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Storia del teatro

Il regista

L'ultimo ventennio dell'Ottocento può essere considerato uno dei periodi più importanti
della storia del teatro occidentale. In questi anni il dramma borghese entrò in crisi, dando
inizio al teatro contemporaneo. Il fenomeno più importante che contraddistingue la storia
del teatro occidentale a cavallo tra XIX e XX secolo è l'affermazione definitiva della figura
del regista, il quale può essere visto come un demiurgo che coordina le componenti dello
spettacolo in modo che tutte quante concorrano organicamente a creare un equivalente
teatrale del testo drammatico. Il lavoro degli attori, la cui ricerca di popolarità e del facile
plauso si trasformava spesso in un attentato alla coerenza dello spettacolo, doveva essere
attentamente disciplinato, il che significava creare dei confini al loro campo d'azione. Lo
stretto rapporto con il testo scritto era naturalmente una caratteristica fondamentale della
poetica del teatro simbolista, in cui il personaggio svaniva per lasciare il posto alla pura
funzione significante. L'alleanza tra il teatro e el arti figurative e l'identificazione nella danza
della forma di spettacolo che potesse fungere da collante ra i due universi artistici, conobbe
stroardinaria fortuna all'inizio del secolo a Parigi in coincidenza dell'arrivo de Les Balletts
Russes. Il successo di spettacoli come L'uccello di fuoco (1910), con le musiche di Igor
Stravinskij, fu tale da coinvolgere nel progetto molti dei grandi artisti che in quel momento
si trovavano a Parigi. Il teatro poteva finalmente fare a meno della parola per divenire puro
movimento coreografico, abbandonandosi al ritmo del divenire delle cose. La fusione tra
elementi artisticamente inconciliabili che caratterizzava gli spettacolo de Les Balletts Russes
li poneva in relazione al concetto wagneriano di Wort-Ton-Drama, punto di partenza del
percorso teorico dello svizzero Adolphe Appia, unanimemente considerato uno dei padri
della scena contemporanea, il cui ideale di rappresentazione di concretizza in tre elementi:
• il corpo dell'attore in movimento ritmico
• lo spazio dell'azione tridimensionale
• l'illuminazione che valorizzi le altre due componenti, combinandosi con loro
Appia può essere considerato l'inventore della scenografia moderna unitamente all'amico
inglese Edward Gordon Craig che, dopo alcune apprezzate regie di spettacoli di secondo
piano, fu incaricato di curare gli allestimenti de I vichinghi di Ibsen e di Molto rumore per
nulla di Shakespeare. In queste occasioni egli utilizzò l'illuminazione in modo rivoluzionario,
tanto che la fama dei suoi spettacolo arrivò sino in Germania, ma nonostante godesse di
grandissima considerazione presso gli addetti ai lavori, le sue idee risultavano esser troppo
ambizione e in anticipo sui tempo per essere realizzate come sognava.

Max Reinhardt
Di origini viennesi, fondò insieme ad alcuni colleghi un locale di cabaret, il Shall und Rauch
con il puro intento di divertirsi, mettendo in scena parodie dei classici e cantando motivetti
satirici. Presto, però, la giovane compagnia acquisì una nuova sede iniziando a mettere in
scena drammi seri di autori vicini al simbolismo, come Wilde e Strindberg. Egli riuscì a
mediare le intuizioni di Craig attraverso il gusto del pubblico, dimostrando la possibilità di
ottenere dagli attori, allo stesso tempo, un'interpretazione giocata sulle emozioni e il rispetto
assoluto delle proprie indicazioni rispetto ai movimenti da attuare in scena. Reinhardt
sfruttò l'occasione di poter gestire teatro dalle diverse caratteristiche. Fece costruire una
piccola sala, adiacente alla grande sala del Deutsches Theater, un seconda sala più piccola
in cui, il ridotto numero di spettatori e la mancanza di una setta separazione tra platea e
palcoscenico che creava un'atmosfera raccolta, risultava ideale per la messa in scena di
drammi intimistici e psicologi come quelli ibseniani. Allestì due versioni dell'Edipo: la prima
più minimalista in una sala da concerto e la seconda con moltissime comparse nel tendone
di un circo. Reinhardt riuscì a spingersi ancora oltre. In occasione della prima edizione del
Festival di Salisburgo, allestì una nuova versione del testo medievale, il mistero Ognuno,
costruendo un palcoscenico nella piazza centrale della città, di fronte alla cattedrale che
venne utilizzata come impareggiabile apparato scenografico. L'eclettismo in grande stile
che lo contraddistinse contribuì in modo decisivo all'affermazione di una figura di regista
non necessariamente legata a determinati autori o a un preciso movimento culturale.

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