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CAPITOLO IX

Verso la risoluzione del mistero

Margherita, Gisella e la mamma lessero e rilessero la lettera del padre della


nonnina svariate volte, ma le ricerche sembrano ferme.
Improvvisamente, dalla busta scivolò, finendo a terra, una pergamena di pelle di
pecora che Margherita, anni prima, aveva trovato nella scatola con i cavalli di
legno. La donna si alzò di scatto, facendo spaventare Odelle, che intanto si era
accovacciata su Gisella.
Stringendo quel pezzo di pelle tra le mani, magicamente tutto le riaffiorò alla mente.
Si ricordò che il padre, quando incontrò il committente, il signor Khan, dopo averlo
ringraziato del dono ricevuto, gli mostrò la pergamena trovata dalla figlia Margherita
nella scatola. Il signor Khan era apparso molto meravigliato e gli raccontò una
vecchia leggenda.
«Molti anni fa» iniziò Margherita ricordando il racconto che era stato fatto a suo
padre, «Ryazan era una città molto ricca ed era governata dal giusto Yuri, un
principe perfetto, un uomo rispettabile e generoso, molto amato dai suoi sudditi. Si
narra che il principe abbia nascosto il tesoro imperiale in qualche luogo nella città e
che abbia fatto incidere la mappa, dividendola, su due oggetti differenti: uno
custodito da lui e l’altro dalla moglie: i due oggetti, una volta riuniti avrebbero
composto la mappa completa!
Nel 1273, poi, Ryazan venne saccheggiata e rasa al suolo. Yuri si nascose,
inutilmente, con la moglie in una stanza segreta del palazzo imperiale, per sfuggire
alla cattura. Ma prima di essere catturato, e poi ucciso, riuscì a consegnare a un
monaco tibetano le due parti della mappa della città dopo aver inciso su una di
esse le indicazioni per nasconderle».
Le tre amiche allora consultarono ancora il computer:
MAPPA – YURI – TESORO – LEGGENDA.
La ricerca le portò a scoprire di più... molto di più!
Il monaco che ricevette le due parti di mappa interpretò le parole aggiunte dal
principe Yuri durante la permanenza nel nascondiglio: CAVALLO – RUBATA –
LEGNO – STATUETTA” così: la mappa sarebbe dovuta essere custodita in una
STATUETTA di LEGNO a forma di CAVALLO per evitare che fosse RUBATA. E
così fu fatto!
Furono realizzate due statuette, la cavalla con il suo puledro, e al loro interno
furono celate le due parti di mappa. Le statuette furono considerate sacre e
inviolabili fino a quando arrivarono, intorno alla fine del ‘600, in possesso del
monaco Zanazabar.
Zanazabar riuscì ad aprire una delle statuette e trovò una parte della mappa
(“proprio come è avvenuto trecento dopo a Margherita” non poté fare a meno di
pensare Gisella) e chiese alla moglie, abile artigiana di gioielli, di forgiare un
pendente che diventò un prezioso monile di famiglia e che venne tramandato a
tutte le donne della discendenza.
Le statuette invece furono donate da Zanabazar a qualcuno di speciale come
portafortuna, con la promessa che le stesse sarebbero passate di mano in mano
sempre a qualcuno di speciale.
Dei cavalli si persero le tracce, fino a comparire nelle mani di una suora missionaria
alla fine del 1800: questa li donò per riconoscenza al medico che l’aiutava a curare
i bambini della sua comunità. Il medico a sua volta li donò poi a un ricco signore
come portafortuna per i suoi figli in segno di riconoscenza per aver costruito un
ospedale per i bambini della piccola comunità.
Il ricco signore era proprio Ghaat Khan, il committente del lavoro del papà di
Margherita.
Le carte in tavola si stavano svelando man mano che il mistero veniva alla luce.
Gisella allora si precipitò in una nuova ricerca per immagini al computer:
PENDAGLIO – ZANABAZAR – MOGLIE – GIOIELLO.
Intanto, Margherita non sapendo come rendersi utile, perché non sapeva utilizzare
il cosobook, andò in cucina a preparare la merenda.
Gisella, facendo scorrere le immagini, improvvisamente vide comparire l’albero
genealogico di Zanabazar. Era incredibilmente vasto e, analizzandolo
attentamente, scoprì qualcosa di incredibile.
Allora urlò: «Margherita! Corri qui! Subito! Ho trovato una cosa sconvolgente!»
Margherita fece cadere i biscotti con la Nutella e corse da Gisella.
Una foto della moglie di Zanabazar la mostrava molto somigliante alla moglie del
signor Khan.
La mamma di Gisella corse verso il tavolo e afferrò la foto dove era ritratta insieme
al marito e al papà di Margherita.
Subito Margherita prese la lente di ingrandimento posizionandola sul collo della
donna: il ciondolo ricordava moltissimo anche la pergamena di pelle: gli stessi
angeli, gli stessi cavalli alati!
La donna era la diretta discendente di Zanabazar!
Le tre amiche si guardarono con complicità: tutto combaciava.
La pergamena, i cavalli, la lamina, Zanabazar, Yuri, il signor Ghaat Khan… tutto
aveva un senso ora: avevano riunito i due pezzi della mappa!
Margherita, Giselle e la mamma si abbracciarono felici, piangendo per la gioia
mentre Odelle abbaiava festante per l’improvvisa confusione.

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