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Personaggi:
Pulcinella
Conduttore dello stage
Primo partecipante allo stage (Ernesto)
Secondo partecipante allo stage (Alessandra)
Terzo partecipante allo stage (Marco)
Quarto partecipante allo stage (Francesca)
Corifeo
Coro dei Fantasmi di Pulcinella, anche Pazienti del Tempio di Asclepio
Anima mundi
Il vecchio di Ercolano
Primo Filosofo a convegno
Secondo Filosofo a convegno
Terzo Filosofo a convegno
Spacciatore di droga pesante
Giovane prostituta
Giovane rapinatore
Motociclista
Giovane cameriere
ATTO PRIMO
Aula dello stage di filosofia. Quando entra il Conduttore dello stage i quattro partecipanti sono
seduti ai loro posti. Subito dopo entra Pulcinella.
Ernesto– Buongiorno …
Alessandra– Buongiorno …
Marco – Buongiorno …
Francesca– Buongiorno …
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Conduttore– Benvenuti allo stage filosofico, sono sicuro che faremo un buon lavoro insieme …
Pulcinella– (Spalancando la porta bruscamente) Eh, ma, cioè … è qui il corso di filosofia?
Conduttore– Pulcinella! Non sei neanche arrivato che già provochi scompiglio … Mettiti buono lì
…
Conduttore– Ecco, ora ci siamo, bravo … diamo inizio allo stage di filosofia, ma prima le
presentazioni, ciascuno di voi descriva brevemente se stesso e il motivo per cui è qui.
Ernesto– Ehm, ehm … mi chiamo Ernesto e ho appena finito il dottorato di ricerca in filosofia alla
Sorbona di Parigi …
Ernesto– … sto per partite per gli Stati Uniti dove ho vinto una borsa di studio per completare una
tesi dal titolo “Perché invece di andare avanti, andiamo indietro” …
Conduttore– Bene, bene, vedo che qui c’è gente veramente preparata … (rivolgendosi a
Pulcinella) escluso forse qualcuno … (tornando a rivolgersi ad Ernesto) …. mi compiaccio dei
suoi successi accademici … e ora a chi tocca?
Alessandra– Io mi chiamo Alessandra e mi sono laureata alla Statale di Milano con una tesi in
Filosofia dal titolo “Che cosa si prova a guardare dall’alto?” …
Pulcinella– Dall’alto?
Alessandra– Ora presenterò un abstract della tesi al Dipartimento di Filosofia di Cambridge per
ottenere una borsa di studio …
Pulcinella– Ma state tutti dietro a queste borse di studio! Come si fa a ottenere una borsa di studio?
Conduttore– Tu non rientri nella categoria, Pulcinella! Bisogna aver studiato ad alto livello e
prodotto un risultato scientifico ragguardevole …
Marco– Mi chiamo Marco e ho studiato all’Università Orientale di Napoli, laureandomi con una
tesi da titolo “Bisogna guardare prima a destra o a sinistra nell’attraversare la strada” con una serie
di confronti tra cultura europea e cultura egiziana, perché ho passato un semestre all’Università del
Cairo …
Pulcinella– Ma io so che se non guardi prima o poi ti travolgono, e non ha nessuna importanza se
guardi prima a destra o a sinistra, basta che guardi …
Conduttore– Pulcinella, non fornire esempi di empirismo di basso livello, Marco ha posto la
questione a un notevole livello di astrazione teorica, con profonde implicazioni epistemologiche …
Conduttore– E’ così che fanno i filosofi, “spaccano i capelli in quattro”, per usare questa volgare
espressione …
Conduttore– Ah, va bene … anche io ho dovuto lavorare durante gli studi … qui arriva gente che
può vantare dei titoloni strabilianti con dottorati di ricerca in mezzo mondo, ma spesso non si
capisce di che cosa si occupano, si occupano di qualcosa pur di occuparsi di qualcosa per
accumulare titoli … qui sono d’accordo con Pulcinella … noi studiavamo filosofia perché
volevamo capire veramente il mondo … e possibilmente cambiarlo … ma accidenti a Pulcinella che
mi spinge a queste riflessioni …
Pulcinella– Lo vede, dottore, che quando si parla di lavoro si torna a parlare di cose serie?
