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Antonio De Lisa- Pulcinella filosofo utopista

Personaggi:

Pulcinella
Conduttore dello stage
Primo partecipante allo stage (Ernesto)
Secondo partecipante allo stage (Alessandra)
Terzo partecipante allo stage (Marco)
Quarto partecipante allo stage (Francesca)
Corifeo
Coro dei Fantasmi di Pulcinella, anche Pazienti del Tempio di Asclepio
Anima mundi
Il vecchio di Ercolano
Primo Filosofo a convegno
Secondo Filosofo a convegno
Terzo Filosofo a convegno
Spacciatore di droga pesante
Giovane prostituta
Giovane rapinatore
Motociclista
Giovane cameriere

ATTO PRIMO

I,1- Scena prima- Lo stage

Pulcinella, Conduttore dello stage, Ernesto, Alessandra, Marco, Francesca

Aula dello stage di filosofia. Quando entra il Conduttore dello stage i quattro partecipanti sono
seduti ai loro posti. Subito dopo entra Pulcinella.

Conduttore– (Entra, mormorando sovrappensiero nell’audio dello smartphone) … la Filosofia …


(fermandosi di scatto) … la Filosofia è all’origine di tutte le scienze … è come un grande fiume da
cui si sono staccati singoli rami o in cui convergono le grandi domande dell’umanità … (si riscuote)
scusate, stavo dettando le risposte a un’intervista del TGCOM … Buongiorno …

Ernesto– Buongiorno …

Alessandra– Buongiorno …

Marco – Buongiorno …

Francesca– Buongiorno …

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Conduttore– Benvenuti allo stage filosofico, sono sicuro che faremo un buon lavoro insieme …

Pulcinella– (Spalancando la porta bruscamente) Eh, ma, cioè … è qui il corso di filosofia?

Conduttore– Ma che modi! … sì, questo è il corso di filosofia … tu chi sei?

Pulcinella– Sono Pulcinella …

Conduttore– Hai pagato la tassa di iscrizione?

Pulcinella– La … che? Ah, sì … è caro il costo della filosofia …

Conduttore– Pulcinella! Non sei neanche arrivato che già provochi scompiglio … Mettiti buono lì

Pulcinella– Lì, dove, professore?

Conduttore– Lì, nell’angolo …

Pulcinella– Ah, nell’angolo, va bene …

Conduttore– Ecco, ora ci siamo, bravo … diamo inizio allo stage di filosofia, ma prima le
presentazioni, ciascuno di voi descriva brevemente se stesso e il motivo per cui è qui.

Pulcinella– Anch’io, professore?

Conduttore– Perché tu non dovresti presentarti? Ti vergogni, per caso?

Pulcinella– Mai avuto vergogna in vita mia …

Conduttore– E allora, presentati … quando arriva il tuo turno …

Pulcinella– Va bene, professore, come vuole …

Conduttore– (Indicando Ernesto) Cominciamo da lei …

Ernesto– Ehm, ehm … mi chiamo Ernesto e ho appena finito il dottorato di ricerca in filosofia alla
Sorbona di Parigi …

Pulcinella– (Sognante) Parigi …

Conduttore– Pulcinella, non disturbare!

Ernesto– … sto per partite per gli Stati Uniti dove ho vinto una borsa di studio per completare una
tesi dal titolo “Perché invece di andare avanti, andiamo indietro” …

Pulcinella– Indietro, dove?

Conduttore– Pulcinella, non interrompere!

Pulcinella– Va bene, professore … chiedo scusa …


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Ernesto– … conto di conquistare una posizione utile per raggiungere un Ph Doctor in Philosophy e
farmi seguire da uno dei più importanti filosofi americani …

Conduttore– Bene, bene, vedo che qui c’è gente veramente preparata … (rivolgendosi a
Pulcinella) escluso forse qualcuno … (tornando a rivolgersi ad Ernesto) …. mi compiaccio dei
suoi successi accademici … e ora a chi tocca?

Pulcinella– (Esitante) a … a me?

Conduttore– Non è ancora il tuor turno …

Alessandra– Io mi chiamo Alessandra e mi sono laureata alla Statale di Milano con una tesi in
Filosofia dal titolo “Che cosa si prova a guardare dall’alto?” …

Pulcinella– Dall’alto?

Alessandra– … sì, dall’alto …

Conduttore– (Infastidito) Pulcinella, ti avevo detto di non interrompere …

Pulcinella– Chiedo scusa, professore!

Alessandra– Ora presenterò un abstract della tesi al Dipartimento di Filosofia di Cambridge per
ottenere una borsa di studio …

Pulcinella– Ma state tutti dietro a queste borse di studio! Come si fa a ottenere una borsa di studio?

Conduttore– Tu non rientri nella categoria, Pulcinella! Bisogna aver studiato ad alto livello e
prodotto un risultato scientifico ragguardevole …

Pulcinella– Ma chiedersi cosa si prova a “guardare dall’alto” è un risultato scientifico


“ragguardevole”? Anch’io me lo chiedo continuamente ma nessuno mi dà una borsa di studio …

Conduttore– Veniamo a lei (indicando Marco) …

Marco– Mi chiamo Marco e ho studiato all’Università Orientale di Napoli, laureandomi con una
tesi da titolo “Bisogna guardare prima a destra o a sinistra nell’attraversare la strada” con una serie
di confronti tra cultura europea e cultura egiziana, perché ho passato un semestre all’Università del
Cairo …

Pulcinella– Ma io so che se non guardi prima o poi ti travolgono, e non ha nessuna importanza se
guardi prima a destra o a sinistra, basta che guardi …

Conduttore– Pulcinella, non fornire esempi di empirismo di basso livello, Marco ha posto la
questione a un notevole livello di astrazione teorica, con profonde implicazioni epistemologiche …

Pulcinella– Se lo dice lei!

