNI 91.060.20-30, 91.060.20-40. acciaio inox, di spessore 6-8 centesimi di millimetro. finitura della faccia superiore (film di poliestere o di
Oltre al principale requisito di impermeabilità, questi I prodotti impermeabilizzanti, applicabili a freddo o a polietilene da non asportare, graniglie, scaglie metalliche
materiali devono avere (UNI 8202) buone caratteri- caldo, sono commercializzati in forma liquida o pastosa ecc.); al materiale di finitura della faccia inferiore (poliestere
stiche meccaniche per resistere ai movimenti strutturali, in membrane mono o pluristrato. non tessuto, sughero, foglio sottile di alluminio ecc.).
adeguata resistenza al punzonamento statico e dina- Un’eventuale armatura, che migliora le caratteristiche I materiali impermeabilizzanti sono di tipo naturale o
mico, stabilità dimensionale, plasticità, resistenza agli meccaniche, può essere integrata nella fase di posa in sintetico. Alla prima categoria appartengono i materiali
agenti atmosferici e all’invecchiamento, devono essere opera o predisposta già nel prodotto prefabbricato. bituminosi, impiegati anche nella produzione delle mem-
imputrescibili. Se esposti ai raggi UVA, alle piogge acide I prodotti liquidi o pastosi sono: i mastici di rocce asfalti- brane bituminose e come sigillanti; alla seconda cate-
e alle escursioni termiche richiedono un’adeguata che o di asfalto sintetico, gli asfalti colati, le malte asfalti- goria appartengono le membrane sintetiche.
TAB. F.2.1./2 CLASSI DI RESISTENZA AL PUNZONAMENTO STATICO DI TAB. F.2.1./3 CLASSI DI RESISTENZA AL PUNZONAMENTO DINAMICO DI
MEMBRANE IMPERMEABILIZZANTI (norma UNI 8202 parte 11) MEMBRANE IMPERMEABILIZZANTI (norma UNI 8202 parte 12)
PS1 perdita di impermeabilità con carico di 7 kg PD1 perdita di impermeabilità sotto urto di 2 Nm (0,2 kgm)
nessuna perdita di impermeabilità con carico di 7 kg,
PS2 nessuna perdita di impermeabilità sotto urto di 2 Nm (0,2 kgm),
ma perdita con carico di 15 kg PD2
ma perdita sotto urto di 3 Nm (0,3 kgm)
nessuna perdita di impermeabilità con carico di 15 kg,
PS3
ma perdita con carico di 25 kg
nessuna perdita di impermeabilità sotto urto di 3 Nm (0,3 kgm),
nessuna perdita di impermeabilità con carico di 25 kg, PD3
PS4 ma perdita sotto urto di 5 Nm (0,5 kgm)
ma perdita con carico di 35 kg
PS5 nessuna perdita di impermeabilità con carico di 35 kg PD4 nessuna perdita di impermeabilità sotto urto di 5 Nm (0,5 kgm)
MATERIALI BITUMINOSI
I bitumi sono idrocarburi, o miscele di idrocarburi, di ori- distillato, è legato alle pavimentazioni stradali; in misura di acqua producono rigonfiamenti.
gine naturale o derivati dai petroli o da rocce (esclusi i minore viene impiegato, in genere il tipo ossidato, come L’emulsione di asfalto è additivata con acidi che
combustibili fossili), solubili in solfuro di carbonio e dota- impermeabilizzante in edilizia, per rivestimenti protettivi, fluidificano l’impasto; per la sua azione legante, realizza
ti di capacità agglomerante. I principali materiali bitumi- sigillanti, mastici, opere di ingegneria idraulica, per pre- una sorta di pietra naturale quando viene stesa su strati
nosi sono il bitume, l’asfalto, il catrame, i cilindrati o parazione di sottofondi prima della posa di definitivi di ghiaia grossa penetrando negli interstizi.
cartonfeltri bitumati. Il bitume (80% C, 8-10% H, S manti bituminosi. Infatti l’impregnazione con bitume ad Il catrame è ottenuto dalla distillazione di carbon fossile,
quantità variabili) è una resina termoplastica di origine alto punto di rammollimento, miscelato con solventi a torbe, ligniti o scisti; il prodotto è denso e di colore scuro,
organica (densità 1,21) di natura colloidale; non contie- essiccamento rapido, penetra nei pori del materiale sot- composto da sostanze aromatiche, fenoli e sostanze
ne sostanze volatili. tostante e garantisce la corretta adesione del successi- azotate. Si distingue chimicamente dai bitumi per la
Il bitume naturale, piuttosto raro e di impiego limitato, pro- vo strato impermeabile. diversa struttura molecolare. Questi sono costituiti da
viene dalla evaporazione e ossidazione dei giacimenti L’asfalto è una roccia calcarea che contiene il 7-15% di composti paraffinici e naftenici; quello da composti aro-
petroliferi; quello artificiale, oggi largamente usato, è il bitume; oltre al carbonato di calcio (50-90%), sono matici. Il catrame è nocivo e l’esposizione ai fumi dà
prodotto residuo della distillazione industriale del petrolio, presenti il carbonato di magnesio (0,10-15%), l’anidride effetti irritanti. È molto sensibile alle variazioni di tempe-
dopo l’estrazione delle benzine e degli olii pregiati. carbonica, argilla e ossidi di calcio (0,15-5%), l’acqua e ratura, divenendo molto fragile alle basse temperature.
Il bitume non viene impiegato allo stato puro, data la sostanze volatili (0,2-5%). Ha ottime proprietà antiruggine ed è scarsamente com-
scarsa resistenza agli agenti atmosferici; al variare della La farina d’asfalto, derivata dalla macinazione della patibile con il bitume; è quindi da evitare l’abbinamento
temperatura modifica il suo stato fisico (da rigido e fragi- roccia, viene utilizzata nella preparazione di intonaci e di prodotti a base di catrame con quelli a base di bitume.
le, diviene pastoso all’aumentare della temperatura e pavimentazioni e per confezionare il mastice. Oggi il catrame viene impiegato in larga misura per
passa allo stato fluido per temperature > 50°C). Il mastice di asfalto è composto da farina di asfalto e impregnare i cartoni impermeabilizzanti. Le spalmature di
Le principali caratteristiche (punto di rammollimento, bitume al 7-8%. La posa in opera del mastice richiede la bitume a caldo su cartonfeltro sono ormai completamente
espresso in °C, penetrazione alla temperatura di 25°C, fusione, a seguito della quale è necessario aggiungere superate, per impieghi in edilizia, dai prodotti industriali.
suscettibilità termica) sono migliorate con la distillazione, ancora bitume (1-6%) per reintegrare quello volatilizzato I cilindrati, denominati commercialmente cartonfeltro e
cioè l’estrazione delle sostanze grasse e leggere, o con e migliorare l’idrorepellenza del prodotto, ma ciò cartonlana, sono costituiti da carta o stracci impregnati
l’ossidazione, cioè un processo industriale di soffiatura abbassa la temperatura di fusione; la pasta fusa viene di bitume.
con aria ad alta temperatura (220-250°C), a seguito miscelata con sabbia fine (34-40%), oppure pietrisco o L’impiego di prodotti fabbricati in officina, oltre a offrire
della quale vi è la creazione di molecole pesanti cui sono ghiaia nel caso di superfici sottoposte a usura, e stesa maggiori garanzie sulla qualità del prodotto, semplifica la
aggiunti materiali di natura polimerica, come il propilene per strati successivi incrociati, per uno spessore posa in opera che consiste nella sovrapposizione di strati
o la gomma sintetica Stirene-butadirene-stirene (Sbs). massimo di 10 mm. La sabbia rende il prodotto meno prefabbricati da saldare a caldo o incollare a freddo con
Questi ultimi, oltre a migliorare le caratteristiche suddet- sensibile alle alte temperature, ma ne riduce l’imper- mastice. La semplificazione delle operazioni di posa in
te, aumentano la resistenza all’invecchiamento. meabilità e lo rende fragile alle basse temperature. La opera e la maggiore sicurezza in cantiere hanno orientato
Il maggiore impiego del bitume, in particolare quello superficie di posa deve essere asciutta e pulita; residui gli operatori verso l’impiego delle membrane prefabbricate.
MEMBRANE BITUMINOSE
Sono membrane prefabbricate a base di bitume e agen- colare il polipropilene atattico APP; tra gli elastomeri si • membrane PAO (Bitume Polimero Poliolefinico) hanno
ti modificanti atti a migliorare le caratteristiche del bitu- impiega la gomma Stirene butadirene stirene; gli elasto- elevata resistenza al’invecchiamento termico e agli
me; sono commercializzate in teli arrotolati, di altezza meri sono principalmente copolimeri di etilene e propilene. UV. Ottima lavorabilità sia alle alte, sia alle basse
1-1,70 m e spessore 2-5 mm. Le membrane bituminose, di norma, vengono classificate in temperature;
La massa impermeabilizzante prevede l’impiego di base al polimero aggiunto al bitume per modificarne alcune • membrane BPP (Bitume Polimero Plastometro) hanno
miscele di bitume ossidato, di bitume polimero (MBP) o caratteristiche e renderlo più adatto all’impiego: un’ottima stabilità dimensionale a caldo e una buona
di catrame modificato a cui si aggiungono, oltre gli addi- • membrane BPE (Bitume Pollimero Elastomero) pre- flessibilità a freddo.
tivi, i plastomeri o gli elastomeri al fine, come già detto, sentano un’ottima lavorabilità alle basse temperature Il manto bituminoso viene posato in due o più strati e,
di migliorarne le caratteristiche. ed hanno una migliore resistenza alle sollecitazioni per la facilità di posa, è particolarmente adatto a super-
I plastomeri impiegati sono polimeri polipropilenici, in parti- meccaniche; fici con rilievi e all’esecuzione di dettagli complessi.
F 138
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
CARATTERISTICHE E REQUISITI 1.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
MEMBRANE SINTETICHE PROG
Sono membrane prefabbricate che non contengono
bitume. Sono commercializzate in rotoli di altezza 1-1,70 m
mento elastico, sono ottenuti da polimeri liquidi, naturali
o sintetici, le cui strutture lineari sono vincolate tra loro
TNT che protegge la membrana dalle asperità del supporto.
Con il poliisobutilene, PIB, polimero dell’isobutilene, si B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
e spessore 2-5 mm. Sono costituite (UNI 8818) da una attraverso il processo chimico di indurimento, chiamato realizza una membrana adatta a essere impiegata in NISM
massa impermeabilizzante, da un’armatura e da vulcanizzazione. copertura. È resistente all’invecchiamento, ma ha scarsa ORGA
un’eventuale finitura sulle superfici inferiore e superiore. Alla scarsità dei legami che si formano tra le catene a resistenza al punzonamento; anche in questo caso è
C.RCIZIO
I materiali che costituiscono i diversi strati funzionali sono seguito della vulcanizzazione è da attribuire il compor- opportuno interporre uno strato di TNT a protezione
numerosi. tamento elastico delle gomme. della membrana. E
Per le membrane sintetiche la massa impermeabiliz- Tra le materie plastiche impiegate, si ricorda il PVC, il Le membrane che impiegano il polietilene semirigido ad ESE ESSIONAL
zante prevede l’impiego di materie plastiche o elasto- poliisobutilene (PIB), il butile, l’EPDM termoplastico e alta densità, HDPE, polimero dell’etile, sono prodotte PROF
meri; l’armatura è realizzata con tessuto non tessuto vulcanizzato, il polietilene semirigido ad alta densità. con bugnature profonde, costituite da rilievi semiconici
D.GETTAZIONE
(TNT) in velo vetro o poliestere, carta feltro, fogli di L’assenza di finiture superficiali è prevista dalla o troncopiramidali che, oltre a rinforzare
alluminio ecc.; le finiture superficiali sono realizzate per normativa e non pregiudica la qualità del prodotto finito, meccanicamente la membrana opponendosi anche alla
la faccia superiore con film di poliestere, polipropilene, ma dipende dalla specificità delle lavorazioni e delle perforazione delle radici, realizzano un’intercapedine PRO TTURALE
lamine metalliche, graniglia ardesia, sabbia ecc.; per la materie prime impiegate. drenante tra la membrana stessa e il supporto. STRU
faccia inferiore con velo vetro, film di polietilene, Il PVC, o polivinilcloruro, è il polimero del cloruro di Queste membrane sono particolarmente adatte nella
sughero, adesivo ecc. La posa prevede un solo strato di vinile. Ha buone caratteristiche meccaniche, è molto protezione dai danni meccanici allo strato impermeabi-
membrana. resistente al gelo, ha buona stabilità termica. lizzante nelle platee di fondazione, nei muri controterra, E.NTROLLO
Le materie plastiche e gli elastomeri (gomme) sono L’aggiunta di additivi plastificanti consente la realizza- nei giardini pensili. CO NTALE
sostanze macromolecolari (polimeri). Le prime, ottenute zione di prodotti flessibili e resilienti adatti all’impiego L’altezza delle bugne, da 8 a 20 mm, varia in ragione del AMBIE
con procedimenti di sintesi della chimica organica, sono in edilizia; sensibile ai raggi ultravioletti viene integra- tipo di applicazione della membrana. Nei muri contro-
F. TERIALI,
caratterizzate dal comportamento plastico alle alte to con additivi stabilizzanti che ne inibiscono la decom- terra, il montaggio è spesso abbinato a un foglio di TNT
ICHE
temperature che consente la formatura; gli elastomeri, posizione. sul lato a contatto con il terreno, per evitare che le parti- TECN
che presentano a temperatura ambiente un comporta- Nella posa è consigliabile l’interposizione di uno strato di celle di quest’ultimo intasino gli spazi tra i rilievi. MA ONENTI,
COMP
GEOTESSILI G.ANISTICA
URB
Sono impiegati con funzione di armatura nelle mem- incollate con resine termoindurenti, a base di bachelite sotropo). Le fibre continue che escono dalle filiere sono
brane impermeabili; con funzione filtrante e drenante o formaldeide, e i teli sono rinforzati da fili di vetro dispo- distribuite disordinatamente su un nastro trasportatore
nella realizzazione di drenaggi, giardini pensili, nelle sti longitudinalmente. e saldate. Le caratteristiche meccaniche sono analo-
opere di ingegneria civile e idraulica; come strato sepa- Sono in produzione tessuti multiassiali in fibra di vetro, ghe nelle due direzioni, trasversale e longitudinale,
ratore e di scorrimento in abbinamento a strati di imper- nei quali, alla planarità delle fibre, che consente di sfrut- risultando un materiale con buon comportamento iso-
RALI
meabilizzazione, in particolare nelle coperture con ele- tarne pienamente la resistenza a trazione, si aggiunge tropo. Per i TNT è opportuno conoscere il peso unitario, F.1. I PERIMET
T
mento di tenuta in PVC. la multidirezionaità secondo le direzioni realmente sol- la natura del trattamento legante, se sono costituiti da PARE ALI
Il tipo tessuto è una stoffa realizzata con due serie di fili: lecitate. La resistenza complessiva risulta così incre- filamento continuo o da fiocco. Sono oggi in produzione VERTIC
ordito e trama; il tipo non tessuto, identificato con la mentata, mentre si riduce il peso. La cucitura con sotti- membrane prefabbricate a effetto schermante che abbi-
sigla TNT, è un telo in poliestere, polipropilene o li fili di poliestere offre un ulteriore contributo al compor- nano alla funzione impermeabilizzante quella di scher-
poliammide, somigliante a un feltro ma con elevata resi- tamento al taglio e alla resistenza all’urto. matura dell’edificio dagli effetti nocivi dei campi elettro- F.2. URE
stenza meccanica e chimica; le fibre o i filamenti che lo I TNT di poliestere, di peso variabile tra 100 a 300 gr/mq, magnetici, in particolare quelli causati dalle radiofre- CHIUS ONTALI
Z
compongono sono distribuiti in maniera casuale e lega- sono ottenuti dall’incollaggio, con resine termoindurenti di quenze (ponti radio, ripetitori, antenne di telefonia mobi- ORIZ
ti con trattamento meccanico (agugliatura), chimico tipo acrilico, delle fibre discontinue, TNT da fiocco, o del le, radar ecc.). Si tratta di membrane a base di bitume
(impregnazione) o termico (fusione). filato continuo, TNT da filo continuo, e successiva polime- modificato, che adottano come armatura una speciale
F.3. IONI
Anche i teli in velo di vetro sono comunemente assi- rizzazione a caldo. Le fibre discontinue hanno lunghezza lega metallica, capace di neutralizzare gli effetti delle IZ
PART E
milati ai TNT; hanno grammatura di 50 gr/mq, e sono non inferiore a 6 cm e, alla fine della lavorazione, risulta- N
onde elettromagnetiche. In prossimità dei bordi, un par- INTER
costituiti da fibre di vetro del diametro di circa 15 micron no orientabili, cioè la resistenza meccanica è diversa nella ticolare tipo di cimosa consente “il collegamento elettri-
e lunghezza compresa fra 6 e 12 mm; le fibre sono direzione trasversale o longitudinale (comportamento ani- co” tra i rotoli affidato a una speciale pasta conduttrice.
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
F.5. I
D
TAB. F.2.1./4 PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEI TESSUTI NON TESSUTI IN POLIESTERE DA FIOCCO E DA FILO CONTINUO ARRE
F 139
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
1. CARATTERISTICHE E REQUISITI
➦ MATERIALI IMPERMEABILIZZANTI
L’efficacia della protezione impermeabile, indipenden- bitumati, i feltri bitumati, i teli di fibra di vetro bitumati. viste tre modalità.
temente delle prestazioni dei materiali utilizzati, è I teli sono posati a giunti sovrapposti, di almeno 8 cm; Il collegamento in completa aderenza si ha quando lo
completamente vanificata da una posa in opera non tra gli strati (da 3 a 8) viene interposto uno strato di bitu- strato di tenuta aderisce totalmente al sottofondo con
corretta. me ossidato fuso o una membrana bituminosa posta in una percentuale di adesione del 100%; questo tipo di
Lo strato di tenuta deve assecondare i movimenti opera a fiamma. posa si rivela il più affidabile soprattutto per i manti bitu-
strutturali e le dilatazioni termiche senza venirne La massa base di bitume deve risultare alla fine pari a minosi, ma non sempre eseguibile in presenza di dis-
danneggiato. circa 6,5 Kg/mq per pendenze < del 10%, di 5,5 Kg/mq continuità del supporto.
I difetti più comuni dei materiali sono in genere rile- per pendenze > del 10%. Il collegamento in semiaderenza prevede una percen-
vabili a vista ed eliminabili prima della posa; le perdi- Utilizzando una membrana sintetica prefabbricata è tuale di adesione di circa il 30%. I punti o le strisce ade-
te di impermeabilità sono pertanto da attribuire necessario verificarne l’assenza di difetti, rilevabili a sive sono realizzati con prodotti adesivi o interponendo,
essenzialmente a errori di progettazione ed esecu- vista, che ne limiterebbero la funzionalità: la mancanza tra il sottofondo e la guaina, uno strato forato di TNT o
zione dell’opera. di rettilineità dei rotoli è pericolosa solo nel caso di cartonfeltro, sul quale viene steso del bitume ossidato a
La posa dei materiali impermeabili avviene a freddo o membrane autoprotette, poiché il taglio compromette- caldo (1,5-2,0 kg/mq) che forma punti di adesione ela-
a caldo e dipende dal tipo di materiale impiegato; a rebbe la tenuta alle giunzioni; eventuali fessurazioni, stici in corrispondenza dei fori.
tale proposito, al di là dei criteri di carattere generale, vistose ondulazioni e delaminazioni (distacco dell’arma- La totale indipendenza della guaina dal supporto è adat-
è comunque necessario attenersi alle istruzioni dei tura dalla massa impermeabilizzante), irregolarità dello ta per impermeabilizzare superfici piane orizzontali e in
produttori. Tutte le giunzioni devono avvenire per spessore, mancanza di adesione impongono la sostitu- zone con scarso vento; uno strato separatore in cartone
sovrapposizione (8-15 cm a seconda dei materiali) e zione del rotolo. Prima dello strato impermeabilizzante, bitumato o non tessuto precede la posa del manto; se
lo strato a quota più alta deve sormontare quello a il piano di posa deve essere asciutto, pulito e privato posto in orizzontale, il manto impermeabile deve essere
quota più bassa. delle asperità che potrebbero compromettere l’aderen- adeguatamente zavorrato senza ridurne l’indipendenza;
La posa deve essere sempre effettuata a temperature za o provocare il punzonamento del manto. le membrane con profilo bugnato, con funzione drenan-
superiori a 5°C e con tempo stabile; la superficie di Le membrane bituminose sono fissate al supporto me- te o a protezione di un ulteriore strato impermeabile
posa deve essere asciutta e pulita. diante riscaldamento con cannello a fiamma del film sono montate in genere secondo questa modalità.
I materiali bituminosi sono posati generalmente a caldo; plastico inferiore, sino a liquefarne lo strato superficiale. A differenza dei manti sintetici, nella posa delle guaine
la posa a freddo non garantisce la durabilità del prodot- I teli adiacenti devono sovrapporsi di 10-20 cm. bituminose è bene evitare piegature con angoli ≤ 90°,
to. L’asfalto viene steso a caldo in due strati, di 10 mm Gli strati successivi sono eseguiti con uguale modalità, che provocherebbero, in corrispondenza della piega,
ciascuno, con giunti sfalsati. La miscela è composta di badando che i giunti dello strato superiore non coinci- pericolose sollecitazioni di trazione. A tale scopo sono
60 parti in peso di mastice di asfalto, 34-39 parti di sab- dano con quelli dello strato inferiore. impiegati supporti in cemento retinato o profili di diver-
bia, 1-6 parti di bitume naturale. È steso direttamente I manti sintetici sono saldati con uno strato di bitume so materiale che attenuano la piegatura. I punti critici
sul massetto, la cui pendenza deve essere ≤ 8%. Data ossidato a caldo o con collanti a freddo. Nelle mem- sono rappresentati dai giunti strutturali, dove la guaina
la poca elasticità del manto, l’interposizione di uno stra- brane in gomma EPDM la saldatura dei lembi sovrap- deve essere lasciata libera di assecondare i movimenti
to di scorrimento in velo vetro, TNT o carton feltro ne posti avviene per vulcanizzazione, con speciale della struttura, dagli imbocchi dei pluviali, dai raccordi
evita la fessurazione. La finitura superficiale è realizzata nastro e pressa termomeccanica, o con nastro di con elementi verticali che costituiscono, se non protetti,
con uno strato di 15-20 mm composto da una miscela gomma biadesivo. Nei manti autoprotetti è sconsi- vie certe di infiltrazione di acqua. Nei casi di elementi
di asfalto e sabbia. gliata la posa a fiamma. strutturali che possono subire l’aggressione delle radici
Un piano praticabile è realizzato con mattonelle di asfal- Nelle superfici in pendenza, le sovrapposizioni della (muri controterra, giardini pensili, fondazioni), lo strato
to, spessore 15-20 mm, posate su uno strato di asfalto membrana saranno ortogonali alla linea di pendenza impermeabile deve offrire requisiti di membrana antira-
di 5 mm, a sua volta steso su un feltro isolante; le fughe e realizzate, come già detto, in modo che il telo a dice, cioè di contrasto all’azione chimica, meccanica, di
sono sigillate con ulteriore asfalto liquido e la finitura quota maggiore sormonti quello a quota inferiore, e disgregazione, di punzonamento delle radici, ovvero
superficiale è realizzata con asfalto sabbiato. non viceversa. essere integrato da uno strato con specifica funzione,
L’impermeabilizzazione a strati multipli impiega i cartoni In relazione al collegamento con il sottofondo sono pre- proteggendo in tal caso anche lo strato impermeabile.
F 140
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE •CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
FONDAZIONI E INTERRATI 2.
B.STAZIONI DILEGIZLII
I sistemi di protezione prevedono la realizzazione di intercapedini perimetrali aerate, ta nel tempo; la guaina si estenderà dal piano di imposta del muro interrato sino a
che isolano la struttura muraria dal contatto laterale con il terreno, oppure l’impiego di 10-15 cm fuori terra.
PRE I ED
barriere impermeabili verticali e orizzontali, associate a un sistema di drenaggio. La giunzione tra lo strato di tenuta verticale e quello orizzontale deve essere accurata. NISM
La barriera impermeabile è realizzata generalmente con membrane bituminose armate In presenza di falda freatica prossima alle murature è opportuno applicare due strati ORGA
con velo di vetro o TNT di poliestere. di impermeabilizzazione sia verticale che orizzontale.