Gli stessi
Conduttore– … dicci perché sei qui, che cosa ti aspetti dalla filosofia …
Pulcinella– (Schiarendosi la gola) Io veramente sarei di Acerra, ma questa è una storia antica, fate
finta di niente …. vengo dal teatro … non sapevo neanche cosa fosse la filosofia, se non quella di
strada, quella della Commedia dell’arte, poi ho incontrato qualcuno, mi sembra a Ercolano o a
Pompei che mi ha spiegato che con la filosofia si diventa saggi … quel vecchio sembrava provenire
da un altro mondo, diceva di essere un “epicureio” …
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Pulcinella– … quello che è … diceva che la filosofia rende saggi, appunto, e che oggi la saggezza
non va più di moda, oggi va di moda la logica … non ho capito cosa vuol dire, ma così ha detto …
(cita) hanno vinto gli “stoici” contro gli “epicurei” …
Pulcinella– … vede, dottore, io non capisco niente di queste cose, ma mi piacerebbe diventare
“saggio”, come quel vecchio “epicureio” …
Conduttore– E così vuoi diventare saggio, Pulcinella? Ma sei sicuro che la saggezza si possa
insegnare?
Ernesto– (Intervenendo bruscamente) Bisognerebbe prima chiedersi che cosa intendiamo con la
parola “saggezza” …
Marco– (Pedante) Poi chiarire gli elementi che la collegano alla filosofia della mente …
Francesca– E se ci basassimo sul concetto antico di saggezza? Gli antichi parlavano di un bivio: da
una parte la sapienza, dall’altra la scienza; la saggezza consisterebbe nella conciliazione di queste
due vie, come è scritto sulla facciata marmorea della Biblioteca di Celso ad Efeso …
Conduttore– Vedo con piacere che la conversazione si fa interessante … per oggi direi che
abbiamo finito, aggiorniamo i lavori a domani …
Conduttore – Senti, Pulcinella, ho bisogno di parlarti, puoi fermarti un attimo, quando gli altri se
ne sono andati?
Pulcinella, Conduttore
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Conduttore– Pulcinella, sei contento di questo stage?
Conduttore– No, ma …
Conduttore– Si può capire … (suona il cellulare) pronto, sì … una giornalista del TG3? … cosa
mi voleva chiedere? (stacca il cellulare dall’orecchio) è una giornalista del TG3, faccio subito …
Conduttore– … solo un attimo … (riprendendo a parlare) … quali sono i miei progetti futuri? Un
altro libro sul Counseling, vedo che tirano molto … (stacca il cellulare) … questi giornalisti, tutti
con le stesse domande! … (riprende a parlare allo smartphone) … naturalmente, le fornirò ampie
anticipazioni …
Conduttore– No, no (parlando al cellulare) … sì, sono rimasto stupito anch’io del successo di
vendita del libro “Counseling per stare bene” … (a Pulcinella) … volevo dirti che mi fa piacere
averti con noi … (allo smartphone) Non si tratta di una banalizzazione della filosofia, si tratta di
farle recuperare un certo spirito pratico … (a Pulcinella) sì, forse è meglio se ci sentiamo un’altra
volta …
Pulcinella esce facendo un segno di saluto con la mano, seguito subito dal Conduttore.
ATTO SECONDO
Pulcinella si aggira guardingo in un quartiere popolare della città che lo ospita. E’ circondato da
strani personaggi: uno spacciatore di droga pesante, una giovane prostituta, un ragazzo che si
appresta a fare una rapina, un motociclista, un cameriere di un un bar con il vassoio dei caffè in
mano.
Pulcinella– Eh, ma qua mi sembra di stare a Scampia! Sicuro che non sono a Napoli?
Spacciatore di droga pesante– Pulcinella, togliti da quell’angolo che devo vedere se arriva la
polizia …
Spacciatore di droga pesante– Visto che sei qui, vuoi assaggiare una certa roba?
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Pulcinella– Non ci penso proprio …
Spacciatore di droga pesante– Un commerciante non consuma, uno spacciatore non fuma.