Conduttore– Lo dico io!

Pulcinella– Ah, va bene!


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Conduttore– Sì che va bene, non penserai mica che vada male …

Pulcinella– Ma lei spacca il capello in quattro …

Conduttore– E’ così che fanno i filosofi, “spaccano i capelli in quattro”, per usare questa volgare
espressione …

Pulcinella– Ma allora io sono un vero filosofo … e non lo sapevo …

Francesca- Io ho dovuto interrompere un anno per lavorare …

Conduttore– Ah, capisco, mi dispiace …

Pulcinella– Ecco una motivazione che capisco: lavorare!

Conduttore– Ma tu hai mai lavorato nella tua vita?

Pulcinella– Mai! Però so che significa …

Conduttore– Ah, va bene … anche io ho dovuto lavorare durante gli studi … qui arriva gente che
può vantare dei titoloni strabilianti con dottorati di ricerca in mezzo mondo, ma spesso non si
capisce di che cosa si occupano, si occupano di qualcosa pur di occuparsi di qualcosa per
accumulare titoli … qui sono d’accordo con Pulcinella … noi studiavamo filosofia perché
volevamo capire veramente il mondo … e possibilmente cambiarlo … ma accidenti a Pulcinella che
mi spinge a queste riflessioni …

Pulcinella– Lo vede, dottore, che quando si parla di lavoro si torna a parlare di cose serie?

I,2- Scena seconda

Gli stessi

Conduttore– Ma ora presentati, Pulcinella …

Pulcinella– Sono Pulcinella, proprio Pulcinella … scansafatiche e malandrino, dicono, ma sono


tutte calunnie e ve lo dimostrerò … Vi chiederete perché sono qui e se non ve lo chiedete ve lo dico
lo stesso: sono qui perché voglio farmi una cultura … questa è una scuola di filosofia e io voglio
diventare filosofo … cioè, non proprio filosofo, ma acculturato … mi avete capito, no?

Conduttore– … dicci perché sei qui, che cosa ti aspetti dalla filosofia …

Pulcinella– (Schiarendosi la gola) Io veramente sarei di Acerra, ma questa è una storia antica, fate
finta di niente …. vengo dal teatro … non sapevo neanche cosa fosse la filosofia, se non quella di
strada, quella della Commedia dell’arte, poi ho incontrato qualcuno, mi sembra a Ercolano o a
Pompei che mi ha spiegato che con la filosofia si diventa saggi … quel vecchio sembrava provenire
da un altro mondo, diceva di essere un “epicureio” …

Conduttore– … epicureo, vorrai dire …

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Pulcinella– … quello che è … diceva che la filosofia rende saggi, appunto, e che oggi la saggezza
non va più di moda, oggi va di moda la logica … non ho capito cosa vuol dire, ma così ha detto …
(cita) hanno vinto gli “stoici” contro gli “epicurei” …

Conduttore– … “spaccare un capello in quattro” …

Pulcinella– … vede, dottore, io non capisco niente di queste cose, ma mi piacerebbe diventare
“saggio”, come quel vecchio “epicureio” …

Conduttore– E così vuoi diventare saggio, Pulcinella? Ma sei sicuro che la saggezza si possa
insegnare?

Ernesto– (Intervenendo bruscamente) Bisognerebbe prima chiedersi che cosa intendiamo con la
parola “saggezza” …

Alessandra– (Saccente) Poi individuarne le dimensioni espistemologiche …

Marco– (Pedante) Poi chiarire gli elementi che la collegano alla filosofia della mente …

Francesca– E se ci basassimo sul concetto antico di saggezza? Gli antichi parlavano di un bivio: da
una parte la sapienza, dall’altra la scienza; la saggezza consisterebbe nella conciliazione di queste
due vie, come è scritto sulla facciata marmorea della Biblioteca di Celso ad Efeso …

Conduttore– Vedo con piacere che la conversazione si fa interessante … per oggi direi che
abbiamo finito, aggiorniamo i lavori a domani …

Ernesto– Grazie per la grande occasione che ci sta offrendo …

Alessandra– Veramente istruttiva …

Marco – Intensamente filosofica …

Francesca – un po’ astratta, ma va bene …

Pulcinella– Ma come, è già tutto finito?

Conduttore– Mi sembrava di essere stato chiaro!

Pulcinella– E io ora che faccio? In questa città non conosco nessuno …

Conduttore – Senti, Pulcinella, ho bisogno di parlarti, puoi fermarti un attimo, quando gli altri se
ne sono andati?

I partecipanti escono, restano solo Pulcinella e il Conduttore

I,3- Scena terza

Pulcinella, Conduttore

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Conduttore– Pulcinella, sei contento di questo stage?

Pulcinella– Perché, le sembro scontento?

Conduttore– No, ma …

Pulcinella– Mi sento solo un po’ spaesato …

Conduttore– Si può capire … (suona il cellulare) pronto, sì … una giornalista del TG3? … cosa
mi voleva chiedere? (stacca il cellulare dall’orecchio) è una giornalista del TG3, faccio subito …

Pulcinella– Va bene … ma se vuole ne parliamo un’altra volta …

Conduttore– … solo un attimo … (riprendendo a parlare) … quali sono i miei progetti futuri? Un
altro libro sul Counseling, vedo che tirano molto … (stacca il cellulare) … questi giornalisti, tutti
con le stesse domande! … (riprende a parlare allo smartphone) … naturalmente, le fornirò ampie
anticipazioni …

Pulcinella– Vado via, ci vediamo domani …

Conduttore– No, no (parlando al cellulare) … sì, sono rimasto stupito anch’io del successo di
vendita del libro “Counseling per stare bene” … (a Pulcinella) … volevo dirti che mi fa piacere
averti con noi … (allo smartphone) Non si tratta di una banalizzazione della filosofia, si tratta di
farle recuperare un certo spirito pratico … (a Pulcinella) sì, forse è meglio se ci sentiamo un’altra
volta …

Pulcinella esce facendo un segno di saluto con la mano, seguito subito dal Conduttore.