FIG. F.2.2./1 PROTEZIONE CON INTERCAPEDINE FIG. F.2.2./2 PROTEZIONE CON MEMBRANE IMPERMEABILI C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
GRIGLIA PROFILO DI CHIUSURA
MURATURA
D.GETTAZIONE
LASTRA DI PAVIMENTAZIONE E PRO TTURALE
MALTA E PAVIMENTAZIONE
ELEMENTO DI DEFLUSSO ACQUE METEORICHE STRU
TENUTA VERTICALE
MASSETTO IN CALCESTRUZZO TESSUTO NON
E.NTROLLO
ELEMENTO DI
TENUTA TESSUTO A
STRATO DI ORIZZONTALE PROTEZIONE CO NTALE
SEPARAZIONE
DEL DRENAGGIO AMBIE
MASSETTO
RINFORZO DRENAGGIO
STRATO ISOLANTE 4 cm
F. TERIALI,TECN
ICHE
GUAINA IMPERMEABILE VESPAIO ELEMENTO DI MA ONENTI,
PROTEZIONE DELLA COMP
SU STRATO
DI PROTEZIONE GUAINA IN FOGLIO DI
POLIETILENE A RILIEVO
MASSETTO IN
CALCESTRUZZO GUAINA TAGLIAMURO G.ANISTICA
CUNETTA CON URB
CONDOTTO PER SCARICO
PENDENZA VERSO
IL PUNTO DI TUBO DI DRENAGGIO
RACCOLTA DELL’ACQUA
DELL ACQUA
INTERCAPEDINE CON CUNETTA DI RACCOLTA DI ACQUA
RALI
F.1. I PERIMET
T
TUBO DI RACCOLTA ACQUA PARE ALI
VERTIC
GUAINA IMPERMEABILE
BOCCA DI LUPO
PREFABBRICATA
IN MATERIALE
PLASTICO
. E
F.2.1 TERISTICH
T
CARA UISITI
E REQ
.
F.2.2AZIONI E
FOND ATI
R
INTER
F 141
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
2. FONDAZIONI E INTERRATI
OPERE DI DRENAGGIO
Il sistema di drenaggio (DIN 4095, 18195) contribuisce alla dispersione nel terreno di acqua o quando sia necessario bonificare gli strati sottostanti la base di fondazione).
dell’acqua in eccesso, evitando ristagni. La dispersione deve essere distribuita e non In presenza di terreno impermeabile è opportuno prevedere un tubo di drenaggio,
concentrata, in modo da non saturare il terreno con carichi eccessivi di acqua, ma situato alla base del drenaggio. Il tubo di drenaggio presenta dei fori sulla parte
consentirne il rapido smaltimento. superiore, destinati a incanalare l’acqua drenata al suo interno, e ha un’inclinazione di
Il drenaggio circonda il perimetro della fondazione; per le opere civili, è realizzato con 5 mm per metro lineare verso le canalizzazioni di scarico. Il tubo deve presentare
uno strato di pietrame da collocare in opera a mano, su terreno ben costipato per ottima resistenza alla compressione, ottima flessibilità e adattabilità a ogni tipo di
evitare cedimenti. La dimensione delle pietre diminuirà mano a mano che si sale: da percorso. Vicino al tubo di drenaggio il pietrame sarà di maggiore dimensione e
pietre grosse e regolari negli strati più profondi fino a impiegare, nell’ultimo strato regolare. Un ulteriore sistema prevede la disposizione inversa del pietrame: scenden-
superiore, del pietrame minuto, ghiaia o pietrisco, al fine di impedire l’intasamento do in profondità, la granulometria è via via più sottile, fino ad arrivare con uno strato di
degli interstizi tra le pietre con la terra sovrastante, che dovrà essere conveniente- 20-30 cm di sabbia grossa intorno al tubo di drenaggio. Il pietrame necessario al
mente pigiata sull’ultimo strato di pietrisco. Il drenaggio è disposto, come si è detto, sul drenaggio può anche essere avvolto, o semplicemente protetto sui lati esterni, da uno
perimetro delle strutture fondali, o a poca distanza da esse (nel caso di elevata presenza strato di TNT che, oltre a contenerne la massa, ha anche funzione filtrante.
TUBO DI DRENAGGIO
PROTEZIONE DALL
DALL’UMIDIT
UMIDITÀ NELLE FONDAZIONI CONTINUE E ISOLATE E MURI CONTROTERRA
TESSUTO NON TESSUTO
BARRIERA
IMPERMEABILE ISOLANTE
ORIZZONTALE
BARRIERA IMPERMEABILE STRATO TUBO DI BARRIERA STAFFE DI
TAGLIAMURO SAGOMATA A “Z” ISOLANTE DRENAGGIO TAGLIAMURO COLLEGAMENTO
TRA LE PARETI
STRATO DI RACCORDO DI SCARICO
TUBO DI PROTEZIONE DALLA CUNETTA
DRENAGGIO IN VELO
DI VETRO
BARRIERE
RIPORTO GHIAIA 80 cm IMPERMEABILI
VESPAIO
F 142
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE •CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
FONDAZIONI E INTERRATI 2.
B.STAZIONI DILEGIZLII
garantire il controllo dell’umidità risalente dal terreno, della condensa, della tempe- genee derivanti da rocce compatte non gelive, con buona resistenza meccanica, non
ratura superficiale. Questi requisiti sono raggiunti mediante la costruzione di un’inter- gessose o marmose.
PRE I ED
capedine aerata, di un vespaio aerato o di un massetto su membrana impermeabile. Per lo strato superficiale si impiegano grossi scheggioni a contrasto, disposti con NISM
L’intercapedine aerata è ubicata al di sotto del solaio; è alta circa 60 cm ed è comuni- l’asse maggiore verticale; i vuoti saranno riempiti con scaglie di pietra; l’ultimo strato ORGA
cante con una intercapedine perimetrale chiusa all’esterno da una griglia; in tal modo sarà costituito da ghiaietto fine sino alla quota prescritta.
è garantita l’aerazione continua dell’intercapedine sottostante il solaio. Il massetto su membrana impermeabile è generalmente impiegato per realizzare i
Il solaio può essere realizzato con il sistema a setti e impalcato, quando l’impalcato è solai di garage, depositi, rimessaggi. Su un terreno spianato e battuto, si dispone uno C.RCIZIO E
portato da muretti, i quali non devono essere di ostacolo alla circolazione di aria e strato drenante di pietrisco di 10-15 cm, sul quale viene stesa una guaina impermea- ESE ESSIONAL
provvisti, quindi, di fori di aerazione; oppure con il sistema a ordito e impalcato, bile, previa eventuale interposizione di una membrana antiradice. PROF
quando il solaio è sostenuto dai muri di ambito o dalle travi dell’ossatura portante. A completamento viene steso un massetto di 8 cm su cui potrà essere posato il rivesti-
D.GETTAZIONE
Nel vespaio aerato il solaio insiste su uno strato di pietrame grezzo entro il quale è mento. L’impiego di una membrana bugnata, di spessore 8 mm, su terreno compatto,
assicurata l’aerazione mediante canali di aerazione paralleli, comunicanti con l’esterno sostituisce lo strato di pietrame e riduce sensibilmente lo spessore complessivo del solaio.
PRO TTURALE
STRU
FIG. F.2.2./4 INTERCAPEDINE AERATA CON SOLAIO A SETTI E IMPALCATO
CANALE CANALE DI
PAVIMENTO E.NTROLLO
CO NTALE
MARCIAPIEDE
GRIGLIATO AERAZIONE SOTTOFONDO
AMBIE
MASSETTO CON CANALE GRIGLIATO
PENDENZA 3
3%
EVENTUALE PASSAGGIO
CIGLIO
DI IMPIANTI 60 F. TERIALI,TECN
ICHE
20 MA ONENTI,
20 COMP
BARRIERA AL VAPORE
20 40
STRATO ISOLANTE mm 20
DRENAGGIO IN
CIOTTOLI DI
SOLETTA 20
G.ANISTICA
FIUME POSATI
SEZIONE TRAVERSINA SEZIONE URB
DEL CANALE DEL CANALE DEL TELAIO
A SECCO
INTERCAPEDINE
AERATA 40
RALI
GRIGLIE DI PROTEZIONE 80 F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
PIANTA
F.3. IONI
IZ
FORI DI PART E
N
GRIGLIE DI PROTEZIONE AERAZIONE INTER
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
FIG. F.2.2./5 INTERCAPEDINE AERATA CON SOLAIO A ORDITO E IMPALCATO COMU ALE
VERTIC
TAVELLONI O PANNELLI
PREFABBRICATI PAVIMENTAZIONE
F.5. I
SOTTOFONDO D
SOLETTA CON RETE ARRE
(con eventuale rete)
ELETTROSALDATA MARCIAPIEDE IN CALCESTRUZZO
BARRIERA AL VAPORE CON RETE ELETTROSALDATA
TRAVE PREFABBRICATA F.6. AZIONI
CANALE DI VENTILAZIONE M
TIPO “VARESE
VARESE” STRATO ISOLANTE SISTE E
N
GRIGLIA DI AERAZIONE ESTER
25 mm 90 mm
27 mm
16 mm
IMPERMEABILIZZAZIONE
PERIMETRALE
40 mm
85 mm INTERCAPEDINE
AERATA
TUBO DI
DRENAGGIO
.
F.2.2AZIONI E
FOND ATI
R
INTER
F 143
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
2. FONDAZIONI E INTERRATI
TUBO DI AERAZIONE
TUBO DI AERAZIONE
FINITURA IN BATTUTO
DI CEMENTO 3 cm BATTUTO DI CEMENTO 3 cm
BATTUT
TUBO DI AERAZIONE
VESPAIO AERATO 40 cm 40
STRATO IMPERMEABILE
STRATO DRENANTE
Adatto a locali abitati Adatto a locali non abitati IN CIOTTOLI DI
FIUME A SECCO
CANALE DI AERAZIONE
FERMAGETTO
RETE ELETTROSALDATA
VESPAIO AERATO
H =27
27÷45
45 cm
500
500
270 ÷450
450
CASSERO A PERDERE MODULARE IN POLIPROPILENE PER LA REALIZZAZIONE DI SOLAI AERATI E COPERTURE AERATE
RIVESTIMENTO
INTERNO MASSETTO CON
RETE ELETTROSALDATA
S > = 8 cm MASSETTO CON
RETE ELETTROSALDATA
GUAINA IMPERMEABILE S > = 8 cm
I principali procedimenti di produzione dei grigliati fanno conformando una struttura reticolare di massima nente, dovuta alla particolare forma e disposizione degli
capo all’elettroforgiatura e alla pressatura. resistenza. Nel processo di pressatura i piatti portanti intagli, ottenendo una struttura reticolare solida, indefor-
Nel processo di elettroforgiatura i piatti portanti vengono sono preventivamente intaccati nella parte superiore. mabile e con un ottimale ripartizione del peso.
posti paralleli tra loro e sopra di essi vengono posti i L’ordito secondario, anch’esso costituito da piatti d’ac- Gli elementi così realizzati vengono zincati a caldo;
tondi, perpendicolari ai primi. ciaio, viene forzato negli intagli con una pressa ad alta successivamente possono essere verniciati o plastifi-
I tondi vengono saldati sotto pressa in modo da pene- capacità. cati con resine poliuretaniche termoplastiche e termo-
trare completamente nella parte superiore del piatto, I piatti secondari subiscono una deformazione perma- indurenti.
F 144
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
FONDAZIONI E INTERRATI 2.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.2.2./8 GRIGLIATI METALLICI
C.RCIZIO E
FISSO CON ESE ESSIONAL
SCOSSALINA PROF
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
TONDINO QUADRELLO ANTISDRUCCIOLO APRIBILE
CONFIGURAZION
CONFIGURAZIONI
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
DELLA CORNICE DI TESTA
G.ANISTICA
URB
GRIGLIA APRIBILE
30 x 3
CC 1580 1050 790 630 520 450 390 350 310 260 220 190 160 140 130 110 100 90
CUD 39720 22340 14260 9930 7280 5580 4440 3600 2990 2280 1790 1450 1190 970 800 690 570 490
35 x 3
CC 2150 1430 1070 860 710 610 530 470 430 390 350 300 260 230 200 180 160 140
CUD 51880 29180 18630 12970 9500 7290 5800 4710 3910 3240 2670 2170 1770 1460 1200 1030 850 740
40 x 3
CC 2810 1870 1400 1120 930 800 700 620 560 510 460 430 390 340 300 270 240 220
CUD 81060 45600 29120 20260 14850 11400 9060 7360 6100 5060 4300 3770 3300 2850 2350 2020 1670 1440
50 x 3
CC 4400 2930 2200 1760 1460 1250 1100 970 880 800 730 670 620 580 550 510 480 430
CUD 116720 65660 41930 29170 21380 16410 13040 10590 8780 7280 6192 5429 4752 4104 3384 2909 2405 2074
60 x 3
CC 6330 4220 3160 2530 2100 1800 1580 1390 1260 1150 1051 965 893 835 792 734 691 619
CUD 69170 38910 24840 17290 12670 9720 7730 6280 5210 4320 3560 2890 2370 1940 1600 1380 1140 980
40 x 4
CC 3750 2500 1870 1500 1250 1070 930 830 750 680 620 570 530 460 410 360 330 290
CUD 108080 60800 38820 27020 19810 15200 12080 9810 8140 6750 5740 5020 4400 3800 3130 2690 2230 1930
50 x 4
CC 5860 3910 2930 2340 1950 1670 1460 1300 11700 1060 970 900 830 780 730 690 640 580
CUD 155640 87550 55910 38910 28520 21880 17400 14130 11720 8720 9270 7240 6340 5560 4870 4430 3860 3330
60 x 4
CC 8440 5630 4220 3370 2810 2410 2110 1870 1690 1530 1400 1300 1200 1120 1050 990 930 880
CUD 211850 1191160 76100 52960 38820 29790 23690 19230 15960 13240 11250 9850 8640 7570 6640 6040 5280 4800
70 x 4
CC 11490 7660 5740 4590 3830 3280 2870 2550 2300 2090 1910 1760 1640 1530 1430 1350 1270 1200
.
CUD carico uniformemente distribuito daN/m2 ca. Materiale in Fe 360B Carico di sicurezza 16 daN/mm2 (1 daN = 1 kg) F.2.2AZIONI E
CC carico concentrato daN/impronta 200 x 200 mm Freccia elastica massima 1/200 della luce netta tra gli appoggi FOND ATI
R
INTER
F 145
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
3. PAVIMENTI
TIPI DI PAVIMENTI
Il pavimento costituisce l’ultimo strato di finitura del FIG. E.2.3./1 TIPI DI PAVIMENTI
solaio; deve sopportare i carichi previsti dalla destina-
zione d’uso (se soggetto a urti dovrà essere resiliente CEMENTO PER MASSETTO DI GHIAIETTA, CALCESTRUZZO DI SOTTOFONDO
cioè, con possibilità di deformarsi, ma con una precisa STRATO SUPERFICIALE SABBIA E CEMENTO CEMENTO DOSATO A 250 kg PREESISTENTE
capacità di “ritorno”), deve assecondare assestamenti e
dilatazioni, deve resistere all’abrasione (calpestio e/o 1,5
carraia), deve essere facilmente manutenibile (resiste- SOTTOFONDO 3 -4
4
re all’aggressione chimica dei detersivi), deve essere 12 DI GHIAIA
sicuro per l’utenza (antiscivolo), in caso d’incendio non
deve produrre fumo, deve resistere agli sbalzi termici
(non gelivo per gli esterni), deve essere durevole.
BATTUTO DI CEMENTO BATTUTO DI CEMENTO
I materiali utilizzati per i pavimenti devono rispondere a Per pavimenti limitatamente carreggiabili. Su sottofondo preesistente
una serie di norme specifiche (caratteristiche chimico- Superficie rigata a geometrico e bocciardata.
fisiche, dimensionali, modalità delle prove).
Importante nella messa in opera è la composizione e lo
GRANIGLIA 1-2 cm E STRATO LASTRE DI MARMO MALTA MOLTO
spessore del sottofondo e la sua esatta maturazione; è SUPERFICIALE DI SABBIA SILICEA
necessario, inoltre, rispettare i giunti di dilatazione strut- DI LATO 5-10
5 10 cm.cm GRASSA
turali. Il produttore indica insieme alla rispondenza alle SPESSORE 2-3 2 3 cm.
cm DI CEMENTO
SOTTOFONDO DI
giunti stilati con E POLVERE
normative del pavimento le modalità di messa in opera STRATO DI ASFALTO CALCESTRUZZO
boiacca grassa DI COCCIO O MARMO
consentite. Il pavimento, di regola, viene eseguito prima steso a caldo e ricoperto A 250 kg,
kg, stagionato,
di cemento colorato SPESSORE 2-3
2 3 cm
dell’intonacatura delle pareti perimetrali. dalla graniglia prima asciutto, pulito e spianato
I pavimenti sono di due tipi: a elementi o continui. del raffreddamento con malta liquida fine
2÷3
2 2÷3
PAVIMENTI A ELEMENTI 2
Gli elementi possono essere messi in opera con malta o SOLAIO
O GRETONATO
con colla; si può evidenziare l’accostamento dei singoli
elementi, disegnando con lo spessore della malta le fughe SOLAIO
ASFALTO FUSO BOLLETTONATO
(0,5-1,5 mm); dopo la messa in opera degli elementi, pos- O SOTTOFONDO
Per marciapiedi, cortili o per locali con intenso traffico
sono essere necessarie ulteriori lavorazioni (lamatura,
arrotatura, lucidatura). Per il collante è importante cono- SCAGLIE DI MARMO 10-25 mm SOTTOFONDO
scere il “tempo aperto”, l’intervallo nel quale la presa non IN MALTA GRASSA DI CEMENTO
SOTTOFONDO DI CEMENTO
è completata e quindi l’elemento può essere rimosso, ma DI CEMENTO E POLVERE E SABBIA O DI DETRITI
A LENTA PRESA
senza che il prodotto perda le sue caratteristiche di adesi- DI COCCIO O MARMO DI LATERIZIO
(250 kg x mc di ghiaia fine)
vità. I collanti che contengono sostanze volatili possono BATTUTO A RIFIUTO E MALTA IDRAULICA
richiedere particolari attenzioni e precauzioni per preveni- 2 ÷3 MOSAICO
re danni alla salute del posatore. La posa a colla necessi- 2
ta di un sottofondo adeguatamente orizzontale: si presta a 4 ÷6 4
MALTA
essere utilizzata su pavimenti preesistenti. SOLAIO
O SOTTOFONDO
LISTE DI MARMO O OTTONE, SOLAIO O SOTTOFONDO
PAVIMENTI CONTINUI ANTICORODAL ECC. POSATE
Possono essere stesi a teli ovvero gettati in opera (auto- SULL’ESTRADOSSO
SULL ESTRADOSSO DEL SOLAIO
livellanti). Per i pavimenti gettati in opera è necessario
prestabilire le eventuali perimetrazioni previste per ri- BATTUTO ALLA VENEZIANA STILATURA MOSAICO
spondere alle dilatazioni termiche e le modalità di manu- CON MALTA
DI CEMENTO STILATURA CON
tenzione e/o di sostituzione.Tra i primi vi sono quelli tes- MALTA DI CEMENTO MALTA
sili, come la moquette e gli agugliati, come la gomma, il
PVC nei diversi tipi, il linoleum, i semiflessibili, i vinilici 12,5 MALTA 5,5 SABBIA
autoadesivi; quelli laminati a base di melanina e derivati
SABBIA 3
del legno. I teli vengono prevalentemente incollati con 2
3
adesivi mono o bicomponente. Questi ultimi hanno una 2 SOLAIO
bassa appiccicosità iniziale. È opportuno impiegare ade- O SOTTOFONDO SOLAIO O SOTTOFONDO
sivi con bassa emissione di sostanze organiche volatili.
Può essere necessario, secondo l’adesivo scelto e il suo AMMATTONATO AMMATTONATO
grado di appiccicosità iniziale zavorrare il telo. Mattoni posti di coltello Mattoni in piano
LINOLEUM
SPESSORI 2,5-8 mm LARGHEZZE ROTOLI 1-2 m LINOLEUM SPESSORI RASATURA A
EVENTUALE RASATURA A GESSO DA 2,5 A 6 mm GESSO MAGNESIACO
11 0,51,3
0,5 1,3 0,7 STRATO MAGNESIACO PER SPIANAMENTO
DI SUGHERO DOPO PROSCIUGAMENTO EVENTUALE STRATO MASSETTO DI
INTONACO INTONACO AFONICO 2 cm DEL MASSETTO (20 giorni dal getto) AFONICO cm 2 CALCESTRUZZO
8÷10
10
O CEMENTO E POMICE 1 cm
SOLAIO O SOTTOFONDO O CEMENTO E SCORIE
F 146
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
PAVIMENTI 3.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.2.3./2 TIPI DI PAVIMENTI E ACCESSORI
D.GETTAZIONE
BOIACCA DI CEMENTO MASSETTO DI CEMENTO 3 ÷4 cm PRO TTURALE
SOLAIO PORTANTE (1 parte di cemento (a 350 kg gettato 2 ÷3
3 giorni STRU
2 parti d
d’acqua)
acqua) della posa del pavimento)
E.NTROLLO
RESINA SINTETICA GOMMA
RESINA SINTETICA Spalmata senza giunture su fondo massiccio Con attacco a cemento
In teli o in piastrelle e liscio. Anche su preesistenti pavimenti CO NTALE
AMBIE
ANCORAGGIO PAVIMENTI IN GOMMA (posa a tappeto) SEZIONE PAVIMENTI IN GOMMA
TASSELLI IN LEGNO GOMMA A RIDOSSO
CELLULARE S= 5 ÷8
1. A RIDOSSO CELLULARE 2. A RIDOSSO PIANO 3. RIVESTIMENTO GRADINI F. TERIALI,TECN
ICHE
ZOCCOLINO IN LEGNO
8 mm MA ONENTI,
5,5 8 5 8 COMP
LISTELLI IN LEGNO
GOMMA A RIDOSSO INCASSATI NEL
CELLULARE S= 5 ÷8
8 mm SOTTOFONDO
7,5
4 G.ANISTICA
ALZATA PEDATA URB
200 mm 350 mm
GIUNZIONE TRA PAVIMENTI DIVERSI GIUNZIONE SUI GRADINI ACCESSORI IN ALLUMINIO: PASSACAVI
30
RALI
F.1. I PERIMET
T
10 14
PARE ALI
VERTIC
83
8
F.2. URE
10 5 10 5 CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
27 14
F.3. IONI
IZ
TESSUTO TESSUTO ORDITO TESSUTO ORDITO TESSUTO INCOLLATO ZOCCOLO RIPORTATO ZOCCOLO CONTINUO PART E
N
SUPPORTO
TRAME FILATE
(senza supporto) FIOCCHI
VINILE
(legno, alluminio) INTER
PRINCIPALE LATTICE FERMO
IN ALLUMINIO
O PVC F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
2÷3
2÷3
COLLA
VAR
PROFILI IN LEGNO
AFFOGATI 3 x 6 cm
2÷3
NEL SOTTOFONDO
VAR
SOTTOFONDO
.
CORRENTI IN LEGNO F.2.3 ENTI
PAVIM
F 147
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
3. PAVIMENTI
➦ TIPI DI PAVIMENTI
TIPI DI PAVIMENTO
È un sistema complesso che permette di ricavare sotto so la base allargata del piedino stesso fissata al solaio. e) resistenza alla luce;
il pavimento vani di altezza diversa, attrezzabili per il pas- È importante che il pavimento sia a tenuta per consentir- f) resistenza alla sigaretta (e resistenza al fuoco secon-
saggio di cavi e di canali. ne la pulizia senza che l’acqua penetri nel vano sottostante. do la classe prescritta dall’uso dell’ambiente, DM 25
È composto generalmente da piastrelle autoportanti e Per il pavimento viene richiesta la soddisfazione dei se- giugno 1984);
piedini regolabili. Le prime, che presentano un’ampia guenti requisiti: g) resistenza agli aggressivi chimici (natura per tipo d’uso);
gamma di finiture all’estradosso, sono facilmente amo- a) resistenza all’usura; h) deve essere antibatterico;
vibili per la manutenzione dei sistemi tecnologici allog- b) resistenza agli urti; i) deve essere facilmente pulibile;
giati nel vano sottostante; i piedini regolabili, con o senza c) resistenza all’umidità (anche per il prodotto usato per l) resistenza elettrica superficiale.
traversi di collegamento, trasmettono i carichi, ai quali l’allettamento;
è sottoposto il pavimento, al solaio sottostante, attraver- d) resistenza alle macchie; La normativa europea di riferimento è la UNI EN 438.
CON APPOGGIO DIRETTO CON TELAIO POSIZIONATO A SCATTO SULLA TESTA CON TELAIO FISSATO
TESTA
20 mm
40 mm
REGOLAZIONE
TRAVERSA TRAVERSA
PIEDE IN ACCIAIO BASE STAMPATA IN PROFILATI Ø 16 ÷20
20 IN PROFILATI
ZINCATO INCOLLATA A FREDDO A FREDDO Ø 16 ÷20
20
PARTICOLARE FISSAGGIO
BATTISCOPA IN
PVC INCOLLATO
GUARNIZIONE
ANTISTATICA PIASTRELLA TIPO
CANALETTE DA INSERIRE NEL SOTTOFONDO (in lamiera piegata a freddo) PUNTI D’UTENZA
D UTENZA
ALLETTAMENTO SOTTOFONDO
MOQUETTE CANALETTA SOTTOFONDO COLONNINA
TAPPO
PAVIMENTO A COMPARTI D’UTENZA
UTENZA
FELTRO SOLAIO
SOLAIO CANALETTA
3 21
2÷3 3 2
9 9
Il comportamento acustico di una pavimentazione, sollecitata dal rumore di calpestio, dipende da diversi parametri, tra cui la composizione del solaio, lo spessore, la massa areica.