Giovane prostituta– Un corso di filosofia! ahahah … Pulcinella vuole diventare filosofo … avete
sentito, Pulcinella vuole diventare filosofo …
Giovane rapinatore– Ehi, Pulcinella, me la daresti una mano, che devo fare un lavoretto pulito
pulito?
Spacciatore di droga pesante– Non dirmi che non hai i soldi per un caffè …
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Pulcinella– E invece te lo dico …
Pulcinella torna nel suo sordido alberghetto, monologando tra sé e sé sugli incerti percorsi della
vita, quando a un certo punto si imbatte in Anima mundi.
Pulcinella– (Monologando tra sé e sé) Ma che ci faccio io qui … a studiare filosofia … la filosofia
debbono studiarla le persone colte, non gli ignoranti … (pausa un po’ più lunga) e io sono solo un
povero ignorante …
… (guardandosi le scarpe e muovendo una punta del piede col tallone appoggiato a terra) un
povero ignorante senza arte né parte …
Pucinella– Chi è che parla? Ah, sei tu, animella … che ci fai qui?
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Pulcinella– Forse entrambe …
Pulcinella– La felicità non è consapevole, bisogna solo viverla se sei fortunato ad avercela …
Anima mundi– Ma guarda che questa curiosità ti fa onore … ma non vedi? Uno come te, che
esprime tutto il dolore del mondo con un sorriso, che cerca un confronto con la filosofia …
Anima mundi– La filosofia è nata per cercare la chiave della felicità … ma non è riuscita mai a
trovarla … questa cosa ti fa onore …
Pulcinella– Ti dico che non ti capisco … ma ripensando a quella tua frase: “tutto il dolore del
mondo con un sorriso” … penso forse di aver capito …
Pulcinella– Ma il dolore del mondo oggi non è la fame, o almeno non più per tanta gente, oggi il
dolore del mondo si chiama infelicità … la gente soffre perché è infelice, non si sente compresa, si
chiedono troppe prestazioni aggiuntive per essere apprezzati …
Pulcinella– Mi capita di vedere persone sole che singhiozzano passeggiando nel parco sotto la
pioggia, mi chiedo a cosa pensino, che cosa o chi li fa soffrire … quello è il dolore del mondo oggi
…
Anima mundi– Perciò vuoi diventare filosofo, per imparare a combattere l’infelicità?
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Pulcinella– Sì, Anima mia, sì …
Pulcinella– … forse è stata l’Anima mundi a mettermi di malumore … con quei discorsi sulla
felicità e sull’infelicità …
Pulcinella– … quasi quasi me ne torno ad Acerra, non è il mio posto, questo … non mi sento a mio
agio … comincio ad innervosirmi …
Corifeo– Non temere, Pulcinella, noi siamo i fantasmi della tua mente …
Primo corista– Sei passato dal riso al pianto, Pulcinella, e questo non va bene …
Terzo corista– Hai perso la tua spensieratezza e adesso sei diventato malinconico, Pulcinella …
Pulcinella– Malinconico… ?
Settimo corista– Lo sappiamo, dovrai percorrere i sentieri della notte e del giorno per riuscire a
capire l’arcano …
Primo corista– La tua infelicità ti è stata mandata incontro come un segno del destino …
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Pulcinella– Io sono solo un povero ignorante …
ATTO TERZO
Entrano uno dopo l’altro i vari partecipanti allo stage, Pulcinella entra per ultimo.
Alessandra– Vuoi un caffé, te lo prendo alla macchinetta qui fuori, è vero che fa schifo ma è
sempre un caffè …
Pulcinella – No, affatto! Mi sembrate persone molto intelligenti, sono io ad essere un povero
ignorante …
Francesca– Non dire così, Pulcinella … abbiamo capito che il vero filosofo, tra tutti noi, sei
proprio tu …
Pulcinella– No, sono solo molto frastornato … pensate che stanotte sono venuti a trovarmi i
fantasmi della mia mente, almeno così dicevano …
Pulcinella– Sì …
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III,2- Scena seconda- Il ritorno dei Fantasmi della mente
Pulcinella si accosta ad Anima Mundi e la invita a una danza romantica e sognante. Anima Mundi
si abbandona nelle braccia di Pulcinella, mentre entrano due danzatrici, che riprendono,
stilizzandoli, i movimenti della coppia. Alle danze si uniscono anche i Coristi ed infine Marco,
Francesca, Alessandro ed Ernesto. Alla fine delle danze, Pulcinella resto solo al centro della scena,
senza ballare e con un atteggiamento assorto.
