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RIDUTTORI A VITE
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nessuna riproduzione totale o parziale ne' l'utilizzo di qualsiasi informazione in esso contenuta sono permessi senza autorizzazione scritta
In queste poche pagine si
raccolgono alcune considerazioni cinematiche
e dinamiche
sui riduttori
epicicloidali. Questi appunti, attualmente
ancora in bozza,
no pretendono di essere esaurienti o di sostituire
trattazioni riportate in libri di testo, ma sperano di essere utili a chi studia
l’argomento.
1.1 - Generalità
I riduttori a vite senza fine – ruota elicoidale sono anche detti riduttori a vite. Essi hanno la
possibilità di collegare alberi ad asse sghembo con rapporti di trasmissione elevati, dell’ordine del
centinaio, con un intervallo che va dalla metà di questo valore, al doppio. Altri tipi di riduttori che
possono offrire rapporti di trasmissione di questo ordine di grandezza sono i riduttori epicicloidali,
convenzionali o meno, ad uno o più stadi. Altri parametri fondamentali da tenere in considerazione,
per la scelta, sono il rendimento, la rigidezza, i giochi e gli ingombri.
In figura 1.1 si vede un tipico schema di riduttore a vite con la sua scatola.
accoppiamento vite-ruota cilindrica, hanno bassi rendimenti rispetto ad altri accoppiamenti di ruote dentate cilindriche, ha
sibilità del moto.
r2
2 2
b
2
r1
1
V
a c
Quando la ruota gira, gira anche la vite. La dentiera equivalente si muove a velocità V:
P
V e
z1Pa
1 1
2 2
Il moto è equivale a quello di una dentiera a denti trapezi con angolo di pressione (se la vite ha
filetto a profilo trapezio, come quasi sempre è) che ingrana con una ruota a denti a profilo di
evolvente di circonferenza.
La velocità V è anche la velocità circonferenziale della primitiva della ruota:
V
zP
2 1 a1
r2 2r2
essendo, per l’ingranamento, Pa=P2 allora Paz2=2r2.
Esiste uno strisciamento tra vite e ruota, che influisce in modo importante sul rendimento della
trasmissione. Le velocità delle polari del moto di vite 1 e ruota 2 sono V1=1r1, V2=2r2. Queste
due velocità sono perpendicolari tra loro, se gli assi di vite e ruota sono perpendicolari.
Si osservi la figura 1.2. Con si è indicato l’angolo tra la traccia del filetto e la direzione
perpendicolare all’asse della vite.
asse della ruota
Le velocità perpendicolare ai denti, V1 e V2, sono uguali, poiché i denti restano a contatto e,
dunque, né si compenetrano né si separano: sono polari del moto.
V1 V2
V1 sin V2 cos
1r1 sin 2r2 cos
1 r2 1 z
2
2 r1 tg z1
la velocità di strisciamento sarà la somma algebrica delle velocità parallele al profilo e sarà parallela
alle V1// e V2//, nella figura 1.2 è indicata con Vr.
Vr V1 // V2 //
V1 // V1 cos 1r1 cos
V2 // V2 sin 2r2 sin
la velocità di strisciamento o relativa sarà parallela alla superficie dei denti a contatto:
Vr V1 cos V2 cos
Vr 1r1 cos 2r2 cos
r2 2 C2
Fy
Fz 1 C1
z
1 C1 r1 Fz
z
Fx F
x
Figura 1.4 – forze scambiate fra vite e ruota
Si ipotizzi, per il momento, attrito nullo. La risultante delle forze scambiate sarà perpendicolare alla
superficie dei denti a contatto. Si definisce un sistema di riferimento (x, y, z), in cui l’asse x è
parallelo all’asse della ruota, l’asse z è parallelo all’asse della vite e y di conseguenza per una terna
destrorsa. Il piano (yz) contiene il piano medio della ruota e l’asse della vite. Il piano (xz), invece
conterà l’asse della vite e sarà parallelo all’asse della ruota.
In assenza di attrito, la forza risultante F scambiata tra i denti, perpendicolare alla superficie dei
denti a contatto, sarà inclinata sia rispetto al piano (x,z), dell’angolo di inclinazione dell’elica , sia
rispetto al piano (y,z) dell’angolo di pressione .
sarà:
Fyz F cos ;
Fxz F cos ;
Fx Fxz sen F cos
sen ; Fy Fyz sen F
cos sen ; Fz Fyz cos
F cos cos ; Fz Fxz
cos F cos cos .
Il momento agente dal motore sull’albero della vite 1 e dall’albero dell’utilizzatore sulla ruota 2
saranno rispettivamente:
C1 r1Fx r1Fxz sen r1F cos sen
C2 r2 Fz r2 Fyz cos r2 F cos cos
Infatti, in assenza di attrito il rendimento è unitario:
C r 1 1 r 1
2 2 2 1 essendo i 1 1
C1 r1 tg 2 r2 tg
1
i
Nel caso, frequente, in cui sia presente attrito tra vite e ruota, la forza F normale al contatto sarà
accompagnata da una forza di attrito tangenziale al contatto FT fF , dove f è il coefficiente di
attrito.
In questo caso esisterà una componnte F fF cos che, con braccio r , darà luogo ad un
Tx 1
momento resistente sulla vite CT1, che si somma al momento motore del caso senza attrito C1:
CT 1 r1FTx r1 fF cos . Anche sulla ruota ci sarà una FT fF , essa darà un contributo
forza
penalizzante, CT2, rispetto al momento C2, che sarà CT 2 r2 FTz r2 fFsen
. Il momento in ingresso sarà
C r F F r F cos sen fF cos r Fcos sen f cos
*
1 1 x Tx 1 1
il momento in uscita sarà:
C r F F r F cos cos fFsen r Fcos cos fsen
*
2 2 z Tz 2 2
cos cos
r fsen
tg
r Fcos se f cos cos se
f cos
1
2
*
2 2 tg
C r
1 1 1 n 2 n
A scopo di verifica, si noti come questa espressione di abbia valore unitario per f=0.
Per avere un’idea dei valori di massimo coefficiente di aderenza fa, si considerino valori verosimili
per gli angoli di pressione e di inclinazione dell’elica :
per
=20°
=2°
si ha fa massimo 0,03.
Per ottenere sistemi vite senza fine – ruota elicoidale reversibili si utilizzano configurazioni a
bassissimo attrito come quelli in cui si ha sistemi a ricircolo di sfere del tipo di quelli schematizzati
in figura 1.5. In questi sistemi il coefficiente di attrito (e aderenza) possono essere contenuti
nell’intervallo (0.05-0.001).
3
– vite
– sfere ricircolanti 3 – ruota
2
Figura 1.5 – schema di accoppiamento vite senza fine – ruota elicoidale con ricircolo di sfere.
Bibliografia