Lo strato portante dei solai non ha in genere un comportamento acustico tale da assicurare un buon isolamento dai rumori di calpestio nei locali abitati.
F 148
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
PAVIMENTI 3.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
di impatto in energia termica. Lo strato isolante deve essere posato con giunti sfalsati La malta del massetto può essere cementizia, bituminosa, magnesiaca o a base di PROG
e ben accostati e, per isolare le pareti circostanti, deve risvoltare in verticale per anidride; la resistenza media a flessione delle malte idrauliche deve essere ≥ 2,5 N/mmq.
B.STAZIONI DILEGIZLII
l’intero spessore del massetto e del pavimento; ugualmente isolati dovranno essere Il dosaggio della malta, per evitare fessurazioni dovute al ritiro, deve essere a basso
cavi e tubazioni. Uno strato di separazione, realizzabile con un foglio di polietilene di contenuto di cemento (< 400 kg/mc), con granulometria degli inerti < 8 mm per
PRE I ED
0,2 mm, separa l’isolante dal getto del massetto di ripartizione. spessori del massetto ≤ 40 mm; con granulometria < 16 mm per spessori > 40 mm. NISM
Lo spessore minimo del massetto prescritto dalla norma, per carichi di esercizio fino a Un dosaggio adeguato è: 1 mc di sabbia, 250 kg di cemento, 100 kg di calce idraulica. ORGA
1,5 kN/mq (carichi domestici e simili), è 35 mm se lo spessore dello strato isolante Oltre gli stessi materiali impiegati per l’isolamento termico, che richiedono comunque
sotto carico è ≤ 30 mm; 40 mm per maggiori spessori di isolante. Con rivestimento spessori elevati, possono essere impiegati i conglomerati elastoplastici a base di
ceramico o lapideo, lo spessore del massetto deve essere almeno di 45 mm e armato gomma, i feltri in fibre di vetro, le lastre di piombo. C.RCIZIO E
con rete elettrosaldata; in caso di presenza di riscaldamento a pavimento, con Questi materiali richiedono spessori limitati, dell’ordine di alcuni millimetri; il piombo in ESE ESSIONAL
tubazioni annegate nel massetto, lo spessore minimo di quest’ultimo deve essere pari particolare è impiegato in lastre con spessore di 0,5-2 mm o assemblato con materiali PROF
al diametro dei tubi + 45 mm, di cui almeno 25 mm sopra il tubo. flessibili (vinile o neoprene) o con strati di materiale assorbente.
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
FIG. F.2.3./5 PAVIMENTO GALLEGGIANTE DETTAGLI COSTRUTTIVI STRU
G.ANISTICA
STRATO ISOLANTE SIGILLATI COLLOCATO SOTTO
IL TRAMEZZO
SOLAIO URB
PIANO DI POSA TUBAZIONE RACCORDATA
di spessore sufficiente a coprire CON MALTA DI CEMENTO
TUBAZIONE RACCORDATA le tubazioni ed eventuali asperit
asperità
SOLAIO CON MALTA DI CEMENTO
F 149
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
4. CONTROSOFFITTI
TIPI DI CONTROSOFFITTI
L’intradosso del solaio prende il nome di soffitto: per secondario, la tamponatura (continua o discontinua), gli isolamento, di smontabilità (ove richiesto), di durabilità.
necessità funzionali e/o formali, può essere necessario elementi accessori. Il controsoffitto può avere funzioni antincendio; in tal caso,
occultarlo con il controsoffitto. Il sistema può avere un Le modalità di tamponatura spaziano dalla intonacatura per i sistemi a pannelli, l’ordito portante, in genere rea-
ordito portante proprio, ma in genere è appeso al solaio completa su orditi di canne o di assi di legno, o reti lizzato con profili metallici, deve essere chiuso nel labi-
soprastante. metalliche, alle diverse tipologie di pannelli (in gesso, in rinto di giunzione e protezione, intendendo con questo
Gli elementi che costituiscono il controsoffitto sono: gli lamiera, in legno, in fibre naturali). Il sistema deve termine una particolare geometria del collegamento atta
apparecchi di sospensione, il telaio, l’eventuale telaio garantire i requisiti imposti in termini di sicurezza di a isolare dalle fiamme la staffa metallica di sospensione.
FILO DI FERRO
Ø 3 mm
ORDITO
ORDITO PRINCIPALE SECONDARIO (3 x 3) SOSPENSIONI
(4 x 8 / 5 x 10) (interasse 40-50) ORDITO
CONTROSOFFITTO PRINCIPALE CONTROSOFFITTO
(4 x 4)
ORDITO
SECONDARIO (3 x 3)
(interasse 40-50)
SOSPENSIONI
CONTROSOFFITTO
CENTINA
CURVA
PIASTRINA FILO D
D’ACCIAIO
ACCIAIO FILO D’ACCIAIO
D ACCIAIO FILO D’ACCIAIO
D ACCIAIO FILO D’ACCIAIO
D ACCIAIO FILO D’ACCIAIO
D ACCIAIO
DI FISSAGGIO
RETI METALLICHE ZINCATE
FILO DI FERRO
SU ORDITO IN LEGNO LAMIERA PIEGATA ZINCATO Ø 3 mm
SU ORDITO IN LEGNO SU ORDITO IN ACCIAIO
VITE
DI FISSAGGIO
FILO DI FERRO
ZINCATO Ø 3 mm
LAMIERA
SU PIGNATTA IN LATERIZIO PIEGATA SU PIGNATTA IN LATERIZIO SU ORDITO IN ACCIAIO LAMIERA PIEGATA
F 150
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
CONTROSOFFITTI 4.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.2.4./2 CONTROSOFFITTI REALIZZATI IN OPERA E A PANNELLI
SOSPENSIONE
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
MALTA DI
ALLETTAMENTO
1
2 D.GETTAZIONE
3 PRO TTURALE
STRU
TAVELLINA SEZIONE
INTONACO
IPOGRAFIA E.NTROLLO
CONTROSOFFITTI IN PANNELLI DI GESSO CO NTALE
AMBIE
SOSPENSIONE
SCASSO DI CORRELAZIONE TELAIO PORTANTE
PANNELLI TELAIO SECONDARIO
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
4 1. TAVELLINA LATERIZIA
2. GANCIO IN FERRO ZINCATO
5 3. TONDINO DI ARMATURA
4. TRAVICELLI IN LEGNO
DI ORDITURA DEL SOLAIO
G.ANISTICA
2
5. CHIODO COMUNE URB
1 6. SBRUFFATURA
3 DI MALTA DI CEMENTO
6 E INTONACO CIVILE
1
2
3
RALI
F.1. I PERIMET
T
RETE PORTAINTONACO FASCIA DI SIGILLATURA FRA I GIUNTI PARE ALI
PANNELLI FONOASSORBENTI IN GESSO VERTIC
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
CON AGGIUNTA
DI MATERASSINO F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
F.5. I
D
ARRE
F.6. AZIONI
M
SISTE E
PROFILI DI TELAI N
ESTER
. I
CON GIUNTO CON GIUNTO CON GIUNTO CON LABIRINTO CON VITI F.2.4 OSOFFITT
R
A FACCIAVISTA SCURETTATO SCURETTATO DI PROTEZIONE A SCATTO AUTOFILETTANTI STUCCATE
CONT
F 151
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
4. CONTROSOFFITTI
APPARECCHI DI SOSPENSIONE
BARRA GIOCO
FILETTATA PER IL
Ø 6 mm MONTAGGIO
PROFILO ELEMENTO ELEMENTO
STAFFA DI FISSAGGIO
IN LAMIERA DI FISSAGGIO
DI FISSAGGIO AL SOLAIO
PIEGATA AL SOLAIO
TONDINO ← ←
ZINCATO
REGOLATORE
DI ALTEZZA
PROFILO
PROFILO IN LAMIERA
IN LAMIERA PIEGATA
PIEGATA
BARRA FILETTATA
STAFFA
TASSELLI Ø 6 mm
DI FISSAGGIO
A ESPANSIONE
REGOLATORE
BARRA FILETTATA DI ALTEZZA
GIUNTO
Ø 6 mm
INSONORIZZANTE
REGOLATORE
STAFFA DI DI ALTEZZA
SOSPENSIONE
PROFILO
IN LAMIERA
PIEGATA PANNELLO
PROFILO
IN LAMIERA
PIEGATA
PROFILO PROFILO
IN LAMIERA PIEGATA IN LAMIERA PIEGATA
(telaio principale) (telaio principale)
REGOLATORE
DI ALTEZZA PROFILO
IN LAMIERA PIEGATA
(telaio secondario)
PROFILO
IN LAMIERA PIEGATA
(telaio secondario)
BARRE E STAFFE
F 152
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
CONTROSOFFITTI 4.
CORRELAZIONI A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.2.4./4 DETTAGLI COSTRUTTIVI, ACCESSORI, DOGHE
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
COLLANTE
PIATTINA
COPRIFILO
REGOLAZIONI
C.RCIZIO E
SOSPENSIONE ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
TELAIO TELAIO
E.NTROLLO
GUARNIZIONE PANNELLO FISSAGGIO
IN NEOPRENE
CO NTALE
AMBIE
FISSAGGIO
GIUNTO STRUTTURALE GIUNTO TRA STRUTTURE DIVERSE GIUNTO TRA STRUTTURE A DIVERSA ELASTICITÀ
ELASTICIT
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
REGOLAZIONI
SOSPENSIONE SOSPENSIONE G.ANISTICA
URB
PLAFONIERA
TUBO
TELAIO
TELAIO
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
100 mm
100 mm
200 mm
30 mm 20 mm
99,57mm
99 57mm
A DOGHE ACCESSORI DI SISTEMA: PLAFONIERE . I
F.2.4 OSOFFITT
R
CONT
F 153
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
5. COPERTURE CONTINUE
Il quadro di riferimento normativo principale, relativamente ai sistemi di copertura, alla STRATI FUNZIONALI
terminologia e all’analisi degli strati funzionali è costituito dalle norme UNI 8089, 8091,
8178, 8627, 9307, 9308. Gli strati funzionali principali di cui è composta una copertura sono:
La superficie di copertura è la superficie geometricamente piana, o di forma più • lo strato portante;
complessa, che delimita superiormente l’edificio e risulta esposta agli agenti • lo strato della pendenza; le coperture continue hanno pendenza ≤ al 5%;
atmosferici. Oltre la stabilità strutturale, i diversi strati funzionali di cui è composto il • lo strato ventilato; generalmente ricavato entro lo strato della pendenza;
sistema della copertura devono quindi garantire la tenuta all’acqua e agli agenti • lo strato di isolamento termoacustico;
atmosferici, la protezione termoacustica, la resistenza al fuoco, il controllo termoigro- • lo strato impermeabilizzante;
metrico; quest’ultimo ha la funzione di evitare la formazione di condensa sulla super- • lo strato di finitura superficiale esterna;
ficie intradossale della copertura o al suo interno. I singoli strati possono svolgere • lo strato di barriera o schermo al vapore, presente sempre nelle coperture non
un’unica funzione o associare più funzioni. Relativamente alle modalità di tenuta ventilate, è impiegabile anche in quelle ventilate nel caso l’analisi delle condizioni
all’acqua meteorica, la norma UNI 8627 distingue tra coperture continue e coperture igrotermiche e delle caratteristiche di permeabilità al vapore dei materiali utilizzati
discontinue o a falda. ne richiedano la presenza. La barriera impedisce il passaggio di vapore, lo schermo
lo riduce.
COPERTURE CONTINUE Lo strato di barriera o schermo al vapore evita che il vapore che si produce nell’am-
biente interno si diffonda nello strato isolante (cfr. F.1); è situato pertanto al di sotto
Nelle coperture continue lo smaltimento dell’acqua meteorica è indipendente dello strato isolante. La barriera è indispensabile se la finitura superficiale della
dall’inclinazione della superficie, che comunque assume valori ≤ al 5%. In relazione alle copertura è eseguita con una guaina autoprotetta; l’elevata temperatura superficiale,
modalità attraverso cui si effettua il controllo termoigrometrico, le coperture sono del tipo a cui quest’ultima è sottoposta per effetto dell’irraggiamento solare (può arrivare a
ventilato o non ventilato; nel primo caso tale controllo è affidato allo strato di ventilazione, 70°C), eleva la tensione del vapore presente al di sotto della guaina stessa, formando
nel secondo alla successione di altri strati funzionali. In relazione alla presenza o meno bolle di vapore e quindi concentrazione di umidità, che si ripercuote sulle prestazioni
dello strato termoisolante, le coperture possono essere termoisolate o non termoisolate. dello strato isolante e sulla durata delle finiture interne.
Pertanto le coperture possono essere classificate secondo quattro schemi funzionali: Lo spessore della barriera al vapore è circa 0,3-0,4 mm ed è generalmente costituita
• copertura senza elemento termoisolante e senza strato di ventilazione; da una sottile membrana bituminosa con lamina di alluminio, posata a caldo con
• copertura senza elemento termoisolante e con strato di ventilazione; bitume ossidato, o da un foglio di polietilene. La barriera dovrà sempre possedere un
• copertura con elemento termoisolante, senza strato di ventilazione (tetto caldo); valore di resistenza alla diffusione del vapore superiore o pari a quello del manto
• copertura con elemento termoisolante e con strato di ventilazione (tetto freddo). impermeabile.
TENUTA ALL’ACQUA
L’elemento di tenuta ha la funzione di conferire alla copertura una prefissata imper- risvoltare, se possibile, sul coronamento o all’interno della muratura stessa o, ancora,
meabilità all’acqua meteorica (UNI 8178), resistendo alle sollecitazioni fisiche, mecca- essere protetto da una scossalina. Nei raccordi con le superfici verticali i manti sintetici
niche, chimiche indotte dall’ambiente esterno o dall’uso. possono essere piegati a 90°; quelli bituminosi richiedono l’inserimento sull’angolo tra
Per le coperture continue, la tenuta all’acqua è affidata allo strato impermeabile, che verticale e orizzontale, di un elemento sagomato, atto a smussare la piegatura e a
può essere realizzato con: ridurre le tensioni in quel punto.
• materiali forniti in foglio o simili, a base di bitumi, bitumi modificati, polimeri e loro Il tipo di finitura di una copertura continua dipende dal grado di accessibilità richiesto
miscele, associati o non associati ad armatura; (UNI 8627) e quindi dalla sua destinazione: l’accessibilità può essere limitata agli
• materiali forniti sotto forma di liquidi, paste o solidi da applicare sfusi, a base di interventi di manutenzione della copertura stessa o delle attrezzature impiantistiche in essa
mastice di asfalto, malta asfaltica, asfalto colato, bitumi e bitumi modificati, anche localizzate, oppure interessare i pedoni (massa equivalente al pubblico = 400 kg/mq), il
in emulsione, catrami e catrami modificati, polimeri, miscele dei componenti suddetti, parcheggio di veicoli leggeri (≤ 2T per asse) o pesanti (> 2T per asse); può inoltre
associati o non associati ad armatura. (cfr. F.2.1) prevedere un giardino pensile o destinazioni speciali.
La pendenza nelle coperture continue praticabili è circa del 1,5-2%; del 3% per quelle
La tenuta all’acqua è comunque vanificata se alla scelta del prodotto non segue la sua non praticabili. Per superfici non molto estese il piano inclinato che forma la pendenza è
corretta posa in opera, un’efficace protezione (se necessaria) e una corretta esecu- generalmente realizzato con un massetto di calcestruzzo alleggerito (400-1800 Kg/mq)
zione di punti singolari della costruzione; particolare attenzione va posta quindi nei di spessore crescente; per ampie superfici, dove la quota più alta del massetto diviene
raccordi con gli elementi emergenti (camini, parapetti, muri), in prossimità dei quali il rilevante, è preferibile impiegare un ordito di muretti di altezza crescente e un
manto impermeabile deve risalire sulla superficie verticale per almeno 15-20 cm e impalcato di tavelloni con un sovrastante massetto di spessore costante..
MASSETTO IN CALCESTRUZZO
>=3 ÷ 4 cm 1,5 ÷ 2%
pendenza 1 >=3 ÷ 4 cm >=1,5 ÷ 2 %
pendenza >=1 >=3 ÷ 4 cm
LINEA DI IMPLUVIO
FALDA DI ESTENSIONE MODESTA FALDA DI NOTEVOLE ESTENSIONE
>=3 ÷ 4cm
F 154
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE CONTINUE 5.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
COPERTURE CONTINUE PROG
La sequenza degli strati isolanti e impermeabilizzanti
può variare dando luogo alle tipologie del tetto caldo
essere stesa con l’impiego di bitume ossidato a caldo
sopra uno strato di diffusione del vapore.
meabile è da evitare la localizzazione di strati gettati a
umido tra la barriera al vapore e la stessa guaina. B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
del tetto rovescio, del tetto sandwich. Tale strato, che consente di controllare limitati tassi di NISM
condensa interna, è costituito da una sottile membrana Il tetto rovescio è caratterizzato dallo strato coibente ORGA
Il tetto caldo è il sistema più tradizionale; il manto imper- bituminosa forata (diametro dei fori ~ 2 cm ) che convo- ubicato al di sopra del manto impermeabile; lo strato
C.RCIZIO
meabile è collocato al di sopra dello strato termoiso- glia ai diffusori o aeratori puntuali o lineari al bordo il coibente costituisce quindi anche la protezione del
lante e lo protegge dalle escursioni termiche, dai raggi vapore acqueo che proviene dagli ambienti interni o manto. Lo strato impermeabile svolge la funzione di E
ultravioletti, da danni meccanici. rimasto imprigionato nelle fasi esecutive, e da questi barriera al vapore. Il materiale isolante, fortemente ESE ESSIONAL
Le sollecitazioni termiche, cui è inevitabilmente sotto- viene eliminato all’esterno. sollecitato, deve essere imputrescibile, non idrofilo, PROF
posto il manto, sono comunque trasmesse allo strato L’impiego dello strato di diffusione connesso agli aeratori deve avere elevato potere coibente e notevole
D.GETTAZIONE
sottostante, in particolare se il fissaggio è effettuato in è previsto quando le condizioni climatiche, nella fase di resistenza alla compressione. È necessario zavorrare i
totale aderenza (cfr. F.2.1); realizzazione del manufatto, non garantiscono la pannelli isolanti con ghiaia o con pavimentazione; se
i coefficienti di dilatazione termica dei due materiali de- completa maturazione degli strati costituenti l’orizzonta- quest’ultima è sopraelevata, l’intercapedine che ne PRO TTURALE
vono quindi risultare compatibili. mento; questo strato contribuisce pertanto alla loro deriva ventila l’isolante e migliora il drenaggio. STRU
Se viceversa, il manto è indipendente dallo strato sotto- essiccazione evitando la formazione di bolle di distacco
stante, è sufficiente interporre tra di essi uno strato se- della membrana impermeabile. Il tetto sandwich, detto anche semirovescio, adatto a
paratore in carta lana, velo di vetro, TNT, per favorire gli La membrana forata può essere posata a secco e suc- solai con bassa inerzia termica, prevede la guaina E.NTROLLO
scorrimenti relativi e porre uno strato di zavorramento al cessivamente fissata con fissaggi puntiformi di bitume collocata tra due strati isolanti. La protezione è in tal CO NTALE
di sopra del manto. (chiodi di bitume); assicura inoltre una corretta posa in modo assicurata per la guaina e per lo strato isolante AMBIE
È necessaria la presenza di una barriera al vapore semiaderenza del sovrastante pannello isolante. inferiore, mentre quello superiore è sollecitato come nel
F. TERIALI,
collocata al di sotto dello strato coibente. La barriera può Al fine di ridurre il rischio di distacco della guaina imper- caso del tetto rovescio.
ICHE
TECN
MA ONENTI,
COMP
G.ANISTICA
URB
FIG. F.2.5./2 COPERTURA ISOLATA E VENTILATA FIG. F.2.5./3 COPERTURA ISOLATA NON VENTILATA DEL TIPO “TETTO CALDO”
PAVIMENTO
RALI
PAVIMENTO S = 2 cm
F.1. I PERIMET
T
SOTTOFONDO S = 3 cm PARE ALI
VERTIC
SOTTOFONDO
GUAINA IMPERMEABILE
GUAINA IMPERMEABILE
EVENTUALE STRATO SEPARATORE
F.2. URE
CHIUS ONTALI
STRATO DI REGOLARIZZAZIONE IN CARTA LANA O VELO DI VETRO
Z
IN TESSUTO SINTETICO ORIZ
IMPUTRESCIBILE ELEMENTO TERMOISOLANTE
S = 5 cm
STRATO DI PENDENZA F.3. IONI
IZ
REALIZZATO CON TAVELLE PART E
STRATO DI BARRIERA AL VAPORE N
LATERIZIE SU MURETTI INTER
F.4. NTI DI E
STRATO DI PENDENZA ELEME NICAZION
STRATO TERMOISOLANTE COMU ALE
SOLETTA PORTANTE
VERTIC
SOLETTA PORTANTE
F.5. I
D
ARRE
FIG. F.2.5./4 REALIZZAZIONE DI COPERTURA AERATA MEDIANTE L’IMPIEGO DI CASSERI MODULARI
SFIATO Ø = 8 cm
PAVIMENTO
TAB. F.2.5./1 ZAVORRAMENTO DELLO STRATO CALCESTRUZZO SCOSSALINA
ISOLANTE: SPESSORI DI GHIAIA DI RIEMPIMENTO
CONSIGLIATI IN FUNZIONE DELLO PRESA D’ARIA
D ARIA
SPESSORE DEI PANNELLI ISOLANTI CASSERO MODULARE Ø 8 cm
CASSETTA
SPESSORE SPESSORE PESO DOPPIA GUAINA PER PLUVIALE
ISOLANTE GHIAIA ZAVORRAMENTO ELASTOMERICA
(4 kg/mq S = 4 + 4 mm)
≤ 30 mm 40 mm 60 Kg/mq
≤ 50 mm 50 mm 75 Kg/mq
CALCESTRUZZO SCARICO
≤ 60 mm 60 mm 90 Kg/mq
ALLEGGERITO DI SICUREZZA
≤ 70 mm 65 mm 100 Kg/mq (spess. med. 7 - 8cm) (1 ogni pluviale)
≤ 80 mm 70 mm 105 Kg/mq .
REALIZZAZIONE DI COPERTURA AEREATA PLUVIALE F.2.5 TURE
R
≤ 100 mm 80 mm 120 Kg/mq MEDIANTE L’IMPIEGO
L IMPIEGO DI CASSERI MODULARI (IGLÙ)
(IGL COPE UE
IN
CONT
F 155
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
5. COPERTURE CONTINUE
SOTTOFONDO
STRATO FILTRANTE
STRATO
TERMOISOLANTE
SUPERIORE
STRATO DI
SEPARAZIONE
GUAINA
IMPERMEABILE
STRATO
TERMOISOLANTE
INFERIORE
BARRIERA AL VAPORE
STRATO DI PENDENZA
PANNELLO ISOLANTE
CON GIUNTO A BATTENTE
STRATO FILTRANTE
PERMEABILE AL VAPORE
STRATO ISOLANTE
5 cm
DUE STRATI DI GUAINA
IMPERMEABILE
STRATO SEPARATORE
IN TESSUTO SINTETICO
IMPUTRESCIBILE
CANALI PRATICATI
NELLO STRATO ISOLANTE
STRATO DI PENDENZA (per migliorare il drenaggio
dell’acqua
dell acqua verso gli scarichi)
FISSAGGIO MECCANICO
Il fissaggio meccanico delle membrane bituminose e armato; sono impiegati elementi a elevata resistenza FIG. F.2.5./9 DISPOSIZIONE DEGLI ANCORAGGI
dei pannelli isolanti è indispensabile in presenza di forti meccanica e anch’essi con trattamento anticorrosione,
pendenze e/o forti venti. Le norme europee relative ai completati da una piastra metallica con funzioni di
fissaggi meccanici prescrivono almeno quattro elementi distribuire le sollecitazioni locali indotte dal fissaggio sul
per mq. Condizioni di particolare ventosità della zona o pacchetto termoisolante. Ancora fissaggi a vite sono
pendenze elevate della copertura possono richiedere impiegati per coperture in lamiera leggera e legno,
un maggior numero di fissaggi meccanici. associati a una piastra in plastica.
Su coperture in cemento sono utilizzati chiodi e rondelle Gli ancoraggi devono essere disposti in maniera tale
con trattamento superficiale anticorrosione. Il fissaggio che ogni fissaggio si trovi al centro del poligono
a vite è impiegato su coperture in acciaio e cemento corrispondente alla propria area di influenza.