Quando il movimento si ferma, ci sono alcuni attimi di pausa, con Pulcinella che è rimasto fermo al
centro della scena. E’ Ernesto a prendere la parola, come a volerlo rincuorare.
Ernesto– Forse ti dà fastidio che recitiamo i nostri titoloni universitari per metterci in mostra, ma è
l’accademia che pretende questo, mettersi in mostra, vincere i concorsi, noi invece vorremmo
studiare il rimedio contro l’infelicità umana, come facevano i filosofi antichi …
Pulcinella– No, non è questo … mi fa piacere che avete scritto tutte queste cose …
Pulcinella– (Sovrappensiero) … non saprei … sento di essere stato ferito, ma non riesco a capire
come.
Marco– Eppure non è lontana dalle tue parti, è sulla costa cilentana …
Francesca– In quella antica città c’era una specie di ospedale, il Tempio di Asclepio, come quello
di Delfi, a cui convenivano da tutta la Magna Grecia e da tutta la stessa Grecia …
Pulcinella– E allora?
Ernesto– Si racconta che di notte compaiano i fantasmi dei malati guariti da Asclepio …
Alessandra– Ma no, sono fantasmi benevoli … di notte raccontano la storia della loro guarigione,
alcuni da malanni fisici, altri da malanni mentali …
Francesca– Sono stati presi in Cura, stavano male e sono guariti … potresti trovare uno spunto alla
cura dell’infelicità, caro Pulcinella …
Ernesto– Secondo me bisogna uscire da qui, andare in strada, qui si sta troppo chiusi …
Alessandra– Ho sentito che fanno un convegno dal titolo “Mai più Metafisica: Perché la Filosofia
deve cedere il passo alla scienza” … perché non ci andiamo, ma per protestare …
Conduttore– (Si guarda intorno, smarrito) Mi hanno lasciato solo … questa non dovevano farmela
… solo … mi hanno lasciato solo … perché, perché l’hanno fatto? Non insegno bene? non sono un
personaggio in vista? Ma se mi hanno fatto anche un’intervista in diretta al TG3! Non significa
essere in vista, questo? Io ho molto successo, se proprio vogliamo vederla in questo modo …
dovrebbero essere orgogliosi di frequentare un corso come il mio … il mese prossimo vado a tenere
uno stage a Parigi … e sono appena reduce da Oxford … dove lo trovano uno come me! …
accidenti! … l’ultimo mio libro è perfino entrato nella classifica dei libri più venduti, nella sezione
Varia, subito dopo un libro di cucina … vorrà dire qualcosa, questo, no!? … non dovevano
andarsene … ora li richiamo sullo smartphone …
Conduttore– Ma va al diavolo!
ATTO QUARTO
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Il gruppo dei partecipanti allo stage incontra il gruppo che rappresenta la varia umanità di strada.
La scena è ancora quella del secondo atto (scena prima).
Giovane rapinatore– (Scrutando il gruppo di stagisti) Ehi, e voi chi siete, da dove uscite?
Ernesto– Siamo dei filosofi e ci siamo stancati di stare sempre al chiuso a discutere fra di noi …
vogliamo tornare in strada, com’era un tempo …
Il Cameriere si aggira tra i presenti con un tovagliolo sul braccio e un vassoio, offrendo quello che
c’è sul vassoio agli astanti
Alessandra– Socrate non se ne stava certo al chiuso a discutere con altri filosofi …
Spacciatore di droga pesante– Ehi, ragazzi, qui c’è roba per voi …
Giovane rapinatore– Ragazzi, avete sbagliato mestiere, non si guadagna con la filosofia, ci
sarebbero altri metodi …
Ernesto– Ragazzi, se non ci sbrighiamo, rischiamo di non trovare più nessuno al convegno …
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Francesca– E’ questo il bello …
Ernesto– Andiamo un po’ a disturbare un convegno che si intitola “Mai più Metafisica: Perché la
Filosofia deve cedere il passo alla scienza” …
Gli stessi, Vecchio di Ercolano, Sette Pazienti, interpretati dagli stessi attori che hanno fatto i
Coristi.