ATTO SECONDO

II,1- Scena prima – La strada

Pulcinella, Spacciatore di droga pesante, Giovane prostituta, Giovane rapinatore, Motociclista,


Giovane cameriere

Pulcinella si aggira guardingo in un quartiere popolare della città che lo ospita. E’ circondato da
strani personaggi: uno spacciatore di droga pesante, una giovane prostituta, un ragazzo che si
appresta a fare una rapina, un motociclista, un cameriere di un un bar con il vassoio dei caffè in
mano.

Pulcinella– Eh, ma qua mi sembra di stare a Scampia! Sicuro che non sono a Napoli?

Spacciatore di droga pesante– Pulcinella, togliti da quell’angolo che devo vedere se arriva la
polizia …

Pulcinella– Mi tolgo, mi tolgo, non ti agitare …

Spacciatore di droga pesante– Visto che sei qui, vuoi assaggiare una certa roba?
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Pulcinella– Non ci penso proprio …

Spacciatore di droga pesante– Guarda che è buona …

Pulcinella– Se è buona, prendila tu!

Spacciatore di droga pesante– Un commerciante non consuma, uno spacciatore non fuma.

Pulcinella– E neanche io fumo …

Giovane prostituta– Pulcinella, ma che ci fai tu qui?

Pulcinella– Sono venuto a seguire un corso di filosofia …

Giovane prostituta– Un corso di filosofia! ahahah … Pulcinella vuole diventare filosofo … avete
sentito, Pulcinella vuole diventare filosofo …

Pulcinella– Sì, cos’hai da ridere?

Giovane prostituta– E i filosofi non fanno più l’amore?

Pulcinella– No, il doppio …

Spacciatore di droga pesante– Questa è buona!

Giovane rapinatore– Ehi, Pulcinella, me la daresti una mano, che devo fare un lavoretto pulito
pulito?

Pulcinella– Ma quale lavoretto, io devo pensare …

Giovane rapinatore– Pulcinella pensa … ahahahah …

Motociclista– (Ammiccante) Pulcinella, te lo vuoi fare un giro in moto?

Pulcinella– Ma non ci penso proprio!

Motociclista– Dai, non fare il capoccione …

Pulcinella– A me la capoccia serve, devo studiare la filosofia …

Motociclista– Ma quale filosofia!

Pulcinella– Eh, sì, la filosofia …

Giovane cameriere– La filosofia si fa con un buon caffè … si pensa meglio …

Spacciatore di droga pesante– Dai, Pulcinella, offrici un caffè!

Pulcinella– E con quali soldi?

Spacciatore di droga pesante– Non dirmi che non hai i soldi per un caffè …
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Pulcinella– E invece te lo dico …

Giovane prostituta– Nemmeno a me lo vuoi offrire un bel caffè?

Pulcinella– E perché dovrei?

Giovane prostituta– Ma come sei spilorcio!

Pulcinella– Spilorcio, io?

Giovane prostituta– Sì, tu …

Giovane rapinatore – Se mi dessi retta, Pulcinella, i soldi ce li avresti … e tanti …

Pulcinella– Sì, a fare rapine …

Giovane rapinatore– Non rapine, Pulcinella, “prelievi” …

Pulcinella– Sì, prelievi …

Escono: spacciatore di droga pesante, giovane prostituta, giovane rapinatore, motociclista,


giovane cameriere. Resta in scena solo Pulcinella.

II,2- Scena seconda- L’incontro con Anima mundi

Pulcinella, Anima mundi

Pulcinella torna nel suo sordido alberghetto, monologando tra sé e sé sugli incerti percorsi della
vita, quando a un certo punto si imbatte in Anima mundi.

Pulcinella– (Monologando tra sé e sé) Ma che ci faccio io qui … a studiare filosofia … la filosofia
debbono studiarla le persone colte, non gli ignoranti … (pausa un po’ più lunga) e io sono solo un
povero ignorante …

Entra Anima mundi

… (guardandosi le scarpe e muovendo una punta del piede col tallone appoggiato a terra) un
povero ignorante senza arte né parte …

Anima mundi– Pulcinella, non ti abbattere … perché sei così abbattuto?

Pucinella– Chi è che parla? Ah, sei tu, animella … che ci fai qui?

Anima mundi– Io vivo qui e altrove, Pulcinella …

Pulcinella– Vuoi studiare anche tu filosofia? E’ tutta un’inutile illusione …

Anima mundi– Cosa, la filosofia … o la vita?

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Pulcinella– Forse entrambe …

Anima mundi– Sei proprio giù, Pulcinella … mi dispiace vederti così …

Pulcinella– Certe volte penso che è tutto inutile …

Anima mundi– Capita anche a me, ma poi mi riprendo …

Pulcinella– Tu sei l’anima del mondo, non puoi lasciarti andare …

Anima nundi– Qualche volta mi capita, caro Pulcinella …

Pulcinella– Non dovevo abbandonare la mia condizione di guitto e di mangiapane a tradimento …


senza pensieri sarei stato meglio … (pausa) sarei stato felice … (dà un calcio a un sasso).

Anima mundi– Ma è una felicità senza consapevolezza …

Pulcinella– La felicità non è consapevole, bisogna solo viverla se sei fortunato ad avercela …

Anima mundi– Cosa posso fare per risollevarti, Pulcinella?