F 156
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE CONTINUE 5.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.2.5./10 GIUNTI DI DILATAZIONE IN UN STRATO IMPERMEABILE: INDICAZIONI PROGETTUALI
PAVIMENTO A GETTO
B.STAZIONI DILEGIZLII
2m Il tipo di vincolo tra lo strato impermeabile e il accompagnata da opportune strisce di indipendenza PRE I ED
NISM
supporto dipende dalle caratteristiche di quest’ultimo in corrispondenza delle linee di giustapposizione dei ORGA
(UNI 9307/1). È comunque sempre opportuno pannelli. (vedi F.2.1). I supporti continui rigidi, come
realizzare con cura i dettagli perimetrali, dove si gli strati di calcestruzzo, dovranno essere
GIUNTO A TUTTO SPESSORE concentrano le tensioni della membrana e, ove opportunamente armati e dotati di giunti di C.RCIZIO E
necessario, prevedere i giunti di contrazione o dilatazione, a evitarne la fessurabilità, partico- ESE ESSIONAL
controllo che consentono movimenti differenziali larmente lesiva per la membrana impermeabile; PROF
dovuti alla variazione delle condizioni ambientali; tali risulta comunque più adatta la posa in semiaderenza.
GIUNTO A MEZZO giunti evitano eccessivi scorrimenti perimetrali o sol- In ordine alla posa in indipendenza è opportuno adot-
SPESSORE
lecitazioni in corrispondenza dei punti di fissaggio tare uno strato di separazione a evitare che lo D.GETTAZIONE
della guaina.Nel caso di membrane poste al di sopra zavorramento pesante, necessario alla stabilità della PRO TTURALE
di pannelli isolanti rigidi, dove può prevalere la guaina, non impedisca, per attrito con il supporto, la STRU
tensione dovuta alla mobilità dei pannelli, la posa in contrazione della guaina stessa; anche gli eventuali
indipendenza della membrana è la più opportuna; la incollaggi puntuali possono indurre sollecitazioni
posa in semiaderenza o totale aderenza dovrà essere dannose alla membrana. E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
GIUNTO A MEZZO
G.ANISTICA
SPESSORE
STRATO DI FINITURA
RALI
Impiegando la guaina autoprotetta, la funzione dello Le protezioni pesanti sono realizzate con strati di malta F.1. I PERIMET
T
strato di finitura è assolta dalla guaina stessa. Se la o conglomerato bituminoso, ghiaia, pavimentazione, PARE ALI
guaina non è autoprotetta è necessario provvedere alla sempre con assoluto rispetto di eventuali giunti strutturali. VERTIC
sua protezione dalle sollecitazioni esterne. La pavimentazione adatta all’impiego in esterno (cfr.
Nel caso del tetto rovescio o sandwich, lo strato isolante F.2.3) deve avere caratteristiche antigelive, anti-
F.2. URE
CHIUS ONTALI
PAVIMENTO A GETTO non richiede protezione ma solo lo zavorramento, per sdrucciolo, di resistenza agli agenti atmosferici.
DI CLS 5 ÷ 7 cm Z
evitare il sollevamento dei pannelli per azione del vento I piccoli formati si adattano meglio alle dilatazioni termi- ORIZ
o per galleggiamento. È necessario comunque garantire che cui il pavimento è inevitabilmente sottoposto.
RETE ELETTROSALDATA la periodica manutenzione degli strati mobili. I materiali più appropriati sono le piastrelle di cotto, il
STRATO DI SEPARAZIONE Nelle altre soluzioni costruttive lo strato di finitura è cemento, il grès, la ceramica smaltata. F.3. IONI
IZ
IN CARTA KRAFT invece necessario alla protezione del manto impermea- Lo strato di finitura superficiale deve essere sottoposto PART E
N
bile, nel caso questo non sia autoprotetto. a interventi di manutenzione periodica. INTER
SABBIA FINE 30 ÷ 40 mm Le protezioni leggere (adatte alle coperture non pra- Nelle coperture non praticabili è opportuno prevedere
MANTO IMPERMEABILIZZANTE ticabili) sono le vernici riflettenti, all’alluminio, a base di dei percorsi che consentano di effettuare le operazioni
1,5 ÷ 2 mm gomme sintetiche. di manutenzione senza rischi di danneggiamenti. F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
STRATO DELLE PENDENZE COMU ALE
VERTIC
F.5. I
D
ARRE
IMPERMEABILIZZAZIONE CON MATERIALI BITUMINOSI
FIG. F.2.5./11 IMPERMEABILIZZAZIONE CON ASFALTO FIG. F.2.5./12 IMPERMEABILIZZAZIONE A STRATI MULTIPLI F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
STRATO DI ASFALTO
RISVOLTATO IN VERTICALE
E SOTTO LA COPERTINA STRATO DI SCORRIMENTO
CARTONFELTRO BITUMATO IN CARTONFELTRO
3cm
BITUMATO
CON LA SUPERFICIE
BITUME A CALDO TALCATA
RACCORDO DI ASFALTO EVENTUALE
FINITURA O SABBIATA O
IN LAMIERA STRATO DI TNT
> = 15 ÷ 20 cm
STRATI MULTIPLI
DI ASFALTO S = 15 ÷ 20 mm
STRATO DI SCORRIMENTO
MASSETTO DELLE PENDENZE MASSETTO .
DELLE PENDENZE F.2.5 TURE
R
COPE UE
IN
CONT
F 157
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
5. COPERTURE CONTINUE
ISOLANTE 5 cm
BARRIERA AL VAPORE
ISOLANTE 5 cm
BARRIERA AL VAPORE
ISOLANTE 5 cm
BARRIERA AL VAPORE ISOLANTE 5 cm
BARRIERA AL VAPORE
SABBIA SPESS. > 2cm IMPERMEABILIZZAZIONE LASTRE DI CEMENTO GIUNTO SIGILLATO STRATO DI SABBIA
CON STRATO DI ASFALTO SP. 5 cm CON BITUME SP. 2 ÷ 3 cm
GHIAIA SPESS. > 5 cm
IMPERMEABILIZZAZIONE
A STRATI MULTIPLI
SP. 15 ÷ 20 mm
ISOLANTE 5 cm
ISOLANTE ÷
IMPERMEABILIZZAZIONE
A STRATI MULTIPLI
STRATO SP. 15 ÷ 20 mm
DELLE PENDENZE ISOLANTE 5 cm
BARRIERA AL VAPORE
F 158
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE CONTINUE 5.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
IMPERMEABILIZZAZIONE CON MEMBRANE PREFABBRICATE PROG
FIG. F.2.5./14 COPERTURE PRATICABILI E NON PRATICABILI
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
6 6 6 C.RCIZIO E
1 8 ESE ESSIONAL
2 7 2
PROF
2 2
2
3 3 D.GETTAZIONE
3 PRO TTURALE
STRU
4 4
E.NTROLLO
4 5
5
5 CO NTALE
AMBIE
15 10
14
F. TERIALI,TECN
ICHE
1 MEMBRANA BITUMINOSA ARDESIATA AUTOPROTETTA MA ONENTI,
6 Incollata per rinvenimento a fiamma COMP
S> = 33,5
5 kg/mq.
9
2 MEMBRANA BITUMINOSA ARDESIATA AUTOPROTETTA
11 incollata per rinvenimento a fiamma G.ANISTICA
3 S> = 4 mm - P = 4kg/mq URB
2 o 12
4 13 3 STRATO ISOLANTE S = 5 cm
F.3. IONI
14 14 16 8 VERNICE PROTETTIVA RIFLETTENTE
IZ
17 PART E
N
6 9 MEMBRANA SINTETICA ARMATA AUTOPROTETTA INTER
17 incollata con adesivo o con fissaggio
18 meccanico
18 F.4. NTI DI E
2 10 ZAVORRA IN GHIAIA S = 4-5 cm-P = 60 ÷ 75 kg/mq ELEME NICAZION
12 COMU ALE
13 11 EVENTUALE STRATO DI PROTEZIONE IN TNT VERTIC
3 POLIESTERE - P = 500 gr/mq
3
12 MEMBRANA SINTETICA ARMATA F.5. I
D
5 5 ARRE
13 MEMBRANA BITUMINOSA
posata per rinvenimento
18 a fiamma o manto sintetico armato F.6. AZIONI
M
S> = 4 mm - P = 4 kg/mq SISTE E
N
ESTER
14 INTONACO DI CEMENTO RETINATO
15 COPERTINA
15 PAVIMENTO SOPRAELEVATO
19 IN QUADROTTI DI CALCESTRUZZO 16 PAVIMENTO S = 1,5-2
1 5-2 cm
14
21 17 MASSETTO DI SOTTOFONDO S = 3 cm
20
18 TNT IN POLIESTERE P = 500 g/mq
19 STRATO DI VENTILAZIONE
18
12 20 SOSTEGNI DEL PAVIMENTO
5 3
.
18 F.2.5 TURE
R
COPE UE
IN
CONT
F 159
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
5. COPERTURE CONTINUE
TETTO GIARDINO
FIG. F.2.5./15 TETTO GIARDINO REALIZZATO CON Il tetto giardino può essere realizzato sia con il più tradizionale sistema del tetto caldo, sia con il sistema
IL SISTEMA DEL TETTO CALDO del tetto rovescio. È consigliabile impiegare guaine impermeabilizzanti resistenti alle radici.
TERRENO FIG. F.2.5./18 TETTO GIARDINO SOPRAELEVATO
DI COLTURA
STRATO FILTRANTE
PERMEABILE
AL VAPORE IN TNT
STRATO DI DRENAGGIO
IN ARGILLA ESPANSA EVENTUALE MARCIAPIEDE
O GHIAIA S = 5 cm A copertura di un canale
MASSETTO ARMATO di scolo per la manutenzione
CON RETE ELETTROSALDATA
BORDO GIUNTO
S = 5 cm
FIORIERA FIORIERA A BITUME
STRATO ANTIMBIBIZIONE
IN CARTA PARAFFINATA
STRATO FILTRANTE
PERMEABILE
AL VAPORE IN TNT
GUAINA
MEMBRANA SINTETICA ANTIRADICE
IMPERMEABILE CEMENTO
RETINATO
ISOLANTE
TERMICO
IMPERMEABILIZZAZIONE
GHIAIA
BARRIERA AL VAPORE
GRIGLIA
STRATO DI REGOLARIZZAZIONE SABBIA
IN TNT (500 gr/mq) CAPPA A
FORMAZIONE
STRATO DELLE PENDENZE PENDENZA
STRATO IMPERMEABILE
SINTETICO
STRATO
DI REGOLARIZZAZIONE
IN TNT (500 gr/mq)
TERRENO DI COLTURA
RETE DI ANCORAGGIO
RADICI
TERRENO VEGETALE
STRATO DEUMIDIFICANTE
IN TORBA O ALTRO S = 4 cm ANTIRADICE
TNT FILTRANTE MASSETTO
TAVELLA
MEMBRANA TRIDIMENSIONALE
A PROFILO TRONCOCONICO BLOCCHETTI
CON FUNZIONE DRENANTE S = 2 cm
FORO DI DRENAGGIO
MEMBRANA SINTETICA
IMPERMEABILE E GUAINA AUTOPROTETTA
RESISTENTE ALLE RADICI
MASSETTO DI PENDENZA
STRATO ISOLANTE
SOLAIO
STRATO DI REGOLARIZZAZIONE
IN TNT (500 gr/mq)
F 160
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE CONTINUE 5.
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
G.ANISTICA
URB
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
F.5. I
D
ARRE
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
.
F.2.5 TURE
R
COPE UE
IN
CONT
F 161
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
5. COPERTURE CONTINUE
F 162
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE CONTINUE 5.
SOGLIA
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
SOGLIA SITUATA ALLA QUOTA COMPLANARE
ORGA
MALTA DI ALLETTAMENTO DEL PAVIMENTO INTERNO E RIALZATA CON IL PAVIMENTO
RISPETTO AL PAVIMENTO ESTERNO ESTERNO
RETE DI ARMATURA
SERRAMENTO METALLICO C.RCIZIO E
SOGLIA IN MARMO A SCORRIMENTO ESE ESSIONAL
PROFILO DI FISSAGGIO PROF
FELTRO SEPARATORE DELLA GUAINA
GUAINA RISVOLTATA
PARTE ASPORTATA DIETRO L’INFISSO
L INFISSO
G.ANISTICA
URB
COLLO IN
TUBAZIONE COPERTINA
CALCESTRUZZO
SIGILLANTE RETINATO METALLICA
AD ANELLO
RACCORDO IN GOMMA
ANELLO RALI
NASTRO GUAINA PREFABBRICATO F.1. I PERIMET
T
ANELLO SIGILLANTE IMPERMEABILE IN CALCESTRUZZO PARE ALI
VERTIC
GIUNTO IN BITUME
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
Ø 90
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
RACCORDO IN GOMMA EPDM VULCANIZZATA Ø 30 COMU ALE
VERTIC
F.5. I
D
ARRE
130
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
Ø 50
290 Ø 570
TUBAZIONE SIGILLANTE
LAMIERINO METALLICO
GIUNTO
COLLARE
IN BITUME
IN RAME O PIOMBO
GUAINA PAVIMENTO
IMPERMEABILE SOTTOFONDO
3 cm
F 163
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
5. COPERTURE CONTINUE
FASE 1 FASE 2
FASE 3
F 164
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE DISCONTINUE 6.
B.STAZIONI DILEGIZLII
Min. LLPP n. 22631 del 24 maggio 1982) denza minima della falda di copertura dipende dal tipo prevalenti e dell’altitudine, divide convenzionalmente il
di materiale impiegato per il manto di copertura, dalla territorio italiano in 5 regioni (A, B, C, D, E) e in 4 zone
PRE I ED
lunghezza della falda, dalle prevalenti condizioni atmo- climatiche (1, 2, 3, 4). NISM
ORGA
A FIG. F.2.6./2 DENOMINAZIONE DELLE PARTI COSTITUENTI IL TETTO
C.RCIZIO
A
E
ESE ESSIONAL
B LINEA DI CONVERSA
B
INCLINATA PROF
(linea di impluvio)
LINEA DI COLMO
D.GETTAZIONE
ORIZZONTALE LINEA DI RACCORDO TRA
C VARIAZIONI DI PENDENZA
PRO TTURALE
VERTICE STRU
B
LINEA DI CONVERSA
LINEA INCLINATA
E
B DI GRONDA (linea di displuvio) E.NTROLLO
CO NTALE
D
C LINEA DI BORDO AMBIE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
C LINEA DI GRONDA
G.ANISTICA
SPORTO
REGIONI
SUBCOSTIERA
ENTROTERRA
FASCIA
2000 m REGIONE A
ALTITUDINE
LINEA DI CONVERSA
ORIZZONTALE
1200 m
20 km 20 km LINEA DI CONVERSA
ORIZZONTALE
RALI
500 m F.1. I PERIMET
T
FIG. F.2.6./3 TIPI DI COPERTURE DISCONTINUE PARE ALI
0 m s.l.m.
VERTIC
ZONA 4 3 2 1 2 3
ENTROTERRA
COSTIERA
F.2. URE
FASCIA
Z
ORIZ
800 m 20 km
COSTIERA
F.4. NTI DI
FASCIA
E
1500 m REGIONE C ELEME NICAZION
ALTITUDINE
COMU ALE
800 m 20 km VERTIC
300 m
0 m s.l.m. F.5. I
D
ZONA 4 3 2 2 3 ARRE
ENTROTERRA
COSTIERA
FASCIA
F.6. AZIONI
M
SISTE E
REGIONE D-E
ALTITUDINE
N
TETTO A PADIGLIONE TETTO A STELLA TETTO A DUE FALDE TETTO ALLA MANSART ESTER
800 m 20 km CON TESTA A PADIGLIONE
0 m s.l.m.
ZONA 4 regione D = 3 FIG. F.2.6./4 CONFIGURAZIONE DEL TETTO: TRACCIAMENTO GEOMETRICO
regione E = 4
Questo metodo tiene conto dell’opportunità che le linee di gronda di un solido geo-
metrico siano sempre alla stessa quota e le falde della copertura abbiano la stessa
inclinazione. Il perimetro della copertura, e quindi l’andamento delle linee di gronda, è
determinato dal perimetro del solido, maggiorato dello sporto necessario, cioè della
superficie di copertura aggettante oltre il solido geometrico protetto. .
F.2.5 TURE
R
Le linee di compluvio e displuvio sono individuate dalle bisettrici degli angoli formati COPE UE
IN
da linee di gronda contigue: gli angoli concavi danno luogo a linee di compluvio, gli CONT
angoli convessi a linee di displuvio.
Le linee di colmo sono individuate o dalla bisettrice dell’angolo formato da linee di
.
gronda convergenti ovvero, se le linee di gronda sono parallele, la linea di colmo è a F.2.6 TURE
R
esse parallela ed equidistante. COPE NTINUE
DISCO
F 165
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
6. COPERTURE DISCONTINUE
Nelle coperture discontinue la pendenza è realizzata • prodotti vetrosi: tegole, lastre; Se il manto di copertura è realizzato in tegole o coppi
dai piani di falda, che coincidono con lo strato portante; • prodotti di pietra: lastre di ardesia, scisti; non è necessario generalmente lo strato di impermea-
lo strato ventilato è ubicato al di sopra dello strato della • prodotti di origine vegetale: paglia, stuoie ecc.; bilizzazione, a meno che la pendenza delle falde non
pendenza; la funzione dello strato di tenuta (UNI 9460) • altro. sia inferiore al 30%. La sua presenza è comunque utile
in zone a forte precipitazione nevosa, dove l’accumulo
è affidata al manto di copertura che può essere realiz- di neve sulla gronda può creare ristagni di acqua. In
zato con: Il manto di tenuta (elemento di tenuta) deve essere questo caso risulta sufficiente posare una guaina lungo
inalterabile nel tempo dal punto di vista chimico, fisico, le prime tre file di elementi. L’intera falda viene
• prodotti in laterizio: tegole, coppi ecc.; meccanico. I singoli pezzi o le lastre sono posati su ade- comunque impermeabilizzata nel caso di pendenza
• prodotti di cemento: tegole, lastre ecc.; guati supporti ed eventualmente fissati, in modo da assi- inferiore a quella consigliata per il prodotto scelto, o di
• prodotti di fibrocemento: lastre piane e ondulate; curarne la stabilità in opera. falde molto articolate.
• prodotti di impasto bituminoso: tegole, lastre; Tali ancoraggi, che possono rendersi necessari per Oltre le membrane impermeabili, sono impiegate le
lamiere e le lastre nervate di fibrocemento. Le
• prodotti di metallo o leghe metalliche: lastre piane, evitare la traslocazione dei singoli elementi o il solleva- membrane impermeabili possono essere posate in
ondulate, grecate; mento delle lastre per effetto del vento o per altre cause, semiaderenza per pendenze < al 40%; la posa in totale
• prodotti di legno: scandole, tavole ecc.; devono consentire i movimenti relativi tra gli elementi di aderenza è impiegata nelle falde a forte inclinazione e
• prodotti di materiali sintetici: lastre piane e ondulate; tenuta e tra questi e il supporto. nei rivestimenti di gronde e converse.
ISOLAMENTO TERMICO
Nella realizzazione di falde di copertura isolate termi- Nel caso di edifici di nuova costruzione, la soluzione più esterna dell’isolante. In edifici esistenti, con sottotetto
camente, lo strato di isolamento termico può essere rea- razionale ed economica è quella di collocare lo strato praticabile, lo strato di isolamento può essere posto all’in-
lizzato in sito, mediante l’impiego di pannelli preformati termoisolante (pannelli rigidi o materassini) sull’estra- tradosso del solaio di copertura (pannelli rigidi o mate-
o di strati continui di materiale coerente e incoerente dosso del solaio di copertura, garantendo comunque i rassini) ovvero sull’estradosso dell’ultimo orizzonta-
(UNI 9460). necessari strati di ventilazione sull’intradosso del manto mento; in questo caso sono impiegabili anche i materiali
di copertura (cfr. Microventilazione) o sulla superficie di tipo sciolto.
LAMA D’ARIA
D ARIA
D ARIA ≥ 3 cm
LAMA D’ARIA
TASSELLI
ISOLANTE IN LEGNO
LISTELLI
IN LEGNO
FELTRO
EVENTUALE
CHIODI A TESTA LARGA FRENO AL VAPORE FILO DI FERRO
CHIODI A TESTA LARGA
TRAVETTI IN LEGNO
L
la distanza tra i travetti è uguale alla
lunghezza del materassino + 1 cm
MICROVENTILAZIONE
L’impiego di tegole o coppi comporta l’attivazione naturale ferenze di temperatura che si verificano alle diverse quote al di sotto dello strato di microventilazione; contribuisce
della microventilazione, ovvero della ventilazione al di sotto dello strato di tenuta. L’aria entra dalla gronda, la linea più all’isolamento termico globale dell’edificio; riduce, grazie
del manto di copertura. La microventilazione, indispensa- bassa del tetto, e fuoriesce dal colmo, la linea più alta. alla differenza di temperatura tra intradosso ed estradosso
bile al corretto funzionamento del tetto e a garantire la du- La microventilazione contribuisce a eliminare l’umidità del manto, le tensioni termiche che si verificano sia nel
rata nel tempo del manto di copertura, è attivata, grazie assorbita dagli elementi a causa delle condizioni atmo- manto stesso che nella struttura.
alla discontinuità e geometria dell’elemento di tenuta (nel sferiche esterne; elimina il vapore acqueo proveniente A tale proposito è opportuno evitare il fissaggio con malta
caso di coperture con lastre è necessario predisporre op- dagli ambienti sottostanti; partecipa alla buona conserva- degli elementi di colmo e, laddove questo fosse neces-
portune aperture di ventilazione alla gronda e al colmo), zione della listellatura del supporto ligneo del manto e di sario (zone con forte vento), la ventilazione sarà assicu-
dalle variazioni di pressione prodotte dal vento e dalle dif- un eventuale isolante termico, quest’ultimo sarà sempre rata da speciali elementi di aerazione.
VENTILAZIONE
Il potenziamento degli effetti della microventilazione e La ventilazione sottotetto prevede la ventilazione del di sopra dello strato isolante.
un ulteriore contributo al comfort degli ambienti sotto- volume compreso tra l’ultimo solaio e le falde di coper- La ventilazione sottomanto può coincidere con la micro-
stanti il tetto, sono realizzati, nell’ambito delle coperture tura, mediante apposite aperture sulle murature d’ambito. ventilazione, aumentando lo spessore dello strato desti-
ventilate, con altri accorgimenti progettuali: la ventila- La ventilazione sottomanto, utilizzabile in particolare nel nato ad attivare quest’ultima.
zione sottotetto o solaio aerato e la ventilazione sotto- caso di abitabilità dei locali di sottotetto, prevede uno Se nella copertura è presente solo la microventilazione,
manto o tetto ventilato. strato di aria di 7-15 cm, sull’estradosso della falda, al il sistema non si considera ventilato (UNI 8627).
F 166
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE DISCONTINUE 6.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.2.6./6 MICROVENTILAZIONE
Le tegole e i coppi di laterizio sono prodotti per stampaggio o estrusione; quelli di calce-
struzzo sono prodotti per formatura, a partire da malte cementizie (UNI 9460, 8626). NASELLO DI
Oltre gli elementi ordinari, sono in produzione pezzi speciali e accessori per la solu- AGGANCIO FORO DI FISSAGGIO ELEMENTO DI APPOGGIO
RALI
zione di punti singolari della copertura (colmi, displuvi, aeratori, tegole fermaneve F.1. I PERIMET
T
ecc.). La posa degli elementi necessita di uno strato di supporto e di elementi di PARE ALI
collegamento che consentano limitati movimenti differenziali (UNI 9460). VERTIC
PROFILI TRASVERSALI
DI INCASTRO
F.2. URE
FIG. F.2.6./7 ELEMENTI DI LATERIZIO CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
Portoghese
e Olandese
Marsigliese Coppo Romana F.5. I
D
ARRE
40 x 16/18* 43 x 25/30*
Dimensioni (cm) 41 x 25 ca 41 x 25 ca
50 x 17/19* 44 x 29/33*
TEGOLA ROMANA
STAMPATA Massa (kg) 2,8-3 ca 2,8 2-2,8 ca 3,3-4,4 F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
N. pezzi al m2 14 ca 14 ca 30 ca 9 ca** ESTER
Interasse di posa (cm) 34-35 34-35 20-35 25-35
Lunghezza utile (cm) 20 ca 20 ca – –
* Il valore prima della barra è riferito alla base minore e quello dopo la barra alla base maggiore
TEGOLA OLANDESE COPPO TRAFILATO ** Esclusi i coppi di completamento
TAB. F.2.6./2 PENDENZA MINIMA IN RELAZIONE AL TIPO DI ELEMENTO E ALLA ZONA CLIMATICA (cfr. FIG. F.2.6./1)
Marsigliese, Italia del nord 10,00 35% 60% > 60% incastro tra tegole
portoghese e zone appenniniche
olandese Italia centrale, 12,00 30% 60% > 60% incastro tra tegole
e tipi assimilabili meridionale, insulare
Coppi tutto il territorio 10,00 35% 45% > 45% 10 cm .
