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INTRODUZIONE
Il diritto commerciale è quella branca del diritto privato che ha per oggetto e regola l’attività e gli
atti d’impresa. Riguarda non solo “ commercio e commercianti”, ma TUTTE LE IMPRESE. Ha due
caratteristiche:
1) È un DIRITTO SPECIALE , perché è costituito da norme diverse da quelle che valgono per la
generalità dei consociati.
2) È un DIRITTO tendente ALL’UNIFORMITA’ INTERNAZIONALE, in quanto molto simile in tutti
quei paesi a ECONOMIA DI MERCATO: modello che presuppone:
a) Libertà dei privati di dedicarsi all’attività d’impresa
b) Libertà di competizione economica per il massimo guadagno
CAPITOLO 2
IMPRENDITORE AGRICOLO E IMPRENDITORE COMMERCIALE
Lo statuto dell’imprenditore agricolo: è uno statuto speciale, cioè è soggetto all’iscrizione in una
sezione speciale del Registro delle Imprese che conferisce efficacia di PUBBLICITA’ DICHIARATIVA,
al pari dell’iscrizione nella Sezione Ordinaria. Egli è esonerato dalla tenuta delle scritture contabili.
Non è assoggettabile a fallimento e alle procedure concorsuali.
L’IMPRENDITORE AGRICOLO (ART.2135 C.C.)
Definito nella Riforma dell’art. 2135 introdotta dal D.Lgs. 18/5/2001 n°228:
COMMA 1: E’ imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività:
- Coltivazione del fondo
- Selvicoltura
- Allevamento di animali
- Attività connesse
COMMA 2: Per coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali si intendono le attività
dirette alla cura e allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso, di
carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco, le acque dolci,
salmastre o marine.( Rientra anche l’imprenditore ittico, colui che si dedica alla raccolta e cura di
animali acquatici)
Il legislatore del 2001 ha modificato la nozione codicistica di imprenditore agricolo definita nel
2135 c.c., ampliando le due categorie di attività agricole:
1) ATTIVITA’ AGRICOLE ESSENZIALI:
- Coltivazione fondo diretto allo sfruttamento della terra
- Selvicoltura utilizzo del bosco per produrre legname
- Allevamento di animali per ottenere prodotti agricoli oppure anche per finalità non
agricole (cavalli da corsa)
2) ATTIVITA’ AGRICOLE PER CONNESSIONE
COMMA3: Si ha attività connessa quando la manipolazione, conservazione, trasformazione,
commercializzazione, valorizzazione abbia ad oggetto prodotti provenienti prevalentemente dal
fondo o se si tratti di attività dirette alla fornitura di beni e di servizi che siano svolti
prevalentemente con attrezzature o risorse dell’azienda, normalmente impiegate nell’attività
agricola esercitata, ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e
forestale.
Per parlare di attività agricola per connessione, essa deve essere SOGGETTIVA E OGGETTIVA, se
svolta singolarmente si parla di Imprenditore commerciale.
- SOGGETTIVA: lo stesso imprenditore agricolo produce e trasforma
- OGGETTIVA: si deve trattare di attività aventi per oggetto prodotti ottenuti
prevalentemente dall’esercizio dell’attività agricola essenziale.
È sufficiente che le attività connesse non prevalgono per rilievo economico sull’ attività agricola
essenziale.
L’IMPRENDITORE COMMERCIALE (ART.2195 C.C.): qualunque soggetto imprenditore dell’art
2082 e che non sia imprenditore agricolo.
È imprenditore commerciale colui che esercita una o più delle seguenti categorie di attività:
1) Attività industriale diretta alla produzione di beni o servizi ( imprese industriali)
2) Attività intermediaria nella circolazione dei beni ( imprese commerciali)
3) Attività di trasporto per terra per acqua o per aria sia di persone che di cose
4) Attività bancaria o assicurativa
5) Altre attività ausiliarie alle precedenti ( attività strumentali a quelle sinora indicate agenzia
di mediazione ,deposito, commissione, spedizione, pubblicità)
La legge del Codice C. del 1942 prevedeva l’obbligo di iscrizione nel Registro delle imprese solo per
imprenditori commerciali. Mentre con la legge 580/93 fu istituito l’obbligo di iscrizione
generalizzato nel R.I. per tutti gli imprenditori, sia nella sezione ordinaria che speciale.
- SEZIONE ORDINARIA: sono scritti tutti gli Imprenditori commerciali (medi e grandi), le
società( Tranne S.S.), le cooperative anche se non esercenti attività commerciali, i
consorzi ed enti pubblici.
- SEZIONE SPECIALE: sono iscritti i piccoli imprenditori, le società semplici, imprenditori
individuali e agricoli.
L’iscrizione nella sezione ordinaria produce pubblicità dichiarativa.