Pulcinella– Convincermi a tornare sulla strada … abbandonare le velleità culturali …

Anima mundi– Ma guarda che questa curiosità ti fa onore … ma non vedi? Uno come te, che
esprime tutto il dolore del mondo con un sorriso, che cerca un confronto con la filosofia …

Pulcinella– Confronto inutile …

Anima mundi– La filosofia è nata per cercare la chiave della felicità … ma non è riuscita mai a
trovarla … questa cosa ti fa onore …

Pulcinella– Sei troppo buona, ma non ti capisco …

Anima della strada– No, secondo me capisci fin troppo bene …

Pulcinella– Ti dico che non ti capisco … ma ripensando a quella tua frase: “tutto il dolore del
mondo con un sorriso” … penso forse di aver capito …

Anima mundi– In fondo, sei una maschera intelligente …

Pulcinella– Ma il dolore del mondo oggi non è la fame, o almeno non più per tanta gente, oggi il
dolore del mondo si chiama infelicità … la gente soffre perché è infelice, non si sente compresa, si
chiedono troppe prestazioni aggiuntive per essere apprezzati …

Anima mundi– Lo vedi che quando vuoi ti esprimi bene …

Pulcinella– Mi capita di vedere persone sole che singhiozzano passeggiando nel parco sotto la
pioggia, mi chiedo a cosa pensino, che cosa o chi li fa soffrire … quello è il dolore del mondo oggi

Anima mundi– Perciò vuoi diventare filosofo, per imparare a combattere l’infelicità?
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Pulcinella– Sì, Anima mia, sì …

Anima mundi– Ti verrò a trovare quando l’hai imparato, così me lo spieghi …

Anima mundi esce

II,3- Scena terza – I fantasmi di Pulcinella

Pulcinella, Corifeo, Coro dei fantasmi di Pulcinella

Pulcinella si corica in un lettuccio in un angolo.

Pulcinella– Ma cos’è questa smania che avverto …

Si sentono dei rumori che vengono dalle quinte

Pulcinella– … forse è stata l’Anima mundi a mettermi di malumore … con quei discorsi sulla
felicità e sull’infelicità …

Ancora ruomori da dietro le quinte

Pulcinella– … quasi quasi me ne torno ad Acerra, non è il mio posto, questo … non mi sento a mio
agio … comincio ad innervosirmi …

Entra il Coro dei fantasmi di Pulcinella.

Corifeo– Salve, Pulcinella!

Pulcinella– Un momento, ma voi chi siete?

Corifeo– Noi siamo noi …

Pulcinella– Noi, chi?

Corifeo– Pulcinella, sappi che stai sognando …

Pulcinella– E io vi vedo in sogno?

Corifeo– Proprio così!

Pulcinella– Ma allora sono diventato pazzo?

Corifeo– No, stai solo sognando …

Pulcinella– Ma mi fate paura …

Corifeo– Non temere, Pulcinella, noi siamo i fantasmi della tua mente …

Pulcinella– A me fanno paura i fantasmi …


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Corifeo– Non veri fantasmi, fantasmi della mente, idee, sensazioni, ricordi, rimpianti …

Pulcinella– Oh, sì, ho molti rimpianti …

Primo corista– Sei passato dal riso al pianto, Pulcinella, e questo non va bene …

Pulcinella– Ma io non volevo … la realtà è troppo pesante … non è colpa mia …

Secondo corista– Nessuno ti sta dando la colpa, Pulcinella …

Pulcinella– Ah, mi sembrava …

Terzo corista– Hai perso la tua spensieratezza e adesso sei diventato malinconico, Pulcinella …

Pulcinella– Malinconico… ?

Quarto corista– … e sei entrato nel tunnel delle tenebre …

Pulcinella– Non dire così, che mi viene l’angoscia …

Quinto corista– Dovrai rialzare la testa …

Pulcinella– Non ci riesco …

Sesto corista– La strada dell’infelicità è lunga da percorrere …

Pulcinella– Ma io volevo cercare un rimedio …

Settimo corista– Lo sappiamo, dovrai percorrere i sentieri della notte e del giorno per riuscire a
capire l’arcano …

Pulcinella– … i sentieri della notte e del giorno …

Primo corista– La tua infelicità ti è stata mandata incontro come un segno del destino …

Pulcinella– Ne avrei fatto volentieri a meno …

Secondo corista– Adesso hai un compito …

Pulcinella– Quale compito?

Terzo corista– Trovare il rimedio …

Pulcinella– Rimedio a cosa?

Quarto corista– All’infelicità umana …

Pulcinella– Ma per chi mi avete preso, per il Messia? …

Quinto corista– Sappiamo che ce la potrai fare …

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Pulcinella– Io sono solo un povero ignorante …

Sesto corista– No, Pulcinella, tu hai la chiave …

Pulcinella– Non ho nessuna chiave, io …

Settimo corista– Guardati dentro e la troverai …

Escono Corifeo e coristi

ATTO TERZO

III,1- Scena prima- Ritorno allo stage

Pulcinella, Conduttore dello stage, Ernesto, Alessandra, Marco, Francesca

Entrano uno dopo l’altro i vari partecipanti allo stage, Pulcinella entra per ultimo.

Ernesto– Ehi, Pulcinella, sei pallido come un cencio, ma che ti succede?

Pulcinella– (Mugugnando) Non ho dormito bene stanotte …

Alessandra– Vuoi un caffé, te lo prendo alla macchinetta qui fuori, è vero che fa schifo ma è
sempre un caffè …

Pulcinella– (Riconoscente) No, grazie …

Marco– Ti stai annoiando con noi, Pulcinella?

Pulcinella – No, affatto! Mi sembrate persone molto intelligenti, sono io ad essere un povero
ignorante …

Francesca– Non dire così, Pulcinella … abbiamo capito che il vero filosofo, tra tutti noi, sei
proprio tu …

Pulcinella– (Stupito) Cosa vuoi dire?