F.2.6 TURE
R
* Le lunghezze massime delle falde sono misurate in proiezione orizzontale ** I valori di pendenza minima possono essere ridotti qualora si adottino ulteriori strati sottostanti di tenuta all’acqua. COPE NTINUE
DISCO
F 167
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
6. COPERTURE DISCONTINUE
➦ MANTO DI COPERTURA
FIG. F.2.6./9 ELEMENTI DI CALCESTRUZZO FIG. F.2.6./11 PEZZI SPECIALI
TIPO
1 2 3 4
Dimensioni (cm) 42 x 33 ca 42 x 33 ca 42 x 33 ca 42 x 33 ca
Massa (kg) 4,8-5 4,5 4,6-5,4 4,3-5
N. pezzi al m2 9,5-10,5 9,5-10,5 9,5-10,5 9,5-12
Larghezza utile B (cm) 30 30 30 30
Interasse di posa (cm) 32-36 32-36 32-36 32-36
Massa al m2 45,6-52,5 42,7-47,2 43,7-56,7 40,8-60,0
STRATO DI SUPPORTO
Lo strato di supporto è costituito da una listellatura In quest’ultimo caso la dimensione dipende dalla luce di sabbia. Se l’eventuale strato impermeabilizzante è rea-
fissata alla struttura portante, in direzione parallela alla libera tra gli appoggi e dai carichi di esercizio e acciden- lizzato con una membrana prefabbricata, questa dovrà
linea di gronda per tutti i tipi di tegole, in direzione orto- tali previsti per la copertura. essere di tipo ardesiato, così da migliorare l’adesione
gonale per la posa dei coppi. I materiali impiegati devo- Per consentire alla prima fila di tegole di conservare la dei cordoli alla guaina.
no essere adeguatamente protetti da funghi, muffe, stessa inclinazione delle altre, il primo listello di gronda
corrosione ecc. La listellatura può essere di legno, di ha un’altezza maggiore (~ 2 cm per i prodotti in laterizio,
acciaio al carbonio, di acciaio inossidabile; si impiegano ~ 3 cm per quelli in cemento). TAB. F.2.6./4 DIMENSIONI DELLA LISTELLATURA
anche cordoli di malta, pannelli o lastre opportunamente Per i coppi, il listello di gronda può essere sostituito da DI LEGNO (in cm)
sagomate; in questi ultimi può essere integrata la frazioni di coppi sovrapposte.
funzione termoisolante. La prima fila di elementi deve sporgere all’interno del PIANO PIANO DISCONTINUO
Per migliorare la microventilazione e permettere lo scor- canale di gronda per circa 1/3 della larghezza del canale CONTINUO (altitudini < 500 m s.l.m.)
rimento di eventuali infiltrazioni di acqua, le listellature stesso. La malta impiegata per i cordoli e per l’eventua-
3x4/4x4 4 x 4 per luci ≤ m 0,80
devono essere interrotte ogni 4 m, i cordoli ogni 2 m. le sigillatura degli elementi di colmo è malta di calce o
La dimensione dei listelli di legno varia se il piano di malta bastarda. È esclusa la malta di cemento a causa 5 x 5 per luci ≤ m 1
appoggio è continuo (solaio in cemento armato, tavelloni della eccessiva rigidità. Il dosaggio per la malta bastarda
5 x 7 per luci ≤ m 1,40
laterizi) o discontinuo. è: 150 kg di cemento, 175-225 kg di calce idraulica, 1 mc
F 168
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE DISCONTINUE 6.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
ELEMENTI DI COLLEGAMENTO PROG
Gli elementi di collegamento hanno la funzione di anco-
rare il manto al supporto. Sono i ganci, le graffe, i fili,
Prodotti di laterizio
Per pendenze > del 60% per le tegole e del 45% per i
Prodotti di cemento
Per particolari condizioni di vento e per pendenze > del B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
i chiodi di rame, di alluminio, di acciaio al carbonio, di coppi, ovvero per particolari condizioni di vento, tutti gli 45% tutti gli elementi di bordo devono essere fissati alla NISM
acciaio inossidabile. Devono essere protetti contro la elementi di bordo devono essere fissati alla listellatura listellatura mediante ganci o chiodi. ORGA
corrosione, avere adeguate caratteristiche meccaniche di supporto mediante chiodatura o filo di ferro; per tali Per pendenze oltre il 100%, è richiesto anche il fissag-
C.RCIZIO
e di durata (UNI 4507, 4752, 5101, 5082, 6900), essere condizioni è necessario anche il fissaggio alla listella- gio di almeno un elemento ogni 5. Per pendenze maggiori
dimensionati in relazione ai pezzi che collegano. tura di almeno un elemento ogni 5. è inoltre necessario fissare tutti gli elementi. Per fissare E
le tegole può essere impiegata una sigillatura con malta ESE ESSIONAL
bastarda o di calce. PROF
10
SOLAIO
RALI
CORDOLO DI MALTA F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
EVENTUALE BITUMATURA
LAMIERA LISTELLO DI GRONDA
SUPPORTO CON CORDOLI DI MALTA POSA DEI LISTELLI DI SUPPORTO SU CONTROLISTELLI F.2. URE
CHE FISSANO LO STRATO DI IMPERMEABILIZZAZIONE CHIUS ONTALI
Z
Adatto a falde di ridotta pendenza SCHEMA DI FISSAGGIO DELLE TEGOLE ORIZ
F.3. IONI
IZ
PART E
N
FIG. F.2.6./13 POSA DEL MANTO DI COPERTURA: TEGOLE PIANE INTER
55 cm F.4. NTI DI E
50 ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
27 cm
15
35 F.5. I
D
4 ARRE
A CODA DI RONDINE 3
F.6. AZIONI
M
SISTE E
5,5 N
ESTER
30 SCAGLIE DI ARDESIA POSATE ALLA FRANCESE
4 42,5 39,5 39,5 39,5 E ANCORATE CON GRAFFE METALLICHE
FORO PER IL
30 FISSAGGIO FORI PER I
DEI RAMPONI 75 cm CHIODI DA 30 mm
TAB. F.2.6./5 LARGHEZZA DELLA FALDA
IN FUNZIONE DELLA PENDENZA
A SQUAME
LARGHEZZA FALDA PENDENZA 22 cm
(ml) (%)
40 da 0 a 4 33
da 4 a 5 36
da 6 a 7 40
20 da 7 a 9 46
da 9 a 11 52 LASTRE DI FIBROCEMENTO ANCORATE CON
.
CHIODATURE E RAMPONE METALLICO SUL F.2.6 TURE
da 11 a 13 60 R
A LASTRE RETTANGOLARI LEMBO INFERIORE COPE NTINUE
DISCO
F 169
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
6. COPERTURE DISCONTINUE
➦ MANTO DI COPERTURA
F 170
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE DISCONTINUE 6.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.2.6./15 PANNELLI PREFORMATI CHE REALIZZANO L’ISOLAMENTO E IL SOSTEGNO DI TEGOLE O COPPI
TEGOLA
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
CONVERSA METALLICA ORGA
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
ELEMENTO DI COLMO
CONVERSA IN
PANNELLO ISOLANTE
MATERIALE ISOLANTE E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
PER TEGOLA
LISTELLATURA FISSATA
ALLA FALDA
15-20 cm F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
CORRELAZIONI E RACCORDI
I raccordi con le pareti verticali, analogamente a quanto detto per le coperture continue (cfr. Coperture continue), devono essere realizzati in maniera da evitare infiltrazioni di G.ANISTICA
acqua, sia nella falda di copertura che nella parete. In corrispondenza di detti punti è opportuno associare al manto di copertura 2 o 3 strati di guaina impermeabile. URB
I raccordi con i camini, le antenne, i lucernari ecc., possono prevedere l’impiego di pezzi speciali (basi per camino, per antenne ecc.) ovvero impiegare converse appositamente preparate
(cfr. Fig. F.2.5./22.)
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
F.5. I
D
ARRE
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
.
F.2.6 TURE
R
COPE NTINUE
DISCO
F 171
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
6. COPERTURE DISCONTINUE
➦ CORRELAZIONI E RACCORDI
SOLUZIONI DI COMPLUVIO
CONVERSA CONVERSA
LASTRE ONDULATE
CONNESSIONE IN
MANTO IMPERMEABILE LAMIERA SAGOMATA
CONVERSA
SEZIONE SULLA
FALDA
FALDE A BASSA PENDENZA
PIANTA
SEZIONE SUL
CAMINO
ASSI DI LEGNO
ASSI DI LEGNO
FALDE A FORTE PENDENZA SEZIONE CONNESSIONE TRA COPERTURA E CAMINO IN MURATURA
F 172
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE DISCONTINUE 6.
LASTRE A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
LASTRE DI MATERIALE METALLICO PROG
Il manto di copertura è costituito da lastre piane o
sagomate, con profilo (sezione) grecato, ondulato ecc.
Acciai al carbonio con rivestimenti protettivi. I prodotti
impiegati sono le lamiere zincate a caldo, le lamiere
zato per proteggere altri metalli attraverso processi di
galvanizzazione. Tali processi prevedono la sgrassatu- B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
Le lastre devono avere (UNI 10372): zinco alluminate, rivestite cioè con una lega di zinco e ra del metallo da proteggere, al fine di migliorarne l’ade- NISM
• il momento di inerzia più alto possibile, compatibil- alluminio, le lamiere zincate e preverniciate con procedi- renza e successivamente si deposita su di esso, per via ORGA
mente con le esigenze di massa al metro quadrato; mento coil coating, le lamiere con protezione multistrato, elettrolitica, un sottilissimo strato di zinco.
C.RCIZIO
• tenuta all’acqua (le sezioni più ampie hanno maggiore nelle quali la lamiera è integrata in un rivestimento pro- L’elettrolisi deve avvenire con temperature opportune,
tenuta all’acqua); tettivo che, oltre ad assolvere la funzione anticorrosiva, la posizione degli anodi deve essere scelta in funzione E
• adeguata portata ai carichi uniformemente distribuiti offre requisiti di coibenza termoacustica. I nastri impie- della forma dell’oggetto, l’azione del bagno deve avere ESE ESSIONAL
(neve, vento), in relazione anche alla zona climatica gati hanno spessore di 0,6-1,5 mm. durata regolata sulla composizione dell’elettrolita e deve PROF
(cfr. Fig. F.2.6./1), alla distanza e resistenza degli essere interrotta subito dopo la deposizione dello strato.
D.GETTAZIONE
arcarecci di sostegno o dell’elemento di supporto Zinco al titanio una lega di zinco-rame-titanio a base di
continuo, alla pendenza delle falde del tetto; zinco elettrolitico, avente purezza al 99,995%, con rame Pannelli compositi, costituiti da una lamiera esterna,
• devono essere pedonabili per la manutenzione. e titanio come elementi alliganti. generalmente grecata, di spessore ≥ 0,5 mm; da una PRO TTURALE
Lo zinco è molto diffuso in natura: si trova in diversi mi- lamiera interna piana, liscia, goffrata o lievemente ner- STRU
MATERIALI nerali (blenda, smithsonite, zincite, calamina); ha peso vata, o altro materiale di rivestimento; da uno strato
specifico variabile tra 6,9 e 7,2 kg/dm3, fonde a 419°C intermedio di materiale isolante realizzato con materiale
Rame del tipo Cu-DHP (UNI 5649/1, 3310/2, 9329-9) ma a 100-150°C diventa duttile ed è facilmente lamina-
bile; a 200°C è invece fragile e facilmente polverizza-
fibroso (fibra di vetro, fibre minerali, fibre tessili sinte- E.NTROLLO
generalmente incrudito o ricotto, nello spessore di 0,6- tiche, altro) o materie plastiche cellulari (poliuretano, poli- CO NTALE
0,8 mm. Il rame è un metallo facilmente reperibile allo bile. È molto igroscopico e spesso è utilizzato come stirolo, fenoliche, altre). AMBIE
stato nativo; ha peso specifico variabile, secondo il pro- disidratante. Lo spessore minimo consigliato è 0,7 mm.
cesso con il quale è ottenuto, tra 8,91 e 8,93 kg/dm3, Oltre che per le lastre di copertura, i laminati sono utiliz-
F. TERIALI,
Pannelli stratificati o sandwich, generalmente realiz-
fonde a 1083°C; è molto malleabile e duttile: è possibile zati per lattonerie. ICHE
zati in opera, sono composti da due superfici metalliche, TECN
tirare fili di 0,0025 mm di diametro. All’aria umida lo zinco si altera ma lo strato di ossido e opportunamente distanziate con distanziatori, e uno strato MA ONENTI,
di carbonato basico che si forma preserva il metallo da COMP
Dopo l’oro e l’argento è il miglior conduttore di elettricità. interposto di materiale isolante, generalmente materas-
Legato con lo stagno forma il bronzo; legato con lo zinco fenomeni corrosivi. Per questa sua qualità viene utiliz- sini di lana minerale o pannelli di resine espanse.
forma l’ottone. Il rame posto all’aria (anidride carbonica
e acqua) si ossida con un carbonato basico di colore
verde che lo protegge. Tale patina può essere prodotta
TAB. F.2.6./6 CARATTERISTICHE FISICO-CHIMICHE
DEL RAME
TAB. F.2.6./7 CORRISPONDENZA TRA LE SIGLE
DI ACCIAI G.ANISTICA
URB
artificialmente prima di mettere le lastre in opera.
Densità 8,94 g/cm3 AISI UNI AFNOR BS DIN (W.N.) SIS
Leghe a base di alluminio, grezzo o preverniciato con Punto di fusione 1083°C 304 X5 CrNi1810 Z6 CN 18-09 304S15 1.4301 23 32
processo coil coating (UNI EN 485/3, UNI EN 485/4). Temperatura di ricottura 250-650°C
L’alluminio è uno dei metalli più diffusi in natura; è estratto 316 X5 CrNiMo1712 Z6 CND 17-11 316S31 1.4401 23 47
da diversi minerali (corindone, bauxite, criotite); fonde a Conduttività termica 364 W/mK
430 X8 Cr17 Z8 C 17 43S17 1.4016 23 20 RALI
650°C, ha massa volumica tra 2,6 e 2,8 kg/dm3; essendo Conduttività elettrica 49 m/Ωmm2 F.1. I PERIMET
T
malleabile è idoneo a subire trattamenti superficiali. Modulo di elasticità (ricotto) 122 x 103 N/mm2 409L X2 CrTi12 – – – – PARE ALI
La lamiera d’alluminio viene prodotta partendo da VERTIC
placche di materiale colate in acqua. Il processo a caldo TAB. F.2.6./8 CARATTERISTICHE FISICO-MECCANICHE DI ALCUNE LEGHE DI ALLUMINIO
avviene tra 400-500°C fornendo un primo prodotto con
spessore di 5-6 mm; successivamente, con processo a SPESSORE STATO CARICO DI ROTTURA (MPa) SNERVAMENTO (MPa) ALLUNGAMENTO F.2. URE
LEGA CHIUS ONTALI
freddo, si raggiungono gli spessori correnti di commer- (mm) FISICO min max min max % Z
ORIZ
cializzazione: 0,2-3 mm. Con laminatoi speciali è possi-
1050A 1,0 H14 105 145 85 – 6
bile raggiungere spessori più sottili, ottenendo i fogli con
0,7-0,8 H19 210 – 180 – 2
i quali si realizzano, ad esempio, le barriere al vapore. 3003 F.3. IONI
1,0 H14 145 185 125 – 2 IZ
La lavorazione della lamiera per crearvi risalti e greche PART E
N
avviene a freddo; l’estrusione e la pressofusione riguar- 0,7-0,8 H19 270 – 240 – 1 INTER
dano solo alcuni raccordi e pezzi speciali. 3004
1,0 H14 220 265 180 – 2
Le leghe di alluminio normalmente impiegate sono:
0,7-0,8 H19 200 – 175 – 2
• 1050 A (alluminio 99,5, UNI 9001/2); 3103
1,0 H14 140 180 120 – 2 F.4. NTI DI E
• 3003 (alluminio, manganese, rame, UNI 9003/1); ELEME NICAZION
• 3004 (alluminio, manganese, magnesio, UNI 9003/2); 5005
0,7-0,8 H18 185 – 165 – 2 COMU ALE
• 3103 (alluminio, manganese, UNI 9003/3); 1,0 H14 145 185 120 – 2 VERTIC
• 5005 (alluminio, magnesio, UNI 9005/1).
TAB. F.2.6./9 COMPOSIZIONI CHIMICHE PERCENTUALI DEGLI ACCIAI
Lo spessore minimo della lastra di copertura, se rea- F.5. I
D
lizzata con le leghe 3003-3004-3103-5005, è 0,7 mm;
Design. Design. C Mn P S Si
Cr Ni Mo ARRE
AISI UNI 6900 max max max max max
con la lega 1050A è 1 mm.
304 X5 CrNi1810 0,08 2,00 0,045 0,030 1,00 18,00+20,00 8,00-10,50 –
Acciai inossidabili (UNI EN 10088/1, UNI EN 10088/2, F.6. AZIONI
M
UNI 8317) della serie austenitica (al cromo-nichel, 18-
316 X5 CrNiMo1712 0,06 2,00 0,045 0,030 1,00 16,00+18,50 10,50+15,50 2,00+2,50 SISTE E
N
20% di cromo e 8-10% di nichel) e ferritica (al solo 430 X8 Cr17 0,12 1,00 0,040 0,030 1,00 16,00+18,00 – 0,60 max ESTER
cromo, 12-17%). 409L X2 CrTi12 0,03 1,00 0,040 0,030 1,00 10,5+12,5 0,5 max –
Il ferro, da cui proviene l’acciaio, è estratto dai suoi
minerali a 1600°C; il prodotto, ricco di carbonio, è un TAB. F.2.6./10 PRINCIPALI CARATTERISTICHE FISICO-MECCANICHE
materiale duro ma molto fragile: la ghisa. Riducendo la
quantità di carbonio si ottiene un materiale meno duro Designazione ASI UNI 304 X5 CrNi1810 316 X5 CrNiMo1712 430 X8 Cr17 409L X2 CrTi12
ma più malleabile: l’acciaio. Con contenuti di carbonio
inferiori allo 0,25% il materiale non è più fragile ed è Massa specifica (g/cm3) 8,06 8,06 7,78 7,78
saldabile. Secondo la lega, il peso specifico dell’acciaio
varia da 7,5 a 8,1 kg/dm3. Il ferro è soggetto a fenomeni Struttura austenitica austenitica ferritica ferritica
corrosivi.
Coeff. di conducibilità termica a 100°C
Gli acciai inossidabili sono protetti dall’alligante scelto 0,039 0,039 0,062 0,061
(cal/cm°Cs)
per legarli (il cromo, il nichel, il molibdeno) che promuo-
ve la formazione di un ossido trasparente, invisibile, Coeff. di dilatazione termica medio
17,3 16 10,4 11,7
duro e resistente sulla superficie del materiale. 0+100°C (x10 -6°C -t)
Con la laminazione a caldo vengono prodotte lamiere di
3 mm di spessore, larghe 3000 mm e lunghe fino a 18 Carico di rottura (N/mm2) 550+700 550+700 450+600 450+600
m. Con la laminazione a freddo si raggiungono spessori Carico di snervamento
inferiori, 0,5-0,6 mm, ma larghezze non superiori a 200 200 260 240
allo 0,2% min. (N/mm2)
1800 mm; il prodotto ha finiture superficiali diverse per
predisporlo a eventuali ulteriori lavorazioni (zincatura, Allungamento a rottura (%) min. 45 40 22 25 .
F.2.6 TURE
verniciatura, lucidatura). R
Durezza in HRB 70÷90 70÷85 88 75 COPE NTINUE
DISCO
F 173
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
6. COPERTURE DISCONTINUE
➦ LASTRE
F 174
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE DISCONTINUE 6.
A.ZIONI
NO RALI DI E
➦ FIG. F.2.6./18 SCHEMI FUNZIONALI E DETTAGLI COSTRUTTIVI
GENE ETTAZION
PROG
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
G.ANISTICA
URB
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
F.5. I
D
ARRE
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
.
F.2.6 TURE
R
COPE NTINUE
DISCO
F 175
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
6. COPERTURE DISCONTINUE
➦ LASTRE
GIUNTI
I giunti longitudinali sono perpendicolari alla linea di TAB. F.2.6./11 VALORI MINIMI DI TAB. F.2.6./12 COEFFICIENTI DI DILATAZIONE
gronda; i giunti orizzontali o intermedi di testa sono SOVRAPPOSIZIONE DELLE LASTRE TERMICA DI ALCUNI METALLI
paralleli alla linea di gronda.
La realizzazione del giunto non deve ostacolare le PENDENZA (%) SOVRAPPOSIZIONE (mm) ALLUMINIO 23,6 x 10 -6°C -1
dilatazioni termiche lineari della lamiera, soggetta a una
notevole escursione termica. A tale proposito, per manti 7 < P ≤ 10 250 ACCIAIO 12,0 x 10 -6°C -1
di copertura realizzati con lastre piane, non sono neces-
sarie particolari precauzioni se la lunghezza di falda è 10 < P ≤ 15 200
ACCIAIO INOX AISI 304 17,0 x 10 -6°C -1
< 6 m, mentre per lunghezza di falda superiore si può
prevedere la segmentazione del nastro metallico o il fis- 15 < P 50
PIOMBO 29,3 x 10 -6°C -1
saggio con giunti scorrevoli.
Per coperture che impiegano lamiere nervate, grecate o FISSAGGI RAME 16,8 x 10 -6°C -1
pannelli compositi non sono necessarie particolari precau-
zioni se la lunghezza di falda è < 6 m e se la lamiera è I fissaggi sono ubicati sulle greche della lastra in corri- ZINCO 27,4 x 10 -6°C -1
fissata in corrispondenza della parte alta della nervatura; spondenza del colmo, della gronda, dei compluvi, delle
per lunghezza di falda superiore è necessario adottare sovrapposizioni e delle porzioni di lamiera in aggetto. ZINCO AL TITANIO 22,0 x 10 -6°C -1
giunti scorrevoli o segmentare la lastra. Possono rendersi necessari nella sovrapposizione di due
lamiere contigue. In caso sia necessario realizzare fissaggi
LASTRE GRECATE E ONDULATE nella parte bassa della nervatura è opportuno verificare GIUNTO A TASSELLO O ALL’ITALIANA
l’assenza di rischi di infiltrazioni di acqua, di sollevamento
Sono disposte su supporti lineari o continui paralleli alla della lamiera a seguito di sollecitazioni di depressione, Sono impiegati tasselli di legno o di metallo, disposti
linea di gronda. I giunti longitudinali devono essere rea- di sfilamento della lamiera dalla testa delle viti. secondo la linea di massima pendenza, a interasse
lizzati con la sovrapposizione della greca o dell’onda di determinato dalla larghezza del nastro, al netto della
lastre adiacenti. La sovrapposizione deve essere effet- NASTRI E LASTRE PIANE ripiegatura dei bordi. Le lastre sono fissate ai tasselli
tuata in senso opposto a quello dei venti dominanti. con chiodatura o bandelle metalliche ancorate al tas-
I giunti intermedi di testa sono assenti quando le lastre Per i giunti longitudinali si adottano i giunti a doppia aggraf- sello e aggraffate alla lastra.
hanno lunghezza uguale alla falda. Quando, viceversa, fatura e a tassello; per i giunti intermedi di testa si adottano Per lastre di larghezza ≥ a 1000 mm, la distanza tra i
tali giunti sono presenti devono avere una minima i giunti ad aggraffatura semplice, a doppia aggraffatura punti di fissaggio deve essere ≤ 500 mm e, in
sovrapposizione in corrispondenza dell’elemento di o sovrapposizione e aggraffatura, a gradini aggraffati. prossimità della linea di gronda e di colmo, ≤ 330 mm.
supporto. Tale sovrapposizione è funzione della pen- Un coprigiunto sormonta il tassello e il fissaggio della
denza della falda e delle condizioni climatiche ed è rile- GIUNTO A DOPPIA AGGRAFFATURA lastra, a protezione del giunto. Una adeguata protezione
vabile dalla tabella. I valori dedotti, in condizioni con cappellotto copritesta e sigillante è richiesta anche
climatiche sfavorevoli devono essere adeguatamente Sono impiegate delle linguette di ancoraggio con fun- nei punti di fissaggio del coprigiunto.
incrementati, oppure è necessario applicare un idoneo zione di collegare tra loro le lastre contigue e di fissarle
sigillante. al supporto, a cui le linguette stesse sono fermate tra- GIUNTO SCORREVOLE DI TESTA PER LASTRE
Le lastre sono giuntate con viti o ganci, in relazione al mite chiodatura. GRECATE E ONDULATE
materiale del supporto (metallo, legno, calcestruzzo); i Sulle linguette, che sono di tipo fisso o scorrevole, per
fissaggi dovranno essere muniti di protezione contro le non contrastare le dilatazioni, sono ripiegati i bordi di Per consentire la dilatazione delle lastre grecate e
infiltrazioni di acqua; se i fissaggi sono realizzati con nastri contigui. Le linguette sono posizionate per file paral- ondulate è possibile realizzare un giunto scorrevole in
metalli non compatibili è necessario verificare l’assenza lele secondo la linea di massima pendenza, a un inte- cui, tenendo conto della effettiva dilatazione, la lastra
di rischio di corrosione elettrochimica tra manto di co- rasse determinato dalla larghezza del nastro, al netto superiore è fissata sull’arcareccio mentre quella inferiore
pertura e supporto. della ripiegatura dei bordi. è libera di scorrere.