Art.2193 : i fatti dei quali la legge prescrive l’iscrizione, se non sono stati iscritti, non possono
essere opposti ai terzi, a meno che il soggetto non provi che i terzi ne abbiano avuto conoscenza
(efficacia negativa). I terzi non possono opporre eccezioni dal momento che il soggetto obbligato
ha iscritto il fatto nel Registro delle Imprese ( efficacia positiva)
Art.2194 : Chi non segue termini e modi previsti è punito con una sanzione amministrativa
L’iscrizione nella SEZIONE SPECIALE ha funzione di PUBBLICITA’ NOTIZIA ( rende conoscibili i dati)
e di CERTIFICAZIONE ANAGRAFICA ( documentazione e individui delle Imprese) con stessi effetti
della sezione ordinaria per gli imprenditori agricoli.
L’impresa civile per la dottrina non esiste. Il legislatore ha utilizzato l’aggettivo INDUSTRIALE per
identificare tutte quelle attività NON AGRICOLE, così come ha utilizzato la definizione di attività
intermediaria come equivalente di ”attività di scambio”.
Art. 2083 C.C.: Sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti del fondo, gli artigiani, i piccoli
commercianti e coloro che esercitano un attività professionale organizzata prevalentemente con il
lavoro proprio e dei componenti della famiglia.
Ma secondo una concezione sintetica e sistematica : E’ piccolo imprenditore solo chi esplica
attività lavorativa nell’impresa in maniera tale che il lavoro proprio ( e familiare) prevalga sul
complesso dei beni e dei servizi organizzati ( lavoro altrui, k investito, mezzi tecnici).
Il piccolo imprenditore è sottoposto allo statuto generale dell’imprenditore.
La legge n°580 del 29/12/93 stabilisce che il piccolo imprenditore è iscritto in una SEZIONE
SPECIALE del R.I. , con finalità di certificazione anagrafica e di pubblicità notizia e legale.
ART.2214 -3°COMMA: il piccolo imprenditore anche se esercita attività commerciale, è esonerato
dalla tenuta delle scritture contabili (in ambito CIVLISTICO è esonerato in quello TRIBUTARIO no).
ART.2221: non è soggetto in caso di insolvenza al fallimento e altre procedure concorsuali.
IL PICCOLO IMPRENDITORE NELLA LEGGE FALLIMENTARE
Oltre alla definizione dell’art.2083 c.c., un'altra nozione di piccolo imprenditore è contenuta nella
legge fallimentare( art.1-comma 2): “ Sono considerati piccoli imprenditori quelli esercenti un
attività commerciale, i quali sono stati riconosciuti, in sede di accertamento ai fini dell’imposta di
ricchezza mobile, titolari di un reddito inferiore al minimo imponibile. Quando tale accertamento
manca, sono considerati piccoli imprenditori quelli esercenti un attività commerciale nelle cui
azienda è stato investito un capitale non superiore a lire 900.000”.
Oggi il nuovo testo della legge fallimentare: D.LGS. 169/2007 dispone che non sono soggetti al
fallimento gli imprenditori che dimostrano il possesso congiunto di 3 requisiti:
1) Aver avuto, nei 3 esercizi antecedenti la data di deposito dell’istanza di fallimento o
dall’inizio dell’attività se di durata inferiore, un ATTIVO PATRIMONIALE di ammontare
complessivo annuo < 300.000 euro.
2) Aver realizzato, nei 3 esercizi antecedenti la data di deposito dell’istanza di fallimento o
dall’inizio dell’attività de di durata inferiore, RICAVI LORDI di ammontare complessivo
annuo < 200.000 euro.
3) Avere un ammontare di DEBITI, anche se non scaduti, < 500.000 euro.
Il superamento dei limiti sopra citati espone al fallimento e l’onere della prova ( dei 3 requisiti
congiunti) grava sul debitore. Anche se le società commerciali, un tempo escluse dall’applicazione
di tale disciplina, possono ottenere oggi l’esonero dal fallimento se rispettano i limiti sopra citati.
L’IMPRESA ARTIGIANA
Legge sull’artigianato del 1956 n°860: l’imprenditore rispondente ai requisiti fondamentali nella
stessa fissati è da ritenersi artigiano A TUTTI GLI EFFETTI DI LEGGE (ART1- COMMA1) e pertanto
anche in materia civilistica e fallimentare.
Sostituita dalla legge 443/85 che comprende i seguenti articoli:
-ART.2: è imprenditore artigiano colui che esercita professionalmente, personalmente e in qualità
di titolare, l’impresa artigiana assumendone la piena responsabilità con tutti gli oneri e i rischi
inerenti e svolgendo in misura prevalente il proprio lavoro, anche manuale nel processo
produttivo.
- ART.3:è artigiana l’impresa che, esercita dall’artigiano nei limiti dimensionali previsti , abbia per
scopo prevalente lo svolgimento di un attività di produzione di beni o prestazione di servizi,
escluse le attività agricole e le prestazioni di servizi commerciali, salvo che siano solamente
strumentali e accessori all’esercizio d’impresa.