Francesca– Che sei tu l’unico vero filosofo …

Pulcinella– No, sono solo molto frastornato … pensate che stanotte sono venuti a trovarmi i
fantasmi della mia mente, almeno così dicevano …

Marco– I fantasmi della tua mente?

Pulcinella– Sì …

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III,2- Scena seconda- Il ritorno dei Fantasmi della mente

Gli stessi, più Anima mundi e i coristi

Rientrano i Coristi, che rappresentano i Fantasmi della mente di Pulcinella.

Primo corista– Dal riso al pianto …

Secondo corista– Senza colpa e senza merito …

Terzo corista– La malinconia …

Quarto corista– Il tunnel delle tenebre …

Quinto corista– A testa bassa …

Sesto corista– Lunga è la strada …

Settimo corista– I sentieri della notte e del giorno …

Primo corista– Un segno del destino …

Secondo corista– Un compito che vale per tutti …

Terzo corista– Trovare il rimedio …

Quarto corista– L’infelicità è dura da sopportare …

Quinto corista– Hai le risorse …

Sesto corista– La chiave, Pulcinella, la chiave …

Settimo corista– Basta guardarsi dentro …

Il Coro si apre ed entra Anima Mundi.

Anima Mundi– Sei sicuro di non avere niente da dirmi, Pulcinella?

Pulcinella– Vedi, io forse ti devo chiedere scusa.


-Di che?- mi chiederai.
Ho qualche esitazione a dirtelo.
Qualche pudore malcelato.
Scusa, sorella Malinconia,
per aver cercato di cacciarti
via da casa mia.
Ma era l’altra che mi aizzava,
l’altra mia sorella, la Passione,
che non ti amava e non ti ama,
lei non ama la depressione,
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lei ama il furore, la grinta,
la sete di vittoria.
Stolta, lei non pensa, agisce.
Lei non ti ama.
Ma ho notato che tu
non nutri disprezzo,
forse è un vezzo
di educata sororanza,
sororanza verso di me,
io a voi comune,
con due sorelle
che splendono come stelle
nel mio firmamento.
Ma mi sembra che il momento
sia giunto di non fare una scelta,
quieto ai vostri desideri,
leggero come il vento,
che ubbidisce solo al momento.
Vieni, sorella.
Vieni a me, sorella.
Vieni, vieni.

Pulcinella si accosta ad Anima Mundi e la invita a una danza romantica e sognante. Anima Mundi
si abbandona nelle braccia di Pulcinella, mentre entrano due danzatrici, che riprendono,
stilizzandoli, i movimenti della coppia. Alle danze si uniscono anche i Coristi ed infine Marco,
Francesca, Alessandro ed Ernesto. Alla fine delle danze, Pulcinella resto solo al centro della scena,
senza ballare e con un atteggiamento assorto.

Escono tutti, tranne Pulcinella, Marco, Francesca, Alessandro ed Ernesto.

III,3- Scena terza

Pulcinella, Marco, Francesca, Alessandro ed Ernesto

Quando il movimento si ferma, ci sono alcuni attimi di pausa, con Pulcinella che è rimasto fermo al
centro della scena. E’ Ernesto a prendere la parola, come a volerlo rincuorare.

Ernesto– Forse ti dà fastidio che recitiamo i nostri titoloni universitari per metterci in mostra, ma è
l’accademia che pretende questo, mettersi in mostra, vincere i concorsi, noi invece vorremmo
studiare il rimedio contro l’infelicità umana, come facevano i filosofi antichi …

Pulcinella– No, non è questo … mi fa piacere che avete scritto tutte queste cose …

Francesca– E allora cosa, Pulcinella? …

Pulcinella– (Sovrappensiero) … non saprei … sento di essere stato ferito, ma non riesco a capire
come.

Marco– Ci sono molti modi per essere feriti …


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Alessandra– Può anche capitare di scrivere saggi con titoloni altisonanti per non sentirle, queste
ferite …

Conduttore– (Entra, mormorando nell’audio dello smartphone in risposta alla domanda di un


giornalista del TGCOM) … la Filosofia … (fermandosi di scatto) … la Filosofia oggi può avere un
ruolo di counseling nelle grandi aziende … quando un manager va in crisi, entra il Filosofo ...
(rivolgendosi ai partecipanti allo stage) Allora, ragazzi, siete pronti per ricominciare lo stage?

La domanda viene ignorata dal gruppo.

Alessandra– Ci sei mai andato a Elea, Pulcinella?

Pulcinella– No, Elea, non mi pare …

Marco– Eppure non è lontana dalle tue parti, è sulla costa cilentana …

Pulcinella– Perché sarei dovuto andare a Elea?

Francesca– In quella antica città c’era una specie di ospedale, il Tempio di Asclepio, come quello
di Delfi, a cui convenivano da tutta la Magna Grecia e da tutta la stessa Grecia …

Pulcinella– E allora?

Ernesto– Si racconta che di notte compaiano i fantasmi dei malati guariti da Asclepio …

Pulcinella– (Rabbrividisce) A me fanno paura i fantasmi …

Alessandra– Ma no, sono fantasmi benevoli … di notte raccontano la storia della loro guarigione,
alcuni da malanni fisici, altri da malanni mentali …

Pulcinella– Ma mi fanno paura lo stesso …

Marco– E’ la Cura, Pulcinella, il miracolo della Cura …

Pulcinella– Si sono presi Cura?

Francesca– Sono stati presi in Cura, stavano male e sono guariti … potresti trovare uno spunto alla
cura dell’infelicità, caro Pulcinella …

Pulcinella– Non ci avevo pensato, ma è una buona idea …

Ernesto– Secondo me bisogna uscire da qui, andare in strada, qui si sta troppo chiusi …

Alessandra– Ho sentito che fanno un convegno dal titolo “Mai più Metafisica: Perché la Filosofia
deve cedere il passo alla scienza” … perché non ci andiamo, ma per protestare …

Marco– Ottima idea, gliela faremo sentire la vera Filosofia …

Francesca– Mi è venuta anche una certa idea …

Ernesto, Alessandra, Marco, Francesca– Andiamo!