Vecchio di Ercolano– Buonasera, quello a cui state per assistere non è uno vero spettacolo,
piuttosto una chiacchierata fra amici. E’ vero, io sono qui e voi lì, c’è una certa distanza fra noi, ma
non è una vera distanza spirituale, solo spaziale. Io sono di Ercolano e quando ero molto giovane ho
trovato in una vecchia casa di un mio bisnonno una stele marmorea con alcune parole in greco. Era
sepolta in giardino, un rudere che affiorava dal passato. Sulla stele erano incise le prime parole della
“Lettera a Meneceo” di Epicuro, conosciuta anche come “Lettera sulla felicità”.
Vecchio di Ercolano– Epicuro era molto popolare nell’antica Ercolano in periodo ellenistico;
evidentemente quel mio bisnonno ha costruito la villa sulla villa di un antico ercolanese,
sufficientemente colto e ricco da commissionare quella stele. Quel ritrovamento mi è sembrato un
segno del destino, da allora ho eletto quel libro a mia guida spirituale.
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Vecchio di Ercolano– (Rivolge un sorriso leggero a Pulcinella e riprende a parlare) … ma poi ho
voluto andare avanti, cercando di capire come poter aiutare la gente a trovare la propria strada e ho
pensato che questo compito consistesse in una “cura”, come la praticavano gli antichi greci in quei
templi-ospedale che erano i templi di Asclepio. Uno di questi templi non era lontano da Ercolano, si
trovava nell’antica Elea, subito dopo la baia di Paestum.
Entrano quattro attori, rappresentano i Pazienti, si sdraiano per terra, a mimare il ricovero nel
Templio di Asclepio. Le luci di scena cambiano, a significare l’entrata in una dimensione onirica.
Secondo paziente– Non vivevo più dopo la morte di mia madre, ma sono guarita …
Quinto paziente– Mi sentivo il più infelice fra gli uomini, ma sono guarito …
Settimo paziente– Stavo per farla finita con la vita, ma sono guarita …
Vecchio di Ercolano– Nei templi di Asclepio si curavano malattie fisiche e mentali. La cosa
interessante era il modo in cui si curavano le malattie dell’anima. Si invitavano i pazienti a dormire
nel tempio, attraversato da ruscelletti di acqua corrente e da serpenti cari al dio. La notte era
guaritrice, il farmaco era costituito dall’insieme di queste pratiche notturne … avevano trovato la
cura …
Primo paziente– Adesso so cos’è l’amore, ora so che può dare la felicità …
Secondo paziente– Adesso so cosa significa perdere una persona cara, ma si può tornare ad essere
felici …
Quarto paziente– Adesso so cosa significa vedere la morte con gli occhi, ma si può tornare a
guardare avanti …
Sesto paziente– Adesso so cosa provoca l’infelicità e potrei raccontare come allontanarla …
Settimo paziente– Adesso so cosa significa desiderare di morire, e so come guardare avanti …
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Pulcinella, Ernesto, Alessandra, Marco, Francesca
Francesca– Sono rimasta veramente molto colpita, sembra una filosofia da liceo, ma forse questa è
la vera filosofia … in fondo, questa non è una vera disciplina, è piuttosto una condizione spirituale,
entrare in una dimensione che ti fa percepire le cose con un’intensità diversa … l’accademizzazione
della filosofia è venuta molto tardi, quando qualcuno si è accorto che la filosofia andava domata, era
troppo vivina all’esoterismo, all’alchimia, a una dimensione sovrarazionale … per domarla, l’hanno
fatta diventare una parente povera della scienza …
Gli stessi
Pulcinella– Incredibile! Quello era proprio il Vecchio di Ercolano … mi ha aperto la mente, quel
vecchio!
Pulcinella– (Sognante) Bello, bello, i templi di Asclepio … quello è veramente un posto che fa per
me …
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Ernesto– Ma Pulcinella, tu devi essere il guaritore, non il paziente …
Ernesto– Ma toglici una curiosità, perché ci tieni così tanto al Vecchio di Ercolano?