GIUNTI LONGITUDINALI:
GIUNTO ORIZZONTALE
3. AD AGGRAFFATURA
SEMPLICE
5. A GRADINI AGGRAFFATI
4. A DOPPIA AGGRAFFATURA
O SOPRAPPOSIZIONE ALTEZZA DELLA RIPIEGATURA DEI BORDI
ED AGGRAFFATURA 10 mm PER PENDENZA VARIABILE
TRA IL 30 E IL 35 %;;
FIG. F.2.6./20 SOVRAPPOSIZIONE DELLE 20 mm PER PENDENZA VARIABILE
LAMIERE GRECATE TRA IL 25 E IL 30 %;;
30 mm PER PENDENZA VARIABILE
TRA IL 20 E IL 25 %;; GIUNTO VERTICALE
VENTO
DOMINANTE
GIUNTO ORIZZONTALE A SOVRAPPOSIZIONE E AGGRAFFATURA
ED INTERSEZIONE CON IL GIUNTO VERTICALE
F 176
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE DISCONTINUE 6.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
FISSAGGIO DELLE LASTRE PIANE PROG
FIG. F.2.6./22 GIUNTO A DOPPIA AGGRAFFATURA – RACCORDI CON PARETI VERTICALI
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
G.ANISTICA
URB
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
F.5. I
D
ARRE
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
.
F.2.6 TURE
R
COPE NTINUE
DISCO
F 177
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
6. COPERTURE DISCONTINUE
➦ LASTRE
F 178
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE DISCONTINUE 6.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PENDENZA DELLE FALDE PROG
FIG. F.2.6./26 DIAGRAMMA INDICATIVO DELLE PENDENZE MINIME PER
B.STAZIONI DILEGIZLII
La pendenza delle falde dipende dalla zona climatica ed esposizione locale, dalla
lunghezza della falda di copertura, dal materiale del manto di copertura e dalla entità COPERTURE GRECATE SENZA GIUNTI INTERMEDI DI TESTA
PRE I ED
della sovrapposizione. NISM
ALTEZZA DELLA GRECA H mm ORGA
Per coperture realizzate con lastre grecate senza giunti intermedi di testa la pendenza H = 50 H = 40 H = 30
è ricavabile dal diagramma, in relazione all’altezza H della greca e alla zona climatica 25
FALDE IN M
(DM 12 febbraio 1982). In genere, in condizioni di esposizioni normali, la pendenza
minima è circa il 7%.
C.RCIZIO E
Per le coperture realizzate con giunti intermedi di testa si fa riferimento allo stesso 20 ESE ESSIONAL
diagramma. Per falde con pendenza < del 25% il valore ricavato viene maggiorato di PROF
0,2 L, dove L è la lunghezza della falda espressa in metri. Il valore della pendenza P
ricavato dal diagramma, per valori < del 15%, deve essere moltiplicato per il fattore di
correzione 1,2, in situazione di esposizione al vento, e per il fattore di correzione 0,9,
15
D.GETTAZIONE
in situazioni protette. PRO TTURALE
STRU
10
Per le coperture realizzate con lastre piane o nastri la pendenza è funzione del tipo di SIGILLANTE
giunto utilizzato. In condizioni normali la pendenza è > al 5%. Per pendenze inferiori
è necessario prevedere idonei sistemi di impermeabilizzazione dei giunti. 5 E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
INNEVAMENTO
TAB. F.2.6./13 CLASSIFICAZIONE DEI SITI (UNI 10372) RIDOTTO 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 F. TERIALI,TECN
ICHE
SITO PROTETTO Fondovalle circondato da colline e protetto nelle direzioni MEDIO 0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 MA ONENTI,
COMP
di provenienza dei venti più violenti.
ALTO 0 6 12 18 24 30 36 42 48 54
SITO NORMALE Terreno piano che può presentare dislivelli poco sensibili. PENDENZA IN %
G.ANISTICA
SITO ESPOSTO Zona litorale vicino al mare, valli montane in cui sono presenti URB
venti violenti, zone montane isolate ed esposte. FIG. F.2.6./27 ABACO PER LA SCELTA DEL TIPO DI GIUNTO IN FUNZIONE
DELLA PENDENZA
CHIUS ONTALI
NA ER
nelle zone climatiche con medie precipitazioni nevose, come ad F.3. IONI
IZ
esempio le zone 1 con altitudine 300 < h ≤ 1000 m e le zone 2 PART E
G
N
con altitudine 500 < h ≤ 1200 m. INTER
LO
TI
ALTO Si verifica normalmente nelle zone climatiche con notevoli preci- 3 F.4. NTI DI
GI
E
pitazioni nevose, come ad esempio le zone 1 con altitudine h > ELEME NICAZION
1000 m e le zone 2 con altitudine h > 1200 m. COMU ALE
VERTIC
3%
2
1
17
°
16 ° 15
60
30%
15’ 30
00
F.5. I
°1
D
ARRE
45
7 ,7%
°5
30
30’ 15
8° 30 15%
F.6. AZIONI
M
4 5 °45
45’ 10
10% SISTE E
N
17,6%
10 °1 ESTER
5 45 5%
2° 45’
2°30 4,4%
30’ 1°10
10’ 2%
F 179
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
6. COPERTURE DISCONTINUE
➦ LASTRE
SCOSSALINA
COLMO DI BORDO
VITE
ISOLAMENTO
ELEMENTO
PORTANTE
LASTRA
SOTTOCOLMO ELEMENTO PORTANTE
DOPPIA SIGILLATURA ISOLANTE SOTTOCOLMO BORDATURA DI COLMO A UNA FALDA
ELEMENTO
PORTANTE
ELEMENTO
PORTANTE
SCOSSALINA DI
TESTATA PARETE - FALDA
ELEMENTO
DI SUPPORTO
ELEMENTO
DI FISSAGGIO
LASTRA TAMPONAMENTO
GRECATA INTERNO
105
O
RN
150 134
TE
ISOLAMENTO 852
ES
PROFILO
O
G
AD OMEGA
RN
TE
STAFFA DI
IN
LAMIERA DI
SOSTEGNO
O
ACCIAIO
CI
US
ZINCATO RIVETTATURA
G
PREVERNICIATO E SIGILLATURA
TRAVATURA LASTRA O
PIASTRA DI NASTRO
FISSAGGIO LATERALE DI
APPOGGIO STRATO
SEPARATORE
SUPPORTO
TAB. F.2.6./15 SPESSORE DEI MATERIALI
CONTINUO
F 180
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE DISCONTINUE 6.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
LASTRE DI MATERIALE FIBROSO PROG
Tra i materiali impiegati nella realizzazione di lastre vi sono il fibro-
cemento senza amianto, i materiali plastici rinforzati, come la resi-
FIG. F.2.6./30 PROFILI DI LASTRE IN FIBROCEMENTO
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
na di poliestere rinforzata con fibra di vetro, o non rinforzati, il poli- m 177 NISM
stirene, il polimetilmetacrilato (UNI 6774, UNI EN ISO 14631, UNI 5
m ORGA
6, GUARNIZIONI E PROFILI SAGOMATI
EN ISO 7823). Il fibrocemento senza amianto utilizza come tessu- 57,5
57
C.RCIZIO
to di armatura le fibre naturali (cellulosa, lana, juta, cotone, lino) o
1100 mm
sintetiche (fibre vetrose, polipropilene, polietilene), legate con cal- E
cestruzzo di cemento. La graniglia può essere colorata in pasta.
Lastra
astra di copertura a profilo europeo adatta
ESE ESSIONAL
La fibra, meglio se tessuta, crea una sorta di armatura distribuita
a costruzioni zootecniche, agricole, civili
PROF
nell’ambito del getto, migliorandone le qualità meccaniche.
D.GETTAZIONE
Queste lastre hanno buona resistenza agli agenti atmosferici, agli
m
195
m
urti, allo sfondamento e non necessitano di manutenzione.
5
PRO TTURALE
6,
Le lastre possono essere piane o curve, a profilo piano, ondula- 61,5
61
to o nervato; i diversi prodotti sono in genere corredati da profili STRU
e accessori di montaggio. L’impiego di lastre a lunghezza di falda 1010 mm
riduce i rischi di infiltrazioni di acqua e di ponti termici.
E.NTROLLO
mm
I prodotti devono rispondere a caratteristiche di affidabilità e funzio- 235
CO NTALE
6,5
nalità, lavorabilità, sicurezza nell’installazione, impermeabilità all’ac-
qua, permeabilità al vapore, leggerezza, fonoassorbenza, inattac- 61,5
61 AMBIE
cabilità ai funghi; devono essere ignifughi e non devono sviluppare 980 mm
F. TERIALI,
fumi tossici. Le lastre sono impiegate nelle costruzioni industriali, Lastre
astre sottocoppo impiegabili in interventi di recupero
ICHE
zootecniche, agricole, civili, oltre che come strato sottocoppo nel TECN
recupero di edifici antichi, riducendo, in quest’ultimo caso il peso MA ONENTI,
COMP
complessivo della struttura di sottomanto. La tenuta all’acqua è 350
garantita dalle dimensioni delle lastre, dal corretto fissaggio, dalla 6,5 mm
61,5
61
mutua aderenza nelle sovrapposizioni. La posa delle lastre segue
gli stessi criteri esposti per le lastre metalliche: è opportuno che le 1130 mm G.ANISTICA
sovrapposizioni siano effettuate in direzione opposta a quella dei
Lastra
astra adatta alla copertura di grandi luci URB
venti dominanti; i punti di fissaggio sulle linee di colmo e di gronda, peso delle lastre = 11
11,5
5 - 12 kg/mq
kg mq
realizzati mediante cappellotti, come anche quelli sui correnti inter-
medi, devono essere posizionati sulle onde di sovrapposizione e in
posizione centrale; le sovrapposizioni longitudinali, la cui lunghezza
dipende dalla inclinazione della falda, non devono essere inferiori a
12 cm e devono essere eseguiti su tutte le onde. RALI
F.1. I PERIMET
T
Guarnizione espansa di tenuta PARE ALI
FIG. F.2.6./31 RACCORDI E CORRELAZIONI VERTIC
ACCESSORI
F.2. URE
CHIUS ONTALI
35 cm 60 cm 44 cm
Z
ORIZ
162 ° 145°
145
120°
120
COLMI ONDULATI
31 56 41 F.3. IONI
IZ
m PART E
N
30c INTER
16 cm
30
LASTRA SOTTOCOPPO cm F.4. NTI DI E
COLMI A CERNIERA 33/35 cm ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
COLMI PER DIAGONALI
cm
30
30
cm
F.5. I
D
COLMI PER SHED ARRE
COLMI ALI PIANE
SCOSSALINA
LASTRA LASTRA F.6. AZIONI
M
SISTE E
SCOSSALINA VERTICALE VERTICALE N
ESTER
ELEMENTO
ELEMENTO ELEMENTO
DI RACCORDO
DI RACCORDO DI RACCORDO cm
ELEMENTO max 15
DI RACCORDO
F 181
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
6. COPERTURE DISCONTINUE
L’impianto per la raccolta e smaltimento delle acque PARANEVE FIG. F.2.6./32 DOCCIONE O GOCCIOLATOIO
meteoriche deve essere indipendente da altri impianti di
smaltimento delle acque usate (UNI EN 12056/3). Il paraneve frena la caduta delle masse nevose accumula-
Le acque meteoriche, mediante un’adeguata pendenza, tesi sulle coperture e di proteggere il canale di gronda dal-
confluiscono verso linee di raccolta e, da qui, convergono l’accumulo della neve. I paraneve sono adottati in zone a
ai punti di raccolta dai quali sono inviate ai pozzetti per forte precipitazione nevosa e per coperture con pendenza
l’allontanamento definitivo (UNI 10372, 8090, 9460). compresa tra 20° e 60°%. Pendenze maggiori non produ-
Le linee di raccolta sono le linee di impluvio. Nelle co- cono grossi accumuli di masse nevose; pendenze minori
perture discontinue le linee di impluvio sono i canali di non consentono lo scivolamento della massa nevosa met-
gronda e le converse; queste ultime sono collocate tra tendo a rischio la tenuta del sistema di copertura.
falde contigue.
I canali di gronda hanno pendenza di circa 5 mm ogni TAB. F.2.6./16 SUPERFICI SERVITE DA
metro; se realizzati in metallo, ogni 15 m deve essere CONVERSE E CANALI DI GRONDA
previsto un giunto di dilatazione. Dai canali di gronda, SEMICIRCOLARI (UNI 9184)
attraverso i bocchettoni, l’acqua viene inviata nei discen- Pendenze del canale di gronda (%)
denti pluviali. Eventuali griglie di protezione e pozzetti a Dimensione
cassetta evitano l’intasamento dei discendenti. I pluviali nominale 0,5 1 2 4
sono posti circa ogni 15 m. (mm) Superficie (mq)
Il dimensionamento di grondaie e pluviali dipende dalla
75 18 25 35 50
ampiezza delle superfici che afferiscono al singolo plu-
viale e dall’intensità media delle precipitazioni. 100 40 55 80 110
I materiali impiegati nella realizzazione di gronde, plu- 125 70 95 135 190
viali e accessori sono: acciaio al carbonio protetto con
zincatura, verniciatura o preverniciatura, acciaio inossi- 150 100 150 200 300
dabile alluminio naturale o preverniciato, rame e le sue 175 150 210 300 420
leghe, zinco al titanio, materie plastiche come il PVC 200 220 300 430 600
(UNI EN 607).
Per il dimensionamento dei pluviali cfr. la Tab. F.2.6./2. 250 400 550 780 1080
F 182
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE DISCONTINUE 6.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.2.6./34 CANALI DI GRONDA E SCOSSALINE
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
G.ANISTICA
URB
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
F.5. I
D
ARRE
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
FIG. F.2.6./35 TIPI DI SCOSSALINE SENZA RISVOLTO FERMA ACQUA (spessore 8 mm)
.
F.2.6 TURE
R
COPE NTINUE
DISCO
F 183
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
6. COPERTURE DISCONTINUE
GIUNTI DI SCORRIMENTO
FIG. F.2.6./37 GIUNTI DI SCORRIMENTO
Per consentire le dilatazioni termiche i canali di gronda hanno generalmente lunghezza ≤ 15 m. Oltre tale misura è necessario inserire i giunti di scorrimento.
F 184
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE TRASLUCIDE E TRASPARENTI 7.
B.STAZIONI DILEGIZLII
Sono generalmente realizzate con pannelli prefabbricati, limitatamente alle possibilità
di manovra e trasporto. La realizzazione in opera è in genere limitata alle grandi coper-
PRE I ED
ture piane, alle volte e alle cupole; questi casi richiedono un piano di posa in legname NISM
perfettamente liscio. ORGA
C.RCIZIO E
CRITERI DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE ESE ESSIONAL
PROF
Se le sedi di appoggio sono costituite da travi in calcestruzzo, prima di posare in opera
D.GETTAZIONE
i pannelli è necessario attendere il completo disarmo e la stagionatura delle travi.
Il vincolo tra le strutture che portano le solette di vetrocemento deve essere esclusiva-
mente un vincolo di appoggio. Sono pertanto da escludere i vincoli di incastro o qualsiasi PRO TTURALE
collegamento rigido con le strutture portanti. STRU
Analogamente a quanto accade per le pareti, tra le solette di vetrocemento e gli appoggi
è necessario interporre, per l’intero perimetro, cartoni catramati o feltri bitumati al fine di
assecondare gli scorrimenti relativi. E.NTROLLO
L’impermeabilità è data dall’accurata costipazione dei getti, cosicché il calcestruzzo CO NTALE
risulti privo di bolle d’aria e compatto, e dall’assenza di fenomeni di ritiro. Un adeguato AMBIE
dosaggio per il conglomerato cementizio è 400 Kg di cemento per 1.00 mc di impasto.
L’armatura è realizzata con tondini di acciaio collocati tra i diffusori, adeguatamente
distante da essi. Le armature principali sono collocate nella parte inferiore della soletta, F. TERIALI,TECN
ICHE
tessute secondo la minore dimensione. MA ONENTI,
COMP
Impiegando i pannelli, questi devono essere tenuti umidi per almeno 4 giorni, durante
la fase di indurimento.
Un’armatura di ripartizione viene posta al di sopra e ortogonalmente a quella principale.
In prossimità dell’estradosso della soletta viene posto un ulteriore reticolo di tondini,
posato quando il getto del conglomerato è giunto al livello. Tale reticolo è particolarmente
G.ANISTICA
URB
indispensabile se la soletta è esposta a repentine variazioni termiche.
Le fasce piane perimetrali hanno generalmente una larghezza maggiore di alcuni centi-
metri di quella delle fasce intervetro.
L’accostamento di pannelli su elementi portanti richiede la realizzazione di giunti eseguiti
con opportune modinature riempite con mastice di asfalto, oppure con coprigiunti in
lamiera zincata, ancorati su tasselli di legno predisposti, che proteggono i bordi rialzati
RALI
di pannelli contigui. F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
F.2. URE
TAB. F.2.7./1 DIMENSIONAMENTO DELLE ARMATURE CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
i H h a b c LUCE a b c LUCE a b c LUCE a b c LUCE
cm mm m 1,00 mm m 1,50 mm m 2,00 mm m 2,50 F.3. IONI
IZ
PART E
N
19 5,5 4,0 8 6 4 600 8 6 4 200 8 6 4 100 - - - - - - - - - - - - INTER
19 8,5 7,0 10 8 4 2000 10 8 4 800 10 6 4 350 10 6 4 200
F.4. NTI DI E
22 6,0 4,0 10 8 4 900 10 8 4 350 10 6 4 150 10 6 4 70 ELEME NICAZION
COMU ALE
19 5,5 4,0 8 6 4 600 8 6 4 200 8 6 4 100 - - - - - - - - - - - - VERTIC
FIG. F.2.7./2 ESEMPIO DI DIMENSIONAMENTO DELLE ARMATURE PER SOLETTE IN VETROCEMENTO – TONDINI Ø (mm) E SOVRACCARICO (kg/mq) SULLA LUCE LIBERA
F.5. I
D
ARRE
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
.
F.2.6 TURE
R
COPE NTINUE
DISCO
E
. SLUCID
F.2.7 TURE TRA
PER TI
CO PAREN
S
E TRA
F 185
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
7. COPERTURE TRASLUCIDE E TRASPARENTI
➦ COPERTURE DI VETROCEMENTO
F 186
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
BALCONI 8.
BALCONI A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.2.8./1 PARAPETTI, RINGHIERE, SCOSSALINE
SCOSSALINA
METALLICA C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PAVIMENTO PAVIMENTO PROF
ZANCA
ALLETTAMENTO
D.GETTAZIONE
ALLETTAMENTO
PIASTRA TELAIO
G.ANISTICA
IN PIOMBO PARAPETTO
SIGILLANTE URB
SILICONICO
COPERTINA
IN PIETRA
TASSELLO
A ESPANSIONE
SIGILLANTE
TELAIO ANCORATO TELAIO ANCORATO
SILICONICO RALI
CON TASSELLI CON ZANCHE ANNEGATE F.1. I PERIMET
T
A ESPANSIONE NEL GETTO DI CLS PARE ALI
VERTIC
MASSETTO
TELAIO
PENDENZE F.2. URE
CHIUS ONTALI
PARAPETTO
Z
ORIZ
GOCCIOLATOIO IMPERMEABILIZZAZIONE GHIERA COPRIFILO
COPERTINE E SCOSSALINE
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
F 187
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
9. GIUNTI DI DILATAZIONE
GIUNTI DI DILATAZIONE
METALLI E LEGHE
acciaio 0,000012
alluminio 0,000024
bronzo 0,000018
ferro omogeneo 0,000012
ghisa 0,000011
ottone 0,000018
rame 0,000017
PIETRE – MURATURE
ardesia 0,000010
arenaria 0,000010
conglomerato cementizio 0,000012
granito 0,000009
intonaco 0,000016
marmo 0,000007
muratura di pietrame 0,000006
muratura di mattoni 0,000006
pietra calcarea 0,000007
LEGNAMI (parallelamente alla fibra)
abete 0,000003
acero 0,000006
pino 0,000005
quercia 0,000004
LEGNAMI (trasversalmente alla fibra)
abete 0,000057
acero 0,000048
pino 0,000037
quercia 0,000054
VETRI 0,00000
F 188
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
GIUNTI DI DILATAZIONE 9.
A.ZIONI
NO RALI DI E
FIG. F.2.9./2 SOLAI DI COPERTURA E INTERMEDI GENE ETTAZION
PROG
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
G.ANISTICA
URB
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
F.5. I
D
ARRE
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
.
F.2.9 I DI
T
GIUN ZIONE
A
DILAT
F 189
F.3. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARTIZIONI INTERNE
1. TRAMEZZI
Con il termine partizione interna si intende (UNI 7960) FIG. F.3.1./1 TIPOLOGIE DEGLI ELEMENTI
l’unità tecnologica destinata a separare gli spazi interni
che sono compresi tra le partizioni orizzontali, a
regolare le comunicazioni tra di essi e contribuire alla
fornitura dei livelli di attrezzamento necessari allo svol- 50
25 33 50 25 33
gimento delle attività previste. La separazione è attuata
dal punto di vista fisico, ottico, acustico, termico, psico- 25 33
logico. Le partizioni interne possono essere:
semplici: quando assolvono la funzione principale di
25
12/15
dividere gli spazi interni secondo quanto già detto;
25 25
attrezzate: quando assolvono la funzione principale di
dividere gli spazi interni ma contengono anche sistemi
impiantistici;
8 TRAMEZZE 8 TRAMEZZE
contenitori: quando, assolvendo la funzione principale, 12
prevedono la possibilità di contenere oggetti; SUPER
12 8 6
mobili: quando, attraverso facili meccanismi, possono
essere rimosse annullando, con continuità nel tempo, la 120
120/140
140/160
160 IN LATERIZIO 40/50
40 50/60
60/120
120/200
200
separazione tra ambienti.
Le partizioni interne devono rispondere a requisiti relativi
alle esigenze di fruibilità, di benessere, di incolumità e
sicurezza, di prevenzione contro il danneggiamento;
devono rispondere a esigenze estetiche, di utilizzazione
25
delle risorse (integrabilità con elementi diversi), di even- 25
tuale coordinamento dimensionale, di sicurezza nella
fase di produzione. 8 12
TRAMEZZONE TAVELLONI 3/4/6
IN GESSO
IN CALCESTRUZZO
ALLEGGERITO A GIUSTAPPOSIZIONE A INCASTRO ARCHITRAVI
GETTO CON GETTO CON
ARMATURA ARMATURA
ORIZZONTALE VERTICALE
cm 12 x 27 x 74 cm 6 x 50 x 66,6
RINFORZI
RIVESTIMENTO
IN MASONITE
PANNELLO O COMPENSATO
IN GESSO FINITO CON CARTA
PROFILO IN
ALLUMINIO
A SCATTO
CAVI
ELETTRICI
PROFILO
METALLICO
PORTANTE
TASSELLO A GUARNIZIONE
ESPANSIONE
LIVELLO PAVIMENTO
F 190
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARTIZIONI INTERNE F.3.
TRAMEZZI 1.
Lo strato di finitura delle partizioni interne può essere realizzato con intonaco (cfr. F.1.2). Sull’intonaco possono essere successivamente applicate le tappezzerie, le carte da parati,
le pitture, gli stucchi. Altri sistemi di finitura prevedono l’impiego di doghe (metalliche, di legno, di materiali plastici) ovvero lastre di intonaco prefabbricate.
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
TAB. F.3.1./1 PANNELLI DI GESSO SU POLISTIROLO ESPANSO ORGA
G.ANISTICA
URB
35 35 35
35 Ø10
10
SU FONDI SU FONDI
IRREGOLARI REGOLARI
RALI
1. LASTRA 1. LASTRA 3 cm 1. LASTRA 1. LASTRA F.1. I PERIMET
T
IN GESSO IN GESSO IN GESSO IN GESSO PARE ALI
1 2 1 3 2 1 2 1 1 3 2 1 1 2 VERTIC
1. LASTRA 3. BARRIERA 3. BARRIERA
IN GESSO AL VAPORE AL VAPORE
F.2. URE
2. POLISTIROLO 2. POLISTIROLO 2. POLISTIROLO 2. POLISTIROLO CHIUS ONTALI
Z
ESPANSO ESPANSO ESPANSO ESPANSO 2. LANA DI ROCCIA ORIZ
O ESTRUSO O ESTRUSO O ESTRUSO O ESTRUSO VULCANICA AD ALTA
(densità 35 kg/m 3)
(densit (densità 35 kg/m 3)
(densit (densità 35 kg/m 3)
(densit (densità 35 kg/m 3)
(densit DENSITA' (30 kg/m 3)
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
FOGLIO VITI
IN PVC
LEGNO F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
PAVIMENTO
PAVIMENTO ESTER
TASSELLO ANCORATO
ALLA MURATURA
RETROSTANTE
.