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Conduttore– (Si accorge che sta per essere abbandonato) Ma dove andate? Tornate indietro!
Abbiamo molto da discutere …

Escono tutti, tranne il Conduttore

III,4- Scena quarta – Monologo del Conduttore

Conduttore. Giovane cameriere

Conduttore– (Si guarda intorno, smarrito) Mi hanno lasciato solo … questa non dovevano farmela
… solo … mi hanno lasciato solo … perché, perché l’hanno fatto? Non insegno bene? non sono un
personaggio in vista? Ma se mi hanno fatto anche un’intervista in diretta al TG3! Non significa
essere in vista, questo? Io ho molto successo, se proprio vogliamo vederla in questo modo …
dovrebbero essere orgogliosi di frequentare un corso come il mio … il mese prossimo vado a tenere
uno stage a Parigi … e sono appena reduce da Oxford … dove lo trovano uno come me! …
accidenti! … l’ultimo mio libro è perfino entrato nella classifica dei libri più venduti, nella sezione
Varia, subito dopo un libro di cucina … vorrà dire qualcosa, questo, no!? … non dovevano
andarsene … ora li richiamo sullo smartphone …

Entra il Giovane cameriere.

Giovane cameriere– E’ permesso? Si può?

Conduttore– Che c’è? Chi è che mi chiama?

Giovane cameriere– Ho portato il doppio whisky che ha ordinato …

Conduttore– Ah, sì, mettilo lì …

Giovane cameriere – Dovrebbe pagare, dottore!

Conduttore– Pagare? Cosa?

Giovane conduttore– Il doppio whisky, no?

Conduttore– Ma va al diavolo!

Il Conduttore esce, seguito subito dopo da uno stupefatto Giovane cameriere.

ATTO QUARTO

IV,1- Scena prima – Incontro con la varia umanità

Pulcinella, Spacciatore di droga pesante, Giovane prostituta, Giovane rapinatore, Motociclista,


Giovane cameriere, Ernesto, Alessandra, Marco, Francesca

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Il gruppo dei partecipanti allo stage incontra il gruppo che rappresenta la varia umanità di strada.
La scena è ancora quella del secondo atto (scena prima).

Giovane rapinatore– (Scrutando il gruppo di stagisti) Ehi, e voi chi siete, da dove uscite?

Ernesto– Siamo dei filosofi e ci siamo stancati di stare sempre al chiuso a discutere fra di noi …
vogliamo tornare in strada, com’era un tempo …

Il Cameriere si aggira tra i presenti con un tovagliolo sul braccio e un vassoio, offrendo quello che
c’è sul vassoio agli astanti

Alessandra– Socrate non se ne stava certo al chiuso a discutere con altri filosofi …

Giovane rapinatore – E chi è questo Socrate?

Spacciatore di droga pesante– Ehi, ragazzi, qui c’è roba per voi …

Ernesto– Anche noi avremmo qualcosa per voi …

Spacciatore di droga pesante– Ma davvero? E cosa?

Ernesto– Molti buoni consigli …

Spacciatore di droga pesante– Puff …

Giovane prostituta– Non dategli retta, a quello spacciatore …

Giovane rapinatore– Ragazzi, avete sbagliato mestiere, non si guadagna con la filosofia, ci
sarebbero altri metodi …

Spaccatore di droga pesante– Pulcinella, diglielo tu che debbono cambiare mestiere …

Pulcinella– No, fanno bene a fare quello che fanno …

Giovane rapinatore- Allora arrangiatevi e andatevene per la vostra strada …

Escono: Spacciatore di droga pesante, Giovane prostituta, Giovane rapinatore, Motociclista,


Giovane cameriere

IV,2- Scena seconda – Verso il convegno

Pulcinella, Ernesto, Alessandra, Marco, Francesca

Ernesto– Ragazzi, se non ci sbrighiamo, rischiamo di non trovare più nessuno al convegno …

Alessandra– Hai ragione, andiamo …

Marco– Troveremo un ambiente molto ostile …

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Francesca– E’ questo il bello …

Pulcinella– Ragazzi, ma che avete deciso di fare?

Ernesto– Andiamo un po’ a disturbare un convegno che si intitola “Mai più Metafisica: Perché la
Filosofia deve cedere il passo alla scienza” …

Pulcinella– E che vuol dire?

Alessandra– Niente, te lo spieghiamo dopo …

Ernesto– Ehi, guardate un po’ qui …

Alessandra– Qui, dove …

Ernesto– Guardate il titolo di questo spettacolo …

Marco- “L’Asclepio o le maschere salvatrici” …

Francesca– Sembra interessante, diamo un’occhiata …

IV,3 – Scena terza – Il vecchio di Ercolano

Gli stessi, Vecchio di Ercolano, Sette Pazienti, interpretati dagli stessi attori che hanno fatto i
Coristi.

Pulcinella e i partecipanti entrano nel teatro dove si rappresenta “L’Asclepio o le maschere


salvatrici”. In scena c’è un solo personaggio, il Vecchio di Ercolano, che legge la “Lettera sulla
felicità” di Epicuro e racconta del suo rapporto tra passato e presente.

Entra il Vecchio di Ercolano

Vecchio di Ercolano– Buonasera, quello a cui state per assistere non è uno vero spettacolo,
piuttosto una chiacchierata fra amici. E’ vero, io sono qui e voi lì, c’è una certa distanza fra noi, ma
non è una vera distanza spirituale, solo spaziale. Io sono di Ercolano e quando ero molto giovane ho
trovato in una vecchia casa di un mio bisnonno una stele marmorea con alcune parole in greco. Era
sepolta in giardino, un rudere che affiorava dal passato. Sulla stele erano incise le prime parole della
“Lettera a Meneceo” di Epicuro, conosciuta anche come “Lettera sulla felicità”.

