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QUANDO I CARRI
RESPIRAVANO
ovvero, lo spirito carrista dei primi anni ‘70
ANSELMO DONNARI (UN CARRISTA DEI TEMPI CHE FURONO)
rova motori” ordinò il Tenente con gli aree addestrative. Che i magazzinieri chiamassero
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L’attenzione era elevata ai massimi livelli nel pe- cadeva al Comandante del Battaglione di testa,
riodo a ridosso dei campi d’arma. Era quello il pe- occorreva decidere rapidamente cosa fare, perché
riodo in cui si vedeva il piazzale antistante il collega incalzava con la sua colonna. L’impera-
l’Officina Leggera del Battaglione animarsi più del tivo era sempre lo stesso: non farsi sorprendere dal
solito ed era quella – e solo quella – l’occasione in Comandante di Battaglione che seguiva, con un
cui il veterano Capo Officina accettava in rinforzo carro in avaria, specie se la causa dell’inefficienza
membri di equipaggio, che ironicamente chiamava veniva giudicata “disdicevole”, ossia imputata a
“manovalanza non specializzata”. superficialità nei controlli. Se disgraziatamente
A quei tempi, il campo d’arma costituiva l’apice era questo il caso, il mezzo veniva trainato im-
dell’addestramento del cosiddetto secondo ciclo – mediatamente - “per pudore” - dietro la prima
le fasi addestrative del soldato di leva erano allora cascina o pagliaio nelle vicinanze e lì riparato;
scandite su tre cicli – e ciò accadeva simultanea- l’importante era toglierlo dalla vista e non fornire
mente per gli stessi scaglioni dei due Battaglioni a chi seguiva motivo per irridere.
Carri del Reggimento. Percorrere un centinaio di Quando invece le cause erano importanti, tali da
chilometri su strada per raggiungere il poligono di richiedere la sostituzione del propulsore, allora si
Candelo – Massazza non era una sfida da poco, adottava la policy opposta. Ci si posizionava nella
considerando che nessuno dei due Battaglioni vo- massima visibilità, magari nella piazzetta di uno
leva ovviamente seminare “cadaveri” lungo il per- dei tanti paesetti disseminati tra le risaie vercellesi,
corso. I loro Comandanti si ponevano di persona e lì – con gesti austeri e plateali – si scavalcava il
alla testa della colonna, dopo aver visto defilare motore fuso e si calava nello scafo il nuovo, af-
sotto il loro occhio attento tutti i mezzi (essendo fluito in una cassa di legno dalla caserma, verosi-
incanutiti, come solevano dire, con la “tuta blu” milmente l’unico motore di riserva disponibile.
addosso!). Questa operazione, e la rapidità con cui si svolge-
Era pressoché inevitabile che qualche vetusto M va, suscitava stupore nella gente che si radunava
47 andasse in avaria lungo l’itinerario. Se ciò ac- e – se condotta, come di norma, a tempo di record
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