MURO F.3.1EZZI
PER CARICHI LEGGERI PER CARICHI PESANTI
TRAM
F 191
F.3. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARTIZIONI INTERNE
1. TRAMEZZI
➦ LASTRE E PANNELLI
FOGLIO
DI PROTEZIONE
SU MONTANTI SU LASTRA DI GESSO SU PIGNATTA IN PVC
MASSETTO
ATTACCHI A PAVIMENTO
POSA SU
CALCESTRUZZO
TOLLERANZA CEMENTIZIO
CON VITE CON VITE A COLLA DI MONTAGGIO
A ESPANSIONE
FIG. F.3.1./4 GIUNTI DI CORRELAZIONE
CHIUSURA DEI GIUNTI INCROCIO A "T" VANO LIBERO
LASTRA
IN GESSO
MALTA DI
RIEMPIMENTO
NASTRO
ARMATO
ANGOLO
STRATI DI CONTROTELAIO
FINITURA
SOVRAPPOSTI
LASTRA ATTACCO
IN GESSO A UN SERRAMENTO
INTERNO
MALTA DI
RIEMPIMENTO
ELEMENTI
ELASTICI
FINITURA
CORRELAZIONE CON I VANI GIUNTO DI DILATAZIONE
F 192
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARTIZIONI INTERNE F.3.
TRAMEZZI 1.
2 PANNELLI
3 PANNELLI TRAMEZZI
INSONORIZZATI
B.STAZIONI DILEGIZLII
ISOLANTI PRE I ED
ISOLANTE IN NISM
ORGA
ISOLANTI (Peso: – 57 kg/ml)
FIBRE MINERALI
2 PANNELLI
ISOLANTI
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
TRAMEZZI PROF
INSONORIZZATI
3 PANNELLI
D.GETTAZIONE
(Peso: – 70 kg/ml)
TRAMEZZO ISOLANTI
PRO TTURALE
STRU
ISOLANTE
CORRELAZIONI TRA PARETI INSONORIZZANTI
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
IN FIBRE MINERALI SOLAIO
POSA IN OPERA CENTINATURA
DI PANNELLI CURVI IN LEGNO
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
LISTE DI
LATO DELLA LASTRA MASONITE
TELAIO IN
DA INUMIDIRE MULTISTRATO
LISTELLI
G.ANISTICA
TRUCIOLATO
IN LEGNO URB
O INTERASSE
SOSPENSIONE DI 1200 mm
CONTROSOFFITTO
IN GESSO
TRAMEZZO
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
a a F.2. URE
b
a
CHIUS ONTALI
Z
900-1200 mm
b ORIZ
lunghezza della lastra
REGOLI PER CENTINA RICAVATA MECCANICI VARIABILI POSA PARALLELA POSA PERPENDICOLARE
SUPERFICI CURVE DA PROFILATO A) ESTERNO DRITTO B) ESTERNO CURVATO F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
F.6. AZIONI
M
GAMMA DI VITI SISTE E
N
UTILIZZABILI ESTER
CARICHI LEGGERI kg 15
(quadri, specchi ecc.) TELAIO
SUPPORTO
APPENDIQUADRI
SENZA TESTA TASSELLO
IN LEGNO
CARICHI MEDI kg 40
(armadietti, mensole, A TESTA TONDA
applique ecc.)
ANCORETTA A CADUTA
TESTA FRESATA
SUPPORTO
RUBINETTERIA
A SQUADRA
TASSELLO
SSELLO IN PLASTICA
GUIDA
PENSILI kg 50 A GANCIO
LIBRERIE
F 193
F.3. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARTIZIONI INTERNE
1. TRAMEZZI
PARTIZIONI SPOSTABILI
H3 H3 H3 H3
PANNELLO
H H2 CON SOPRALLUCE H H2
2150 2150
H1
ELEMENTI TIPO H1
ELEMENTI TIPO
60 60 60
SEZIONE
VERTICALE
H3 H3 SU MODULO
CIECO
H3
RIPIANO
ISOLANTE
H2 H
H
2150
2150
SISTEMA
H1 DI CONTRASTO
BATTISCOPA
60 ATTREZZATO
60
ANTA
LM OPACA
76
ANTA
5 VETRATA SPORTELLO
LM LM LM
a "T" CORRENTE a "L" LM S LM LM
GIUNZIONE
PORTA TAMBURATA CONTROMURATURA INSONORIZZAZIONE
EVENTUALE VANO SOTTO
PASSAGGIO CAVI MODULO SPORTELLO SPORTELLO
OPACO ARMADIO VETRATO
S
S 950
950 + S = LM LM 5-15
LM S + 950 = LM LM
SEZIONE ORIZZONTALE
SEZIONE ORIZZONTALE
F 194
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARTIZIONI INTERNE F.3.
SERRAMENTI INTERNI 2.
PORTE A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
Il legno utilizzato per realizzare serramenti interni deve essere stagionato, deve avere un contenuto d’acqua inferiore al 15%, non deve avere nodi, non deve avere fenditure. PROG
Il legno deve essere sottoposto a trattamenti superficiali e/o impregnanti. L’idoneità tecnica delle specie legnose per serramenti interni è descritta nella norma UNI 8938, mentre
B.STAZIONI DILEGIZLII
i procedimenti di impregnazione e di preservazione fanno capo alla norma UNI 8662/2.
FIG. F.3.2./1 PORTE PRE I ED
NISM
SERRAMENTO ORGA
TELAIO FISSO IN LAMIERA CONTROTELAIO
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
0
TELAIO
20
CONTINUO PROF
20
D.GETTAZIONE
DOGA
PANNELLO
VANO LIBERO 196 ÷ 210
40
IN ACCIAIO STRU
INSERITO
NEL PROFILO
ELEMENTI D'IMBOTTE
IRRIGIDIMENTO
MOSTRA
E.NTROLLO
CO NTALE
H MANIGLIA 105
AMBIE
IN PROFILO
D’ACCIAIO
ACCIAIO
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
25,4
DOGHE COMP
ALVEOLATE
40
max 90 (1 anta
anta) TELAIO CONTROTELAIO IN LAMIERA PIEGATA IN PVC
G.ANISTICA
MOBILE
URB
IN LEGNO (tavolato
(tavolato) IN LEGNO (tamburato
(tamburato)
RALI
F.1. I PERIMET
T
IN LEGNO (specchiata) PARE ALI
VERTIC
INTONACO
CONTROTELAIO F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
IN LEGNO (multistrato
(multistrato) IN PROFILO D’ACCIAIO
D ACCIAIO
F.3. IONI
IZ
METALLO TELAIO FISSO MOSTRA PART E
N
SMALTATO IN ACCIAIO
MOSTRA INTER
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
TELAIO IN METALLO TELAIO PORTA SEZIONE VERTICALE COMU ALE
IN PROFILO IN LEGNO VERTIC
D’ACCIAIO
ACCIAIO
PORTA SCORREVOLE INSERITA NELLO SPESSORE DEL TRAMEZZO PORTA SCORREVOLE INSERITA IN UN TRAMEZZO F.5. I
D
LAMIERA ARMATURA SALDATA PROFILO TRAMEZZO ARRE
TRAMEZZO D’ACCIAIO
ACCIAIO ZINCATA ALL’INVOLUCRO
ALL INVOLUCRO IN LAMIERA DI TENUTA
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
GUARNIZIONI
BATTUTA
.
F.3.1EZZI
TRAM
F 195
F.3. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARTIZIONI INTERNE
2. SERRAMENTI INTERNI
PORTE ANTINCENDIO
Sono realizzate in lamiera d’acciaio pressopiegata, dine alla resistenza meccanica sotto l’azione del fuoco, portamento al fuoco). Le guarnizioni nelle porte REI sono
calibrata a freddo, con interposti materiali ignifughi. REI attitudine alla resistenza meccanica e all’isolamento termoespandenti in modo da assicurare l’isolamento
Possono essere anche vetrate con specchiature adatte. termico (impedisce il passaggio di calore e di fumo sul completo tra gli ambienti.
La battuta, le serrature, le cerniere e tutti gli accessori lato opposto); il numero che segue la certificazione indica Il comando di chiusura può essere affidato a sistemi di
devono confortare la classe di tenuta prevista dalle ante. la durata della prestazione provata in minuti primi: 60, termovalvole. Se la porta funziona anche come uscita di
Le prove certificano la classe d’appartenenza: RE attitu- 90, 120 (cfr. Pareti perimetrali, verticali, laterizio – Com- sicurezza sarà corredata da maniglia antipanico.
FIG. F.3.2./2 CORRELAZIONI CON IL VANO MURARIO
LAMIERA PIEGATA
MAX MAX
5 TOLLERANZA 5 TOLLERANZA
63 REI 120
48 REI 60
73 REI 120
58 REI 60
MATERIALE
ISOLANTE 32
58 mm 58 mm 15
GUARNIZIONE GUARNIZIONE GUARNIZIONE
TERMOESPANDENTE TERMOESPANDENTE TERMOESPANDENTE
INSERZIONE OBLO’
OBLO
34 L1 NELLA PORTA CON
L2 34
VETRO REI 120
REI 120
GUARNIZIONI
TERMOESPANDENTI GUARNIZIONI
TERMOESPANDENTI FERMAVETRO
REI 60
INSERZIONE OBLO’
OBLO
NELLA PORTA CON
VETRO REI 60
5 mm
11
35 mm 32 mm
59 mm
TELAIO ESTERNO
TELAIO ESTERNO
TELAIO ESTERNO
GUARNIZIONE
GUARNIZIONE
TERMOISPANDENTE
VANO
VANO
TERMOISPANDENTE
VANO
CON TELAIO
32 mm
DI BATTUTA
CON TELAIO
DI BATTUTA
50÷60
50 60 mm
CONTROTELAIO
DISTANZIATORI PER
REI 60 50 x 30 x 2 REI 60 50 x 20 x 2 REI 60 50 x 30 x 2
ZANCA IL TRASPORTO DA
REI 120 60 x 30 x 2 REI 120 60 x 20 x 2 REI 120 60 x 30 x 2
200 mm DISSALDARE IN OPERA
DIMENSIONI CONTROTELAIO CONTROTELAIO
F 196
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARTIZIONI INTERNE F.3.
SERRAMENTI INTERNI 2.
PROFILO A “C C” C.RCIZIO E
MORSETTO 50 x 27 x 0,6 mm ESE ESSIONAL
PROF
PILASTRO
LASTRE IN ACCIAIO
PROFILO
IN GESSO
D.GETTAZIONE
ANGOLARE TRAVE LASTRE STUCCO TRAVE PRO TTURALE
19 x 24 mm IN ACCIAIO IN GESSO COTTO SIGILLANTE IN ACCIAIO STRU
MORSETTI
MORSETTO PARASPIGOLO
PER LASTRE
PER PROFILI
DI BORDO
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
DA 31 x 31 mm
PROFILO A “C C”
50 x 27 x 0,6 mm
SPEZZONE F. TERIALI,TECN
ICHE
TAVELLA
DI PROFILO A “C C” MA ONENTI,
COMP
50 x 27 x 0,6 mm
COME FERMOLASTRA
SEZIONE
VERTICALE
G.ANISTICA
URB
LASTRA IN GESSO COTTO
STUCCO PILASTRO
SIGILLANTE IN ACCIAIO
IN ADERENZA ALL’I
ALL INTRADOSSO DEL SOLAIO
MORSETTO PER PROFILO A “C C”
PROFILI A “C
C” 50 x 27 x 0,6 mm RALI
F.1. I PERIMET
T
SEZIONE PARE ALI
RIVESTIMENTI DI CAVEDI ORIZZONTALE VERTIC
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
PROFILO ANGOLARE
DA mm 50 x 50 x 0,6
F.3. IONI
IZ
ASTA FILETTATA PART E
N
INTER
SEZIONE VANO LASTRE
ORIZZONTALE FIREBOARD
GRAPPE F.4. NTI DI E
nastro IN ACCIAIO ELEME NICAZION
spessore 15 mm COMU ALE
lunghezza 100 mm VERTIC
VITE AUTOPERFORANTE
FOSFATA mm 3,9/35
LASTRE PROFILO A “C C”
F.5. I
D
GESSO 50 x 40 x 3 mm
NASTRO ARRE
COTTO
PROFILO A “C C” SPESSORE 5 mm
50 x 40 x 3 mm LUNGHEZZA 20 mm
F.6. AZIONI
M
SEZIONE VERTICALE SISTE E
N
ESTER
LASTRE IN GESSO
LASTRE SPESSORE
IN GESSO SEZIONE VERTICALE MINIMO 25 mm
GRAPPE
stucco nastro IN ACCIAIO
CANALETTA spessore 25 mm
nastro PORTACAVI
spessore 15 mm lunghezza 20 mm
CANALETTA
lunghezza 100 mm
VITE AUTOPERFORANTE
FOSFATATA 3,9/35 mm
NASTRO
PROFILO A “C C” SEZIONE PROFILO ANGOLARE SPESSORE 25 mm
.
50 x 40 x 3 mm ORIZZONTALE 50 x 50 x 0,6 mm LUNGHEZZA 20 mm F.3.2 MENTI
SERRA I
N
INTER
F 197
F.4. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ELEMENTI DI COMUNICAZIONE VERTICALE
1. SCALE
SCALE
GRADINO IN PIETRA
SCHEMA COSTRUTTIVO 39
PIANEROTTOLO
PREFABBRICATO
28 22
GRADINO
A SBALZO 17
EVENTUALE BOCCIARDATURA
ANTISCIVOLO LASTRE IN COTTO LASTRA
LASTRA
MALTA DI ALLETTAMENTO
MALTA DI
SOTTOGRADO ALLETTAMENTO
CONTRASTI PROVVISORI IN COTTO
ESEGUITI CON MATTONI
PIENI E GESSO SCAGLIOLA SOTTOGRADO 2 cm
GRADO 3 cm
GRADINO ESEGUITO
IN MATTONI FORATI
INTONACO
CLS ARMATO
CLS ARMATO
EVENTUALE PARASPIGOLO IN VITE DI FISSAGGIO
LAMIERA ZINCATA O DI ALLUMINIO GRADO FINITO
BETONCINO IN
CEMENTO
FRATTAZZATO 5
17
CLS ARMATO
4 TAVOLA
SCHIUMA POLIURETANICA
F 198
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ELEMENTI DI COMUNICAZIONE VERTICALE F.4.
SCALE 1.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.4.1./2 SCHEMI COSTRUTTIVI
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
TRAVI IN STRU
LEGNO PORTANTI
PIANEROTTOLO
PIANEROTTOLO E.NTROLLO
CO NTALE
TAVOLATO PORTANTE
AMBIE
FINITURA IN
A MANCORRENTE
MOQUETTE F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
BALAUSTRA
G.ANISTICA
CONTROVENTATURA URB
TRAVE
PORTANTE
BALAUSTRA
GRADINO FINITURA IN
RALI
LEGNO DURO F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
SUPPORTO VERTIC
A TAVOLATO PORTANTE
GRADINO
SCHEMA DI PROSPETTO SEZIONE A A
F.2. URE
SCALE IN ACCIAIO CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
TUBOLARE Ø 30 CLS IN
BALAUSTRA MANCORRENTE OPERA
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
RINGHIERA
GRADINO
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
LAMIERA STIRATA
F.5. I
D
ARRE
PARTICOLARE DI SEZIONE DEI PARAPETTI GRADINO AUTOPORTANTE IN CLS
GIUNTO DI DILATAZIONE
LEGNO DURO GOMMA F.6. AZIONI
M
GETTO IN CLS
INCOLLATO INCOLLATA 0,5-0,7
0,5 0,7 SISTE E
N
ESTER
SUPPORTO IN
LAMIERA STIRATA
SCALE ESTERNE
SOLETTA IN CLS GHIAIA GHIAIA
SOTTOFONDO
RIGIDO 10 cm
10
QUOTA TERRENO
SOTTOGRADO
PREFABBRICATO .
IN CLS VIBROCOMPRESSO SOTTOGRADO F.4.1
SCALE
F 199
F.4. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ELEMENTI DI COMUNICAZIONE VERTICALE
1. SCALE
➦ SCALE
PEDATA
PARAPETTO
TONDO PORTANTE
GRADINO
TERRAZZO
TUBOLARE PER
SPESSORE DI ALZATE CORRIMANO
TIRAFONDI
SCALA A CHIOCCIOLA
CON GRADINI A SBALZO
GRADINI A MURO
ASSE CENTRALE;
può terminare a livello
pu
del corrimano o proseguire
sino al soffitto
PIANTA
PIEDE
PIASTRE LIVELLO DI PIANO D’APPOGGIO
APPOGGIO
D’APPOGGIO
APPOGGIO
CORRIMANO
IN LEGNO
O METALLO
BASE DI
APPOGGIO
SCALA A CHIOCCIOLA
SCALE DI SERVIZIO CON GRADINI APPOGGIATI
F 200
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ELEMENTI DI COMUNICAZIONE VERTICALE F.4.
ASCENSORI E AUSILI MECCANICI 2.
E.NTROLLO
DETTAGLIO DELLE CANNE DI VENTILAZIONE CO NTALE
CABINA VANO MACCHINE PORTE R.E.I. AMBIE
A A' F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
ULTIMO PIANO
COMP
SHUNT
G.ANISTICA
URB
150 160
min 70 F.5. I
D
75
ARRE
m
in
in
70
m
F.6. AZIONI
M
min 75 SISTE E
N
ESTER
PIATTAFORMA 40 90
min 130
BRACCIOLO
GIREVOLE
min 70
max 110
93
.
59 F.4.1
53 SCALE
30
. SILI
110 53 30 F.4.2 SORI E AU
N
SEDILE PREFERIBILMENTE < 4 m 46 25 ASCE NICI
A
MECC
F 201
F.5. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ARREDI
1. BAGNI
PARETI TECNICHE
Sono pareti che, oltre la funzione di separare gli ambien- FIG. F.5.1./1 PARETE TECNICA PER VASO E BIDET SOSPESI
ti, associano o integrano le esigenze impiantistiche ad
essi relativi.
La schematura idraulica delle cucine e dei bagni è com-
posta da:
a) sistema di alimentazione;
b) sistema di smaltimento;
c) sistema di ventilazione. ATTACCO DI ATTACCO DI
ACQUA CALDA ACQUA FREDDA
L’alimentazione provvede alla distribuzione dell’acqua A DISPOSIZIONE A DISPOSIZIONE
fredda e calda, alla distribuzione del gas combustibile,
all’immissione di aria fresca.
Lo smaltimento provvede a scaricare le acque usate, i ATTACCHI ACQUE
FREDDA E CALDA
gas combusti, l’aria esausta.
PER APPARECCHI
La ventilazione provvede alla aerazione dei collettori di DERIVATI
scarico.
Per quanto riguarda i materiali utilizzati nella realizza-
zione delle schemature essi dovranno rispondere a una
TRAVERSE ATTACCO DI
serie di requisiti fisici, chimici, di messa in opera e di PORTANTI VENTILAZIONE
ubicazione indicati dalle normative in relazione ai sistemi PER APPARECCHI
dei quali sono componenti (alimentazione, smaltimento, DERIVATIDERIVATI
ventilazione) e alla tipologia di appartenenza (residen-
ze, edifici pubblici, ospedali). COLLETTORE DI
Le schemature vanno adeguatamente isolate con prov- VENTILAZIONE
vedimenti termoacustici (materassini di fibra di vetro,
guaine in espanso, schiume di resine poliuretaniche), a
evitare fenomeni di condensa, dispersione di calore,
GRUPPO DI
trasmissione di rumori. MISCELA BIDET
Le schemature dovrebbero essere ubicate in modo da
PIASTRA DI H
garantire una buona manutenzione delle stesse senza FISSAGGIO
dover distruggere altri elementi costruttivi. VASO PIASTRA DI
Il sistema di alimentazione, a valle della bocca di eroga- FISSAGGIO BIDET
zione (e contatore) della azienda erogatrice, deve fare
capo a un sistema di saracinesche che garantisca l’in-
RUBINETTI DI
tercettazione del flusso entrante e il suo arresto.
INTERCETTAZIONE
Le tubazioni sono completate da raccorderie varie, che
ACQUE FREDDA
ne permettono l’assemblaggio, dalle rubinetterie, dai E CALDA
sifoni (chiusure idrauliche), dagli organi di lavaggio del
vaso igienico.
I vani che ospitano i servizi devono garantire una facile PAVIMENTO
pulizia e un’adeguata igiene. Gli apparecchi devono tro- FINITO ATTACCO DI
vare, nelle pareti che delimitano il vano, sistemi di fissag- SCARICO PER
gio sicuri e affidabili. APPARECCHI
DERIVATI
Le norme riguardano, in particolare:
1. tubazioni, raccorderie, rubinetterie, miscelatori;
2. apparecchi sanitari e acquai; VITI DI COLLETTORE
3. sifoni; REGOLAZIONE DI SCARICO
4. apparecchi termici; PER MESSA A
5. apparecchi elettrici di comando. TIRANTI PER
LIVELLO BLOCCO FISSAGGIO BLOCCO
A queste vanno aggiunte quelle più generali sui materiali
da costruzione che comunque intervengono nella realiz-
zazione del manufatto. COLONNA DI
CIRCOLAZIONE
ACQUA CALDA
35 cm
per esecuzioni speciali L
40 cm
F 202
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ARREDI F.5.
BAGNI 1.
DOCCIA ALTA
A SNODO L B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
L/2 NISM
ORGA
GRUPPO L/3
VENTILAZIONE Ø 40
MISCELAZIONE
75/80 64
C.RCIZIO
70/80
BOCCA
200 E
170/180 170/180 107 EROGAZIONE ESE ESSIONAL
PROF
42/46 56,5
D.GETTAZIONE
60
20
SCARICO Ø 40 PRO TTURALE
VASCA DA RIVESTIMENTO VASCA A GREMBIALE VASCA A SEDILE STRU
LAVABO A MENSOLA MENSOLA ENTRATA ACQUA PER IL
GRIGLIA
E.NTROLLO
LAVAGGIO DA CASSETTA
Ø 30 TUBO RIBALTABILE
O FLUSSOMETRO
PILETTA VENTILAZIONE CO NTALE
SCARICO
DOCCE
AMBIE
Ø 35 TUBO SOFFIONE SOFFIONE DOCCIA
SCARICO DOCCIA A PARETE CON
SIFONE
1 EROGAZIONE
Ø_
50 CENTRALE SNODO F. TERIALI,TECN
ICHE
PIANO
2 ACQUA MA ONENTI,
FINITO COMP
53
42
G.ANISTICA
RUBINETTO URB
MISCELAZIONE
BOCCA DI EROGAZIONE PIANTA SEZIONE
VUOTATOIO AD ASPIRAZIONE
GRUPPO
DOCCIA CENTRALE H = 200
DOCCIA
BIDET
RUBINETTO
RALI
79/81
34/39 F.1. I PERIMET
SIFONE A T
PARE ALI
VERTIC
BOTTIGLIA
VENTILAZIONE
12 3/6 55/65 PIANTA
F.2. URE
LAVABO A COLONNA CHIUS ONTALI
Z
130 ORIZ
2,5
F.3. IONI
IZ
PART E
N
38/40 INTER
40/60
SEZIONE
F.4. NTI DI E
SCARICO Ø 30 ELEME NICAZION
COMU ALE
PIATTO DOCCIA VERTIC
55/75
LASTRA DI PIOMBO
SEZIONE
ORINATOIO A STALLO F.5. I
SCARICO D
VASO SOSPESO (scarico a parete) ARRE
CON GRIGLIA
63
TUBO
CADUTA F.6. AZIONI
100/130 M
20/40
Ø 30 SISTE E
N
50/65 LASTRA ESTER
DI PIOMBO 34 36
50/65 SCARICO Ø 60 PIANO PAV. FINITO
PIANTA PIANO RUSTICO
20
SCATOLA SIFONATA PIANTA
SEZIONE VASO AD ASPIRAZIONE CON CASSETTA BASSA
32
A VASO A CADUTA CON 48/50 20
CASSETTA ALTA MANOPOLA
58/62 COPERCHIO
51 45/49 45/60 38
37 SEDILE
70/78
37/41
ORINATOIO 54
A PARETE
60 35/37,5
.