Pulcinella– (Non riesce a trattenere un’esclamazione di sorpresa e stupore) Ma è lui, il Vecchio di


Ercolano …

Vecchio di Ercolano– Epicuro era molto popolare nell’antica Ercolano in periodo ellenistico;
evidentemente quel mio bisnonno ha costruito la villa sulla villa di un antico ercolanese,
sufficientemente colto e ricco da commissionare quella stele. Quel ritrovamento mi è sembrato un
segno del destino, da allora ho eletto quel libro a mia guida spirituale.

Pulcinella– Vecchio, mi hai cambiato la vita!

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Vecchio di Ercolano– (Rivolge un sorriso leggero a Pulcinella e riprende a parlare) … ma poi ho
voluto andare avanti, cercando di capire come poter aiutare la gente a trovare la propria strada e ho
pensato che questo compito consistesse in una “cura”, come la praticavano gli antichi greci in quei
templi-ospedale che erano i templi di Asclepio. Uno di questi templi non era lontano da Ercolano, si
trovava nell’antica Elea, subito dopo la baia di Paestum.

Entrano quattro attori, rappresentano i Pazienti, si sdraiano per terra, a mimare il ricovero nel
Templio di Asclepio. Le luci di scena cambiano, a significare l’entrata in una dimensione onirica.

Primo paziente– Ho sofferto le pene d’amore, ma sono guarita …

Secondo paziente– Non vivevo più dopo la morte di mia madre, ma sono guarita …

Terzo paziente– Avevo un male giudicato incurabile, ma sono guarito …

Quarto paziente– Avevo subito un grave incidente, ma sono guarita …

Quinto paziente– Mi sentivo il più infelice fra gli uomini, ma sono guarito …

Sesto paziente– Mi sentivo la più infelice fra le donne, ma sono guarita …

Settimo paziente– Stavo per farla finita con la vita, ma sono guarita …

Vecchio di Ercolano– Nei templi di Asclepio si curavano malattie fisiche e mentali. La cosa
interessante era il modo in cui si curavano le malattie dell’anima. Si invitavano i pazienti a dormire
nel tempio, attraversato da ruscelletti di acqua corrente e da serpenti cari al dio. La notte era
guaritrice, il farmaco era costituito dall’insieme di queste pratiche notturne … avevano trovato la
cura …

Primo paziente– Adesso so cos’è l’amore, ora so che può dare la felicità …

Secondo paziente– Adesso so cosa significa perdere una persona cara, ma si può tornare ad essere
felici …

Terzo paziente– Adesso so cos’è la malattia, ma ci si può convivere …

Quarto paziente– Adesso so cosa significa vedere la morte con gli occhi, ma si può tornare a
guardare avanti …

Quinto paziente– Adesso so cos’è l’infelicità, ma anche il modo per allontanarla …

Sesto paziente– Adesso so cosa provoca l’infelicità e potrei raccontare come allontanarla …

Settimo paziente– Adesso so cosa significa desiderare di morire, e so come guardare avanti …

Il Vecchio di Ercolano e i sette Pazienti escono.

IV,4- Scena quarta – L’uscita dal teatro

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Pulcinella, Ernesto, Alessandra, Marco, Francesca

Pulcinella– E’ riapparso il Vecchio di Ercolano …

Ernesto– Molto bello, questo spattacolo …

Alessandra– Vero, mi è piaciuto molto …

Marco– Istruttivo, nella sua semplicità …

Francesca– Sono rimasta veramente molto colpita, sembra una filosofia da liceo, ma forse questa è
la vera filosofia … in fondo, questa non è una vera disciplina, è piuttosto una condizione spirituale,
entrare in una dimensione che ti fa percepire le cose con un’intensità diversa … l’accademizzazione
della filosofia è venuta molto tardi, quando qualcuno si è accorto che la filosofia andava domata, era
troppo vivina all’esoterismo, all’alchimia, a una dimensione sovrarazionale … per domarla, l’hanno
fatta diventare una parente povera della scienza …

Ernesto– non abbiamo avuto più il coraggio di parlare di amore e di odio …

Pulcinella- Della verità dell’universo


sono in molti a predicare,
e quella dell’anima si rivela
nel mio percorso giornaliero.
Quello che non arriverò
a capire è il mistero
della concordia
e della discordia
tra gli esseri umani,
come l’amore e l’odio.
Insondabili.
Una specie di buco nero.

IV,5 – Scena quinta – Verso il convegno

Gli stessi

Ernesto– Ragazzi, vi ricordo che stavamo andando a un convegno …

Alessandra– Proprio così …

Pulcinella– Incredibile! Quello era proprio il Vecchio di Ercolano … mi ha aperto la mente, quel
vecchio!

Marco– E’ ora di confrontarci …

Francesca– Comincia la partita …

Pulcinella– (Sognante) Bello, bello, i templi di Asclepio … quello è veramente un posto che fa per
me …
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Ernesto– Ma Pulcinella, tu devi essere il guaritore, non il paziente …

Pulcinella– No, io sono il paziente …

Alessandra– Se sei tu il paziente, come puoi indicare la strada?

Pulcinella– Ma io non posso indicare un bel niente …

Marco– Siamo sicuri che troverai la direzione utile per tutti …

Ernesto– Ma toglici una curiosità, perché ci tieni così tanto al Vecchio di Ercolano?

