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13/3/2020 Splash Latino - Plinio Il Giovane - Epistularum Libri Decem - Liber Vi - 6

cosa
Fu
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bagno
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censo
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Legge

633/41

Plinio Il Giovane - Epistularum Libri Decem - Liber Vi - 6


sul

diri o

d'autore.
Brano visualizzato 3488 volte
Ogni
C. PLINIUS FUNDANO SUO S.
violazione

sarà
(1) Si quando, nunc praecipue cuperem esse te Romae, et sis rogo. Opus est mihi vo laboris
perseguita
sollicitudinis socio. Pe t honores Iulius Naso; pe t cum mul s, cum bonis, quos ut gloriosum sic
ai
est difficile superare. (2) Pendeo ergo et exerceor spe, afficior metu et me consularem esse non
sensi
sen o; nam rursus mihi videor omnium quae decucurri candidatus. (3) Meretur hanc curam
di
longa mei caritate. Est mihi cum illo non sane paterna amici a - neque enim esse potuit per
legge.
meam aetatem -; solebat tamen vixdum adulescentulo mihi pater eius cum magna laude
©
monstrari. Erat non studiorum tantum verum e am studiosorum aman ssimus ac prope co die
www.la n.it
ad audiendos, quos tunc ego frequentabam, Quin lianum Niceten Sacerdotem ven tabat, vir
alioqui clarus et gravis et qui prodesse filio memoria sui debeat. (4) Sed mul nunc in senatu
quibus ignotus ille, mul quibus notus, sed non nisi viventes reverentur. Quo magis huic, omissa
gloria patris in qua magnum ornamentum gra a infirma, ipsi enitendum ipsi elaborandum est.
(5) Quod quidem semper, quasi provideret hoc tempus, sedulo fecit: paravit amicos, quos
paraverat coluit, me certe, ut primum sibi iudicare permisit, ad amorem imita onemque
delegit. (6) Dicen mihi sollicitus assis t, assidet recitan ; primis e am et cum maxime
nascen bus opusculis meis interest, nunc solus ante cum fratre, cuius nuper amissi ego
suscipere partes, ego vicem debeo implere. (7) Doleo enim et illum immatura morte
indignissime raptum, et hunc op mi fratris adiumento des tutum solisque amicis relictum. (8)
Quibus ex causis exigo ut venias, et suffragio meo tuum iungas. Permultum interest mea te
ostentare, tecum circumire. Ea est auctoritas tua, ut putem me efficacius tecum e am meos
amicos rogaturum. (9) Abrumpe si qua te re nent: hoc tempus meum, hoc fides, hoc e am
dignitas postulat. Suscepi candidatum, et suscepisse me notum est; ego ambio, ego periclitor;
in summa, si datur Nasoni quod pe t, illius honor, si negatur, mea repulsa est. Vale.

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(1) Se mai in altro tempo, ora specialmente desidererei che tu fossi in Roma, e prego che tu ci
sia. Ho bisogno di uno che divida con me i desideri, le fa che, gli affanni. Giulio Nasone
concorre ai magistra ; ha mol ed illustri compe tori; superare i quali, non è meno glorioso
che difficile. (2) Vivo dunque nell' incertezza e nell' inquietudine, sono agitato dal more, e
sento di non esser più consolare. Infa mi pare di concorrere nuovamente a quegli uffici che ho
già sostenuto. (3) Egli se la merita questa mia sollecitudine per il lungo amore che mi porta.

www.latin.it/autore/plinio_il_giovane/epistularum_libri_decem/!06!liber_vi/06.lat 1/2
13/3/2020 Splash Latino - Plinio Il Giovane - Epistularum Libri Decem - Liber Vi - 6

Vero è che la mia amicizia per lui non cominciò da suo padre, poiché non me lo permise l' età;
tu avia io era ragazze o, che si soleva additarmelo con gran lode. Egli, non che gli studi, amava
mol ssimo gli studiosi; e quasi ogni giorno veniva ad ascoltare Quin liano e Niceta Sacerdote,
dei quali io frequentavo allora le scuole; era poi uomo grave e ragguardevole, e tale che il suo
ricordo dovrebbe giovare al figlio. (4) Ma ora ci sono mol in senato che non lo conoscono;
mol che lo conoscono, ma non onorano che i viven ; per cui, che non avvalendosi della gloria
paterna, da cui gli viene gran lustro, ma scarso favore, è necessario che egli stesso si dia da fare
e lavori. (5) Per dire il vero, quasi presagendo questa circostanza, egli pose sempre ogni cura; si
procacciò degli amici e ques medesimi se li è poi col va ; quanto a me, non appena spuntò in
lui il giudizio, mi scelse per amico e modello. (6) Mi sta ad ascoltare ansioso quando arringo, mi
sta vicino quando recito; e se produco qualche cose a appena abbozzata, egli è il primo e più
a ento di tu ad intervenire, oggi da solo, in passato con il fratello; del quale, morto di
recente, sono io che devo farne le par e compierne le veci. (7) Infa io mi dolgo sia che egli
sia stato rapito da una immatura ed ingiusta morte, sia che ques privo dell'aiuto di un o mo
fratello, non abbia oggi che gli amici. (8) Quindi io esigo che tu venga, e che al mio aggiunga il
tuo voto. Assai mi importa il mostrar ed il brigare con te. Tale è il tuo credito che io penso che
anche presso i miei amici saranno più efficaci le mie preghiere aggiunte alle tue. (9) Rompi
qualunque indugio. Lo vuole la circostanza, la fede data, e dirò anche il mio grado. Ho preso a
proteggere un candidalo, e mi rendo ben conto di quello che ho fa o; sono io che broglio, sono
io che mi arrischio. Insomma, se Nasone o ene ciò che chiede, sarà tuo l'onore ; se no, mio il
rifiuto. Addio
[degiovfe] - [2010-03-19 13:29:29]

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