ATTO QUINTO
Il convegno filosofico
Pulcinella, Ernesto, Alessandra, Marco, Francesca, Primo Filosofo a convegno, Secondo Filosofo a
convegno, Terzo Filosofo a convegno
I tre filosofi sono seduti su tre sedie, che simulano il tavolo dei relatori di un convegno, gli altri
sono seduti per terra. Due inservienti portano e sistemano lo striscione con la scritta: “Mai più
Metafisica: Perché la Filosofia deve cedere il passo alla scienza”
Terzo filosofo– Proclamare al mondo che la filosofia rinuncia definitivamente alla metafisica …
Primo filosofo– Lo dice il titolo stesso del nostro convegno: “Mai più Metafisica: Perché la
Filosofia deve cedere il passo alla scienza”
Secondo filosofo– Spiegheremo perché dobbiamo lasciare definitivamente campo libero alla
scienza …
Terzo filosofo– Dichiareremo che è giunta l’ora di togliere l’insegnamento della filosofia dai licei e
dall’università …
Primo filosofo– Nei licei proporremo di sostituire la filosofia con un numero raddoppiato di ore di
scienza …
Secondo filosofo– Per quanto riguarda l’università, proporremo di stornare i finanziamenti verso i
dipartimenti scientifici …
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Primo filosofo– A questo non avevo pensato, caro collega … ma mi sembra una buona idea …
Secondo filosofo– Ah, già, non ci avevo pensato: quandi anche i miei, dopo tanti anni di fatica …
Terzo filosofo– Anche i nostri libri, certo … tanto io non ho mai pubblicato niente di importante
nella mia vita …
Primo filosofo– Ma io sì …
Secondo filosofo– Non vorrai certo dire che i tuoi libri sono più importanti dei miei …
Secondo filosofo– Non voglio scomparire dal novero di coloro che hanno raggiunto la fama …
Pulcinella– Voi parlate dicendo un cumulo di sciocchezze, non posso fare io una sciocchezza,
parlando di una cosa seria?
Terzo filosofo– Di specie rara, con un’argomentazione che richiama anche la dialettica stoica …
Primo filosofo– Cari colleghi, non avevamo detto che non bisognava parlare più di filosofia …
Pulcinella– Ma perché volete abolire la filosofia, proprio nel momento in cui ce n’è più bisogno?
Primo filosofo– La questione non è del tutto esente da una certa logica …
Pulcinella– Ma guardiamo intorno: voi pensate che il problema più grande dell’umanità possa
essere risolto solo dalla scienza?
Pulcinella– … non ci sono “ma”, c’è soltanto questo grande vuoto … l’umanità non è mai stata così
prospera come adesso, parlo soprattutto del mondo occidentale, ma mai come adesso ha perso il
senso delle cose …
Pulcinella– … e voi, signori, dall’alto della vostra autorità pretendete di cancellare un possibile
farmaco?
Terzo filosofo– Non dire così, caro collega, perché qualcuno potrebbe equivocare …
Pulcinella attinge con un pennello da un barattolo della vernice nera, si avvicina allo striscione e
scrive un grande “NON” alla scritta “Perché la Filosofia NON deve cedere il passo alla scienza”.
Ernesto, Alessandra, Marco, Francesca lo incoraggiano, silenziosi e solerti.
Pulcinella– Avete chiuso la filosofia nella torre d’avorio dell”Accademia ma così ne avete tradito
lo spirito, quello stesso spirito che spingeva Socrate a parlare con la gente nelle piazze ed Epicuro a
scrivere la “Lettera sulla felicità” … la filosofia non può vivere al chiuso, sepolta da una montagna
di libri … essa deve poter percorrere, libera e selvaggia, le strade del mondo … lo so, non sono
nessuno per dirlo, ma lo sento d’istinto … sono solo un povero ignorante, ma sento che la storia non
è finita … anche se si è molto tristi, la felicità è possibile … è possibile … è possibile …
I tre filosofi al convegno si accasciano su stessi come marionette. Ernesto, Alessandra, Marco,
Francesca si avvicinano a Pulcinella con fare protettivo e lo conducono lentamente tra le quinte.
Sipario
ANTONIO DE LISA
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