Pulcinella – E’ una lunga storia …

ATTO QUINTO

Il convegno filosofico

Pulcinella, Ernesto, Alessandra, Marco, Francesca, Primo Filosofo a convegno, Secondo Filosofo a
convegno, Terzo Filosofo a convegno

I tre filosofi sono seduti su tre sedie, che simulano il tavolo dei relatori di un convegno, gli altri
sono seduti per terra. Due inservienti portano e sistemano lo striscione con la scritta: “Mai più
Metafisica: Perché la Filosofia deve cedere il passo alla scienza”

Primo filosofo– Dichiaro aperta la seduta di questo importante convegno …

Secondo filosofo– Ci siamo riuniti per uno scopo di altissimo significato …

Terzo filosofo– Proclamare al mondo che la filosofia rinuncia definitivamente alla metafisica …

Primo filosofo– Lo dice il titolo stesso del nostro convegno: “Mai più Metafisica: Perché la
Filosofia deve cedere il passo alla scienza”

Secondo filosofo– Spiegheremo perché dobbiamo lasciare definitivamente campo libero alla
scienza …

Terzo filosofo– Dichiareremo che è giunta l’ora di togliere l’insegnamento della filosofia dai licei e
dall’università …

Primo filosofo– Nei licei proporremo di sostituire la filosofia con un numero raddoppiato di ore di
scienza …

Secondo filosofo– Per quanto riguarda l’università, proporremo di stornare i finanziamenti verso i
dipartimenti scientifici …

Terzo filosofo– Toglieremo i libri di filosofia dagli scaffali delle biblioteche …

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Primo filosofo– A questo non avevo pensato, caro collega … ma mi sembra una buona idea …

Secondo filosofo– Già, veramente una buona idea …

Terzo filosofo– Sono contento che siate d’accordo …

Primo filosofo – Ma toglieremo anche i miei libri?

Secondo filosofo– Ah, già, non ci avevo pensato: quandi anche i miei, dopo tanti anni di fatica …

Terzo filosofo– Anche i nostri libri, certo … tanto io non ho mai pubblicato niente di importante
nella mia vita …

Primo filosofo– Ma io sì …

Secondo filosofo– Non vorrai certo dire che i tuoi libri sono più importanti dei miei …

Terzo filosofo– Ma cosa conta l’importanza, l’importante è che ci dimentichino …

Primo filosofo– Ma l’idea stessa mi angoscia …

Secondo filosofo– Non voglio scomparire dal novero di coloro che hanno raggiunto la fama …

Pulcinella– (Interviene d’impulso) Ma io vi farei fare la fame, altro che fama …

Primo filosofo– Chi è che parla? Come si permette!

Pulcinella– Voi parlate dicendo un cumulo di sciocchezze, non posso fare io una sciocchezza,
parlando di una cosa seria?

Secondo filosofo– Ma costui parla come un sofista …

Terzo filosofo– Di specie rara, con un’argomentazione che richiama anche la dialettica stoica …

Primo filosofo– Cari colleghi, non avevamo detto che non bisognava parlare più di filosofia …

Secondo filosofo– Ma costui ci stimola a fare alcune considerazioni …

Terzo filosofo– … che noi conosciamo molto bene …

Pulcinella– Ma perché volete abolire la filosofia, proprio nel momento in cui ce n’è più bisogno?

Primo filosofo– La questione non è del tutto esente da una certa logica …

Pulcinella– Ma guardiamo intorno: voi pensate che il problema più grande dell’umanità possa
essere risolto solo dalla scienza?

Secondo filosofo– E qual è il problema più grande dell’umanità?

Pulcinella– L’infelicità … la gente è infelice … non vedete? … si possiedono le cose, ma senza


saperle veramente apprezzare … si consumano oggetti ed eventi, siamo sempre più frenetici …
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Terzo filosofo– Questo non è lontamissimo dal vero, ma …

Pulcinella– … non ci sono “ma”, c’è soltanto questo grande vuoto … l’umanità non è mai stata così
prospera come adesso, parlo soprattutto del mondo occidentale, ma mai come adesso ha perso il
senso delle cose …

Ernesto– Pulcinella ha una dialettica stringente …

Alessandra– Chi l’avrebbe detto!

Marco– Parla col cuore, ma dice cose sensate per la ragione …

Francesca– Si era intuito che si stava avvicinando al fondo dei problemi …

Pulcinella– … e voi, signori, dall’alto della vostra autorità pretendete di cancellare un possibile
farmaco?

Primo filosofo– In effetti …

Secondo filosofo– Abbiamo ben altri farmaci …

Terzo filosofo– Non dire così, caro collega, perché qualcuno potrebbe equivocare …

Secondo filosofo– Ah, vero, sì, non ci avevo pensato …

Pulcinella attinge con un pennello da un barattolo della vernice nera, si avvicina allo striscione e
scrive un grande “NON” alla scritta “Perché la Filosofia NON deve cedere il passo alla scienza”.
Ernesto, Alessandra, Marco, Francesca lo incoraggiano, silenziosi e solerti.

Pulcinella– Avete chiuso la filosofia nella torre d’avorio dell”Accademia ma così ne avete tradito
lo spirito, quello stesso spirito che spingeva Socrate a parlare con la gente nelle piazze ed Epicuro a
scrivere la “Lettera sulla felicità” … la filosofia non può vivere al chiuso, sepolta da una montagna
di libri … essa deve poter percorrere, libera e selvaggia, le strade del mondo … lo so, non sono
nessuno per dirlo, ma lo sento d’istinto … sono solo un povero ignorante, ma sento che la storia non
è finita … anche se si è molto tristi, la felicità è possibile … è possibile … è possibile …

I tre filosofi al convegno si accasciano su stessi come marionette. Ernesto, Alessandra, Marco,
Francesca si avvicinano a Pulcinella con fare protettivo e lo conducono lentamente tra le quinte.

Sipario

ANTONIO DE LISA

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