F.5.1I
PIANTA SEZIONE SCARICO A PAVIMENTO SCARICO A PARETE PIANTA SEZIONE BAGN
F 203
F.5. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ARREDI
1. BAGNI
➦ APPARECCHI SANITARI
183
150/160 170
35 152
59
70 70
85
35
26
26
19 86 97
85 85
TUBAZIONI
PER I GETTI 183
5 5 7
45 45
60 60
60
32 POMPE E 25
TELAIO 19
MOTORI
50
106
212 150
137
106
216
27 65
CON IDROMASSAGGIO
91 91 PER 4 PERSONE
148
137 140
5 57
50
83
56
25
15
170
CON IDROMASSAGGIO PER 2 PERSONE 224
106
70
86
90
30
75
106 13 DOCCIA
CON SAUNA
53
106
70 70
DOCCIA 148 100
D’ANGOLO
ANGOLO
75 75 100
DOCCIA PER 2 PERSONE
F 204
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ARREDI F.5.
BAGNI 1.
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
B
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
183,3 215
D.GETTAZIONE
145
PRO TTURALE
A
63
A STRU
E.NTROLLO
B 149 145 CO NTALE
ALCUNI TIPI CONSENTONO
AMBIE
L’INSERIMENTO
INSERIMENTO DI APPARECCHI
IN CERAMICA TRADIZIONALE SEZIONE A-A SEZIONE B-B F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
3 28
G.ANISTICA
70 45 74,5 URB
B
195
236 183,3
125,5 RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
A A VERTIC
52,8
42
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
B 194 125,5 194 ORIZ
PIANTA SEZIONE A-A SEZIONE B-B
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
60
60
F.4. NTI DI E
105 60 50 ELEME NICAZION
60
60 165 COMU ALE
120 VERTIC
45 55
45 45
15 15 15 F.5. I
D
95 55 15 245,1 15 15 60 15 75 150 75 ARRE
260,1 165 225
165 F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
CELLULE PREFABBRICATE IN CEMENTO ARMATO
CUPOLINO
GRIGLIA TRATTATA IN PLEXIGLAS BANDINELLA IN
CON VERNICI VANO INTERNO TRATTATO 60 50 OPACO LAMIERA ZINCATA
ANTIACIDO CON VERNICE ANTIACIDO
VASCA IN
ACCIAIO INOX 65 60 28 VANO TECNICO
SPECCHIO
20
GETTONIERA 80 120
PANNELLO
SUPERFICIE A A
SUPERFICIE IN ACCIAIO
CON GHIAIETTO TRATTATA INOX PARETE
TRATTATO 20 CON VERNICE DIVISORIA
28 60 65 PIANTA
ANTIACIDO IN ACCIAIO
20 150 8 157 20 40 INOX
355
.
F.5.1I
SEZIONE A-A
BAGN
F 205
F.5. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ARREDI
1. BAGNI
➦ CELLULE PREFABBRICATE
PANNELLO IN CONGLOMERATO
DI RESINE FIBRE IDROREPELLENTI
ANTIMUFFA AUTOESTINGUENTE SOFFITTO A DOGHE
min. 220
O FINITO A INTONACO
RIVESTIMENTO INCOLLATO
CON ADESIVO IMPERMEABILIZZANTE
CELLULA
TELAIO
IN LAMIERA PIEGATA
RIVESTIMENTO
CELLULA CELLULA
PAVIMENTO
INCOLLATO
AL PANNELLO
VANO DI CANALIZZAZIONE
PREDISPOSTO NEL SOLAIO
CELLULE TERMOFORMATE
135 157,5
28
3
CAVEDIO
240 RUBINETTO
COPERTURA CON DOCCIA
307,5
CON BIDET
VASO CON VASCA TAVOLETTA INCORPORATO
PER BIDET
VASCA PER BIDET 195
VASCA
RACCOLTA GRIGLIA
ACQUA 42
125,5
SEZIONE SEZIONE
SEZIONE SEZIONE
57,8
VASO 60,8
CON VASCA 70
PER BIDET
145 119,5
RUBINETTO 57,5
ESTRAIBILE 49,5
CON FLESSIBILE
PER LA DOCCIA 125,5
149 100,5
PIANTA PIANTA PIANTA
F 206
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE •ARREDI F.5.
CUCINE 2.
CUCINE A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.5.2./1 APPARECCHI E INGOMBRI
40 ÷ 45
85 80 80 82
C.RCIZIO E
45 ESE ESSIONAL
PROF
80
D.GETTAZIONE
40 ÷ 45
58 58 55 64 PRO TTURALE
STRU
E.NTROLLO
46 60 55 57 45 50
95 CO NTALE
FORNO A MICROONDE ASCIUGABIANCHERIA AMBIE
(sovrapponibile alla lavabiancheria)
40 ÷ 45
32 F. TERIALI,TECN
ICHE
130 MA ONENTI,
80 COMP
80 75
34 155
G.ANISTICA
URB
40 ÷ 45
50
FREEZER A POZZO
60
50 80 50
60
84 180 RALI
150 F.1. I PERIMET
T
AGGREGAZIONI PARE ALI
VERTIC
28
85 ÷ 90
12
0 24
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
72 ORIZ
76 F.3. IONI
IZ
PART E
48 N
INTER
75
0 32
12
ALTEZZA FORNO
168 32
130
72 74 74
50 50 50
57
86 86 86
95
.
F.5.1I
48 BAGN
53 53 53
5p 5p 5p 10
er 10 er 10 er
i pie i pie i pie
.
F.5.2 E
di di di
CUCIN
F 207
F.5. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ARREDI
3. ARREDI MOBILI
TAVOLI E SEDUTE
30
55
60
65
80
50 80
80 6 POSTI
80x 80
80 8 POSTI
4 POSTI
60
65
75 140
180
120
55
60
50 80 125 75
10 POSTI 45
60
240
45
40 BANCONE
60 -75
75 105
40
80
170
130
10 45 60 45 10
120 65 65
150 30
30
PER 2 PERSONE 40 70 75 45
PASSAGGIO 25 45
45 20
115
120- 130
120 70 40
30 °
115
10 45 60 45 10 115
45 140 45
150 230
PER 4 PERSONE PER MANGIARE IN PIEDI PER SCRIVERE IN PIEDI
10 10 45 15
210
120
120 15 90 x 90 90 x 90
45
45
45 60 45 30 30
150 45 120 45
90-120
PASSAGGIO
TAVOLI IN NICCHIA TAVOLI A PANCA FISSA
PIANO DI APPOGGIO
100-180 PIANO DI LAVORO 180-220
80 180 72,5
80 69-72,5 90-100
43
45-85 100
75
CASSETTIERA
150 55 55
140
57
SEDIE FISSE
TAVOLI PER UFFICI TAVOLI PER UFFICI
TAVOLO DA DISEGNO (operativi) CASSETTIERA (dirigenziali)
F 208
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ARREDI F.5.
ARREDI MOBILI 3.
STAMPANTE
50 75/85
35
76/66 MODULO
RALI
35
CONTINUO F.1. I PERIMET
T
35 A MORSETTO FISSAGGIO A PARETE PARE ALI
SU TAVOLA VERTIC
SISTEMI DI APPOGGIO
BRACCIO MOBILE PORTA MONITOR E TASTIERA
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
104
78 78 89
F.4. NTI DI E
46 46 41 40 ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
55 55 51 38
F.5. I
D
ARRE
50 60 38.5 43
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
SEDIA SEDIA CON BRACCIOLI SEDIA VIENNA SEDIA WILLOW2 ESTER
(Thonet) (Macintosh)
(M cintosh)
76 82
79
43 42 43
56 58 56
50 55 43
F 209
F.5. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ARREDI
3. ARREDI MOBILI
➦ TAVOLI E SEDUTE
75
76 82
43 40
44
50.4 58 43
46 57
62
SEDIA LEM SEDIA CON BRACCIOLI TULIP SEDIA PIEGHEVOLE (del regista)
(Eames) (Saarinen)
50
98 80 115
72
72
40 25
40.8 67 42
40.8 43 39
100 43
80
60 72 82
58 62
41 41 41 48 48
67 64 48 48
48
55 62
40 48
38
25
75 SEDUTE SPECIALI
43
77 84
variabile
43,2 46 35
34
51 65 180
38 60
55 50
F 210
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ARREDI F.5.
ARREDI MOBILI 3.
D.GETTAZIONE
72 72 72 PRO TTURALE
95 95 95 STRU
E.NTROLLO
POLTONA SINGOLA ELEMENTI COMPONIBILI DIVANO A DUE POSTI – TRE POSTI CO NTALE
AMBIE
30-38 42 F. TERIALI,TECN
ICHE
100 MA ONENTI,
COMP
60 74 72
41 50 40 60 60 80 80
41 40
60 64 140 60 72
ACCESSORI – TAVOLINI BASSI
G.ANISTICA
URB
72 75 65 60 72
35 35
50 50 RALI
F.1. I PERIMET
60
T
POLTRONA POLTRONA POLTRONA POLTRONA CON POGGIAPIEDI 130 AREA DI USO PARE ALI
GRAND CONFORT WASSILY EASY BARCELONA VERTIC
(Le Corbusier) (Breuer) (Mies Van Der Rohe) (Mies Van Der Rohe)
F.2. URE
LETTI CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
20 45
12 F.3. IONI
80 IZ
PART E
N
187 - 201 (speciali) 100 INTER
30 190
30
60
80 80 80 F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
57 30
90 190 95
12 COMU ALE
LETTO PIEGHEVOLE VERTIC
LETTO SINGOLO
95
F.5. I
D
190 ARRE
120 190
190 95 197
F.6. AZIONI
M
86 SISTE E
20 N
5
126
142 ESTER
190
50
45
15
15 60 95
DIVANO LETTO (matrimoniale)
100
60
15
20
190
190 80 64-86 .
F.5.3 I MOBILI
D
ARRE
F 211
F.5. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ARREDI
3. ARREDI MOBILI
100
60 60 20
12
ATTACCAPANNI max 5 in 100 cm
60 60 altezza max
h 95
ABITI UOMO
45
CON TUBOLARI
30
min 12
altezza max
h 180 h max 15
ABITI (da sera)
120 15
10 10
30
210 CON RIPIANI A RETE
misure nette interne
BOX CAMICE, MAGLIONI,
al contenitore
BIANCHERIA SCARPE
45 45 45
45
45
100
100
200 200 100
0
12
50
,8
12
0 17 500 x 650 x 105
0
12 0
18 1200 x 450 x 1000
1200 x 450 x 2000 1800 x 450 x 1000 CLASSIFICATORE
180 x 450 x 2000 A TRE CASSETTI
ARMADI CON ANTE SCORREVOLI VETRATE
,4
,4
52
52
49
49
2,5 2,5
10 10
58,8 58,8 60 10 10
60 60
60
30 30
82 82 2,5 2,5
91 91 5 5
CON ROTELLE
IN LEGNO
0
3
95
120
40 115
40-50
max 150
80 80
50
10 10
13
70 55
10
A MURO LIBERO
SCAFFALI 50 CASSETTIERE PER DISEGNI
F 212
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • SISTEMAZIONI ESTERNE F.6.
RECINZIONI E PROTEZIONI 1.
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
C.RCIZIO
LATERIZIO INTERO IMPERMEABILIZZAZIONE
MATERIALE LITOIDE E
ZANCA DI
RETE METALLICA ESE ESSIONAL
COLLEGAMENTO
VERTICALE CON ZANCA
LATERIZIO PROF
IN ORIZZONTALE
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
FONDAZIONE IN CLS
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
FONDAZIONE IN CLS
COPERTURA
IN CLS FUORI OPERA FONDAZIONE
IN CLS ARMATO
RECINZIONI SU DISLIVELLI F. TERIALI,TECN
ICHE
MATTONI MA ONENTI,
25 DRENAGGIO COMP
PIETRA INTERA
FUORIUSCITA
ACQUA
ALLETTAMENTO
G.ANISTICA
BLOCCHETTI IN CLS
MARCIAPIEDE
URB
12
FONDAZIONE
RALI
IN CLS ARMATO F.1. I PERIMET
T
FONDAZIONE IN CLS 25 x 25 PARE ALI
FONDAZIONE IN CLS VERTIC
RECINZIONI SU DISLIVELLI
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
TUBO DI
DRENAGGIO TUBO DI
DRENAGGIO F.5. I
D
ARRE
DRENAGGIO
FONDAZIONE
IN CLS
SPINA IMPERMEABILIZZAZIONE F.6. AZIONI
M
D'ACCIAIO DRENAGGIO ELASTICA SISTE E
N
ESTER
CLS ARMATO
IMPERMEABILIZZAZIONE
FUORIUSCITA
ACQUA
FONDAZIONE
IN CLS ARMATO
MATERIALE
.
GIUNTO ELASTICO COMPRESSIBILE F.5.3 I MOBILI
D
ARRE
GIUNTO DI CORRELAZIONE GIUNTO DI DILATAZIONE PROTEZIONE DI SCARPATA
.
F.6.1ZIONI
RECIN TEZIONI
E PRO
F 213
F.6. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • SISTEMAZIONI ESTERNE
1. RECINZIONI E PROTEZIONI
RECINZIONI IN METALLO
RECINZIONI IN LEGNO
50 x 50 x 6 mm 3000
TAVOLE A B C
90 x 6 mm
LIVELLO DEL TERRENO 1750
240 50 x 50 750
150 750
150
600 450 650 x 450 450 650 x 450
50 x 50 FONDAZIONI IN CLS
1650 1800
PARTICOLARE A PARTICOLARE B PARTICOLARE C
600
50 x 50
360
150
150
900
750
NODO FISSO NODO SCORREVOLE NODO DA TENDERE
20
PROTEZIONE 31
LEGNO 19
80 x 80 76 x 51 102 x 64
31
BULLONE SALDATO
AL TELAIO FISSO MURATO
CANCELLO IN PROFILATO D
D’ACCIAIO
ACCIAIO
2420
14
TELAIO 50 x 50 mm 75 1128 1128 75 GUARNIZIONI
12 x 12 mm 225
ZANCHE GUIDA
NEL MURO DI FERMO
500 x 5x 300 mm ZANCA
1000
775
675 TELAIO
TELAIO FISSO
300 min
10
200 EVENTUALE
GUIDA
BLOCCO
D’APERTURA
APERTURA
200 H = 150 mm
PILASTRINO 75
IN MATTONI BOCCOLA
DI TENUTA
MIN
125 150
PERNO
320 50
225
800 MIN BLOCCO DI ZANCA
GANCIO SALDATO 14
PRESA
AL TELAIO CHIUSURA
F 214
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • SISTEMAZIONI ESTERNE F.6.
RECINZIONI E PROTEZIONI 1.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.6.1./3 RECINZIONI IN GRIGLIATI METALLICI
GRIGLIATO PRESSOFUSO 68 50 50
FORO Ø 12
SULLA PIANTANA 5 B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
PER BULLONI Ø 10 NISM
COLLEGAMENTO ORGA
ASOLA Ø 12 x 25
ORIZZ. Ø 5
BORDO = 30 x 3 125
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
Ø10
10 mm PROF
D.GETTAZIONE
B
PRO TTURALE
T 50 x 70 (H max 2000) STRU
A S
H
E.NTROLLO
Ø 6 mm
MONTANTE PIATTI PORT. CO NTALE
A T 50 x 50 x 7 25 x 2 25 x 3 RETE PRESSOFUSA O ELETTROFUSA AMBIE
H
TELAIO MOBILE
MANUALE O COM
ELETTRICA
[ ] 50 x 50 x 3
GRIGLIA
H CANCELLO
H GRIGLIATO
TELAIO FISSO G.ANISTICA
[ ] 100 x 100 x 3 URB
1000
100
CERNIERA
RALI
F.1. I PERIMET
TELAIO T
FONDAZIONE IN
30 PARE ALI
VERTIC
FISSO
CALCESTRUZZO [ ] 100 x 50 x 3
BATTENTE = 60 x 3
50 F.2. URE
RECINZIONE CON FONDAZIONE ESTERNA CHIUS ONTALI
Z
54 ORIZ
54
CORRIMANO 0 0
72 x 32 x 1,5 383 383
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
H
TERRENO DI GIOCO
TERRENO DI GIOCO
H1
PIANO DI IMPOSTA
PIANO DI IMPOSTA
PIANO DI CALPESTIO
PIANO DI CALPESTIO
2200
2200 COMU ALE
VERTIC
RETE
ELETTROSALDATA F.5. I
D
L = INTERASSE PIANTANE ARRE
PIANTANA
50 x 50 x 4 F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
RECINZIONE ANTISCAVALCAMENTO
1100 mm
F 215
F.6. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • SISTEMAZIONI ESTERNE
2. AREE D’USO E ARREDI
PAVIMENTAZIONI
PAVIMENTAZIONI ESTERNE
SU SUPPORTO ELASTICO PAVIMENTO IN BLOCCHI DI CEMENTO CUBETTI IN PIETRA DA TAGLIO
5,5 5 2/3
2,5 5 5
20
10/12
5/15
CORDOLO IN
GHIAIA DRENAGGIO CALCESTRUZZO
SU SUPPORTO RIGIDO PAVIMENTO IN BLOCCHI DI CEMENTO CUBETTI IN PIETRA DA TAGLIO
5,5 5
2 2 2/3
10 10 6
SOLETTA IN CEMENTO
SPIGOLI ARROTONDATI
SOTTOFONDO
FOGLIO
GIUNTO ELASTICO GIUNTO COSTRUTTIVO ISOLANTE INSERZIONE DI PEZZI SPECIALI
GIUNTO DI DILATAZIONE
40 GIUNTO
COSTRUTTIVO 10 30 15 4
SOTTOFONDO
GIUNTO ELASTICO
1% 10 1-2 % 18
5
18
10
5 5 CAVEDIO
5
F 216
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • SISTEMAZIONI ESTERNE F.6.
AREE D’USO E ARREDI 2.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.6.2./2 PAVIMENTAZIONI IN ELEMENTI E A GETTO
6
4
NISM
ORGA
8
6
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
8
PROF
10
D.GETTAZIONE
10
12
A FILARI DRITTI ARCO CONTRASTATO CODA DI PAVONE ARCO CONCENTRICO PRO TTURALE
STRU
ELEMENTI STANDARD IN PIETRA (porfido, selce)
10
6 RALI
47
22 22 F.1. I PERIMET
,5
10 T
,5 ,5
47,5 PARE ALI
10 21 VERTIC
,5
22,4 45
6-8
9,7 F.2. URE
CIGLI SPOSTABILI GUIDA TUBLARE 30 CHIUS ONTALI
Z
AGGANCIO 7,5 15 7,5 ORIZ
2,40 6,1
30
FISSAGGIO BARRA
15 F.3. IONI
IZ
30 PART E
N
15 INTER
N
ESTER
TERRENO
FASCINE O TERRENO FASCINE O TERRENO COMPATTATO
FASCINE O TERRENO COMPATTATO COMPATTATO COMPATTATO
PANNELLI
RIGIDI
F 217
F.6. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • SISTEMAZIONI ESTERNE
2. AREE D’USO E ARREDI
AREE D’USO
18-30
9-15
6-9
PROIETTORE
3-4,5
60
PARCHI, GIARDINI AREE PEDONALI, STRADE RESIDENZIALI, COMMERCIALI AREE COMMERCIALI LUOGHI PARTICOLARI, PIAZZALI
STRADE STRADE GRANDI PARCHEGGI
RIFERIMENTI SULLE ALTEZZE DEI SUPPORTI PER ALCUNI ELEMENTI DI ARREDO URBANO
PALI
Ø120
120 mm Ø 80 mm
ACCIAIO ACCIAIO BEVERINI
GALVANIZZATO GALVANIZZATO
ELEMENTO
SFILABILE
MENO DI 80
3-4 2,40
ZANCA
90 120
120
40 40 40
30
60 40 75
40 SOTTOFONDO GUIDA
AFFOGATA 5x20
NEL GETTO
PANCHINE
225
600
400 115 25 25
200 550 650
400
15
205 50 x 50 x6
350 350 7x15
100 400
F 218
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • SISTEMAZIONI ESTERNE F.6.
AREE D’USO E ARREDI 2.
ACCESSORI A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.6.2./4 ELEMENTI D’ARREDO E FUNZIONALI
E.NTROLLO
A CO NTALE
AMBIE
32
F. TERIALI,TECN
ICHE
165 MA ONENTI,
A COMP
G.ANISTICA
APPOGGI IN CALCESTRUZZO
28
URB
286
74 BARRIERA PEDONALE IN ALLUMINIO
DISPOSITIVO
PER ANTIFURTO 200
65
RALI
A F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
37 74 VERTIC
APPOGGI IN
40 SEZIONE A-A CALCESTRUZZO
A
MENSOLE IN
CON FONDAZIONE F.2. URE
CHIUS ONTALI
ESTRUSO 45
PORTABICICLETTE IN CLS COMPONIBILE 28 IN TUBI DI ACCIAIO Z
DI ALLUMINIO
ZINCATO
ORIZ
VERNICIATO
26
PANCHINA CON SEDUTA IN LEGNO PIATTI DI IRRIGIDIMENTO F.3. IONI
IZ
66 180 PART E
N
INTER
53
21
100 F.4. NTI DI E
32 ELEME NICAZION
APPOGGIO COMU ALE
IN CLS VERTIC
86
BULLONE ANTIFURTO
28 CON RONDELLA F.5. I
D
44 ARRE
TIRANTE DI COLLEGAMENTO
26 48
F.6. AZIONI
M
GETTACARTE CON CESTINO IN ALLUMINIO (30 litri) SISTE E
N
30
PANCHINA IN GRIGLIATO METALLICO ESTER
86
STRATO DI TNT
27 112
ARGILLA ESPANSA
ELEMENTO SUPERIORE
BASE AUTOLIVELLANTE 45
30 30 52 82-122-202
100 MAX 10 °
70 63
COMPONENTE SUPERIORE
SETTO DI AERAZIONE
8
F 219
F.6. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • SISTEMAZIONI ESTERNE
2. AREE D’USO E ARREDI
➦ ACCESSORI
4Ø4
4Ø4
STAFFE 8 Ø p = 10
4Ø4
pendenza = 4%
4Ø4
STAFFE 8 Ø p = 10
4Ø4
4Ø4
RAMPA D
D’ACCESSO
ACCESSO DOPPIA PROFILO D’ACCIAIO
D ACCIAIO
A “T” 45 x 45 x 5
10
120
30
pendenza = 4%
120
A
10 90
120 A 120 10
PIANTA
MANCORRENTE IN ACCIAIO Ø 50
60
TAPPETINO IN GOMMA
32
PROSPETTO FRONTALE
PROFILO D’ACCIAIO
D ACCIAIO A “T” 100 x 100 x 5
PIATTO D’ACCIAIO
D ACCIAIO CON TIRAFONDI
DRENAGGIO
F 220
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • SISTEMAZIONI ESTERNE F.6.
AREE D’USO E ARREDI 2.
A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.6.2./6 ELEMENTI D’ARREDO ATTREZZATI PER IL PASSAGGIO DI IMPIANTI
32
CON FUNZIONE 75,4 61,8 Possibilit di integrare
Possibilità
con ulteriori condotti D.GETTAZIONE
DI CIGLIO PRO TTURALE
ORNAMENTALE STRU
SEDUTA PER BIMBI
INCASTRO DI BLOCCAGGIO
75,4
CURSORE E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
CHIUSURA CONDOTTO CAVI
32 DEL CONDOTTO CONDOTTO CAVI
CON FUNZIONE
DI GRADINI CONDOTTO TUBI
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
MAGRONE DI BASE
COMP
MATERIALI LITOIDI
G.ANISTICA
IN TERRA CON DIAFRAMMA GIUNTO TERRENO
SABBIA E CEMENTO ELASTICO VEGETALE
TERRENO VEGETALE URB
VARIABILE MIN 60 cm
GHIAIA DELIMITAZIONE
AREA LIBERA PIANTUMAZIONE
TELO ANTIRADICI
TELO ANTIRADICI
GHIAIA DI DRENAGGIO RALI
F.1. I PERIMET
T
IMPERMEABILIZZAZIONE PARE ALI
VERTIC
TUBO DI
DRENAGGIO IN VASCA AUTONOMA RACCOLTA E SMALTIMENTO
F.2. URE
CHIUS ONTALI
GRIGLIA Z
ORIZ
VASO INTERRATO
IN FIORIERE
GHIAIA
VASO INTERRATO
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
BORDO IN CLS
GRIGLIA METALLICA
GRIGLIA ZINCATA F.4. NTI DI E
METALLICA ELEME NICAZION
ZINCATA COMU ALE
VERTIC
ACQUA
FORI PER IL PASSAGGIO
IN TERRA IN VASO APERTO
162,5
DELL’ACQUA
DELL ACQUA F.5. I
D
62,5 GRIGLIA ARRE
IN GHISA
2%
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
600-900 TERRA VEGETALE 675-900 ESTER
IN MATTONI 25
GIUNTI RIEMPITI ELEMENTO ELEMENTO
CON MALTA PREFABBRICATO FACCIA
GIUNTI RIEMPITI FONDAZIONI A VISTA
TERRA
CON SABBIA
1625
12,5 FINITURA DELL’ELEMENTO
DELL ELEMENTO
PREFABBRICATO
.
F.6.2 ’USO
D
PIANTA ELEMENTI PREFABBRICATI IN CALCESTRUZZO ARMATO AREE EDI
E ARR
F 221