L’impresa artigiana può avvalersi di dipendenti nei limiti fissati e sotto la direzione personale
dell’artigiano. Con le modifiche del 1997 e 2001, si possono costituire società SAS e SRL purché i
soci che svolgono lavoro personale siano in maggioranza.
L’IMPRESA FAMILIARE (ART.230 BIS- 230 TER)
È definita impresa familiare quella in cui collaborano in modo continuativo il coniuge, i parenti
entro il 3° grado(fino ai nipoti) e gli affini entro il 2° grado (fino ai cognati) dell’imprenditore: detta
famiglia nucleare.
Si può pero avere che la piccola impresa non sia impresa familiare, perché l’imprenditore non ha
familiari o non si avvale della loro collaborazione.
- È una fattispecie associativa ad esclusiva rilevanza interna costituita dal rapporto
associativo del nucleo familiare.
- È un istituto Residuale, cioè si configura solo quando l’attività svolta non può
configurarsi con nessun altro tipo di rapporto ( es: no società)
- È un istituto distinto dall’azienda coniugale
I membri del NUCLEO FAMILIARE sono tutelati giuridicamente da:
- DIRITTI PATRIMONIALI: diritto al mantenimento, di partecipazione agli utili e sui beni
acquistati con gli utili, di prelazione in caso di divisione ereditaria o trasferimento
dell’azienda stessa.
- DIRITTI AMMINISTRATIVI: ogni familiare ha diritto di voto nelle decisioni dell’assemblea
straordinaria, e le decisioni vengono prese a maggioranza dei membri familiari.
È un impresa individuale la cui gestione è affidata la titolare. I beni sono di proprietà
dell’imprenditore ed egli ne risponde in caso di insolvenza con il suo patrimonio personale. In caso
di insolvenza è esposto al fallimento.
LEGGE N° 76/2016 MONICA CIRINNA’. ART.1 COMMA 46. ART 230 TER
Al convivente di fatto che presti stabilmente la propria opera all'interno dell'impresa dell'altro
convivente spetta una partecipazione agli utili dell'impresa familiare ed ai beni acquistati con essi
nonché agli incrementi dell'azienda, anche in ordine all'avviamento, commisurata al lavoro
prestato. Il diritto di partecipazione non spetta qualora tra i conviventi esista un rapporto di
società o di lavoro subordinato.
IMPRESA COLLETTIVA- IMPRESA PUBBLICA
L’IMPRESA SOCIETARIA
È la forma associativa tipica prevista dall’ordinamento per l’esercizio collettivo di attività
d’impresa. Distinguiamo :
- Società semplice: utilizzabile solo per l’esercizio di attività non commerciali
- Altre società: definite SOCIETA’ COMMERCIALI divise in SOCIETA’ con oggetto agricolo (
allevamento bestiame) e SOCIETA’ con oggetto COMMERCIALE (fabbricazione utensili).
Le società commerciali con oggetto commerciale hanno statuto speciale, iscrizione R.I. e obbligo di
tenuta delle scritture contabili. Si applicano le norme sul fallimento e sulle procedure concorsuali.
Le società commerciali con oggetto agricolo invece sono esonerate dal fallimento e altre
procedure concorsuali.
LE IMPRESE PUBBLICHE. Distinguiamo:
- LE IMPRESE ORGANO: sono lo STATO o altri enti territoriali che svolgono attività
d’impresa direttamente. (attività secondaria e accessoria a quella istituzionale). (acqua,
gas; trasporti urbani).
ART. 2093 C.C.: agli ENTI titolari di imprese organo si applica la disciplina generale
dell’Impresa e dell’Imprenditore commerciale, salvo diverse disposizioni della legge.
Sono esonerati dall’iscrizione nel R.I e dalle procedure concorsuali
- ENTI PUBBLICI ECONOMICI: sono enti di diritto pubblico istituiti con il fine esclusivo e
principale di fare attività d’impresa. C’è l’assoggettamento allo STATUTO GENERALE
DELL’IMPRENDITORE e a quello SPECIALE dell’imprenditore commerciale nella sola
ipotesi di attività commerciale, con un eccezione : non sono soggetti a fallimento e alle
procedure concorsuali, ma a liquidazione coatta amministrativa e a altre procedure
previste in leggi SPECIALI.
- SOCIETA’ A PARTECIPAZIONE PUBBLICA: sono società appositamente costituite per
l’esercizio di attività d’impresa, in cui lo Stato o altri enti pubblici hanno partecipazioni
di maggioranza, minoranza o totalitarie. C’è l’assoggettamento allo STATUTO SPECIALE
DELL’IMPRENDITORE COMMERCIALE nei casi detti per le imprese societarie.
ATTIVITA’ COMMERCIALE (ASSOCIAZIONI E FONDAZIONI)
Associazioni, fondazioni ed enti privati (enti religiosi) possono svolgere attività commerciale
qualificabile come attività d’impresa, se l’attività produttiva viene svolta con metodo economico.
L’esercizio di attività commerciale può essere oggetto esclusivo e principale. Si applica la disciplina
dello Statuto dell’imprenditore commerciale.